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Autore: Aklylia45    14/07/2015    0 recensioni
E se i personaggi di "The 100" fossero gli studenti di Hogwarts?
Sono passati ormai vent'anni dalla sconfitta di Voldemort e la scuola di magia e stregoneria ha finalmente riaperto i battenti,per accogliere i nuovi studenti in totale sicurezza e serenità.
Tuttavia qualcosa non va...
A qualche settimana dall'inizio della scuola alcuni studenti scompaiono e nelle loro stanze vengono rinvenute alcune parti del corpo dei malcapitati.
Un killer si nasconde a Hogwarts ma nessuno lo trova, nessuno sa chi sia...
Clarke e i suoi amici dovranno scovare l'assassino prima che uno di loro venga preso..
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Finn Collins, Octavia Blake, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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LA NUOVA SCUOLA.

Clarke si sedette in uno scompartimento vuoto e tirò un sospiro di sollievo.
Sapeva di essere una strega da una settimana, da quando aveva ricevuto la lettera d'ammissione, e da allora le giornate erano state frenetiche,caratterizzate da un fuggi fuggi continuo da casa a Diagon Alley per procurarsi calderoni, libri dai nomi bizzarri e altre cianfrusaglie magiche di dubbia origine e utilità,ma la parte peggiore era stato attraversare la colonna di mattoni, apparentemente solidissimi, che si stagliava tra il binario nove e il binario dieci per raggiungere il famigerato ''Nove e tre quarti''
Aveva passato dieci minuti abbondanti a cercare di capire dove dovesse andare prima di vedere due ragazzi vestiti in modo buffo che si lanciavano in corsa contro la colonna e sparivano in essa.
Aveva dovuto raccogliere tutto il suo coraggio per imitarli ma alla fine ce l'aveva fatta e ora era lì,sul treno per Hogwarts, con la sua bella uniforme addosso,il suo baule e la sua scintillante bacchetta magica in esso.
Il negozietto in cui l'aveva comprata era, secondo l'opuscoletto ''Babbani a Diagon Alley: guida al mondo magico'',il migliore ,anche dopo il cambio di gestione.
Il venditore tuttavia, le era sembrato un po' matto, con quei buffi occhialoni rotondi e quel suo blaterare di come fosse la bacchetta a scegliere il mago, ma anche tanto gentile con lei,sebbene fosse una mezzosangue.
Era entrata a far parte di quel mondo da così poco, eppure aveva già capito che aria tirava: i figli di Babbani non erano troppo graditi, ed erano rari i maghi purosangue che li trattavano da pari e, per fortuna, il vecchio era uno di questi.
L'aveva salutata, le aveva chiesto un po' sul suo conto e poi le aveva fatto agitare della bacchette a caso in cerca di quella giusta.
Dopo tre vetri frantumati, cinque scaffali rovesciati e due piccoli incendi, prontamente spenti con qualche colpo di bacchetta del mago, finalmente l'avevano trovata.
«Legno di Pioppo bianco, nucleo di cuore di drago, dodici pollici, inalterabile.» aveva declamato cordialmente il vecchietto,porgendole la bacchetta in un'elegante custodia in velluto blu.
Da allora l'aveva tirata fuori molte volte, ammirandola gelosamente con un po' di timore e di emozione.
Stava fantasticando su cosa l'avrebbe aspettata alla scuola,quando ad un tratto la porta si spalancò di scatto, facendola trasalire per lo spavento.
La ragazza che entrò se ne accorse.
«Scusami» disse «Ma tutti gli altri scompartimenti sono occupati...»
Era alta,con lunghi capelli corvini e due occhi azzurri così brillanti che in un primo momento Clarke si chiese se la ragazza portasse delle lenti a contatto,sempre che nel mondo dei maghi queste esistessero.
«Oh,non fa niente» disse Clarke ricomponendosi e sfoderando un sorriso cortese «Sono Clarke»
La ragazza ricambiò il sorriso.
«Octavia» si presentò, stringendo la mano che Clarke le aveva teso «Sono al primo anno,mio fratello invece è al terzo»
Entrò, trascinando dietro il suo baule e con un po' di fatica lo sistemò in modo che non occupasse troppo spazio,chiuse la porta dello scompartimento e si lasciò cadere sul sedile di fronte a Clarke.
«Accidenti!» esclamò euforica «Non sei emozionata per la cerimonia di smistamento?Io un sacco! Mio fratello vorrebbe che fossi una Serpev...»
«La cerimonia di che?» la interruppe Clarke perplessa e un po' disorientata dalla vivace parlantina di Octavia.
«La cerimonia di smistamento!» ripeté quella con una faccia sbigottita, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, cosa che mise Clarke molto in imbarazzo «Aspetta,sei una mezzosangue,vero?»
Clarke aveva molto temuto il momento in cui avrebbe dovuto ammettere che veniva da una famiglia di babbani.
Divenne rossa in viso e iniziò a contorcersi le dita con fare nervoso,borbottando un ''Si''con un filo di voce.
Temeva che Octavia avrebbe reagito male,prima ridendo sguaiatamente, poi andandosene insultandola.
Tuttavia non fu così.
«Oh,chi sa che ansia dovrai provare!» ridacchiò allegra.
Parlarono ininterrottamente per tutto il viaggio in treno di Hogwarts e di tutto ciò che la ragazza avrebbe dovuto aspettarsi.
Della cerimonia di smistamento, delle lezioni, del Quidditch...
Clarke acquistò una sicurezza che non era mai stata sua,e che la abbandonò quando, scesa dal treno vide delle grosse e lucide carrozze nere che si trainavano da sole.
Allora sgranò gli occhi dallo stupore e Octavia dovette trascinarla di peso in una carrozza vuota, perché Clarke sarebbe potuta rimanere lì impalata con lo sguardo vacuo per tutto il giorno senza muovere un muscolo.
Si sedettero nella carrozza,e salirono anche una ragazza e un ragazzo.
«Octavia!Vieni qui!» urlò una voce maschile poco distante da loro.
Clarke si voltò verso il ragazzo che aveva parlato, e gli altri tre la imitarono.
Era un po' più grande di lei e, a differenza di molti non sembrava un perfetto idiota con l'uniforme della scuola, anzi gli dava un'aria elegante.
Aveva i capelli castani spettinati, due grandi occhi marroni e un sorrisetto sbruffone stampato in faccia.
Clarke notò che, diversamente da lei, Octavia e di molti altri ragazzi che aveva visto, portava una cravatta verde scuro con delle righe argento, come i due ragazzi che erano con lui.
Octavia lo aveva spiegato in treno: era la cravatta dei Serpeverde.
Clarke avrebbe ricevuto la sua dopo lo smistamento, e avrebbe avuto i colori della sua Casa.
«È mio fratello» disse Octavia a mo' di scuse.
Scese dalla carrozza e raggiunse il fratello,dando a quest'ultimo il tempo di squadrare velocemente i due ragazzi seduti nella carrozza per poi fermare il suo sguardo su Clarke,lanciandole un'occhiata di puro e sincero disprezzo.
Subito dopo la carrozza partì bruscamente, allontanandosi dalla stazione.
Clarke si lasciò andare di nuovo all'agitazione, trovandosi da sola con due sconosciuti.
La ragazza,seduta di fronte a lei,sembrava una di quelle capaci di spezzarti l'osso del collo se le facevi arrabbiare,ma che erano solari e allegre il resto del tempo.
Era alta, con dei bei lineamenti,due grandi occhi castani fieri e decisi e lunghi capelli,raccolti in una pratica coda di cavallo.
Si presentò come Raven Reyes, e il suo amico, un ragazzo alto e affascinante che non aveva smesso di fissare Clarke da quando era salito sulla carrozza, si chiamava Finn.
Chiacchierarono molto durante il viaggio verso il castello, principalmente di lezioni e di Quidditch, ma quando vennero a sapere che Clarke aveva vissuto con i babbani fino a quel momento, Raven la tempestò di domande sul funzionamento delle automobili babbane, a cui Clarke rispose in maniera poco esaustiva, promettendo però che se ne sarebbe informata meglio una volta tornata a casa per le vacanze.
Scesi dalla carrozza,un grosso omone alto almeno due metri con una folta barba aggrovigliata che si presento come Hagrid, il guardiacaccia,li condurre al castello,lasciandoli davanti la ''Sala Grande''.
Ad accogliere gli studenti del primo anno alla porta c'era una vecchia donna con un'espressione severa ma gentile,vestita con una lunga tunica nera con tanto di cappello a punta.
«Buona sera a tutti, io sono la professoressa Mcgranitt, insegnante di Trasfigurazione. Essendo del primo anno,adesso parteciperete alla cerimonia di smistamento, poi ci sarà un banchetto e infine ognuno di voi raggiungerà la propria Sala Comune.»
Octavia si materializzò affianco a Clarke e le strinse leggermente il braccio con un po' di nervosismo.
La professoressa continuò a parlare,spiegando agli studenti come funzionava il torneo per vincere la Coppa delle Case,dopo di che,si spostò di lato e le porte di legno si aprirono in una lunga stanza con un alto soffitto che,per un incantesimo ben riuscito,sembrava un cielo stellato visto da un'alta vetta,dove il chiasso delle altre luci artificiali non poteva rovinare lo spettacolo.
Alcune candele accese fluttuavano nel nulla e Clarke si chiese se la cera colasse per terra.
C'erano quattro lunghe tavolate,dove gli studenti degli altri anni avevano già preso posto.
Octavia si girò a sinistra e salutò con la mano il fratello maggiore,che le rispose con un cenno del capo,per poi accorgersi che questa stringeva la mano a Clarke,a cui nuovamente lanciò un'occhiata risentita.
Clarke e gli altri studenti avanzarono, seguendo la professoressa, fino al centro della sala.
Lì c'era una sedia di legno su cui era posato un vecchio cappello grigio.
Octavia le aveva spiegato che il cappello prendeva vita quando qualcuno lo indossava ed era lui a decidere in quale Casa uno studente doveva andare.
La Mcgranitt svolse un rotolo di pergamena lungo almeno due metri e iniziò a leggere.
«Grace Baston» disse imperiosa.
Clarke vide una ragazzina castana un po' gracilina avvicinarsi alla professoressa che le fece di sedersi sulla sedia e le posò in capo il cappello.
Questo, come promesso, fremette e prese vita.
Ora si potevano distinguere due fessure per gli occhi e una per la bocca.
«TASSOROSSO» gridò il cappello,provocando esclamazioni e grida entusiaste e un po' esagerate al tavolo dei Tassorosso, e applausi educati dagli altri.
«Ginevra Bennet»
«CORVONERO»
Grida e baccano si levarono stavolta da un altro tavolo.
Clarke capì come funzionava e si rilassò.
Vennero chiamati altri tre nomi prima di Octavia.
«Octavia Blake» tuonò la professoressa.
Octavia strinse il braccio di Clarke con più forza e questa le sfiorò la spalla e sussurro un ''Vai'' d'incoraggiamento,prima che la ragazza si allontanasse.
Il cappello esitò una manciata di secondi prima di parlare.
«GRIFONDORO» urlò infine.
Nello scompiglio di applausi e grida,Clarke si voltò giusto in tempo per vedere il fratello di Octavia storcere un po' il naso prima di applaudire.
Clarke aspetto il suo turno nella speranza di essere nella stessa casa di Octavia, applaudendo educata a tutti gli altri ragazzi smistati prima di lei.
«Clarke Griffin»
La ragazza si avvicinò,cercando di non tremare e si sedette,lasciando che la professoressa le posasse il cappello sulla testa.
Il cappello esitò.
Uno,due, tre secondi.
Clarke cominciava a innervosirsi e lanciò involontariamente lo sguardo verso il maggiore dei Blake che se ne accorse e le rivolse un sorriso maligno e ridacchiò,scuotendo leggermente la testa.
Non ci volle molto perché Clarke lo bollasse come ''Odioso-ragazzo-sbruffone-da-evitare-categoricamente''.
Alla fine sembrava che il cappello avesse deciso.
«GRIFONDORO» tuonò.
Mentre tutti applaudivano,Octavia con particolare impeto,Clarke sorrise al ragazzo Serpeverde con aria di sfida.
Lui le lanciò un sorriso sghembo,divertito,ma non applaudì.
Clarke prese posto accanto a Octavia e guardò nuovamente il fratello dell'amica,che però aveva smesso di prestarle attenzione e sembrava tutto preso a discutere col ragazzo accanto a lui.
Clarke,ormai serena,non badò più alla cerimonia.
Tuttavia sorrise soddisfatta quando Finn prese posto di fronte a lei,tendendo la mano a Octavia per presentarsi,e fece una faccia dispiaciuta quando Raven si diresse al tavolo dei Corvonero.
Dopotutto le era andata bene: sarebbe potuta capitare in Serpeverde.
Al pensiero di essere nella stessa casa del fratello di Octavia,rabbrividì.
Finito lo smistamento il preside,il professor Habbot, si presentò,fece un bel discorso di benvenuto e con un battito di mani fece comparire nelle tavole ogni sorta di cibo possibile e immaginabile.
Clarke mangiò a sazietà,conobbe molte persone e si accorse con gioia che non era l'unica mezzosangue della Casa.
Molto spesso lanciava qualche occhiata furtiva al fratello di Octavia,quando questa non la guardava,e si accorse suo malgrado che lui non l'aveva più osservata da quando aveva preso posto al tavolo.
Finito di cenare,gli avanzi scomparirono dalle tavole e gli studenti si alzarono per andare alle sale comuni.
Octavia allora,dopo che ebbe finito di sistemare la cravatta a righe bordeaux e oro al collo di un imbarazzato Finn, prese Clarke per un braccio e la tirò sé.
«Dai Clarke,vieni» disse prendendole la mano «Ti voglio presentare Bellamy»
Clarke la seguì ubbidiente,chiedendosi chi fosse questo Bellamy.
Quando capì che era il fratello di Octavia era troppo tardi e a nulla valsero le sue proteste.
«Ma dai,qual'è il problema?» chiedeva ogni volta Octavia,per poi liquidare la lamentela di Clarke con un gesto stizzito della mano,stringendo però più forte l'amica,come se temesse che questa potesse scappare, facendosi largo a gomitate tra la folla disordinata di studenti.
Quando riuscirono ad avvicinarsi al maggiore dei Blake, questo aveva appena salutato alcuni amici, congedandoli.
«Bellamy» lo chiamò Octavia sbracciando per farsi vedere.
Bellamy la notò e la raggiunse.
«Bellamy, lei è la mia amica Clarke» disse Octavia senza tanta originalità, liberando la mano di Clarke, che ormai se la sentiva tutta indolenzita.
Il ragazzo le fece lo stesso sorriso sghembo di prima porgendole la mano.
«Tanto piacere» disse con teatralità, scandendo un po' le sillabe.
Stavolta non gliela do vinta!! pensò Clarke sfoderando un sorriso cattivo, che fece illuminare lo sguardo del ragazzo.
«Piacere mio» disse fluidamente guardandolo negli occhi.
Ormai era una sfida a ci distoglieva lo sguardo per primo, o così parve a Clarke.
Sarebbe finita lì se solo Octavia non si fosse allontanata a salutare un ragazzo Corvonero.
Clarke ritirò la mano.
Calò un inquietante silenzio,mentre entrambi si studiavano a vicenda.
Dopo un paio di secondi Bellamy sorrise maligno.
«Buonanotte principessa» sibilò ironico prima di allontanarsi.
«Idiota» borbottò Clarke.
Qualcuno le prese il braccio.
Clarke, convinta che fosse Octavia, per poco non urlò dallo spavento nel vedere Finn che le sorrideva.
«Tutto bene?» le chiese allegro «Il fratello di Octavia è abbastanza freddino e arrogante, quasi non ci credo che lei sia così gentile...»
«Già..» mormorò Clarke mentre gettava uno sguardo a Bellamy, che si allontanava mischiandosi col resto della folla.
«Stiamo andando alla sala comune,vieni?» chiese Finn richiamando l'attenzione di Clarke.
«Certo» rispose lei sorridendo.
La Sala Grande poco a poco si svuotò, così che Finn e Clarke, gli ultimi della fila, poterono seguire con facilità i Grifondoro, senza dover sgomitare in mezzo a una calca di persone.
«Attenzione, Primo anno!» esordì un ragazzo molto più grande di Clarke che, a differenza degli altri, aveva un lucido distintivo argento in cui si leggeva chiaramente l'incisione ''Prefetto'' «Alle scale piace cambiare»
Detto questo si avviò nei corridoi di pietra,seguito dai compagni di Casa.
«Alle scale piace cambiare?» ripeté Clarke perplessa.
«Già» ridacchiò Finn «Ogni tanto le rampe di scale si annoiano, così si spostano...è abbastanza divertente,secondo mio fratello, ma mia sorella mi ha raccontato che, quando succedeva a lei, andava in panico.»
«Vengono a scuola qui?»chiese Clarke mentre salivano la terza rampa di scale «I tuoi fratelli intendo...»
Finn le prese il braccio e la bloccò proprio mentre la scala su cui erano rimasti solo loro iniziò a muoversi.
«Ferma!» esclamò.
Un altro passo e Clarke si sarebbe sfracellata al suolo.
La scala si mosse lentamente verso il lato opposto e quando Clarke e Finn furono al sicuro sull'imboccatura di un corridoio, guardando nella direzione in cui i loro compagni erano prima, videro che nessuno lo aveva notati e tutti avevano proseguito, lasciando i due malcapitati indietro.
«E ora che si fa?» chiese Clarke terrorizzata, voltandosi verso Finn.
A differenza della ragazza,Finn era tranquillissimo.
«Beh,madamigella» scherzò il ragazzo,raddrizzando la schiena e alzando il mento come se fosse un vero nobile del Seicento «Si da il caso che il sottoscritto sia in possesso di un oggetto leggendario, di cui pochi sanno l'esistenza...»
Clarke ridacchiò divertita dell'amico, che si fece scappare un sorriso.
Finn infilò una mano in una delle tante tanche dell'uniforme e ne estrasse con slancio una vecchia pergamena gialla.
La mostrò a Clarke e gliela mise in mano.
«Wow» disse Clarke ironica «Ora che stringo questo oggetto leggendario, mi sento speciale»
Finn alzò gli occhi al cielo.
«Smettila,non sai nemmeno cos'è!» borbottò fingendosi risentito.
«Oh messere, la prego mi narri la leggenda di questo straordinario oggetto» fece Clarke agitando la pergamena.
«Questa,madamigella, è la Mappa del Malandrino»
«La che?» chiese Clarke.
«Dammi, ti faccio vedere» disse Finn,estraendo la bacchetta.
Clarke aprì il foglio di pergamena e lo porse a Finn.
Questo agitò un po' la bacchetta e disse: «Giuro solennemente di non avere buone intenzioni»
La pergamena,che prima era immacolata,iniziò a riempirsi di macchie d'inchiostro.
« I signori Lunastorta, Coda liscia, Felpato e Ramoso, consiglieri e alleati dei magici malfattori sono fieri di presentarvi la Mappa del Malandrino» lesse Clarke mentre Finn rimetteva la bacchetta a posto «Dove l'hai presa?»
«L'ho rubata a Jasper e Monty» rispose facendo spallucce.
«E chi sono?»
«Sono Grifondoro come noi,ma sono del secondo anno, gestiscono il negozio di scherzi ''Tiri Vispi Weasley'' dopo il cambio di gestione. Sono simpatici,ma non tanto svegli.» ridacchiò «Jasper un giorno mi ha raccontato che, quando era solo una magazziniere a servizio del primo proprietario, George Weasley, un giorno era entrato in negozio uno strano ragazzo con una cicatrice d gli occhiali che diceva a George che gli ''restituiva'' la mappa. Jasper l'ha ritrovata mesi dopo,in un cantuccio umido del magazzino e l'ha tenuta.»
«E tu, appena hai sentito la storia, l'hai sgraffignata» concluse Clarke studiando la mappa «Come funziona?»
«Facile» disse Finn «La mappa mostra tutta la scuola, compresi i passaggi segreti.»
«E queste macchie?» chiese Clarke indicando delle macchiette d'inchiostro sotto le quali erano scritti il suo nome e quello di Finn.
«Questa è la parte migliore» esordì lui «La mappa mostra anche le persone. Ecco, vedi? Noi siamo qui e Gazza, il custode, è nel suo studio che dorme.»
Indicò un'altra macchia col nome di ''Gazza''
«Ecco il dormitorio!» esclamò Clarke indicando un punto della mappa
«Andiamo!» disse Finn.
Camminarono spediti attraverso i corridoi i cui quadri quadri, che, come scoprì Clarke, potevano muoversi,spostarsi da quadro a quadro e parlare, si lamentavano del baccano che facevano.
Andava tutto a meraviglia quando una figura semitrasparente si piazzò davanti a Clarke,facendola gridare dallo spavento.
«Dove corre signorina a quest'ora?» chiese il fantasma con sguardo severo.
«Lei..lei è un fantasma...» balbettò Clarke con un filo di voce.
«Io sono Sir Nicholas de Mimsy, a vostro servizio.»
«Oh,io so chi è lei!» esclamò Finn «Lei è Nick-Quasi-Senza-Testa»
Clarke guardò prima l'amico e poi il fantasma.
«Quasi senza testa?» chiese stupita «Come fa uno a essere ''Quasi senza testa''?»
«Così» rispose il fantasma un po' irritato,dato che tutti i novellini gli facevano sempre la stessa domanda.
Mai nessuno che gli domandasse delle sue eroiche imprese, del suo talento con la spada o del suo sontuoso palazzo...No, signore.
Volevano solo vedere il fattore ''Quasi senza testa''!
Il fantasma afferrò l'orecchio e lo tirò dalla parte opposta, lasciando cadere a penzoloni la testa, tenuta sul collo da un po' di pelle.
Qualcuno aveva tentato di decapitarlo, ma non aveva fatto un buon lavoro.
Clarke provò simpatia per il povero fantasma e gli sorrise mentre questo si risistemava la testa sul collo.
«Non si trovano più i boia di una volta...» disse mentre nascondeva la pergamena in tasca, col sospetto che fosse proibita.
«A chi lo dice signorina...Il cialtrone che doveva giustiziarmi non ha nemmeno affilato l'ascia!Pensi,a un monsignore come me,non si affila l'ascia!!! Roba da matti...» disse il fantasma con un'espressione esasperata «Chissà dove andremo a finire...Ma voi che fate nei corridoi, figlioli?»
«Ci siamo persi Sir Nicholas..»rispose Clarke.
Sentendosi chiamare finalmente col suo nome, il fantasma decise che Clarke era simpatica, e che l'avrebbe aiutata.
«Due giovani Grifondoro, vedo!» disse con una allegria nuova «È la mia Casa, sapete? Per di qua, figlioli.»
Il fantasma s'incamminò nel corridoio e Finn e Clarke lo seguirono, ma non prima che il ragazzo sussurrasse all'amica un ''Bel lavoro'' che fece sentire Clarke orgogliosa.
Raggiunto l'ingresso del dormitorio trovarono un'Octavia agitata.
«Bene io vi lascio» disse Nick allontanandosi velocemente sotto lo sguardo dei tre ragazzi.
Superato lo stupore iniziale,Octavia tornò a fulminare l'amica e il ragazzo.
«Ma dove ti eri cacciata??»urlò, provocando molte lamentele dai quadri.
«La scala si era spostata, ci siamo persi, ma Sir Nicholas ci ha accompagnati..» si scusò Clarke,omettendo saggiamente la parte della mappa.
«Okay, va bene..» sospirò Octavia «Peperoni ripieni»
Il quadro che raffigurava una signora grassa si aprì su una sala circolare.
«Peperoni ripieni?»
«È la parola d'ordine» disse Octavia «Clarke sei in stanza con me, sesta porta a sinistra nell'ala femminile»
La ragazza si allontanò, lasciando Finn e Clarke soli.
Lei prese la mappa e la porse a Finn che, estratta la bacchetta disse «Fatto il misfatto» rendendola di nuovo bianca, poi la prese e la nascose in tasca.
«Buonanotte Clarke» disse allontanandosi a sinistra della sala.
«'Notte» rispose lei.
Trovo la stanza a fatica, con tutto il buio che c'era, poi riusci a entrare, si spogliò e si mise a dormire, rimuginando su quello che era successo fino ad allora.
Niente male come primo giorno.

   
 
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