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Autore: SheDevil    20/01/2009    1 recensioni
"Urlai con quanto fiato avevo in gola e corsi via… appena in tempo! Le porte si chiusero dietro di me da sole, così come le finestre. Urla spaventose si levarono da quella casa e Max, Max! mi guardava dalla finestra! Urlai, urlai e piansi, incapace di pensare perché era successo tutto questo, che fine avesse fatto mio padre e se quelle urla erano sue… Poi, all’improvviso, le finestre e la porta si spalancarono e tutti, invitati e domestici furono scaraventati fuori. Dopodichè, la casa si sigillò, impedendo a chiunque di entrare." Si ambienta dopo Water Seven. Enjoy!
Genere: Sovrannaturale, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Zoro! ZORO!!!” si sgolavano i membri della ciurma. Nessuna risposta.
I ragazzi si guardarono avviliti: ora, anche un altro dei loro amici era sparito senza lasciare traccia. Ma che stava succedendo?!
“EHI, MALEDETTO FANTASMA!” prese ad urlare Rufy, rivolto al nulla. “COME TI PERMETTI DI RAPIRE COSI’ I MIEI AMICI! RESTITUISCIMELI SUBITO E FATTI VEDERE! MI HAI CAPITO?!”.
Il cuoco gli mise una mano sulla spalla. “Capitano, è inutile che ti agiti così” gli consigliò. Aspirò una boccata di fumo dall’inseparabile sigaretta, poi, riprese: “Non credo che quel tizio si farà vedere solo perché tu…”.
Sanji si portò le mani alla gola, emettendo un verso strozzato. La sua sigaretta cadde silenziosa per terra, spegnendosi lentamente. L’espressione era d’intenso dolore.
“Sanji! Amico, che ti succede?!” chiese Chopper, allarmato ed impaurito.
Il biondo non riusciva a parlare, le mani sempre più serrate. Sembrava che non riuscisse a mollare la presa.
“N-non… riesco… le… mani… staccarle! Muovono… sole…” riuscì a sibilare.
I compagni tentarono di aiutarlo.
“Come non riesci a muovere le mani?! Le braccia sono le tue, no? Basterà ordinare loro di…”.
“Non è colpa sua” Robin interruppe Usop. “Ricordate cosa ci ha raccontato quella donna, di cosa è capace il fantasma? È lui che sta manovrando il corpo di Sanji!”.
Come a conferma delle sue parole, il corpo del compagno fu sollevato da terra e, dopo esser rimasto sospeso in aria qualche istante, fu scaraventato con violenza contro la parete alle loro spalle.
“Sanji!!!” urlarono in coro i suoi compagni.
Il muro alle spalle del cuoco prese a vibrare, come se fosse diventato improvvisamente liquido. Lentamente, densi tentacoli del colore della carta da parati, si allungarono ad immobilizzare gli arti del ragazzo che si contorceva, nel vano tentativo di liberarsi dalla sua stessa presa soffocante. I tentacoli si avvilupparono su tutto il suo corpo e, finalmente, le sue mani mollarono la presa e lui poté nuovamente respirare. Aveva le lacrime agli occhi e riuscì a stento a mettere a fuoco le sagome indistinte dei suoi amici che gli correvano incontro. Avrebbe voluto urlare loro di voltarsi, di fermarsi e guardarsi alle spalle, ma tutto quello che gli riuscì di fare, fu emettere un rantolo roco.
Ciò che i ragazzi -troppo presi dalla situazione dell’amico- non potevano vedere, ciò che il povero cuoco avrebbe voluto gridare loro, era un’ombra, un’ombra dapprima piccola ed indistinta, poi, sempre più grande e definita. L’ombra si separò in una serie di ombre più piccole, dalle forme umane. In breve, i suoi compagni furono circondati dalle immagini di persone con indosso abiti di  cinquant’anni prima.
Le figure erano sfocate e semi-trasparenti. Sembrava non si fossero accorte delle presenze di sette estranei.
“È come nella cucina, questa mattina…” disse Franky, guardandosi attorno, sempre più confuso.
Le figure fissavano tutte un punto imprecisato, poco più sotto di un lampadario. Ma lì non c’era niente!
Sembravano spaventate, impaurite, terrorizzate. All’improvviso, una ragazza poco più grande di loro, dagli occhi azzurri chiarissimi, emise un urlo che fece rizzare loro i capelli, poi si precipitò fuori della stanza, gridando come se avesse visto…
“Aspettate!” esordì Robin. “Questa scena… è esattamente come il racconto di stamattina…”
“Questo vuol dire… ma lì, dovrebbe esserci il corpo di quel tipo!” Usop sgranò gli occhi, in direzione del lampadario, come le ombre.
Come se avesse sentito le sue parole, una corda apparve dal nulla, un’estremità a forma di cappio ben stretta. I ragazzi non ebbero neppure il tempo di sorprendersi per la piega che stavano prendendo gli eventi, che la corda si animò, prese vita e volò verso il tremante Usop, che, sbiancando di colpo, si paralizzò per il terrore, mentre il cappio si avvicinava pericolosamente alla sua testa.
“Spostati, Usop!” gridò Rufy, cercando di spostarlo.
Ma non fu abbastanza veloce.
Il cappio si strinse attorno al suo collo. Usop sentì un violento strattone, mentre  la corda ritornava al suo posto, appesa al lampadario centrale, trascinandosi dietro il peso morto del ragazzo.
Usop faceva forza con entrambe le mani, per non soffocare alla stretta a cui il suo stesso corpo lo costringeva.
I suoi compagni tentarono di andare a salvarlo, tirandolo giù, ma le cose successero troppo in fretta, sfuggendo al loro controllo.
Dal corpo di Robin, apparvero spontaneamente braccia e mani, le sue mani, che la stritolarono in una morsa letale, svuotandole i polmoni e facendola cadere per terra.
Franky sparò, senza volerlo, il suo pugno metallico verso la parete laterale. La mano s’incastrò nel muro. Lui si voltò e strattonò con l’altra mano, nel tentativo di liberarsi, ma anche l’altro braccio s’immobilizzò in quell’assurda posizione. Imprecando, decise di tirare fuori qualche altra arma dal suo corpo cibernetico, ma la casa lo precedette. Così com’era successo a Sanji, tentacoli di pavimento liquido si ersero ad avvolgergli tutto il corpo, tappandogli finanche la bocca, impedendogli, così, di sputare fiamme in un disperato tentativo di liberarsi. Il carpentiere si ritrovò cementato al pavimento liscio.
Chopper fu scaraventato per terra. Le sue corna iniziarono a crescere a dismisura, ramificandosi in tutte le direzioni. Prima che riuscisse anche solo ad alzare la testa, le sue stesse corna lo inchiodarono al suolo, in un’intricata maglia legnosa.
Rufy fu appallottolato ancora una volta e sbalzato su e giù per tutta la stanza. Imprecava, fra un rimbalzo e l’altro, quando una voce distante emise una lunga, sonora e fredda risata. Rufy si fermò al centro esatto della stanza.
La voce parlò. Sembrava provenisse da molto lontano.
“Siete entrati in casa mia! Benvenuti! Spero abbiate gradito l’accoglienza…” disse, con una risata di scherno. “Dimmi, ragazzino col cappello” si rivolse a Rufy, “cosa credevi di fare, sfidandomi? Guarda”, continuò, “guarda i tuoi amici: ecco cosa succede a mettersi contro di me! Al villaggio vi avranno raccontato che qui non si entra. Perché avete osato?! Eppure, vi avevo lasciato andare…”.
“Noi non andiamo da nessuna parte, se ne manca uno!” gridò Rufy, la testa incastrata fra un fianco ed un piede.
“Stupido! Quella donna è mia…”.
“Maledetto! Vieni fuori, che ti…” lo minacciò Rufy.
“Che tu cosa?” disse una voce. Una voce diversa da quella che aveva parlato fino a quel momento. Una voce che conoscevano. La voce di…
“Nami..?” disse incredulo il capitano.
La figura di Nami entrò nella stanza. Era lei, non c’erano dubbi, ma aveva qualcosa di diverso. C’era qualcosa di mascolino nel suo incedere, il portamento virile e fiero, di chi sa di star conducendo il gioco.
“Proprio così, ragazzino gommoso” disse lei, parandoglisi innanzi, uno sguardo sadico sul viso angelico.
Usop, nel frattempo, era riuscito ad infilare un braccio nello stretto cappio, allargandolo quel tanto che bastava per far scivolare l’anello di corda sotto l’ascella, salvandosi così da morte certa. Ora osservava la scena dall’alto, appeso in quel modo un po’ doloroso.
“Nami… che ti hanno fatto?” chiese Rufy, avvilito, gli occhi sbarrati.
Lei rise. Una risate fredda, glaciale, cattiva.
“Perché, non sono carina?” chiese in un tono fintamente offeso.
E Rufy capì. “Tu… tu non sei Nami!”.
“Ma bravo!” rise lei, applaudendolo. I suoi occhi erano rossi.
“Max Cullen..?” chiese Rufy.
Gli occhi di lei si strinsero, gli occhi della morte.


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Ooooooooooooooooooooohhhhhhhhhhhhh!!!!!!!
Nami! Finalmente è uscita fuori! Me l'ero quasi dimenticata... XD
Allora, in primis, grazie come sempre per le splendide recensioni, le vostre teorie sono asssssssolutamente uniche!!! XD
Ringrazio anche tutti quelli che continuano ad inserirmi tra i preferiti, spero di non disattendere mai le vostre aspettative.
Siamo agli sgoccioli, che succederà ora?
Non lo so neppure io... a-hem, non fateci caso! Ultimamente non ci sono tanto con la testa... -_-'
Vabbe', buon appetito (ho proprio fame) e buona lettura a tutti voi.
Ciao!!!

  
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