Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Calya_16    14/07/2015    2 recensioni
E' appena arrivato il circo in questa piccola cittadina, ma cosa nasconde? Non è come tutti gli altri circi, ma la gente riuscirà a capirlo?
Questo è primo racconto che pubblico e spero vi possa piacere. Spero anche in che commentiate, poiché son molto curiosa di sapere cosa ne pensiate :)
Buona lettura!
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La maestra arriva a casa e chiude la porta a chiave. Si sente tranquilla e rilassata, così si cambia mettendosi la camicia da notte verde e poi scende in cantina. Qui tiene molti scatoloni radunati tutti in un angolo: vi sono dentro dei vinili. Si avvicina e comincia a cercare quello che può fare al caso suo.
Sposta pochi scatoloni e finalmente lo trova: un vecchio vinile appartenuto a sua madre che è riuscita a portare via dalle mani di suo fratello. Sorride e avvicinandoselo al cuore, torna al piano di sopra.
Pochi minuti dopo la musica invade dolcemente la casa e la maestra, canticchiando, si prepara la cena. Ma proprio quando sta per aprire il cassetto delle posate qualcosa attira la sua attenzione: il biglietto del circo.
Si avvicina e lo solleva, scrutandolo, passandoselo di mano in mano, guardandoci attraverso puntandolo contro la luce. Le era parso di scorgere qualche ammiccamento nei volti dei personaggi presenti, qualche movimento in quelle forme nere che danzavano nella parte centrale del biglietto; ma adesso erano ferme, esattamente nelle stesse posizioni di prima.
Scrollando le spalle entra nel salotto e posa il biglietto sul piccolo tavolino basso accanto al divano: aveva promesso al bambino che sarebbe andata al circo e non voleva sporcare il biglietto. Eppure adesso quell’incontro le risultava strano, come sfocato; come se non fosse mai avvenuto, ma allo stesso tempo non voleva tradire la parola data.
Torna così in cucina, con il volto appena corrucciato e riprende a cucinare.
 
In una casa non molto lontana, a solo un quartiere di distanza, una bambina sta andando a dormire, portandosi nella sua cameretta il biglietto del circo, contenta di poter vedere il suo primo spettacolo tra poche serate: ha sempre sognato di leoni e ballerini con vestiti dai mille colori; così come glielo descriveva sua nonna.
La piccolina si mette a letto e nasconde il biglietto sotto il cuscino, ben al sicuro dalle fauci del proprio cane, che proprio in quel momento entra nella cameretta seguito dalla madre.
- Dormi tesoro, ci vediamo domani mattina.
- Buonanotte mamma, buonanotte Puffolo.
Il cane lecca allegramente il volto della bambina, mentre questa ride, per poi girarsi in modo che la madre possa darle il solito bacio sulla guancia. Le arruffa poi un attimo i capelli e le sistema le coperte, richiamando infine il cane ed uscendo dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Ma appena nella cameretta cala il buio, il biglietto sotto il cuscino si trasforma: le piccole figure nere che sembrano saltare, al centro del biglietto, cominciano a danzare in modo frenetico, sgraziatamente, scontrandosi tra loro e aumentando di giro in giro il ritmo, travolgendosi. Le fiamme che ne percorrono il bordo cominciano a risplendere e a bruciare le figure danzanti più esterne, che si contorcono come se stessero continuando la loro macabra danza. Infine vi è il leone sul lato del biglietto da staccare: sembra immobile, ma poi il suo muso comincia a screpolarsi, e al teschio rimangono attaccati solo piccoli brandelli di pelle. Questo comincia a ruggire ed il suo verso riempie la stanza.
La bambina si sveglia all’improvviso e siede sul letto, spaventata. Non sente più niente, ma quando cerca di ristendersi un altro urlo squarcia il silenzio, seguito da un altro, ed un altro ancora: tutte le figure danzanti hanno cominciato a bruciare ed adesso urlano insieme il loro dolore, mentre il cuscino della bambina comincia a prendere fuoco. Questa si mette a urlare, invocando la madre. Il cane abbaia appena fuori dalla porta ed il primo ad arrivare è il padre: cerca di entrare, ma la porta bianca non si apre.
 
Il vecchio guarda la porta della camera di suo nipote chiudersi e si avvia verso la propria misera camera. Una volta possedeva una bella casa, circondata da fiori, ed una moglie dai capelli bruni e gli occhi così scuri che ti ci potevi perdere.
Ora la sua casa è una vecchia roulotte ingiallita dal tempo ed un tendone da circo pieno di pezze vecchie di decenni.
Si sbatte la porta alle spalle e vi si appoggia contro, per poi cominciare a sentire la puzza di bruciato: il suo biglietto del circo è posato sul comodino. Vi si avvicina e lo guarda dall’alto.
Il suo biglietto non è come quelli che vengono distribuiti nei paesi, è speciale: lo avvisa quando qualcosa di buono – per loro -  sta succedendo.
Ogni membro del circo ne ha uno. “Chissà se anche gli altri lo stanno guardando” pensa il vecchio Jobs.
E proprio in quel momento una doppia luce verde s’intromette nel suo campo visivo:
era il segnale e quindi sì, qualcun altro lo aveva notato. Qualcun altro stava gioendo come lui.
Sorride e chiude gli occhi, inspirando profondamente, mentre l’odore di bruciato lo avvolge, e non vede l’ora di leggere i giornali del mattino.
 
Il padre comincia a battere sulla porta, mentre da sotto questa inizia ad uscire un leggero filo di fumo.
- Che sta succedendo? Cosa le sta succedendo?
Urla la madre disperata.
- Non lo so, non ne ho idea! Piccola…tesoro…aprici!
Urla il padre rivolto alla piccola bambina imprigionata nella propria stanza, senza smettere di batter pugni alla porta.
Dentro la piccola camera, la bambina scende dal letto impotente, continuando a chiamare i genitori ma contemporaneamente coprendosi le orecchie con le piccole manine per far cessare quelle urla strazianti che hanno cominciato a provenire dal suo letto.
Calde lacrime iniziano a solcarle il viso, mentre freneticamente cerca di calciar via i pupazzi nell’angolo più lontano della sua cameretta. Finita quest’operazione, si siede a terra e chiude la testa tra le gambe, chiudendo gli occhi e sperando di risvegliarsi nel proprio letto.
“E’ solo un incubo; un brutto incubo da cui presto mi sveglierò e poi potrò chiamare la mamma e tutto si sistemerà. Così mi lascerà dormire con Puffolo e non avrò più paura.”
Continuando a ripetersi queste parole non si accorge che il letto ha preso fuoco e le fiamme sembrano danzare verso di lei, divorando ogni cosa che ne ostacola il passaggio. Alza la testa dal suo torpore solo quando sente un calore troppo forte vicino a sé: sbarra gli occhi alla vista delle fiamme che si fanno fauci e cercano di morderla.
Urla e si alza velocemente in piedi, provando a scappare in diverse direzioni, ma le fiamme non le danno via di scampo.
Comincia a tossire e a girare la piccola testa in cerca della finestra che sua mamma lascia sempre un po’ aperta. La individua in tutto quel fumo e salta sulla scrivania, pronta a darsi un po’ di slancio per poi buttarsi nel giardino, rompendo il vetro della finestra.
Piega le piccole gambine e guarda fisso la finestra, mentre calde lacrime le solcano il viso.
Salta, e sta quasi per raggiungere la finestra, quando una fiamma le sbarra la strada. Il fuoco fa esplodere la finestra, così che i vetri vengano buttati nel giardino a risplendere dei colori delle fiamme. La bambina urla e cade a terra, mentre la sua mente comincia ad annebbiarsi, a causa del troppo fumo nella stanza.
Tossendo si rialza e vede la stanza immersa nelle fiamme. Prova a cercare un’altra via di fuga, ma oramai anche la sua vista comincia ad annebbiarsi: i contorni sono indefiniti, e tutto ha un colore strano, lontano. Si muove sulle piccole gambe incerte e riesce a raggiungere il letto, dove stranamente le fiamme si sono allontanate, sostenendosi in piedi ancora per poco.
Il fuoco ruggisce di nuovo e lei urla, per quel poco che le è concesso. Si issa sul letto e si rannicchia, cercando di prendere quel poco ossigeno rimasto.
Lentamente i suoni, gli odori ed il calore la lasciano, mentre stringe al petto il suo pupazzo tutto bruciacchiato, ed il suo piccolo viso, da bianco latte, si tinge di nero fuliggine.
E pochi minuti dopo l’ultimo respiro, le fiamme, oramai compiuto il loro dovere, si spengono, tornando a dormire nel piccolo biglietto da circo, sotto al cuscino, facendo esplodere in un’ultima fiammata il piccolo letto.
 
Il padre continua a bussare incessantemente contro la porta della camera della propria figlia, sentendola sempre più calda. La moglie è in un angolo a piangere, non sentendo più le urla della figlia, mentre il cane ringhia contro la porta.
All’improvviso, dopo una spallata tra le più deboli che avesse tirato, il padre riesce a far aprire la porta; entrando, nota subito la camera immersa nel fumo.
- Clara, chiama la polizia!
Urla alla moglie, ancora singhiozzante.
Questa si alza strofinando la spalla ed il braccio destro contro la parete, chiudendo gli occhi. Non vuole ancora avvicinarsi alla camera, ha troppa paura. Cammina verso il telefono rosso sul piccolo tavolino dell’ingresso e sembra vedere solo quello, mentre tutto il resto, i contorni, sono sfocati dalle lacrime. Alzando la cornetta, compone il numero, e la voce femminile che le risponde sembra giungere da molto lontano. Quasi non sente il messaggio iniziale che subito inizia a parlare, molto lentamente, con lo sguardo perso nel vuoto.
- Mia figlia…mia figlia era in camera e poi quel fumo…fumo che usciva dalla stanza. Forse servono i vigili del fuoco, io non lo so. Io non l’ho ancora…vista.
Rimane in silenzio un attimo, per poi dire l’indirizzo a fil di voce e riattaccare, senza aspettare risposta.
Proprio nel momento in cui posa la cornetta e sente il suo rosso urtarle la vista, comincia a sentire i singhiozzi e gli urli di suo marito.
Questo la scuote e si volta, correndo verso la cameretta: il fumo ha cominciato ad andarsene, per lasciare lo spettacolo ad una camera devastata dalle fiamme, con pupazzi a terra carbonizzati e legno bruciato, con la moquette che da blu è diventata nera e con…
Clara lancia un urlo e si piega involontariamente sulle proprie ginocchia, mentre le mani le corrono al viso, cercando di coprire la vista, ma intanto continuando a guardare il corpo carbonizzato della figlia.
 
Quando i pompieri e la polizia arrivano, i genitori sono ancora nella stanza, seduti a terra e con lo sguardo appena oltre il corpo della piccola bambina.
Il primo agente che entra subito si ferma sulla soglia, con gli occhi sbarrati: non riesce a capire da dove sia potuto partire quell’incendio, e come quella stanza abbia fatto a ridursi così per poi inghiottire le fiamme.
I pompieri spengono le ultime fiammelle e poi tutti passano ad esaminare la scena ed il piccolo corpo che dimora sul letto: la bambina è morta con gli occhi aperti, stringendo il proprio pupazzo al petto – ora i due sembrano esser stati attaccati fin dalla nascita a causa della pelle bruciata – ed una piccola manina appena sotto il cuscino. Il corpo è completamente carbonizzato, quel poco che rimane dei capelli sembra dargli l’aspetto del corpo di un vecchio, accentuato dalle piaghe sulla poca pelle appena intatta che rimane in faccia.
Dopo vari controlli e mentre l’ambulanza cura i genitori sotto shock, il corpo viene spostato. Delicatamente, la piccola manina che era appena sotto il cuscino viene estratta, ma subito si nota qualcosa di strano: le dita che stringevano un biglietto sono intatte, senza nessuna traccia di bruciatura, ed anche il biglietto che la piccola aveva cercato di stringere era intatto, perfettamente lucido come se fosse nuovo: un biglietto del circo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Calya_16