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Autore: gigia96    14/07/2015    2 recensioni
Jade pensa di essere una ragazza normale fino a quando nel 1992 riceve la sua lettera da Hogwarts.
In quell'anno Harry e i suoi amici stanno per frequentare il secondo anno.
In quella scuola Jade conoscerà nuovi amici, vivrà molte avventure e scoprirà cosa vuol dire essere una strega, e che non basta agitare una bacchetta per esserlo.
Seguite Jade nei suoi anni a Hogwarts e osservatela crescere e imparare
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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~~Mentre ci avviavamo verso la Sala Grande io e Luna parlavamo delle lezioni che avevamo seguito, quando mi venne in mente qualcosa che era passato in secondo piano fino a quel momento.
- Luna come mai stamattina non ci hai aspettato e sei scesa da sola a fare colazione?-
- Oh, vedi non è che io sia scesa prima o altro. In realtà io sono sonnambula, quindi capita che vada in giro mentre dormo e, spesso, quando mi sveglio non sono nel luogo in cui mi ero addormentata – disse abbassando la voce, rendendola poco più di un sussurro alla fine della frase.
La cosa mi inquietò un po’, ma sul momento non ne capii il motivo e lasciai perdere l’argomento.
Continuammo a camminare quando all’improvviso vidi una massa di capelli rossi mossi sulla mia sinistra, più avanti. Avrei riconosciuto il profilo di quel ragazzo ovunque, ci ero cresciuta insieme e, sebbene fosse strano vederlo qui, ero sicura che fosse lui.
Decisi di andare da lui, quindi chiesi a Luna di andare avanti e che l'avrei raggiunta dopo.
Quindi mi misi a correre per raggiungerlo, ora lo vedevo meglio, stava parlando con una ragazza di Grifondoro.
- Hugh! – lo chiamai non appena fui abbastanza vicina.
Lui si voltò, ma non mi vide subito, lo osservai mentre cercava con lo sguardo chi l’aveva chiamato, quando finalmente mi notò sorrise e mi venne incontro.
Il migliore amico di mio fratello era un mago, un Tassorosso per essere precisi, e io lo avevo scoperto solo in quel momento, mentre era ora di fronte a me e mi abbracciava, quando ci lasciammo mi scompigliò i capelli con una mano.
- Ciao Jay, tuo fratello mi aveva detto che eri una strega, mi chiedevo quando ci saremmo incontrati -
- Visto? Come mi sta la divisa? – chiesi facendo una giravolta.
- Ti sta molto bene piccola Corvonero – mi rispose sorridendo e io arrossii lievemente.
Da che io ricordi ho sempre avuto una cotta per lui e spesso mi chiedevo perché  lui e mio fratello potevano vedersi solo durante le vacanze e ora la risposta era davanti a me, così ovvia.
Ogni volta che Hugh veniva a casa nostra cercavo di stare con loro il più possibile, fino a quando Connor non mi cacciava e mi chiedeva di andare da qualche altra parte.
- Che anno stai frequentando qui a Hogwarts? -
- Questo è il mio quinto anno, sai sono un po’ preoccupato perché quest’anno avrò i G.U.F.O -
- Cosa sono?- chiesi, ma dopo una piccola pausa aggiunsi - Ti dispiacerebbe andare verso la Sala Grande? Sai devo ancora cenare -
- Certo nessun disturbo! I G.U.F.O. sono come gli esami alla fine di ogni anno, solo molto più complicati e importanti -
Continuammo a parlare fino a che non ci dovemmo dividere per andare ognuno alle rispettive tavolate.
Quando mi sedetti dovevo avere ancora un’ espressione particolarmente felice perché le mie amiche mi guardarono interrogative.
- Sembri felice, cos’è successo? – chiese Narumi.
- SONO felice, ho incontrato il ragazzo che mi piace, non sapevo fosse un mago – e non riuscii a trattenere un altro sorriso.
- Raccontaci i dettagli! – mi ordinarono stringendosi attorno a me.
Quindi raccontai tutto quello che mi veniva in mente su Hugh, alla fine del racconto le lasciai meditare un momento.
- Quindi frequenta il quinto anno, è un sempai, effettivamente hanno sempre un certo fascino – mi disse Narumi.
- Sempai? -
- Ah giusto, un sempai è compagno di scuola, ma anche sul lavoro, più grande rispetto a te -
- Narumi non te l’ho mai chiesto ma com’è stata la tua infanzia? Nel senso, sei nata In Giappone? Hai seguito i primi anni di scuola lì? -
Era sempre molto interessante per me scoprire cose nuove sulle altre culture e, dato che non ne sapevo molto di quella giapponese, avendo conosciuto Narumi ne avevo l’opportunità.
- Io e mia sorella siamo nate in Inghilterra, ma i nostri genitori ci hanno mandate in Giappone per seguire i primi anni delle elementari, per poi tornare in Inghilterra e finirle qui -
- Sai se esistono scuole di magia anche in Giappone? -
Lei ci pensò un  attimo, prima di rispondere, notai che quando cercava di ricordare una cosa guardava sempre in alto a sinistra e inclinava un po’ la testa.
- A dir la verità non lo so, ma sono sicura che ci siano, altrimenti dove vanno a scuola i maghi? – dopodiché fece un’ altra pausa e sorrise come se le fosse venuta un’illuminazione – Effettivamente ho sentito parlare di una scuola di magia chiamata Mahoutokoro, quindi penso che i maghi e le streghe giapponesi vadano lì -
La nostra conversazione venne interrotta dalla comparsa improvvisa del cibo di fronte a noi, era incredibile la quantità di piatti differenti ci fosse.
Quella sera presi una specie di fagottino ripieno di carne, che in seguito scoprii si chiamava Cornish pasty, che adorai dal primo morso. Inoltre mi servii una bella porzione di zucca al forno, che avevo già assaggiato la sera prima.
Ma la verità era che aspettavo i dolci, non mi sorprenderei se nei miei anni ad Hogwarts ingrassassi.
Presi del gelato e ci aggiunsi sopra dei bignè al cioccolato e alla crema, mentre Luna prese il budino come la sera scorsa e Narumi assaggiava la torta di mele.
Quando ci alzammo mi sentivo come se avessi potuto rotolare per quanto ero piena, nel momento in cui mi sdraiai nel mio letto mi addormentai subito.

Correvo nel bosco, di notte, inseguita da qualcuno  o qualcosa che non riuscivo a vedere ma sapevo che era di vitale importanza che non mi facessi prendere. Continuavo a guardarmi alle spalle, ma vedevo solamente alberi, piante e buio, non si sentiva nemmeno il rumore di passi dietro di me, ma sapevo che dovevo continuare a scappare. All’improvviso un lupo, più grande del normale, mi si mise davanti interrompendo la mia corsa.
Mi guardò con i suoi occhi gialli, poi ululò e capii che quello che mi stava rincorrendo non era più un problema.
Guardai il cielo, la luna era piena, il lupo era ancora davanti a me, fermo e continuava a guardarmi. Iniziai a sentirmi a disagio, per non so quale motivo, perciò distolsi gli occhi da quelli dell’animale. Inoltre mi sentivo in debito con un lupo, il che era assurdo, è vero che mi aveva salvato ma molto probabilmente non l’aveva fatto intenzionalmente.
Allungai  la mano e tentai di accarezzarlo, ma non appena la avvicinai la morse. E quando mi guardai il braccio sinistro all’estremità avevo solo un moncherino e iniziai a urlare, tenendomi il polso dove una volta c’era la mia mano.
Quando guardai in basso la vidi coperta di terra e vermi e trattenni a malapena il rigurgito che mi era salito dallo stomaco.


Mi svegliai di soprassalto, era solo un sogno, evidentemente avevo mangiato troppo. Non appena i miei occhi si abituarono all’oscurità vidi Luna uscire dalla stanza. Mi alzai per seguirla portando con me la bacchetta e la mappa di Hogwarts, senza neanche farci caso. La seguii senza fare rumore, ma mi accorsi che stava dormendo, quindi non feci neanche troppa attenzione.
Camminammo per circa dieci minuti senza incontrare nemmeno un professore, sembrava che sapesse dove fossero per poi evitarli, infatti più di una volta aveva imboccato un corridoio ma, dopo qualche passo, sembrava ripensarci e tornava indietro.
In quel momento eravamo da qualche parte al settimo piano e ora Luna camminava più spedita, come se si fosse avvicinata alla sua meta.
Ci fermammo di fronte ad una parete vuota, mi guardai intorno per capire perché aveva scelto proprio quel luogo per fermarsi, mi aspettavo che la mia amica tornasse indietro da un momento all’altro.
Quando all’improvviso nella parete comparve una porta Luna entrò e io la seguì a pochi passi di distanza.
Dentro c’era la stanza più strana che avessi mai visto, sembrava il paradiso dei pigri o di chi aveva sonno, in quanto ogni minimo spazio era occupato  da letti.
Ce n’erano di tutte le misure e di tutti i tipi, ho visto anche un letto talmente grande che ci si sarebbero potuti sdraiare comodamente sei persone. Inoltre c’erano alcuni materassi morbidissimi altri durissimi, secondo le preferenze di ciascuno, c’erano letti a baldacchino, letti a castello.
Alcuni erano anche a castello a baldacchino ( li chiamai a castecchino), per non parlare della quantità innumerabile di cuscini, anche essi di varie misure.
All’improvviso mi venne voglia di fare una cosa che i miei genitori mi avevano sempre proibito, ma con tutti quei letti a disposizione era difficile, anzi quasi impossibile, trattenersi.
Presi la rincorsa e saltai su un letto, buttandomici  a braccia aperte e facendo sprofondare la faccia nel materasso, dopodiché mi tirai su e cominciai a saltare da un letto a un altro.
Mentre io mi divertivo Luna si era sdraiata su un letto e ora dormiva tranquillamente, pensai che forse avrei dovuto dormire anche io altrimenti la mattina seguente sarei stata uno zombie. Ma quando poteva capitarmi un’ altra occasione del genere?
Quando finalmente mi sdraiai su uno dei tanti letti mi sentii come se mi fossi sfogata, anche se non volevo darlo a vedere la faccenda di Cassie mi aveva un  turbata e mi infastidiva non capire il motivo di quel suo comportamento.
Nonostante fossi tentata non mi addormentai in quella stanza, ma anzi uscii e tornai nel dormitorio.
Durante la strada del ritorno, non avendo Luna, la mappa mi tornò molto utile, ma nel buio non riuscivo a vederla minimamente, quindi ringraziai mentalmente il professor Vitious per il primo incantesimo che ci aveva insegnato.
- Lumos – sussurrai a bassa voce, e la bacchetta si accese nuovamente di un colore giallo caldo.
Stavolta fu più difficile evitare i professori che facevano la ronda nel castello e una volta quasi mi sorpresero fuori dal letto. Per un pelo, avendo visto la luce della bacchetta di qualcuno, cambiai direzione, sussurrai Nox e corsi cercando di non fare rumore verso la direzione opposta. Quando fui abbastanza lontana, smisi di correre e riaccesi la bacchetta, ma di fronte a me trovai un fantasma.
- In giro per i corridoi di notte eh – disse con una voce stridula, mentre veniva verso di me a balzelloni.
- Shhhh, fai silenzio, per favore, potrebbero trovarmi i professori se strilli così – per tutta risposta lui scoppiò a ridere e mi superò.
- Allora che ne dici se vado a chiamarne uno e gli riferisco di averti trovato mentre facevi una passeggiata notturna? – chiese mentre si avviava verso la direzione in cui ero venuta.
- Non sai il mio nome e neanche a quale casa appartengo – e detto questo scappai.
Fortunatamente ero abbastanza vicina al mio dormitorio, così quando finalmente mi trovai al sicuro all’interno sospirai di sollievo.
Ormai il sonno mi era passato, così pensai che, invece di sprecare tempo rotolandomi nel letto cercando di addormentarmi, sarebbe stato meglio finire i compiti assegnati.
Quando li finii erano ormai le 4 passate e con uno sbadiglio andai a dormire, forse se mi fossi addormentata subito non avrei avuto un' aria troppo distrutta quando mi sarei svegliata.

 


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Eccola qui la seconda parte del capitolo precedente. Per la scena con i materassi vorrei ricordare che in fin dei conti Jade è ancora una bambina, è normale che abbia dei comportamenti adatti alla sua età. Anche se sfido ognuno di voi a trattenere la voglia di saltare, almeno una volta, sui quei materassi se foste lì.
Poi  vorrei parlare di Hugh, qualcuno se ne ricordava? Lo avevo già citato nel primo capitolo ( se non ve ne ricordavate andatevi a nascondere in un angolino, naaah scherzo).
Come al solito voglio ringraziare tutti voi che continuate a leggere la mia fan fiction, inoltre volevo festeggiare il primo mesiversario (?) di questo mio racconto. Yuppieeee
Bene, torno normale, ci sentiamo nel prossimo capitolo.

  
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