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Autore: xAcacia    14/07/2015    1 recensioni
Cassie sa una cosa che in pochi sanno: i vampiri esistono, e sono pericolosi.
È proprio dopo un attacco di vampiri che Cassie scoprirà di non essere una comune mortale, bensì una Whitesun: una ragazza che con un pugnale specifico può uccidere tutti i vampiri e i lupi mannari che vivono su questa terra.
Però ora deve pensare a salvarsi. Le notizie corrono veloci quando si parla di Whitesun e lei è in pericolo. Dovrà andare in un Istituto pieno di ragazzi che combattono i demoni. Là capirà che a volte le persone non sono così male e che si può avere una famiglia anche senza legami sanguigni.
Come se non bastasse scoprirà anche che l'amore può essere per sempre, perché esistono le anime gemelle e lei ha trovato la sua. Si chiama Jeremy, ma il loro è un rapporto molto strano. Sembra una battaglia senza fine quella che si fanno loro due, soprattutto perché lei ha sempre visto la semplicità nei ragazzi come una caratteristica bellissima e lui invece cerca sempre la bellezza esteriore nelle ragazze. Per non parlare poi di come, lo stesso destino che li ha fatti incontrare, cerchi continuamente di separarli, in un modo o nell'altro.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 44
Traditore
 
Dopo alcuni discorsi inutili e stupidi, come per esempio quello in cui Cole dice a Jeremy che vorrebbe visitare l’Istituto di Boston, Cole se ne va salutandomi a malapena, mentre Jeremy rimane in silenzio in salone, aspettando l’ora di andarsene. Si sono salutati come fratelli, abbracciandosi e augurandosi il meglio e a me stava venendo la nausea.
- Ragazzi, abbiamo un problema – annuncia Delilah entrando in salone con il viso pallido. – Dov’è Cole? – chiede, ma poi scuote la testa. – Non ha importanza. Significa che andremo solo noi tre.
– Dove? – chiedo io aggrottando la fronte.
– C’è un demone nel bosco e credo si stia avvicinando. Tutti i Cacciatori adolescenti sono impegnati in altre faccende e quelli adulti hanno altre cose da fare, molto più importanti di queste; quindi ce ne dobbiamo occupare noi. Ovviamente non vi posso lasciar andare da soli, perché non riesco a capire di che demoni si tratta, quindi vengo anch’io.
– Ma non ce n’è bisogno – ribatto io.
– Questo fallo decidere a me, Cassie – dice lei guardandomi male. – Hai bisogno di Jeremy, esattamente come voi due avete bisogno di me. Dobbiamo essere preparati a tutto e soprattutto tu, Cassie, non lo sei. Jeremy potrà anche aver terminato i corsi per diventare un Cacciatore adulto, ma non ha ancora finito quelli per il suo potere e infondo anche lui sa che non potete farcela da soli, giusto, Jeremy? – Quest’ultimo rimane in silenzio, all’inizio la guarda come per dire “ma per piacere! Non diciamo scemenze, donna!” ma alla fine annuisce sbuffando.
Ci andiamo tutti a preparare e poi usciamo. Andiamo a piedi, entriamo dentro il bosco, più andiamo avanti e più mi sembra una presa in giro. Il bosco è più tranquillo del solito, nemmeno gli uccelli sembrano più voler passare del tempo qua dentro e non posso dargli torto. È freddo, buio e appiccicoso, e lo odio. Camminiamo veramente per molto tempo, fino a quando non sento più le gambe e mi sembra quasi di non star camminando davvero.
– Ma qua non c’è ness… – La voce di Jeremy si spezza e così sono costretta a guardarmi dietro per vedere cosa stia succedendo. Vedo un muro che prima non c’era e dei rami tenere fermi Jeremy e Delilah, mentre sono troppo scioccati addirittura per urlare. Faccio per andare da loro quando sento la terra sotto di me muoversi un po’, cerco di rimanere in piedi mentre guardo sotto di me.
Mi dimentico di respirare quando qualcuno esce da sotto la terra. Pian piano sale sempre di più fino a diventare alto quanto un Jeremy in piedi, ma non è un maschio, è una femmina, con un vestito bianco sporco di terra, dei capelli scuri come la terra e lunghi fino ai suoi fianchi e la faccia sporca con degli occhi grigi che riescono ad intrappolare i tuoi con un solo sguardo.
Cerco di muovermi una volta capito di chi si tratta. L’ho studiata un bel po’ di tempo fa, è un demone abbastanza potente.. diciamo pure molto potente, in grado di uccidere addirittura me con solo le sue unghie che assomigliano a degli artigli. Il suo scopo è quello di prendere la bellezza delle persone uccidendole, il ché potrebbe farmi sentire meglio, visto che non ho niente di bello da darle. C’è solo un problema: se lei è qua ed è riuscita a prenderci in questo modo, significa che siamo entrati nel suo territori, quindi lei potrebbe ucciderci solo per questo, anzi ci ucciderà solo per questo.
– Ma guarda un po’ chi è entrato nel mio territorio! – esclama lei, eppure ha una voce bassa, mentre mi guarda negli occhi, incuriosita.
– Non la toccare! – urla Jeremy e urlando altre cose senza senso del tipo: – Se la tocchi ti uccido – visto che è legato e lei libera di farmi quello che vuole. E dopo avermi uccisa passerà sicuramente a lui, rubandogli tutta la bellezza che ha. Forse ci ha presi proprio per lui.
– E non siete dei ragazzi qualunque – mormora lei guardando prima Jeremy e poi me, un po’ ingobbita. Ci sta studiando e mi sorride alzando i suoi artigli verso di me. Alzo un po’ la testa sentendo essi sfiorare appena il mio collo. – Ma delle anime gemelle.. Che bello. Non mi succedeva da anni, secoli addirittura. – Ride guardando Jeremy, che adesso non può nemmeno più parlare, visto che ha un ramo in bocca. – Che spreco! – aggiunge lei guardandomi negli occhi per poi girarmi intorno. Ormai non posso muovermi nemmeno io: ho i piedi legati a terra dalle radici degli alberi. – Lui è così bello – mi sussurra all’orecchio riuscendo a farmi chiudere gli occhi per lo spavento. – Potrei anche dire che arriva alla perfezione, ma tu… cosa sei tu in confronto a lui? – chiede. Ride continuando a girarmi intorno mentre io guardo Jeremy. – Niente.. In lui prenderei tutto: dai suoi capelli perfetti ai suoi piedi, che saranno altrettanto perfetti. Ma di te... cosa me ne dovrei fare? Sei bassa, pallida, forse le mani... ma no, le tue unghie sono rosicchiate. I tuoi occhi sono scuri, quasi neri, e a me piacciono quelli chiari. Hai un bel fisico, ma rimani bassa. Forse i tuoi capelli... sì, questi sì. Biondi, ma non troppo chiari, ben curati e lunghi quasi quanto i miei. – Me li sposta con un gesto di mano facendomeli cadere un po’ sul viso e un po’ sulla spalla. – Ma continui ad essere niente. Niente in confronto a lui – dice al mio orecchio ma abbastanza alto da farlo sentire a Delilah e Jeremy. – Eppure potrei anche non ucciderlo, bensì portarlo con me, come mio sposo – annuncia andando verso di lui.
Faccio per correre verso di lei quando le radici mi stringono i polpacci, ricordandomi che non mi posso muovere. Il mio respiro accelera, i miei occhi non sanno se posarsi su Jeremy, che guarda il demone con durezza, o sul demone, che guarda Jeremy come un dolcetto.
– È così bello che quasi mi dispiacerebbe ucciderlo. Quindi... sì, sarebbe una bell’idea. Non sarebbe nemmeno la prima volta che lo faccio. Spero solo che duri più degli altri – dice lei dopo avergli preso il viso con una mano. Le sue unghie sembrano conficcarsi dentro la pelle di Jeremy, ma ancora non esce il sangue.
Cerco di liberarmi dalla presa, ma solo adesso mi rendo conto che anche le mie braccia sono legate ad un albero, poco distante da me. – No! – urlo io quando vedo la terra che inizia ad inghiottirlo. Decido di andare avanti nonostante mi tiri tutto. – No, ti prego, no! – urlo io, ancora più forte. – Lascialo! Per favore, non farlo! Non fargli del male! – urlo ancora più forte fino a quando la voce non mi finisce. Sento il cuore di Jeremy andare all’impazzata, mentre io continuo a far stringere le radici fino a rompere il pantalone e farmi uscire il sangue.
– Stai zitta! – urla la donna venendo verso di me. Fa un gesto con le mani e mi ritrovo con un ramo in mezzo alla bocca come quello di Jeremy e Delilah, manco fossi un cavallo. Prende il mio viso di scatto, furiosa. – Tu.. hai un bel caratterino, eh? Hanno fatto bene a farti Whitesun. Eppure non è questo che piace a me. Io-devo-avere-la-pace. Silenzio. Sai cosa significa? Non rispondermi, non m’interessa, e sai perché? Perché stai per morire – ringhia lei stringendo il mio viso tra le sue unghie lunghe e sporche. Mi chiedo se riescano ad uccidere qualsiasi cosa solo perché sono così sporche che potrebbero procurare tutte le infezioni del mondo.
Chiudo gli occhi sentendo tutto il sangue sbattere contro la mia pelle, ma li riapro subito non capendo di chi sia, questo sangue, perché il mio non è. Vedo il corpo dell donna cadere subito a terra, senza testa e il mio respiro si spezza. Alzo lo sguardo, un po’ scioccata, e incontro il viso di Cole. Lo guardo negli occhi e, dopo aver capito che le radici non mi tengono più, lo abbraccio. Mi stringe a lui riuscendo a togliermi quasi tutta la paura di dosso. – Grazie – mormoro io dopo un po’. Poso la mia testa sul suo petto, che si alza e si abbassa molto velocemente.
– Di niente, piccola. Di niente – risponde lui accarezzandomi i capelli.
Una stretta allo stomaco mi fa allontanare da Cole per controllare lo stato di Delilah e soprattutto di Jeremy. Sono tutti e due in piedi e ci guardano, nessuno dei due sembra particolarmente felice di vedere Cole, ma allo stesso tempo la loro gratitudine si può leggere da ogni tratto d’espressione.
– Posso sapere cosa vi è saltato in mente? – chiede Cole, arrabbiato.
– Non dobbiamo dare spiegazioni, non a te – ringhia Delilah. – Eppure ti devo ringraziare, ma la conversazione finisce qua. Andiamo – continua lei iniziando ad avanzare verso l’Istituto.
Guardo Jeremy, che è ancora bianco in faccia. – Stai bene? Ti ha graffiato? – chiedo ispezionandolo con lo sguardo.
– No, non mi ha graffiato. Sto bene – risponde per poi iniziare a camminare anche lui.
Cole mi mette un braccio sulle spalla e avanza subito dopo di Jeremy. – Fammi vedere – mormora Cole, ormai dentro l’Istituto, prendendomi delicatamente i polsi.
– Tranquillo, sto bene. Staranno già guarendo – mormoro io.
– Cole, dimmi che ci hai pensato tu a bruciarla – se ne esce Delilah, stanca. Quando scopriamo che Cole non l’ha accesa come una torcia umana iniziamo a dare di testa, io compresa, fino a quando Cole non si offre di andare da solo per chiudere questa faccenda una volta per tutte. Jeremy si offre di accompagnarlo, ma Cole rifiuta dicendo che può benissimo farlo da solo. E a questo punto se ne va velocemente.
 
Dopo essermi fatta una doccia veloce decido di andare a vedere come mai Cole ci mette così tanto, per fortuna non incontro né Jeremy né Delilah. Mi inoltro nel bosco un’altra volta, un po’ più spaventata dell’ultima volta, e anche questa volta cammino così tanto che iniziano a farmi male le gambe. Dopo un po’ però sento la sua voce, il mio cuore fa un balzo sentendo la voce della donna, del demone che voleva Jeremy come suo sposo. Mi nascondo subito dietro un cespuglio dopo averli visti parlare.
– …e comunque non lo sapevo – dice il demone finendo la frase che non ho sentito.
– Non m’importa niente, tu non dovresti essere qua. Dovresti essere insieme agli altri a Boston, o dovunque siano in questo momento – risponde Cole, sembra arrabbiato e spazientito. – Grazie a te stavo per essere scoperto.
– Non avresti dovuto decapitarmi, caro. Non m’interessa se stavo per uccidere la tua ragazza o il tuo gemello, io sono una signora. Una signora molto più vecchia di te e mi devi portare rispetto – ribatte il demone. Non mi piace affatto il modo in cui parlano, sembrano come vecchi amici che stanno parlando del più e del meno, fino a quando uno per sbaglio non fa arrabbiare l’altro.
Cole si avvicina a lei in modo minaccioso. – Oppure? – la sfida guardandola dritta negli occhi. – Sarai pure una signora, ma io sono nella tua tana eppure guarda – dice muovendo le dita, dopo pochissimo tempo delle piccole fiamme si accendono sopra di esse. – Il tuo potere non funziona su di me, e perché, secondo te? Non ti mettere contro di me. Non te lo consiglio.
La donna ride. – Hanno ragione gli altri su di te: sei proprio un leader. Spero solo della parte dei cattivi…
– Che intendi dire? – chiede Cole, irritato.
– La ragazza – risponde lei facendo un cenno dalla mia parte. Il mio cuore fa un balzo e per un secondo penso di scappare via, perché il demone mi ha scovata, ma poi mi rendo conto che sta indicando l’Istituto, non me. – È buona. Non rimarrà mai con te dopo che avrà scoperto che ci sei tu dietro tutto questo.
– Non m’importa. Non è lei che voglio – ringhia Cole immobile e per qualche secondo mi sento come umiliata e triste.
–  Ah no? – chiede lei sorridendogli. – Quindi tu sei più forte anche del destino?
–  Lei è destinata a mio fratello, non diciamo sciocchezze! – esclama lui iniziando a camminare tranquillamente, esplorando tutto quello che lo circonda. Mi nascondo ancora di più, spaventata. – Sto con lei solo per far abbassare la guardia a mio fratello e lo sai. È troppo forte e lo sarà anche lei se non ci sbrighiamo.
–  Ha solo sedici anni – risponde il demone ridendo fiaccamente. – Di certo non aspetteremo due anni per fare quello che dobbiamo fare.
–  Ok, ma sappiamo tutti che le Whitesun sono più forti, che possono avere il loro potere anche se ancora non hanno raggiunto la maggiore età – ribatte Cole guardandola, con le mani congiunte dietro la schiena. Mi sta dando la schiena e posso vedere benissimo che si stanno torturando a vicenda, facendomi quindi capire che è nervoso o/e arrabbiato. – Basta solo che loro lo sappiano e che lo chiedano, mentre è quasi sciuro al cento per cento che stiano per morire. Sai che tutti stanno dalla sua parte, là sopra – ringhia alzando lo sguardo sul cielo. – Ed è anche per questo che oggi non l’avresti dovuto prendere. Se il suo potere si attiva adesso.. se lo scopro.. inizia a scappare, è chiaro?
– Chiarissimo, ma ora credo che tu debba andare, se non vuoi che la tua ragazza di scopra – risponde la donna lanciandogli una leggera occhiataccia. Ha paura di lui, ma è un demone potente e molto antico, che non vuole di certo essere governato da un ragazzino. – Non è stupida, avrà capito che c’è qualcosa che non va se non ritorni subito. Dopotutto quanto ci vuole a dare fuoco a una signora? – chiede.
Cole si gira e fa per andarsene, ma prende subito la sua spada e la decapita un’altra volta. Senza pensarci un secondo di più le da fuoco. Sussulto e faccio un passo indietro tappandomi da sola la bocca. – Non mi sei mai stata molto simpatica – ringhia lui al cadavere in fiamme. – Prendere la bellezza altrui… che cosa stupida – aggiunge prima di andarsene.
Mi nascondo meglio sentendo i suoi passi vicino. Continuo a non respirare fino a quando non ce la faccio più e i suoi passi sono abbastanza lontani. Solo dopo essermi persa mi rendo conto di star vagando per il bosco, piangendo come una fontana con il cuore che sembra veramente spezzato.
Cado a terra risentendo tutto quello che ha detto Cole prima che uccidesse quel demone. Sta dalla loro parte? È il loro leader? È lui quello che ha organizzato tutto questo? Queste sono le domande che m’interessano. Sento un dolore fortissimo al cuore e così urlo continuando a piangere. Mi guardo in giro per vedere se c’è qualcun altro oltre a me, ma la verità è che nessuno s’infiltra nei boschi. O almeno non le persone buone, quelle cattive invece…
Mi rendo conto un po’ troppo tardi che sono passate molte ore da quando sono qua dentro, ma solo adesso riesco a vedere tutta la situazione completa e oggettivamente. Mi alzo, ma cado subito dopo essere inciampata su una radice. Scoppio a piangere un’altra volta sentendo la voce di Cole, la voce del traditore. Chi poteva essere? Solo lui, solo il gemello oscuro della mia anima gemella.
– Cassie! – urla qualcuno.
Alzo lo sguardo e vedo qualcuno davanti a me, ma è tutto molto sfogato. – Chi sei? –chiedo io, continuando a piangere.
– Che domanda è? – chiede, perplesso.
Strizzo gli occhi e capisco di chi si tratta: Cole. Mi alzo di scatto da terra e faccio alcuni passi indietro, spaventata. – Cole – dico io indietreggiando, mentre lui cerca di avvicinarsi a me. – Non ti avvicinare!
– Cosa stai dicendo? Cos’è successo? – chiese Cole ridendo, frustrato.
– Ti ho visto con il demone – ringhio io continuando ad indietreggiare. Mi fermo solo quando smette di avvicinarsi a me.
Fa un sospiro guardandomi. – Mi hai visto con un demone? – chiede lui guardandomi con la fronte aggrottata. So a che gioco sta giocando e non ho intenzione di cascarci.
– Non fingere! – urlo quindi. – Sono sicura di quello che dico. Eri tu! L’hai bruciata e hai iniziato a parlare da solo…
Ride, mentre io penso che  nella mia mente questa frase sembrava molto meno ridicola. – Piccola, cosa stai dicendo? Ho semplicemente bruciato il demone – ribatte lui cercando di avvicinarsi a me.
– Smettila! – urlo io piangendo. – So quello che sto dicendo. Io c’ero.
– No, non lo sai – risponde lui ridendo. – Piccola, io ho bruciato il demone e me ne sono andato. Non ho fatto niente di più e niente di meno. Non ho parlato da solo, non ho parlato con lei come dici tu.
Rimango in silenzio per un po’. Smetto di piangere. – Io non ho mai detto che hai parlato con lei – mormoro quindi guardandolo negli occhi. Sento l’adrenalina correre nelle mie vene. Non posso credere che sia stato così facile fregarlo.
Sta zitto per un po’ e poi scoppia a ridere grattandosi la testa, nervoso. – E va bene! Hai vinto tu! – esclama lui alzando le mani al cielo. – Quindi… ora puoi decidere tra due opzioni: sta dalla mia parte e quindi cocn me; o cercare di tornare dargli altri e morire. Cosa decidi?
Lo guardo senza dire una parola, lo sguardo dritto negli occhi e rimango ferma. Mi guardo per un po’ intorno, sperando di vedere Delilah o Jeremy sbucare dal nulla per non farmi scegliere, per salvarmi. Odio essere salvata, ma in questo momento ne ho veramente bisogno, perché non sceglierò mai il male. Così mi giro e corro più veloce che posso, urlando il nome di Jeremy, sperando che sia qua vicino. – Jer… – Mi fermo sentendo le mani di Cole su di me, una sulla mascella e l’altra sul collo. Solo in questo momento sento Jeremy urlare il mio nome.
– Scelta sbagliata, piccola – ringhia Jeremy stringendo la sua presa.
Ad un certo punto tutto si ferma: il mio respiro, il mio cuore, la paura, la rabbia, il tremolio… Tutto. Il mio ragazzo mi ha appena uccisa.
 
Apro gli occhi lentamente, stranamente sono stanca. Alzo il viso dopo essermi ricorda tutto quello che è successo e vedo Cole seduto su una sedia a dondolo con il cellulare in mano e lo sguardo fuori dalla finestra. Cerco di scappare ma mi rendo conto di essere legata alla sedia sulla quale sono seduta e, solo dopo aver fatto abbastanza rumore, Cole si gira.
– Ah, sei vita. Una parte di me aveva veramente paura che non ti saresti più svegliata. Ci hai messo così tanto tempo – esclama lui scrivendo al cellulare.
– Come hai potuto? – chiedo io con le lacrime agli occhi. Il peso al cuore riaffiora, forse più pesante e doloroso di prima.
– A fare cosa? Ucciderti o tutto il resto? – chiede lui, poco interessato, continuando a scrivere a qualcuno con quel maledetto cellulare.
– Tutto il resto! – sbotto io. – Non me ne frega niente se mi hai uccisa! – ringhio io. – Stai uccidendo tuo fratello – mormoro guardandolo.
– È questo che t’interessa? Solo mio fratello? Non che moriranno tutti gli altri? – chiede lui posando finalmente lo sguardo su di me e lasciando stare per un po’ il cellulare.
– Certo che m’interessano! – esclamo io. So a che gioco sta giocando, mi ripeto. Sta cercando di farmi sentire in colpa, ma non glie lo devo permettere. – Ma sto cercando di farti capire cosa stai facendo e so che odi la gente, quindi immagino che…
– Cosa? Che se mi avessi ricordato che sto per ucciderlo mio fratello avrei capito? – m’interrompe lui sorridendomi. – Ancora non hai capito che non gli voglio bene? Lo odio.
– Cole, per favore, cerca di pensare a quello che accadrà. I demoni prenderanno il sopravvento su tutto, uccideranno degli innocenti, gli umani! – continuo io con una voce tremolante.
Ride tranquillamente, come se non gli avessi detto niente di ché. – Ma non mi dire! Non l’avevo calcolato, sai? – esclama lui guardandomi. – Perché credi che io stia facendo tutto questo? Secondo te qual è il mio scopo? – chiede, ma rimango zitta. – Immaginati me a capo di tutti i demoni. Il loro leader. Faranno di tutto per me ed io avrò la vita che ho sempre voluto. Senza regole… o almeno per me. Io al capo del mondo. Il Re del mondo.
– Tu sei matto – mormoro io a bassa voce. Ho paura, perché è veramente pazzo e non so come farlo ragionare, perché semplicemente non si può far ragionare un matto.
Ride di nuovo. – Forse, ma mi sembra stia funzionando, quindi non m’importa. Posso essere pazzo quanto ti pare, ma intanto sono io quello felice. Sono io quello che vivrà una vita fantastica. Solo io.
Scuoto la testa con le lacrime agli occhi. – Lasciami andare – sussurro guardandolo con occhi imploranti. Dopo avermi guardata per alcuni secondi torna a scrivere qualcosa al cellulare, facendomi perdere una volta per tutte la pazienza. – Lasciami andare! – urlo agitandomi e quasi cado con la sedia a terra.
– Smettila, non lo farò mai. Stai tranquilla, la guerra sta per iniziare e tra un po’ sarà già tutto finito – risponde lui tranquillamente senza alzare lo sguardo dal cellulare. Ha addirittura un sorrisino da matto.
– E di me? Che ne farai di me quando sarà tutto finito? – chiedo io.
Posa il cellulare sul tavolino accanto a lui e mi guarda negli occhi sospirando e dondolandosi con la sedia. – Questo dipende da te. Puoi rimanere con me e governare il mondo, oppure morire come tutti gli altri – risponde lui sorridendomi dolcemente. So che in realtà mi vuole bene, lo so, lo vedo da come mi guarda, ma rimanere un matto.
Sbatto le palpebre più volte cercando di capire se si tratta di un sogno o no. Ma no, è la realtà. Adesso capito quando dicono “sto vivendo un incubo”. Questo lo è veramente. Mi rendo conto solo adesso di avergli detto: – Non me lo stai chiedendo veramente. – Ma la sua risposta è silenziosa, continua a guardarmi sorridendo, dandomi la conferma che sì, me lo sta chiedendo veramente. Scuoto la testa ripetutamente. – Uccidimi – aggiungo quindi.
Alza le braccia al cielo. – Come vuoi, ma non adesso. Ho intenzione di ucciderti solo dopo che avrai visto tutto quello che tra un po’ farà parte di te: la distruzione – continua a torturami Cole. Chiudo gli occhi cercando di non iniziare ad urlare. – E tra la distruzione ci sarà Jeremy Ruterful.
Spalanco gli occhi sentendo questa frase. Non riesco più a parlare, non riesco più a respirare. Solo l’idea di Jeremy avvolto nelle macerie senza nemmeno un funerale o una bara mi fa venire voglia di morire insieme a lui in quel disastro. Proprio accanto a lui, cosicché abbia qualcuno vicino mentre succede tutto, qualcuno che gli ha voluto bene, accanto a lui, morto come lui.
Cole fa un cenno a qualcuno dietro di me. – Ora – ordina.
Cerco di girarmi ma non ci riesco, i passi di qualcuno entrano dentro la mia testa facendomi rabbrividire della paura. Chiunque sia è scalzo e chi può stare scalzo in una casa di legno in un bosco, se non un demone? È un demone che non ho mai visto, sembra umano, ma i miei sensi mi dicono che non lo è. Non è né uno stregone, né niente di tutto quello che ho studiato fin’ora. M’immagino quanto sia forte se ancora non l’ho studiato. Alza la mano e mi fa vedere una siringa. Guardo Cole, spaventata.
– Ti aiuterà a dormire per un bel po’. Più o meno fino alla fine della guerra – risponde Cole alla  mia domanda silenziosa.
Scuoto la testa continuando ad urlare più volte di lasciarmi stare, fino a quando non sento l’ago entrarmi nel collo. Un lamento di dolore esce dalla mia bocca e a malapena ci faccio caso. Il sonno m’invade sempre di più annebbiando la mente e gli occhi. Li chiudo, ma cerco di combatterlo aprendoli di nuovo.
–  Su, dormi, piccola. Ti farà bene – mormora lui accarezzandomi i capelli, mentre tutto diventa ancora più sfogato fino a diventare nero.
 
Mi sveglio di soprassalto sentendo delle urla e subito dopo esplosioni su esplosioni. Mi guardo intorno, cerco di muovere almeno un po’ le braccia, ma sono legati ai braccioli della sedia. Nella stanza non c’è nessuno, sono sola.
– Ma buongiorno! – mi saluta Cole facendomi sussultare. Mi guardo intorno ancora una volta, ma non vedo nessuno. – Proprio qua, dietro di te – aggiunge poi. Ride mentre io sono così stanca che non riesco nemmeno ad arrabbiarmi.
– Da quant’è che sto così? – chiedo io a bassa voce e mi concedo il privilegio di chiudere gli occhi. Non m’interessa più niente, so che mi ucciderà, sta solo cercando di farmi impazzire quanto lui e sicuramente ci riuscirà. Devo accettare tutto questo e basta.
– Un paio di giorni, credo che il demone abbia un po’ esagerato – risponde ridendo. – Ma non fa niente. Più dormi meglio è. La gente è molto più carina quando dorme, perché non ti può rompere le palle e per me è molto importante.. Soprattutto perché ogni singola cosa che fate mi da fastidio – aggiunge continuando a sorridere mentre mi accarezza il viso.
– Sai, lo pensavo anch’io... prima di vedere te – mormoro io, giusto per dargli fastidio.
Ride dandomi le spalle. – Pensavo che mi amassi, Cassie – dice lui sedendosi sulla sedia a dondolo davanti a me e iniziando a dondolarsi.
– È quello che pensavo anch’io di te, ma sono stato stupida; dopotutto sei un mostro e basta. C’è un motivo se tua madre...
–  Vuoi morire, per caso? – chiede lui a pochi centimetri dal mio viso urlando, furioso. – Non ci riuscirai. Non mi farai fare quello che non voglio fare. Voglio che tu veda ogni singola distruzione, che tu soffra fino a morire – ringhia a bassa voce e mi ricorda vagamente un cane con la rabbia.
– Lo vedremo – borbotto io guardandolo negli occhi, cerco di avvicinarmi a lui con fare minaccioso, ma la sedia e le cinghie non me lo permettono.
–  Lo vedremo? Tu non riuscirai a vedere niente – risponde lui a bassa voce. Rimango in silenzio a guardarlo negli occhi fino a quando non si risiede sulla sedia a dondolo. Fa un cenno a qualcuno dietro di me e così inizio ad agitarmi. Non possono addormentarmi di nuovo!
Un mago si mette davanti a me facendomi vedere un coltello. Aggrotto la fronte e cerco di riconoscere il sigillo che c’è su di esso, ma non lo riconosco. – Cos’è? – chiedo io.
Il demone fa un taglio abbastanza profondo sul mio braccio, cerco di non urlare mentre vedo il mio sangue entrare dentro il coltello, poi passa a Cole facendo la stessa cosa e infine recita delle frasi in latino. Sento uno strano collegamento con Cole. Guardo quest’ultimo, impaurita, mentre prende lo stesso coltello e si fa un taglio sulla mano. Sento un dolore sulla mano destra, la guardo e vedo del sangue uscire da una ferita che prima non avevo. Trattengo il respiro capendo quello che ha appena fatto e alzo lo sguardo su Cole con le lacrime agli occhi.
– Ora, piccola, se qualcuno uccide me, uccide anche te – annuncia lui ricominciando a dondolarsi sulla sedia. – Pensa a come si sentirà il tuo amore se mi ucciderà – aggiunse poi asciugandosi il sangue dalla sua mano con un tovagliolo di senta.
– Non lo farà, non verrà mai qua – ribatto io freddamente.
– Ah no? Veramente credi che non verrà a cercarti? Credi che quando, un po’ di giorni fa, ti ha trovata morta tra le mie braccia, non abbia cercato di prenderti? Di combattere per te?
Trattengo il respiro. – Stai mentendo, non l’ha fatto veramente. Non mi ha trovata morta.
– Mentendo? – chiede ridendo. – E perché dovrei? Forse avrebbe pure vinto, se non si fosse intromesso il mio mago preferito – aggiunge poi guardando la sua mano. – Ho fatto proprio un bel taglio profondo, eh? – chiede, per poi fare una mezza risata. Lo guardo senza dire niente. – Molto probabilmente sta qua vicino. Dicono che le anime gemelle riescano sempre a trovarsi, quando sono in pericolo.
– Balle! Non fai altro che mentire – ringhio io dopo un po’.
Ride scuotendo la testa e continuando ad asciugarsi il sangue che gli esce dalla mano destra - che ci esce. Ma rimane in silenzio per molto tempo, fino a quando non decide di andarsene in una camera dietro di me, che sospetto sia la sua camera da letto.
Non so quanto tempo sia passato, ma so che le urla e le esplosioni continuano, imperterrite. Alcune persone cercano di entrare nel cottage, ma appena ci provano si riducono in polvere proprio davanti a me. Vedo i loro occhi spaventati prima di ridursi in cenere ed è una cosa orribile. Mi sento così piccola e insignificante di fronte a tutto quello che sta succedendo… È veramente orribile non poter fare niente.
 Poco dopo sento la porta d’ingresso aprirsi e chiudersi. Alzo subito lo sguardo, guardinga, e trattengo il respiro vedendo Jeremy davanti a me. Cerco di non scoppiare a piangere e di non urlare di andarsene, ma sono veramente sull’orlo di una crisi isterica. – Sssh – mormora lui subito venendo da me. Cerca di rompere ogni corda che mi tiene ferma su questa sedia, ma non fa altro che peggiorare la situazione e a farle strngere ancora di più, facendomi uscire un po’ di sangue. Strizzo gli occhi cercando di non urlare per il dolore, ma sicuramente lo starà sentendo anche Cole. – Ok, ok. Sono corde da Cacciatori. Va bene, Cassie, guardami – mormora lui prendendomi il viso con tutte e due le mani. – Dov’è Cole?
– Di là, ma devo dirti una cosa importante… – Mi fermo vedendo subito Jeremy alzarsi e andare dietro di me. – No, no. Jeremy, non farlo! – esclamo io cercando di non urlare.
– Fratello! – dice Cole, non è molto lontano da me. – Ma che bella sorpresa! Ti stavamo proprio aspettando.
Capisco subito che si stanno menando e non solo dai rumori che emettono i loro cazzotti, ma anche dai lividi che si staranno sicuramente formando su di me, mentre urlo a Jeremy di smetterla. Mi muovo un po’ e così cado con la sedia per vedere cosa sta succedendo. Jeremy sta sopra Cole, mentre metà casa va a fuoco. Vedo una fiamma avvicinarsi a me, fino a farmi prendere fuoco i jenas. Cole urla insieme a me, sentendo il mio stesso dolore e riesco a vedere la perplessità sul volto di Jeremy, che però ne approfitta e alza un pugnale.
–  Jeremy, no! – urlo io, in preda al panico. Ma Jeremy fa finta di niente e infilza il coltello vicino al cuore di Cole, e quindi anche il mio. Il mio respiro si fa più pesante sentendo quella pugnalata. Cerco di toccare la ferita, ma mi ricordo di essere legata.
Mi ritrovo davanti Jeremy, con la faccia bianca. Taglia le corde con il coltello e mi fa sdraiare a terra. – Com’è successo? – chiede lui. Cerco di parlare, ma le parole mi si fermano in gola. Tutto dentro di me va in fiamme. – Andrà tutto bene. Sei una Whitesun – aggiunge lui accarezzandomi. Scuoto la testa e cerco di alzare il braccio dove il mago mi ha ferita. Il suo viso da bianco diventa rosso. Un secondo è con me e il secondo dopo è da Cole.
Sento bagnato sotto di me, rabbrividisco capendo che si tratta del mio stesso sangue. Alzo una mano e la vedo rossa, macchiata del mio stesso, appiccicoso sangue. Un lamento esce dalla mia gola e subito dopo anche da quella di Cole.
–  Non ti consiglio di darmi fastidio, gemello buono di Cole – ringhia il mago.
–  Ed io non ti consiglio di mettermi alla prova, stregone – ribatte Jeremy. Il mago ridere e il dolore dopo un po’ diventa sempre più sopportabile, fino a quando svengo.  

Angolo Autrice:
Buonsare e buona cena! Sono riuscita a pubblicare il capitolo. Ce l'ho fatta! Scusatemi se vi ho fatto aspettare tanto, ma riscrivere un capitolo è veramente noioso ahahah.
Bé, non per mettervi l'ansia, ma adesso manca solo l'epilogo.
In realtà la storia non è finita qua, sono arrivata al trentesimo capitolo del seguito di questa storia, ma sinceramente non so se lo pubblicherò, perché non è andata molto bene... le recensioni sono poche (ne approfitto per ringraziare elenamassara che ha sempre trovato un po' di tempo per recensire questa storia) e ormai anche le visite.
Per ora pensiamo solo all'epilogo, che spero di riuscire a pubblicare entro una settimana.
Mi scuso per eventuali errori, spero non ce ne siano troppi, e vi chiedo di recensire... come sempre.
Un bacio e al prossimo capitolo. 


 
  
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