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Autore: Vallellata    15/07/2015    1 recensioni
Salve!
Questa fanfiction racconta le disavventure di Hyoga che, nel tentativo di dichiararsi alla persona che gli piace, ne combinerà di cotte e di crude.
Ma chi sarà questo ragazzo fortunato?
(Avviso: I Gold Saint sono tutti tornati in vita ed è ambientata dopo la sconfitta di Hades)
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Dragon Shiryu, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo dai capelli neri era già seduto sulla poltrona.
Aspettava un responso da parte del compagno biondo, che non era ancora arrivato.
Guardò l’orologio per la terza volta di seguito, con lo sguardo abbastanza preoccupato.
Era strano. Hyoga poteva avere diecimila difetti, ma non quello di essere un ritardatario o uno che non rispetta gli impegni presi.
Doveva per forza essergli successo qualcosa.
Prese in mano il telefono cellulare, un marchingegno a lui alieno, che aveva imparato ad usare solo da poche ore, dato che Seiya si era impegnato a spiegargli tutto.
Compose il numero velocemente e attese che l’altro gli rispondesse.
-Pronto.- sentì dopo aver atteso un minuto e mezzo. Il ragazzo biondo sembrava avere una voce stanca, come se fosse rimasto in piedi tutta la notte.
-Hyoga, tutto bene?- gli domandò il moro, cominciando a preoccuparsi ancora di più di quanto non lo fosse prima.
-Sì, tutto bene. Dammi ancora cinque minuti e sono da te, così ti spiego tutto.- e detto ciò mise giù la cornetta, lasciando l’altro con un mucchio di domande da porgli.
Allora il cavaliere del dragone chiamò l’amico Seiya, intimandogli di arrivare al più presto.
- E secondo te io, adesso che sono riuscito a convincere Aiolia ad allontanarsi per un giorno dalla quinta casa, me ne vado?-
-Sì, lo farai. Anche per il gusto di sapere come è andata ieri a Crystal. Su, sbrigati.- sentì uno sbuffo dall’altra parte della cornetta, e dei rumori strani, come il ruggito di un leone.
-Va bene, Arrivo subito.- concluse sbadigliando sonoramente prima di porre fine alla chiamata.
“Ultimamente Seiya sta diventando sempre più pigro” constatò, un po’ innervosito. Lui era sempre in anticipo e al massimo delle forze, mentre il cavaliere di Pegasus, adesso che la pace era sufficiente da permettere loro di riprendere fiato, si stava dando alla pazza gioia, stancandosi il doppio di quando erano in “stato di emergenza”.
Non poteva, però, rimproverarlo. Il suo amico stava solo tentando di godersi vita e giovinezza al massimo, dato che l’infanzia l’aveva persa prima in un orfanotrofio, poi nella villa del nonno di Lady Isabel.
Lasciò andare un lungo sospiro. Forse era lui che si preoccupava troppo e che doveva lasciarsi un po’ andare.
Magari non gli avrebbe fatto male prendere la vita con un po’ più di leggerezza, in quel momento dove al massimo appariva uno specter in giro, senza un motivo logico.
“Chiederò a Shunrei di venire qui, così potremmo trascorrere un po’ più tempo insieme.” E subito il pensiero della ragazza gli fece sciogliere il cuore.
Non sapeva nemmeno lui come una ragazza tanto semplice potesse fargli quell’effetto. Forse era a causa della sua infinita dolcezza o delle mille premure che aveva nei suoi confronti.
“Sono davvero fortunato ad aver trovato una ragazza come lei” fu l’ultimo pensiero che formulò prima di sentire la porta della camera aprirsi.
-Hyoga!- senza neanche pensarci, gli corse incontro, notando subito le occhiaie nere che contornavano i suoi occhi azzurri, facendoli sembrare più scuri del normale. Inoltre non ci mise molto ad accorgersi anche del colorito del ragazzo, che era più paonazzo del solito. –Hai un aspetto terribile. Che cosa ti è successo?
Anzi, non stare in piedi, mettiti seduto.-
Il biondo, senza aprire la bocca, fece prima un cenno al moro in segno di saluto, poi, piano piano, si lasciò cadere sulla poltrona.
-Su adesso racconta!- Lo incoraggiò Shiryu tenendogli inizialmente le mani.
-All’inizio sembrava andare tutto bene. Lui ed il fratello erano sulla terrazza ed erano pronti a sentirmi suonare, poi ad un tratto ho alzato gli occhi mentre stavo cantando e ho visto la finestra chiusa.- affermò con un tono piuttosto malinconico, prima di riprendere.
-Shiryu, non so più che fare. Alla fine mi sono ritrovato a cantare per un gatto che passava lì per caso, ho preso una multa per disturbo della quiete pubblica e sono stato portato al commissariato di polizia per fare "accertamenti". – affermò depresso il ragazzo dai capelli biondi, guardando l’altro che lo stava compatendo in silenzio. In quel momento fece nuovamente la sua entrata trionfale Seiya.
-Tu!- Si alzò il biondino e lo tirò letteralmente su da terra, tenendolo per la maglietta. -Tu non sai cosa ho passato tutta questa notte a causa tua.-
-Eheh già. Io dormivo a casa mia con Aiolia- disse, non rendendosi conto di essersi peggiorato ulteriormente la posizione.
-Hyoga, mantieni la calma- disse Shiryu, facendogli mettere giù a fatica il cavaliere del pegaso.
-Evidentemente abbiamo sbagliato approccio con il tuo amato, per cui, perché non proviamo a chiedere aiuto a qualcuno che di amore se ne intende?-
-Mi avete chiamato, forse?- Domandò il cavaliere dei pesci, facendo ondeggiare il mantello durante la sua entrata in scena.
-Beh, non eri proprio tu quello che intendevo.-
-Ci accontenteremo- esclamò Seiya, venendo subito fulminato dal cavaliere dai capelli celesti.
-Accontentarsi? Dovresti, come minimo, esultare per il fatto che io, cavaliere dei pesci, sia venuto in vostro soccorso.- spostò quindi lo sguardo sul biondo.
-Hai detto di aver bisogno di aiuto, no?- Hyoga alzò il viso, facendo un cenno affermativo con il capo.
-Allora io, Aphrodite, diventerò per un giorno cupido e farò cadere ai tuoi piedi il tuo innamorato. Seguimi!- Disse prendendo sottobraccio il biondo ed indicando teatralmente la porta.
-Posso venire anche io?- chiese Pegasus eccitato da quell'aria che si stava formando.
-No, tu ed il tuo amico Dragone rimarrete qui. Non vorrei mai che rovinaste il mio lavoro!
Domani saprete l'esito e sarà sicuramente positivo.-
-Lo spero anche io- affermò il biondo, venendo scortato (o, meglio, trascinato in modo elegante) fuori dal cavaliere d'oro.
I due bronzini rimasti nella sala si guardarono negli occhi, desiderosi di commentare ciò che aveva fatto Aphrodite, ma non appena capirono che i loro pensieri coincidevano, lasciarono perdere.
-Ti va di venire a casa mia? Aiolia ha detto che si sarebbe messo ai fornelli e temo di aver bisogno di mangiare qualcosa di commestibile per pranzo.- Disse, alludendo chiaramente, alla bravura del cavaliere del leone in cucina, che era praticamente nulla.
-Va bene. Ho già un compagno con un po' di problemi, ci manchi solo tu con una intossicazione alimentare a migliorare la situazione.-


------------
Non appena uscirono dalla stanza, grazie al teletrasporto di Mur, si ritrovarono nella prima casa e cominciarono la scalata verso la dodicesima.
Certo che era lontana! Avevano aggiunto degli scalini, nel frattempo o era solo una sua impressione?
Passarono tranquillamente le prime tre case, salutando i custodi con un leggero cenno della mano, ma arrivati alla quarta casa...
-Hyoga, aumentiamo il passo, se no non arriviamo più su.-
Il biondo guardò l'altro un po' sconcertato. Quella constatazione l'aveva fatta lui poco prima e il cavaliere d'oro l'aveva ignorata.
C'era qualcosa forse che preoccupava il ragazzo dai capelli azzurri?
-Su, aumenta il passo!- farfugliò prima che entrambi venissero "braccati" da qualcosa.
Una mano si era posata su una spalla del biondo mentre un'altra sul quella del suo accompagnatore.
-Dite, passi per casa mia senza permesso e non mi vieni neanche a salutare? Guarda che potrei offendermi- affermò una voce fin troppo familiare ad entrambi. Si voltarono contemporaneamente.
-Quante volte ti ho detto che non gradisco che tu mi storpi il nome?- domandò al ragazzo dai capelli blu scuro, senza avere nemmeno un tono adirato. Sembrava quasi che lo dicesse solo per abitudine.
-Devo ricordarmelo?- chiese sarcasticamente all'altro, prima di cambiare discorso. -Piuttosto perché sei con lui?- indicò il Cavaliere del cigno.
-Ha bisogno di un aiuto in amore.- avrebbe voluto aggiungere anche "e chi meglio di me poteva darglielo", ma si trattenne.
-Non sapevo che ti fossi dato alle buone azioni. Allora perché, già che ci sei, dopo, non passi dalle mie camere e...-
-No, questa volta vai a lavare e ad asciugare le tue lenzuola da solo- si affrettò a dire, prima che l'altro concludesse la frase.
Hyoga lo guardò non capendo nulla di ciò che gli altri due stavano dicendo. Forse era troppo stanco per pensare a qualsiasi cosa.
-Sì, le lenzuola.- rise leggermente. -Allora ti lascio andare. Se no la tua povera vittima crolla prima che tu riesca ad elargirgli i tuoi preziosissimi consigli.- si voltò, tornando nel luogo da dove era venuto.
-Su riprendiamo!- disse Aphrodite, riprendendo la scalata, visibilmente sollevato.
Le case seguenti furono abbastanza facili da superare, anche se avevano dovuto spiegare il motivo del loro passaggio agli ultimi tre.
-Adesso, per prima cosa siediti lì- gli indicò il divano- vado a farti una tisana che ti tenga sveglio ancora per qualche ora.-
-Caffè?- gli chiese ironicamente, venendo però fulminato.
-Assolutamente no! Il caffè rovina la pelle e le cellule cerebrali. Questa è una tisana di mia creazione. E amara ma funziona meglio e non ha effetti collaterali-
Hyoga rimase in silenzio, titubante.
Funzionava davvero o era qualche diavoleria strana?
Meglio non chiederselo.
Dopo una decina di minuti Aphrodite tornò con due tazzine decorate da ghirigori dorati e ne porse una al biondo.
-Ti consiglio di berla  velocemente.- affermò mettendosi a sorseggiare senza problemi la sostanza verdognola.
Il biondo, ancora sconcertato, mandò giù in due sorsi la bevanda, prima di accorgersi del sapore.
-Non è amara, è solo vomitevole! Ma cosa ci hai messo dentro? Ortiche, basilico, cannella, zafferano e carciofo?-
-Le ortiche e la cannella ci sono, il resto degli ingredienti è  sbagliato- detto ciò appoggiò con eleganza la tazzina sul tavolino, evitando di creare alcun tipo di rumore grazie al mignolo, che la fece scivolare sul superficie.
-Adesso vieni qui che rimettiamo un po' a posto il tuo viso.
Sei inguardabile!- disse andando in bagno e tornando con una borsa nera lucida, grande quanto un dizionario enciclopedico in versione “integrale” della Zanichelli. -Prima di tutto direi di passare un correttore sotto gli occhi. Hai delle occhiaie spaventose.-
-Hey, hey! Aphrodite, frena! Io sono un uomo, non mi metterò uno strato di trucco!-
-Su! Questo non serve per truccarti, ma per celare le tue imperfezioni.- cercò di convincerlo il cavaliere dei pesci, ricevendo come risposta un altro rifiuto.
A quel punto, più deciso che mai a fare ciò che voleva, andò a toccare la nota dolente. –Non vorrai mica che lui ti veda in questo stato pietoso proprio mentre confessi il tuo amore. Magari, questa volta, potrebbe essere lui a chiamare la polizia e farti arrestare per “disturbo della quiete pubblica”.-
Colpito ed affondato.
Nel giro di dieci minuti Aphrodite riuscì a conciarlo come voleva lui. Dopo il correttore, gli passò almeno due creme diverse per elasticizzargli la pelle e renderla meno lucida, poi gli sfoltì un po’ le sopracciglia, con non pochi insulti da parte dell’altro, gli mise un po' di matita nera per accentuare la forma degli occhi, un leggero strato di ombretto rosa sulle palpebre, un po’ di mascara per volumizzare le ciglia e, infine, come tocco di classe, un leggero strato di rossetto sulle labbra.
-Adesso puoi guardarti.- disse porgendogli lo specchio.
Il risultato che si presentò davanti agli occhi era cento volte migliore di quello che si aspettava, anche se quel rossetto viola sulle labbra avrebbe potuto benissimo evitarlo e quelle ciglia potevano essere un po’ meno marcate.
-Adesso passiamo al guardaroba!-  prese dal proprio armadio tre capi di abbigliamento e li mise sulle gambe del russo, che, come risposta, si limitò a guardare i vestiti, scettico.
-Su, poche storie, mettili. Lo so che sei un po’ più basso di me, ma basterà fare i “risvoltini” ai pantaloni.-
-Lo dirò chiaramente. Io-non-andrò-mai-in-giro-con-una-camicia-rosa-shocking.-
Nemmeno cinque minuti dopo, al contrario di ciò che aveva detto, stava indossando quei vestiti, con la somma gioia di Aphrodite, che si stava cominciando a chiedere come mai non avesse ancora provato a cambiare completamente un cavaliere di sua conoscenza, troppo rozzo e trasandato per i suoi gusti.
-Adesso che anche qui abbiamo finito, direi di passare alla vera e propria dichiarazione.
Stai molto attento a quello che dico. L’amore è difficile da esprimere a parole e, per questo motivo, l’uomo ha creato il linguaggio dei fiori.
Tutto ciò che devi fare, ovviamente con il mio aiuto è trovare una composizione floreale da portare al tuo amato. Anzi, quello lascialo fare a me.
Tu vai a prendere carta e penna, scrivi qualcosa e firmalo.-
“E’ solo una mia impressione o sta facendo tutto lui?” fu l’unica cosa che riuscì a pensare.
Si diresse verso lo scrittoio del cavaliere dei pesci e prese ciò che l’altro gli aveva detto: carta da lettere, che emanava un anomalo odore di rosa e la penna stilografica.
“                                                                                                                                                                                          15/07/20XX
                                                                     Per te, con affetto da
                                                                      - Hyoga del Cigno “


-Ok, così dovrebbe andare bene.
Dato che i fiori parlano da sé, non credo che sia il caso di aggiungere altro.- affermò, piegando il foglio a metà e attendendo il ritorno di Aphrodite, che non tardò ad arrivare.
Teneva tra le mani un mazzo di fiori, legato da un nastro rosso e con uno strato di pellicola trasparente a pois bianchi intorno.
-Ti spiegherò bene il significato di questi fiori.
Questi sono crisantemi rossi e ciò che vogliono dire è “ti amo” e li ho accompagnati con dei tulipani rossi, il cui significato è molto simile. Per fare un contrasto con il colore di questi due fiori ho messo un po’ di “non ti scordar di me”, il cui significato è celato buona parte nel nome e, infine, per creare un equilibrio tra gli opposti ho messo i fiori di acacia, che non solo significano “amore segreto” e hanno un buon profumo, ma che sono molto scenografici perché creano un effetto “cascata”.-
Il biondo prese tra le mani il mazzo, e lo guardò con attenzione. Non c’era niente da dire. Aphrodite ci sapeva fare con le composizioni.
-Adesso cosa devo fare?- chiese, credendo che il cavaliere dei pesci avesse in serbo per lui qualcos’altro.
-Niente. Porta i fiori davanti a casa sua, citofona e guarda da un cespuglio il risultato.-
Il ragazzo dai capelli biondi rimase per qualche secondo in silenzio, indeciso se chiederglielo oppure no.
-E allora perché mi hai conciato così?- chiese con un tono un po’ alterato.
-Perché stavi uccidendo i miei occhi con quell’aspetto da zombie appena uscito da un film dell’orrore.- commentò, con nonchalance per poi cambiare discorso. –Ho già chiesto a Mur di teletrasportarti davanti a casa del tuo amato, perciò ora vai e fatti onore!-

__Punto di vista di Shun__
Mio fratello era ancora adirato per tutto quello che era accaduto la sera prima e non faceva altro che lamentarsi del fatto di quanto preferisse godere della compagnia degli Specter piuttosto che la nostra.
Io davvero non capivo come mai mio fratello se la fosse presa così tanto con Hyoga al punto di chiamare la polizia e denunciarlo.
“Chi lo capisce è bravo” fu l’unica cosa che riuscii a pensare.
Ad un tratto, mentre ero immerso nei miei pensieri, sentii qualcuno suonare al campanello e subito andai a vedere chi fosse.
Appena aperto l’uscio, però, non trovai nessuno, ma sul tappetino vidi un mazzo enorme di fiori ed istintivamente lo presi tra le braccia, leggendo, però, prima il biglietto.
-Nii-san- urlai, chiudendo la porta ed andando nel salotto dove mio fratello era seduto a leggere tranquillamente un libro. –Hyoga ci ha mandato dei fiori per farsi scusare per ie…ie…- e subito starnutii.
E dopo quel primo ce ne fu un altro. E un altro ancora.
Cominciai a sentirmi un po’ male, oltre a notare che il mio naso stava leggermente cominciando a bruciarmi.
Ikki, attirato più dai miei starnuti che dai fiori in sé, mi guardò confuso, realizzando però, che qualcosa non andava.
-Dammi quel mazzo di fiori e vai subito a prendere un antistaminico.- mi ordinò ed io, velocemente feci quello che mi aveva detto. Gli misi tra le braccia ciò che mi aveva richiesto ed estrassi da uno dei cassetti un medicinale.
-Fiori d’acacia, ecco! Adesso si spiega tutto. Una reazione allergica.- disse ad alta voce, per farmi capire quale fosse il problema celato tra quei fiori, prima di aprire la finestra.
A quel punto, dopo che mio fratello ebbe constatato che non c’era nessuno in strada, lanciò i fiori verso il marciapiede ed urlò –ALI DELLA FENICE-
In qualche secondo i fiori presero fuoco ma, come se Ikki avesse calcolato tutto, l’erba e il cespuglio dietro al quale cadde non subirono danni.
Poi, con sguardo soddisfatto, chiuse la finestra e affermò: –Problema risolto.-

Angolo di Vallellata (Mizaku)
Buongiorno e ben trovati!
Vi ringrazio per aver letto questa fan fiction! Come l’altra volta vi chiedo cortesemente di segnalarmi eventuali errori, nel caso mi fossero sfuggiti.
Un saluto e un ringraziamento in particolare Superbi Squalo e a MorningLight, che hanno recensito il primo capitolo!
Detto ciò vi saluto e vi aspetto al prossimo capitolo!
Bye bye! <3

Ps: Se non si fosse capito, è colpa di Ikki se Hyoga ha ricevuto una multa per disturbo della quiete pubblica.
  
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