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Autore: feminabeata    15/07/2015    1 recensioni
[Traduzione. Pairing: WooGyu, con un accenno di MyungGyu.]
Ogni principe ha bisogno di un'amorevole sposa… o sposo, in questo caso.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hoya/Lee Howon, Kim Sunggyu, L/Kim Myungsoo, Nam Woohyun
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve e scusate il notevole ritardo nell’aggiornamento! Ringrazio chiunque abbia letto ed apprezzato il primo capitolo, spero vi piacerà anche il secondo. :)

Buona lettura, a presto.



Capitolo 2: C’è un momento per molte parole e c’è anche un momento per dormire.


Sunggyu avvertì un notevole peso sulle proprie spalle. Sembrava che la gravità della stanza fosse diventata più forte e pesante con l’unico intento di schiacciarlo. Per quanto ci provasse non riusciva neanche a dormire, ed era una cosa atroce. Lui amava profondamente dormire. Anche il suo respiro si stava facendo affannoso e costretto mentre la sua guancia affondava nel cuscino. Emise un gorgoglio frustrato, sapendo perfettamente quale fosse il suo problema, sapendo perfettamente cosa fosse quel fastidio.

“Perché devi farlo ogni mattina?” si lamentò Sunggyu, cercando di levarsi di dosso quel peso, ma senza successo. Woohyun se ne stava ancora seduto sulla sua schiena.

“Perché altrimenti non ti svegli”, lo riproverò il Crimsonite, scendendo finalmente dalla schiena di Sunggyu e tirando su il principe per le braccia fino a metterlo seduto. “Abbiamo un sacco da fare oggi, hyung-nim.” Ma nel momento in cui lasciò andare le braccia di Sunggyu, quest’ultimo si lasciò cadere nuovamente sul letto e chiuse gli occhi intensamente, sperando che l’altro svanisse e basta.

Quella era velocemente diventata la loro routine giornaliera da quando Woohyun aveva contattato Myungsoo. Il Crimsonite svegliava il principe, principalmente spappolandolo con il proprio peso, poi lo assillava di domande tutto il giorno, insistendo o pianificando ogni minimo dettaglio del soggiorno di Myungsoo, perfino i centrini posizionati sotto ai vasi nella sua camera (prima d’allora Sunggyu non aveva neanche saputo cosa fosse un centrino o non gli era importato. Non gliene importava ancora, in ogni caso). ‘Tutto questo è per fare una buona impressione, hyung-nim. Cosa vuoi organizzare per quel Greenie?’, e così Sunggyu rispondeva che era il lavoro di Woohyun occuparsi di quelle faccende e di quei dettagli infimi, perciò il Crimsonite poteva fare ‘quel cazzo che gli pareva’ perché (credeteci o no) lui aveva ancora delle questioni da re a cui far fronte. Ma questo non sembrò sufficiente a fermare Woohyun. Continuò a fare domande. Non smise di seguire Sunggyu ovunque (questo ogni tanto si rivelava utile nel caso in cui qualche pretendente si facesse vivo perché così l’altro lo levava di mezzo). E Sunggyu continuava a sperare che il Crimsonite lo lasciasse in pace.

“COMANDANTE!” gridò Sunggyu, e Hoya piombò nella stanza subito dopo con un’espressione allarmata in volto. Ma dopo aver esaminato la scena e aver visto solo i due principi nella stanza, il panico venne rimpiazzato velocemente da esasperazione. Ormai era diventata una routine anche per lui. “Ti avevo detto di non lasciarlo entrare per nessun motivo!” protestò, indicando Woohyun alle proprie spalle.

Hoya incrociò le braccia. “Mi aveva detto che voi gli avevate dato il permesso questa volta”, disse.

Sunggyu chiuse gli occhi con forza. Woohyun lo diceva ogni giorno e ogni giorno Hoya ci cascava (oppure lo lasciava entrare perché lo trovava divertente). Il principe sbadigliò sgraziatamente. “Bene”, riuscì a pronunciare con ancora il volto contratto dallo sbadiglio. “Con la presente dichiaro che è vietato lasciar entrare Messer Nam Woohyun delle Crimson Isles nelle mie stanze. Chiunque violerà quest’ordine verrà condannato a morte. Mettilo per iscritto. Fanne una legge”, dichiarò pigramente, riadagiando il capo sul soffice cuscino.

Il principe avvertì il materasso muoversi quando Woohyun si alzò. “Ma allora chi ti ricorderà che il Principe Myungsoo arriverà oggi?”

Sunggyu si tirò su di colpo. “COSA?!”

“E che attraccherà al porto tra circa un’ora.”

Il principe scalciò via le coperte e balzò giù dal letto. “Perché non mi hai svegliato prima?” lo rimproverò, in preda al panico. “Comandante, prepara il corteo”, ordinò velocemente e Hoya lasciò la camera da letto. Sunggyu spinse da parte Woohyun avvicinandosi al proprio armadio.

Woohyun seguì Sunggyu e lo aiutò a sfilarsi la camicia che si era fermata al mento quando aveva cercato di togliersela troppo in fretta. “Ci ho provato, hyung-nim, ma…”

“Va bene. Va bene!” lo interruppe Sunggyu, lanciando la camicia da notte in un angolo della stanza. “So vestirmi da solo”, borbottò, e Woohyun si ritrasse. Nel momento in cui le mani di Sunggyu andarono a disfare l’allacciatura dei propri pantaloni (cosa non poco difficile siccome non riusciva ad afferrare i lacci con le mani guantate), si voltò verso il Crimsonite. “Voltati dall’altra parte e non guardare.”

Sorprendentemente, l’altro obbedì senza obiezioni e si spostò sul lato opposto della stanza, esplorando i cosmetici del principe. “Mettiti l’abito sulla destra”, disse Woohyun distrattamente. Sunggyu riusciva a sentire il tintinnio delle boccette delle pozioni quando Woohyun le sollevava o le rimetteva al loro posto. “L’ho scelto appositamente per oggi. Vogliamo che Myungsoo-ssi ti trovi attraente. La prima impressione è importante.”

Sunggyu annuì svogliatamente, afferrando l’abito sulla destra. Non si sprecò neanche a guardarlo perché non aveva tempo, ma quando se lo mise addosso, incominciò a rimpiangere di aver concesso a Woohyun così tanta libertà a tal proposito. I pantaloni erano troppo stretti, aderivano alle sue gambe come un secondo strato di pelle, e il colletto era troppo alto e costrittivo intorno al suo collo, sfregava fastidiosamente contro la mascella. Ma era troppo tardi per lamentarsi o cambiare qualcosa. C’era troppo poco tempo. Dopo essersi vestito Sunggyu si voltò e fece segno a Woohyun di assicurarsi che ogni cosa fosse in ordine.

Woohyun si stava massaggiando le mani con il contenuto di una boccetta che aveva appena trovato quando si avvicinò e studiò il principe da capo a piedi. “Oh! Molto bello”, lo complimentò Woohyun con un sorriso entusiasta, ma Sunggyu sapeva che l’aveva detto solo per salvare la sua autostima in discesa rapida. Sunggyu stava per passargli accanto di nuovo, andando a darsi una sistemata ai capelli disordinati, ma Woohyun lo fermò piazzandogli il proprio polso sotto al naso. “Adesso abbiamo lo stesso profumo, hyung-nim”, annunciò felicemente. Il profumo familiare della lozione preferita di Sunggyu si disperse nell’aria.

Il principe aggrottò leggermente le sopracciglia e allontanò il polso del Crimsonite dalla propria faccia. Abbassò lo sguardo. “Yah! Ho visto che te la sei messa in tasca! Non rubarla. Ridammela”, gli impose Sunggyu allungando la mano, le sue dita stavano già andando ad afferrare la boccetta. Woohyun sorrise con aria imbarazzata per essere stato beccato e restituì la fiala al principe. “Potrei farti tagliare la mano per questo”, disse Sunggyu, riprendendosi la fiala.

Woohyun fece uno sbuffo ironico. “E cosa ci faresti? Gli mettersti un guanto?” improvvisò un debole contrattacco.

“Stai zitto e lasciami finire di prepararmi.”

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


“Principe Myungsoo, vi do il benvenuto sulle Crystal Shores”, Sunggyu accolse così il bellissimo prince delle Greenlands quando mise piede sul molo. Prese la mano dell’altro e la strinse gentilmente. “Vi prego di perdonarmi per i guanti”, si scusò con un sorriso imbarazzato.

“Capisco. Dovete proteggere le vostre preziose mani”, respose Myungsoo timidamente, lasciando andare la mano del principe e rimettendosi la propria in tasca. Sunggyu sorrise e inclinò il capo. Non sapeva come interpretare quel commento. Era orgoglioso della capacità che aveva acquisito recentemente di riconoscere le menzogne, ma stavolta non funzionò. L’uomo era serio o sarcastico?

Mise quei dubbi da parte. Aveva un sacco di tempo per riuscire ad inquadrare questo principe in un secondo momento perché, per quanto fosse in apparenza una delegazione formale, nessuno dei due principi poteva negare l’evidenza: si stavano corteggiando. Myungsoo sarebbe rimasto a palazzo per un mese, al termine del quale i due avrebbero deciso se rendere ‘l’alleanza’ ufficiale oppure no. Era più che altro un periodo di prova. “Vi prego di seguirmi a palazzo”, lo invitò Sunggyu, cominciando a camminare in direzione del castello.

Il tratto iniziale della lunga camminata verso il palazzo fu accompagnato da un silenzio imbarazzato. Sunggyu era così abituato a venire corteggiato dagli altri che aveva dimenticato come si faceva a flirtare, o anche solo ad intavolare una normale conversazione sul più e sul meno. E Myungsoo non era d’aiuto: sembrava uno di quei tipi silenziosi, una noce difficile da rompere. Sunggyu stava per chiedere come fosse andato il viaggio (un argomento di conversazione innocuo. Magari poi gli avrebbe chiesto se trovasse il tempo gradevole. E se si fosse rivelato un inizio positivo, avrebbe potuto cominciare ad andare più a fondo… come chiedergli se avesse degli animali da compagnia. No, quella non sarebbe stata una buona idea perché allora avrebbe dovuto ammettere di avere paura dei cani e quello non era esattamente un particolare attraente o virile. Magari poteva parlare di cibo o… stiamo divagando), ma Woohyun, che Sunggyu aveva dimenticato si trovasse lì (era triste la velocità con cui s’era abituato ad avere l’altro sempre appiccicato come un parassita), parlò, “Siccome hyung-nim si è dimenticato di presentarmi, lo farò da solo. Io sono Nam Woohyun delle Crimson Isles.”

“Uh, è il mio consulente”, Sunggyu cercò di rimediare all’interruzione del Crimsonite, e vide lo shock sul volto di Myungsoo quando Woohyun disse da dove proveniva (e forse indietreggiò di un passo).

“Per cosa?” chiese finalmente Myungsoo, rivolgendo un inchino a Woohyun tenendosi a distanza di sicurezza.

“Amore”, cinguettò Woohyun allegramente. Myungsoo restò a bocca aperta e guardò Sunggyu, che si stava passando la mano guantata sul volto in preda alla frustrazione, con gli occhi sbarrati.

“Uh, sì, qualcosa del genere”, aggiunse Sunggyu su due piedi, con un tono po’ esitante. Erano passati tipo cinque minuti da quando aveva conosciuto Myungsoo e probabilmente quest’ultimo stava pensando che il principe fosse pazzo o che avesse almeno una pessima capacità di giudizio. Nessuna delle due erano qualità ricercate in un potenziale marito. Sunggyu doveva fare in modo di apparire il più neutrale possibile. Si schiarì la gola. “Mi sta aiutando a decidere tra tutti i vari pretendenti. E c’è un detto secondo cui sulle Crimson Isles la gente ami con la stessa passione con cui combatte.” Woohyun concordò annuendo entusiasticamente.

Ma la preoccupazione non svanì dal volto del Greenlander. “È così?” Subito dopo Myungsoo finse di avvistare qualcosa in lontananza (Sunggyu riusciva almeno a capire che quella era una finta). “Oh! Quello laggiù è un venditore di unguenti? Avevo detto a mia madre che gliene avrei portati alcuni. Vi prego di scusarmi un istante”, fece un veloce cenno con la testa e fuggì sull’altro lato della strada.

Sunggyu annuì con aria imbarazzata e tornò a voltarsi verso Woohyun, fissandolo in volto con aria minacciosa. Ma Woohyun si limitò a sorridere come suo solito. Il Crimsonite allora si avvicinò e sussurrò, “Allora? Prendilo per mano o qualcosa così. Fai la prima mossa. Ti piace quel tipo, no?”

“Piacermi? Ma se l’ho appena incontrato”, rispose Sunggyu in un sussurro rabbioso. “E poi è difficile per me fare qualcosa con tutta questa gente che ci guarda”, aggiunse, facendo vagare lo sguardo sulla folla che si stava formando intorno a loro (e che li avrebbe circondati se non fosse che la reputazione di Woohyun lo precedeva). Sunggyu si allontanò dall’altro e incominciò a salutare la folla, ricevendo in risposta grida ed esulti. Molte persone stavano bisbigliando qualcosa tra loro. Poteva già immaginare i pettegolezzi viaggiare alla velocità della luce tra le strade, soprattutto considerando che era in compagnia del bel Greenlander. Sunggyu sospirò e guardò Woohyun che stava cercando di fare aegyo per i cittadini (ma stava ricevendo più che altro reazioni confuse, perciò continuò a farlo finché non cominciarono a sorridere). “Ed è difficile per me fare qualcosa senza che tu complichi le cose.”

“Io?” chiese Woohyun, ancora occupato a far divertire il pubblico.

“Sì, tu. Hai visto com’è scappato via dopo che gli hai detto da dove vieni?”

Woohyun lasciò cadere le proprie braccia lungo i fianchi e si voltò verso Sunggyu con un’espressione seria. “Non posso farci niente se quello è il luogo da cui vengo”, rispose. I suoi occhi scrutarono il volto di Sunggyu, leggendo la sua espressione stanca. Woohyun sospirò. “D’accordo, quando arriveremo a palazzo vi lascerò da soli. È già da un po’ che non mi alleno e non gioco con Ho-hyung, dopotutto.”

“Grazie”, disse Sunggyu con un sospiro di sollievo, sentendosi finalmente molto più a proprio agio. Una volta che lui e Myungsoo si fossero trovati alla larga dalla folla curiosa e dal minaccioso Crimsonite, avrebbero finalmente potuto sedersi (e mangiare, Sunggyu stava morendo di fame) e conoscersi meglio.

“Ahem”, udirono un lieve colpo di tosse alle loro spalle e Myungsoo se ne stava lì, tenendo in mano un sacchetto pieno dei prodotti che aveva appena acquistato con un’espressione nervosa in volto. “Ho preso ciò che volevo.”

Sunggyu sorrise dolcemente, non vedendo l’ora di poter trascorrere un po’ di tempo da solo con l’altro (e spazzare via quell’aria sofferente dal suo volto, possibilmente). “Bene. Vogliamo procedere?” Myungsoo annuì e i due cominciarono a camminare uno accanto all’altro, seguiti da un imbronciato Crimsonite. “Allora, com’è andato il vostro viaggio?”

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


Una volta il padre di Sunggyu gli disse che i Greenlander erano come ‘bovini al pascolo’. Erano pacifici, si muovevano lentamente, tendevano a fissare un punto a caso in lontananza per molto tempo e mangiavano come se avessero più di uno stomaco, ecco il motivo del grande banchetto che si stendeva di fronte a loro per pranzo. E Myungsoo stava divorando la propria porzione, ma senza dimenticare un attimo le buone maniere, masticando con la bocca chiusa e facendo meno rumore possibile. Sunggyu rise. Tutto questo era distante anni luce dai pasti che aveva condiviso recentemente con Woohyun, che prestava fede al credo dei Crimsonite secondo cui le posate servissero solo per accoltellare qualcuno (infatti era un fatto risaputo in tutti i regni che Greenlands e Crimson Isles non andassero d’accordo perché erano le une l’opposto delle altre sotto molti punti di vista. Ecco perché solitamente si chiamavano tra loro “Greenie” e “Red” con fare denigratorio).

“Avete gradito la vostra sistemazione?” chiese Sunggyu quando Myungsoo finì di mangiare la sua seconda coscia di tacchino.

Il Greenlander si tamponò l’angolo della bocca con un tovagliolo prima di rispondere. “Mi è piaciuto molto, e devo dire che il vostro regalo è stato decisamente unico… ma carino.”

“Il mio regalo?”

“I guanti”, rispose Myungsoo, abbassando gli occhi sul proprio grembo con un piccolo sorriso. Stava giocherellando con il tovagliolo posato sulle sue gambe e quando lanciò un’occhiata alle mani di Sunggyu, il suo sorriso si allargò un po’. “Lo stesso tipo che state indossando ora, infatti.”

Sunggyu abbassò lo sguardo sulle proprie mani, sui semplici guanti bianchi. Allora si ricordò di quella volta che aveva camminato lungo i corridoi con Woohyun che gli stava proponendo una sfilza di regali di benvenuto. ‘Hyung-nim, che ne dici di un regalo coordinato da coppia? Dimostrerà la tua sincerità’. Un regalo coordinato? Sunggyu non aveva mai incontrato il Greenlander prima d’allora; aveva pensato che quel genere di regalo sarebbe stato presuntuoso. Era un regalo che uno avrebbe dovuto fare più avanti, magari dopo essersi presentati. Perciò Sunggyu gli disse che non avrebbe scambiato le fedi nuziali con il bel principe seduta stante. Ma sicuramente il Crimsonite aveva trovato il modo per fare come gli pareva. Però non è andata male. A Myungsoo sembra piacere. Forse Woohyun sa quello che sta facendo. “Uh, sì, ho pensato che… sarebbe stato… carino”, farfugliò Sunggyu, contrastando il nodo che gli si era formato in gola. Il regalo è un’idea di Woohyun, perciò cosa direbbe Woohyun a riguardo? Perché ha fatto questa scelta? Sunggyu abbassò gli occhi sulle mani nude di Myungsoo. Non erano le tipiche mani di un regale. I Greenlander traevano piacere dal fare cose con le proprie mani, come coltivare la terra (anche se usavano comunque la magia, ma più come completamento o rinforzo). Le sue mani erano leggermente screpolate e callose, mostrando i segni del lavoto del principe. I Greenlander vivono grazie le loro mani. Sunggyu sorrise. “Le vostre mani sono preziose quanto le mie”, disse timidamente il principe, portando una mano guantata alle proprie labbra. “Anche loro hanno bisogno di essere protette.”

Myungsoo imitò l’altro e posò un gomito sul tavolo, sfiorandosi le labbra con le dita, nascondendo leggermente il proprio sorriso che stava diventando sempre più ampio. “È bello sapere che hyung si preoccupa già per me.”

“Certamente”, rispose velocemente Sunggyu, adagiandosi nuovamente allo schienale della sedia. Stava cominciando a sentirsi a proprio agio in compagnia dell’altro piuttosto velocemente. L’aria che aleggiava tra loro sembrava un calda brezza di una notte di mezz’estate. “Sono quel tipo d’uomo.”

Myungsoo osservò Sunggyu con aria incuriosita mentre quest’ultimo si portò il bicchiere di vino rosso alle labbra. “Non li togliete mai?” chiese.

“Solo quando mi faccio il bagno”, rispose freddamente il principe, rimettendo il bicchiere sul tavolo.

Myungsoo si sporse in avanti e chiese a bassa voce, “Non li togliete neanche per mangiare?”

“Cosa?” gli occhi di Sunggyu vagarono sul volto dell’altro. Sollevò le mani e afferrò l’orlo dei propri guanti; gli sembravano improvvisamente stretti. “Questi sono i miei guanti da pranzo”, borbottò con una smorfia imbronciata.

Una forte risata ruggente si disperse l’aria, accompagnata da qualche applauso. Sunggyu alzò lo sguardo e vide Myungsoo ridere istericamente, con gli occhi strizzati e le braccia che si agitavano e non riuscivano neanche a raggiungersi per battere le mani. “Sei divertente, hyung”, esclamò.

Sunggyu ridacchiò leggermente, arrossendo. “Beh, sono anche quel tipo d’uomo.”

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


Il giorno seguente Sunggyu si svegliò al suono di qualcuno che bussava alla porta della propria camera. Hoya era venuto a svegliarlo perché il principe era in ritardo per l’assemblea con i cancellieri del regno. Il sole era già alto e luminoso nel cielo. Era da giorni che non si svegliava così tardi e che non dormiva così a lungo. Si sentiva riposato, ricaricato, pronto ad affrontare la giornata e quei sgradevoli cancellieri (che potevano rivelarsi piuttosto testardi e taccagni). Ma non s’era aspettato di doversela vedere nuovamente con l’ennesima ondata di corteggiatori, che in qualche modo riuscirono ad invadere la riunione. Anche gli attempati cancellieri tentarono qualche avance, dicendo al principe quanto fosse cresciuto bene e indugiando le mani più a lungo del dovuto sulla sua schiena. Dopo esser stato ricoperto di lusinghe e regali, Sunggyu riuscì a fuggire dalla stanza con i vestiti solo leggermente strappati. Non riusciva neanche a ricordare l’ultima volta che erano riusciti ad avvicinarglisi così tanto. Sunggyu si diede una sistemata agli abiti, non aveva tempo per cambiarsi in quel momento; avrebbe pranzato con Myungsoo a breve e poi l’avrebbe portato a visitare i giardini. Il Greenlander sentirà la mancanza del verde soggiornando in questa città di mare, chi gli aveva pur detto questa cosa?

La visita andò meglio del previsto. Myungsoo rimase affascinato dall’allevamento di api per la produzione del miele che si trovava in un angolo dei giardini. Apparentemente era uno dei suoi hobby. Il ronzio delle api sortiva su di lui un effetto calmante, come rumore bianco. E Sunggyu non ricordava neanche di aver mai avuto uno spazio per l’apicoltura prima d’allora. Sembrava che fosse di recente costruzione.

Alla fine Sunggyu fu costretto ad assentarsi per andare a far visita al proprio padre (madre), promettendo all’altro che gli avrebbe presentato il re una volta che le condizioni di quest’ultimo fossero migliorate. Era una bugia. Esattamente come la bugia che propinò a sua madre, dicendo che andava tutto bene. Sunggyu non capiva. In teoria andava effettivamente tutto bene. La giornata era stata quasi perfetta, ma aveva questa vaga sensazione che mancasse qualcosa. Era come se si fosse scordato di fare qualcosa. Guardò in basso. No, i pantaloni li stava indossando ed anche la cerniera era chiusa. Le scarpe erano allacciate. Sunggyu ripercorse mentalmente gli impegni della giornata, spuntandoli tutti man mano che li elencava. Aveva fatto tutto. Dopo aver riflettuto a lungo fissando il soffitto, chinò nuovamente la testa in avanti. Stava per venirgli il torcicollo con tutto quel pensare. Esaminò il corpo immobile di suo padre. Calmo, silenzioso, proprio com’era stata quella giornata, cioè com’erano state tutte le sue giornate prima di… Woohyun. Sunggyu emise uno sbuffo ironico e scosse la testa. Non stava veramente sentendo la mancanza di quella mezza cartuccia che lo seguiva dappertutto. Sunggyu pensò che fosse esattamente come una spina nel fianco. Una volta tolta, restava la vaga impressione che fosse ancora lì e una certa sensazione di vuoto.

Sinceramente, Sunggyu era colpito dal fatto che Woohyun fosse riuscito a mantenersi a distanza, consentendo a Myungsoo e a Sunggyu di conoscersi meglio. Il principe dubitava, tuttavia, che l’altro avrebbe resistito ancora per molto. Poteva scommettere che il Crimsonite si sarebbe avventato sulla sua cena come al solito. Ma il principe finì col perdere la scommessa e mangiare da solo. Forse avrei dovuto chiedere a Myungsoo di unirsi a me, pensò, masticando un pezzo di carne. Aveva un sapore asciutto. Bevve un sorso dal proprio bicchiere e assottigliò gli occhi fissando la sedia di fronte a sé. Che senso aveva tenere due sedie al tavolo se poi mangiava da solo? Mio dio, gli mancava sul serio la compagnia di Woohyun, o semplicemente la compagnia in generale. Forse è ammalato. Sì, ha senso. Per quale altro motivo potrei non averlo visto oggi? Sarà costretto a letto. E così dopo cena si ritrovò di fronte agli alloggi di Woohyun. Cosa ci faccio qui? Se ha preso l’influenza allora potrebbe attaccarmela. Ma la sua mano stava raggiungendo la maniglia della porta. I guanti, i guanti mi proteggeranno. Questi dannati affari per una volta si stanno rivelando utili. Girò il pomello. “Woohyun?” chiese, infilando la testa nella stanza. Non c’era nessuno. La stanza era vuota. Aprì completamente la porta e mise il broncio. Se non era ammalato allora dove s’era cacciato?

Il principe entrò ed esaminò la stanza più attentamente. Si stava nascondendo? Non si sarebbe meravigliato. Mentre Sunggyu era inginocchiato a terra, cercando sotto al letto, trovò un pezzo di carta. Era stato strappato da un libro. Sunggyu lo prese e lo osservò più da vicino. Scoppiò a ridere. Era tratto dal libro che Woohyun gli aveva presentato settimane prima, quello pieno dei suoi potenziali coniugi, e quello era il profilo di Woohyun.

Nella foto, il Crimsonite sfoggiava un’espressione che lui probabilmente reputava da duro, ma l’effetto era smorzato dal grande cuore rosso che lo circondava. Aveva compilato una lista di pro, contro e possedimenti anche per sé stesso, scritta nel solo modo che Nam Woohyun conosceva: esagerando tutto (Sunggyu aveva notato già da un po’ che Woohyun non mentiva mai del tutto ma esagerava ogni cosa, distorcendo leggermente la verità).

Pro: il miglior guerriero del regno (beh, Sunggyu non poteva negarlo. La mezza cartuccia aveva sconfitto tutti i suoi migliori cavalieri nel giro di poche ore), intelligente (questo fece ridere Sunggyu. Il Crimsonite magari capiva bene le persone, ma non era esattamente un intellettuale), il più bell’uomo sulla faccia della terra (nei suoi sogni).

Contro: un po’ lento (almeno lo ammetteva) e rumoroso (a volte Woohyun non lo lasciava neanche parlare e non sembrava comprendere il concetto di ‘voce interiore’)

Beni: il mio cuore <3

Sunggyu rise tra sé e sé. Il fatto era che loro due avrebbero pure formato una bella coppia. Erano adatti l’uno all’altro dal punto di vista fisico (sì, Sunggyu poteva ammettere facilmente che Myungsoo fosse molto più bello di lui). E politicamente sarebbe stata una mossa saggia, rendendo la precaria relazione tra i due regni più stabile. Peccato che Nam Woohyun sia pur sempre Nam Woohyun, si ricordò Sunggyu.

“Hyung-nim?” Sunggyu si voltò e vide Woohyun fermo sulla soglia della porta che lo guardava con aria confusa. I suoi capelli erano umidi e la canottiera che stava indossando gli aderiva al petto. Sembrava che fosse appena tornato dopo essersi fatto un bagno, pure le sue guance erano ancora arrossate dall’acqua calda. “Che cosa ci fai qui?”

Sunggyu ignorò le sue domande e gli porse le proprie. Mostrò la pagina strappata al principe fresco di bagno e sghignazzò. “Ne hai fatto uno anche per te stesso?”

E Woohyun non sembrava neanche imbarazzato. Entrò nella stanza e si avvicinò al comodino dov’era riposta la sua collezione di lozioni e simili (un paio dei quali erano di Sunggyu ma il principe era troppo occupato a studiare la pagina per notarlo). “Ovviamente, hyung-nim”, cinguettò mentre cospargeva la lozione sulle proprie mani. “Io sono il miglior scapolo dell’intero regno!”

“Devi aggiungere ‘presuntuoso’ alla lista dei contro”, lo derise Sunggyu. In quel momento notò una piuma e dell’inchiostro lì vicino, sulla scrivania di Woohyun. “Ecco, lo farò io”, annunciò avvicinandosi al tavolo. Vi si chinò sopra, bagnò la punta della piuma nell’inchiostro e scribacchiò i propri ‘miglioramenti’ sul foglio. Una volta finito, il principe alzò lo sguardo sul Crimsonite che stava sbirciando oltre la sua spalla con un’espressione preoccupata. Sunggyu sorrise orgogliosamente. “Molto meglio”. Woohyun lesse e mise il broncio. Il sorriso sul volto di Sunggyu si fece più ampio. “Intanto che ci sono, aggiungerò che sei privo di buone maniere e ogni tanto emani un’odore strano e…”

Woohyun gli levò d’improvviso il foglio da sotto mano, col risultato che Sunggyu disegnò un’irregolare linea nera lungo la pagina. Il Crimsonite studiò il foglio e il suo broncio si fece più marcato. “Non hai niente di carino da dire?” borbottò. Sunggyu ci pensò su per alcuni secondi ed annuì. Fece segno all’altro di restituirgli la pagina. Woohyun obbedì con preoccupazione, allungandogli il foglio. Sunggyu sghignazzò tra sé e sé mentre scriveva. Una volta terminato, permise a Woohyun di sollevare il foglio. Lo lesse ad alta voce, “È più bello quando… non… parla. Hyung-nim, questo è un complimento ambiguo!” Sunggyu si limitò a stringersi nelle spalle con disinvoltura. Woohyun sospirò, “Perché mai sei venuto qui?”

Allora Sunggyu finse di provare interesse per la pila di fogli riposta sulla scrivania. “Pensavo che fossi ammalato”, rispose con tono distratto.

“No, stavo aiutando Ho-hyung con gli allenamenti. Sta organizzando una cosa chiamata ‘Red Challenge’ in cui i cavalieri mi sfidano a combattere. Ho-hyung mi obbliga ad andarci piano con loro, quindi non è divertente. Ma è comunque grandioso, vero, hyung-nim?” Woohyun andò alla ricerca di complimenti da parte di Sunggyu e si avvicinò anche un po’, chinando leggermente la testa e squotendo i capelli umidi.

Sunggyu lo ignorò. “Avresti dovuti dirmelo”, si lamentò il principe in un borbottio sommesso. “O almeno Hoya avrebbe dovuto farlo”.

“T-ti sono mancato, hyung-nim?” chiese Woohyun concitatamente. Gli occhi di Sunggyu vagarono freneticamente per la stanza, evitando di incontrare quelli dell’altro. “È così!” esclamò. Le sue braccia si avvolsero improvisamente intorno al principe e lo strinsero forte. Sunggyu avvertì l’aria venirgli a mancare nei polmoni e le proprie ossa scricchiolare.

“Lasciami! Non riesco a respirare!” gli ordinò, dimenandosi nell’abbraccio. Woohyun (sorprendentemente) obbedì. Il suo solito sorriso era stampato sulla sua faccia compiaciuta. “E non mi sei mancato”, insistette Sunggyu. “Ma mi servivi”, gli confessò, guardando le proprie dita giocherellare con il bordo della scrivania. “Per levare di mezzo i corteggiatori questo pomeriggio. Perfino quel vecchio di Jungyeop ci ha provato con me. Sei fortunato che non ti abbia licenziato per la tua assenza.”

Woohyun si sedette sul letto, togliendosi le scarpe. “Sì, fortunatissimo”, la sua voce trasudava scarcasmo. Scalciò le scarpe lontanò da sé con un sospiro. “Domani. Tornerò al tuo fianco domani.”

“Bene… ora è meglio che me ne vada”, annunciò Sunggyu. Si avvicinò alla porta e lì esitò, mordicchiandosi il labbro. Si schiarì la gola. “Me n’è venuto in mente uno”, confessò il principe.

“Uno di cosa?”

Sunggyu fece diversi tentativi prima di decidersi a sputare fuori il complimento. “Tu… tu hai una bella voce. Buonanotte”, confessò velocemente prima di uscire dalla stanza.

“NOTTE HYUNG-NIM! SOGNI D’ORO!”

Quel dannato ragazzino non sa come controllare la sua voce.

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


Nei giorni seguenti, Sunggyu tornò alla sua vecchia e regolare routine. Woohyun lo svegliava ogni mattina con la sua solita delicatezza e il loro battibecco mattutino iniziava quasi immediatamente come da norma. Sunggyu presenziava ai suoi impegni e Woohyun ai propri. I corteggiatori si avvicinavano molto raramente con il Crimsonite presente. La sua sola presenza era sufficiente e valeva come almeno 20 guardie, Hoya compreso. Solitamente il principe trascorreva i pomeriggi con Myungsoo, portandolo a visitare la città, discutendo con il Greenlander di politica ed interessi personali. Andavano incredibilmente d’accordo, anche alcuni cittadini cominciarono a dimostrare supporto verso la coppia nascente; inoltre la vendita di guanti salì alle stelle, diventando il nuovo articolo di punta per le coppie.

Sunggyu non sapeva esattamente come Woohyun si tenesse occupato durante i suoi appuntamenti, ma aveva un vago sospetto. Sua madre sembrava più felice nell’ultimo periodo, eppure le condizioni di suo padre erano rimaste le stesse, quindi ci doveva essere un altro motivo.

Ma alla fine le conversazioni con Myungsoo si fecero più serie e lunghe. Cominciarono a discutere del futuro, del loro futuro. “Beh, io non posso lasciare la mia casa”, dichiarò Myungsoo, spostando un pedone sulla scacchiera, mangiando uno dei pezzi neri di Sunggyu. Giocherellò con il pedone nero nella propria mano. “La mia gente ha troppo bisogno di me e, senza offesa, ma il tuo regno può governarsi praticamente da solo. Hai già all’avvio un sistema efficiente. Ma la mia terra necessita ancora di riforme. Posso a stento permettermi questo mese d’assenza.”

Sunggyu respirò profondamente, catturando uno dei pedoni del Greenlander. “Immagino che sia inevitabile, allora”, disse con un piccolo sorriso. Stava per vincere la partita, o almeno così gli sembrava. “C’è la possibilità di una relazione a distanza?”

“Uh, um, alla mia gente non piacerebbe”, balbettò, massaggiandosi la parte posteriore del collo. “A me non piacerebbe”, aggiunse con uno strano sorriso. Il Greenlander puntò gli occhi sulla scacchiera di fronte a sé, studiando la mossa successiva. “Noi crediamo che occorrano sia l’uomo che la moglie… o entrambi gli uomini, per coltivare la terra in modo da renderla fertile, se mi permetti di usare l’agricoltura come metafora.” Decise quale mossa compiere e si mosse verso la regina di Sunggyu. Il principe si trovò con un altro pedone in meno.

Sunggyu annuì. “Meglio insieme che lontani”, ribadì. Maledizione! Aveva mosso un pedone per proteggere la propria regina, ma sapeva che era stato inutile.

“Esattamente”. Scacco matto.

Il principe ridacchiò davanti alla propria sconfitta e alzò gli occhi dalla scacchiera per puntarli sul Greenlander, che stava sorridendo dolcemente di fronte a lui. Sunggyu avrebbe potuto perdere contro qualcuno peggiore. Si sporse in avanti. “Beh, presumo che l’unica opzione possibile sia che io mi trasferisca sulle Greenlands con te”, disse con un tono delicato.

“Lo faresti veramente?!” gli occhi di Myungsoo si spalancarono dalla sorpresa; luccicavano di felicità. Un sorriso apparve lentamente sul suo volto e Sunggyu non riuscì a reprimere il sorriso che si stava formando anche sulle proprie labbra. “Gyu-hyung, ti piacerà tantissimo vivere lì! È così aperto e… verde”, terminò inclinando leggermente il capo, pentendosi di non aver trovato qualcosa di meglio da dire.

Sunggyu incominciò a rimettere in ordine le pedine sulla scacchiera. “Immagino che sia un posto bellissimo”, rispose.

Myungsoo annuì con enfasi. “È un luogo magnifico”, insistette. Aprì la bocca con l’intenzione di dire qualcos’altro, ma uno schianto rimbombò nella stanza. I due principi voltarono di scatto la testa verso l’origine di quel rumore. Hoya se ne stava piegato su sé stesso, fermo sulla soglia della porta, cercando di riprendere fiato. Una volta realizzato che tutti gli occhi erano puntati su di lui, il comandante alzò il capo. Aveva un’espressione che Sunggyu gli aveva visto raramente in volto: era uno sguardo di completo ed assoluto terrore.

“Vostra altezza! Perdonatemi per l’interruzione ma… vostro padre-”

Sunggyu corse fuori dalla stanza ancor prima che Hoya potesse finire.

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


È finalmente successo. È successo. Se n’è andato… finalmente. Un vortice di emozioni si stava scatenando nella mente del principe, travolgendolo come una tempesta; un misto di tristezza, rimpianto, sollievo e, forse, un po’ di fame (aveva saltato la cena). Pur sapendo già da lungo tempo che era ora che venisse quel momento, nulla l’aveva preparato alla vista di sua madre, sconvolta ed in lacrime, aggrapparsi alle ceneri in cui si era dissolto il re. Le ceneri le macchiavano i vestiti, le segnavano il volto, le imbrattavano i capelli. Era come se volesse abbracciarlo di nuovo un’ultima volta, rifiutandosi di lasciarlo andare. Ci vollero ore ed una notevole quantità di pozione calmante per riuscire a farle fare un bagno e metterla a letto, per strapparla da quel cumulo di polvere grigiastra.

Sunggyu guardò fuori dalla finestra della propria stanza che si affacciava sulla spiaggia, ammirando le stelle riflettersi nel mare. Prese un respiro profondo. Quello sarebbe stato lo scenario del funerale di suo padre, il giorno seguente. L’indomani avrebbe segnato la fine del regno di un re e l’inizio di un altro, il suo regno. Il giorno in cui l’intero popolo avrebbe finalmente detto addio all’uomo che era già morto da più di un anno. Ma mia madre non lo farà. Non ci riuscirebbe. Strinse forte il davanzale della finestra; le nocche gli diventarono bianche. Non sapeva proprio cosa fare con lei, o per quanto ancora avrebbe vissuto più di suo padre, a quel punto. Ma lui aveva bisogno di lei. Aveva bisogno della propria famiglia. Aveva semplicemente bisogno di essere…

Un paio di braccia sconosciute gli circondarono la vita, e Sunggyu avvertì una guancia posarsi in mezzo alle proprie scapole. Si morse l’interno della guancia, afferrò le mani che gli stringevano la vita e le allontanò da sé, voltandosi. “Non sono dell’umore, W-” si interruppe, sbattendo le palpebre. Si trovò davanti Myungsoo.

Il Greenlander distolse lo sguardo. “Scusami. Ho solo pensato che…” le sua voce uscì strozzata, come se anche lui stesse reprimendo una tempesta che gli si stava scatenando dentro.

“No, no. Va bene”, lo rassicurò Sunggyu con tono di voce delicato. “È solo che ti avevo scambiato per qualcun altro… Hoya.” Myungsoo alzò finalmente gli occhi e i loro sguardi si incontrarono. Sunggyu allargò le braccia verso l’altro. “Vieni qui”, lo invitò con un cenno.

Myungsoo cadde senza esitazione tra le sue braccia. Si strinsero l’un l’altro. Sunggyu sorrise leggermente nonostante tutto perché pensava che fosse ironico. Sembrava che fosse lui a consolare Myungsoo e non il contrario. “Dev’essere terribile, hyung”, la voce di Myungsoo era strozzata. “Mi dispiace così tanto.”

Gli occhi di Sunggyu vagarono per la stanza e vide che la porta era ancora aperta; la luce proveniente dal corridoio si riversava flebilmente nella stanza. “Sì”, rispose, forse con un attimo di ritardo. Le sue mani davano leggere pacche di conforto sulla schiena dell’altro. Velocemente, con la coda dell’occhio, vide un’ombra infrangere la luce, e anche se era durato solo un breve istante, sapeva a chi apparteneva quella piccola obra. “È uno schifo.”

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“È de’ mortali tale il destin, dacché non son più in vita, che i muscoli tra sé, l’ossa ed i nervi non si congiungan più: tutto consuma la gran possanza dell’ardente foco, come prima le bianche ossa abbandona, e vagola per l’aere il nudo spirito.”

Dopo aver letto quel verso, Sunggyu tornò a posare il libro del proprio bisnonno sul comodino. Sembrava particolarmente adatto a quella giornata. Non aveva chiuso occhio quella notte, in trepidazione. Quando pensò che fosse il momento di alzarsi dal letto, vedendo che il sole si trovava poco sopra la linea dell’orizzonte, Sunggyu indossò l’abito tradizionale da funerale. Ed era già completamente vestito quando sentì dei passi farsi più vicini alle proprie spalle. Il principe si voltò e vide Woohyun che, sorpreso, sembrava esitante sul da farsi dato che Sunggyu era già sveglio.

Sunggyu sbuffò ironicamente, spezzando il silenzio che si era creato tra loro. “Hai seriamente intenzione di indossare quella cosa?”

Woohyun afferrò nervosamente la manica del proprio abito rosso scuro. “È un funerale. È così che ci si veste”, si difese. Si avvicinò lentemente al fianco del principe. “Sai, ritornare alla terra”. Sunggyu annuì, ricordando l’usanza dei Crimsonite di seppellire i morti nel loro terreno di colore rosso, dove pensavano che l’uomo si fosse originato in principio. Woohyun interruppe i suoi pensieri afferrando il colletto della sua veste bianca, raddrizzandolo. “Noi ci vestiamo di bianco quando ci sposiamo. Voi cosa indassate?”

“Non questo”, scherzò Sunggyu, agitandosi un po’. “Presumo che lo vedrai molto presto.”

Woohyun lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. “Le cose stanno andando bene con Myungsoo?” chiese. Il suo sorriso sembrava un po’ forzato, ma era comprensibile. Quello non era un giorno felice.

“Non è il momento opportuno per discutere di questo”, lo rimproverò Sunggyu. Raddrizzò la schiena e recitò i loro doveri, “Io devo andare a prendere mia madre, mentre tu devi unirti a Hoya, con il resto dei cavalieri.” Poi passò accanto al Crimsonite, uscendo dalla stanza, o almeno era quello che aveva intenzione di fare.

“Aspetta, hyung-nim. Non andartene subito”, lo richiamò Woohyun e Sunggyu si fermò, voltandosi. Woohyun si avvicinò a lui e lo avvolse in un abbraccio. Una breve risata passò attraverso le labbra di Sunggyu. In meno di 24 ore aveva ricevuto più abbracci di quanti ne avesse ricevuti negli ultimi 5 anni. Ed era sorpreso da quanto gli trasmettessero sensazioni differenti. Con Myungsoo, si era sentito come se l’altro gli si fosse posato addosso come una calda coperta di cashmere. Ma con Woohyun, Sunggyu riusciva a sentirlo fin dentro le ossa, entrargli nel profondo.

Il principe realizzò che stava ricambiando l’abbraccio e anche un po’ troppo a lungo. Si schiarì la gola. “Hai finito o no?”

Woohyun lo lasciò andare, chinando il capo. “Uh, sì. Scusa. È meglio che vada.” Il Crimsonite con l’abito vivace incominciò ad allontanarsi con un’andatura cupa.

“Woohyun, aspetta”, stavolta fu Sunggyu a fermare l’altro. Woohyun lo guardò con un sopracciglio inarcato. “Mia madre, non sarò in grado di occuparmi di lei da solo, e lei ha detto che una volta tu eri il mio sostituto, quindi…” la domanda rimase sospesa a mezz’aria.

Woohyun sorrise dolcemente ed anche tristemente allo stesso tempo. Annuì brevemente. “Mi prenderò anch’io cura di lei, hyung-nim.”

“Grazie.”

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Sunggyu e la regina guidarono la processione per le strade della città, tenendo tra di loro la scatola contenente le ceneri del re. Tutti quanti, di qualsiasi età e nazione, vi presero parte. La processione ebbe luogo nell’oscurità della notte, come da tradizione, e così ognuno tenne tra le proprie mani una sottile candela bianca per illuminare la strada. Ma Sunggyu non ne aveva una. Tutto quello che poteva vedere era l’accecante oscurità di fronte a sé. Ma non aveva importanza. Conosceva la città come il palmo della propria mano.

Alla fine raggiunsero la loro destinazione, la spiaggia con la scintillante sabbia bianca (da cui derivava il nome del regno). E dove le onde toccavano la sabbia, si trovava una barchetta piena di piccoli fiori. Sunggyu e sua madre depositarono la scatola sul cuscino di boccioli in fiore. La regina diede al proprio figlio un veloce ma affettuoso abbraccio e bacio sulla guancia prima di unirsi di nuovo al resto delle persone presenti. Una delle dame di corte le porse una candela che posò un bagliore inquietante sul suo volto scavato.

Sunggyu deglutì con forza, tornando a prestare la propria attenzione alla barca in cui riposava il defunto re. Prese un respiro profondo, cercò di calmare il proprio cuore che batteva all’impazzata nel petto. Era il momento. Parlò con voce tonante, che risuonò contro le echeggianti onde, “Possano le acque venirti in contro. Possa il vento essere sempre alle tue spalle. E possa il sole riscaldarti il viso. E fino a quando ci rincontreremo, possa Dio tenerti nel palmo della sua mano.” Camminò tra le onde, trascinando la barca con sé, e una volta che non si trovò più nelle acque basse, spinse la barca in mare aperto. Respirò profondamente, guardando la barca allontanarsi. Le acque erano così limpide che riflettevano le costellazioni sopra di esse. Era come se suo padre stesse salpando per andare a trovare il proprio posto tra le stelle.

Poco dopo, anche il principe-ormai-re tornò ad unirsi alla folla, posizionandosi accanto a sua madre. Anche Myungsoo era al suo fianco, appoggiandosi a lui, prendendo la sua mano nella propria. Ma tutto quello che il principe riusciva a percepire era la stoffa del suo guanto penetrargli nella pelle. Era freddo.

●▬▬▬▬๑♔๑▬▬▬▬●


Mancavano solo poche ore all’alba quando Sunggyu fece finalmente ritorno ai propri alloggi. Il calore del letto lo stava chiamando a sé da tutta la notte e lui non voleva nient’altro che sfuggire al freddo e accogliere la dolce evasione che era il sonno. Forse Woohyun si deciderà a lasciarmi dormire stavolta, scherzò tra sé e sé. Si tolse il cappotto e allentò la cravatta intorno al proprio collo. Li buttò in un angolo della stanza, lanciando distrattamente un’occhiata fuori dalla finestra. Ma dopo averlo fatto una volta, il principe lo fece di nuovo. Si avvicinò alla finestra. Illuminato dalla fioca luce della luna, Sunggyu riuscì a vedere chiaramente una figura in rosso risaltare sulla sabbia bianca. Sospirò e afferrò il proprio cappotto sgualcito. “Merda… e io che volevo solo dormire.” Uscì dalla stanza.

“Woohyun, cosa stai facendo qua fuori?” chiese Sunggyu, avvicinandosi al Crimsonite che se ne stava seduto con il mento appoggiato sulle ginocchia. Ma quest’ultimo rimase immobile come una statua, con gli occhi fissi sull’orizzonte. Sunggyu si schiarì la voce e parlò un po’ più forte, pensando che l’altro non fosse riuscito a sentirlo a causa del rumore delle onde. “Hyun, cosa stai facendo?” Woohyun voltò il capo dall’altra parte. Stava ignorando il principe di proposito. “Stai bene?” gli chiese Sunggyu, cominciando a preoccuparsi. “Hai intenzione di rispondermi o no?” Niente. “Bene. Stattene qua fuori. Come se me ne importasse.” Il principe si voltò con l’intenzione di andarsene.

Pochi minuti dopo, tornò indietro. Sunggyu piazzò la faccia a soli pochi centimetri di distanza da Woohyun, che stava facendo di tutto per nascondere il proprio volto al principe, mentre quest’ultimo stava cercando di guardarlo negli occhi. Le loro teste continuarono a muoversi su e giù per un po’. Sunggyu non smise un attimo di chiedere “Cosa? Che c’è che non va? Stai piangendo?” Alla fine, Sunggyu si fermò e si morse la lingua, osservando il volto di Woohyun nascosto tra le sua ginocchia. Il principe sospirò, gettando la spugna, e si sedette accanto all’altro.

Il silenzio che si creò tra loro divenne opprimente per Sunggyu. Quella giornata era stata troppo silenziosa, troppo lugubre. E l’ultima cosa di cui aveva bisogno era che perfino Woohyun se ne stesse in silenzio. Non riusciva a sopportarlo. Qualcuno doveva spezzare quel silenzio, perciò lo fece, “Io e Hoya abbiamo giurato di non farne parola con nessuno, ma”, fece una breve pausa prima di continuare. “Io e lui siamo andati a cercare la strega appena lei ha lasciato la città. Avevo detto a mia madre e ai cancellieri che avremmo fatto visita ad altri regni per rassicurarli sulla nostra stabilità, ma in realtà abbiamo mandato qualcun altro ad occuparsi di quello.” Sunggyu si interruppe per lanciare un’occhiata a Woohyun, che aveva abbandonato il riparo delle proprie ginocchia per guardare Sunggyu con la coda dell’occhio. Sunggyu proseguì, “Abbiamo impiegato due settimane di ricerche nei sobborghi per trovarla. E quando l’abbiamo fatto, la sua terra era prospera e… beh, aveva finalmente capito come evocare la pioggia. Inizialmente avevo cercato di essere diplomatico. Teoricamente, dato che la sua terra era tornata come prima, lo stesso spettava a mio padre. Ma lei s’era rifiutata perché mio padre non aveva fatto nulla per aiutarla. Stupida stronza. Le sue terre non erano neanche sotto il dominio di mio padre. Se l’era presa con lui solo per divertimento.” Grugnì, lanciando una conchiglia nell’acqua, cercando di sfogare la rabbia che gli stava nuovamente ribollendo dentro. Sospirò e osservò la conchiglia affondare nel mare. “Perciò l’abbiamo uccisa, cioè, Hoya ha fatto la maggior parte del lavoro ma io l’ho fatta fuori. Volevo avere la soddisfazione. Poi siamo andati nelle Wastelands per trovare qualcuno che sciogliesse l’incantesimo. Ne avremmo visti almeno un centinaio, ma la risposta era sempre la stessa: era troppo tardi. Parti dell’incantesimo erano irreversibili. Le sue vene ed arterie si erano già irrigidite. Se l’avessimo mosso improvvisamente, si sarebbe sgretolato in un attimo. E, beh, non sarebbe stato positivo. Quindi, dopo un mese di ricerche, siamo tornati, e io me ne sono andato nella mia stanza e ho pianto. Per me, quella è stata la notte in cui mio padre è morto. Ho già versato troppe lacrime, ho passato troppe notti insonni. Il mio lutto è durato a lungo. L’uomo che ho spinto tra le onde non era mio padre, era solo un suo riflesso.”

“Perché mi stai dicendo tutto questo?” Woohyun si decise a parlare appena Sunggyu terminò il discorso. Lo stava finalmente guardando negli occhi. Sunggyu riuscì a scorgere i suoi occhi arrossati (simili al suo abito) e le scie umide lungo le sue guance.

Sunggyu si strinse nella spalle. “Perché sembrava che avessi bisogno di sentirlo.”

“Davvero?” chiese Woohyun, tirando su con il naso. Tornò a rivolgere il proprio sguardo verso il mare. Il Crimsonite si asciugò il volto sbrigativamente e mugolò piano. “È solo che… mi piaceva tuo padre. Era un brav’uomo, un grand’uomo.” Gonfiò le guance a si lasciò andare ad un lungo sospiro, cercando di controllare le proprie emozioni. “Mio padre ha detto che tuo padre era il solo che ci abbia mai trattati come persone e non come delle bestie. Lui ci parlava con rispetto, non con sufficienza, e ci ascoltava veramente, rispettando le nostre opinioni. Lui capiva che solo perché parliamo lentamente, non significa che siamo stupidi. Ed era affascinante.” Voltò di nuovo il capo verso Sunggyu, lo sguardo abbassato sui piedi del principe. “A mio padre piaci anche tu.”

“Veramente? Perché?”

“Perché questa è la prima volta nella storia che ad un Crimsonite sia mai stata assegnata una posizione non militaresca in un regno straniero. Lui pensa che tu sia proprio come tuo padre. Che tu mi rispetti e credi in me”, spiegò Woohyun. Poi alzò gli occhi per incontrare quelli di Sunggyu. Erano assottigliati e neri come la pece. “Ma lui non sa la verità. Come sei veramente. Se lo sapesse, non lo direbbe”, disse, quasi ringhiò.

Sunggyu inclinò il capo e diede una gomitata scherzosa all’altro. “Pensi che io non creda in te?”

Woohyun si scostò in modo che il più grande non potesse toccarlo. “Hyung-nim, sono arrivato alla parte del libro che tu volevi che io leggessi”, confessò. “Ci ho messo un po’ perché il libro è davvero grosso.” Guardò Sunggyu, deluso. “Tu… tu hai pensato che avrei semplicemente ucciso tutti i pretendenti, non è vero?”

“Ah, no, io-” balbettò Sunggyu, cercando inutilmente di difendersi. Woohyun gli lanciò un’occhiataccia. Sunggyu si morse il labbro. “D’accordo, è vero”, ammise. “A quei tempi ero disperato e ingenuo e stupido, ma tu mi hai dimostrato che stavo sbagliando. Tu me lo dimostri continuamente. Ciò che hai fatto è stato ancor meglio e adesso, insieme a Hoya che conosco da tutta una vita, tu sei una delle persone in cui credo di più.”

“Sul serio?” chiese Woohyun, come se quasi non riuscisse a crederci, avvicinandosi a Sunggyu per controllare se ci fosse qualsiasi segno di esitazione che potesse smentirlo. Ma Sunggyu era fermo e sicuro di sé. Annuì con enfasi, sperando che il Crimsonite riconoscesse la sua onestà. Ma Woohyun si avvicinò ancora di più in ogni caso, allineando le pupille con quelle del principe come se stesse cercando di penetrare nella sua mente. Sunggyu avvertì le punte dei loro nasi sfiorarsi e il respiro caldo di Woohyun sulle proprie labbra; non si mosse comunque, non si tirò neanche indietro. Era indispensabile che Woohyun sapesse che stava dicendo la verità.

Woohyun posò le proprie labbra su quelle di Sunggyu e si ritrasse poco dopo. “Anch’io credo in te”, disse, aprendosi nuovamente nel suo solito sorriso.

Sunggyu era sconvolto, gli occhi spalancati e il corpo immobile. Poteva ancora sentire ed avvertire il respiro di Woohyun contro la pelle. La sua mano scivolò sulla sabbia, avvicinandosi sempre di più. Abbassò leggermente il capo all’altezza dell’altro. Solo un altro po’ e…

Woohyun si alzò d’improvviso. “È meglio se adesso rientriamo, hyung-nim. È tardi. So bene quanto ti piace dormire.”

Solo un altro po’ e… Sunggyu sarebbe stato nei guai.


   
 
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