Quando si subisce un forte shock
emotivo, sopratutto se comportato da delusione amorosa, si smette di mangiare,
di dormire e di esser felici.
Non ricordo dove la lessi una roba del genere, probabilmente dal Magazine delle
Streghe che mamma si ostina da anni a collezionare.
Non mi sono sentito mai infelice come quella notte però, come a voler eccedere
dalla norma, mangiai come un porco e mi addormentai quasi subito, sotto le
amorevoli cure della mia sorellina impietosita e del mio migliore amico ancora
sconvolto.
Il silenzio innaturale di qualche ora prima era stato rotto dall'apertura e
chiusura repentina della porta accanto. La mia mente era ancora abbastanza
lucida dal formulare delle ipotesi: Hermione aveva lasciato la stanza di Kevin
e, probabilmente, si era fiondata nella sua per confidarsi con una Ginny che per
quella notte non avrebbe fatto ritorno.
Curioso che come quella che altrimenti sarebbe stata considerata una vacanza estiva
tra amici, si stesse per tramutare nella guerra più ridicola della storia.
No...no...niente manganellate o anatemi illegali per aria (anche se, come ho
ripetuto più volte, la voglia di farne era sempre più insistente).
Quello che si attuò nei due giorni seguenti fu qualcosa di talmente crudele e
patetico che non ebbe nè vincitori nè vinti.
Quando vi racconterò la fine di quest'avventura, sarà come assistere ad un
massacro di gruppo, vi avverto.
Il piano di Ginny era sostanzialmente semplice.
Dopo avermi lasciato il tempo e lo spazio di riprendermi, ossia quando
finalmente, dopo circa tre ore, smisi di restare immobile e pensieroso, mi si
avvicinò con una pacca sulla spalla ed un ghigno furbetto.
"Fatti vedere con una bella ragazza ed il gioco è fatto" esclamò passando in
rassegna dei nostri visi, egualmente sgomenti.
"Se è come penso io, Hermione scoppierà di gelosia. A quel punto non potrà far
altro che scusarsi dei propri errori e mollare quel bellimbusto"
Disperato com'ero in quel momento cominciai a valutare le parole della mia
sorellina e ad accettare inconsciamente il consiglio che mi proponeva.
Insomma lo dice sempre anche mia madre: le cose più semplici sono anche le più
efficaci.
Accettai quasi subito, nonostante qualcosa nell'aria mi dicesse che stavo per
peggiorare la situazione, ma son bravo a far orecchie da mercante.
Stilammo una lista di azioni da seguire e, maniacalmente, ci demmo dei compiti
ben definiti.
Ginny avrebbe fatto sputare il rospo ad Hermione e, nel frattempo, avrebbe
inventato storielle sulla mia immaginaria vita sentimentale.
Harry invece era addetto a circuire Kevin, a tentare di allontanarlo e a farlo
scendere da quel gradino di perfezione sul quale troneggiava fiero.
Io mi sarei limitato a limonare in pubblico con la complice e ad assumere
un'espressione idiota ogni qual volta lei fosse presente (non che mi ci sarebbe
voluto
molto, a dirla tutta).
Il problema si venne a presentare quando, dopo aver passato il resto della notte
a mandare gufi alle amiche di Ginny più vicine a Londra, ricevemmo una caterba
di risposte negative.
Sentitamente dispiaciute, certo, ma negative.
E così le nostre speranze si affievolivano man mano.
Scesi a colazione. Harry dormiva come un ghiro e Ginny si era ritirata in camera
con la scusa di un forte mal di testa.
Come da copione Hermione era lì, sola ed assorta nella lettura del numero
giornaliero della Gazzetta.
"Ciao..." bofonchiai dopo un'iniziale progetto di scappar via. Lei non sorrideva
nè era triste.
Delle brutte occhiaie le contornavano gli occhi ed il viso era pallido. Sussurrò
uno ciao appena udibile e capii all'istante che qualcosa non andava.
"Il tuo...*amico*?" le chiesi burbero, dopo aver raccolto il coraggio
necessario.
"Uscito" risposte laconica.
C'entrava qualcosa lui, ne ero certo. Quel lurido pezzo di merda magari era scappato
dopo essersi rubato la sua innocenza.
Lei si limitò a guardarmi per qualche secondo, come se stesse studiando
approfonditamente ogni linea dei mio viso.
Mi sentii avvampare. In altri casi l'avrei consolata chiedendole il perchè di
quell'aria funerea.
Ma, stupidamente, preferii non indagare.
Mi alzai di scatto con il forte bisogno di fare due passi all'aria fresca.
Hermione sembrò voler dire qualcosa, ma non gliene diedi modo.
Scappai in giardino con la ferma convinzione che stava semplicemente
raccogliendo ciò che aveva seminato.
Respirai a pieni polmoni l'aria smorzata di quella grigia mattina babbana. Avrei
voluto urlare, fare qualcosa di grande, solo per sfogare la moltitudine di
emozioni che mi racchiudevo dentro.
"Dobbiamo fare qualcosa..."
Ginny uscì dalla camera verso ora di pranzo con in faccia stampata la
soddisfazione che poteva avere un suino dopo un pasto molto abbondante.
Il suo ghigno si era allargato e, dopo aver trascorso il pranzo ad osservare
Hermione in silenzio quasi tombale, mentre la nostra vittima si recava alla
toilette schiarì la voce e si preparò ad iniziare.
"Travestiamo Harry da donna" mugugnò felice, come se fosse una cosa
normalissima. "Lasciate fare a me, non lo riconoscerà nessuno"
Sarei proprio curioso di sapere che faccia avessimo assunto in quel momento io
ed il mio amico.
So per certo che Harry lasciò cadere la forchetta nei suoi cavoletti di
Bruxelles e non aprì bocca per un buon periodo. Io avevo una paresi per tutto il
corpo.
"Ma sei matta, Gin?" esclamai cercando di non farmi udire da Hermione, che
intanto era comodamente waterizzata "Cioè...se Hermione ci scopre sono guai...ma
guai tremendi!"
Quella piccola peste mi zittì con uno schiaffo ben poderato sulla mia povra
testa, già dolente di suo. Harry intanto viaggiava in mondi paralleli.
"Se vuoi riavere Hermione è l'unica soluzione..."
Non avevo mai detto di *rivolere* Hermione (non l'avevo mai avuta, a dire il
vero). Nè tantomeno avevo mai confessato che in fondo in fondo di lei ero stato
sempre un pò attratto.
Ma Ginny dava per scontato queste cose e io non mi scomodavo a negar nulla, dato
che un fondo di verità c'era.
Semplicemente mia sorella era stata tanto più sveglia di me da essersene accorta
ancor prima che io riuscissi ad ammetterlo.
Quando Hermione tornò dal bagno credo che si sia fatta diecimila quesiti sul
nostro strano atteggiamento.
"Successo qualcosa?" chiese alzando un sopracciglio, scrutandoci come se fossimo
tre piccoli ladri.
Nè io nè Harry avevamo le facoltà mentali per risponderle, ma Ginny pensò a
tutto.
"Herm...? Dovrei chiederti un piacere" esordì poggiando i gomiti sul tavolo e
sbattendo gli occhioni.
Hermione, che raramente resisteva alle coccole di mia sorella, posò la forchetta
all'istante "Tutto quello che vuoi"
"Una mia amica...di...di una scuola Irlandese...sai siamo amiche di penna..."
titubò Ginny ma Hermione la incitò ad andare avanti con un gesto della mano.
"Sarà a Londra per dei giorni...un paio credo...ti spiace se passa un pò di
tempo con noi? Ci vediamo così raramente..."
"Hai un'amica di penna?" chiese la padrona di casa, stranita al punto giusto.
"Si...ci scriviamo raramente sai..."
Come ormai di routine, cadde un silenzio gelido. Stavo quasi per alzare bandiera
bianca e rassegnarmi quando la voce di Hermione riempì la stanza, squillante.
"Va bene, può dormire qui"
Ci guardammo come se avessimo fatto una grande vincita alla lotteria.
Il piano poteva avere inizio.
*
La mia ragazza si chiamava Jodie
(avevamo optato per Marie o Luana, ma sembravano poco appropriate al suo
aspetto, o perlomeno a Ginny parve così).
Aveva degli occhi molto belli, verdi e grandi. E lunghi capelli neri talmente
lucidi da poter sembrare una parrucca se visti troppo da vicino.
E poi aveva una luuunga frangia che le copriva la fronte, quasi come se avesse
qualcosa da nascondere.
La sua vocetta era un pò stridula, è vero, ma purtroppo era affetta da un
tremendo raffreddore, nonostante fossimo in piena estate.
Il mio amico Harry Potter aveva ricevuto un gufo quel pomeriggio stesso. Lupin
lo rivoleva a Grimmauld per parlargli di una cosa (che successivamente ci
sarebbe venuta in mente).
Così Harry Potter aveva ringraziato Hermione dell'ospitalità, promettendole di
far ritorno quanto prima, nascosto il suo bagaglio sotto il letto e messo in
scena una partenza strappalacrime.
Kevin telefonò quella sera stessa, ma non riuscimmo a comprendere neanche una
parola della conversazione tanto parlava fitto quell'arpia. Mi resi nuovamente
conto solamente che aveva un'aria davvero depressa e che il suo pallore era
sempre più accentuato.
Mia sorella Ginny ci aveva messo circa quattro, e dico quattro, ore per rendere
il mio amico Harry Potter, la bellissima Jodie, rivelandosi una truccatrice
davvero esperta (ovviamente lavoravamo di notte).
Ero là là per proporre a quella folle di lasciar perdere prima che Hermione
cominciasse a sospettare qualcosa che mi apparve davanti questo lusso di donna.
Non feci neanche in tempo a formulare il pensiero "Merda! Ma allora mia sorella
ha trovato un'amica da portare!" che la bellona emise un grugnito che riconobbi
come la voce del mio migliore amico.
Seconda volta che mi salirono i conati di vomito in meno di ventiquattro ore.
Era mattino accennato quando uscimmo dalla camera. Harry, che da questo momento
chiamerò Jodie quando è travestito, per comodità, fu fatto uscire dalla porta di
servizio.
Io, dalla principale, fui cacciato in giardino.
Ginny tornò in camera dopo aver bisbigliato qualcosa ad Harry fitto fitto.
Mi sentivo un perfetto cretino, ma mi era stato detto di aspettare e di lasciar
fare a *Jodie*.
Sinceramente non so con quale stratagemma Ginny indusse Hermione ad affacciarsi
alla finestra, che come ho già detto dava sul giardino, e ad osservare la scena.
Mi voltai verso destra e notai Jodie, con tanto di borsone di Ginny taroccato a
seguito, pantaloni fin troppo stretti sempre di mia sorella e una t-shirt
abbastanza larga da coprirne il fisico mascolino (che poi fortuna vuole che
Harry sia davvero una mezzasega, quindi non fu difficilissimo camuffarlo). Mi
correva incontro con un sorriso tiratissimo.
"Jodie!" gridò Ginny dall'alto della sua finestra.
Alzai la testa e notai Hermione piuttosto smarrita. Come se si stesse pentendo
all'istante della scelta che aveva fatto.
Jodie mi si fiondò addosso abbracciandomi (forse Ginny, dall'alto della sua
disonestà, aveva anche drogato Harry per fargli fare quelle cose).
La mia testa era ancora alzata verso la finestra. Come imbambolata.
Mi bastò vedere la faccia di Hermione mentre avevo Jodie stretta al collo per
capire che ormai era fatta.
Avrei vinto io.
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CONTINUA
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I personaggi di Harry Potter
sono © J.K.Rowling, Bloomsbury.
So di essere *punibilmente* assente negli ultimi tempi, ma davvero la testa non
ci sta. Volevo dirvi che anche se non commento molto [ è perchè spesso salvo le
fic e le leggo dal portatile nel lettuccio ] sappiate che vi sto leggendo ;_;
non vi inquieta questa cosa *u_u*? Mehe! Questa fanfic, per quanto mi esaltasse
inizialmente, non mi sta dando le soddisfazioni che mi ero immaginata.
Quindi scusate se il ritmo incalzante di aggiornamenti va via via scemando, ma
tanto è quasi terminata e, come dicevo, roba del genere serve per sbloccarmi da
questo stato anti-scrittura. Mi auguro che al terminare di questa ((mancano si e
no due capitoli)) riesca a proseguire tutta la roba che ho lasciato in sospeso
;_; è una vergogna, sob ;_;.
Intanto, come sempre, ringrazio tutti per l'appoggio e le recensioni, che fanno
sempre tanto piacere! :*