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Autore: DanieldervUniverse    16/07/2015    1 recensioni
Squall e Cloud sono due rivali giurati dal primo giorno di scuola, e al terzo anno ancora non si quietano. Purtroppo il tempo non attenderà, e sotto la guida di Xemnas l'Organizzazione e i suoi alleati trameranno nell'ombra per loschi propositi. Gidan, Tidus, Lightning, Ashe, Yuna, Terra, Bartz, Aerith, Kain, Sephiroth, Jecht, Artemisia, Guerriero di Luce, Axel, Saix, i più grandi personaggi della saga incroceranno i propri destini in questa lotta, tra odio, morte, amore, intrighi e inarrestabili scherzi e gag. Ridete in allegria.
Coppie non canon: Rydia x Zexion; Artemisia x Sephiroth, Ashe x Lightning
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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A\N: Okay, e qui RIiniziamo la parte 3...

DII\N: Di cosa si RIparla oggi?

A\N: Un amore fraterno, o quasi.

DII\N: Scusa ma visto che te lo RIchiedono, perché non fai uno Yaoi? La tua notorietà salirebbe alle stelle.

A\N: …..................................................................................................................

DII\N: Non ti piace.

A\N: Diciamo che non mi piace come piacerebbe alle ragazze.

DII\N: RIcomprensibile.

A\N: Comunque RIandiamo avanti...


Cecil fece un altro profondo respiro, cercando di non urlare, mentre Kain finiva di recitare l'incanto.

Quando l'ultima sillaba uscì dalla bocca del guerriero nero Cecil ricadde ansante sul letto mentre i circoli magici di colore violaceo si dissolsero nel nulla.

Mentre Cecil finiva di soffrire Kain si affrettò a porgli un panno bagnato sulla fronte.

-Stai bene?- chiese i biondo, mentre l'altro continuava ad ansimare, con gli occhi chiusi.

I minuti scorrevano veloci, mentre il Dragone stringeva la mano dell'amico.

Era madida di sudore.

Infine Cecil ricambiò la stretta.

Il principe aprì gli occhi e smise di ansimare.

-Si, sto bene.

Con un sospiro di sollievo Kain si rilassò, portando la mano dell'amico alla fronte in un muto ringraziamento.

-Sembri stare peggio di me, Kain. Cosa ti è successo?- chiese Cecil mettendosi a sedere.

Dopo alcuni secondi d'esitazione Kain lasciò andare la mano dell'amico e si erse in tutta la sua possanza.

-Così non può continuare- disse, con un tono grave.

-Perché?- chiese nuovamente il ragazzo con i capelli bianchi.

-Mio principe, io non sono Golbez. Non sono neanche Rosa. La mia forza magica non è paragonabile alla loro. Gli incantesimi e i sigilli magici non fanno parte della mia forza. È troppo pericoloso.

-Rosa e Golbez ti hanno insegnato quanto serve. Hai svolto un ottimo lavoro in questi ultimi anni. E poi- fece Cecil mettendogli una mano sulla spalla -Abbandona gli onorifici, sei il mio migliore amico.

Detto ciò il ragazzo andò verso l'armadio per scegliere qualche abito da infilarsi, altrimenti appena avrebbe messo il naso in classe le ragazze se lo sarebbero mangiato vivo.

-Cecil, lo capisci che cosa intendo?- disse Kain, abbastanza sconvolto.

-Lo so. Ma non vedo perché dovrei preoccuparmi- rispose, sorridendo con innocenza infantile, l'altro.

-Mi è stato esplicitamente ordinato di proteggerti!- insisté il biondo.

-Te l'ha detto il re o te l'ha detto Rosa?- chiese Cecil con aria furba, facendo arrossire di botto il povero Kain.

-Que-questo non è importante- rispose lui cercando di trarsi d'impaccio, evitando il contatto visivo.

-Non preoccuparti Kain. Mi ha protetto come meglio potevi. Non hai colpa per quello che accadrà in futuro- cercò di rassicurarlo Cecil, tirandosi su i calzoni.

-Ma se invece fosse così? Se io non riuscissi a proteggervi? Io...- ricominciò ad incalzare il Dragone, prima che Cecil lo interrompesse dandogli una pacca sulla schiena.

-Santo cielo non sono ancora morto, Kain. Non fasciarti la testa prima di essere colpito- disse il Paladino sorridendo come al solito.

Dal canto suo Kain per poco non si diede un ceffone in fronte.

“Possibile che non si renda conto?”.

Cecil riusciva sempre a farlo impazzire in ogni situazione.

Vedeva solo il lato positivo delle cose, non era mai preoccupato, non aveva paura di niente, non si sentiva mai minacciato.

Come regnante avrebbe potuto conquistarsi facilmente il favore della gente, ma come combattente...ma la paura di Kain era un'altra.

Cecil stesso ne aveva sentito parlare, ma mai l'aveva potuta veder con i suoi occhi.

Lui si.

Rosa si.

Ricordavano entrambi quel giorno nel bosco, da bambini, quando quella cosa era apparsa.

Una volta tornati al castello, il re aveva subito ordinato al suo stregone più potente, Golbez, di trovare un rimedio, e quest'ultimo si era subito chiuso con Cecil nella sua camera.

Dopo due giorni era riemerso, distrutto.

-Kain, Rosa. Cecil avrà bisogno del vostro sostegno per proteggere se stesso e le persone attorno a lui- gli aveva detto lo stregone.

Da quel giorno Rosa e Kain erano vissuti nel terrore che quella cosa potesse ripetersi, ma Cecil aveva continuato a sorridere, ignaro di tutto.

Il re sembrava non darlo a vedere, ma le condizioni del figlio adottivo gli pesavano molto sulla coscienza, portandolo ad essere sempre più scostante e ombroso.

Quando infine era stato proposta la disponibilità ad accogliere i più valenti guerrieri nel Garden costruito dalla Shinra, il re aveva immediatamente ordinato a Cecil di recarvisi.

Per tenere Rosa al sicuro tanto dall'amico, tanto dalla Shinra di cui aveva sempre sospettato, Kain aveva richiesto di accompagnare Cecil, e il re aveva acconsentiti, condividendo le preoccupazioni del giovane

-Fa che torni sano e salvo a casa, me lo prometti Kain?- aveva pregato Rosa il giorno della partenza.

-Kain, ci sei?- gli disse Cecil interrompendo il filo dei suoi pensieri.

-Eh? Ah si si, chiedo scusa- rispose il biondo, scuotendo il capo per schiarirsi le idee.

-Ti ho detto di parlarmi senza onorifici- gli disse l'altro con una certa enfasi -Che hai oggi? Sembravi più scosso del solito quando sei arrivato per recitare l'incanto.

-Come fa a...?- stava dicendo Kain quando Cecil lo interruppe -Ormai cominciò ad abituarmi.

Il biondo fisso il bianco negli occhi, prima di scuotere il capo rassegnandosi.

-Non era niente, solo un pazzo che aveva minacciato Rydia- Kain sentì lo presa ferrea di Cecil sulla sua spalla.

-Kain...

-Tranquillo non gli ho fatto niente.


Kain scosse il capo, cercando di scacciare il dolore.

La testa pulsava, e gli occhi erano tutti appannati, i ricordi sconnessi.

Kain cercò di alzarsi a sedere ma scoprì di non averne la forza.

Con le braccia abbandonate ai lati, il Dragone alzò un poco la testa, cercando di mettere a fuoco la scena.

Pian piano anche la testa riprese a funzionare con il giusto ordine.

I ricordi si riposizionarono: Rydia, Zexion, Saix...

Poi il vuoto.

Kain chiuse gli occhi nuovamente, sopportando un altra fitta di dolore mentre staccava la schiena dal muro.

Quando li riaprì riuscì a scorgere la figura di Xemnas, in piedi con le braccia conserte, al centro della sala.

Kain faticava ancora a tenere sotto controllo i propri sensi.

Poco oltre Xemnas poté scorgere Saix, nella sua stessa condizione.

A quel punto capì: il leader dell'Organizzazione XIII...

-Non ho intenzione di vedervi compiere altre azioni infantili- Xemnas pronunciò ogni sillaba come se stesse sollevando un letale nemico per il bavero.

Poi si volse e tornò alla tavola, dove quasi tutti tranne Seymour e Seifer lo guardarono con paura.


-Ha invocato perdono appena mi ha visto arrivare- mentì ancora il Dragone, senza voltarsi.

Cecil lo lasciò andare con un sospiro -Non cercare mai più di farti giustizia da solo, hai capito? C'è la squadra disciplinare per queste situazioni.

-Farò in modo di ricordarmelo- rispose Kain, a disagio.

-Ceeeeerto- disse Cecil con sarcasmo addolcito -Tipo quando hai appeso Squall al muro perché aveva scortesemente scostato dalla sua strada alcune ragazze che volevano dargli i cioccolatini di San Valentino?

Kain subì una scossa elettrica lungo tutta la spina dorsale.

-Questo è giocare sporco Cecil!- esclamò il Dragone paonazzo, mentre l'altro sorrideva con falsa innocenza.

I due si allontanarono continuando a chiacchierare amabilmente, uscì dalla e allontanandosi lungo il corridoio.

E non videro Xemnas, appoggiato con calma affianco alla porta della camera.

Aveva seguito Kain, incuriosito dalla paura che quest'ultimo aveva mostrato sul volto, e si era fermato fuori dalla camera, in silenzio, riuscendo ad ascoltare tutto.

“Cecil Harvey, Kain Highwind” pensò il guerriero “Cos'è che non potete rivelare al mondo?”.


A\N: Fine.

DII\N: È RI più corta del solito.

A\N: Be, queste dovevano essere storie brevi. Più sono brevi, più è facile scriverle, prima torno a scrivere la storia principale.

DII\N: La quarta e ultima parte è pronta?

A\N: Beh ora quasi...

  
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