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Autore: jas_    17/07/2015    3 recensioni
[Stalia]

«Non farlo mai più» ripeté Malia tra sé e sé, col respiro leggermente accelerato e gli occhi vigili sulla strada. Si morse il labbro inferiore e lanciò uno sguardo al contachilometri, spostandosi poi sul profilo di Stiles.
Il suo naso alla francese fu la prima cosa che attirò l’attenzione di Malia, che spostò poi lo sguardo sulla sua pelle chiara e sui piccoli nei che risaltavano su di essa. Non aveva alcun accenno di barba, il che rendeva il suo viso candido ancora più innocente. Seguì poi la linea delle sue braccia fino ad arrivare alle sue mani sul volante. Le dita lunghe e sottili si muovevano su e giù, seguendo un ritmo che probabilmente Stiles aveva in testa, le sue unghie erano corte e mangiucchiate.
«Che c’è?» domandò il ragazzo, sentendosi osservato, ma senza osare distogliere nuovamente lo sguardo dalla strada.
Malia tornò a guardargli il viso serio e concentrato.
«Nulla» disse. «Ti stavo guardando» ammise, senza nessuna traccia d’imbarazzo o timore nella voce.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Malia Hale, Stiles Stilinski
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Malia teneva gli occhi chiusi, la testa appoggiata alla testiera della poltrona mentre i caldi raggi del sole le accarezzavano la pelle leggermente abbronzata. Non aveva sonno, semplicemente trovava quella posizione rilassante e sembrava aiutarla a parlare come invece non avrebbe fatto se avesse visto il suo interlocutore. La voce di Deaton inoltre era calma e distendente, e il silenzio assoluto che c’era nella stanza la rendeva particolarmente melodiosa.
«Sono contento dei progressi che sei riuscita a fare. Lo sapevo di aver posto la giusta speranza in te» si congratulò Deaton.
«Non ho finito» riprese Malia.
Gli aveva raccontato della partita di lacrosse, di Kira e del suo invito alla festa, ma non aveva ancora nominato Stiles, il fatto che fossero andati insieme alla festa e tutto ciò che era successo dopo. Non era sicura che Deaton avrebbe approvato le sue azioni, tantomeno il fatto che avesse coinvolto qualcuno che evidentemente aveva qualche problema.
«Prima però voglio sapere qual è la patologia di Stilinski.»
Malia sentì Deaton sorridere. «Patologia?» ripeté divertito.
La ragazza non rispose, ignorando la frecciatina.
«Non sono uno psichiatra» chiarì lui. «Il fatto che Stiles abbia bisogno del mio aiuto non fa di lui una persona malata, e nemmeno te. Il fatto che siate andati insieme alla festa non è un problema.»
A quel punto Malia aprì un occhio, e poi l’altro. «Come fai a sapere che c’era anche lui?» domandò, infastidita.
«Ho incontrato lo sceriffo Stilinski in settimana, e mi ha accennato la cosa. Ma ciò che m’incuriosisce di più è sapere perché tu hai omesso questo particolare.»
«Stavo per arrivarci» chiarì Malia, chiudendo nuovamente gli occhi e riprendendo a raccontare. «E ci tengo a specificare che è una cosa difficile da ammettere per me, mi sono trovata costretta a confessarla a Stilinski.»
Rimase per alcuni secondi in silenzio, riordinando i propri pensieri. Deaton non la spronò ad andare avanti, si limitò ad attendere con pazienza che Malia gli raccontasse tutto ciò che aveva da dire.
«Io mi ero messa d’accordo con Kira» spiegò la ragazza. «Poi per vari motivi che non sto qui ad elencare, è arrivato Stiles a prendermi. Non so come ho fatto a non pensare che la casa di Lydia fosse troppo lontana per arrivarci a piedi, e quindi Stiles era in auto. Siamo andati alla festa in auto.»
A quel punto Malia si schiarì la voce e riaprì gli occhi, era troppo curiosa di leggere sul viso di Deaton la reazione alle sue successive parole per rimanere con le palpebre serrate.
«Era dall’incidente che non salivo su una macchina» specificò.
Sorprendentemente, Deaton non mosse un muscolo. Rimase in silenzio ad attendere un’ulteriore azione da parte di Malia, che interpretò il suo mutismo come un incentivo a continuare  a parlare ed esternare i suoi pensieri.
«È andata bene, meglio di quanto mi aspettassi» ammise. «Ovviamente ero terrorizzata, non so bene neanch’io da che cosa. Se di fare un incidente, o di causare ancora altro dolore. Ma alla fine sono sopravvissuta. Anche se non abbiamo superato la soglia dei trenta chilometri orari.»
«Risaliresti ancora su un’auto?» domandò Deaton.
«Sono tornata a casa con Kira, che fortunatamente non è andata molto più veloce a causa della strada non illuminata. È andata meglio, ero meno spaventata dell’andata.»
«Quindi solo io e Stiles sappiamo di questa tua… Paura?»
Malia annuì imbarazzata.
«E lui ti ha aiutato a superarla» confermò Deaton, più per riordinare i suoi pensieri che per avere una conferma da parte della ragazza.
«Onestamente, più di quanto avrei immaginato» ammise lei.
L’uomo scrisse qualcosa sul suo taccuino.
«E perché non ti ha riportata lui a casa?» chiese, alzando di nuovo lo sguardo.
Malia non rispose immediatamente, troppo intimidita dalla reazione che avrebbe potuto avere Deaton dopo aver saputo l’intera storia.
«Se stai temporeggiando per inventarti una bugia…»
«No, non è quello» spiegò Malia. «È che mi sono comportata male con lui» si affrettò ad aggiungere. «Alla festa un ragazzo mi ha importunata, lui è intervenuto per difendermi e io gli ho detto di stare fuori dagli affari miei. E si è offeso.»
Aveva omesso vari particolari, più o meno importanti, ma dubitava che Deaton avrebbe condiviso i suoi metodi aggressivi di risoluzione delle controversie o le sue precedenti relazioni. Quei fatti inoltre, non andavano ad influenzare la sua terapia, non avevano niente a che fare con l’incidente e Malia non trovava necessario che Deaton sapesse proprio tutto di lei.
«Dovrebbe essere qua.»
La voce di Deaton interruppe i pensieri di Malia, che lo guardò confusa.
«Stiles» chiarì lui. «Dovrebbe essere qua fuori. Da quanto mi hai lasciato intendere è stato un buon amico per te. Mi sembra quasi superfluo dirti che devi scusarti.»
Malia corrugò le sopracciglia. «Devo…» cominciò, confusa, indicando col pollice destro la porta alle sue spalle.
Deaton annuì. «Chiarite, e poi sei libera. Ci rivedremo la settimana prossima.»
La ragazza strinse le labbra in segno di disappunto, ma evitò di ribattere e si alzò dalla sedia.
«Mi sembra di essere finita all’asilo» commentò, sotto lo sguardo divertito di Deaton, prima di prendere la sua borsa ed uscire dalla stanza.

Stiles era seduto al solito posto, le gambe magre e lunghe distese davanti a sé e le braccia conserte. Indossava dei jeans chiari, non molto aderenti, e una maglietta blu a maniche corte.
Quando sentì la porta dello studio di Deaton aprirsi alzò lo sguardo, incontrando quello di Malia che lo osservava in silenzio.
Stiles voleva aspettare che lei uscisse dalla stanza per alzarsi ed entrare nello studio ma la direzione che prese la ragazza non fu verso la porta. Malia infatti si avvicinò a lui, e si sedette sulla sedia accanto, sotto lo sguardo confuso e stupito di Stiles.
Malia appoggiò la borsa tra le sue gambe e rimase in silenzio per alcuni secondi, durante i quali Stiles attese con pazienza. Non capiva quali fossero le intenzioni della ragazza, ed evitò di sforzarsi di comprenderle, sapendo già che non ci sarebbe riuscito.
Aveva lo sguardo basso, le mani strette tra di loro, e il viso coperto dai capelli sciolti che le cadevano sugli occhi. Quando alzò di scatto la testa, le sue iridi scure s’incontrarono con quelle color nocciola di Stiles, che si trattenne dal distogliere lo sguardo come invece avrebbe fatto in qualsiasi altra occasione.
«Senti volevo chiederti scusa» esalò tutto in un fiato lei, talmente velocemente che per Stiles fu impossibile cogliere qualsiasi sfumatura emotiva nella sua voce.
«Bene, Deaton sarà fiero di te. Ora posso andare?» domandò lui, appoggiando le mani sulle gambe ed accingendosi ad alzarsi.
«No aspetta.»
Malia trattenne Stiles per un polso, costringendolo a risedersi. Ritrasse immediatamente la mano sentendosi a disagio per quel contatto.
«Mi dispiace davvero» ammise. «Non che tu improvvisamente mi piaccia o altro» si affrettò a chiarire. «Ma sei stato un buon…»
«Amico?» osò concludere Stiles.
Malia strinse le labbra. «Aiutante» chiarì.
Il ragazzo accennò un sorriso.
«Non avrei dovuto reagire così, ma mi hai presa in un momento critico» spiegò lei.
«Scuse accettate.»
Malia annuì, ed era pronta ad alzarsi se Stiles non avesse continuato.
«Però mi devi dire cosa c’è tra te e Derek Hale. Non so se sai che…»
«So tutto» lo interruppe Malia. «Spaccio, estorsione, altri reati minori…»
Il ragazzo annuì.
«Comunque, giusto per saziare la tua sete di sapere, non c’è niente tra di noi» chiarì Malia.
«Non è quello che Lydia ha fatto capire» osservò Stiles.
Lei alzò gli occhi al cielo. «Ero giovane ed ingenua.»
Il ragazzo trattenne una risata. «Ora sei vecchia?»
«Più di quanto non fossi alcuni mesi fa» precisò Malia, seccata. «Comunque non è successo niente di che. Ero sola, addolorata e persa, mi sono fatta abbindolare dal fascino dell’uomo più grande, vissuto, un po’ fuori legge. Non è stata nemmeno una relazione, solo sesso. E il tutto sarà durato al massimo tre mesi, anzi nemmeno.»
«E poi perché è finita?» domandò Stiles, cercando di ignorare il fastidio che aveva provato nel sapere che Malia, in qualche modo, aveva frequentato quell’uomo. Meritava di meglio, nonostante il carattere un po’ scontroso lui sapeva che infondo era una brava ragazza, che si era trovata soltanto coinvolta in faccende ingestibili.
Malia si strinse nelle spalle. «Ho perso interesse. È una persona che non ha nulla da dare. Mi ha trascinata più a fondo di quanto non fossi già, per fortuna me ne sono resa conto e l’ho lasciato perdere. Comunque non frequenta i posti che i ragazzi di Beacon Hills frequentano, sabato è stata la prima volta che l’ho rivisto dopo che per l’ultima volta me ne sono andata dal suo loft. Se ora si diverte con Lydia credo che lo vedrò più spesso.»
«E ora sei risalita?» domandò Stiles.
«Come scusa?»
Malia lo guardò confusa.
«Hai detto che ti ha trascinata a fondo, ora sei risalita?»
La ragazza increspò le labbra, quasi intenerita dalla preoccupazione che trapelava dalla voce di Stiles. Inclinò lievemente la testa ed appoggiò la sua mano su quella dal ragazzo.
«Non credo che risalirò mai. Non dopo tutto quello che ho passato» mormorò, quasi come se stesse confessando un segreto.
Stiles aprì la bocca per ribattere, ma prima che riuscisse a formulare una risposta adeguata, Malia si era alzata dalla sedia ed era uscita dalla stanza.



I'm back!
L'inizio della quinta stagione mi ha fatto tornare la voglia di scrivere e aggiornare ahaha
Spero che non vi siate dimenticate di queste due piccole creature, fatemi sapere che ne pensate del capitolo! 
Alla prossima,
Jas
 
   
 
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