Le settimane passavano ma le ore in cui riuscivo a dormire la notte erano sempre meno. 
Mi rigirai per l'ennesima volta sotto le coperte cercando di calmare il respiro. Capitava spesso che durante la notte iniziassi a pensare a troppe cose contemporaneamente facendomi così venire dei veri e propri attacchi di panico. Di giorno erano abbastanza rari, ma ormai con il passare degli anni avevo imparato a convivere con la loro imprevedibilità. 
Non sapevo nemmeno se fossero dei veri e propri attacchi di panico e non erano nemmeno dovuti a traumi subiti in passato, ma se non erano quelli allora non sapevo proprio cosa fossero. 
Rinunciai presto a provare ad addormentarmi di nuovo e mi alzai trascinando i piedi fino alla cucina. Come facevo da anni preparai l'unica tisana che era in grado di calmarmi. Avevo un mal di testa martellante che sembrava non voler sparire e poche ore dopo avrei dovuto anche andare a lavorare. Ero felicissima di aver ottenuto quello stage tramite l'università, non capitava a tutti di aver la fortuna di essere scelti per quello che si sognava, ma sarei stata altrettanto felice se per un giorno così importante non avessi avuto le occhiaie. 
 
Due ore dopo e una doccia gelata, mi avviai verso la metro con tutta calma. Studiai ancora una volta la scaletta prevista per la giornata in modo da farmi trovare preparata dai miei capi e non fare brutta figura. 
Mezz'ora dopo arrivai al Wembley Stadium più agitata che mai. Avevo iniziato lo stage da poco più di due settimane e per ora tutto ciò che avevo fatto era stato portare caffè, fare fotocopie e rispondere ad alcune email. Si sa, spesso si inizia così ma non mi lamentavo. Ogni volta che entravo in quell'edificio in cui erano entrati grandi artisti non mi importava più quanti caffè avrei dovuto fare quella mattina, ero felice così. 
Presi un profondo respiro e mi avviai verso l'entrata riservata ai lavoratori. Quando mostrai il pass alla guardia molte fan appostate li da chissà quanto tempo mi guardarono male. Probabilmente avendo visto la mia giovane età non credevano al fatto che lavorassi davvero li. Le capivo, a momenti non ci credevo nemmeno io.
Trovare il mio capo non fu difficile, bastava seguire le urla agitate che si sentivano in tutto lo stadio. 
«Oh Tris finalmente sei arrivata» sospiró non appena mi vide arrivare. In realtà ero in anticipo di mezz'ora ma non mi sembrava il caso di dirlo, era già nervosa di suo. 
«Dimmi tutto Lauren» dissi con il tono più professionale che riuscissi ad utilizzare. 
«Prima di tutto ho bisogno di un caffè, poi devi andare dai tecnici ed accertarti che tutte queste cose siano state fatte- mi porse un foglio con una lista infinita -Poi devi dirmi chi degli ospiti presenti in scaletta è già arrivato, infine torna qua il più in fretta possibile a riferire tutto.»
Annuii concentrata annotando mentalmente i miei compiti prima di avviarmi al bar per il suo caffè. 
Per fortuna durante il tragitto intravidi già alcuni ospiti per cui potei confermare la loro presenza portandomi avanti con il lavoro. 
Quando vidi da lontano una chioma rossa per poco non svenni. Era davvero lui, non riuscivo a crederci. 
Mi schiarii la voce costringendomi a continuare il mio percorso, era già stato imbarazzante fermarsi di colpo in mezzo al corridoio facendo sì che un tecnico mi venisse addosso facendomi quasi cadere. Dovevo darmi un contegno, stavo lavorando.
Arrivata al bar tirai un sospiro di sollievo notandolo quasi vuoto, meno gente c'era meno probabilità c'erano che io facessi brutte figure. 
«Un espresso da portare via, grazie» ordinai. Posai la lista davanti a me iniziando ad evidenziare tutti gli artisti che avevo già individuato, ne mancavano ancora tanti quindi dovevo sbrigarmi e correre per i corridoi dello stadio. 

«A quanto pare è un'abitudine incontrarsi al bar» una voce roca mi fece sobbalzare.
Mi voltai trovando due occhi verdi guardarmi furbi «Santo cielo, Styles! Mi hai fatto prendere un colpo, devo ancora riprendermi per aver appena visto Ed Sheeran a meno di dieci metri da me, dammi tregua.» sospirai
Lo vidi ridacchiare «Ciao anche a te Tris, è un piacere rivederti. Si io sto bene grazie, tu?»
«Quanta ironia superstar» alzai gli occhi al cielo
«Allora, che ci fai qui? » ignoró la mia risposta
«Ci lavoro. È uno stage in realtà »
«E di cosa ti occupi?»
«Dell'organizzazione di quest'evento. Da quel che ho capito i miei capi hanno già collaborato con la maggior parte degli artisti presenti o qualcosa del genere. »
Sembrò sorpreso «Quindi l'altro giorno che siamo incontrati già sapevi che oggi ci saremmo rivisti?»
Alzai le spalle «Sapevo che sarebbe stato possibile, non che ti avrei incontrato al bar venti minuti dopo aver messo piede in questo posto. »
Il barista poggió sul bancone la mia ordinazione. Mi allungai sul bancone per prendere una bustina di dolcificante come piaceva a Lauren, feci per voltarmi ma sentii due mani poggiarsi sui miei fianchi «Se vuoi posso farti conoscere Ed» sussurrò al mio orecchio con voce roca. 
Mi irrigidii all'istante trovando estraneo quel contatto «Grazie ma devo tornare a lavorare- con poca difficoltà riuscii a divincolarmi dalla sua presa - Però già che ci sei puoi farmi un favore. Sai dirmi se i componenti della tua band sono tutti arrivati?»
Annuì guardandomi evidenziare anche il loro nome dalla lista «Perfetto, grazie per l'aiuto superstar» gli feci un cenno di ringraziamento prima di girare i tacchi pronta ad andare a litigare con i tecnici. 
«Aspetta- mi fermai vicino alla porta sentendolo parlare -Assisterai al concerto?» 
Nei suoi occhi sembró esserci un velo di speranza che mi fece ammorbidire un po' «Certamente» sorrisi prima di oltrepassare la porta. Ma la vista del piccolo sorriso felice che comparve sulle sue labbra mi fece sorridere ancora di più. 

 

Ciao a tutte! Ecco a voi il nuovo capitolo :) Scusate l’attesa ma questi esami sembrano finire mai..
Spero che il capitolo vi piaccia anche se mi rendo conto che siamo solo all’inizio. Fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere!
A presto! xx