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Autore: MaryS5    17/07/2015    0 recensioni
La vita, dopo la sconfitta della spirale è calma e tranquilla, secondo Dante forse lo è un po’ troppo.
Vive come sempre nella sua vecchia casa, ma che succederebbe se un giorno qualunque la sua vita cambiasse drasticamente?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dante Vale, Nuovo personaggio, Sophie Casterwill, Un po' tutti, Zhalia Moon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrai in casa richiudendomi la porta alle spalle e aspettando che la piccola si accomodasse, con un po’ di difficoltà sul divano, dopo un mio gesto.
<< b-bene .. c-come hai detto che ti chiami?>> chiesi con la voce un po’ strozzata. << L-Lily ..>> mi rispose con gli occhi innacquati dalle lacrime.
<< c-ciao Lily, i- io sono Dante.>> le dissi cercando di pensare a cosa avrei fatto.
<< lo so! >> disse con sicurezza guardandomi male.

<< certo … ecco … vado a preparare del tè! Lo vuoi? Così cerchiamo di calmarci un po’!>> le chiesi, parlando per lo più con me stesso.
Mi diressi in cucina e, mentre riscaldavo l’acqua, rimuginavo sulle prossime mosse, << Fa come se fossi a casa tua!!>>> la informai non sapendo come comportarmi.
Non avevo mai avuto a che fare con un bambino prima d’allora, ma com’era venuto in mente a Zhalia di lasciarla qui?!

Sophie! Pensai, era una ragazza quindi sapeva sicuramente cosa fare.
Ma abbandonai subito quest’idea, non volevo spiegarle tutto quello che era successo, non ora, non ero pronto per parlare.
Afferrai le due tazze piene della bevanda e mi diressi nel salotto, attento a non fare cadere il liquido.
Lily era seduta sulla poltrona dove ero solito sedermi e mi guardava immobile, con le manine strette una nell’altra.
Le porsi la tazza che lei afferrò intimorita. << attenta che è bollente>>.

Mi ritrovai a chiedermi se avrei dovuto mettere il Tè in un bicchiere di carta o forse avrei dovuto prendere una cannuccia, perché stava ferma senza berlo? Che avevo sbagliato adesso?

<< i biscotti!! >> urlai, << vuoi i biscottini vero? Perché non ci ho pensato prima, che sbadato che sono!>> mi rimproverai poggiando la tazza sul tavolo e avviandomi ancora in cucina, sperando di trovare qualche vecchia scatola di biscotti.


Mentre ero a metà strada mi bloccai sentendo un forte rumore, di qualcosa che si rompeva.
Corsi immediatamente in salotto dove trovai la piccola che guardava spaventata la tazzina, frantumata a terra.
Mi misi sul pavimento, raccogliendo pazientemente i pezzi, non volevo che li pestasse e si facesse male!
<< s-scusa, scusa, m-mi è scivolata, non l’ho fatto apposta! Scusa!>> mi disse con le lacrime agli occhi che ormai minacciavano di scendere.

Sollevai il capo per guardarla, ma a quel gesto la piccola si raggomitolò in un lampo e cominciò a piangere tremando leggermente.
<< ti prego non farmi male!!>> mi supplicò coprendosi il viso con le manine.
<< c-cosa?! No, non preoccuparti, non voglio farti niente, stai tranquilla, è tutto apposto!>> la rassicurai avvicinando una mano verso di lei, ma la vidi farsi sempre più piccola, mentre si allontanava, come le era possibile.
<< voglio confessarti una cosa!>> le dissi sperando di farla incuriosire, << quella tazzina non mi piaceva nemmeno!! questo set di tazze me lo ha regalato una mia zia davvero insopportabile. Ho sempre pensato che avesse un gusto orribile!! Anzi! Mi hai fatto un favore! Così ho la scusa di buttarle!!>> ridacchiai un po’, per la storia che avevo appena inventato.

<< d-davero?>> mi chiese guardandomi timidamente.
Io annuii e lei mi rivolse un grande sorriso. << ascoltami … >> le dissi prendendole il piccolo viso tra le mani per asciugare qualche lacrima << fidati quando ti dico che io non ti farei mai del male, nemmeno se ne fossi costretto!>>.
Lei mi abbracciò sorridente.
Quell’abbraccio mi riscaldò il cuore.
<< bene! Adesso puliamo questo disastro!>> le dissi facendole l’occhiolino e allontanandomi per prendere una pezza. In fondo me l’ero cavata piuttosto bene.

Così decisi che Sophie sarebbe stata la mia seconda scelta. In caso di necessità.


Il resto del pomeriggio lo passammo a disfare la valigia e a preparare la stanza che le avevo dato, proprio accanto alla mia.
Cercai di farla affezionare a me, in modo che non si sentisse in imbarazzo senza la madre, chiedendole gentilmente di farmi vedere cosa avesse in valigia.
Mi mostrò la sua bambolina di pezza, che mettemmo sopra il letto che avevamo appena fatto.
I suoi pigiamini, che sistemammo in uno dei cassetti di un mobile nella stanza, insieme agli altri vestiti. Mi fece tanta tenerezza vederla mettere uno dei pigiami sopra il letto, perfettamente piegato.
Mi fece vedere il suo spazzolino con gli ippopotami, di cui andava molto fiera e che le permisi di mettere accanto al mio, sopra al lavandino del bagno.
Ed, infine, una foto di lei con sua madre, che nascose gelosamente nel cassetto del comodino vicino al letto.

Dopo un po’ mi resi conto che si era fatta sera e, non sapendo casa cucinare, visto che in dispensa non avevo niente.

La portai in una pizzeria. Mentre ci dirigevamo lì, notai che era molto stanca, così portammo la pizza a casa e la mangiammo davanti alla tv, mentre ci guardavamo un cartone animato che aveva scelto.

Mi stupiva la sua gentilezza: mi ringraziava ogni volta che le offrivo qualcosa, non mi chiedeva niente, solo se era veramente necessario, come andare in bagno ( e li ci rimasi veramente di stucco, quando mi chiese di accompagnarla dentro … ma dopo un po’ di imbarazzo capii di cosa aveva bisogno), la dovetti persino convincere a mettere un programma che piacesse a lei.
Certe volte pensavo che avesse paura di me, ma non riuscivo a capirne il motivo.

Quando la vidi addormentata, con un po’ di sugo sulla bocca, la presi in braccio sorridendo e misi sotto le coperte, non prima però di pulirle il viso con un tovagliolo, facendo attenzione a non svegliarla.
Dopodiché sistemai la casa e andai a coricarmi anch’io.

La notte mi svegliai di soprassalto, sentendo dei rumori, e mi diressi, a passo svelto, nella stanza di Lily.
La piccola stava piangendo,con la foto di sua madre tra le mani.
Mi avvicinai lentamente guardandola. Sembrava veramente piccola tra le coperte che la avvolgevano.
Sedendomi accanto a lei, le misi una mano nella spalla per poi abbracciarla delicatamente. Forse aveva fatto un brutto sogno.

<< N-no!! Mamma!! Le farà male!! Mamma!!>> urlò dimenandosi leggermente tra le mie braccia, << chi le farà male?>> chiesi preoccupato.
<< lei non sa difendersi!! Non sa difendersi!! Mamma!!>>.

Pensando che si stesse riferendo alla missione a cui Zhalia stava partecipando provai a calmarla, << tranquilla piccola! La mamma sa difendersi benissimo! È una bravissima cercatrice>>, << no! No ..>> continuò lei.
<< vuoi che ti racconti di quella volta che io e tua madre andammo nella foresta amazzonica con tutta la squadra Huntik?>> le chiesi, mentre lei cominciava a calmarsi e mi abbracciava a sua volta, singhiozzando di tanto in tanto.
<< l-la squadra Huntik? >>, mi chiese. << si! Proprio così, lì si che c’erano tanti pericoli, ma tua madre sapeva perfettamente come comportarsi, anzi ci salvò tutti! >>, comincia a raccontarle tante avventure che riempirono il silenzio della notte.

La mattina mi svegliai e mi diressi nella sua stanza, pensando che stesse ancora dormendo, ma lei mi guardava con gli occhi enormi.
<< quando ti sei svegliata?>> le chiesi sbadigliando.
<< non lo so, con la mamma ci alziamo sempre presto.>>. La aiutai a vestirsi e lavarsi i denti, poi, mentre si preparava lo zainetto da portarsi in giro, chiamai Zhalia, ma rispose la segreteria telefonica: telefono spento.

Andammo al bar e poi al supermercato dove comprammo tante cose.
Mentre ero alla cassa, in fila di una coda interminabile, mi girai noncurante osservandomi attorno.
Appena vidi lo scaffale con le caramelle, un sorriso mi si accese sul volto, sapendo di disubbidire a Zhalia, dissi a Lily di scatenarsi con me e cominciammo ad afferrare caramelle e cioccolati di ogni tipo, da quelle gommose,a quelle frizzanti, quelle all’arancia, limone, cioccolato bianco, fragola, nocciole, liquirizia, coca-cola, … no aspetta, liquirizia no, a Lily non piaceva!!

Tornammo a casa e le cucinai un pranzo veloce. Mentre lavavo i piatti le dissi di andare a guardare la tv. Mi stavo divertendo tanto con lei!

Alle 4:00 la portai con me al consiglio, prendendo uno zaino che avevo preparato precedentemente dove avevo infilato qualche giochino, comprato al supermercato, alcuni pacchetti di caramelle e una bottiglietta d’acqua.
Inizialmente avevo pensato di lasciare la piccola dalla vicina, giusto il tempo di andare a lavoro, ma guardandola cambiai immediatamente idea.

Mi stavo già affezionando a lei.

Durante la riunione tutti i membri del consiglio guardavano stupefatti la sedia accanto a me, dove Lily mangiucchiava tranquillamente le caramelle gommose all’arancia, esaminando silenziosamente la stanza.
Mi ero categoricamente rifiutato di lasciarla fuori, in compagnia della segretaria, che, detto fra noi, trovavo un po’ bruttina.
Dopo un po’ di disordine iniziale cominciammo la riunione, ma non posso dire che il consiglio si concentrasse completamente, certe volte l’attenzione veniva attirata dalla bambina che muoveva rumorosamente il sacchetto delle caramelle.
La prima volta che lo fece, tutti la fissarono, nemmeno loro erano abituati ad avere una bambina in giro, sopratutto se nella stanza delle riunioni. Così cercai di acquietare la tensione prendendo una caramella dal sacchetto, anch’io e sorridendo a tutti.
Dopo Lily mi sorprese cominciando ad offrire ad ognuno una caramella, che tutti accettarono di buon grado, molti fecero anche il bis.

Dopo la riunione Metz mi trattenne un attimo, mentre una donna, che aveva partecipato alla riunione, si offrì di accompagnare fuori la bambina, almeno per il tempo in cui il mio mentore mi avrebbe parlato.

Lì ci fu veramente da ridere.
Uscendo dalla stanza io e Metz rimanemmo con gli occhi sbarrati vedendo tutti i membri del consiglio che giocavano a rincorrersi, come bambini, con Lily.
Non diedi nessuna spiegazione alle persone che mi chiedevano chi fosse, gli dicevo solo il nome.


Purtroppo Cherit non c’era, Metz mi disse che era in missione con i ragazzi e Bob, un cercatore molto capace che avevo conosciuto tempo fa.

Dopo aver ringraziato, per il momento di gioco, io e la piccola tornammo a casa esausti.
Dopo averla messa a letto provai, per l’ennesima volta, a chiamare Zhalia, ma, come sempre, non rispondeva.
Stavo cominciando a preoccuparmi.

Passarono cinque giorni davvero esilaranti e non solo per me. I miei “colleghi” erano felicissimi di vedere Lily, le riunioni non erano mai state così divertenti!


Finalmente Zhalia chiamò, non mi volle spiegare niente, dicendo che aveva poco tempo, si fece raccontare un po’ di cose sulla bambina e poi pretese che gliela passassi.
Un po’ la capivo, sapevo cosa volesse dire partecipare ad una missione pericolosa, anzi, non dovevi nemmeno chiamare. Lily era felicissima ogni volta che sentiva la madre.
La cosa che mi incuriosì è che non parlò con il padre, che, nei giorni successivi, non chiamò nemmeno una volta.
Qualche giorno dopo successe un avvenimento che mi spiazzò e non poco.
Mentre stavo parlando a telefono, per questioni di lavoro, Lily stava tranquillamente disegnando sul tavolo in cucina.
Finita la chiamata mi sedetti vicino a lei che, eccitata, mi spiegò il suo disegno.
Rappresentava tre persone e una strana figura che sembrava volteggiare nel bianco del foglio, disegnate piuttosto bene, per una bambina di tre anni e mezzo.
A destra si trovava una figura femminile sorridente, che la bambina individuò come la madre. A sinistra c’era un uomo, con una specie di scarabocchio marrone sulla testa, che rappresentava i capelli.
L’uomo teneva in braccio un’altra persona, più piccola delle due, una bambina, con i piedi perfettamente tesi.

La piccola mi spiegò che quelle due persone eravamo noi due, che ci divertivamo insieme.
Mentre la strana cosa che volava non era un uccello, no. Lily mi spiegò che era Cherit.
Era stata decisamente brava a disegnarlo senza averlo mai visto e, un po’, ci assomigliava!


Dopo averle fatto mille complimenti le chiesi dov’èra suo padre nel disegno, forse non l’aveva ancora disegnato, ma lei mi disse: << io non ho un papà!>>, << come “non hai un papà!”, non è possibile! Allora chi è il marito della mamma?>> le chiesi confuso, << lui non è mio papà! Per me non è mio papà!!>> mi disse arrabbiata. << perché?>> << perché è cattivo!!>> rispose, << se certe volte ti da un po’ di sculacciate non vuol dire che è cattivo, lo fa per farti crescere in modo educato!>> le dissi, non sapendo cosa inventarmi.
Perché non lo riconosceva come padre? La vidi sbiancare leggermente. << non mi da sculacciate…>> sussurrò.
Poi cambiai argomento, visto che lei non mi guardava ne mi parlava più.


Mi stavo affezionando tantissimo alla piccola, adoravo giocare con lei, vederla ridere, mi piaceva anche quando faceva i capricci, in un modo o nell’altro finivamo sempre per scoppiare a ridere.
Mi sentivo un po’ egoista, ogni giorno che passava avevo paura che Zhalia e suo marito tornassero e portassero Lily via da me per sempre.
Mi consolavo con l’idea che, quando fossero tornati, se ne avessi avuto il coraggio, gli avrei chiesto di rimanere, magari di comprare una casa vicino alla mia, ma più ci pensavo più mi sembrava impossibile.


Ogni giorno trovavamo sempre qualcosa da fare.
Andavamo al museo, al cinema, giocavamo a casa, ci divertivamo a cucinare cose immangiabili e andavamo anche al parco, dove stavo attento che, giocando con gli altri bambini, non si facesse male.

Dopo quasi un mese e mezzo mi decisi di invitare Lok, Sophie e Cherit a casa mia per una piccola festicciola, visto che erano tornati da poco dalla missione (non gli avevo ancora parlato della bambina).

Sarebbero dovuti venire quella sera e, io e Lily, stavamo sistemando un po’ la casa .
<< dai, apri il pacchetto di patatine che c’è sopra il tavolo e mettilo nella ciotola!>> le dissi mentre spostavo la poltrona così ché ci fosse stato più spazio.
<< ok! >> le sentii dire dalla cucina. << ce la fai?>> chiesi raggiungendola, mentre la guardavo sforzarsi per aprire il pacchetto.
<< aspetta! Ti aiut …>> in un secondo il sacchetto si era spaccato facendo volare ovunque tutte le patatine.
Ci guardammo stupiti, con qualche patatina tra i capelli. Lei guardò dentro il sacchetto squarciato. Erano rimaste soltanto due piccole patatine.
Lily le prese e le mise dentro la ciotola.
Entrambi scoppiammo a ridere di gusto. << dai vatti a pulire, mentre io sistemo qui, tra poco arriveranno i ragazzi!>> le dissi ridacchiando ancora.
<< sissignore!>> andò marciando verso la sua stanza.
Era veramente emozionata per l’arrivo di quei tre, non vedeva l’ora.
Prima di quel giorno mi chiedeva sempre di parlarle un po’ di loro ed io, periodicamente, la accontentavo.

Dopo aver fatto tutto ci sedemmo, esausti, sul divano.
<< sono simpatici?>> mi chiese rompendo il silenzio.
<< Ancora?!? È la millesima volta che me lo chiedi!!>> risposi rassegnato, senza però nascondere un sorriso più che divertito.

Non riuscii a continuare che sentii il campanello suonare, così mi diressi alla porta, seguito dalla bambina.
Appena aprii mi ritrovai davanti le facce sorridenti dei due ragazzi. << ciao Dante!!>> mi salutò Sophie entrando per prima e dandomi un bacio sulla guancia.
<< ciao piccola!!>> urlò entusiasta la ragazza interrompendo il saluto che stava per rivolgermi Lok.
<< oh!! Sei proprio bellissima!!>> disse abbracciandola. << chi è lei?>> chiese tenendola ancora tra le braccia.
<< io sono Lily!>> rispose, mentre la cercatrice la lasciava respirare.

Lily mi rivolse un sorriso prima che anche il ragazzo fu entrato, dopo avermi dato un abbraccio affettuoso.
Sentii qualcosa che mi stringeva la gamba sinistra.

La bambina si era attaccata a me e nascondeva la testa per non farsi vedere dal cercatore, proprio come aveva fatto la prima volta con Zhalia.

Non riuscivo a capire, se era timida, perché non aveva fatto la stessa cosa con Sophie?

I due mi guardavano con uno sguardo interrogativo, mentre chiudevo la porta.
<< tranquilla!>> le dissi accarezzandole la testa.
Lei si scostò un po’ guardandoli. << ciao Lily!>> la salutò Lok inginocchiandosi davanti a lei.
Ma, ancora una volta si nascose dietro di me.
<< sono davvero così brutto?!>> chiese sorridendoci.
Lily si lasciò sfuggire una risata e lo guardò curiosa.

<< Sono Lok!>> << lo so!>> gli disse sorridendo.
<< vuoi venire con me?>> le chiese la ragazza porgendole la mano.

La bambina annuì vigorosamente e le afferrò la mano, scansandosi dal cercatore che la guardava stupefatto.
<< ma .. ma come .. come ha?>> << lascia stare>> lo interruppi, << i misteri delle donne >>. << possiamo?>> mi chiese Sophie indicando con lo sguardo la borsa che teneva con delicatezza.
<< certo!! Lily non aspetta altro!!>> le dissi capendo ciò che mi voleva dire.
Infatti, aprendo la borsa, una piccola scheggia uscì velocemente e cominciò a volare per tutta la casa e urlare felice.

<< Cherit!!!>> lo chiamò la piccola estremamente felice, mentre i sui occhi luccicavano entusiasti.
<< ciao Lily!!>> la salutò mettendosi davanti a lei e facendo intendere di aver sentito la nostra conversazione.
<< ciao anche a te, eh?>> gli dissi con una voce di rimprovero.
<< Dante!! Vecchio mio come va!?!>> disse come un amico di vecchia data.
Scoppiammo tutti a ridere e, mentre ci accomodavamo nel salotto guardavamo Lily giocare con il titano.

<< perché questa bambina mi sembra tanto familiare?>> mi chiese Sophie con un sorrisetto malizioso.

Pazientemente gli spiegai tutto, l’arrivo di Zhalia, la sua partenza improvvisa, ciò che mi aveva detto della sua vita e della piccola.
Stranamente mi sentii meglio raccontandogli tutto, ma guardando le loro facce non avrei potuto dire lo stesso di loro.
Dopo aver cenato ci sedemmo tutti sul pavimento, intorno alla bambina che giocava con i suoi nuovi giocattoli.
Guardava ancora, con una certa attenzione, il ragazzo. << posso giocare con te?>> le chiese. Lei annuii piano.
Li guardai bene, lentamente la fiducia nei confronti di Lok, da parte di Lily, stava cominciando a salire. L’abilità del cercatore su queste cose era strabiliante.
<< principessa Lily permette che io la porti al suo castello?>> disse con una certa enfasi.
<< certo! Ma solo se il mio consigliere dice che va bene!!>> raccomandò indicando il titano che aveva un ridicolo cappellino verde in testa.
<< dai Cherit!>> lo implorò Lok guardandolo con gli occhi dolci.
<< va bene! Sua maestà può andare>> accordò quello gesticolando animatamente.
<< SIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!>> urlarono quei due insieme mentre il ragazzo la prendeva in braccio e correva per tutta la casa, fingendo di volare su un tappeto magico.
<< vedete di non romper niente!!>> urlai io.
Quelli si buttarono entrambi sul divano su sui era appoggiata la ragazza.

Ci guardavano ridendo, avevano i capelli scompigliati e le guancie arrossate, per quanto erano accaldati. << devo dire che non te la cavi per niente male!>> disse Sophie al biondo guardandolo con un sorriso.
<< grazie!>> rispose lui scivolando lentamente dal divano e sedendosi, per terra, accanto a lei, per poi cingerle le spalle con il braccio.

Lily invece, saltò giù dal divano e si buttò tra le mie braccia.
Mentre mi abbracciava contenta guardai ancora i due ragazzi. Era tutto il tempo che si comportavano in modo “strano”.

Le loro mani si cercavano ogni volta che ne avevano la possibilità e, quando lo facevano, si allacciavano l’una all’altra.
Succedeva quasi la stessa cosa anche con i loro sguardi e poi stavano molto più vicini di quanto non ricordassi che facessero normalmente. Non è che quei due stavano insieme?
Nonostante volessi acquietare questo dubbio, non gli chiesi niente.
Il resto della serata lo passammo a discutere. Volevo sapere ogni particolare della loro missione.

Mentre stavo spiegando a Lok come riuscire a conservare più energia prima di un combattimento, percepii distrattamente un rumoroso respiro sul mio petto.
Lily si era addormentata su di me.

Sophie prese parola ed io ne approfittai per accarezzare delicatamente la guancia della piccola, era così morbida.
Notai che anche Cherit stava dormendo, forse si era annoiato, i titani non hanno bisogno di dormire.

<< scusate ragazzi, ma porto a letto la bambina>> Dissi alzandomi lentamente, cercando di non farla svegliare .
<< certo! Va pure>> bisbigliò la ragazza alzandosi anch’essa
. << se hai bisogno di aiuto noi siamo qui>> continuò l’altro.
<< grazie!>> mi recai nella sua stanza e la distesi sul letto, mentre le mettevo il pigiama, il più delicatamente possibile.
Dopodiché la infilai sotto le coperte e le stampai un bacio sulla fronte.

Appena stavo per tornare mi fermai davanti alla porta, nascondendomi come potevo.
I due ragazzi stavano parlando di qualcosa e si guardavano con una strana espressione, che esprimeva tanta tranquillità, quasi come quella di Lily mentre dormiva.
Vidi Sophie mettere la testa nell’incavo del collo del ragazzo che, a sua volta, la cingeva con le braccia e le sussurrava delle cose che io non riuscii a capire.

Aspettai che si allontanassero prima di fare la mia comparsa in salotto, fingendo di non aver visto niente.
Ero tanto felice per loro. << Dante adesso noi dovremmo andare>> mi disse la ragazza dispiaciuta.
Guardai l’ora, mezzanotte e un quarto, era proprio tardi. << già, hai ragione!>>.
Ci salutammo velocemente e, dopo aver preso Cherit, andarono via.
Felice andai a dormire anch’io, non prima però di aver dato un’altra occhiata alla piccola.
Le volevo tanto bene.

La notte mi svegliai. Ero tutto sudato e avevo un brutta sensazione.
Andai a controllare velocemente Lily, che dormiva beata, poi presi il cellulare e mi sedetti sul letto.
Digitai il numero di Zhalia, ma non rispose.
La chiamai di nuovo e un’altra volta ancora, fino a quando non mi addormentai con il telefono in mano.




Angolo dell’autrice: Salve a tutti!!
Ringrazio tutti quelli che seguono la storia, la recensiscono o la leggono.
Mi scuso per il fatto di non poter aggiornare costantemente.
Vi informo che la storia non durerà molti capitoli.
Spero che fino a qui vi sia piaciuta.
A presto, ciao!!
  
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