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Autore: Adhafera    18/07/2015    3 recensioni
17 luglio 1918
La famiglia Romanov viene giustiziata nello scantinato della sua residenza a Ekaterinburg.
Poco prima dell'esecuzione lo Zar dedica un ultimo pensiero alle sue quattro figlie
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Il Novecento
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Teneva gli occhi blu fissi nel vuoto lo Zar di tutte le russie, osservava per l' ultima volta il panorama gelido e spoglio che si estendeva quasi senza fine fuori dalla finestra della sua residenza, o meglio prigione, vicino ad Ekaterinburg e sapeva che lo stava guardando per l' utlima volta.

Lasciato andare un lungo sospiro abbandonò quella vista d'incanto per adagiarsi sulla seggiola del suo alloggio; stavano per portarli via, l' armata bianca era arrivata e aveva circondato la città rendendo reale una possibilità per loro di salvarsi, ma in cuor suo Nicola lo sapeva che non avevano possibilità, sapeva che i bolscevichi non avrebbero mai permesso che li prendessero ...non vivi almeno, mentre rifletteva cercando di non abbandonarsi alla sua disperazione, perché non lo poteva negare lui era disperato e irrimediabilmente terrorizzato, l' occhio gli cadde su una foto che ritraeva le sue figlie quando ancora l' adolescenza non le aveva sfiorate e i loro visi erano acerbi e sereni.

Si rigirò il foglietto di carta tra le mani osservando i loro volti seri, senza manco un accenno di riso, in quella strana occasione perfino Marjia era riuscita a star composta, lei che di sorridere non poteva farne a meno.

Lasciatevi guardare un' ultima volta”

Le osservava composte ma segretamente unite, oh lo sapeva lo Zar che Tanushka e Olya si tenevano la mano nascondendola tra le gonne e che Anastasjia si teneva aggrappata alla schiena di Mariù, l' unica in famiglia che veniva risparmiata dagli scherzi crudeli della più piccola del quartetto.

Lasciatevi guardare un' ultima volta”

Nessuna, nessuna delle loro faccine infantili era dipinta da un sorriso eppure quei loro occhioni da bambine facevano già trasparire tutta la gioia, la speranza e la voglia di vivere che ogni ragazzina della loro età ha il diritto di avere...e che tra poco sarebbe stata distrutta per sempre a causa del suo carattere debole e del suo poco giudizio...Che cosa vi ho fatto bimbe mie?

Osservava la sua primogenita, la più compassionevole delle sue figlie e l' unica che si rese conto sin dall' inizio di ciò che stava per capitare alla famiglia, oh Olya! Se solo le avesse dato più credito, quella sua figlia così buona e così affezionata al suo paese, la foto la ritraeva ancora in salute, quando il suo peso non era diminuito a causa dello stress, quando gli occhioni non rendevano palese la sua sofferenza e la sua depressione, non era ancora bella come le sorelle più piccole ma era già l'ombra di una donna straordinaria, fece vagare lo sguardo un po' più a destra per ritrovare Tanushka , era nata più piccina dell' altra sorella eppure da ragazza era la più alta della famiglia, avrebbe superato pure lui se solo ne avesse avuto l'occasione...se solo le avessero lasciasciato il tempo.

Così esotica la sua secondogenita non era affatto compassionevole come la prima, se Olga era modesta e innamorata dei romanzi, Tanushka era quella forte e determinata, quella che malignamente i fratelli chiamavano “Istitutrice” e “Generale”, quella che lui e la sua Alix potevano sempre onorare di fiducia se si trattava di prendersi cura delle sorelle e dello Zarevic, era la meno affezionata al suo titolo tant'è che quando una delle sue dame e amiche si era azzardata a chiamarla “vostra altezza” la sua bimba l' aveva ripagata con un bel calcio sotto il tavolo “ Ma sei pazza a chiamarmi così?”, c'era voluta Alix a mettere pace tra le due, era in poche parole un' avanguardista...e parecchio vanitosa pure! E si ricordava Nikolaj di una volta in cui questa vanità le era costata una bella sassata in volto da quella peste di Anastasija, la sua piccola shvibzik, quella monella, quella che non aveva mai risparmiato nessuno e che faceva emergere la parte peggiore del carattere di Olga ma che strappava sempre risate a tutti, prfino alle due sorelle maggiori sempre serie, ma non era una comica oh no, lei era un vero demonio lo sapevano bene tutti e lo sapeva bene la povera Nina Georgievna che si era beccata un sacco di botte e scherzi crudeli per la colpa di averla superata in altezza, scuoteva la testa contrariato lo Zar, quella sua più piccola se avesse visto l' alba dei vent' anni avrebbe fatto tremare la Russia e il resto del mondo, che bambina singolare, ma era una compagna perfetta per Mrija, che anche non condividendo la sua indole selvaggia veniva trascinata, causa il suo carattere curioso, sempre nelle marachelle della più piccola...e nelle punizioni invitabilmente. Marija era la terza, quella non desiderata molti dicevano...Dio mio! Che lo abbia pensato pure lei? Fa che non lo pensi Signore, fa che sappia di essere amata come gli altri; lei così curiosa aveva intenerito pure i Bolscevichi con la sua passione per le persone comuni e le sue domande davvero indiscrete sulle loro famiglie, lei era nata per essere del popolo, era nata apposta per la Russia...Lasciati guardare un' ultima volta Mriù, tu e i tuoi piattini azzurri così grandi e sinceri, come avrebbero fatto le persone di casa a contenere Anastasija senza la tua preziosa collaborazione!

Non aveva più tempo lasciò andare la foto sperando che un giorno a qualcuno sarebbe stato permesso di ammirare ancora il suo quartetto di monelle, vide Alix comparire da dietro la porta con il bimbo in braccio e le figlie al seguito, gli comparvero come nella foto tutte in ordine...ma segretamente unite, Olya e Tanushka prese per mano, Anastasija e Marija quasi abbracciate e ormai quasi donne, le osservava e si sentiva in colpa...non avrebbero mai visto l' alba dei trent'anni, non si sarebbero mai sposate e mai avrebbero avuto la gioia di essere genitori...e per colpa sua

Padre...padre dobbiamo andare, l'armata bianca è venuta a salvarci!”

fu riscosso dalla voce di Tanushka, che non sorrideva ma che aveva due occhi grigi che dicevano tutto...potrete mai perdonarmi?

Andiamo certo solo...solo fatevi guardare un' ultima volta"

   
 
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