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Autore: DanieldervUniverse    18/07/2015    3 recensioni
Squall e Cloud sono due rivali giurati dal primo giorno di scuola, e al terzo anno ancora non si quietano. Purtroppo il tempo non attenderà, e sotto la guida di Xemnas l'Organizzazione e i suoi alleati trameranno nell'ombra per loschi propositi. Gidan, Tidus, Lightning, Ashe, Yuna, Terra, Bartz, Aerith, Kain, Sephiroth, Jecht, Artemisia, Guerriero di Luce, Axel, Saix, i più grandi personaggi della saga incroceranno i propri destini in questa lotta, tra odio, morte, amore, intrighi e inarrestabili scherzi e gag. Ridete in allegria.
Coppie non canon: Rydia x Zexion; Artemisia x Sephiroth, Ashe x Lightning
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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A\N: E adesso si va con il gran finale, quarta ed ultima parte.

DII\N: Riposate in pace voi che sarete protagonisti di questo capitolo, perché in voi le speranze del lieto fine sono andate a farsi benedire.

A\N: Di nuovo, non sai fare altro che lamentarti!

DII\N: Ma hai visto quello che scrivi?

A\N: Si, e mi piace un sacco.

DII\N: ….....................................Perché non ti uccido quando ne ho la chance?

A\N: Domanda difficile, ma scommetto che a voi altri non ve ne freghi un beneamato cazzo, vero?


Rinoa avanzò a testa alta, con alcuni membri dei Gufi del Bosco che la seguivano in ordine.

La ragazza era entrata nella resistenza da solo un misero anno, e ora che ne contava quattordici (si parla di fatti avvenuti tre anni prima degli avvenimenti al Garden) era il leader indiscusso del gruppo.

Quel giorno poteva essere determinante.

Quel giorno era il giorno in cui si moriva o si vinceva.

L'impero di Galbadia aveva precedentemente preso accordi con la Shinra in cambio di armamenti e supporto militare, ma adesso quest'ultima avrebbe fatto da intermediaria per il trattato di pace tra l'Impero di Cocoon e lo stesso Impero di Galbadia supportato dalla chiesa da Yevon, da sempre avversaria del Sanctum, e i vari alleati dell'una e dell'altra parte, tra cui l'Impero di Palamesia, l'Impero di Archadia, il regno di Baron, l'Impero Gestahliano e molti altri.

Un occasione d'oro.

Ma certo molto ardua da cogliere dato il grande concentramento dei migliori tra maghi, evocatori, guerrieri, soldati, paladini, cavalieri neri, semidei e persino eroi, per un singolo gruppo di dissidenti.

Per questo ora veniva la parte più difficile.

Rinoa diede un altra scrollata di spalle, cercando di darsi un portamento ancora più fiero, prevedendo che per avere la considerazione degli altri leader avrebbe dovuto assumere un atteggiamento maturo e sicuro.

Girando un altro degli angoli bui dei bassifondi di Midgard, gli emissari dei Gufi del Bosco finalmente avvistarono il luogo di ritrovo, dove le varie rappresentanze avevano già iniziato a riunirsi, a piccoli gruppi, confondendosi con i contorni degli edifici e gli abitanti di quella landa desolata.

Dopo aver fatto segno ai suoi compagni di sparpagliarsi e cercare di familiarizzare con gli altri affiliati, le ragazzina puntò i suoi bersagli primari, concentrati fortuitamente in un punto solo: l'affiatato ventenne con i capelli disordinati biondi coperti da una bandana lurida e scolorita, il trentenne di colore dallo sguardo duro e severo, con i capelli corti e radi e la barba, ancora più imponente dell'altro, e infine la giovane donna dai capelli biondi e la gonna più corta che Rinoa avesse mai visto.

Snow Willers, leader dei NOVA, gruppo di resistenza al Sanctum; Barret Wallace, leader di AVALANCHE e il più efferato avversario della Shinra; e infine la misteriosa Amelia, leader della resistenza di Dalmasca all'Impero di Archadia.

Rinoa rimase un po delusa dal notare l'assenza del leader de “La Roda Selvatica” e dei “Returners”, ma riconobbe alcuni dei membri tra i misteriosi figuri quindi assunse che egli non doveva essere troppo lontano.

Quando era arrivata a pochi passi dai tre riuscì a cogliere alcuni stralci della conversazione.

-...e la finiremo una volta per tutte!- stava dicendo Snow, gonfiando il petto e mimando il gesto di prendere a pungi qualcuno.

-Smettila di dire idiozie dannato idiota!- lo rimproverò Amelia, prima che Barret partisse alla carica -Non è il momento di perdersi in giochi da ragazzini! Oggi facciamo la storia.

-Ci puoi scommettere, e sarà il miglior momento della nostra vita!- rincarò Snow, sempre più gasato.

-Puoi ben dirlo, ma se dovessimo seguire te ci faremo massacrare e basta- rispose Barret incrociando le braccia sul possente petto -Qui bisogna usare cervello.

-Certo, quindi tu ne avresti abbastanza per tutti e due?- fece sarcastica Amelia, quando Rinoa ormai li aveva raggiunti.

-Di sicuro più di una donna egoista- le rispose acido il nero.

-Voler liberare il mio paese non è un atto di egoismo- rispose con un filo di voce lei, ad un passo dal saltargli alla gola.

-Beh, e tutti gli altri?- insisté Barret, guardandola con aria superiore -Pensi che i tuoi problemi riguardino solo te? Se oggi non mettiamo il trattato di pace in ginocchio Archadia avrà fin troppi alleati su cui contare e tu e i tuoi compatrioti verreste spazzati via in un soffio di vento.

-Ecco perché non lascerò che voi due idioti mandiate tutto all'aria con il vostro patriottismo o le vostre manie di fare il grande eroe- rispose con un ringhio Amelia.

Snow stava per replicare ma la donna gli puntò un dito contro, silenziandolo sul posto.

-Oh oh, okay, adesso calmiamoci tutti un minuto- intervenne Rinoa, usando le mani per segnalare di quietare i toni -Siamo qui per collaborare, non abbiamo bisogno di altri contrasti.

Gli altri tre si girarono in contemporanea verso di lei e la fissarono con sguardo indecifrabile.

Dopo alcuni secondi di imbarazzante silenzio Rinoa si schiarì la gola e stava per presentarsi quando Snow la interruppe voltandosi verso gli altri due -Chi è la ragazzina?- indicandola con il dito.

PANICO! PANICOPANICOPANICO!

“Okay, okay...calmati Rinoa devi calmarti, è solo un equivoco” pensò la ragazza voltandosi intorno prima di chiedere -Di chi state parlando?

-Di te- fu la tranquilla risposta di Barret, con un tono quasi materno.

Il sudore che era cominciato a colare come un fiume le si gelò addosso.

Rinoa rimase a fissare gli altri tre con gli occhi sbarrati, mentre un terremoto scuoteva la terra attorno a lei.

-Ti sei persa?- chiese Snow cercando di essere rassicurante, mettendole un mano sulla testa -Senti se vuoi ti possiamo aiutare a tornare a casa...- a quel punto la rabbia della ragazzina montò all'ennesima potenza e lei afferrò Snow per il colletto dell'impermeabile e gli urlò in faccia -COME TI PERMETTI BRUTTO IDIOTA CEREBROLESO BIONDO CAZZONE! Con chi credi di avere a che fare!? Io sono Rinoa Heartilly, leader dei Gufi del Bosco! È così che ti rivolgi ad un tuo pari!?

La sfuriata fece ammutolire i tre leader che rimasero a rimirare l'aria con lo sguardo perso.

Rinoa, rimase ferma nel gesto di strattonare Snow prima di rendersi conto della figuraccia, per cui mollò subito il biondo e si diede di nuovo contegno.

-Oh- disse infine Barret -Credo che le sorprese non finiscano mai.

-Almeno non è un idiota come voi due- intervenne Amelia brusca -Quanti anni hai?

-Quattordici- rispose Rinoa, cercando di essere il più rapida e diplomatica possibile.

-Ah- fece l'altra -Mi aspettavo di meglio.

-Beh, a questo si può sempre rimediare...- iniziò a dire la ragazzina, tenendo a freno l'impulso di strozzare la stronza, ma quella la interruppe ancora -No, non si può. E ora basta con queste idiozie: non ho tempo di guidare un attentato alle più alte cariche del mondo con due idioti al mio fianco e fare anche da baby sitter- rispose la ragazza più grande dando le spalle agli altri tre.

Snow mise una mano sulla bocca della ragazzina, nonostante Rinoa fosse tranquillamente in grado di gestirsi -Scusala, fa la stronza con tutti quanti.

-Smettila di dire fesserie, ragazza. Con il tuo atteggiamento infantile ci porterai alla distruzione- Barret rimproverò Amelia, puntandole il dito contro -Non si può pretendere di guidare una ribellione e nello stesso tempo mandare avanti una questione di vendetta personale. Occlude il giudizio.

-Ma ti da anche la determinazione necessaria per conseguire la vittoria- intervenne Rinoa dopo aver spinto da parte Snow, che si limitò ad incrociare le braccia al petto e fare finta di ascoltare con interesse, quando non ci capiva un'acca.

-Combattere per qualcosa di vuoto e senza nome, o un volto, o un identità, non è facile come combattere il volto dell'uomo che odi, che ti perseguita ogni notte nel sonno, che ti ha portato via tutto ciò che hai di più caro...- Rinoa diede fondo alle sue doti di letterata principiante nel tentativo di convincere i compagni ad unirsi senza battibeccare ma Amelia la interruppe gelida -Cosa ne sai tu?

Il tono fu talmente travolgente che a Rinoa si gelò la gola e le parole che ne uscivano si dispersero dissipandosi nel vuoto.

-Perché ti sei unita ai Gufi del Bosco, ragazzina?- chiese Barret, usando sempre quell'odioso appellativo.

Rinoa rimase in silenzio ancora qualche secondo prima di trovare la forza per rispondere -Mio padre è un generale dell'esercito di Galbadia. Durante il suo mandato ha sottomesso decine di altri regni in nome dell'Impero, calpestando decine di corpi di uomini e donne morti in difesa delle proprie famiglie. Ho deciso di unirmi alla resistenza perché provavo un forte senso di giustizia per quelle persone. Inoltre non vado molto d'accordo con mio padre e...

-Lo vedi? La ragione per cui ti sei unita alla resistenza è solo perché provi rancore per tuo padre, per ribellarti alle sue regole. Sei infantile, immatura, indegna. Non puoi guidare una ribellione così.

-E allora come dovrei farlo?- chiese la ragazzina ferita nel profondo.

-Per principio, come me- rispose Barret oltrepassando Amelia e avanzando ancora, lentamente -Io combatto la Shinra e i suoi alleati perché sbagliano. Non ho bisogno di sapere come o perché, sento già dentro che sbagliano. È per questo che io so guidare i miei uomini, senza che il mio giudizio venga offuscato dal rancore personale.

-In sintesi stai dicendo che combatti alla cieca, senza conoscere il risultato o l'utilità delle tue azioni- intervenne Snow, con un tono di rimprovero, facendo voltare gli altri tre verso di lui con bocca spalancata.

Stava davvero ascoltando.

Oh Santo Piripillo!

-Sentite, sono biondo e con tanti muscoli quindi sono fatto per la battaglia, non per la politica. Sono stanco di questi bisticci. Se dobbiamo fare qualcosa facciamola in fretta, insieme, senza che le singole opinioni contino. È per questo che non facciamo come i vigilanti per le strade, noi sappiamo unirci ad altre persone che condividono i nostri ideali, e sappiamo come vincere tutti insieme. Non vedo ragione per cui non dovremo farlo anche adesso.

Tra i leader cadde il silenzio.

Gli altri tre rimasero a guardare il biondo come stoccafissi, mentre lui riassumeva la sua solita aria strafottente e piena di se.

Poi Barret scosse la testa, risvegliandosi dal torpore, e tornò indietro, seguito poco dopo da Amelia, finché i quattro non si riunirono in circolo.

-Allora come procediamo?- chiese Amelia.

In quel momento un ragazzo dei Returners arrivò correndo trafelato, ansimando come un matto.

-Loro...Sono qui...ci hanno trovato!- iniziò a strepitare, raggiungendo i quattro leader -Dobbiamo scappare *pant* *pant* stanno arrivando...

-Lo sapevo che stavamo solo perdendo tempo- ringhiò Rinoa tra i denti.

-Prepariamoci ad accoglierli allora- disse Snow facendo schioccare le nocche prima che la ragazzina potesse afferrargli le palle facendolo piegare in ginocchio -Non dire fesserie! Dobbiamo disperderci!

-Ci ritroveremo ad un bar nel vicolo della dodicesima strada del ventesimo distretto!- disse Barret, urlando agli uomini di disperdersi.

-Ma tutti gli altri...?- cominciò a chiedere Rinoa prima che il nero potesse interromperla -I miei ragazzi gli mostreranno la strada! Ora dobbiamo pensare a sfuggire a quei folli! Voi due! Andate con lei!- l'uomo iniziò a correre ordinando a due membri della resistenza di seguire Rinoa.

La ragazzina prese una vicolo laterale mentre gli altri si disperdevano, seguita a ruota dai due membri assegnati alla sua difesa.

Poco dopo iniziarono a risuonare spari ed esplosioni, mentre una voce all'altoparlante recitava -IL MIO NOME È JIHL NABAAT, TENENTE COLONELLO DELLE FORZE DELL'ALLEANZA. IN NOME DELLA SHINRA E DEI PAESI DELLA GRANDE INTESA ARRENDETEVI E DEPONETE LE ARMI!

Gli accompagnatori di Rinoa erano due ragazze: una dai tratti lievemente cinesi, con uno chignon e armata con un grosso fucile d'assalto; l'altra aveva dei capelli neri di una lunghezza vertiginosa e dei seni incredibilmente sproporzionati.

-Il tubo dei gas di scarico!- disse Rinoa mentre svoltava un angolo, sicura che fosse l'ideale per coprire la fuga.

-Colpito!- rispose la ragazza con il fucile che fece fuoco contro l'oggetto sprigionando una gran quantità di gas che avrebbe sicuramente rallentato gli inseguitori.

Dopo un altra svolta si trovarono davanti un muro.

-Serve un modo per saltarlo!...- cominciò a dire Rinoa quando la ragazza dai capelli lunghi la interruppe -No!- caricando in avanti a tutta velocità e sfondando il muro con una spallata, senza neanche fermarsi.

-Questo si che è ragionare!- fece l'altra da dietro a Rinoa mentre superavano l'ostacolo ridotto in macerie.

Dopo alcuni secondi raggiunsero uno sbocco a tre.

La via centrale proseguiva dritta rispetto alla loro direzione ed era la via più rapida per allontanarsi dalla battaglia ma un colpo vacante di bazooka esplose bloccando la via.

-Maledizione si stanno avvicinando!- disse la ragazza con i grandi seni.

-Che vengano pure- rispose l'altra appoggiandosi il fucile sulla spalla.

-Dobbiamo dividerci! - disse Rinoa.

-Oh perfetto. Io vado di qua- disse la ragazza con lo chignon ma Rinoa la richiamò -No! Ci serve un piano!

-Ai veri eroi non serve un piano- rispose l'altra strafottente.

-Noi siamo ribelli, non eroi. C'è differenza. Qual è il tuo nome?

-Lebreau.

-Bene, prendi la via di sinistra, e spara come una pazza a quell'edificio finché non esplode. Confonderà i nemici e ti darà un vantaggio per svignartela inosservata. Tu, nome!

-Tifa.

-Tifa tu vai a destra, usa la tua forza per sfondare i muri portanti dell'edificio davanti a te, e cerca di tenerti nella sua ombra finché non tocca terra!

-Ma te?

-Io me la caverò! Ora andate!

Le due ragazze fecero come ordinato, correndo all'impazzata mentre la confusione prevista da Rinoa cominciava a verificarsi.

La ragazzina puntò dritta verso la via centrale, sperando che il suo azzardo fosse corretto.

Mentre gli edifici cominciavano a cadere Rinoa spiccò un balzo verso il fumo e le fiamme causate dall'esplosione del colpo di Bazooka ed atterrò al di là, affumicata e accaldata, ma almeno viva.

Senza gioire più del necessario la ragazzina si rimise in piedi e ricominciò a correre all'impazzata, raggiungendo la superficie e cercando di nascondersi tra la folla, ma vide soldati, SOLDIER, SeeD, Preti, Evocatori, Maghi e altri nemici correre ovunque per le vie della città, mentre anche la gente era nel panico.

Nel tentativo di sfuggire ad un gruppo di nemici, Rinoa afferrò il primo malcapitato che le capitò a tirò, spingendolo in un vicolo e poi usandolo come scudo per nascondersi alla vista dei nemici, appoggiandosi al muro.

-Ti prego resta immobile- sussurrò la ragazza.

E lui lo fece.

Passò mezz'ora, una lunga mezz'ora di strepiti e urla, finché alcuni ufficiali non iniziarono a riportare l'ordine comunicando che era solo un esercitazione.

Alla fine il panico cessò e le pattuglie si diradarono.

Solo quando sentì la calma assoluta di un normalissimo giorno a Midgard Rinoa trasse un profondo respiro di sollievo.

-Grazie- disse con riconoscenza al volto dello sconosciuto che era stato al gioco fino a quel momento, spingendolo indietro.

-Non c'è di che- rispose quello senza spostarsi di un millimetro -Anzi- continuò sussurrando nell'orecchio di lei -Perché non continuiamo un altro po?

I sensi anti-stupro di Rinoa si attivarono al volo e il tipo venne allontanato con un sonoro ceffone.

Era un biondo scuro, con i capelli tirati indietro sulla testa, probabilmente pieni di gel, e vestiva con una casacca bianca sopra gli abiti civili, due croci rosse sulle spalle.

-Ah è così, eh?- fece quello in un tono malizioso, voltandosi -Mi piace.

Rinoa stava per eseguire un sonoro calcio alle palle del bastardo ma quello la spinse al muro con estrema facilità, bloccando gambe e braccia.

-Coraggio piccola, cose c'è che non va? Hai perso l'ardore?

Con la paura che oramai aveva lasciato il posto ad una rabbia ceca Rinoa urlò- Angelo!- ed un agguerrito cucciolo di cane sbucò dalle sue vesti azzannando il ragazzo al naso.

Quello iniziò a contorcersi dimenandosi e mulinando il cane per aria, ma il cucciolo tenne duro, finché la padrona non inflisse un violento calcio rotante al volto del bastardo, al che il cagnolino mollò la presa e tornò saltellante tra le vesti di Rinoa.

-E ringrazia che ti faccio tenere le palle- disse minacciosa la ragazzina, mentre l'altro era ormai nel mondo dei sogni.

-E tu che hai da guardare?- chiese all'indirizzo del ragazzo moro che la stava fissando immobile da un po.

-Era mio- fece lui con voce neutra.

-Beh potevi anche aiutarmi allora!- lo rimbeccò lei, ma il ragazzo distolse lo sguardo sbuffando, sottolineando il suo disinteresse.

-Bah, voi maschi siete tutti uguali: un branco di cerebrolesi senza neuroni- aggiunse la ragazzina nascondendosi nella folla e iniziando a muoversi in direzione del bar.

Dovette girare per una ventina di minuti prima di trovarlo.

Nascosta nell'ombra di un altro vicolo secondario controllò che tutte le direzioni fossero sgombre, voltandosi anche dietro e ritrovando il moro di prima alle sue spalle, fermo e in silenzio.

D'istinto lei menò un gancio di destro, ma lui afferrò il pugno stretto nel suo palmo -Mi hai dato del cerebroleso senza neuroni- chiese con un tono indecifrabile, data la sua apatia.

-Perché ti sei offeso?- disse lei facendogli il verso.

-Non ti azzardare mai più- fece lui avanzando minaccioso, costringendola ad indietreggiare.

-Ehi mollami spilungone- Rinoa gli affibbiò un calcio sul ginocchio, facendogli perdere la presa.

Ma questo non piacque allo sconosciuto che le lanciò una sguardo carico di rancore.

-Eccola!- urlò d'improvviso una voce alla loro sinistra, e voltandosi Rinoa scorse una soldato di Galbadia che correva verso di loro, fucile alla mano.

Prima che Rinoa potesse estrarre la propria arma il ragazzo la superò e mise fuori combattimento il soldato in un paio di mosse prima che egli potesse intimare la resa.

-Che diavolo vuole?- chiese lo sconosciuto.

-Oh, scusa, non te l'ho detto: sono ricercata- rispose Rinoa con tono saccente.

-Ah capisco- fece lui raccogliendo contro voglia il fucile.

-Beh che c'è? Tanto no non è un tuo problema- continuò lei preparandosi a combattere.

-Al contrario- fece lui imbracciando l'arma -Ho una questione in sospeso con te, e finché non l'avrò regolata sarà un mio problema tenere i rompiscatole lontani de te.

-Oh mio dio, adesso fai il principe azzurro...- ma il battibecco venne interrotto dal grido di un soldato che passò volando in fondo al vicolo, accompagnato da altre grida e detonazioni, poi due soldati del Sanctum sbucarono da dietro l'angolo prima di voltarsi indietro e puntare le armi, ma uno dei due venne raggiuntò da un calcio volante di un tipo biondo con i capelli a punta, che intercettò anche un terzo soldato che arrivava da dietro senza guardare stendendolo con un gancio, mentre il secondo venne travolto da un altro compagno che gli volò addosso.

Quando tutti i nemici furono a terra Tifa svoltò l'angolo a tutta velocità seguita a ruota dal biondo.

-Oddio grazia al cielo stai bene!- gridò la ragazza abbracciando Rinoa con tutta la sua forza -Mi hai salvato la vita li giù. Se non avessi fatto come dicevi sarei morta.

-Prego...- rispose Rinoa a un passo dal soffocare.

Fortunatamente Tifa allentò la stretta e guardò lo sconosciuto fisso negli occhi -E lui è?

-Uno- fu la secca risposta.

-Mi chiamo Squall Leonheart, e finché io e la signorina qui presente non avremo chiarito qualche questione mi farò carico di tenerla fuori dai guai.

-Ah- rispose Tifa alzando il sopracciglio.

-E il tuo amico chi è?- rispose Rinoa, riferendosi al biondo, dopo aver sbuffato in direzione di Squall.

-Oh lui è un mio amico, Cloud Strife. Non lo vedo da un po ma l'ho trovato a girovagare senza meta per i bassifondi e l'ho portato con me.

Cloud rimase in silenzio, lanciando occhiate fugaci ai tre che aveva davanti.

-Bene, allora possono tenersi compagnia mentre noi finiamo i nostri affari- disse Rinoa dirigendosi verso la porta del bar, con Tifa al seguito.

-Dove credi di andare?- chiese Squall andandogli subito dietro, ma Rinoa lo fermò -Ad un incontro esclusivo, quindi se vuoi renderti utile stai qui fuori a fare la guardia, e facci un fischio se vedi dei soldati di qualsiasi nazione avvicinarsi troppo.

Detto ciò al ragazza entrò, con la porta che le si serrò dietro.

Tifa esitò ancora qualche secondo, poi si rivolse al moro -Sei il suo fidanzato?

Poi Rinoa risbucò dalla porta e afferrò l'altra per il bavero della camicetta e la tirò dentro, lasciando i due ragazzi nel vicolo da soli.


L'interno del bar era uno schifo totale.

Sudicio, nella penombra, i clienti erano tutti misteriosi e avvolti in manti oscuri.

Rinoa riuscì chiaramente a distinguere Barret e gli altri due di prima, facendosi largo tra i clienti come una furia.

-Quanti ne abbiamo persi?- chiese Rinoa sottovoce ai colleghi, mentre si sedeva rapidamente.

-Abbiamo dieci morti, una ventina agli arresti e sei dispersi. Non siamo più di una dozzina rimasti- rispose Barret stringendo i denti dalla rabbia -Maledetti!

-Adesso non è il momento di lasciarsi andare ai sentimenti Barret. Dobbiamo uscire dalla città, e in fretta- sussurrò Snow.

-No, dobbiamo sapere cosa ha deliberato il consiglio oggi!- li rimproverò Amelia -Dobbiamo sapere!

-In quel caso posso aiutarvi io- disse un altra figura gettando un fascicolo chiuso in una busta bianca.

La figura era coperta da una cappa rossa, e da sotto di essa sbucava una cascati di capelli biondi mossi e curati.

-Il mio nome è Edgar Figaro, re del regno di Figaro- disse lo sconosciuto.

-Sire cosa ci fate qui?- si alzarono di colpo gli altri tre, esclusa Rinoa -State rischiando grosso.

-È il minimo che potevo fare. Non ho potuto fare altro se non mandare il ragazzo ad avvertirvi, il consiglio non mi ha permesso di sottrarmi all'evento.

-Avete fatto più che abbastanza. Ora andate prima che ci trovino- intimò Barret spingendo con malagrazia il re verso la porta del bar, ma invece quello scivolò al massimo della sua velocità oltre il gigante umano -Che fretta c'è, dato che sono arrivato fin qui tanto vale fare conoscenza.

L'uomo si diresse verso gli altri leader (e Tifa che stava in piedi dietro a Rinoa) e puntò diretto Snow, per qualche ragione poco chiara.

Dopo averlo squadrato per qualche istante chiese -Lei signore è?

-Snow Willers, leader dei NOVA.

-Mmmhh- fece Edgar stringendo la mano del ragazzo, con sguardo spento.

-Che c'è?- chiese l'altro.

-Niente, mi ricordavi qualcuno- fece il re lasciando la frase in sospeso perché gli cadde l'occhio su Amelia.

-Mia signoooraaaa- disse il re scivolando oltre Snow e baciandole la mano -Quale piacere.

Il volto di Edgar arrivò pericolosamente vicino al volto di Amelia...-Un candido fiore di ehi!- la mano della donna si serrò in una morsa d'acciaio attorno al volto del re e lo allontanò ringhiando -Non si azzardi mai più.

Sgusciando fuori dalla presa con molta maestria il re si rivolse a Snow -Ma che ha?

-Lasci perdere- fu la semplice risposta.

Preso in contropiede Edgar rimase a fissare il vuoto davanti a se schivando i continui tentativi di Barret di catturarlo e accompagnarlo fuori dalla porta.

-Ehm- fece Rinoa con voce accennata, lievemente gelosa del fatto di essere lasciata da parte, e Edgar si mise a volteggiare su un piede solo come una ballerina finché non cadde in ginocchio al lato della sedia della ragazzina, raccogliendo la mano di lei tra le proprie, schivando tutti e tre i leader che appena avevano sentito la voce di Rinoa ebbero un “Oh-oh” lampante in testa e cercarono di proteggere la poverina dal playboy finendo una sopra all'altro.

-Un candido raggio del sol levante all'alba nei candidi e rosati cieli del primo giorno, così lieve e innocente, eppure più brillante di tutti coloro che lo seguiranno.

-Oooohhhhh- fece Rinoa ammaliata alla grande -Lo sa lei è proprio il tipo da sposare- poi di colpo l'aura cambiò -Ma i biondi non sono il mio tipo.

Mente l'immagine dello stronzo di prima tornava a tormentare la testa della povera ragazzina Edgar si pietrificò a colpo secco.

Poi l'immagine di Squall si sostituì al biondo.

“Immagino che i maschi non siano proprio il mio tipo”.

Le passarono in testa un paio di scene lesbo prima che la depressione la colpisse a morte “Sono condannata a restare da sola”.

Edgar si depietrificò piano piano restando depresso e immobile, almeno finché non notò Tifa che era rimasta immobile, ubbidiente, ma che si trovava talmente a disagio che non aveva neanche la forza di guardare il re, arrossendo senza ritegno.

Inutile dirlo la ragazza si ritrovò coinvolta in una posa di tango, con Edgar che la fissava con occhi intensi, senza parlare, sorridendo lieve.

Tifa riuscì a resistere una manciata di secondi prima di sparare Edgar contro la parete con un pugno per l'imbarazzo.

-Credo che ci convenga uscire- rifletté Rinoa prima di afferrare Tifa e il fascicolo e darsela prima che l'intera sala iniziasse a picchiarsi, scatenando una di quelle risse da taverna a cui prese parte lo stesso oste.

Ovviamente Rinoa non corse verso l'uscita, ma optò per il retrobottega dove nessuno avrebbe rotto le scatole, e così si sedette tranquilla tranquilla a leggere il fascicolo con Tifa traumatizzata per le avance di Edgar seduta al fianco.

-Senti senti, che furbi quei bastardi. Vogliono usare alcune vecchie strutture d'addestramento militare per formare un unica immensa struttura volante a prova di Shinra dove plasmare nuovi guerrieri da inviare nei vari regni che hanno sottoscritto al trattato. Il regno di Figaro incluso!- disse ad alta voce la ragazzina una volta finito di leggere.

-È l'unico modo che avevo per evitare di farmi scoprire- spiegò il re che l'aveva raggiunta nel mentre, seguito dagli altri leader.

-DA DOVE SPUNTI TU!?

-Come sei fredda ragazza, è questo il modo di rivolgersi al colui che ha appena sacrificato il suo volto?- rispose Edgar mostrando metà della sua faccia gonfia, color viola scuro.

-In ogni caso, se vogliono forgiare nuovi guerrieri significa che faranno di tutto per accumulare più persone possibili- mormorò Barret.

-E se dovessero riuscirci avrebbero una fonte inesauribile di soldati altamente addestrati nelle più svariate arti del combattimento- rifletté Amelia.

-Significa che dobbiamo infiltrare quella struttura e distruggerla- finì Snow battendo il pugno.

-Dice niente sul metodo di reclutamento?- chiese ancora Barret, mentre accarezzava la testa di Tifa nel tentativo di calmarla.

-No, il progetto è ancora in fase di sviluppo. Tutto quello che si sa è che attualmente una struttura di prova farà da esperimento, poi nel giro di un paio d'anni dovremo avere la struttura definitiva- rispose Edgar tornando serio.

-Quindi ci serviranno più informazioni per infiltrarci- dovette constatare Rinoa.

-Oh magari qualcuno che possa andare in avanscoperta- rifletté Amelia.

A Rinoa d'un tratto si accese la lampadina -A quello forse c'è un rimedio.

Detto fatto il gruppo tornò nel salone principale, oltrepassò una serie di corpi svenuti e mobili sfasciati, arrivò alla porta che dava sul vicolo del retro, l'aprì, e si ritrovarono davanti Squall e Cloud pesti e laceri nell'atto di fare un cross punch.

Non si seppe mai cosa si dissero o cosa si fecero, ma da quel giorno se le diedero sempre e per sempre.

-Maschi, pff- sbuffò Rinoa.

-Questi sarebbero?- chiese Amelia facendo una faccia diversa dal solito, con le guance arrossate e un espressione più distesa, quasi sorridente, che fece venire un brivido longo la spina di Snow che si nascose dietro a Edgar che reggeva Tifa a cui la realtà sembrava non importare.

-Le nostre cavie- fece Rinoa con un tono che era una via di mezzo tra il depresso e lo sconsolato.

A sentire “cavie” il cervello (molto suscettibile in quel momento) di Tifa fece un *BANG* sonoro che diede via ad un rapido flashback: Shinra, Padre, Niflheim, Cloud, Zack, Sephiroth, Odio, Midgard, Lifestream, Shinra, Morte, Fuoco, Fiamme.

In un balzo Tifa fu a terra e piena di rabbia ceca diede un pugno tremendo a Rinoa che planò dritta dritta contro i due litiganti travolgendoli.

O per meglio dire, planò su Squall dandogli un bel bacio volante prima di abbattersi alla parete dietro di loro svenendo l'una sopra l'altro, e Cloud venne involontariamente travolto andando a sbattere al muro qualche metro più in là.


Morbide, morbide e lisce, umide.

Dovevano essere labbra.

Considerando che le sentiva a contatto con le proprie non potevano essere altro.

Rinoa si ritirò su a fatica, mentre la testa pulsava da morire.

Poteva ancora udire alcune voci sconnesse attorno a se, ma più che altro vedeva, e si vedeva seduta su un giovane belloccio moro strafigo pestato a morte e con le labbra umide di sangue (ricordo che Rinoa gli era volata addosso a velocità cosmica).

Com'era il nome...S-squell...S-squid...Squall?

-Squall?- chiese esitante mentre i rumori tornavano ad essere chiari.

Il ragazzo mugolò qualcosa prima di aprire gli occhi e trarsi in una posizione più comoda.

-Squall?- chiese ancora Rinoa mentre i suoni acquietavano.

Il ragazzo sentiva un dolore immenso alla nuca.

Chi lo chiamava? Dov'era? Perché?

-Si- fece lui, riaprendo gli occhi e dando un occhiata migliore alla ragazza davanti a lui.

Egli oscillò gli occhi incerto, con sguardo indagatore.

Rinoa dal canto suo si soffermò sugli addominali, sulle spalle, sulle braccia, sul volto, sulle labbra e sugli occhi profondi.

Rinoa lo abbracciò con tutta la sua potenza causando una fitta alla schiena di Squall che era ancora confuso.

-Amore mio- comincio a dire la ragazzina cullando il poveraccio -Squall tesoro.

E adesso tutti voi sapete che la ragione per cui Rinoa ha una cotta per Squall è perché i pugni di Tifa in testa fanno male.


DII\N: E il caro lieto fine \ È andato a farsi bene-dire\ para-pira-para-pura \ *schiocco dita* *schiocco dita* zum-zum.

A\N: …........................................................................................................Tirarmi dentro un reattore nucleare adesso è in cima alla lista delle tue priorità vero?

DII\N: Ab-so-lu-te-ly.

  
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