Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: miss_girl    18/07/2015    1 recensioni
La festa è in pieno svolgimento,ma Isabella Swan,la solare infermiera della cittadina di Forks,preferisce fare ritorno a casa.Sembra che tutti i suoi amici abbiano trovato la felicità...E lei cosa sta cercando?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La mattina dopo,mentre erano riuniti tutti nella sala caffè dello studio,Alice li informò che Sophie Jackson aveva dato alla luce un bel maschietto di tre chili e mezzo quella notte.
L'avevano chiamata quando erano iniziate le doglie ed era staat lei ad assistere la ragazza sino a che non era arrivata l'ambulanza.
"Tornerà a casa dall'ospedale tra cinque giorni e visto che la levatrice è in vacanza,dovrai passare tu da lei,Bella" concluse Alice.
"Va bene" replicò Isabella. "Oh,prima che mi dimentichi,Trisha Sheperd non ha più bisogno di me. Ha imparato a farsi le iniezioni da sola."
"Magnifico! Le cose andranno molto meglio per lei ora".
"A proposito di Trisha,mi viene in mente qualcosa che mi raccontato Mike sabato sera" intervenne Emmet. "Erano usciti insieme ,come sapete,e quando lui l'ha riaccompagnata,hanno trovato Quil davanti casa sua.
Non ha detto una sola parola,è rimasto lì a fissarli con una strana luce negli occhi. Trisha ovviamente si è spaventata. Ha detto a Mike che era sicura che Quil la stesse seguendo."
"Giusto ieri abbiamo parlato di Quil con Edward,vero Bella?" disse Jasper. "Mi ha consigliato di contattare lo psichiatra del ragazzo. Lo chiamo in mattinata."
"Bene. Credo sia opportuno tenere sotto controllo la situazione." replicò Emmet sollevato.
Poi si aprì in un largo sorriso: "E ora passiamo ad un argomento più allegro,gente! Il nuovo sistema computer verà installato mercoledì e,salvo imprevisti,dovremmo essere operativi entro la fine della settimana. Direi che possiamo cominciare ad organizzare la festa di lancio proprosta da Bella."
"Senza dubbio!" approvò Alice con entusiasmo. "Sarà una serata aperta al pubblico. Offriremo bevande e tartine,mentre mostriamo alla gente quel che può fare il nuovo computer. Dobbiamo solo stabilire la data."
Dopo aver consultato le varie agende ,venne deciso di tenere la festa da lì a tre settimane. Quel lasso di tempo avrebbe dato a tutti l'opportunità di familiarizzare con il nuovo programma.
La consueta riunione del lunedì ebbe cos' termine e tutti si affrettarono ai rispettivi compiti.
Dopo aver preso la sua lisa di viste,Isabella di diresse alla macchina.
Stava aprendo la portiera quando vide arrivare Edward. Il cuore in tumulto,lo seguì con lo sguardo mentre posteggiava di fianco alla sua auto.
"Stai andando al lavoro?" le chiese lui abbassando il finestrino.
"Sì. Giornata leggera oggi: otto visite di cui due sole in aperta campagna" rispose Isabella sforzandosi di suonare disinvolta quanto lui ."Che cosa ci fai qui a quest'ora?"
"Devo vedere Jasper prima che cominci il giro di viste. Ho riflettuto sul caso di Quil e ho pensato che potrebbe essermi d'aiuto dare un'occhiata alla sua cartella. E'sotto cura da un altro psichiatra e non voglio venir meno all'eticaprofessionale interferendo,ma credo che potrei offrire qualche consiglio utile."
"Jasper te ne sarà grato di certo" replicò subito Isabella. "Poco fa ha detto che oggi si sarebbe messo in contatto con lo psichiatra di Quil".
"Perfetto. Questo è il primo passo." Edward aprì la portiera. "Mi daresti una mano,Bella? Basta che tiri giù la sedia a rotelle."
"Sicuro"
Quando ebbe la carrozzella vicino,Edward vi si sedette con agilità.
"Sei diventato bravissimo!" si complimentò Isabella di slancio.
"E' un genere di abilità di cui avrei fatto volentieri a meno,ma non ho altra scelta" ribattè Edward in tono incolore,alzando il capo a guardarla imperscrutabile. "Rigurado a ieri,Isabella...volevo scusarmi."
"Scusarti?" ripetè lei vacua. "E di che?"
"Per quel che è successo in piscina. Apprezzo molto che tua sia venuta e mi spiace di aver lasciato che la situazione ci sfuggisse di mano."
"V-va bene" mormorò Isabella in preda ad un dolore senza limiti. Eward si rammaricava di quello che era avvenuto e le faceva male che volesse accantonare "l'incidente" con delle banali scuse.
Gli rivolse un rapido saluto e,mentre lui si avviava verso l'ambulatorio,salì in macchina. A quel punto diede libero sfogo alle lacrime. Inutile sfuggire alla realtà,si disse col cuore gonfio di sofferenza: quei baci che per lei avevano significato tanto,non erano stati nulla per Edward!
Isabella arrivò alla Yewthwaite Farm all'ora di pranzo. Uno degli uomini stava male da un paio di settimane e dalle analisi del sangue era risultato che era affetto dalla cosiddetta febbre Q. Dovendo tenere sott'occhio l'evolversi della malattia,Isabella passava a controllarlo due volte alla settimana.
Harry Clearwater ,il proprietario della fattoria ,le venne incontro nell'aia. Sui quarant'anni,d'aspetto gradevole e dai modi gentili,Harry Clearwater temeva che il bracciante appena assunto avesse contratto la febbre del bestiame. La sua fattoria era una delle più grandi della zona e lui si era sempre vantato della buona salute dei suoi animali.
"E' venuta per Garret,vero?" le chiese mentre lei scendeva dalla macchina.
"Sì. Come sta?" s'infrmò lei prendendo la valigetta.
La febbre Q inizialmente presenta sintomi simili a quelli dell'influenza. Se non curata,può portare alla polmonite,come era successo in quel caso.
"Mi pare vada un pò meglio" rispose padre di seth facendo strada nel vialetto che conduceva al piccolo cottage dove viveva ?.
"Il veterinario ha fatto dei test sul bestiame,ma non ha trovato traccia di infezione. Ritiene che ? sia stato contagiato nel luogo dove lavorava prima,così telefonerà alla fattoria per avvertire il responsabile."
"Probabilmente ha ragione. ? è qui da solo cinque settimane,giusto? In genere passa una ventina di giorni dal momento del contagio allo sviluppo dei primi sintomi dell'infezione. Se ci sono bestie ammalate nella fattoria dove lavorava precedentemente,il proprietario dovrà prendere precauzioni adeguate. Si può contrarre la malattia semplicemnte respirando la polvere contaminata" spiegò Isabella mentre raggiungevano il cottage.
"E' quel che ha detto anche il veterinario. Venga a mangiare qualcosa con noi,quando ha finito. L'aspettiamo,Isabella."
"Grazie" accettò lei con piacere. Una delle gioie del suo lavoro ,pensò mentre bussava alla porta, era l'avere a che fare con persone così gentili.
In effetti Garret si sentiva meglio quel giorno.
Evidentemente la tetraciclina che gli era stata prescritta stava facendo effetto. Chiacchierando con lui, Isabella scoprì che si era trasferito insieme alla moglie Kate per essere più vicino ai suoceri,entrambi anziani e bisognosi di cure. Da tempo parlavano di venire a vivere in zona e ,quando Kate aveva perso il posto di fisioterapista ,si erano decisi a spostarsi. Ora che gli inroiti della famiglia si erano dimezzati,avevano qualche piccolo problema economico ,ma confidavano che presto Kate avrebbe trovato un altro lavoro.
Dopo aver confermato che sarebbe passata nuovamente da lì a due giorni,Isabella salutà Garret e si avviò verso la casa padronale.
Sue,la moglie di Harry ,aveva un aspetto magnifico. Le era stata diagnosticata da poco la sclerosi multipla,ma al momento non mostrava segni della terribile malattia. Aveva preparato un pranzetto delizioso e Isabella le fece onore,complimentandosi più volte con lei per la sua abilità da cuoca.
Intorno alle due,rinfrancata dal buon cibo e dalla piacevolissima compagnia,Isabella ripartì per il suo giro di visite.
Quando arrivò a casa quella sera non pensò neppure di prepararsi la cena. Dopo tutto quello che aveva mangiato dai Clearwater , non avrebbe potuto buttar giù che una tazza di thè caldo e qualche biscotto.
Aveva appena terminato il uo pasto frugale che squillò il telefono. Era Jacob che chiamava per invitarla a bere qualcosa con lui.
Isabella sulle prime esitò. Il pensiero di Edward non le dava tregua e non era dell'umore più indicato per una serata fuori. ? però,fu così simpatico e persuasivo,che alla fine capitolò.
Qualche ora più tardi,di ritorno a casa,Isabella dovette ammettere che era stato un piacere usicre con lui. Jacob era una persona brillante e l'aveva intrattenuta con aneddoti e storie inerenti con il suo lavoro senza monopolizzare la conversazione. Inoltre,non aveva fatto mistero dell'attrazione che provava per lei,cosa che naturalmente l'aveva lusingata. Non tutti la pensavano come Edward,dopotutto!
Si era tolta il giaccone e stava per avviarsi in camera,quando scorse la lucetta lampeggiante della segreteria telefonica. Premette il pulsante per ascoltare il messaggio e si sentì morire quando riconobbe la voce della signora Cullen che la pregava di richiamare al più presto.
Isabella compose in fretta il numero,il cuore in gola ,mentre una dozzina di orribili possibilità le attraversavano la mente. Edward stava male? C'era stato un altro incidente?
La linea era occupata e così rimase per un lungo tempo. Dopo aver tentato inutilmente per la quarte volta,Isabella fferrò il giaccone e uscì di casa.
La macchina di Emmet era posteggiata davanti a casa dei Cullen.
"Oh,Isabella! Grazie per essere venuta,ma sembra che sia passata,per fortuna!" l'accolse la signora Cullen facendosi di lato per lasciarla passare.
"Edward?" chiese lei con il cuore in gola.
"Sì. Ha avuto dei dolori tremendi. Le pillole che gli hanno dato all'ospedale non sono servite a nulla.Visto che non riuscivo a mettermi in contatto con te per avere un consiglio,ho chiamato Emmet,anche se Edward non voleva."
"Ha fatto bene" la rassicurò Isabella."Oh,Emmet" disse poi alla volta dell'amico ,comparso in quel momento nell'atrio. "Come sta?"
"Molto meglio.Gli ho fatto un'iniezione di calmante e ora riposa."
"Posso vederlo?" domandò Isabella.
"Certo,anche se sarà un pò intontito. In ogni caso,bisogna che domani parliamo,Bella. Edward ha voluto strafare oggi,probablmente è questo che ha causato il problema. E' d'obbligo che incominci a fare della fisioterapia,perciò dobbiamo vedere di organizzare qualcosa."
"Vabene" assentì lei prima di avviarsi verso la camera.
Edward aveva gli occhi chiusi e Isabella pensò che stesse dormendo,am si sbagliava.
"Mia madre ti ha telefonato,immagino" le disse infatti.
"Sì. Era preoccupata per te" rispose lei dolcemente,avvicinandosi al letto. Una ciocca di capelli gli era ricaduta sulla fronte madida di sudore e,senza pensarci,gliela scostò con delicatezza.
Edward girò la testa bruscamente. "Non farlo! Credevo che ormai ti fossi stancata di recitare la parte della solerte crocerossina. Mi meraviglio che tu sia venuta."
"Non riuscivo a prendere la linea,così sono passata a vedere cosa fosse successo" spiegò lei in tono piatto,ferita dal suo gesto di rifiuto.
"Molto gentile da parte tua. Ma spero non avrai interrotto la serata per causa mia. Cosa potrebbe mai pensare Jacob ,se lo piantassi in asso per correre da un altro uomo? Eri con lui,suppongo?" La vide a disagio e rise aspro. "Lo immaginavo.Tuttavia,sono certo capirà,quando gli spiegherai che sono uno per cui provi solo pietà."
"Hai idea di quanto sei noioso ad insistere su questo tasto?" fu l'asciutta replica di Isabella."Quante volte devo dirti che non provo pietà per te,Edward? Riservo la mia compassione alle persone che sono obbligate a viverti accanto! Fortunatamente non sono una di quelle..."
"No! Accidenti,Isabella,non andartene!" scattò lui vedendola girarsi.
"Perchè no? Dammi una sola ragione per cui dovrei star qui a farmi maltrattare da te."
"Non intendevo essere così odioso" si scusò lui con sofferta onestà. "E' solo che..Oh ,non importa!"
"Cosa?" lo incitò Isabella ,intuendo che per lui era invece importante.
"E' che nessuno ha idea di come mi sento" mormorò Edward. "Riesci ad immaginare cosa si prova a sentirsi impotenti come un neonato?"
"No. Perchè non me ne parli,Edward?" lo incoraggiò Isabella in tono più gentile,sedendosi sul bordo del eltto. "Tutto quel che voglio è aiutarti."
"Perchè ? perchè prendersi questa briga,quando non facco altro che sfogare su di te la mia frustrazione?
"Perchè aspriro alla beatificazione?" suggerì lei con una risatina. "O forse perchè sono masochista e mi piacciono le punizioni?"
Edward fece una smorfia. "Non dirlo nemmeno. Non voglio punire te,dolcezza".
"Quell'appellativo affettuoso gli era venuto fuorisenza che se ne rendesse conto,ma Isabella ne rimase turbata. Era passato tanto tempo dall'ultima volta che l'aveva chiamata così...
"E' me stesso che voglio punire"continuò lui. "Perchè detesto ciò che sono diventato."
"Ma è stupido!"protestò Isabella prendendogli le mani.
"Sì?Voglio poter fare tutte le cose che facevo prima...una passeggiata,salire e scendere dalla macchina senza problemi.." Edward trasse un profondo respiro mentre le stringeva più forte le mani. "Voglo essere quello che ero,Isabella,non quello che sono ora!"
"Ti capisco,Edward,ma non è possibile...non ancora.Forse col tempo..." Isabella si fermò vedendolo irrigidirsi.Edward non voleva guardare la futuro e lei poteva ben comprenderlo per questo. Forse,se glielo avesse detto,gli sarebbe stato d'aiuto."So quanto è dura" seguitò quindi dolcemente . "E' naturale guardarsi indietro e pensare"se solo",ma questo non cambia la situazione!Quando..quando Nessie è morta,ho fatto lo stesso.Ho continuato a rimuginare su quel che sarebbe potuto accadere se avessi fatto questo o quello,chiedendomi se avrebbe cambiato le cose."
"Sarebbe potuta andare diversamente?"domandò Edward in un sussurro.
"No"
"Cosa le è successo?"
Il suo tono era gentile come una brezza estiva e così tenero che Isabella sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Distolse lo sguardo ,concentrandosi sulle loro mani ancora allacciate. "La chiamano "morte bianca". L'ho messa nella culla una sera e il mattino dopo l'ho trovata morta."
"Dev'essere stato un incubo"
"Sì.Ho passato mesi a pensare agli ultimi giorni della sua vita,cercando di rammentare se ci fosse stato qualche segnale premonitore,ma non ce n'erano stati. Nessi estava benissimo quando si è addormentata. Non...non si è più svegliata,tutto qui. Mi manca tanto,Edward,ancora adesso."
"Vorrei poter fare qualcosa.."
"Non c'è nulla che si possa fare " ribattè lei,le guance rigate di pianto. "Nelle settimane che sono seguite alla sua morte ,ero solita andare nella sua stanza e starmene lì accanto alla culla a occhi chiusi .Riuscivo a sentire ancora il suo profumo,capisci.. quel caldo,tenero profumo di neonato..e fingevo che lei fosse ancora lì,che fosse stato tutto un orribile incubo.."
Le parole le si spezzarono in gola e Edward,borbottando qualcosa tra i denti,la strinse in un forte abbraccio.Isabella ci mise qualche istante a realizzare che anche lui stava piangendo.
"Edward? Cosa c'è?" gli chiese allora guardandolo preoccupata.
"Ti rendi conto che Nessie sarebbe potuta essere mia figlia,se le cose fossero andate diversamente anni fa?"
"Sì" sussurrò Isabella.
"Vorrei..."Edward non terminò quel che era stato sul punto di dire.Fu tuttavia con voce rotta dall'emozione che proseguì:"Mi spiace di aver riportato in superficie ricordi tanto dolorosi,Isabella."
Lei si alzò e si lisciò la gonna con mani tremanti. "A me spiace di averti rovesciato addosso la mia pena.Non era mia intenzione."
"Sono felice che tu lo abbia fatto" Edward le sorrise con tenerezza. "Spero che parlare di Nessie con me ti sia stato in qualche modo di conforto."
"Lo è stato" Isabella annuì,realizzando improvvisamente che era la verità. Parlava raramente di sua figlia,ma aprirsi con Edward,in qualche modo,aveva alleviato il suo dolore.
"Mi fa piacere.E' per questo che esistono gli amici,no?Per condividere momenti belli e momenti brutti."
"Già. E da amica,Edward,voglio che tu mi prometta che cercherai di essere ragionevole d'ora in avanti.Secondo Emmet,quest'ultimo attacco è dovuto al sovraffaticamento."
"E' probabile. Suppongo che dovrò accettare i miei limiti,giusto?" ribattè lui con un accenno di sorriso. "In ogni caso ,mi dispiace di averti rovinato la serata."
"Non me l'hai rovinata.Jacob mi ha riaccompagnato a casa presto perchè deve tenere una conferenza ad Edimburgo."
Edward si strinse nelle spalle. "Immagino che comunque lo rivedrai presto. Grazie per essere venuta,Bella"
La stava congedando,era chiaro,e Isabella non potè fare altro che lasciare la stanza.
Dopo aver rassicurato i Cullen,si accinse a tornare a casa.
Aveva la mente in subbuglio. Ogni volta che vedeva Edward ,precipitava in uno stato di confusione totale.Era stato così dolce e gentile mentre gli parlava di Nessie poi,improvvisamente,aveva innalzato di nuovo le barriere...
Edward rappresentava un pericolo per la sua pace mentale,si disse con un sospiro avviando il motore. Il problema era che saperlo non la metteva al riparo dalla possibili conseguenze.
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: miss_girl