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Autore: luce18    18/07/2015    2 recensioni
Settembre 1945, londra
Quando papà tornerà non riuscirà mai a capire cosa realmente è accaduto a noi, sopratutto a me e a te, Ed. Perchè ormai ne sono consapevole, siamo un anima divisa in due corpi. Dopo tutto quello che abbiamo passato anche prima di Narnia sono sicuro di questo, non potrei vivere senza di te.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edmund Pevensie, Peter Pevensie, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il secondo capitolo di questa long...E senza ulteriori induci….

 

Demoni Notturni

 

(Flashback, 10 anni prima, terza persona)

 

Il vecchio orologio del nonno nel soggiorno segnò la mezzanotte. In corridoio un asse di legno scricchiolò. Dei rami raschiavano furiosamente contro la finestra. L'acqua del rubinetto che perdeva nel bagno al piano superiore gocciolava molto lentamente nel lavandino.

 

Drip…. Drip…..Drip….

 

E il bambino sepolto sotto la montagna di coperte nel letto troppo grande per lui, chiuse gli occhi al buio, stringendo al corpo il suo orsacchiotto.

 

Drip…. Drip…. Drip…

 

A cinque anni, era un bambino pieno di fantasia, creava sempre storie di leoni, di re, di maghi malvagi, draghi e battaglie. Sarebbe diventato uno scrittore meraviglioso, un giorno.

Quella meravigliosa immaginazione, però,poteva ingannare anche il suo proprietario facendogli credere che quei suoni notturni fossero ciò che in realtà non erano.

Il cigolio era diventato un passo, il raschiare dei rami erano diventati degli artigli, e il rubinetto gocciolante era diventato del sangue che colava. Tutte cose che normalmente si trovano nelle storie di fantasmi.

Secondo i ragazzi più grandi del quartiere la casa dei Pevensie era stregata, perché era la più vecchia della strada, almeno era questo che raccontavano quando volevano spaventare i più piccoli. E, naturalmente, i ragazzi più grandi del vicinato prendevano in giro chi viveva in quella casa.

Quando tocco a Susan, lei rise e disse che non c'erano cose come fantasmi nella loro casa. Lucy non sapeva cos'erano i fantasmi, e quando un giorno chiese cosa significasse a sua madre, la signora Pevensie, riproverò subito i ragazzi e da allora non infastidirono più Lucy. Peter si limitò a sorridere, dicendo che avrebbe combattuto tutti i fantasmi con una sola mano. Edmund invece credette a quelle storie, ma non lo mostrò perché essere spaventato,secondo lui, era da bambini.

 

E quando il temporale improvvisamente è iniziato con un forte tuono, Edmund, ha dato un piccolo grido e si lanciò da sotto le coperte verso la sua porta.

Inciampando su alcuni giocattoli che aveva lasciato sul pavimento, raggiunse la porta proprio mentre un altro tuono scosse la casa. Un lampo illuminò bruscamente la stanza svelando per poco tempo delle ombre oscure.

Quando un terzo tuono rombò e un secondo lampo apparve, il bambino lanciò un altro strillo e spalancò la porta pesante con tutta la forza che poteva, correndo nel corridoio.

Successivamente un altro tuono, scosse nuovamente la casa e Edmund sentì che un gemito sottile trafisse l'aria riconoscendolo come il pianto della sorella più piccola.

Rimase immobile, al centro della sala, spaventato con le lacrime che scorrevano lungo le guance. I fantasmi avrebbero potuto prendere Lucy!

Uno dei ragazzi più grandi aveva detto che i fulmini svegliavano i fantasmi.

Ma non riusciva a muoversi. Era troppo spaventato.

Poi udì la voce di sua madre, mentre tranquillizzava Lucy nella camera dei genitori, dove a volte dormiva.

CRASH!

Edmund si precipitò verso la porta sulla sua sinistra, sbattendo il suo piccolo corpo su di essa. La porta di legno di spalancò.

CRASH!

Un sesto tuono divise l'aria e Edmund diede un altro urlo. Davanti a Edmund si sentì un grande tonfo, come se un corpo fosse caduto da un letto e il bambino capì che era Peter.

Sorpreso, Edmund diede un piccolo squittio e scappò indietro verso la porta, con l'intenzione di andare dai suoi genitori.

Non voleva svegliare Peter. Solitamente l'altro ragazzo era addormentato quando Edmund andava da lui in cerca di conforto.

Ma Peter aveva già sentito il cigolio, e riconoscendo il rumore di suo fratello minore, rapidamente balzò in piedi e andò verso la porta mentre l'ennesimo tuono scosse la casa.

Quando raggiunse il fratello, che stava per entrare nella camera dei genitori, lo prese tra le braccia, ma Edmund si divincolava cercando di scappare dalla presa salda del fratello maggiore che cercò di schivare le agitate braccia del fratellino sibilando “Ed! Eddy! Va tutto bene!”

Improvvisamente la porta della camera dei genitori venne aperta e apparve il padre, che dopo una breve occhiata ai due osservo preoccupato il figlio più giovane, che aveva la testa saldamente sepolta nel collo del fratello maggiore. Dietro di lui, attraverso la porta aperta, Peter vide sua madre camminare avanti e indietro per la stanza, cullando gentilmente Lucy.

“Sta bene?”

La voce tranquilla e morbida del padre fece tornare lo sguardo di Peter su di lui.

Annuendo, sistemò meglio il piccolo corpo del fratello tra le braccia “È con me papà” Peter rispose tranquillamente. Sorrise stancamente. “Andrà tutto bene, non è vero, Eddy?” Guardando la testa il fratellino nascosta nella sua spalla.

Da quella posizione Edmund annuì circondando con le sue esili braccia il collo di Peter.

Il padre osservando la scena diede a entrambi un grande sorriso. “Bene, assicurati che vada a letto. Il suo letto, Peter. Sta cominciando a diventare troppo grande per dividere il letto con te”

“Sì papà” Peter rispose. Detto questo il ragazzo di otto anni si girò e si incamminò portando con sé il suo adorato fratello.

Nessuno dei due però vide il padre nascondere un sorriso quando notò che Peter ritornava nella sua stanza e non in quella di Edmund.

Una volta che raggiunse la sua camera da letto, Peter fece scendere Edmund dalle sue braccia e chiuse la porta alle spalle. Giratosi nuovamente verso il fratello Peter sorrise rassicurante.

Il fratello ricambiò il sorriso. “Io non dovevo tornare nel mio letto?”

Il sorriso del fratello si trasformò in un ghigno mentre diceva “Non c'è nessun problema se rimani con me, ma dobbiamo dormire, va bene?” . Tese la mano a Edmund che sempre sorridendo disse “Va bene”.

Peter condusse il fratello nel letto, aiutandolo a salire. Edmund si rannicchiò in un angolo per fare posto al più grande, che si mise a ridere “Non sono così grande, Ed.”

“Ma sei più grande di me!”

Sorridendo Peter salì sul letto e sistemò le coperte dicendo “Si, ma se rimani lì, cadrai dal letto, Vieni qui”. Indicò il posto vuoto accanto a sé.

Edmund, in cambio, sorrise e si rannicchiò accanto a lui. Il fratello più grande pose un braccio protettivo sulle spalle del suo fratellino “Ecco qua. I fantasmi non ti toccheranno qui.”

Normalmente Edmund si sarebbe imbronciato a quell'affermazione. Ma ora contraccambiò con un grande sorriso e annuì mentre si rannicchiava più vicino al fratello maggiore.

Per un breve tempo si sentì solo la tempesta spostarsi lontano e solo qualche tuono lontano poteva essere udito.

Intanto che il maggiore dei due ragazzi si addormentava tra le braccia di Morfeo il silenzio venne interrotto “Peter?”

“Hmm?” rispose con la voce impastata dal sonno il maggiore.

“Non lascerai che i fantasmi prendano Lucy, vero?”

Un piccolo sorriso apparve nel buio “No”.

“O Susan?”

Il sorriso si allargò “No”

“O mamma o papà?”

Il sorriso si allargò ancora di più “No, tranquillo. Dormi. Tutto andrà bene, te lo prometto.”

“Bene” rispose il più piccolo nascondendo uno sbadiglio.

Ritornò nuovamente il silenzio che venne di nuovo interrotto “Peter?”.

Peter alzò gli occhi al cielo esasperato. “Cosa?” disse tranquillo cercando di non essere infastidito.

Un lieve attimo di silenzio, poi sentì improvvisamente delle piccole braccia avvolgere la sua vita. “Grazie” sussurrò il fratello cadendo in un sonno profondo.

Un enorme sorriso si formò sul volto di Peter mentre si girò su un fianco, stringendo a sé Edmund, dando un lieve bacio sul capo mormorando “Non c'è di che, Eddy”.

(Fine Flashback)

   
 
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