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Autore: xzbridgez    18/07/2015    1 recensioni
Alice è una ragazza introversa, che preferisce stare per conto suo e vivere in solitudine che socializzare con persone che sente non possono capirla. Si sente diversa, e dopo un viaggio che la porta a Philadelfia capisce finalmente il perché di questa sensazione. È figlia di una strega molto potente e un angelo caduto, e i poteri magici che adesso appartengono a Alice la condurranno da Sophie, una delle più grandi amiche della sua madre naturale ormai morta. Insieme a questa donna comincerà la sua nuova vita da apprendista strega, e con la scoperta dell' esistenza di angeli caduti, lupi mannari, e demoni dovrà affrontare tanti pericoli, ma soprattutto stare attenta a non cadere alla tentazione di due occhi color cristallo che nascondono più segreti di quelli che Alice immagina si possano celare. L' attrazione che però la lega a Justin è troppo forte, e il desiderio non è da meno, così si ritroverà tra le braccia di un essere molto più pericoloso di una strega, ovvero un vampiro. Tra i due nascerà una forte storia d' amore, piena di passione e segreti non ancora svelati, ma sarà abbastanza forte da permettere ai due di vivere per l' eternità?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Il comandante Jake Thompson, il primo ufficiale Mike Sullevan e l' equipaggio vi danno il benvenuto a bordo di..."

Faccio un respiro profondo, decidendo di ignorare la voce del comandante che ci dà il benvenuto prima di decollare, e adagio la schiena sul sedile chiudendo gli occhi. Cerco sin da subito di rilassarmi ma non riesco a scacciare via l' ansia che si sta divertendo con me da quando questa stessa mattina abbiamo lasciato Chicago. Mi sembra di camminare sopra una sottile corda sospesa a cinquanta metri di altezza, con tanto di piccioni che cercano in tutti i modi di farmi cadere nel vuoto, ma la cosa peggiore è che non capisco il perché di tutta questa ansia. Non è la prima volta che prendo un aereo, eppure mi sento come un giovane sedicenne alle prese con la sua prima lezione di guida: totalmente disorientato:

"Alice, tesoro è tutto okey?"

Apro gli occhi di scatto quando sento la voce di mia madre chiamarmi, e la sua mano tocca il mio braccio quando il mio sguardo si incontra con il suo. Lo stringe mentre un' espressione preoccupata le si dipinge sul volto, e io annuisco alla sua domanda cercando di risultare convincente, mentre con l' altra mano stringo la sua che è ancora sul mio braccio destro.

"Sì tranquilla, sono solo stanca."

Mentre parlo le sorrido, provando a rassicurarla, e questo sembra calmarla. Le piccole rughe attorno gli occhi azzurri si distendono e la fronte ritorna liscia.

"Assistenti di volo, prepararsi al decollo"

Il comandante smette di parlare e io decido di distogliere lo sguardo dai grandi occhi azzurri di mia madre che continuano a guardarmi come se volessero rassicurarmi che semmai dovessi cadere dalla corda ci sarebbe lei a prendermi, il ché è molto divertente soprattutto perché tra noi due quella che riesce a controllare meglio le sue emozioni sono io, ed è sempre toccato a me aiutarla durante i suoi momenti di insicurezza, poca autostima o ansia. E' un pò il gioco del 'cambio ruolo', io sono la madre e lei la figlia, ma non mi è mai dispiaciuto questo gioco, anzi. Mi piace ascoltarla mentre si lamenta di papà che non pulisce e cucina mai, o darle consigli su come deve agire di fronte a delle novità, quando non ne ha la più pallida idea. Mi fa staccare un pò dai miei pensieri, e poter smettere di pensare mi fa sentire più leggera, come se mi liberassi del macigno che ho nello stomaco. Cercando nella tasca della giacca riesco a trovare l' Mp3, e dopo qualche secondo riesco finalmente a slegare le mie cuffie che ogni volta che riprendo dalla tasca sembra abbiano fatto sesso sfrenato. Le lascio sempre ordinate dentro la tasca, ma puntualmente ritrovo sempre i due fili attorcigliati tra loro, e quella a cui tocca slegarli sono io. Premo play e le note di 'Holding on and letting go' di Ross Copperman mi avvolgono in una sfera di protezione che mi isola dal mondo esterno. Noto mio padre che cerca l' attenzione di mia madre, e quando iniziano a parlare chiudo nuovamente gli occhi e mi rilasso contro lo schienale del sedile. Lascio che la voce struggente di Ross mi culli e inizio a immaginare come sarà il matrimonio di mia zia, che è anche il motivo del nostro viaggio a Filadelfia. Non riesco a immaginare nulla oltre la location e le possibili decorazioni, dato che non conosco nessuno dei due fidanzati. A detta di mia madre, la sposa è la figlia della cugina di mia nonna, ovvero la donna da cui ho preso i miei occhi marroni, che altrimenti non saprei spiegare. Anche mio padre, infatti ha gli occhi azzurri , ma a contrario di mia madre ha i capelli scuri che insieme alle sopracciglia nere e la pelle chiara fanno risaltare ancor di più i suoi occhi chiari. Non ho ereditato neanche il colore ramato dei capelli di mia madre, ma ancora una volta, quelli marrone cioccolato della nonna. Mi sarebbe piaciuto conoscere la donna che ha segnato l' infanzia di papà, ma purtroppo è morta quando lui aveva la mia età: diciasette anni, anche se però io l' indomani ne compirò diciotto. Sono nata di Settembre, e anche se sono di parte visto che sono nata sotto questo mese, trovo che sia uno dei più belli dell' anno, perché dà inizio all' autunno, che insieme all' inverno è la mia stagione preferita. Un altro punto a suo favore credo che sia l' inizio della scuola. Già, a differenza di moltissimi adolescenti non vedo la scuola come se fosse una prigione, ma una sorta di paradiso, che insieme ai compiti per casa, i temi da consegnare e i progetti pomeridiani riesce a tenermi indaffarata, e di conseguenza a non farmi pensare. Sento sempre il bisogno di tenere la mente occupata per non rischiare di entrare nel vortice di paranoie che mi portano a vivere in uno stato di malinconia, non tristezza o depressione ma malinconia, e comincio a pensare che forse vivere con uno strato di tristezza che mi avvolge ogni giorno sarebbe anche meglio, dato che saprei il motivo della mia tristezza, ma cercare qualcosa che riempia un vuoto dentro di me che non so come riempire, è tremendamente frustrante, perché sembra che qualsiasi cosa io faccia il vuoto che mi divora e il macigno che lo opprime non facciano altro che crescere all' unisono. Mi sento come se non appartenessi alla realtà che mi circonda, come se il mio posto fosse da qualche altra parte , e io in realtà fossi destinata ad una vita diversa da quella che sto vivendo. Tutto questo potrebbe farmi passare per pazza, ma si può mentire agli altri ma non a noi stessi, e io so che c' è qualcosa di profondamente diverso che mi divide dalle altre persone come farebbe un varco. L' unica cosa che mi rimane fare è lasciare che il tempo faccia venir fuori questa parte di me, facendomi finalmente sentire me stessa.
 
   
 
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