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Autore: ParalyzedArtwork    19/07/2015    1 recensioni
”Cosa volete?”
“Quello che continua a dividerci e continua a tenerci uniti. L’odio verso di voi, quello che continua a gettarci nel caos ed ha farci risorgere.”
Genere: Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cassidy era ancora troppo sgomentata per riuscire a muoversi, i suoi occhi si coloravano di rosso, un rosso feroce che divampava senza pietà trasformandosi in sfumature nere con all’interno urli strazianti provenienti dall’ inferno. Era come quella sera, in cui tutto era iniziato, in cui era iniziata a sgretolarsi la storia. Nella sua mente le immagini si mescolavano confuse, vedeva la sua gente urlare, i Ghoul, le fiamme ed i palazzi in rovina; mentre adesso la sua gente era trionfate e con le armi da guerra in mano. Erano dalla sua parete e volevano vincere la Rivoluzione.
Era imbambolata come una statua di cera, paralizzata dall’ignoto quando al suo fianco un uomo le posò una mano sulla spalla.

”Allora, Cassandra, tu, da che parte stai?”

Avvertì le parole dolci e premurose di un vecchio uomo saggio e voltandosi vide che al suo fianco c’era il signor. Riddle. Sapeva non l’avrebbe mai abbandonata.


“La nostra.”

Tra i due ci fu uno scambio di sorrisi furbi e d’intesa.
Le fiamme divampavano, ma i Ghoul iniziavano a mischiarsi ad esse. Quando il male conosce qualcosa infetta ogni nuova forma. 

”Scappa, qui ci pensiamo noi. Abbiamo bisogno di almeno un Mastino ancora vivo.”


Detto questo indicò con lo sguardo un palazzo, era da lì che provenivano le fiamme.


Cassidy corse tra le fiamme e gli scheletri, mentre il suo fiato diventava tutt’uno con il fumo nero che proveniva dai corpi. Si trovava circondata  da un branco di zombi che avanzava bruciando, con lo sguardo maligno e famelico. Mentre correva, mentre il sudore bagnava la sua fronte ed il respiro pian piano diventava pensante soffocandola, si fermò.
Era arrivata fino a lì, era arrivato il momento della rivincita, in cui tutto poteva cambiare e volgere a loro favore, in cui tutto poteva cambiare eppure, dentro di sé una sensazione la torturava.
Mancava qualcosa, le stava sfuggendo qualcosa, voleva cambiare tutto, voleva stravolgere le regole di questo momento così corrotto ma non ne aveva le possibilità, non conosceva nulla di quello che era successo e nulla di tutto ciò che accadeva, stava combattendo qualcosa per qualcuno e per qualcosa senza sapere cosa o chi fosse. Combatteva per un ideale, per una prospettiva, ma non capitava il vero motivo.
Era come accettare la realtà, saper di dover agire per una cosa perché giusta, senza nessun dubbio, ma non saperne il motivo e non sapere neanche se fosse giusta per noi, forse lo era, ma perché? Perché combattere per qualcosa di imposto senza capire da dove nascesse tutto, perché fare una rivoluzione solo per il destino, quando tutto doveva soltanto partire da solo, perché combattere contro esseri uguali a lei, perché dover combattere.
Era ferma mentre il dubbio, il nulla, quella sensazione di incertezza, di inappropriatezza la torturava, i Ghoul le si avvicinavano in massa, come se a nessuno di loro importasse più della gente e fossero solo attirati della ragazza, spalancando la mascella ormai carbonizzata che faceva intravedere la loro vera essenza; mentre per Cassidy tutto si era fermato e con occhi spenti fissava il vuoto.
Li sentiva vicini, sentiva il calore bruciarle il volto, ma non distolse lo sguardo, lacrime scorsero sulle sue guance, il suo cuore stava crollando a pezzi, tutta la sua forza era crollata, tutti i suoi valori e se n’era appena resa conto dopo tutto questo viaggio; sentiva solo il nulla.
Era partita con l’intenzione di capire chi fosse, cosa fosse successo ma che cosa aveva raggiunto?
Qualcuno credeva in lei adesso, ma lei in che cosa stava credendo?

Sentì le fauci del Ghoul azzannarla, quando tutto per lei era ormai fermo, distrutto e ad occhi lucidi guardò il cielo. Non era mai stato così grigio, neanche quel giorno, neanche nelle sue visioni, neanche alla morte di Antony, era sporco e soffocante; quando sentì i denti del Ghoul sul suo collo, chiuse gli occhi.

Il suo cuore era fermo, sentiva solo tanto dolore, non era il Ghoul ad averla uccisa, un essere non poteva ucciderla era il dolore che portava dentro, era il posto che non aveva mai avuto nel mondo a soffocarla.


Tutti i denti del Ghoul penetrarono nel collo, altri le saltarono addosso e Cassidy scivolò all’indietro, lasciandosi cadere come una foglia d’autunno insieme alle sue sorelle, sentiva la carne sollevarsi dalla sua pelle come un foglio di carta velina, non sentiva dolore. Sentiva bruciare il fuoco sulla sua pelle mentre solo le lacrime bagnavano il suo volto.


Era giunta la fine e non riusciva neanche più a gridare..

Una pioggia di frecce colpì tutti i Ghoul sopra Cassidy, mentre un uomo con la spada si faceva largo verso lei. La controffensiva era ricominciata, non potevano vincere, non sta volta, non glielo avrebbero permesso.

John prese in spalla Cassidy e corse, al riparo dalle frecce di Hilbrand, verso la precedente meta della ragazza.

”Si può sapere cosa ti è saltato in mente?!”


Cassidy, aveva il respiro debole e ciondola dalle braccia di John, mentre si lasciavano dietro una scia di sangue rosso e nero proveniente dal corpo della giovane.
Il fuoco aveva ricominciato a bruciare tutto intorno a loro e l’aria diventata sempre più pesante da respirare. I Ghoul iniziarono a fare resistenza, attirati dal sangue del Mastino, che aveva lasciato nelle loro bocce un pesante odore di vita e di ferro. Erano veloci ed affamati, mentre continuavano a bruciare pian piano nella loro estenuante corsa a morire. John arrivò poco prima che i Ghoul potessero divorarlo in cima al palazzo, dove lasciò cadere il corpo inanime di Cassidy.


”Fiammiferi! Invenzione geniale direi! L’uomo oltre a temibili armi ed a seminare morte è riuscito a costruire qualcosa di utile! E’ divertente perché è una delle cose più antiche al mondo… Il fuoco! Eppure guardateli, come scappano impauriti e cercano di sopravvivere. Perché avranno costruito veri e propri mostri del elettronica, potrebbero farci morire in qualsiasi momento, hanno le nostre vite in pugno, eppure ciò che non riusciranno mai a contrastare sarà la forza degli elementi. E’ paradossale non credete? L’uomo che ha superato le colonne d’Ercole, ha sconfitto la morte, è andato contro essa, ha paura della forza della natura, è vulnerabile ad essa. Perché è questo ciò che in realtà volevano, la vera eternità, quella per cui sono stati puniti…”

Un giovane ragazzo, dai lunghi capelli arruffati neri, non molto alto che indossava una tunica blu, con ricami in nero ed in argento dava le spalle a John, mentre con una voce quasi da folle, esclamava tutto ciò con una serietà glaciale. Muoveva le braccia e le mani a destra e sinistra, come fosse lui a controllare quel macabro scenario che si stagliava davanti agli occhi dei due Mastini nella piazza. Sembrava un burattinaio, che con la leggiadria dei suoi movimenti controllava la scena, controllava i fili dei suoi personaggi.


“Adesso vattene ci pensiamo noi a lei. Torna dove servi.”

”Non intendo lasciare la ragazza con te.”

”Ho detto vattene. Non discutere.”

La sua serietà e le sue parole erano gelide, come se tutte le fiamme davanti ai suoi occhi fossero altro rispetto al suo cuore.


“Cerca di portare al riparo la gente, dirigila verso i sotterranei, le fiamme tra poco bruceranno tutto. Per Cassandra non preoccuparti, sta bene.”


“Dimmi chi sei, ragazzino.”

”Hilbrand non ti ha avvertito? Peccato! Fai bene a diffidare però eh! Di questi tempi”

Il piccolo si lasciò sfuggire una strana risatina, voltandosi di tre quarti verso il vecchio Mastino.
”Jesper, piacere! Puoi lasciarla a me è solo un incosciente si riprenderà presto, ha passato di peggio!”


“Jesper?”

”L’aiuto freccia, no? Non ti hanno proprio detto nulla di me vedo! Poco male, adesso va, hanno bisogno di te, i fiammiferi uccidono ed a volte aiutano non salvano la gente prendendola in braccio!”

Una freccia colpì lo spazio che inframmezzava i due.

”John, il ragazzo è con me, fa come ti dice. Non morirà.”

”Sarà meglio per voi.”


 
Le fiamme divamparono soffocando il cielo e la folla.

”Jesper pensa a lei, qui finisco io.”

Le sue braccia caddero giù e nel fumo, si avvicinò la sera.


 
 

”Buon giorno! Tranquilla non voglio violentarti o mangiarti, mi sono limitato ad eseguire gli ordini.”

Cassidy tossì sangue misto sulla coperta, aprendo gli occhi con fatica.
Era su una branda di una stanza, faceva freddo ed era ricoperta di fasciature.. Non ricordava nulla di quello fosse successo prima, ricordava, solo tanto dolore, tanto calore e qualcuno parlava di fiammiferi.


“Tu sei quello che parlava dei fiammiferi?”


Disse sprezzante.

”Certo la lingua tagliente ti è rimasta piccola.”

”Disse il pino.”


“Ohi, ohi, calma. Come ti senti?”

”A parte il sangue e i dolori interni, a pezzi.”

”Tutti qui fuori stanno aspettando ti svegli e gli spieghi perché ti sei fermata, credo vogliano farti più male di quanto te ne abbiano fatto quelle bestie lì fuori. Hai fatto la cosa più stupida che potessi mai fare.”

”Tutti fanno cose stupide ma nessuno dice mai nulla, sai?”


“Non credo che l’unica persona che mi ha fatto scomodare, che possa salvare questo mondo e controlla ben tre se non quattro generi umani, che è la predestinata, possa, a suo completo piacere ed inaspettatamente, distruggere un piano studiato con gli astri, perché , beh, oggi è una giornata no, non so se mi spiego, capisci?”

Cassidy guardava il ragazzo, con fare scostante e divertito. Era un bambino, sarà stato poco più alto di lei, con occhi serpentini e capelli scompigliati, la faceva sorridere. Continuava a blaterare cose senza senso, della sua incoscienza e cose varie, non lo stava ascoltando da tempo, era presa a guardarsi intorno.. Una piccola stanza, come una grotta, umida, con pochi mobili in legno, un lettino, una scrivania con uno specchio e un lavabo affianco e due sedie, una era utilizzata dal ragazzo accanto al suo letto, l’altra era davanti alla scrivania e sopra c’erano dei vestiti e degli stracci


“Come hai detto che ti chiami?”

”Jesper.”

”E che cosa sei? Una fatina dei denti?”

”Spiritosa la ragazza. Nulla che ti interessi. Prima che apra questa porta e ti sbranino, dimmi solo perché l’ hai fatto.”

”Sei stato tu a curarmi, vero? Come hai fatto?”

”Voi Mastini avete le vostre risorse, erbe ed intrugli vari, noi le nostre.”

”Noi chi?”

”Noi che abbiamo acceso il fuoco, i fiammiferi, che domande!”

”Puzza di magia”

”Oppure lo è? Dimmi perché l’ hai fatto. Ogni domanda ha un prezzo no? Non ricordi?”

”Magia e pure parecchio potente. Non capiresti, spiegherò tutto agli altri , così potrete tutti placare la vostra sete di notizie.”

”Io so perché l’ hai fatto.. Ma dovrai inventarti qualcosa di più fantasioso per loro.”

”Come fai a saperlo?”

”Magia non ricordi?”

”Non ho nulla da inventare, alchimista”

”Non dire quella parola così apertamente, non sono tutti così aperti di mente e la fine del pollo allo spiedo non la voglio fare, i polli preferisco arrostirli.”

”Scusami, comunque sia cerco solo risposte.”

”Secondo te perché sono qui? Pensi che loro possano dartele? John era un Mastino giovane, sa qualcosa riguardo le ultime vicende, ma è dalla parte buona di tutta questa storia, dovresti rivolgerti ai tuoi amici alla rocca, i           Fedeli del vostro capo, o come lo chiamate non mi interessa. Hilbrand sa poco, qualcosa riguardante a quando eri piccola, a vari patti, a cosa succede in questo regno, riguardo tutti i trattati segreti e qualcosa su tuo padre, tutto ciò che cerchi lo sa qualcun altro o io, ragazza. Ti conviene parlare prima con me ed avere le idee più chiare.”

”Cosa sai? Perché dovrei fidarmi della tua specie?”

”So perché hai visto quelle cose, so perchè hai potuto salvare quel Ghoul, so chi era.”

”Dimmi solo se era lei..”

”Sì era tua madre e sì, ti stai sbagliando in ogni caso, questa “Guerra” non è la vittoria di nessuno.”

 
   
 
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