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Autore: thembra    22/01/2009    5 recensioni
Quando i ricercati divengono cercatori....quando i fuggitivi diventano iseguitori, quando la rabbia trasforma i pirati braccati dalla marina in prede da aspettare con l'ostaggio al sicuro nelle carceri di bordo....TH
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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L’evasione…

 

 

 

L’evasione….l’incontro…..il mistero…

 

 

 

 

 

 

I primi albori erano già visibili a oriente.

 

Scostò il viso in direzione di quel miracolo chiamato aurora osservando con la mente sgombra quella meraviglia che creava il nascere del sole.

Ed i suoi occhi di cera sembravano assorbire quegli accecanti raggi.

 

I primi raggi di un intenso color amaranto che sfumavano all’indaco, guizzavano sul pelo dell’acqua dell’orizzonte svegliando persino le onde sopite, donando loro parte di quei colori e di quella magia, ed era così poi, che al sollevarsi della brezza mattutina anche la sfera di fuoco del sole, dorata come l’oro più puro dei mari dell’ovest si innalzava sopra quell’immensa distesa d’acqua e irradiando tutto fondeva assieme cielo e oceano creando un’unica meravigliosa creatura, libera nell’aria e immensa nell’acqua, e man mano che si alzava, specchiandosi nel mare sembrava che si dividesse in due perle infuocate, sembravano due chiarissimi occhi extraterreni in grado di vedere tutto, persino quella nave mimetizzata nel cobalto lucente di quelle onde ormai destate.

 

Lui adorava quello spettacolo, adorava sentirsi scrutare dal dio del mare e del cielo, amava quei suoi colori sgargianti e le illusioni che con essi creava sul mare, amava le albe perché significavano il futuro, la possibilità di riprendere e continuare il cammino lasciato sospeso all’ombra della dea luna.

 

Mikahel J Trevor IV, o semplicemente Mic come lo chiamavano tutti a bordo, adorava contemplare l’alba da solo in cima al pennone principale della nave e irradiarsi di quella luce che sembrava bruciare le vele dell’imbarcazione.

E da lassù aspettava che suonasse la sirena dell’adunata, attendeva il suo turno per la colazione e poi si dirigeva in infermeria semmai ci fosse stato bisogno….

 

.ma quella mattina fu diversa da tutte le altre.

 

Quando i raggi del sole nascente gli sfiorarono il viso destandolo dallo scomodo giaciglio la magia dell’aurora era ormai terminata e non poté far altro che mettersi a sedere sulla sgangherata sedia che lo aveva sorretto, togliersi la spessa coperta di montone e sbadigliare sonoramente mentre stendeva le braccia per stiracchiarsi.

 

Al suono della sirena balzò in piedi pronto a dirigersi all’adunanza fermandosi poi quasi subito nel notare quello che per più di tre giorni gli era sfuggito all’attenzione.

Preso com’era a tenere in vita quella ragazzina non aveva fatto caso a quel piccolo particolare che in un’altra circostanza avrebbe riconosciuto subito.

L’odore, o meglio il profumo seppur lieve e quasi effimero che aleggiava intorno a quella ragazza.

Non poteva sbagliare quello era un’ aroma fruttato e lievemente acido di agrumi e ora che si avvicinava lo riconosceva bene.

 

“…mandarini…”

 

Sorrise in un’espressione quasi nostalgica a quel profumo mentre le posava una mano sulla fronte per sentire se le era montata la febbre e sbuffare poi sollevato nel constatare che era fresca come un petalo di giglio.

 

Si fermò ad osservarla bene, aveva perso forze durante la prigionia ma tutto sommato si era ripresa benone, e poi la notte di riposo aggiunta alle medicine che aveva mescolato nella cena della sera prima avevano accelerato la guarigione della ferita.

 

“…arriverai in piene forze bimba…”

“Nhm…”

 

Si alzò ed uscì dalla cella chiudendo bene il lucchetto dopo esser stato richiamato da una recluta per il turno di colazione.

 

“Ci arriverò eccome…”

 

Aprì gli occhi la finta dormiente sorridendo vittoriosa mentre alla cieca tentava di infilare la chiave di ottone nella serratura delle manette, operazione difficile vista l’oscurità trafitta solamente da alcuni raggi dorati che rimbalzavano sul legno poroso della cambusa senza riflettere alcuna luce.

 

Dopo alcuni minuti riuscì nell’intento, e lo schiocco dello scatto le liberarono finalmente i polsi intorpiditi dal peso e dal gelo del metallo.

Fu poi la volta di quelle alle caviglie e poi cercò di forzare il lucchetto della cella ma come già immaginava la chiave non era la stessa, avrebbe dovuto cercare di prendere anche ciò che stava nell’altra tasca del giubbotto del medico-sarto, ma per paura di poter esser scoperta aveva agguantato la prima sagoma di chiave che aveva trovato.

 

“Alla fine è meglio così…pensa che rabbia se prendevo quella del lucchetto e non delle manette….saltava fuori la storia della volpe con l’uva…”

 

Fece alcuni giri della cella, constatando l’ampiezza della galera e immaginandosi di conseguenza una nave di imponenti dimensioni, questo la indusse a pensare che fosse più lenta del normale, e che quindi la Sunny avrebbe potuto raggiungerla con facilità.

 

Sorrise fiduciosa e questo pensiero le diede l’entusiasmo per pensare al modo di sbloccare la serratura del lucchetto.

 

Se non ricordo male c’è un’isola da queste parti…se non mi raggiungono in tempo male che vada mi butto in mare e gli altri mi ritroveranno la…dopotutto ho ancora la mia carta qui…”

 

Si portò la mano alle cosce, dove nelle tasche della gonna teneva il pezzetto di carta, estraendolo e fissandolo curiosa in contro luce.

 

Però, è messo piuttosto bene….meglio così…non si preoccuperanno troppo allora…”

 

Sorrise tristemente, chissà se erano in pena, se erano lucidi e soprattutto se erano riusciti a seguire la direzione giusta.

 

No Nami….fatti forza…..ce la faranno di sicuro….arriveranno presto, e ora fuori di qui…”

 

Ci mise quasi un’ora a trafficare con quel dannato lucchetto infilandoci dai pezzi di legno alle forcine che aveva nei capelli, alle stecche di bronzo dei sandali ai morsi dettati dalla rabbia e dalla fretta per la paura d’esser beccata.

 

“Dannatissimo lucchetto!!!

 

Due colpi la zittirono in un istante facendole gelare il sangue mentre il borbottio di un marine sopra coperta le intimava di farla finita con i piagnistei.

 

“Menomale che non è sceso….”

 

Sospirò togliendosi le lacrime di spavento che per un attimo le avevano rigato il volto osservando attentamente il lucchetto nemico come se i suoi occhi avessero potuto fonderlo.

 

“Ma certo!!!

 

Si ricordò del trucchetto che le aveva insegnato Usopp, su come uscire dalla cella senza bisogno di spaccare la serratura, uno scherzo tanto facile quanto improbabile da pensare.

Il problema era che non funzionava con tutte le prigioni, come ad esempio quella volta al casinò di Crocodile ma li era diverso, così con calma si avvicinò alle maglie che univano la porta alla parete della cella constatando con una felicità pazzesca che il trucco si poteva fare eccome.

Ma non c’era fretta, e poi era pieno mattino, la nave era in fermento e tentare la fuga in quel frangente era praticamente una pazzia, sarebbe scappata la notte, mentre a farle la guardia c’era solamente quel pazzo che si credeva furbo.

 

 

 

 

 

Anche a bordo della Sunny era arrivato il mattino, e non fu necessario svegliare la ciurma poiché già ai primi albori erano saltati tutti in piedi pronti a riprendere la navigazione.

 

“Siamo vicini lo sento!!!

Sta calmo Rubber, io non vedo niente…Usopp?”

 

Il cuoco alzò lo sguardo alla torretta dalla quale sbucava la testa del cecchino intento ad ispezionare le vicinanze coi suoi occhi da falco.

 

“Niente!! Nemmeno con le lenti…”

“…visto Rubber? Non siamo ancora vicini a quanto pare…”

Ma io la sento…”

“Non dire scemenze…”

 

Mentre i due di sotto battibeccavano Zoro uscì dalla cucina diretto a dare il cambio ad Usopp, doveva esserci lui lassù, come concordato la sera prima, ma poi il suo amico nasuto l’aveva raggiunto poco dopo la mezzanotte e trovandolo addormentato gli aveva dato il cambio costringendolo a forza di spintoni ad andare a riposare.

 

Dal canto suo Usopp cercava, ispezionava ogni riflesso di quella distesa di mare, ogni onda o anomalia ogni cosa che avrebbe potuto nascondere o evidenziare il passaggio di una nave della marina, persino i magici riflessi di quel sole immenso sopra le loro teste avrebbero potuto…

 

“Un momento…”

 

A quelle parole la bega si placò, Zoro smise di arrampicarsi sulla torretta fermandosi a guardare il brillio a sud-ovest del mare, Robin mise fuori il volto per vedere che succedeva, Chopper fissava in silenzio in alto in attesa di risposte e Franky saettò al timone pronto a dal cola al motore della nave.

 

“Li hai trovati?”

“È strano….laggiù c’è qualcosa che brilla più del dovuto…voglio dire…è appena mattina eppure laggiù i raggi del sole brillano a macchia come se la stella fosse a picco… ”

“Cosa ce ne importa del sole idiota di un nasuto!!! Cerca Nami!!! Piuttosto…”

“Un momento…”

 

Robin uscì sul ponte posizionandosi a bordo della nave per cercare di vedere bene…

 

“Il cecchino ha ragione…un riverbero del genere è anomalo anche se siamo nella Grand Line…”

“Spiegati Robin…”

“Guardate bene e ditemi cosa sembrano quei riflessi…”

 

La ciurma si voltò cercando di focalizzare il punto esatto e ciò che videro li sorprese non poco.

 

Da poco sotto la linea dell’orizzonte giungevano dei riverberi longilinei ed irregolari, alcuni fasci erano orizzontali, altri perpendicolari ai primi, altri ancora rasentavano le acque placide attorno ad essi specchiando la luce creando un ovale rossastro in movimento.

 

Che roba è?”

 

Robin fissava seria quelle saette guizzanti pensando alla loro possibile natura, pensò che forse avrebbero potuto dirigersi li e vedere di che cosa si trattava, dopo tutto con le potenzialità della Sunny erano poche ore di navigazione ma subito cancellò quell’ipotesi, eran poche ore si, ma sufficienti ad allontanarli dalla rotta dell’inseguimento e Nami veniva prima di uno stupido riverbero a pelo d’acqua.

 

Quasi d’istinto pensò al tempo trascorso dalla notte della battaglia a quello dell’inizio dell’inseguimento e facendoci sopra due svelti calcoli arrivò alla conclusione che dovevano ormai trovarsi praticamente alle costole dei marine…inoltre la vivre card…

 

Sbarrò gli occhi sussultando come colta da una scossa, doveva assolutamente verificare se…

 

Usopp….che direzione indica la carta di Nami?

“Nhm…vediamo…”

 

Sanji si avvicinò alla mora notando il suo cambiamento.

 

“A che stai pensando?”

“Non ne sono sicura ma credo che…”

“È strano, ma indica la direzione di quei strani lampi…”

“Sono loro!!!! Presto Franky….inseguiamoli…”

“Frena Robin…che succede?”

“Non capite? Ripensate all’agguato dell’altra notte….ci han preso alle spalle senza che ce ne accorgessimo, e son due giorni che li inseguiamo senza vederli da nessuna parte nonostante la direzione della carta sia sempre la stessa….”

“Io non capisco…”

“Quella nave è riuscita ad avvicinarsi più del previsto per il semplice fatto che era rivestita con la vanishing paint …”

E che roba è?”

“Una specie di lacca incolore che mimetizza le navi, un liquido raro da trovare della quale solo pochissimi  conoscono la formula….ne ho sentito parlare tempo addietro, ma so di un solo marine in grado di utilizzarla ed è il Vice-A Nola….detto per questo il Camaleonte…”

“Vuoi dire che quei riflessi…”

“Esatto Sanji, quello smalto mimetizza gli oggetti assorbendo i colori circostanti ma non è in grado di assorbire la luce e così la riflette…le linnee orizzontali e verticali sono sicuramente gli alberi e i traversi delle vele, mentre le ovali saranno i rinforzi a lato dello scafo non ho dubbi…inoltre la vivre di Nami indica quella direzione è impossibile che sbagli….”

“Dirigiamoci la allora!!!

 “Non sarebbe meglio farlo stasera? Così non ci vedranno arrivare”

“Stasera il sole sarà tramontato, la mimetizzazione completa e saremo noi a non vedere più loro zucca vuota di un capitano!!!

“Ah, capisco….beh allora a tutta forza Franky!!

“Ricevuto capitano!!!”

 

Si levò un urlo entusiasta mentre la Sunny divorava avida quelle miglia che li separava dal loro navigatore, e mentre la velocità azzerava le distanze a bordo Robin proponeva i suoi piani d’attacco.

 

Li avrebbero visti arrivare questo era più che ovvio, ma loro si sarebbero fatti trovare pronti.

 

 

Da poco il sole aveva raggiunto il picco massimo nel suo cammino giornaliero zenit quando si udirono le sirene ululare squillanti e spezzare la quiete di un momento prima fatta di passi, esercitazioni e pulizie.

 

“Nave in avvicinamento!!! È il vascello di cappello di paglia tutti in postazione!!!”

 

Quelle parole rombarono nella mente di Nami sconvolgendo i suoi piani.

L’avevano trovata e questo era fantastico, ma una battaglia in pieno giorno, in una zona poco conosciuta e senza di lei a bordo a comandare la nave era una mossa troppo avventata, persino per una ciurma come la loro.

Con questi pensieri nella testa decise di affrettare la sua fuga, sicuramente con quella confusione sarebbe riuscita a fuggire con maggiore facilità, doveva perciò riprendersi il bastone e buttarsi a mare.

Mentre pensava le sua braccia minute ma comunque abbastanza forti cercavano di far leva sui perni della cella con un asse strappata via dal bordo della grezza branda sulla quale dormiva.

L’operazione fu abbastanza lunga e faticosa, i perni reggevano bene inoltre il peso della porta non era indifferente, ma Nami voleva comunque fare la sua parte ed andare in contro ai suoi compagni, odiava fare la donzella debole ed impaurita e aspettare sempre che la salvassero, già una volta l’aveva fatto ad Arlong Park e questa sua debolezza ancora le dava rabbia in corpo, avrebbe voluto combattere anche lei anziché farsi stendere dallo sconforto e dalla disperazione, a quella volta ormai era andata così, questa volta era diverso invece.

 

Era più forte grazie a loro, e la sua forza le stava venendo incontro a bordo della Sunny e allora sforzava la bella navigatrice, incurante delle schegge di legno che le graffiavano i palmi delle mani, incurante persino di quel rumore di passi che le si stava avvicinando.

 

E il tonfo dell’anta della cella forzata si sovrappose a quello della botola che si aprì sotto ai passi del marine che era di ronda a vegliarla.

 

 

Non ci mise molto a nascondersi, dopo aver strisciato lungo lo stretto e buio corridoio che percorreva le prigioni trovò rifugio dietro una botte d’acqua proprio a lato della botola.

Sorrideva agitata e col fiatone al pensiero dell’aiuto che le avevano dato quelle tenebre, poi con passo felpato si portò alle spalle di questo che quando si trovò di fronte al danno della cella scattò a ritroso per avvisare dell’evasione ma non fece che pochi passi prima di venir tramortito dalla rossa, trascinato dentro e legato per bene al suo posto.

 

Ci mise più del previsto a rimettere a posto la porta della gabbia, dopodiché prese e più veloce che poteva si diresse verso la botola.

 

Riuscì in qualche modo a svincolare a prua ma tentare di salire ai ponti superiori era un’impresa impossibile, c’erano marine ovunque che correvano ai loro posti e sarebbe stata notata sicuramente.

 

Nascondendosi bene fra le casse di contrappeso vagò con lo sguardo verso l’orizzonte sorridendo felice nel vedere la Sunny avanzare a tutta birra, a quella velocità l’avrebbero raggiunta in poco meno di due ore.

Si sarebbe gettata subito in mare se non avesse avuto a cuore il suo clima tempo, poi però ci fu un’altra cosa che le fece vibrare il cuore.

 

“Il vento…”

 

Sbarrò gli occhi per quello che sentì.

 

Era una brezza gelida e carica di pioggia, umida che la metà bastava e se si concentrava poteva quasi vedere e anche sentire colore e rombi che si sarebbero scatenati di li a poco.

 

Voltò la testa e mentre vedeva la sagoma della sua nave pensava che non sarebbe stata investita, o almeno lo sarebbe stata dopo di loro, dalla furia che percepiva; la prima cosa però era avvisare chi di dovere, seguendo quella rotta sarebbero andati diritti in contro all’inferno.

 

Cercò un modo per intrufolarsi all’interno senza passare sotto agli occhi di tutti, poi in qualche modo si sarebbe arrangiata e trovò un oblò poco sopra alla sua testa, peccato fosse stato chiuso.

 

E ti pareva….”

 

Si affacciò notando che dietro al vetro si intravedeva una stanzetta con una scrivania ed alcune sedie, probabilmente era una specie di segreteria o che ne sapeva lei….per sua fortuna c’era solamente una persona, seduta di schiena che scriveva qualche cosa.

Prendendo coraggio più al pensiero di quello che l’aspettava se non agiva, che dalle sue convinzioni e dalla sua forza batté le nocche sullo spesso vetro attirando l’attenzione spostandosi poi di lato.

 

Da li a due secondi la piccola finestrella circolare si schiuse e lei svelta e precisa la aprì di scatto mollando un destro diritto in mezzo agli occhi del povero marine che preso dalla curiosità aveva aperto.

 

Con un salto si infilò nell’apertura e una volta dentro spinse il poveretto sotto alla scrivania guardandosi bene dal far rumore.

Riprese la calma sui nervi respirando lentamente mentre cercava di capire cosa fosse quell’ufficio.

C’erano fucili e caricatori, sciabole e katane di ogni tipo e capì di trovarsi nell’armeria di servizio, ovvero nel luogo dove tutti si rifornivano prima di uscire sul ponte dopo l’adunata.

 

Fortuna che erano stati tutti armati prima del suo arrivo, sennò sarebbe stata beccata immediatamente.

Stava per uscire quando un brillio l’attirò prima che la visuale si concentrasse sul corridoio.

 

“Eccolo li!!

 

Con due passi arrivò all’angolo dietro lo scaffale dal quale fuoriusciva un lato azzurro del suo bastone.

 

Che fortuna….se mi mettevo a cercarlo chissà quando lo trovavo…ottimo!!”

 

Ora si sentiva più sicura, certo, usare il bastone all’interno della nave in quei corridoi stretti era una sfida, ma comunque stringere la sua preziosa arma in quel momento le dava grande sicurezza e coraggio.

 

“Coraggio Nami!!

 

Sgattaiolò fuori forse troppo soprappensiero ed andò a sbattere contro l’ultima cosa dove avrebbe potuto andare a sbattere.

 

“Ops…beccata!!

Waaaah!!!”

 

Quelle perle grigie screziate di blu la spaventarono, non si aspettava di trovarselo di fronte, non subito per lo meno, e poi l’espressione del suo viso così seria e distaccata l’avevano in un qualche modo stupita.

 

“…che ci fai qui? Come sei uscita?”

“…io…”

 

Forse la sua reazione era dovuta al fatto che lo vedeva così a lungo, e così bene per la prima volta, in fondo la sera prima l’aveva scorto per neanche un secondo mentre ora lo poteva scrutare per bene.

 

Che ti è preso? Che diavolo ci fai qui? Sei pallida, ti è tornata la febbre non dovevi…”

“Ci sta venendo addosso!!!

 

La prese per un polso stringendolo troppo forte cavandola via dal turbine di pensieri che l’avevano distratta.

 

“Chi….ci sta venendo addosso?”

“Il vento!!!

“Eh?”

“Presto!! Il vento sta cambiando….scatenerà il finimondo, di al timoniere di virare a…”

Che stai dicendo? I nostri esperti non…”

“Va al diavolo!!!

 

Con uno strattone lo scostò prendendo a correre verso le scale verso l’alto insomma, dov’era certa che avrebbe trovato la sala guida.

I passi che la rincorrevano non la preoccupavano minimamente, doveva a tutti i costi far deviare rotta a quella nave, o sarebbe stata risucchiata in una tempesta nera e rivoltata come se fosse stata un guscio di noce.

 

Si perse due o tre volte prima di riconoscere il timone posto sulla grande porta in fondo al corridoio, era certa che stavolta sarebbe andata a colpo sicuro.

Fece per poggiare il palmo sulla maniglia che si ritrovò schiacciata al muro forata da sue occhi fini e taglienti seri come mai li aveva visti.

Sul collo sentiva il gelido contatto col dorso delle lame di due spade che Mic le aveva incrociato alla gola piantandone le punte nel legno ai lati del viso, una mossa di lui e la sua testa sarebbe capitolata al suolo.

 

Che vuoi fare?”

“…?”

 

Quel sibilo la spaventava, quel gelo nelle iridi di colui che la guardava le montava dentro un brivido crescente, un qualcosa che la turbava profondamente, quegli occhi non potevano essere gli stessi di quel tizio che si divertiva a prenderla in giro, eppure era così, lui le stava di fronte, serio e distaccato, la fronteggiava trattandola da nemica adempiendo al suo dovere di marine.

Non seppe nemmeno lei dove trovò la forza o il fiato di rivolgersi a lui.

 

“…se non farai virare questa nave di minimo 45° a ponente stai certo che la nostra chiacchierata la finiremo all’inferno…”

 

Lui la guardava come fosse un’altra persona, d’un tratto capì che aveva sbagliato totalmente nel giudicarla, non era affatto ingenua, non era debole e nemmeno stupida se era riuscita a raggiungere la sala comando con tanta facilità.

E anche in volto ora che si concentrava sui suoi lineamenti notava che era pallida  sudava, tremava e aveva la voce bassa, con un tono diverso dal solito.

 

Schiudendo gli occhi mollò la presa ritirando le lame che svanirono fra le maniche del largo giaccone che portava intanto che la spessa porta della sala comandi si spalancava e ne usciva un uomo curioso di sapere che cosa fosse quel baccano e quel vociare.

 

“Mic che diavolo combini?”

Vira di 50° a ponente Luis….è un ordine…”

Ma…”

 

Al medico bastò voltarsi e fissare l’ufficiale di bordo perché questi ubbidisse, e in un lampo i baricentri dei loro corpi cambiarono d’inclinazione all’improvviso virare della nave.

Cominciò a parlare ancora prima di tornare a guardarla.

 

E adesso mi spieghi un po’ di coset…”

 

Glielo avrebbe spiegato forse, se si fosse trovata ancora fra le sue letali tenaglie incollata al muro, ma dato che era libera, e lui si era distratto quella se l’era intesa ed era scappata senza far rumore.

 

“Peste di una mocciosa…”

 

Sorrise incominciando a dirigersi a passo lento verso il fondo del corridoio svoltando a destra e bussando alla porta che si trovò dinnanzi.

 

“Ti stavo per chiamare Mic…”

“Vice Ammiraglio…”

“Riposo…”

 

Il medico sciolse la posizione di saluto e si appoggiò allo stipite della porta attendendo comandi.

 

“Perché questo cambio di rotta improvviso?”

“La micetta dice che è in arrivo una tempesta…”

“Ma né Luis né Meteo prevedono…”

“Lei si però…e calcolando che avrebbe potuto gettarsi in mare senza essere vista e sfuggirci ma non l’ha fatto per venire ad avvisarci mi fa pensare che possa avere ragione…”

“Stai dicendo che è evasa?”

“Si…me la sono trovata davanti prima per caso…”

E perché sei così tranquillo Mic?”

“Perché ho capito le parole che mi ha detto l’altro giorno Signore…quella ragazzina è tutto fuorché ingenua…”

“Sei sempre il solito, sembra che ti diverta illudere le tue prede prima di acciuffarle nelle tue grinfie…”

“Allora con permesso…”

Vai Mic…vai pure…”

 

La porta si chiuse lentamente mentre oltre ad essa la sagoma del medico spariva come svanisce un miraggio se sfiorato e al comandante della nave non rimase che volgere lo sguardo a levante, e vedere allontanarsi sempre di più la rotta che stavano seguendo.

Ma il sigaro che teneva stretto fra i denti non fece nemmeno in tempo a staccarsi dalla labbra sbarrate per la sorpresa e toccare il suolo che la sua voce risuonò dagli altoparlanti di tutta la nave imponendo ai marine di trovarsi un valido appiglio e mettere in sicurezza le vele ancora spiegate.

Poi gli occhi scuri e saggi dell’uomo si posarono oltre il vetro su quello straccio nero e rombante che era il cielo dove avrebbero dovuto trovarsi, dove le onde si rincorrevano accavallandosi e fondendosi con una rabbia che si infrangeva in aria sciogliendosi in spruzzi e fragorosi scrosci al vento.

 

Ma che diavolo…”

 

 

Le mani appena umide della pioggia portata dal vento dalla burrasca vicina stringevano con ansia la balaustra di babordo.

La sentiva avvicinarsi ma la rotta che seguivano ora avrebbe preso la tempesta solo di striscio se così si poteva dire; le onde sarebbero state alte ugualmente e pericolose e il vento avrebbe soffiato fortissimo, ma la nave era grande e l’equipaggio ben preparato. Si sarebbero salvati sicuramente.

 

“Ma che diavolo me ne importa di loro!!

 

Era di sé stessa che doveva preoccuparsi in quel momento, saltare e buttarsi a mare significava lasciare un posto ben visibile ai suoi compagni, e se la Sunny l’avesse travolta? Se fra gli ululati del vento e la furia del mare i suoi compagni non avessero udito le sue grida?

Pensò di rubare una scialuppa ma così l’avrebbero scoperta subito, non doveva indugiare, un salto e via.

Prese perciò un bel respiro e si issò sul bordo della nave, gli occhi rivolti alla Sunny che ancora avanzava verso di loro, seppur a velocità ridotta.

Probabilmente non volevano correre rischi con la tempesta in arrivo.

 

“È un bel salto….”

“Nh?”            

“Sicura di farcela?”

 

Sbarrò gli occhi trovandoselo improvvisamente di fronte e per la sorpresa si sbilanciò cadendo all’indietro nel vuoto che la separava dalla superficie dell’oceano.

 

Ahh…”

 

Il vuoto allo stomaco le concesse solo un gemito spaventato, poi finì nelle tetre acque salate e inglobata dalla scia della nave che l’attirava a sé.

Batté la testa contro lo scafo rimanendo stordita finendo sott’acqua per alcuni istanti, finchè una solida presa non la riportò a galla.

 

“Cough…”

“Di un po’ sei diventata scema? ”

“Lasciami subito!!

“Certo, così finisci sott’acqua e mi gioco l’ostaggio!!

“Idiota non vedi che i miei compagni stanno arrivando?”

 

Guardandolo con gli occhi rossi di rabbia e sale indicò un punto alle sue spalle osservando la sua espressione che le parve alquanto sorpresa.

 

“Hai paura eh? E fai bene mio caro….appena ci ripescheranno non ci andranno leggeri con te, stai certo…”

“…sai….a parte quell’enorme cavallone, alle tue spalle non vedo nessuno….

Che dici?”

 

Si voltò vedendo il vuoto assoluto fatta eccezione per le onde tumultuose e scure del mare.

 

Ma…”

“Mentre ti ripescavo quelli han cambiato rotta seguendo la nave, anche se mi stupisce il fatto che l’abbiano intercettata…probabilmente l’acqua della tormenta starà lavando via la vernice…”

Che vernice? Di che parli? Loro devono seguire me…la mia vivre card…quella che…”

“Sta sulla scrivania dell’ufficio di Nola…?”

“CHE COOOOSA?????

 

Con la faccia più simile a quella di uno squalo che ad una ragazzina inveì contro Mic, che se la rideva sotto i baffi guardandosi in giro per capire da che parte andare.

 

“COME AVETE FATTO? QUANDO E SOPRATTUTTO CHI?????

“Stai calma bimba….eri incosciente, ti abbiamo fatta perquisire da una collega infermiera…e poi di che ti stupisci? Abbiamo preso il bastone che tenevi legato alla coscia, credevi ci sfuggisse la vivre?”

“….”

O pensavi che non ne conoscessimo l’utilizzo?”

.”

Non è che ci state sottovalutando voi piratuncoli eh?”

“Falla finita!!!!! E poi prima ce l’avevo in tasca…”

“Era un pezzo di normalissima carta scema…e adesso conserva il fiato, ti servirà per respirare mentre andiamo sotto…”

Che vuoi dire?”

“Sei una navigatrice no? Hai già scordato il cavallone di poco fa?”

 

Lo vide metterle una manetta al polso nel quale portava il log pose e poi inspirare e prepararsi a ciò che lei realizzò troppo tardi.

 

“Oh mamaaaaa!!!

 

Respirò anche lei prima di venir risucchiata sotto e venir travolta dal denso moto dell’acqua.

I movimenti le riuscivano più lenti viste le manette, la ferita le prudeva per via del sale e i timpani sembravano scoppiarle dalla pressione che esercitavano su di lei le acque di quel maledetto oceano in tempesta.

E mentre tornavano in superficie cercando qualcosa al quale aggrapparsi furono quasi travolti dalla prua di una nave sballottata qua e la dalle onde impazzite.

 

“È La Sunny!!! Hey ragazzi!!!! Ragazziiiiiiiiiiii!!!”

 

Si sbracciò più che poté, ma i suoi amici erano troppo intenti a manovrare le vele e il timone per accorgersi di lei in mezzo al mare scuro, e poi c’era i fragore delle onde, l’ululare del vento, i rombi dei tuoni che da lontano echeggiavano come sinistre grida malevole.

Non le restò altro che guardarli allontanarsi seguendo la nave sulla quale non c’era e la direzione della vivre che non li avrebbe condotti a lei.

 

“E adesso seguimi…andiamo a M-I

“Quegli idioti!!!!

“Di che ti stupisci…è normale che non ti abbiano vis…”

“Gli sembra quello il modo di affrontare una tempesta? Se fosse più potente li avrebbe già inghiottiti, idioti!!!!”

….”

E tu che hai da guardare? Non credere di aver vinto, intanto in mezzo al mare ci sei anche tu…e se proprio lo vuoi sapere mi troveranno comunque!!!”

“Come ti ho già detto…me lo auguro bimba….e adesso nuota…”

 

 

 

 

 

 

 

TH

 

 

O.O ben 11 pagine di word…mi sa che è il chappy più lungo che io abbia mai scritto….vabbè…allunghiamolo ulteriormente con la Thanks  zone:

 

Grazie mille a Butler che mi ha scritto tanti bei complimenti!!!

Spero di non deluderti e grazie del consiglio….appena posso correggo promesso….adesso non ne ho voglia….u.u me scansafatiche lo so ù.ù XD

Un abbraccio e grazie del fischio ^_____-…al prossimo chappy eh?

 

Grazie a Giodan che ha perdonato le mie castronate e mi ha ulteriormente consigliata sul fatto dell’amiraglio Nola, che dal passato capitolo a questo si è visto degradare a Vice- A(mmiraglio) XD

Grazie di cuore….sei gentilissimO… e scusami ancora….pensavo fossi una lei….XD

A presto Gio….ci conto davvero!!!!!

 

 

Grazie a Rolochan105 che mi riempie di orgoglio e i fa sognare con le sue belle ficcine….oggi ho letto l’ultimo di Hallelujah a non ho avuto il tempo di commentare causa l’irruzione del Little brother famelico di messenger….vabbè mi rifaccio ora…aggiorno e poi commento!!!

Grazie infinite kara…alla prossima!!!

 

Grazie a Xmirax che ha detto che le piace come scrivo ^/////^ Grazie, non sai quanto mi faccia piacere ‘sto tuo commento!! E grazie dell’apprezzamento sul caro vecchio Mic….eh già…è un fiero….e il perché lo scopriremo presto…..uhh huh huuuu

XD

Ciauz

 

 

Grazie a Smemo92 *___* grazie mille del commento!!!

Come vedi è successo l’imprevisto u.u e adesso i due se la nuotano in mezzo alla tempesta…in questo chappy abbiamo avuto a che fare con la grande sensibilità di Nami per gli eventi atmosferici e nel prossimo sapreo qualcosa sul conturbante Mic *ç* non vedo l’ora…..XD

Grazie di cuore…a presto!!!!

 

 

E grazie anche a Gef, che cn le sue parole mi ha davvero onorata ^/////^

Grazie di cuore!!! Spero solo di non deluderti e non finire sul banale….aspetto altri fischi da parte tua…guarda che ci conto u.u

Un abbraccio e complimenti per i gusti…Sesshomaru lo adoro pure io *ç* mamma mia che bonazzo….

Ah-hemThembra ricomponiti….cmq Mic avrà un bel ruolo nella nuova avventura dei mugiwara…e non vedo l’ora di scriverla….tu fammi sapere che te ne pare i raccomando!!!

^____^

Ciao!!!

 

 

E ovviamente grazie di cuore a chi l’ha aggiunta ai preferiti, ovvero:

 

BUTLER

CAMOEIGHT

GEF

GIULIA BOSH

JEMANUELE8891

KEIKO93

LA KIKKA

NY 152

RUE MERIDIAN

 

Grazie davvero, mi onorate tantissimo…..mi gaso alla grande insomma XD XD XD

  
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