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Autore: ehitsfrannie    20/07/2015    1 recensioni
Esistono Tre Pietre: la pietra dell'equilibrio, quella della saggezza e dell'amore. Tre Pietre essenziali per far tornare la magia a Storybrooke. Il compito di trovarle viene affidato ad Alice, una ragazza tormentata dal suo passato turbolento che sarà costretta a lottare contro i Cattivi più malvagi delle fiabe. Per fortuna (o sfortuna) ci sarà il Cappellaio Matto ad affiancarla in questo viaggio insieme ad un'altra ragazza temeraria tanto quanto il fratello.
Tre Pietre. Tre personaggi. Una sfida per ognuno di loro.
Riuscirà Alice a portare a termine la sua missione? Qual è il vero obbiettivo di Jefferson? Cosa centra Tremotino in tutto ciò? E se Capitano Uncino avesse una sorella?
[le parti di Rumbelle mi sono state gentilmente concesse dall'autrice padme83 alla quale vanno i crediti per le one shot della sua raccolta "In the morning you always come back" di sua totale creazione e stesura.]
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Jefferson/Cappellaio, Matto, Killian, Jones/Capitan, Uncino, Signor, Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I
 

L'inverno teneva in pugno l'intera cittadina, avvolgendola in un gelo costante.
L'aria era secca e, una volta scesa la sera, aveva portato fiocchi di neve che avrebbero ricoperto la cittadina in un soffice strato sottile.
La luna aveva fatto solo una breve comparsa, nascosta da uno spesso strato di nuvole grigie.
Un silenzio irreale avvolgeva Storybrooke, e ad Alice parse di essere l'unica creatura ancora esistente.
Ispirò profondamente, lasciando che l'aria pungente e gelida le entrasse nei polmoni risanando lo spirito e il suo corpo stanco e provato dal viaggio. Era contenta che il freddo, suo inseparabile compagno di viaggio da ben diciotto anni, l'avesse seguita fino nel Maine per starle accanto durante i grigi e monotoni pomeriggi che avrebbe dovuto trascorrere in quella che sarebbe diventata la sua residenza per un po' di tempo.
Alice scrutò con occhio attento ogni piccolo particolare della costruzione color mattone che la sovrastava. Due finestre spuntavano in mezzo alle erbacce da tagliare e l'edera arrampicatasi fino al minuscolo balcone, nel quale erano stati posati vasi di fiori che avevano urgente bisogno di estreme cure.
Il cancello arrugginito cigolò tremendamente non appena Alice varcò la soglia di ciò che si poteva definire in ogni modo tranne che un giardino.
Come ci si può dimenticare di qualcosa di tanto delicato e sensibile come un fiore?
Indignata davanti a cotale noncuranza e trascuratezza della propria dimora, la ragazza seguì i ciottoli che l'avrebbero portata davanti all'entrata evitando con attenzione di toccarne i bordi per paura che i suoi piedi prendessero fuoco, idea più plausibile, qualche insetto indispettito sbucasse fuori dagli irti cespugli per azzannarle una caviglia.
I ciottoli erano finiti. Restava un gradino di marmo e una porta malandata che anche il meno incallito e robusto dei ladri avrebbe potuto sfondare senza alcun problema.
Anzi, sfondarla non sarebbe stato necessario: quando Alice la aprì ebbe paura che il legno vecchio potesse caderle addosso.
L'aria viziata iniziò a pruderle il naso non appena entrò nella casa. Starnutì ripetutamente senza grazia e si guardò intorno, ormai rassegnatasi al fatto che mai avrebbe potuto trovare la casa dei suoi sogni se continuava a vagabondare da quel genere di porte alle altre.
Ma dov'è casa?


Scappa Adele, scappa.
Lo scalpiccio degli zoccoli sulla terra umida, gli alberi che si facevano sempre più fitti, il vento che sferzava l'aria e pizzicava il viso di Adele erano un comunissimo sinonimo della libertà ormai prossima.
Più veloce Adele, più veloce.
Aveva tanta, tanta paura. L'aveva avuta anche quando aveva visto sua madre, la Regina di Cuori, affondare senza pietà le dita sulla carne di uno dei prigionieri e strapparne il cure ancora pulsante con un orribile ghigno malefico stampato in volto. Ma la voglia di cambiare, di dimenticare tutto quel dolore e allontanarsi per sempre da quella donna era molto più forte.
Adele non era come lei. Non era come le sue sorelle.
Lei voleva una vita normale, senza magia. Voleva correre lontano, e ci stava riuscendo. Ancora un paio di metri e sarebbe stata finalmente libera.
Il cavallo improvvisamente frenò, affondando gli zoccoli nel suolo e nitrendo contrariato prima di superare il confine che delimitava il Regno della Regina di Cuori dalla Valle dei Tulipani.
Adele non poté prevedere la frenata e balzò in avanti, cadendo sulla terra e battendo la testa contro il tronco di un albero.
Vide il suo destriero impennarsi e nitrire selvaggiamente prima di voltarle le spalle e correre lontano.
Prima di svenire, Adele sorrise, consapevole di aver superato il confine e di essere finalmente salva.”


«E' permesso?» mormorò incerta Alice addentrandosi nella piccola cucina. Lì si trovava un cucinino, un lavabo, qualche scaffale e un piccolo tavolo con un paio di sedie sbeccate; oggetti che ella trovò assolutamente irrilevanti se non per evidenziare ancora di più il carattere del proprietario.
In che mani sei finita, Alice?
«C'è qualcuno?» tentò nuovamente, sobbalzando quando sentì una voce burbera e sommessa imprecare e borbottare da una camera vicina.
Superò la porta del bagno e, aspettandosi il peggio, si ritrovò nell'ufficio del suo futuro tutore.
Orologi di ogni tipo coprivano la carta da parati sbiadita in tutti gli angoli della stanza: a cucù, a pendolo, analogici, da polso; l'insistente tic-tac prodotto da ogni singola lancetta rimbombava impertinente nella testa di Alice che, sconcertata e altrettanto perplessa dalla presenza di tutti quegli orologi, si rivolse con tono scocciato all'ometto piccolo e tarchiato che se ne stava accucciata intento a riparare uno splendido orologio da taschino. «Ehm, ho bussato.»
L'uomo la fissò a lungo la nuova ospite, prima di togliersi gli occhi e abbandonare gli attrezzi sul tavolo per alzarsi e tenderle la mano. «Non avevo sentito. Mi chiamo Needle, Ernest Needle. Tu devi essere...»
«Alice.» lo precedette lei, esitando un momento prima di stringerle la mano callosa. «Alice Kingston.»
«La figlia adottiva di Geoffry e Miranda Kingston. Mi dispiace per ciò che è accaduto...»
La ragazza abbassò il capo, rammentando il dolore angosciato provato dopo la scomparsa dei genitori che ancora faceva pressione nel suo cuore come un pugno d'acciaio.
Dopo un minuto di silenzio, Ernest le chiese con fare impacciato se per caso avesse appetito.
«Ho già mangiato in aeroporto, la ringrazio molto.» affermò con un cenno della mano. «Mi piacerebbe, ecco...vedere la mia camera.»
Ernest le fece strada, uscendo dall'ufficio e salendo i gradini che ad ogni passo cigolavano sotto il loro peso. La scalinata traballante terminava con uno stretto corridoio.
«La tua camera è la prima a destra.» le indicò Ernest, per poi grattarsi il capo imbarazzato. «Non è un granché sai, spero che comunque tu ti ci possa sentire a tuo agio. Fa' come a casa tua.»
Alice rimase sola, con la mano stretta attorno al pomello. Dubbiosa e tuttavia incuriosita, la girò.
La prima cosa che la colpì fu la naturalezza e la semplicità con cui era stata lasciata la camera. Era spoglia, anonima, esattamente come Alice l'avrebbe voluta in modo da attaccare gingilli alle pareti e personalizzarla di suo gusto.
Soddisfatta, sbadigliò stiracchiando le braccia e strizzando gli occhi. Si sarebbe curata di sistemare le valigie il giorno dopo e, buttandosi di peso sul materasso venne avvolta tra le braccia di Morfeo.

 






Here I Am!
Buonasera a tutti e a tutti! Anche se è piuttosto tardi per dire buonasera...
Tuttavia, questa storia è frutto di un'idea malsana nata non so come. So solo che sono finalmente contenta di pubblicarla qui e spero che piacca a voi tanto quanto io ne sono affezionata!
Per farvi capire meglio, in questo primo capitolo si viene a sapere che Alice è stata adottata da una coppia che è venuta a mancare e dunque lei, ancora minorenne, è stata costretta a trasferirsi a Storybrooke dove vive il parente più prossimo che ha, un certo anziano di nome Ernest.
Nel Paese delle Meraviglie, c'è invece Adele, la figlia della Regina di Cuori, che sta fuggendo dalla follia e crudeltà della madre. 
In seguito Alice entrerà in contatto con tanti altri personaggi e solo più avanti la storia si farà più avvincente!
Mi farebbe davvero che voi commentiate facendomi sapere la vostra opinione, accetto anche critiche purché costruttive e consigli di ogni genere!
Grazie a chiunque sia arrivato fino a qui. 
A presto!
Frannie. :)

   
 
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