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Autore: kanejvibes    20/07/2015    2 recensioni
Liam sorrise e avvicinò il suo viso al mio, ma quando fui certa che mi avrebbe baciata, le sue labbra andarono a posarsi sulla mia guancia, lasciando un leggero bacio.
"Andiamoci piano, ok?", mi disse, notando che ero rimasta confusa da quel suo gesto.
"E' meglio così", aggiunse, grattandosi la testa.
"Sì, sì...va bene", mormorai, senza riuscire a nascondere un po' di delusione.
Un bacio avrebbe sicuramente concluso in bellezza quella serata.
[...]
"Divertita?", trillò una voce, facendomi sussultare.
Mi voltai, incredula di trovare Zayn sulla porta di casa mia.
"Ci stavi spiando?", sbottai, avvicinandomi con rabbia.
Lui alzò la mano, facendomi notare che aveva una sigaretta in mano.
"In realtà, c'ero prima io", disse, sorridendo.
Mi accorsi che in quel sorrisetto c'era una qualche sorta di soddisfazione.
Roteai gli occhi e cercai di scansarlo per entrare.
"Ti aspettavi che ti avrebbe fatto la proposta di matrimonio alla prima uscita?", ridacchiò, soffiandomi il fumo in faccia.
Tossii e lo guardai male.
"Non mi aspettavo un bel niente e se proprio lo vuoi sapere sono stata benissimo con lui, adesso togliti di mezzo", ringhiai, facendogli allargare il sorrisetto.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Chapter one
 
La serata era iniziata decisamente bene.
Liam, Jake e Tiffany mi trattavano come se ormai mi conoscessero da sempre, per il momento tutti i clienti che avevo servito erano stati gentili e avevo guadagnato molte mance, inoltre non avevo ancora rotto qualche bicchiere.
Stavo andando alla grande.
Sorrisi a tre ragazze, mentre poggiavo i loro drinks sul tavolino, e loro ricambiarono con un grazie amichevole.
Poi qualcuno mi coprì gli occhi da dietro.
"Ma ciao, pulce", sussurrò una voce al mio orecchio.
Mi voltai e, con un sorriso a trentadue denti, saltai al collo di mio fratello.
"Rob!", esclamai, stritolandolo.
"Ciao, Alex, mi sei mancata. Ho visto le tue valigie a casa ma di te non c'era traccia", disse, mentre scioglievo l'abbraccio.
"Sì, sono arrivata stamattina presto e tu dormivi ancora, perciò ho preferito non svegliarti".
Robert mi sorrise.
"Vado a sedermi con i miei amici. Ci porti qualcosa da bere?", chiese, indicando un tavolo.
"Arrivo subito".
Mi avvicinai al tavolo, con la testa bassa sul block notes e quando la rialzai la prima persona del gruppo degli amici di mio fratello che vidi fu uno scocciato Zayn Malik.
"Oh, ti prego, tua sorella lavora qui?", sbottò, roteando gli occhi.
"Oh, ti prego, lui è tuo amico?", ribattei, con lo stesso tono, facendo segno a Rob di alzarsi.
Lui si avvicinò, confuso.
"Perché non mi hai detto che Zayn è tuo amico?", borbottai, nervosa.
"Ehm...lo conosci?".
"Mi prendi in giro? Siamo stati insieme per un anno e mezzo!", esclamai, smanaccando.
"Oh. Davvero?", rispose, grattandosi la testa, pensieroso.
"Andiamo! Era sempre a casa nostra, spesso giocavate insieme alla playstation".
"Oh, quello Zayn!", esclamò, sorridendo.
"Aspetta...sono la stessa persona?", chiese, confuso.
"Ehm...già?", borbottai, sarcastica.
"Cavolo, hai ragione! Non l'avevo riconosciuto".
"Sì, beh, tieni...", ripresi, passandogli il block notes.
"Servi tu i tuoi amici, io non voglio avere niente a che fare con lui", sbottai, andandomene verso il bar per sedermi.
Sbuffai sommessamente.
"Che succede?", mi chiese Liam, appoggiandosi con le braccia al bancone.
"Dov'è Jake?".
"L'ho mandato a casa, non stava bene. Ti senti male anche tu?", mi chiese, premuroso.
"No, tutta colpa di Zayn...", borbottai, roteando gli occhi.
"Zayn Malik?".
"Già, è tuo amico, no?", dissi, sprezzante, immaginando che lui e mio fratello condividessero le amicizie.
"Sì...che ha fatto?".
"E' il mio ex, e...è cambiato, non è più il ragazzo di cui ero innamorata", risposi tristemente.
"Ah, non importa...torno a lavoro", aggiunsi, sospirando.
"Aspetta, è tardi, Tip è seduta con le sue amiche, non vedo perché tu debba continuare a lavorare. Se qualcuno avesse sete, può alzare il sederino dalla sedia e venire fin qui per ordinare", disse, sorridendomi.
Ricambiai il sorriso e tamburellai le dita sul bancone.
"Sai, Liam, mi piaci", sussurrai, appoggiando la testa alle braccia per guardarlo meglio.
"Stai flirtando con me?", mi chiese, ridacchiando, mentre preparava un drink.
"Forse", risposi, sorridendo.
"Tieni", mi disse, poi, porgendomi il drink che aveva preparato.
"Che cos'è?", chiesi, sospettosa.
"Ti piacerà, dai, assaggia".
Alzai le spalle e obbedii.
"Allora...davvero dirigi questo posto tutto da solo?", chiesi, giocherellando con i bordi del bicchiere.
Liam si voltò di spalle per sistemare alcune bottiglie su uno scaffale.
"Sì, beh, mio padre ha altre cose di cui occuparsi e mi riteneva abbastanza maturo da poterlo gestire", disse, tornando a guardarmi.
Gli sorrisi.
"Cosa? Pensi che non lo sia?", mi chiese, ridacchiando.
"No, no, stavo pensando il contrario. Sembri davvero un ragazzo affidabile e maturo", commentai, sorseggiando di nuovo il drink.
Liam sorrise e si appoggiò al bancone, iniziando a fissarmi.
"Allora...era bella la Francia?", mi chiese, curioso.
"Certo, molto romantica", risposi.
"Sei dispiaciuta di essere tornata?".
"Assolutamente...no. Io amo l'Inghilterra e soprattutto Londra. Ma comunque mi è piaciuta anche la Francia, un giorno ti ci porterò", mormorai, ammiccando.
Liam rise e iniziò a servire dei ragazzi che erano venuti per prendere da bere.
Finii per tracannare almeno altri tre o quattro drinks e mi appoggiai al bancone, gemendo.
"Tutto ok?", mi chiese, tornando verso di me.
"No, ho bevuto troppo".
"Non era molto alcolico", ribatté, confuso.
Abbassai la testa e chiusi gli occhi, sbuffando.
"Non reggo molto bene l'alcol...", commentai, massaggiandomi le tempie.
"Hai qualcuno che ti riaccompagni?".
"Uhm...andrò a piedi...".
"Scherzi, vero?", ribatté, osservandomi.
"Allora mi accompagnerà Robert".
"Conoscendolo, sarà messo peggio di te. Non posso lasciare il locale incustodito. Sento se qualcuno dei ragazzi può darti un passaggio. Resta qui", disse, prima di andarsene.
"E chi si muove?", borbottai, facendo una smorfia.
Poco dopo lo vidi tornare e gli fui grata per aver fatto così presto.
Ma la gratitudine non durò molto, dato che arrivò insieme a Zayn.
"Oh, dai, Liam, mi prendi in giro?", esclamai, mugolando.
"Mi dispiace, era l'unico sobrio", ribatté lui, alzando le spalle.
"Senti, Alexis, invece di lamentarti dovresti ringraziarmi. Avanti, alzati", sbottò Zayn, con tono al limite della pazienza.
Gli tirai un'occhiataccia, guardandolo di sbieco e mi alzai a fatica, sbuffando.
"Se domani non dovessi presentarmi a lavoro, saprai perché", sibilai a denti stretti verso Liam, tornando a fulminare Zayn, che roteò gli occhi.
"Avanti, prima che faccia giorno", disse, spingendomi appena.
"Non. Mi. Toccare", sbottai, lanciandogli l'ennesima occhiataccia.
Il moro alzò le braccia e mi incitò a camminare con la testa.
"Muoviti", aggiunse, sempre più scocciato.
Il viaggio fu tranquillo o, meglio, nessuno dei due fiatò e l'unico rumore che si sentiva, oltre a quello della sua auto era il continuo ticchettare delle dita di Zayn sul volante.
"Stai da tuo fratello, no?", mi chiese soltanto, interrompendo quell'imbarazzante silenzio.
"Uhm...sì", borbottai, terminando quell'immensa conversazione.
Appena arrivammo scese anche lui dall'auto insieme a me e iniziò a fissarmi con le mani in tasca mentre raggiungevo la soglia della porta.
"Hai bisogno di qualcos'altro? Non so, che magari ti porti a letto in braccio?", chiese, ironico, appoggiandosi alla sua auto con fare beffardo.
Mi voltai e feci una risatina per niente divertita.
"Una cosa ci sarebbe...puoi andare a farti fottere", sibilai, sbattendo la porta, mentre entravo in casa.
 
 
*
 
 
"Che palle, Liam! Niall è tuo amico, lo conosci! Non fare il paparino geloso!", sbottò Tiffany, smanaccando contro suo cugino.
Liam, da parte sua, non batté ciglio.
Si limitò a scuotere per l'ennesima volta la testa.
"Appunto perché è mio amico non voglio che tu ci esca", disse, sorseggiando il suo caffé.
"Ma perché? Non capisco quale sia il problema!", esclamò la bionda, incrociando le braccia.
Il ragazzo sbuffò, al limite della pazienza e si alzò in piedi per andare a posare la tazza dietro il bancone del bar.
"Se vuoi uscire con qualcuno, fallo. Ma non andare a scegliertelo tra i miei amici".
Tiffany contrasse il viso in una terribile smorfia di disappunto e, per evitare che ribattesse e continuasse quella litigata ancora per molto, decisi di intervenire, anche perché avevo un forte mal di testa.
"Tip ha ragione, Liam. Se questo Niall è tuo amico, allora sarà più facile spaccargli la faccia quando la farà soffrire dato che sai dove abita, piuttosto che andare a cercare per tutta la città uno sconosciuto, no?", mormorai, appoggiando la testa ad un braccio.
Tiffany corrugò la fronte, contrariata dalla mia affermazione, ma, quando realizzò che avevo parlato soltanto per aiutarla, fece un sorriso a trentadue denti e si voltò verso il cugino.
"Ecco. Perché non ascolti Alexis?", disse, calcando fortemente sul mio nome.
Liam fece per ribattere, ma cambiò idea e roteò gli occhi.
"Va bene! Va bene, esci con chi ti pare, ma io non voglio sapere niente di questa storia, eh", sbuffò, guardando, poi verso la vetrata del locale.
Mi voltai e vidi che Zayn stava chiacchierando con un suo amico e, sicuramente, stava per entrare.
Sbarrai gli occhi e mi voltai di nuovo, abbassando la testa sul mio caffé.
Poi sentii la porta aprirsi e richiudersi e poco dopo il moro mi affiancò, rivolgendosi a Liam.
"Ciao, Lee", mormorò, appoggiandosi al bancone.
"Ehi, Zayn".
"Mi fai due caffé?", riprese, mentre io mi voltavo lentamente dall'altra parte, sperando che non mi riconoscesse.
Liam sorrise e, dopo averli preparati, li passò a Zayn.
"Grazie", rispose lui, afferrandoli e facendo per andarsene, però poi cambiò idea e tornò indietro, avvicinandosi al mio orecchio.
"E' inutile che ti nascondi, ti ho vista", sussurrò, per poi andarsene per davvero.
Sospirai, senza voltarmi, mentre Liam mi fissava tra il confuso e il dispiaciuto.
"Poteva evitarsi quel commentino", mormorò Tiffany, addentando un muffin al cioccolato.
"Poteva evitare di esistere", ribattei, alzandomi.
"Dai, devi ammettere che un ragazzo così sexy non si trova tutti i giorni", aggiunse, ridacchiando.
"Oh, per favore. Pensa al tuo adorato Niall, ok?", sbottò Liam, decisamente alterato.
Tiffany roteò gli occhi e sbuffò.
"Mmmh...qui qualcuno si è alzato male stamattina".
 
 
*
 
 
La mattinata proseguì abbastanza tranquillamente, il locale non fu molto affollato e il mio mal di testa migliorò decisamente.
Stavo pulendo uno dei miei tavoli, quando una voce gracchiante attirò la mia attenzione.
"Ehi, Liam", cinguettò.
Mi voltai a guardare chiunque avesse parlato: una ragazza dai lunghi capelli rossi, gli occhi verdi e le labbra carnose si era appoggiata al bancone del bar con fare altezzoso.
Roteai gli occhi e tornai al mio lavoro.
"Ciao, Claire", rispose Liam, facendole un vago sorriso.
"Zayn non è ancora arrivato?".
Quella frase riattirò la mia attenzione come un'enorme calamita con un piccolo pezzetto di metallo.
Mi puntai a fissarla.
Chi diavolo era quella? E che voleva da Zayn?
"Ehm...veramente è andato via da un po'", disse Liam, alzando le spalle.
"Cosa? Ma...ma dovevamo fare colazione insieme!", si lamentò quella, incrociando le braccia.
Ridacchiai, forse un po' troppo forte perché la racchia si voltò verso di me e mi fulminò con gli occhi.
"Che c'è di divertente?", sbottò.
Alzai le spalle e lei scosse la testa con superiorità.
"Mi sembra strano che non mi abbia aspettata...hai idea di dove possa essere?", continuò, come se non fosse successo nulla, rivolta a Liam.
"Forse a casa sua, con un'altra troietta come te. Hai controllato?", mormorai, senza neanche guardarla.
"Come, prego?", sibilò, schiudendo le labbra.
Alzai la testa e incontrai i suoi occhi.
"Ho detto che forse è a casa sua insieme ad un'altra...".
"Come ti permetti, brutta stronza?", sbottò, interrompendomi.
"Ehm...ok, ragazze, non...".
Interruppi Liam con un cenno della mano e mi avvicinai a quella Claire, con fare minaccioso.
"Brutta stronza ci chiami tua sorella", ringhiai, stringendo le mani a pugno.
"Oh, hai ragione, è una definizione anche troppo elevata per una cameriera come te".
Schiusi le labbra, allibita, e non riuscii a resistere: le tirai uno schiaffo in pieno viso.
E, prima che Liam e Tiffany ci separassero, le tirai anche uno spintone e lei ricambiò con un'unghiata sulla guancia.
 
 
*
 
 
"Non credi di aver esagerato?", sussurrò Liam, mentre mi medicava la ferita.
"Forse. Ma sono scattata, non sopporto chi si crede superiore agli altri soltanto perché porta al braccio una Louis Vuitton o perché guida una Lamborghini", sbottai, facendo una smorfia, mentre lui passava il disinfettante sul graffio.
"Scusa", mormorò lui, cercando di fare più attenzione.
"Non preoccuparti, tu sei anche troppo delicato".
Lui sorrise e andò a sistemare al posto il kit medico.
"Sono orribile con questo graffio, vero?".
Liam scosse la testa e si voltò per rispondermi, ma Tiffany lo precedette.
"Non chiedergli queste cose, ti risponderebbe che sei bellissima comunque, anche se avessi il viso sotto uno scatolone e fossi vestita con un sacco della spazzatura", mormorò, ricevendosi un'occhiataccia da parte del cugino.
"Che c'è? Non è un segreto che lei ti piaccia", sussurrò lei, prima di voltarsi verso di me, che avevo le labbra socchiuse e un'espressione confusa sulla faccia e poi verso Liam. Ma, poi, si voltò di nuovo verso di me, dato che lo sguardo di Liam non era per niente amichevole.
"Oh...ehm...forse...lo era, ma adesso non più...quindi...".
"Io ti piaccio?", chiesi a Liam, corrugando la fronte.
"Certo, vuole chiederti di uscire dal primo momento in cui sei entrata qua dentro", si intromise di nuovo Tiffany, rendendosi conto troppo tardi di aver detto troppo.
Liam si morse il labbro e ci dette le spalle, ma fui certa che fosse arrossito appena.
"Volevi chiedermi...? Perché non l'hai fatto?", sussurrai, confusa.
"Avresti risposto di sì?", ribatté, senza guardarmi, convinto del contrario.
"Certo! Perché non avrei dovuto?".
Liam si voltò, corrugando la fronte.
"Davvero?".
Alzai le spalle e lui sorrise appena, per poi aprirsi in un bellissimo sorriso a trentadue denti.
"Oh, ehm...che ne dici di stasera?".
"Non devi badare al locale?".
Lui alzò le spalle e io sorrisi.
"Mi sembra perfetto".
"Prego, non c'è di che!", esclamò Tiffany, ammiccando verso di noi.
Improvvisamente, la porta del locale si aprì per poi richiudersi con violenza.
Ci voltammo tutti verso uno Zayn furioso.
"Sei impazzita, per caso?", sbottò contro di me, avvicinandosi.
Corrugai la fronte e lui smanaccò.
"Hai aggredito Claire!", mi ricordò, scuotendo la testa.
"Zayn, calmati", intervenne Liam, dato che io non sembravo in vena di rispondere, talmente ero scioccata dal comportamento del moro.
"Questa...questa cosa qui ha qualche rotella fuori posto, te lo dico io!", esclamò picchiettandosi la testa con un dito, rivolto verso Liam, come se io fossi uno stupido aggeggio rotto.
Mi morsi l'interno guancia e sentii gli occhi pizzicare.
Non ero una persona a cui piaceva farsi vedere troppo sensibile e quando mi capitava di piangere, cercavo sempre di fuggire alla vista delle persone, perciò mi alzai e me ne andai, ma prima che potessi andare in bagno, vidi che anche Zayn aveva deciso di andarsene e aveva sbattuto la porta ancora più forte che di quando era entrato.
"La porta non è fatta di cemento, è fragile!", gli urlò dietro Tiffany, scuotendo la testa.




 
 
Ehilà
Mi scuso immensamente per il ritardo gigantesco. Cercherò di aggiornare più velocemente da ora in poi.
Grazie mille per le recensioni al prologo!
Spero che la storia vi piaccia!
Baci,
Vale. :)




 
 
 
 
 
 
  
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