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Autore: sorridopernullawow    20/07/2015    1 recensioni
Sequel di |Belthil|.
Dopo la battaglia, niente è più come prima. Belthil comincia a perdere perfino se stessa pur di ritrovare Calen, l'Elfo che ama. Ma qualcosa di inaspettato le farà aprire gli occhi dal buio di solitudine in cui si era rifugiata.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Custode'
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Dopo la battaglia non ci furono festeggiamenti. Troppi erano i caduti, troppo era il dolore.
I giorni si susseguivano lenti e grigi. Ogni notte, in ogni città di Uomini e Elfi, si accendevano innumerevoli fiaccole in ricordo di chi non c’era più.Tra di loro c’erano Gil-Galad e Oropher.

Anche se non ero mai stata in buoni rapporti con il Re di Boscoverde, la sua perdita mi aveva lasciato un vuoto profondo: avevo perso suo figlio, Thranduil.Si era chiuso in se stesso, il suo cuore era diventato di pietra: il ricordo della battaglia e degli orrori visti durante l’assedio di Mordor non poteva essere cancellato.

Ma Gil-Galad aveva lasciato un vuoto ancora più grande.
Non avrei mai dimenticato il suo sorriso, la sua gentilezza, la sua autorevolezza da vero Re.
Non avrei mai dimenticato il suo corpo carbonizzato tra le braccia di Elrond.
Non avrei mai dimenticato suo figlio, l’Elfo che amavo: Calen.

Più i giorni passavano, più Elrond e tutti gli altri Elfi perdevano le speranze di ritrovarlo, ma non io.
Ero sicura che fosse ancora vivo da qualche parte.
Cominciai a vagare per le Terre Selvagge in ricerca di qualsiasi cosa che mi avrebbe condotta da Calen, ma ogni volta che pensavo di aver trovato qualcosa, ecco che mi sfuggiva di mano come un pugno di sabbia fra le dita.
Innalzai uno spesso muro tra me e il resto del mondo, allontanandomi sempre di più, chiusa in me stessa, fino a quando persi completamente la cognizione del tempo. Non distinguevo più i giorni dagli anni interi, ormai mi sembravano tutti uguali.

Mi ero persa nella mia solitudine.
Ero cambiata, non ero più la stessa dopo la battaglia di Mordor.
Non avrei avuto pace fino a quando non l’avessi trovato, non mi importava quanto tempo ci avrei messo.

I ricordi che avevo con lui erano pugnalate al cuore.
Avrei dato qualsiasi cosa per tornare indietro a quando eravamo insieme, sdraiati sui prati dei boschi attorno a Gran Burrone a guardare le stelle, o anche solo per guardarlo sorridere davanti a me.
Mi svegliavo all’alba solo per sentire il profumo dell’erba bagnata di rugiada, mi ricordava lui.

Ma quello che mi opprimeva di più era il rimorso. Il rimorso di aver permesso a Sauron di fargli questo.
Alcune notti sognavo quello che gli avrebbe potuto fare, sogni così nitidi da sembrare reali e da farmi urlare nel sonno.

Altre notti invece mi stendevo sul prato e osservavo le stelle ripetendo a me stessa che lo avrei trovato.
Una notte cadde una stella cadente ed espressi un unico desiderio.
Desidero amare Calen per l’eternità”
   
 
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