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Autore: Bab1974    20/07/2015    0 recensioni
Elaina, giovane sacerdotessa della dea Tamiri, durante un periodo di reclusione scopre di essere incinta. farà di tutto per far sopravvivere il bambino, dono divino.
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Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La casina
Prologo




La casa, al centro di una radura e parzialmente diroccata, era apparentemente disabitata, ma dal comignolo saliva leggera una colonna di fumo. Chi si avventurava nel boschetto dietro la città di Shamand spesso già sapeva, per sentito dire, della vecchietta che vi abitava. Chi lo faceva era disperato. La donna, di cui nessuno sapeva con certezza l'età, era una famosa guaritrice. Si diceva che guadagnasse molto, ma che preferisse, per qualche strano motivo, vivere in povertà. Probabilmente era pazza, motivo per cui, se non si aveva bisogno di lei, nessuno si avvicinava. Qualcuno le lasciava del cibo fuori dalla porta, quando se ne aveva in più, come se volessero tenere buono qualche demone malvagio o qualche Dio irritabile.
Fu seguendo una ragazzetta con una grossa pagnotta, che arrivai da lei. Il pane venne lasciato sulla soglia dentro un cestino, che sembrava messo lì apposta. La bimba corse via, come se avesse il diavolo alle calcagna e mi preparai all'attesa.
Con il passare delle ore ero sul punto di arrendermi. Forse la vecchina non era in casa o in quel momento era indisposta. Proprio mentre il crepuscolo stava prendendo predominanza sulla notte, una lucina che si muoveva all'interno di una finestra attirò la mi attenzione. Fu allora che la porta si aprì e una signora, molto più giovane di ciò che mi aspettavo, aprì. Prima raccolse il pane, poi si rivolse verso di me e fece cenno di avvicinarmi. Le ubbidii, sentendomi avvampare in volto, come un bambino colto a tirare un sasso a un vetro.
"Suppongo che voi non siete qui per problemi di salute, altrimenti vi sareste manifestato prima."
L'osservazione mi colse di sorpresa e la fissai in volto alla luce del camino. Non doveva avere più cinquant'anni, comunque portati egregiamente, e da giovane doveva essere stata bellissima, poiché ancora il suo volto ne era la prova.
"Voi sapevate che ero qui?" chiesi stupito.
La donna annuì con un sorriso dolce.
"Sì." confermò "La Dea Tamiri, di tanto in tanto, si degna ancora di parlare con me e mi avverte se qualche malintenzionato si avvicina. So che voi siete solo in cerca di una storia, Tamiri mi ha avvisato, ma io ve la darò solo se promettete di cambiare i nomi dei paesi. Non voglio che la mia famiglia abbia dei problemi. Purtroppo qualcuno capirà lo stesso che sono io, non sono molte la bambine nate con il simbolo della Dea impresso sul corpo."
"Un attimo, ma io ho già sentito parlare di voi. Mi piacerebbe sentire la vostra versione."
"La avrete, mentre preparo la zuppa. Scommetto che dopo tante ore passate davanti a casa mia, avrete appetito."
Il mio stomaco brontolò: non ci voleva l'intervento di Tamiri per capire che avevo fame.
La storia che segue è la rielaborazione di ciò che mi ha raccontato la donna. Come promesso, ho omesso di nominare i luoghi.
  
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