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Autore: PersephoneAm    20/07/2015    1 recensioni
' -Mi fai incazzare!-urlai,-Buonanotte!-.
Mi girai per andarmene, ma lui mi afferrò il polso e lo strinse saldamente.
-Ma quale buonanotte! Tu rimani qui!-. '
PS. Primi tre capitoli in revisione(:
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Gli sorrisi e posai le mani sulle sue spalle, fino ad avvicinarlo a me e lo abbracciai. Mi solleticò il collo con la punta del naso, mordicchiandomi poi la mandibola, mentre mi portava a letto, facendomi stendere sulle coperte. Si stese su di me, tenendosi con i gomiti per non pesarmi addosso. Sentii una sua mano accarezzarmi la coscia, fino ad arrivare al mio fianco, per poi stringerlo con la mano, in un gesto possessivo. Scese ancora più giù, in mezzo alle mie gambe e gemetti quando lo sentii solleticarmi l'interno coscia. Sembrava che conoscesse ogni mio punto debole e che mi stuzzicasse apposta per vedermi cedere, per vedermi abbandonare a lui.In quel momento bussarono alla porta e Tommy sbuffò. «Non ci posso credere.»

Ridacchiai, mentre lui si alzava dal letto e si rivestiva, aprendo la porta. «Alex, cosa c'è?»

«È pronto da mangiare.»rispose mio fratello. «Sai, non posso tollerare che ti porti a letto mia sorella, mentre io sono in casa. Anche se sei il mio migliore amico.»

Stavo per infilarmi gli slip, ma non riuscii a trattenermi dal ridere e caddi a terra con un tonfo, tirandomi dietro il piumone del letto. Tommy si voltò verso di me e mi guardò ridendo, intanto mi rialzai e presi i miei vestiti e mi rivestii di fretta.

«Alex. »dissi, una volta uscita dalla camera, lasciando Tommy rimettersi i pantaloni. «Ma hai studiato per rompere i coglioni o è una tua caratteristica innata?»

Mio fratello scoppiò a ridere, abbracciandomi. «Dai cretina! Ora dovresti baciare la terra su cui cammino per avervi fatto chiarire.»

«Ma stai zitto!»borbottò Tommy, uscendo dalla mia stanza. «È tutto merito nostro. Noi abbiamo chiarito.»

«Si, ma l'incontro è avvenuto grazie al sottoscritto.»si vantò mio fratello, scendendo le scale.

«Ma vai a cagare!»esclamai, ridendo, saltando in spalletta a Tommy e mordicchiandogli il collo. Lui si resse in piedi benissimo, anche se gli ero saltata addosso di sorpresa, senza avvisarlo.

«Vuoi farmi cadere?»mi chiese, ridendo.

«Dai che tu hai i muscoli e i riflessi.»dissi. «Cosa ti lamenti!?»

«Ti faccio lamentare io, stanotte.»ammiccò lui.

«Se mio fratello ce lo permette!»esclamai, ridendo come una pazza.

Mi portò al piano terra in spalletta e quando arrivammo in cucina, scesi a terra e presi il mio posto sull'isola. Tommy si fermò dietro di me e mi abbracciò i fianchi, posando il mento sulla mia spalla, mentre gli portavo alle labbra un'oliva, che lui prontamente mise in bocca.

«Cosa hai preparato di buono, fratellone?»chiesi ad Alex, mentre sfornava qualcosa.

«Sofficini.»rispose, facendo spallucce. «Cosa vuoi che faccia, se non so cucinare?»

Silvia scoppiò a ridere e la seguii, quasi strozzandomi con l'acqua che stavo bevendo. Nessuno dei presenti era più negato in cucina di mio fratello! Lo seguiva a ruota la sottoscritta, ma io almeno un piatto di pasta sapevo farlo!

«Che cazzo vi ridete?»borbottò mio fratello. «Non vedo l'ora di fare soldi e assumere una colf.»

«Non sei l'unico.»annuii, alzando un sopracciglio. «Sai cosa vuol dire che non ho la più pallida idea di come stirare, lavare, fare il bucato e tutto il resto?»

«Tommy, toccherà fare tutto a te!»ridacchiò Silvia.

«Col cazzo!»esclamò lui, staccandosi da me per prendere un piatto. «Dove possiamo assumerla, 'sta colf?»

«Quindi andreste a vivere insieme?»chiese Simone, ingurgitando quasi per intero il sofficino.

Rimasi interdetta, senza sapere cosa rispondere, ma ci pensò Tommy a dare spiegazioni al posto mio. «Certo! Più avanti però.»

«Veramente?»fece Silvia, stringendosi le mani sotto al mento, manco fosse Cupido. «Che cosa tenera! Alex...»

«Ah, no.»la interruppe lui. «Con te in casa non potrei girare nudo, altrimenti mi urleresti dietro.»

Scoppiai a ridere, finendo quasi per piangere.

«Tu stai zitto.»sbottò Tommy. «Che entri nelle stanze degli altri, quando questi sono nudi.»

Spalancai gli occhi, arrossendo all'improvviso e nascondendomi dietro il bicchiere d'acqua.

«La prossima volta evita di giocare all'elicottero con mia sorella.»fece Alex.

E lì tutti scoppiarono a ridere.

«Ma smettila, cretino!»lo ripresi, tirandogli uno scappellotto sulla testa e guardandolo male.



Il giorno dopo, a scuola, tanto per rimarcare il territorio, Tommy entrò mano nella mano insieme a me, nel cortile della scuola, aspettando che la campana suonasse. La sera precedente, mentre Tommy ed io andavamo in camera mia, mio fratello, da grande cretino qual era, ci aveva raccomandato di non fare rumore.In realtà avevo fatto fatica a fare silenzio, lo ammetto. Ma, diciamocelo, come facevo a non gemere senza ritegno, quando Tommy usava quella maledetta lingua molto bene?

Molte ragazze ci guardarono stranite, segno che probabilmente avevano visto anche loro la foto, ma non c'era da dare spiegazione a nessuna di loro. In classe mi fecero una serie di domanda sul suo bacio con Sara e io non potei che dire la verità.

«Non sono affari vostri.»sorrisi loro, prendendo posto all'ultima fila di banchi, di fianco alla mia amica Claudia.

Passammo la giornata a ridere e scherzare, ma sapevo che Claudia evitava appositamente l'argomento "il bacio di Tommy e Sara. Non voleva tartassarmi di domande, come avevano fatto le altre, così a fine giornata, vista l'ora buca, le raccontai tutto, per filo e per segno.

«In pratica Sara l'ha fatto ubriacare e si è fatta fotografare con lui apposta?»sussurrò lei, sconvolta. «Ma a quella strega le idee non mancano mai, eh!»

«Tanto me la paga.»dissi. «Non hai idea di quanto sia stata di merda. Ho accusato Tommy, quando lui non c'entrava un cazzo. Vorrei proprio sapere se l'ha fatto perché le sto sul cazzo o perché è gelosa.»

«Tu dici che Sara...?»

«Vuole tornare con Tommy.»finii la frase io, scarabocchiando qualcosa sul diario. «E chissà come mai, vuole tornarci insieme proprio ora che tra me e Tommy va alla grande.»

«E lui? Insomma, Tommy cosa ti ha detto?»

«È incazzato per il colpo basso che gli ha tirato Sara.»

«Immagino.»annuì lei.

Dopo quello scambio di battute, tornammo a parlare del più e del meno, della tesina che avremmo portato all'esame e di cosa avremmo fatto durante le vacanze di Natale. Claudia sarebbe andata a trovare i suoi nonni a Como, poi sarebbe tornata per festeggiare Capodanno.

«Vieni alla festa che stanno organizzando mio fratello e gli altri a casa di Teo o vai da qualche altra parte?»le chiesi, prendendo il telefono.

«Nono, vengo alla festa!»rispose lei. «Mi ha mandato l'invito Stefano, l'altro ieri.»

«Stefano?»feci io. «Ma dici Carvato?»

«Si, lui.»disse Claudia. «Abbiamo iniziato a scriverci due settimane fa.»

«E perché non mi hai detto nulla, timidona?»

La vidi arrossire, ma non disse nulla, così mi proposi di fare una cosa. «Domani vieni a casa mia, di solito il martedì quei rimbambiti si incontrano per farsi una partita a carte e a biliardo.»

Lei spalancò gli occhi, girandosi a guardarmi. «Davvero?»

«Ho la faccia di una che ti sta prendendo in giro?»le chiesi, aprendo le braccia e facendo una smorfia tipo "e dai!". «Oggi dovrebbe venire a prendermi Tommy, così lo avviso già che domani ci sarai anche tu.»

«Si, ma non dirgli nulla di Stefano.»esclamò subito lei.

«Acqua in bocca.»dissi, mimando il gesto della cerniera sulle labbra.

Lei mi sorrise e mi ringraziò. «So che ci sarà un'altra festa, a gennaio. In un capannone in perfiferia. Sai chi l'ha organizzata?»

Mi irrigidii. «No, non ne ho idea. E non sapevo nemmeno della festa.»mentii.

La campana ci avvisò che la giornata a scuola era finita e così ci avviammo all'uscita. Appena fuori dall'entrata c'era Tommy, insieme a Christian.

Christian, dopo essere stato in ospedale, era stato raggiunto da due carabinieri, chiamati dai medici. Lui si era messo d'accordo con Alex per dire che era in un parco in periferia e qualcuno aveva urlato e gli aveva sparato. Disse ai carabinieri che forse era un drogato, in cerca di denaro e i carabinieri fecero le loro ricerche, non arrivando però a nulla.

Gli corsi incontro, abbracciandolo.

«Criiiiii!»urlai contenta, saltando come una pazza e lanciando la mia borsa a Tommy. «Finalmente sei in piedi!»

«Cos'altro ti aspettavi?»ammiccò lui, facendomi l'occhiolino. «Lo conosci il detto che dice "l'erba cattiva non muore mai"?»

Scoppiai a ridere, poi mi voltai verso Tommy e mi slanciai verso di lui, per baciarlo.

«Ah, credevo che ti avrei fatto da portaborse per tutto il pomeriggio.»borbottò lui, porgendomi la borsa.

Io la presi e lo abbracciai. «Non potrei mai.»

«Si, certo! Come no.»

«Ma dai! Sorridi, Tommy!»lo ripresi, facendogli la linguaccia. «Andiamo a mangiare?»

«Se offri tu, va bene.»disse Tommy, tirandomi verso la macchina.

«Solo perché sei imbronciato.»annuii, mettendomi sul sedile posteriore, per lasciare il posto davanti a Christian.

Ci recammo al McDonald's lì vicino e ordinammo dei panini, pagai alla cassa, anche se Tommy insisteva a pagare lui.

«Ma non avevi detto che avrei offerto io?»gli dissi. «Quindi offro io, punto. Vai al tavolo e non rompere.»

«Non fare la dispotica e lascia che ti ridia i soldi.»fece lui, incazzato.

«No!»esclamai, sedendomi di fronte a Christian e Tommy si mise alla mia sinistra.

Christian ci stava guardando, sogghignando divertiti dal fatto che continuavamo a punzecchiarci, finché tutto finì quando addentai il mio Deluxe. Gemetti dal piacere e alzai gli occhi al cielo, deliziata dal sapore del panino.

Al verso che feci, Tommy si schiarì la voce, a disagio e cercò una posizione più comoda sulla panca e subito capii cosa avesse. Gli carezzai la gamba da sotto al tavolo con la punta della scarpa e quando arrivai a bere la mia coca cola, allungai la mano verso il suo ginocchio, voltandomi verso di lui per non farci beccare da Christian, che era troppo preso a scherzare con la ragazza del tavolo al fianco al nostro.

«Sei sicura di quello che stai facendo?»ridacchiò lui, sussultando quando la mia mano sfiorò "accidentalmente" il cavallo dei suoi pantaloni.

«Dici per il pubblico che abbiamo?»chiesi ridendo e guardando un gruppo di ragazzine che fissava Tommy e me, con gli occhi spalancati. «Sono loro le guardone, potrebbero anche voltarsi dall'altra parte!»

«Dico che dovremmo fare loro scuola?»ammiccò Tommy, facendo loro l'occhiolino.

Le ragazzine sussultarono e ridacchiarono; io lanciai loro un bacio con la mano e queste si voltarono, imbarazzate.

«Le hai spaventate.»disse lui, ridendo.

«Naaaa.»feci, carezzandogli la guancia ispida, per poi buttarmi sulle sue labbra e mordicchiargliele. La sua lingua incontrò la mia, mentre la sua mano si posava con possessività sulla mia coscia.

Quando tornai a bere la mia coca cola, vidi chiaramente che Tommy era eccitato, così avvicinai la mia bocca al suo orecchio e mormorai: «Appena torniamo a casa e ci liberiamo di Christian penserò io a te.»

Lui si irrigidì e prese a mangiare le patatine fritte, con nervosismo. «Christian!»lo chiamò, facendo voltare il ragazzo. «Noi abbiamo una certa fretta...»

Christian capì subito e scoppiò a ridere, alzandosi in piedi e finendo la sua aranciata. «Andiamo pure.»

Tommy si portò dietro le patatine, che ancora non aveva finito e io la coca cola. Per tutto il tempo che incorse dal ristorante al parcheggio, dove avevamo lasciato la macchina, ammiccai verso il mio ragazzo, giocando e scherzando con la cannuccia della mia bibita, ormai terminata. Lui mi rivolse uno sguardo abbastanza eloquente. «Appena arriviamo a casa facciamo i conti. Magari ti passa la voglia di provocarmi.»sussurrò.

Rabbrividii al tono della sua voce roca e gettai il bicchiere in un cestino, prendendo la mano di Tommy nella mia. Lui si mise a fissarmi intensamente, poi mi baciò una tempia. Dopo aver accompagnato Christian a casa sua, Tommy partì a tutta velocità verso la zona residenziale, dove stava casa sua e, appena mettemmo piede dentro, lui prese a spogliarmi. Io mi aggrappai alla sua camicia azzurra e la aprì, strappando via tutti i bottoni.

«Fretta?»mi prese in giro, togliendosi da solo i jeans.

Arrossii, guardandolo negli occhi, poi lui mi prese in braccio e mi posò sul suo letto. Si mise a baciarmi il collo, lasciando una scia calda e umida anche sul mio seno e sul mio ventre, fino a scendere tra le mie cosce. Appena le sue labbra incontrarono le mie, afferrai i suoi capelli e li tirai, ansimando. Lo sentii ridere e continuò a torturarmi, finché sentii che stavo per essere travolta da un passionale e bellissimo orgasmo, che però lo stronzo non mi fece provare, perché si fermò prima che venissi. Alzai il viso, guardandolo male.

«Te l'avevo detto che me l'avresti pagata.»mormorò, mordicchiandomi l'interno coscia.

Mi abbandonai con la testa sul cuscino, preparandomi già alle sue torture, perché se c'era un modo in cui Tommy poteva farmela pagare, era proprio quando eravamo a letto. E io non me ne lamentavo di sicuro!
   
 
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