Anime & Manga > Georgie
Segui la storia  |       
Autore: Rebecca_lily    21/07/2015    5 recensioni
“Puoi stare a casa mia per tutto il tempo di cui hai bisogno, se desideri”- disse Abel guardandola negli occhi...
La mia storia ha inizio quando Georgie incontra di nuovo Abel, dopo aver lasciato Lowell da Elise, e vuole esplorare il rapporto tra i due 'fratelli' nel periodo in cui cercano di salvare Arthur dalle grinfie del Duca Dangering. In particolare questa storia intende approfondire sia la lenta presa di coscienza di Georgie del suo amore per il suo ex-fratello sia il carattere di Abel come viene reso per buona parte del testo originale, ovvero del manga. Nella mia storia, Abel non vive dal sig. Allen e i due non affrontano immediatamente la questione del ritorno in Australia.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Georgie Gerald
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cari lettori,
che dire? Ormai sono imperdonabile, ma vi assicuro che mi siete mancati immensamente in questi lunghi mesi.
 
A brevissimo il nuovo capitolo e anche l’epilogo di questa lunga e (da me) tanto amata storia : )
 
Buona estate e buona lettura a tutti voi,
Rebecca
 
 
You are the hole in my head
You are the space in my bed
You are the silence in between
What I thought and what I said
 
You are the night time fear
You are the morning when it’s clear
When it’s over you’re the start
You're my head, you're my heart
 
No light, no light in your bright blue eyes […]
 
(No Light, No Light – Florence and the Machine)
 
Georgie sentì una mano posarsi sulla sua spalla, doveva essersi appisolata perché non si era accorta che qualcuno era entrato nella stanza. Alzò gli occhi e vide suo padre che le sorrideva: “Vai a riposare, bambina mia – le disse dolcemente – prenderò io il tuo posto qui…”. Georgie annuì sollevata: sapeva che poteva contare su quel padre che da così poco tempo aveva ritrovato e con cui però sentiva già di formare una vera famiglia. “Grazie” – gli rispose sussurrando, poi si girò ad accarezzare con lo sguardo il suo amato Abel e lasciò la stanza in silenzio.
Più tardi, dopo essersi liberata dei suoi abiti e dopo aver lavato via tutto il sangue, Georgie si rigirava nel letto senza riuscire a prendere sonno nonostante l’immensa stanchezza. Con un groppo alla gola ripensava a tutto ciò che era successo nelle ultime concitate ore: ripensava al salvataggio in extremis di suo fratello Arthur, che avrebbe di sicuro perso la vita se fosse rimasto qualche giorno ancora nelle grinfie del Duca Dangering e di suo figlio Irwin; e ripensava ad Abel, colui che un tempo era stato suo fratello e le tornavano in mente i momenti condivisi con lui appena poche ore prima. Desiderò come non mai che il ragazzo fosse lì con lei e che la tenesse stretta fra le sue braccia: “Oh, Abel, ti prego, non mi lasciare … non potrei vivere senza di te, la mia vita non avrebbe più senso…”. La ragazza pianse a lungo con il volto schiacciato sul morbido cuscino di piume, in quel letto per lei troppo grande e troppo freddo, poi finalmente, con le prime luci dell’alba, riuscì a prendere sonno.
Il giorno dopo Georgie si levò molto tardi. Entrando in cucina per cercare da mangiare, vi trovò Emma davanti ad un giornale aperto. La giovane donna la accolse con un grande sorriso e si offrì di prepararle qualcosa. Georgie si rese conto che era assente il consueto personale di servizio di casa Allen, così accettò la proposta di Emma. Mettendosi a sedere, lo sguardo le cadde sulle scarne ma cubitali righe del giornale davanti a lei che raccontavano, con toni sensazionalistici, del ritrovamento lungo il Tamigi del giovane Duca Irwin Dangering in condizioni disperate. Non si parlava, invece, né della fuga di Cain né tantomeno di quella di Maria. A Georgie si chiuse lo stomaco, perché si rese conto del pericolo che incombeva su tutti loro, rinchiusi in quella casa, unico rifugio contro lo strapotere del perfido Duca.
Sorseggiando lentamente la tazza di latte che Emma le aveva porto, Georgie chiese dove fossero tutti. La donna le rispose che Maria si trovava ancora nella sua stanza, mentre suo padre e Dick erano usciti di prima mattina per incontrare il Conte Wilson. Joy stava vegliando Abel, mentre il sig. Allen si trovava di sopra con il dottore perché Arthur si era da poco risvegliato.
 “Arthur si è risvegliato?”, ripetè Georgie, che voleva correre immediatamente da lui, ma Emma la fermò, dicendole con tatto: “Georgie, capisco la tua voglia di vedere tuo fratello, ma devi parlare prima con il dottore, perché Arthur è molto debole”. Georgie annuì. Finì quindi di mangiare, poi si recò al piano superiore.
Mentre attraversava il lungo corridoio che portava alla camera di Arthur, Georgie sperava con tutta se stessa di poter finalmente riabbracciare il suo adorato fratello. Per cui, quando incrociò il dottore che usciva dalla stanza e questi le fece segno di entrare a visitare il paziente, il cuore le traboccò di felicità.
Emozionata, Georgie aprì delicatamente la porta e si addentrò nella camera dove pesanti tende lasciavano appena intravedere la luce del giorno. Suo fratello si trovava seduto sul letto con il capo basso ma, quando avvertì il rumore dei passi, alzò il volto e questo gli si illuminò alla vista della ragazza: “Georgie…”- sussurrò Arthur.
La ragazza avanzava lentamente, commossa e scioccata al tempo stesso. Il rendersi conto di quanto la prigionia e le sostanze che gli avevano iniettato, avessero mutato l’aspetto del suo caro fratello, le faceva male al cuore. Arthur, infatti, era molto magro, pallido, e con evidenti occhiaie. Certo, lo avevano salvato da morte sicura, ma nei lunghi mesi in cui era stato prigioniero, Arthur aveva visto l’inferno e ora quell’inferno si leggeva nei suoi occhi spenti. La vista di Georgie riuscì però a disegnare sul volto del ragazzo, un familiare dolce sorriso.
Georgie si sedette accanto a lui e gli prese una mano. Arthur la ammirava senza parlare, non riusciva a credere che fosse lì seduta davanti a lui, che fosse vera e non una proiezione della sua mente malata. Era sempre più bella e il ragazzo non riusciva a trovare dentro di sé le parole per comunicarle tutto ciò che sentiva: amore, affetto, vergogna di sé. Con la mano libera, le accarezzò il volto: “Georgie, sei davvero tu?”. “Sì, Arthur” – le rispose lei – “sono qui con te e non devi temere più niente, sei in salvo ormai”. Arthur tornò a sorriderle, questa volta più debolmente perché la testa aveva ripreso a dolergli. Georgie lo abbracciò. “Sì, ora che sei qui con me, Georgie, riuscirò forse a guarire. Con il tuo aiuto, riuscirò forse a tornare la persona che ero” – pensò Arthur, mentre stringeva a sé la ragazza. Confortato dal tanto desiderato abbraccio di Georgie, Arthur non chiese notizie di Abel.
Passarono diversi giorni e Abel non accennava a riprendere conoscenza, anche se la febbre si era abbassata notevolmente. Il dottore andava a visitarlo quotidianamente, ma non si pronunciava in merito al decorso della sua malattia. Dal canto suo, Georgie dormiva poco e trascorreva lunghi periodi al capezzale del ragazzo, portando spesso con sé anche i vestiti da cucire per lasciarlo il meno possibile da solo. Suo padre, Emma e Joy erano molto preoccupati per lei, anche perché la ragazza – che cercava nonostante tutto di essere sempre sorridente – era di fatto angosciata e sembrava essere sempre più stanca.
Una mattina, durante una delle quotidiane visite del dottore, Georgie ed Emma si trovavano nel laboratorio di sartoria intente a finire una delle ennesime ordinazioni che stavano piovendo loro addosso, grazie al successo che gli abiti ideati da Georgie stavano riscuotendo tra le giovani donne della nobiltà. Il loro lavoro era molto importante perché permetteva ad Emma di entrare e uscire dai palazzi nobiliari ed acquisire così informazioni sui loschi traffici di Dangering e sulla rete. Georgie si dedicava anima e corpo alle sue creazioni, perché era il suo modo di aiutare suo padre ed il conte Wilson nella ricerca di prove per incriminare il malefico Duca Dangering.
Emma approfittò di un momento di tranquillità per dire a Georgie: “Georgie ti stai affaticando troppo. Hai una brutta cera”. Georgie rispose dicendole che erano alcuni giorni che aveva la nausea e che non riusciva a mangiare niente. Emma, ridendo, le disse: “Parli proprio come una che aspetta un bambino, sai?” “Un bambino?” – pensò Georgie – “Non può essere…”. Poi, di colpo, le tornarono in mente le parole di Abel quella notte: “Georgie, tesoro, se continuo potresti rimanere incinta”. La ragazza arrossì, poi sorridendo dolcemente tra sé e sé pensò: “Però… se così fosse, Abel … un bambino nostro…”. L’amica, osservando lo sguardo sognante di Georgie capì di non essere andata tanto lontana dal vero…
Qualche giorno più tardi, Emma e Joy stavano parlando tra loro, mentre erano intente a cucire. “Georgie dovrebbe cercare di riposare un po’” – disse Joy di punto in bianco – “Passa quasi tutto il suo tempo al capezzale di Abel”.  “Io la capisco Joy” – le rispose con saggezza Emma – “Anche io farei come lei al suo posto”. Joy la fissò con sguardo interrogativo. “Sì, Joy, se perdessi mio marito, il resto del mondo non avrebbe più importanza per me. Georgie è appena riuscita a confessare ad Abel il suo amore e ora rischia di perderlo per sempre, poverina… Senza contare il suo stato!”.
“Il suo stato?” – chiese Joy.
“Ma certo Joy, non hai visto come è stanca e tutte le sue nausee mattutine… Secondo me è incinta”.
“Incinta?” – quasi strillò Joy. “Shhh” – le disse Emma – “Non è necessario che lo sappiano tutti in questa casa”. Joy annuì: “Scusa, hai ragione”, poi aggiunse: “Povero il mio fratellone, chissà come sarebbe felice di sapere che Georgie aspetta un bambino da lui!”.
Con un sospiro congiunto e complice, le due ripresero a lavorare alacremente, non conscie della bomba che avevano appena innescato. Dietro la porta dello studio, infatti, si trovava casualmente Arthur che era uscito dalla sua camera e, lentamente, si stava recando a cercare Georgie.
Abel e Georgie assieme? Georgie incinta di Abel? - ad Arthur sembrò che il mondo gli crollasse sotto i piedi. Come aveva osato suo fratello tradirlo in questo modo? Come aveva osato approfittare della sua prigionia per prendersi Georgie? E lei, come aveva potuto scegliere Abel? E arrivare addirittura a fare l’amore con lui? E poi, che fine aveva fatto Lowell? E perché lei non glielo aveva detto?
Arthur sentiva una rabbia immensa montare dentro di lui: era stato tradito dalle persone che amava di più e odiava se stesso per essere finito prigioniero del Duca, per non essere riuscito a fuggire. Più di ogni altra cosa però odiava suo fratello, che si era approfittato della sua assenza per concupire Georgie, come da sempre avrebbe voluto fare…
Il ragazzo tornò con fatica nella sua stanza e lì dette sfogo a tutta la sua frustrazione piangendo. Si sentiva debole e impotente. Le tempie gli martellavano furiosamente e i lenti miglioramenti degli ultimi giorni sembravano essersi vanificati. Gli mancava quasi il respiro dalla rabbia… Dove si trovava Abel ora? Doveva parlargli, doveva assolutamente dirgli tutto quello che pensava di lui: che era un egoista, che aveva fatto morire sua madre e che lo aveva lasciato da solo a seppellirla.
E Georgie, perché non andava mai a trovarlo? Non aveva tempo per lui, lui era sempre stato il secondo. Georgie aveva tempo e occhi solo per Abel, era sempre stato così… La testa prese a girargli e i mostri che ormai conosceva bene, tornarono a fargli visita. Fortunatamente, di lì a poco anche il dottore tornò a fargli visita e, trovandolo così sconvolto, decise di somministrargli una dose di sedativo per calmarlo.
Il dottore non riusciva a capire come mai il ragazzo fosse improvvisamente peggiorato, dopo che negli ultimi giorni, pur con le dovute difficoltà, stava lentamente migliorando. Preoccupato, ne parlò con il Conte Gerard, poi si recò dall’altro suo paziente che, per fortuna, dopo tanto tempo stava finalmente dando segni di miglioramento. 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Georgie / Vai alla pagina dell'autore: Rebecca_lily