La mattina
dopo Willow
si svegliò con lo stesso presagio della notte passata.
Cercò di distrarsi
preparando una ricca colazione. Pancakes con sciroppo
d’acero, frullato di
banana e kiwi, e una tazzona di cereali con latte caldo, la colazione
preferita
della sua ragazza. Kennedy uscì poco dopo dalla camera.
Indossava solo una
lunga canottiera, che aveva preso da uno dei tanti scatoloni del
trasferimento.
Erano riuscite a comprare un piccolo ma comodo appartamento fuori
città. Il
proprietario aveva cercato di venderlo di fretta e furia, ad una cifra
bassissima e, non appena aveva ricevuto il denaro era sparito, senza
neppure
disturbarsi a prendere le sue cose. Le due ragazze scoprirono presto
perché: un
fantasma infestava il suo appartamento. Si trattava di una vecchia
signora, che
si era suicidata lì una decina di anni prima. Willow
stabilì subito un contatto
con lo spirito, per capire l’origine della sua pena. Aveva
scoperto che la
donna rimpiangeva il fatto che il figlio non avesse mai ricevuto la sua
lettera
di addio, in cui gli spiegava la sua intenzione di farla finita e gli
garantiva
l’accesso a tutta la sua
eredità. Ma, in
mancanza del testamento, spedito al giovane, ma mai arrivato, il marito
della
signora, nonché patrigno del ragazzo, aveva ottenuto tutti i beni della moglie.
Così Willow aveva
rintracciato il giovane con un semplice incantesimo di tracciamento,
gli aveva
spiegato la situazione, lo aveva aiutato a ritrovare la lettera e le
cose si
erano presto sistemate. La signora, finalmente in pace con
sé stessa, aveva
effettuato beatamente il trapasso. Per una strega, contattare il mondo
degli
spiriti non era un’impresa tanto difficile. Gli spiriti
lasciavano segni
ovunque, e ogni persona dotata del minimo potere magico poteva
facilmente
coglierli e interpretarli. Soprattutto una strega potente come Willow.
I poteri
della giovane andavano oltre ogni immaginazione, tanto che doveva
sempre porsi
un limite, perché la tentazione di superare i confini
naturali della Magia per
introdursi in un mondo potente, oscuro e inarrestabile, non le dava
tregua. Una
volta, quando la sua fidanzata Tara era stata uccisa da un violento
psicopatico
misogino, Willow aveva perso la testa. Si era donata alla magia Oscura,
grazie
alla quale non solo aveva torturato e ucciso Warren, ma aveva anche
colpito e
ferito decine di persone
innocenti.
Ritornata in sé, aveva posto un freno all’utilizzo
della magia. Ma, dopo
l’evocazione della Falce, era finalmente riuscita a trovare
un certo
autocontrollo su di sè. Aveva trovato un equilibrio con
sé stessa, ma doveva
ancora faticare giorno per giorno per mantenerlo.
Kennedy
accompagnò la
sua uscita dalla camera con un sonoro sbadiglio. < Buongiorno!
Mmmh che
profumino.. Pancakes! >
<
Già! Con lo
sciroppo d’acero.. Poi i cereali e il frullato di ...>
<
banana e kiwi!
> Completò Kennedy,afferrando la tazza e bevendo il
suo contenuto tutto di
un fiato < ti ho già detto quanto ti amo? >
< Mmmh
forse un paio
di volte, ma mi piace se continui a dirlo >
Kennedy
scoppiò a
ridere e la trasse a sé per un bacio. In un attimo si
trovarono a terra,
avvinghiate. Willow, tra un bacio e l’altro,
riuscì a biascicare un paio di
parole < Latte.. Raffredda.. >
< Ne
> Kennedy
approfondì il bacio, inaugurando un appassionato gioco di
lingue <
scalderemo > la sua bocca si spostò in giù
a mordicchiarle il collo <
altro > la sua bocca si spostò ancora più
in giù e cominciò a baciarle
l’incavo dei seni < dopo >
Ovviamente a
Willow
passò di mente tutta la storia della colazione ma, a
metà del rito di
svestimento, il telefono squillò prepotentemente, facendole
sobbalzare. <
Rispondo io > sospirò Willow alzandosi in piedi. Con
la canottiera di
Kennedy ancora in mano raggiunse la cornetta. < Pronto? >
Una voce
più che
familiare le rispose < Sono io >
< Ciao
Buffy! Va
tutto bene? Come vanno le nostre novelline? >
< Oh
loro stanno
bene > rispose Buffy con una voce apparentemente neutra <
Ma ho bisogno
di parlarti, da sola >
Willow
riusciva ad
avvertire una nota di preoccupazione nella voce della sua migliore
amica <
Ma va tutto bene? >
<
Sì, cioè credo di
sì.. Ci vediamo alla biblioteca centrale tra una decina di
minuti? >
< Va
bene. Mi
preparo e arrivo. Ci vediamo tra un attimo >
Kennedy vide
la fronte
aggrottata della sua fidanzata < Che cosa succede? >
Willow la
fissò di
rimando < Non lo so > Ma di
sicuro
non è qualcosa di buono
----
Si stava
facendo tardi
e loro erano chiuse in una sala vecchia e ammuffita da più
di tre ore.
Probabilmente si trovavano nell’ala
meno
curata e frequentata di tutta la biblioteca. Grossi tomi impolverati
riempivano
scaffali di legno resinoso e agli angoli dei muri si riuscivano a
scorgere
chiaramente decine di fitte ragnatele dall’aria praticamente
centenaria. Sarebbe il posto di Giles si
ritrovò a
pensare Buffy mentre si rigirava distrattamente la matita tra le mani.
<
Avremmo dovuto
chiamare gli altri > disse Willow sconfortata, abbandonandosi sullo schienale della
sedia.
< Non
voglio dar
loro altre preoccupazioni > dissentì Buffy
trattenendo uno sbadiglio <
Poi probabilmente non è nulla >
< Su
questo non
posso darti ragione > replicò Willow < te
l’ho detto che c’è qualcosa
nell’aria e la tua apparizione o illusione che sia a qualcosa
deve avere a che
fare con questo >
La porta
venne aperta
di scatto, facendole alzare in piedi di scatto. Una donna riccioluta
con gli
occhiali si fermò decisa
sulla soglia.
Buffy fece scivolare il blocco degli appunti sopra Demonologia
moderna e Apparizioni
comuni
<
Ragazze tra 10 minuti chiudiamo. Vi conviene sgomberare >
comunicò
severamente la bibliotecaria < E se vedo ancora una volta una
lattina come
quella sulla scrivania vi potete scordare di tornare >
E poi, lanciando loro
un’ultima occhiata di
traverso, lasciò la stanza. Buffy e Willow si guardarono.
< Mi
ricorda la
professoressa Smiley > disse Buffy mentre raccoglieva i libri
< Te la
ricordi? Quella che ci ha fatto supplenza in quarta.. Era simpatica
quanto lei
>
< è vero,
un po’ le somiglia. Ti ricordi
che quando era infastidita frantumava i gessetti sulla lavagna e...
>
< si metteva a
correre istericamente da una
parte all’altra della classe > completò
Buffy scoppiando a ridere. Willow,
che prendeva piuttosto sul serio la scuola e tutto ciò che
la riguardava,
riuscì a rimanere seria solo per qualche istante, prima di
essere contagiata
dalla risata dell’amica.
< è raro
trovare un’insegnante di latino e
greco completamente normale > singhiozzò Buffy tra
una risata e l’altra <
E quella volta che… >
Ma Willow non
stava
più ascoltando. Una piccola lampadina gli si era accesa in
testa, una lampadina
che lampeggiava sempre più velocemente, cercando di attirare
la sua attenzione.
< Che succede?
> chiese Buffy
interrompendo quello che ormai era diventato il suo monologo
Pensa,
Willow, pensa all’improvviso
si ricordò le parole della professoressa Smiley –
Era il protettore delle Muse
e veniva venerato da poeti e musicisti che ritenevano che le loro
capacità
provenissero direttamente da lui. Per la sua magnifica bellezza veniva
spesso simboleggiato
come un sole..—
< Apollo! >
urlò Willow, saltando in
piedi. Buffy la guardò interrogativa. < Apollo era il
Dio della musica e
della poesia > spiegò < tra le sue varie
rappresentazioni c’è il sole
>
Buffy non
riusciva a
capire il collegamento < Dal sole alla musica ci siamo. Ma non
ti sembra di
giungere a una conclusione un po’ troppo affrettata? >
domandò Buffy,
piuttosto perplessa.
< No
no. Sono certa
che Apollo centri qualcosa. Hai detto che la nostra donna aveva una
cavigliera?
>
<
Sì. Una sorta di
spirale d’argento. Sembravano dei rami intrecciati >
< Rami
intrecciati?
Allora ci siamo! Quello che hai visto era un alloro, un altro dei
simboli di
Apollo >
<
Quindi pensi che
Apollo si sia presentato a me in sembianze femminili per non farsi
riconoscere?
>
< No,
non credo. Se
avesse voluto nascondersi, non avrebbe lasciato così tanti
indizi… Ma la donna
deve essere sicuramente collegata a lui. Dobbiamo chiedere a Giles
>
< Come
procede la
situazione in inghilterra? > chiese Buffy, cambiando argomento.
Non aveva
notizie del signor Giles da quando era partito, un mese prima, per
dirigere le
operazioni delle Cacciatrici in Europa. Dopo la distruzione di Sunnydale a Cratersade, a Monaco e a
Tokyo, tre enormi
Bocche dell’Inferno avevano improvvisamente aperto le loro
fauci, sputando
sulla terra svariate centinaia di demoni e mostri. Molte delle nuove
Cacciatrici si erano quindi trovate a combattere il Male oltreoceano.
< Ho
sentito che lì
le cose non procedono molto bene > rispose Willow < i
demoni sono tanti e
le Cacciatrici inesperte. In più ne hanno radunate ancora
poche. Ma se la
caverà. Poi ci sono Faith e Dawn con lui >
<
Già. Spero che la
mia sorellina non combini troppi guai… Mi chiedo ancora come
le sia venuto in
mente di seguire Giles… > borbottò
irritata. Quella peste di sua sorella le
mancava.
< Non
è più una
bambina. Ha messo la testa sulle spalle > Willow
sbadigliò < Sono
distrutta. Andiamo, dai. Continueremo le ricerche domani >
Raccolsero i
materiali e si diressero verso l’uscita
La parte
più
frequentata della biblioteca sembrava vuota. I tavoli, prima gremiti di
studenti laboriosi, erano spogli di qualsiasi libro o appunto. <
Siamo
proprio gli ultimi > notò Buffy. Ma anche i corridoi
erano bui e deserti e
qualcuno aveva spento
le luci.
< Forse non si sono
accorti che c’eravamo
ancora noi > suggerì Willow, poco convinta. Si erano
già trovate in
situazioni simili e non era mai finita bene.
<
Forse >
rispose Buffy, estraendo il paletto. Intravidero un’ombra
sfuggente tra uno
scaffale e un altro. < Chi è là? >
chiamò. Oggi non faccio altro che
seguire ombre e voci pensò sconfortata e
divertita allo stesso tempo.
<
Signora
bibliotecaria? > Un paio di fruscii, prima a destra e poi a
sinistra, le
fecero voltare di scatto.
<
Willow, puoi fare
un incantesimo che ci faccia capire dov’è questa
cosa? > sussurrò Buffy.
< Ci provo >
mormorò in risposta la
strega. < Indicas anima >
Il
palmo di Willow si colorò di rosso, riflettendosi sugli
scaffali vicini <
non c’è nessuno qua dentro >
informò Willow non percependo alcuna forma di
vita.
< Nessuno di vivo o
nessuno nessuno? >
domandò Buffy, assumendo automaticamente una sua posizione
difensiva < Non..
> Prima che Willow potesse finire la frase, un enorme serpente
scarlatto
emerse dal retro di uno scaffale, e con un colpo di coda la
buttò violentemente
a terra. Prima che potesse fare qualunque cosa, Buffy era
già saltata sopra il
mostro, cercando di trafiggerlo con l’unica arma a sua
disposizione al momento:
il paletto. Ma la pelle del mostro era talmente spessa che quel pezzo
di legno,
per quanto appuntito, non riusciva a trafiggere.
<
Willow! >
gridò Buffy, mentre cercava di non essere disarcionata dalla
testa del serpente
che sballonzolava su e giù, nel vano tentativo di
togliersela di dosso <
Potresti cortesemente passarimi un’arma decente? >
< Subito! >
Il borsone
era stato
scagliato piuttosto lontano e non avendo il tempo materiale per
raggiungerlo,
Willow ricorse nuovamente alla magia. < Advenis
me! > La Falce, l’arma primordiale delle
Cacciatrici, sfrecciò dalla
stanza fino ad appoggiarsi direttamente sul palmo di Willow. Buffy che
nel
frattempo era stata buttata giù dal collo del mostro gettava scaffali in ogni
direzione, tentando
di schivare le zanne mortali della bestia. < Buffy! >
Willow le lanciò la
Falce. La Cacciatrice l’afferrò al volo e
passò al contrattacco. Il mostro,
prima inesorabile, sembrava essere più titubante. Forse la Falce lo spaventa pensò
Buffy, aumentando la presa
sull’impugnatura dell’arma vediamo
di
punzecchiarlo un po’ Si lanciò da una
libreria all’altra, zizzagando per
tutta la sala. Il mostro la inseguì e chiuse le fauci a
vuoto a meno di mezzo
metro da lei. Buffy approfittò del momento di stasi del
serpente per colpirlo
direttamente sulla lingua. Tranciò il pezzo biforcuto che
cadde a terra con uno
spiacevole “tonf”. Il mostro si girò
verso di lei, fissandola irato con i
grandi occhi fiammeggianti. < Ops > esclamò
Buffy, alzando l’ascia per
colpire di nuovo. Ma la coda del mostro fu più veloce e la
sbattè a terra.
Prima che si rialzasse, Willow lanciò un incantesimo
< Relaberis! > Il
serpente venne alzato in aria e sbattuto contro
lo scaffale più vicino. Sedie, tavoli e mobili si
ribaltarono dappertutto e
pagine di libri svolazzarono in aria come libellule. Le due amiche si
misero in
posizione di difesa, aspettando la mossa successiva
dell’avversario. Ma il
serpente, con un ultimo sibilo, si allontanò strisciando. La
Cacciatrice e la
strega si diedero il cinque, contente della rapida vittoria.
< Devo
portare in
pattuglia un paio di ragazze nuove > informò Buffy,
mentre uscivano dall’edificio.
< Vuoi
che venga
con te? > chiese Willow, proseguendo sulla strada selciata del
cortile della
biblioteca
< No
tranquilla.
Vai pure a casa >
Le due amiche
presero
direzioni diverse. Da dietro un cespuglio, un paio di occhi
fiammeggianti
seguivano ogni loro movimento. Il serpente sapeva che quelle piccole
insignificanti creature credevano di averlo sconfitto. Ma lui si era
ritirato
per un semplice motivo: aveva ricevuto ordini precisi. Testare ma non
mutilare.
Valutare ma non uccidere. Doveva essere tutto pronto. Presto, molto
presto, il
suo Padrone sarebbe arrivato.