Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
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Autore: vanillanarry    21/07/2015    1 recensioni
«Stesso giorno, stesso anno, stesso ospedale. Assomigli più tu, una perfetta sconosciuta, ai miei genitori di quanto ci assomigli io. Non possono essere semplici coincidenze, no?»
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo uno.





Claire e Rose, dopo aver completato l'intervista, ci riferiscono di essere presenti sul set per le dieci e mezzo.
Una pausa al bagno prima di recarmi nella stanza apposita, dopodiché infilo la reflex al collo e preparo le luci con l'aiuto di Jane.
«Così sono sistemate come meglio solitamente, dobbiamo aspettare i ragazzi per verificare che vadano bene» spiega lei finendo di posizionare l'ultima.
A parlare del diavolo, mentre finisce entrano i quattro.
«Ciao! Siamo Jane e Cara» sorride la mora. «Mettetevi pure qui e siate il più tranquilli e sciolti possibile»
Di solito sono abbastanza riluttante e mi faccio un'idea tutta personale sulle celebrity. Non sarebbe la prima volta se mi trovassi un personaggio famoso che snobba e si comporta da totale prepotente. Calcolando poi che hanno tutti più o meno la mia età.
«Ci mettiamo così?»
Il primo con i capelli rossi si appoggia con il braccio destro al suo amico dai tratti orientali, il quale si piega appena sembrando, ehm… in una posizione strana.
Il ragazzo biondo alla sua sinistra sembra un palo mentre il riccio sorride sornione.
«Mettetevi come più vi sentite» spiego, restando estasiata dal sorriso dell'ultimo.
Non so spiegare le emozioni che mi sta trasmettendo con un gesto così semplice e comune.
Seguono diversi scatti, e alla fine riusciamo a far soggetto molteplici pose divertenti che riflettono la vera natura di questi quattro. Se non fosse per il loro lavoro, sarebbero normalissimi ragazzi di 19, 20 e 21 anni con i piedi per terra, da quanto ho potuto constatare.
Quindi rimangio ogni pensiero o singolo dubbio su di loro.
Sfilo e appoggio la reflex su un tavolino nell'angolo della stanza mentre Jane scambia due parole con la band.
«Comunque noi siamo Michael, Calum, Luke e Ashton» sorride il primo dai capelli rossi, Michael, una volta che torno da loro.
«Piacere mio» ricambio stringendo la mano di ognuno.
Ashton, il riccio, ha una stretta salda come quella di mio padre e quindi mi fa sussultare.
I miei sono soliti ripetermi che una stretta così la hanno le persone sincere.
Faccio un sorrisetto a questo pensiero.
«Venite con me, vi mostro dove prendere qualcosa da bere se vi va» propone Jane. I primi tre la seguono, mentre il riccio resta momentaneamente al mio fianco.
«Ho visto poche ragazze con questa stretta di mano» esclama guardandomi dritta negli occhi.
Grazie alle luci della stanza posso notarne il colore stupendamente familiare: marrone-verde. Mamma ha questo colore di occhi.
«Ho preso l'abitudine da mio padre» rispondo facendo spallucce.
Non capisco il perché ma questo ragazzo mi trasmette un forte senso di casa. Mi sento bene al suo fianco e l'ho visto solo in questa giornata, e in modo ravvicinato per un'oretta.
«Vieni, ti accompagno dagli altri» dico, dopo essere restati in silenzio per qualche momento.
«Oh, sì certamente!»
Mi dirigo alla porta, fermandomi a farlo passare non appena la apro.
«Grazie» dice gentilmente.
Aggiungo l'essere così buono. Mi sta facendo impazzire.
«Prego» dice poi con un sorrisetto, indicando la redazione sempre indaffarata con la mano sinistra.
Faccio strada verso gli altri che nel frattempo ci aspettavano con un caffè in mano.
Io prendo un bicchiere di acqua fresca, ho la gola un po' secca.
Guardo l'orologio che segna quasi l'ora di pranzo.
Stiamo scambiando due parole insieme ai ragazzi quando Ashley, la nuova stagista, arriva frettolosa. Ci stava cercando.
«Finalmente!» esclama con il fiatone. «Impegni dell'ultimo minuto: la signora Wade vi vuole subito sul set per fare degli scatti urgenti»
Sgrano gli occhi, a quanto pare oggi è una di quelle giornate dove salto anche il pranzo.
Non mi voglio lamentare, perché sono fortunata ad essere dove sono in questo momento. È il lavoro dei miei sogni.
«Vi lasciamo ai vostri impegni, dobbiamo andare anche noi tanto» Luke, credo, prende parola.
«Grazie ancora della vostra disponibilità» inizio con un grande sorriso mentre getto il bicchiere in plastica nel cestino vicino. «Poche celebrità sono come voi»
Non posso non complimentarmi, dato che lo penso sul serio.
Stringo ancora la mano a tutti e quattro i ragazzi seguita da Jane.
Mi soffermo un po' di più su Ashton, e di nuovo come precedentemente successo ci guardiamo negli occhi.
«Grazie a te, non sembrerà ma esistono anche delle fotografe poco pazienti ed educate» esclama con un sorrisetto, mentre gli altri annuiscono. Probabilmente è già successo loro.
Li guidiamo velocemente all'ascensore. Ashton si appoggia ad una parete, guardandomi finché si chiudono le porte.
Jane sventola una mano davanti ai miei occhi. «Sei come incantata» ridacchia facendo notare una cosa ovvia.
«Andiamo, ci aspetta del lavoro!»

-

17:45.
Parcheggio l'auto davanti al garage di casa mia.
Prima di scendere recupero la chiavetta USB con i photoshoot di oggi. Jane è riuscita, ritagliandosi varie pause, a sistemarne una buona parte.
Io invece ho il compito primario di ritoccare le fotografie.
«Ciao mamma, ciao papà» saluto con un sorrisetto stanco i miei genitori, seduti sul divano del salotto.
Lascio loro un bacio sulla guancia, togliendomi i tacchi e sistemandoli nella scarpiera all'entrata. Qui solitamente lascio le scarpe che indosso più frequentemente.
«Com'è andata oggi, tesoro?» chiede mamma dolcemente.
«Bene, benissimo!» esclamo tuffandomi sul divano, proprio in mezzo ai due.
«Indovinate oggi a chi ha scattato delle foto la sottoscritta?» chiedo con emozione.
«Non saprei» prende parola mio papà. «A chi?»
«Ai 5 Seconds of Summer!» esclamo forse con troppa foga.
Dei passi da elefante che riconosco essere di mia sorella arrivano dalle scale.
«5 Seconds of Summer?» salta gli ultimi due gradini, correndo direttamente in salotto. E in lei rivedo, con orrore, la scena di stamattina con quelle venti fans scatenate.
«Sì! Abbiamo lavorato insieme oggi» sorrido, ricordando poi Ashton e i suoi modi di fare.
Sarah si posiziona di fronte a me, afferra le mie spalle e mi scuote violentemente. «Come sono? Sono più belli dal vivo? Simpatici? Hai chiesto un autografo per la tua sorellina preferita?» chiede d'un fiato.
«Sarah calmati!» mia mamma la stacca dalle mie spalle e finalmente posso tornare a vedere il mondo normalmente.
«Sono dei ragazzi stupendi con i piedi per terra. Tanto di cappello» dico con ancora qualche capogiro «Ma ho avuto davvero da fare oggi, non ho nemmeno pranzato! Spero tu capisca»
«Mh, ti perdono solo perché sei mia sorella.»
Si siede sul tappeto a gambe incrociate e mi guarda meglio. «Però se dovessi vederli ancora chiedilo»
«Certamente tesoro» sorrido.
Picchietto le mani sulle ginocchia dei miei, alzandomi successivamente in piedi.
«Devo finire una cosa» dico loro, stirandomi.
«Ceni vero?»
Annuisco. «Sì certamente»

Riprendo da terra la mia borsa e salgo in camera. Prima ritocco le fotografie, prima posso stare tranquilla.
«Okay, vediamo prima la collezione»
Apro Photoshop e gli scatti; ritocco la pelle e modifico qualche imperfezione che ci è scappata in studio.
Passo alla seconda collezione e ripeto lo stesso lavoro.
Gli ultimi scatti sono quelli dei 5 Seconds of Summer.
Aprendo le immagini noto che non c'è molto da correggere, anche perché sminuirei la loro vera bellezza.
Sono ragazzi oggettivamente belli, non c'è nulla da dire.
Quindi l'unica cosa che ritocco appena è il contrasto e la luminosità del colore delle immagini.
Soddisfatta del risultato finale, dopo aver ricontrollato bene ogni fotografia posso chiudere Photoshop ed espellere l'USB pronta alla consegna.
La preparo mettendola direttamente in uno scomparto della borsa dove non rischio di perderla.
«Cara! La cena!» mio fratello entra in stanza con il viso.
«Sì, ci sono»
Spengo il computer e mi dirigo in salotto a cenare. Il mio stomaco brontola voracemente.

-

«Non è che non le abbia ritoccate! Non c'era nulla da modificare. Ho solo toccato i colori dell'immagine»
Tolgo il dito dal tasto delle note vocali di Whatsapp, io e Jane stiamo parlando del lavoro.
Mi trovo nel mio letto comodo con il mio pigiama (consistente in canottiera e pantaloncini) comodo.
«Sei totalmente sicura?» chiede nuovamente Jane, facendomi roteare per l'ennesima volta gli occhi.
«Chi si occupa di Photoshop?» chiedo retoricamente.
Esco, poi, momentaneamente dall'applicazione per andare a cercare qualcosa sui 5 Seconds of Summer.
Non voglio sembrare una di quelle fan ossessionate come mia sorella, solo mi piacerebbe conoscere qualcosa in più di quel ragazzo che sta occupando i miei pensieri da stamattina. Troppo cliché? Sì, e me ne rendo totalmente conto.
   
 
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