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Autore: DanieldervUniverse    22/07/2015    4 recensioni
La Dissidia è finita, i cicli conclusi, i tiranni sconfitti e i guerrieri tornati nei propri mondi.
Anche Guerriero, che s'avanza fiducioso nel nuovo mondo in cui è giunto alla fine di tutto, fino al palazzo della grande città di Cornelia...
(Risistemati i primi undici capitoli e i momenti OOC, aggiunta scaletta capitoli 34-35).
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti, Warrior of Light / Guerriero della Luce
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dissidia - Kingdom of Light Fantasy'
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A\N: Adesso inizia la parte seria. Ripeti un po la filastrocca...

DII\N: Oh per tutte le spade: Noi siamo eroi, che sicuri s'avanzano come la tempesta in lochi ove l'ombra funesta s'avvolge tutt'attorno e la vita s'arresta. La nebbia c'indicherà la via nascente e in nuovi mondi condurrà la giustizia e la lama tagliente che al male farà giusta tangente! Distruggi il male o uomo mortale, tua e la forza di schiacciare l'oscurità che si annida nella tua natura animale!

A\N: ...si vede chi è l'autore.

DII\N: Non commentare, non ci provare, non mi tentare.


I grandi cancelli si aprirono, e le grida di gioia si centuplicarono.

-GUERRIERO! GUERRIERO! GUERRIERO! GUERRIERO!

Avrebbe attraversato l'arco, maestoso e ruffiano, ubriaco di quella gioia che portava nel regno.

“Guerriero”, da poco nominato lord dal grande Re Heiner, La Leggenda Che Cammina, venuto fuori dal nulla, che raccontava di grandi storie di eroi e dei, che aveva sconfitto i quattro arcidemoni del Chaos, che aveva domato il grande drago di fuoco, che aveva annientato i pirati su tutte le sponde, che aveva raggiunto e guidato la ribellione del Regno di Laers contro il tiranno fino alla vittoria nonostante la superiorità del nemico.

Tutte le volte che tornava tronfio di vittoria e gioia cavalcava con lentezza e pomposità fino al palazzo reale dove veniva accolto da una pioggia di rose e petali, con squilli di trombe e soldati che battevano le lance sugli scudi, e il re e la regina l'avrebbero atteso nella sala nel trono coprendolo di lodi e onori, finché, infine, la regina non l'avrebbe chiamato nelle sue camere.

Ma non oggi.

Oggi il suo volto era scuro, confuso.

Cavalcò come una furia oltre il cancello, urlando alla gente di spostarsi.

Quelli lo fecero subito, alcuni gridando di sorpresa, per poi seguirlo urlando domande e chiamando altri in strada.

Per la prima volta da tempo per le strade di Cornelia si diffuse l'angoscia.

Le guardie cominciarono a prendere azione, cercando di ristabilire l'ordine e correndo alle porte per vedere se giungevano minacce incombenti.

Guerriero evitò tutti e tutto, sfrecciando per le strade sul chocobo stremato, giungendo al palazzo.

Scese a terra con un salto e proseguì a a passo forzato, quasi correndo, su per le scale che portavano al cortile.

-Mio signore- lo richiamò la regina Sarah quando lo vide arrivare -Siete tornato prima del previsto, come al solito. È stata una vittoria semplice...

-Dov'è il re?- chiese Guerriero raggiungendola.

-C-cosa? Cosa...?

-Dov'è il re?!- insisté furiosamente l'eroe stringendole le spalle in una morsa.

-Nella sala del consiglio...

Senza ascoltare altro Guerriero la spinse di lato e si diresse verso la sala, prendendo la via a destra e La sfondò con una spallata per quanto era di fretta, facendola esplodere in milioni di schegge: all'interno trovò dieci guardie, quasi tutti i consiglieri e i nobili, i tre eroi suoi compagni, e il re.

-PERCHÉ!?- gridò avanzando come una tornado, gli occhi piantati su quest'ultimo, quasi a trafiggerlo.

-Come osi!?

-Sire quest'uomo non ha alcun rispetto...!

-Che succede...?

-Portate questo plebeo via da qui!

-Guerriero che è accaduto!?

Il vociare si diffuse per la sala mentre le guardie imbracciavano le armi pronte ad un attacco e i tre eroi correvano al fianco del loro leader, chiedendo spiegazioni.

I nobili e i consiglieri iniziarono a discutere, alcuni chiedendo che fosse allontanato subito e punito come un criminale per insubordinazione, altri invocavano alla calma, altri lo guardavano terrorizzati, spostando lo sguardo sul re poi di nuovo su di lui.

Heiner rimase silenzioso, con ancora la penna d'oca e un misterioso documento stretti nelle mani.

-PERCHÉ!?- esplose infine Guerriero spingendo di lato uno dei suoi oppositori e colpendo il tavolo con un pugno talmente carico di furia e risentimento che il piano si aprì in due, rovinando al suolo con l'inchiostro e il calamaio, su cui calarono inesorabilmente i documenti che il re doveva o aveva già firmato.

-Perché mi ha mandato a uccidere quelle persone?!

Tutta la sala era già ammutolita, chi per paura chi per sgomento: le guardie tenevano le alabarde puntate verso Guerriero con esitazione, mentre i nobili e i consiglieri si spintonavano lontani da lui, con gli sguardi colmi di terrore.

Fu dopo la fatidica frase che tutti gli occhi si posarono sul re.

-Uccidere?- chiese Heiner genuinamente sorpreso, alzandosi dallo scranno, mostrando i semplici abiti di cuoio e tela che indossava, la cintura e la spada regale appesa ad essa, con il pomolo d'oro massiccio con dozzine di piccole gemme incastonate.

Guerriero aveva visto quella spada sguainata una sola volta, e ricordava ancora lo splendore della lama illuminata dal Sole.

-Guerriero stai farneticando. Ti ho mandato ad assicurare l'ordine, non ad uccidere i miei sudditi...- cominciò il re ma fu interrotto.

-Bugiardo!- Guerriero si lanciò in avanti, ma gli altri eroi lo trattennero, mentre i nobili si rifugiarono alle spalle del loro signore.

-Non mi hai mandato a rassicurare l'animo dei tuoi sudditi! O a disarmarli! Mi hai mandato a ucciderli!- esclamò furioso, agitandosi come un pesce nella rete.

-Ti sbagli, non può essere vero...

-Non mentirmi!- Guerriero tentò nuovamente di avanzare ma stavolta gli eroi lo spinsero indietro con forza e gli puntarono contro le proprie armi: un bastone, un'ascia e un arco.

-Cos'è questa follia!?- gridò Nervas, il guerriero con l'ascia, snello e slanciato nonostante le dimensioni dell'arma.

-Guerriero controllati! Non sei in te...!- gli urlò Salas, il mago, ma Guerriero lo interruppe.

-IO SONO IN ME! Ora più che mai!
-Sai che non è vero...- continuò il re con il tono tranquillo della sua voce, ma stavolta lui non lo sopportò e gettò di lato i rottami del tavolo travolgendo tutti e marciando diretto verso il suo signore estraendo la spada.

Tutti tirarono il fiato, mentre Guerriero si fermava a pochi passi da Heiner, che resse il confronto con nobiltà ed autocontrollo.

-Ricordi questa spada? Ricordi!?- disse lui, portando l'arma di traverso davanti gli occhi del re.

-Si- rispose Heiner con calma, mostrandosi sorpreso della richiesta -Mi offristi quest'arma il giorno che giungesti alla mia corte...

-Esatto!- esplose Guerriero -Esatto! È la spada che ti ho offerto il giorno in cui ti ho giurato fedeltà, giurando di proteggere l'armonia e la pace in tuo nome!

-Si...

-E cosa mi promettesti tu quel giorno!?

Heiner lo guardò, inespressivo.

-COSA MI HAI PROMESSO!?- insisté Guerriero afferrandogli le vesti.

-Ti ho promesso rispetto e riconoscenza fintanto che tu avresti adempiuto alla promessa...

-E COS'ALTRO?!- continuò lui scuotendo il suo signore.

-Ti ho promesso la verità- concluse Heiner con un soffio.

Appariva esausto.

Gli eroi si liberarono dai rottami del tavolo e stavano per attaccare quando Guerriero fece un passo indietro.

-Si. Mi hai promesso la verità, per me e per il tuo popolo...- lui emise un singhiozzo.

-Beh, tu sei l'amante mia moglie- rispose Heiner, con innocenza -Mi sembra che tu non sia stato sincero. Ma non importa...- non c'era malizia nella sua voce, o sentimenti ostili, ma ciò nonostante il re si ritrovò la punta della lama alla gola.

-Faccia silenzio e ascolti ciò che è successo, ascolti la verità...


-Guerriero- gli disse il re -Ti ordino di recarti a Laers una seconda volta.

Guerriero era inginocchiato davanti al suo signore, nella sala del trono.

La fedele armatura ancora lustra e limpida, intoccata dal tempo, la fedele spada al fianco e lo scudo perso ritornato al suo padrone.

Era un anno che militava come eroe alla corte di re Heiner.

Assieme con i tre avventurieri Nervas, Salas e Hyorgh aveva ottenuto il titolo di eroe, ed era divenuto una leggenda, un dio in terra.

La sua fama dominava incontrastata in tutto il regno e anche in quelli confinanti.

Il suo senso del dovere e l'indomito spirito combattivo avevano solo dato origine ad un vero e proprio culto.

-Qual è la mia missione sire?- chiese lui, sempre a capo chino e con l'elmo sotto il braccio sinistro.

-Laers è in fiamme: una ribellione divampa in tutto il paese- disse grave Heiner, il tono esprimeva timore e preoccupazione -Sono scatenati, hanno preso il controllo delle montagne e spazzano via chiunque gli capiti a tiro: viandanti, mercanti, soldati, famiglie...Le nostre pattuglie non bastano a fermarli, l'uso della forza costerebbe troppo sangue. Guerriero, devi imporre la pace.

Guerriero annuì, inchinandosi ancora di più.

-Sarà un onore per me. Devo partire con i miei compagni?- chiese, ancora inginocchiato.

-No, è troppo importante. Devi partire subito. Ho fatto convocare una forza dei migliori soldati per assisterti.

-Sire no!- esclamò lui rizzando il capo -Non sacrifichi inutilmente le vite dei suoi sudditi! Se è il pericolo è così pressante andrò da solo!

-No! Tu sei troppo importante per il regno! Sei più importante di me! Guerriero, se tu morissi cosa ne sarebbe di noi?

-Sire, io sono un guerriero dell'armonia! Ciò di cui sono certo è la morte sul campo di battaglia!

-Non così! Quei ribelli sono senza pietà! Ti attaccheranno a vista! Non sappiamo neanche che armi hanno, tutti quelli che ne sono venuti in contatto sono stati uccisi! Non sono stati trovanti neanche i corpi! Se andassi da solo verresti coinvolto in una battaglia all'ultimo sangue, e per vincere dovresti spargerne molto, di sangue, e rischieresti di morire! No, tu devi vivere i tuoi giorni di eroe senza macchia e senza paura fino alla fine, e guidare gli uomini di questo regno in battaglia. Li puoi ispirare, li puoi addestrare, e un giorno uno di loro prenderà il tuo posto dando il via ad un ciclo infinito di uomini che sono ascesi al ruolo di eroi.

Commosso nel profondo da quel discorso Guerriero si chinò un ultima volta e si avviò, ponendo l'elmo sulla sua testa con la solita grazia, prima di estrarre la spada.

Quando uscì dal palazzo un coro di grida entusiaste lo accolse, insieme ad un centinaio scudi che battevano ritmicamente sul terreno.

Cento uomini.

Guerriero li conosceva quasi tutti.

Erano soldati esperti, dal primo all'ultimo, maestri nella loro arte: magia bianca, magia nera, combattimento, arcieri, evocatori.

Alzò in alto la sua lama, perché riflettesse la luce del Sole risplendendo di eguale potenza.

Il coro raddoppiò d'intensità, e gli scudi aumentarono il ritmo.

Poi la lama si abbassò di colpo, zittendo tutti.

Il chocobo bianco arrivò pigolando salutando il suo padrone, prima di poggiare il suo muso sull'elmo di Guerriero, che ricambiò carezzando l'animale sul collo.

Poi con una rapida mossa saltò in groppa, spingendo l'animale al trotto giù per le scale, accompagnato dalle acclamazioni dei soldati, che si aprirono per farlo passare, per poi seguirlo in fila per cinque.

La gente gridò di gioia per le strade, acclamando l'eroe che le attraversava.

Cosciente della gioia che portava a quelle persone Guerriero si diede ad un passo più ruffiano e pomposo, salutando uomini, donne, prendendo occasionalmente in braccio qualche bambino che gli correva al fianco per rimetterlo a terra qualche metro dopo.

Fece anche un girò più lungo, per dare più spettacolo.

Era ubriaco della gioia e della sicurezza che portava.

L'Armonia che aveva tanto sognato.

Alla fine superò il cancello della città e si addentrò nella campagna, puntando a Nord, verso Laers.

Marciarono per tre giorni, a passo lento, sicuri della vittoria.

Soprattutto Guerriero: mai era stato sconfitto.

Quando aveva precedentemente guidato la ribellione a Laers, senza l'approvazione del suo signore, lui e i suoi compagni erano riusciti a vincere più di una battaglia senza spargere neanche una goccia di sangue, ed erano tornati illesi.

Questa volta non sarebbe stato diverso.

Guardò avanti, pronto a tutto.

Alla fine, la notte di Luna piena, giunsero alla base del primo massiccio di Laers.

-Bene- fece Guerriero, scendendo dal chocobo -Si comincia. Silenzio adesso- rabbonì i suoi uomini prima che l'acclamassero come facevano ogni volta che apriva bocca.

La piccola armata si allargò a ventaglio, abbracciando un ampia area ai piedi della montagna.

Avvistarono una piccola luce in lontananza, e a quel puntò Guerriero fece segno di avanzare in ordine sparso.

I soldati si sparpagliarono tenendo gli ampi scudi davanti a se, mentre i maghi procedevano nascosti dagli incantesimi.

Guerriero avanzò lungo la via che i ribelli dovevano aver battuto diverse volte, in quanto era ben definita, facendo il minor rumore possibile ma restando bene in vista, in modo da garantire al nemico tutto il tempo per considerare le proprie azioni.

Erano a metà strada quando si udì la prima detonazione.

Qualcosa di grosso, veloce e infuocato si abbatté dietro alle truppe di Cornelia, causando una forte esplosione.

Poi cominciarono a piovere decine di quegli oggetti, causando esplosioni su esplosioni e sollevando nuvole di detriti e polvere.

Le schegge fischiavano nell'aria, e i primi gemiti di dolore risuonarono.

Guerriero fu tentato di dare il segnale di ritirata ma poi avrebbe significato offrire un bersaglio più facile, quindi decise di partire alla carica, approfittando della polvere e dei detriti per rendere la mira degli avversari ancora più imprecisa.

Con un grido di guerra le truppe di Cornelia saltarono in avanti ignorando le esplosioni e le schegge che piovevano da ogni parte.

Guerriero stesso era in testa ai suoi uomini, e vide altri nemici posizionarsi dietro a delle rocce più vicine, con in mano strani oggetti dalla forma confusa; poi uno dei suoi guerrieri saltò oltre un masso per attaccare un nemico e quello si fece subito indietro puntandogli contro lo strano oggetto che improvvisamente s'illuminò facendo un rumore assordante, che quasi coprì il gemito di morte del soldato.

A quel punto anche gli altri ribelli nascosti uscirono da dietro i massi protettivi e li attaccarono con quelle strane armi, falciando le prime file.

Fortunatamente i maghi alzarono uno scudo difensivo a proteggere i sopravvissuti, Guerriero incluso, rispedendo i proiettili indietro, restituendo ai ribelli la loro stessa medicina.

Anche i colpi esplosivi cessarono, mentre i nemici si riunivano in gran numero davanti all'entrata della caverna che fungeva da base.

Alcuni avevano spade leggere, altri sembravano intenzionati a combattere a mani nude.

Guerriero incitò i suoi alla carica, mentre gli arcieri e maghi aprivano il fuoco, falciando altri ribelli prima che i due fronti collidessero.

I guerrieri a mani nude si dimostrarono subito i più letali, riuscendo a piegare anche gli scudi più duri e spezzare arti con la loro semplice forza bruta, compiendo acrobazie simili a quelle dei monaci guerrieri dei regni oltremare.

Guerriero ne calciò uno, poi abbatte il suo scudo sul volto di uno spadaccino parando con la spada un colpo diretto al petto, colpendo un altro nemico al volto col pomolo e gettandolo di lato.

Uno dei guerrieri a mani nude lo attaccò da dietro, ma Guerriero piroettò atterrando su uno spadaccino, prima di spingersi avanti e gettare il lottatore di lato.

Altri due nemici gli vennero incontro attaccando dai due lati ma Guerriero parò e li colpì al volto così velocemente che stramazzarono al suolo senza emettere un suono.

Vedeva tutto a rallentatore.

I due fronti erano intrecciati, e colpi piovevano da ogni dove.

Occasionali lampi segnalavano le magie, i crepitii il fuoco di alcune di quelle strane armi.

Infine lo vide.

I ribelli che uscivano per ultimi dalla caverna acclamavano il suo nome

-GUARDIANO! GUARDIANO!

Guardiano era vestito interamente in nero, con un cappuccio che gli nascondeva il volto attaccato ad un lungo mantello.

Sulla schiena era visibile una grossa spada medievale.

Guerriero capì che era lui il nemico, lui che guidava i ribelli e che gli dava coraggio.

In qualche modo sentì che erano simili, lui e il Guardiano nero.

Ma in ogni caso troppo sangue era stato versato per causa sua!

Guerriero caricò in avanti, ruggendo di rabbia, ma a pochi passi dal suo nemico si arrestò sconvolto.

Dentro la caverna vi era una gigantesca apertura, da cui si poteva vedere la Luna in tutta la sua interezza.

La Luna.

Rosso Sangue.

Gocciolante.

La Luna gocciava sangue.

  
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