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Autore: Root    22/07/2015    0 recensioni
Avevo una cotta per te. Sei carino, ma non sei il mio tipo.
Quelle parole, Nico se ne rendeva conto perfettamente, non riuscivano neanche ad avvicinarsi a quel che erano i sentimenti che aveva provato per Percy. In quelle poche, insulse parole non era presente tutto il dolore che il figlio di Ade aveva provato, tutto quel che aveva fatto per Percy, tutto quel che aveva desiderato e non aveva mai potuto avere.
Eppure, fu proprio quel che disse.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Avevo detto che avrei aggiornato dopo una settimana ed è passato tipo un mese, sono pessima, scusate. 
Ebbene, è finita! Non ci posso credere di essere davvero riuscita ad arrivare fino alla fine, e se sono stata in grado di farlo è stato grazie a voi e ai vostri 
commenti, grazie mille *^* Grazie a chi ha letto e a chi ha commentato, insomma grazie a chi mi ha seguita fin qui *^*
Tanto per cambiare non sono del tutto contenta del risultato, ma spero vi piaccia anche quest'ultimo capitolo! 



Stare con Percy era facile, era naturale. Nico non si sarebbe mai aspettato di pensare una cosa del genere, eppure era esattamente così.
Certo, c'erano quei momenti di puro imbarazzo quando Percy fissava gli occhi su di lui, quello sguardo che faceva sentire Nico completamente esposto, che gli 
faceva dimenticare il mondo intero, che gli diceva che era vero, che Percy era sul serio innamorato di lui; quello sguardo che Nico ancora non riusciva a 
credere potesse davvero essere rivolto a lui. Non era in grado di sostenerlo a lungo, quello sguardo; ma anche in questi momenti, stare con Percy era naturale, 
come naturale ma travolgente era il modo in cui poi Percy lo baciava, quasi non potesse farne a meno. 
Ciò che non era altrettanto facile, era sopportare il modo in cui gli altri semidei li guardavano, come se fossero diventati la nuova e interessante attrattiva del 
Campo Mezzosangue; Nico oscillava tra il voler sparire nella prima ombra disponibile e il voler far aprire il terreno sotto i piedi di chiunque posasse gli occhi 
sorpresi su di loro.
Percy non ne sembrava altrettanto infastidito. Nico glielo fece notare una sera a cena.
- Non mi da fastidio, anzi per me è meglio che lo sappiano - disse Percy in risposta alle lamentele di Nico, poggiando una mano sulla gamba del più piccolo 
con fare quasi protettivo e facendo scorrere gli occhi sui semidei riuniti nel padiglione e soffermandosi sul tavolo della Casa di Apollo.
Il figlio di Ade si bloccò per un attimo a quelle parole, prima di comprendere il loro significato. Non riuscì a trattenere la risata che sfuggì dalle sue labbra, 
perché la sola idea che Percy fosse geloso era piacevole ma assurda -che bisogno aveva, dopotutto, di esserlo?- ma il fatto che fosse geloso di Will Solace, poi,
 era assolutamente ridicolo -ma piacevole, decisamente piacevole, come dimostrava il rossore che si fece spazio sulle sue guance e il sorriso che il figlio di Ade 
non riuscì a nascondere.
Percy gli rivolse un'occhiata a metà tra l'offeso e l'imbarazzato.
- Sei un idiota.- gli disse Nico senza smettere di sorridere. Una piccola vocina gli fece notare come lui stesso aveva passato anni ad essere geloso di Annabeth 
e, anche adesso che lei e Percy non erano altro che amici e non aveva alcuna ragione per esserlo, non riusciva ad impedirsi di provare quel fastidioso 
sentimento ogni volta che li vedeva insieme; c'era sempre quella egoista parte di lui che avrebbe voluto Percy tutto per sé. L'idea che Percy potesse sentirsi allo 
stesso modo lo sorprese; il figlio di Poseidone aveva detto di essere innamorato di lui ma era per Nico una cosa talmente strana e inimmaginabile che aveva 
ancora l'impressione che da un momento all'altro si sarebbe risvegliato dal sogno più bello che avesse avuto nella sua vita, come se all'improvviso Percy si 
sarebbe reso conto che, in realtà, stare con Nico non era quel che voleva. Il fatto che Percy fosse geloso rendeva, in qualche modo, tutto più reale.
Jason li stava osservando con un'espressione divertita e Nico aveva l'impressione che stesse facendo una notevole fatica per evitare di scoppiare a ridere davanti 
al loro scambio di battute. 
Il figlio di Giove era stato il primo a sapere di lui e Percy; aveva abbracciato Nico e gli aveva detto: -Se dovesse succedere qualcosa, sappi che sono sempre 
pronto ad usare la mia spada contro di lui.- e a quelle parole Nico aveva riso.
Sperava non sarebbe stato necessario -anzi, era abbastanza sicuro che non sarebbe stato necessario- ma era sempre bello sapere che Jason gli guardava le spalle.



Erano nell'arena, quando all'improvviso Percy sembrò ricordarsi di una cosa particolarmente importante. 
- Credi che tuo padre sappia di noi?- chiese.
Nico rifletté solo un istante sull'improvvisa domanda di Percy.
- Probabile.
Era incredibilmente difficile che gli dei riuscissero a tenere il naso fuori dalle faccende dei semidei. Il figlio di Poseidone si passò una mano sul viso e si 
appoggiò pesantemente contro il fianco peloso della signora O'Leary.
- Andiamo Percy, non è poi così tragico.- disse Nico cercando di consolarlo e di distoglierlo dall'idea di un Ade arrabbiato.
- Tuo padre mi odia, Nico.- fece notare Percy, come se si trattasse della cosa più logica del mondo (e in effetti lo era: non era come se Percy avesse fatto del 
suo meglio per fare una buona impressione al Signore degli Inferi).
- Non gli stai molto simpatico, no.
- Quindi significa che non sarà molto d'accordo e che manderà le sue bestie infernali contro di me?- disse con un sospiro, maledicendo gli dei e la loro 
incapacità di mantenersi fuori dagli affari dei loro figli.
- Hm, probabile. - rispose Nico. Non ci aveva mai pensato ma, conoscendo suo padre e i suoi trascorsi con Percy, era decisamente probabile. Non che Ade 
fosse uno di quei padri incredibilmente protettivi, ma Nico aveva l'impressione che non avrebbe esitato a cogliere l'opportunità di mettersi contro Percy. 
Sospirò, guardando il figlio di Poseidone con aria di scusa.
L'espressione rassegnata di Percy venne sostituita da un sorriso. Attirò Nico a sé e con le labbra accostate al suo orecchio gli disse in un soffio: - Beh, ne vale 
la pena.
Nico non poté impedire il rossore che si impadronì del suo viso né il modo in cui il suo cuore perse qualche battito. Incontrò gli occhi di Percy e il sorriso che 
questi gli stava rivolgendo. Avrebbe voluto essere come lui, capace di dire apertamente e con sincerità quel che provava; ma era difficile esprimere a parole il 
modo in cui Percy lo faceva sentire, la piacevole sensazione delle farfalle nello stomaco ogni volta che gli era vicino. Ricambiò il sorriso e poggiò leggermente 
le labbra su quelle del più grande, sperando di trasmettergli tramite quel piccolo gesto ciò che non era in grado di dirgli a voce.
- Se ti può consolare, credo che Afrodite sia dalla nostra parte.- disse dopo un po', guadagnandosi una risata da parte di Percy.
Come se aspettasse di essere nominata, la dea dell'amore scelse proprio quell'istante per apparire, accompagnata da qualcuno che Nico avrebbe sinceramente 
preferito non rivedere.
Percy odiava gli dei, sarebbe stato pronto ad ammetterlo senza pensarci due volte; e ne aveva talmente tante di ragioni che avrebbe potuto impiegare una 
giornata intera solo per elencarne la metà. Nico comprendeva ognuna di quelle ragioni e le condivideva, eppure non avrebbe mai detto di odiare gli dei: un po' 
perché temeva il loro rancore, un po' perché in lui c'era ancora quel ragazzino che amava Mitomagia e che vedeva le divinità come creature meravigliose e 
sensazionali.
Quindi no, Nico non odiava gli dei; non sempre, almeno. Ma senza alcun dubbio erano più numerose le volte in cui condivideva pienamente i sentimenti di 
Percy nei loro confronti.
Vedere apparire Favonio accanto ad Afrodite gli fece ricordare una ad una, tutte le ragioni che gli provocavano quei sentimenti. Non che avesse davvero 
pensato di non rivederlo più, ma si era concesso di sperare.
"Ci rivedremo ancora, Nico di Angelo", gli aveva detto Favonio l'ultima volta, e alle sue orecchie quelle parole erano suonate come una minaccia.
- Ma certo che sono dalla vostra parte, miei cari! - esordì allegramente Afrodite, e Nico si chiese se sarebbe mai giunto io giorno in cui gli dei gli avrebbero 
concesso un minimo di privacy. -Siete così carini, come potrei mai essere contro di voi!
Il suono melodioso della voce della dea li strappò dal loro piccolo mondo ed entrambi si alzarono di scatto.
-Ehm, grazie.- dissero i due semidei all'unisono Percy con un allegro ma circospetto sorriso sulle labbra, Nico con il viso rosso evitando di incontrare gli occhi 
della dea e cercando di ignorare la presenza di colui che la accompagnava.
Sfortunatamente, Favonio non sembrava intenzionato a permettere che la sua presenza passasse sotto silenzio.
- Il mio padrone ed io siamo felici per voi.- disse. -E siamo felici che tu sia finalmente stato onesto con te stesso, figlio di Ade. L'onestà ripaga sempre in 
amore.
- Eppure l'amore non sempre rende felici, no?- Nico non aveva avuto intenzione di parlare con tanta aggressività, ma non riuscì a trattenersi. Anche adesso che 
i dissapori che aveva avuto con Favonio e Cupido potevano essere dimenticati e lasciati alle spalle, non poteva impedire alla rabbia di sorgere in lui al ricordo 
dell'imbarazzo e dell'umiliazione che lo avevano costretto ad affrontare.
Percy gli poggiò una mano sulla spalla, e quel semplice e rassicurante contatto fu sufficiente a Nico per calmarsi.
- L'amore è molto più complicato di quanto non sembri.- disse Afrodite e la sua voce dolce e conciliante e al contempo pregna di autorità fece desistere da 
qualunque tipo di discussione.
Era la seconda volta che Nico si trovava al cospetto della dea dell'amore e, esattamente come la prima, aveva timore di posare gli occhi sulla sua figura e, allo 
stesso tempo, trovava difficile distogliere lo sguardo da lei. Gli era stato spiegato che, alla presenza della dea, gli occhi di ciascuno vedono quel che per loro è 
bello, quel che loro amano e potrebbero guardare per il resto dei loro giorni. Nico non si sorprese -ma trattenne il respiro- nel notare che il suo aspetto vago 
eppure meravigliosamente definito non era cambiato dalla prima volta che l'aveva vista: come allora, anche adesso rivedeva nel volto di Afrodite i lineamenti, 
i capelli scuri e gli occhi verde mare che non abbandonavano mai i suoi pensieri. Con un misto di timore e speranza si chiese come la vedessero gli occhi di 
Percy.
La voce di Percy lo distolse dai suoi pensieri.
- Quindi siete venuti solo a farci i vostri auguri affinché viviamo una vita lunga e felice insieme?- la nota di sarcasmo era evidente ma o le due divinità 
preferirono ignorarla o non la colsero affatto.
Afrodite sorrise radiosa.
- Esattamente, mio caro. É sempre un piacere vedere un amore come il vostro sbocciare ed evolversi. Ah, come amo il mio lavoro.- aggiunse con un sospiro 
teatrale e con un'espressione di pura soddisfazione, come se fosse unicamente merito suo se i due semidei fossero finalmente insieme, come se fosse solo grazie 
a lei che erano stati in grado di arrivare dove erano adesso. Nico avvertì chiaramente l'irritazione di Percy -e non poteva certo biasimarlo- ma nessuno dei due 
disse nulla; il figlio di Poseidone sembrava sapere bene che far innervosire la dea dell'amore era una pessima idea.
- Ma non posso prendermi tutto il merito.- disse ancora con il suo sorriso smagliante e perfetto. -Se siete così carini è senz'altro merito vostro!
Afrodite accompagnò queste ultime parole con un elegante ed eccitato battere di mani. Nico si sentì nuovamente arrossire e si voltò verso Percy scoprendo i 
suoi occhi verdi puntati su di sé, e il fastidio e l'imbarazzo per la presenza delle due divinità vennero per un attimo dimenticati.        
- Credo che seguire il mio cuore sia stata una buona idea, grazie.- disse Percy, rivolgendosi nuovamente alla dea dell'amore. Parlò con sincerità, un piccolo 
sorriso sulle labbra; Nico non lo aveva mai sentito rivolgersi così ad una divinità, neanche a Poseidone o a Zeus e si chiese se il più grande fosse davvero 
riconoscente ad Afrodite o stesse solo cercando di scongiurare qualunque piano lei avesse in serbo per il loro futuro. Forse entrambe le cose.
Afrodite lo guardò con orgoglio. -Seguire il proprio cuore è sempre la via giusta, miei cari. Ricordatelo sempre.- rispose, lanciando un'occhiata significativa ai 
due semidei.
- Ebbene, miei cari, è giunto per noi il momento di andare.- riprese e si fermò un attimo come per dare il tempo ai suoi ammiratori di lamentarsi e chiederle 
di restare ancora un altro po'. -É stato un piacere vedere che le mie parole ti sono state di aiuto, Percy. Spero ci rivedremo ancora!
Nico non era certo di cosa avrebbe significato vedere nuovamente la dea dell'amore -se un'altra guerra, problemi tra lui e Percy o semplicemente un'altra visita 
a sorpresa come quelle da parte di parenti fastidiosi- ma in cuor suo sperò sinceramente che quella fosse l'ultima volta che avrebbe dovuto avere a che fare con 
le divinità dell'amore.
Il sorriso perfetto di Afrodite non era vacillato neanche per un istante ed era ancora dipinto sul suo viso quando si dileguò con un elegante volteggio.
- Sebbene tu ti rifiuti di accettarlo, figlio di Ade, io e il mio padrone siamo felici per voi; e sappiamo che in cuor tuo ci sei grato per averti spinto ad accettare 
i tuoi sentimenti.
Prima che Nico potesse rispondere alle parole di Favonio, questi si dileguò, lasciando dietro di sé solo l'irritazione di Nico alle sue parole.
-E perché mai dovrei esservi grato?- borbottò il figlio di Ade rivolto a nessuno in particolare. Sapeva che in parte Favonio aveva ragione ma non lo avrebbe 
ammesso, neanche a se stesso. Anche senza il loro intervento sarebbe riuscito a giungere a patti con i propri sentimenti. Non si rese conto di avere le mani 
strette a pugno finché Percy non gliene afferrò una; Nico non gli aveva raccontato esattamente quel che era accaduto in Croazia, ma quel che gli aveva detto 
era stato sufficiente a Percy per capire che non si trattava di un ricordo piacevole. Il semplice contatto della sua mano fu sufficiente a Nico per calmarsi.
Finalmente rimasti soli, entrambi i semidei tirarono un sospiro di sollievo.
- Almeno a quanto pare abbiamo la loro approvazione.- disse Percy.
Nico lo guardò con un sopracciglio sollevato e un'espressione scettica dipinta in viso.
- Perché, ti interessa sul serio?
- Non proprio.- rispose Percy. Mise le mani sui fianchi del più piccolo e lo attirò a sé. - Però avere dalla nostra parte la dea dell'amore è senz'altro un buon 
segno, no?- disse, le labbra a un soffio da quelle di Nico.
Il figlio di Ade fissò gli occhi in quelli di Percy e per un lungo momento nessuno dei due disse nulla.
- Decisamente.- sussurrò Nico sorridendo, prima di eliminare del tutto la distanza che ancora li separava e poggiare le proprie labbra su quelle di Percy.

~

Afrodite non riusciva smettere di sorridere. Nonostante i miliardi di persone e le altrettante storie d'amore -felici, tristi, con lieto fine o no- erano davvero 
poche quelle che la facevano sentire tanto soddisfatta ed orgogliosa, non solo di se stessa ma anche dei mortali coinvolti. La storia di quei due giovani semidei 
la rendeva incredibilmente raggiante, appagata come non le accadeva da tempo -nonostante le innumerevoli avventure delle sue figlie e dei suoi figli. Era forse 
dai tempi di Elena che non si sentiva così rapita, le era mancata così tanto questa sensazione. Il sorriso sulle sue labbra si fece più grande quando pensò che 
aveva senza alcun dubbio fatto la scelta migliore nel lasciare a Percy Jackson la libertà di scelta. 
- Madre, vi vedo contenta.- disse alle sue spalle la voce pacata di Eros.
- Sono molto più che contenta, figlio mio.- rispose la dea e anche con quella nota di eccitazione la sua voce suonava dolce e soave. -Quei due semidei sono la 
prova che sebbene l'amore non sia sempre giusto, il vero amore riesce a trionfare. Dovresti capirlo anche tu.- concluse con una nota di rimprovero.
- Lo so, è difficile non accorgersi dell'amore tra di loro; e la strada difficile che hanno dovuto percorrere non ha fatto che renderlo più forte.- disse Eros. 
- Cosa hai in serbo per il loro futuro?
Afrodite soppesò la domanda per qualche istante, il viso posato delicatamente sul palmo della mano. Aveva un'espressione pensosa, ma sapeva già quale 
sarebbe stata la sua risposta, lo aveva saputo nel momento stesso in cui aveva visto Percy e Nico quel giorno.
- Non credi che ne abbiano passate abbastanza per ora? Io penso di sì.- rispose infine, godendo dello stupore chiaramente visibile sul viso del figlio. -Almeno 
per ora; credo se lo siano guadagnato.
-  Sei sicura, madre?- chiese di nuovo Eros, ma Afrodite sapeva che era in realtà d'accordo con lei.
La dea annuì.
-L'amore è così complesso, figlio mio, così affascinante in tutti i suoi aspetti: la sofferenza, la felicita, i cuori spezzati e quel senso di completezza che solo 
esso può offrire.
Stava parlando più con se stessa che con Eros, ripensando ai momenti di quella storia e tornando a sorridere. L'interesse che aveva provato nei confronti di 
Percy Jackson quando lo aveva incontrato la prima volta non si era rivelato fallace; gli aveva assicurato una vita sentimentale interessante, e aveva mantenuto 
la sua promessa. Non avrebbe smesso di osservarli, ma era per loro arrivato il momento di godere della pace che si erano guadagnati.
Almeno per un po', pensò la dea dell'amore e il suo sorriso cambiò leggermente, chissà poi cosa gli riserverà il futuro.
  
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