Non erano neanche le undici del mattino e promisi a Stefania
di portarla in Piazza Cadorna, dov'è posta una scultura che rappresenta un ago
piantato a terra in cui scorre un filo multicolore. Infatti la ragazza
impazziva per le sculture, soprattutto quelle più strambe e all'avanguardia.
Provò anche a farne di sue, ma non concluse mai neanche una delle sue opere,
tranne quella di un compensato su cui incollò tanti occhi diversi ritagliati da
eiviste di moda e gossip, adoravo il modo in cui quegli occhi erano incollati
insieme: tutti innaturali, di diverse dimensioni e colori, sembrava quasi un
mostro. Erano incollati con tanta maestria e delicatezza da intenerire. A volte
ci divertimmo anche a a indovinare a chi appartenessero quegli organi:
"quello è di EVAN RACHEL WOOD, no aspetta è di NICOLE KIDMAN, no di TOM
CRUISE, di NELLY FURTADO, di KATE MOSS..." solo che alla fine
interrompavamo il tutto in un glacido fiume di risate. Era un'appassionata
pazza di Matthew Barney e, soprattutto, di Yoko Ono, tanto che cercò di imitare
la sua "Yes painting" senza però riuscirci. Con quella promessa la
feci finalmente sorridere, comunque sia non volle camminare e fummo costretti a
prendere la metropolitana. Presi i biglietti, rimanemmo in stazione aspettando
l'arrivo del treno.
"Devo andare un attimo in bagno" mi avvertì
"Ok" risposi
E la vidi scomparire dietro ad una porta che recava la scritta
"TOILETTE". Aspettai e mentre aspettavo notai con chiarezza Michela
cancellare gli occhi di una donna giapponese di un manifesto pubblicitario.
Quella donna poneva il dito sulla bocca in segno di silenzio e Michela con un
pennarello rosso le rovinava gli occhietti a mandorla. Stranito, mi avvicinai a
lei e le chiesi "Che stai facendo? perchè stai imbrattando quel
cartellone? vuoi fare la teppista? l'anarchica?"
Michela non rispose, estrasse una fotocamera digitale, mi mise una mano intorno
al collo e posizionando l'obbiettivo su noi due scattò.
"PErchè hai fatto una foto?"
"Lo vedrai"
E scappò, scomparendo tra la gente che entrava e usciva dalla stazione. Pensai
"Che strana ragazza" quando arrivò finalmente Stefania, con un
sorriso che non mostrava i denti: "Fatto"
Dio, quant'era tenera!
Per qualche strana combinazione il treno arrivò proprio nell'attimo in cui la
ragazza tornò dalla toilette, salimmo sul treno e per tutto il (brevissimo)
viaggio non feci altro che messaggiare con Michela.
messaggio ricevuto: "Mangiamo inx? Rx Tadb"
risposi:"Sì, ma dv c troviamo?"
Messaggio ricevuto: "Al solito...ti amo"
Ormai in quel periodo non ne volli più sapere di amore: prima Stefania e poi
Michela, sembravano due streghe malefiche che non volevano fare altro se non
seviziarmi e farmi impazzire. Come possono due persone innamorarsi in un
giorno? ecco in quell'attimo io non seppi bene cosa provavo, ma qualcosa c'era,
qualcosa d'astratto...ma c'era
risposi: "Cm fai ad amarmi se mi conosci solo da ieri?"
in seguito ricevetti la risposta, ma non feci in tempo a leggerlo che eravamo
già arrivati.
ore 12.26
Pensai che il "Solito" inteso da Michela fosse semplicemente lo
SPizzico dove ci siamo conosciuti il giorno precedente. Arrivai a casa in
fretta e furia e mi cambiai, poichè le mie ascelle puzzavano così tanto da
ammattire anche una mucca e la camicia che indossavo era sporca di chissà cosa.
Mi feci un bagno veloce e mi vestii molto rapidamente, senza trascurare però
l'eleganza: Mi misi gli stessi jeans, ma anche una camicia bianca e una
cravatta nera. Stefania non era ancora rientrata a casa: durante la nostra
breve gita aveva incontrato un tizio poco chiaro che la intrigava tantissimo e
decise di restare a Cadorna, dicendomi che sarebbe tornata a casa (più o meno)
sola. Appena finito di vestirmi controllai il cellulare: 23 chiamate perse da
Michela, meno di quelle che mi aspettavo, infatti ero in un super-mega ritardo
e la ragazza, a quanto so, non è affatto una persona paziente. è strano ma è
come se la conoscessi già da tempo- Uscii di fretta di casa e corsi più che
potei.
Finalmente la trovai davanti allo SPizzico ad aspettarmi. Mi avvicinai e le
domandai scusa per il ritardo.
"Fa niente" disse lei con un sorriso tenerissimo, tirandomi verso la
metropolitana
"Ma come? non dovevamo mangiare?"
"Al diavolo il cibo"
LEi prese due biglietti per (disgraziatamente) Piazzale Cadorna e poi mi
condusse all'attesa del treno. C'era meno gente di quella che mi aspettassi.
"Che ti prende?" le domandai arrabbiato e confuso "Perchè hai
intenzione di prendere il trenO?"
"O ma noi non prenderemo il treno...sarà il treno a prendere noi"
più parlava e più mi faceva paura....cosa voleva dire che sarebbe stato il
treno a prendere noi?
"Mi dai la cravatta?" mi chiese poi protendendo la mano verso dui me
"Perchè?"
"è una sorpresa"
Me la tolsi e gliela porsi, poi lei mi bendò gli occhi con essa
"Mi fai paura Michela"
"Non essere sciocco...tu continua a camminare e ti dirò io quando
fermarti"
Temevo che mi conducesse verso i binari e mi gettasse nel vuoto: avere gli
occhi bendati è come una sevizia, non sai mai quello che può succederti. Giunti
ad un punto preciso, però, i disse di fermarmi, mi slegò la cravatta dagli
occhi e finalmente potei vedere: sulla ragazza del manifesto a cui erano stati
cancellati gli occhi da Michela, erano stati incollati due nuovi occhi diversi
tra loro: uno azzurro e uno verde.
"Beh?" esclamai senza capire un cavolo
"Non vedi? Sono i nostri occhi...è per quello che ho fatto la foto: l'ho
stampata come gigantografia, ho ritagliato un occhio mio e un occhio tuo e poi
li ho incollati...insomma è come se fossimo uniti in un solo corpo"
ho capito, voleva scoparmi
"Sei strana"
"lo so"
quel giorno non mangiammo nulla, girovagammo fino a sera per le strade di
Milano che dopo una certa ora stranamente divennero desolate...ci mancava solo
la nebbia londinese ed eravamo pronti ad un suicidio di massa da quanta
desolazione e tristezza c'era. Però, di fianco a lei mi sentivo diverso, sapeva
come rincuorarmi. Trascorremmo un pomeriggio fantastico, fino a quando
finalmente si decise a dirmi quello che volevo sapere da tempo: " Vuoi
sapere perchè mi sono fatta questa cosa?"
"Cioè...perchè ti sei fatta rifare il volto?"
"sì...sì...esatto"
"Se me lo vuoi dire"
"Ok...ora te lo dico"
"Allora???"
"beh...ho fatto questo perchè continuavo a ricevere minacce di morte...la
polizia non muoveva un dito e mio pare, che fa il chirurgo, ha deciso di
cambiarmi volto e identità...so che è stupido...ma era l'unica cosa che si
poteva fare in quel momento"
I suoi occhi presentarono una grande malinconia e mi si strinse il cuore
"le conservi ancora? dico delle minacce di morte"
Sì, le tengo in uno scatolone in camera mia, se vuoi venire stasera verso le
nove te le faccio leggere"
annuii e tornai a casa dopo esserci salutati con un altro bacio. Erano le sei e
il mio secondo giorno a Milano stava per giungere al termine, che tristezza! Salii
le scale e trovai una sorpresa, nel vero senso del termine: un pacco regalo
color porpola racchiuso in un nastro color lilla giaceva sull'uscio e
presentava un biglietto che ammetteva il destinatario del pacco: io. Sapevo sin
dal principio che tutti gli idioti che recitano in un film horror appena aprono
una scatola dal mittente sconosciuto o saltano in aria o viene loro recisa la
testa. Lo portai sospettoso in casa e lo lasciai sul divano senza aprirlo. Mi
diressi in cucina, stavo per morire di fame. Aprii il frigorifero, ma oltre ad
un pezzo di pizza non c'era nient'altro, allora scaldai quella, poiche non
c'era molta scelta. Mentre il piatto girava nel microonde con un inquietante
brusio, controllai il cellulare ben quattro messaggi: non me ne ero accorto
forse per lo splendido pomeriggio? Allentai la cravatta e iniziai a leggerli:
"Aiutami ti prego...sn confusa rx t prego"---Claudia
"Vuoi rix? Anke se nn t sto simpa almeno aiutami... è impo...Mikela ha il
cell spento"---Claudia
"Fanculo"---Claudia
"Scopata di 3 ore---Kaori è una bomba"---Thòr
Non risposi a nessuno dei due e rimisi l'affarino in tasca. Intanto quel pacco
sembrò fissarmi, ero tentato nell'aprirlo, ma al tempo stesso una vocina
continuava a dirmi nella testa: "Non farlo, non farlo".
Non sapendo quale delle due scegliere, cercai di ammazzare il tempo ascoltando
un po' di musica: misi "Is this desire?" di Pj Harvey nello stereo
posizionandolo sulla splendida canzone "The river", colonna sonora
ideale per come mi sentivo in quel momento: uno schifo.
AND THEY CAME FROM THE RIVER
AND WE FALL INTO THE RIVER
Avevo fatto innamorare due ragazze in un solo giorno:com'era possibile? L'unica
cosa che volevo era fuggire, scomparire, rendermi irriconoscibile, cambiar
faccia...oddio no, l'ultima no. Mi sentii come la protagonista del film
"L'isola" che per far in modo che torni il suo amante, si ficca degli
ami da pesca nel sesso e tira, come supplizio d'amore. Anche se nel finale si
scopre la verità, non è la donna ad essere sottomessa dall'uomo, ma la donna
sottomette ed è presentato in una splendida meafora: l'uomo entra in un
canneto, ma la telecamera si allontana svelando che quel canneto non è altro
che il pube della donna, nuda e sdraiata in una barca che sta affondando. Ecco,
io mi sentivo così, un po' vittima un po' carnefice
Mangiata la pizza finalmente ebbi il coraggio di aprire il pacco misterioso: mi
sedetti sul divano e ne osservai il contenuto, rimanendo scioccato, speravo che
fosse solo uno scherzo:
un orecchio, un orecchio mozzato giaceva in quel pacco scarlatto. Non seppi più
cosa fare e mi venne da vomitare, così chiuse il pacco e mi diressi in bagno.
Osservai il mio volto nello specchio: vitreo dal terrore, lo abbassai ed emisi
una sostanza solido/liquida di colore giallognola, mista con del sangue nel
lavandino. Lo stomaco cominciò ad uccidermi lentamente con un dolore
insopportabile: avevo vomitato ciò che avevo appena mangiato ed ebbi più fame
di prima. Mi pulii le labbra sporche di vomito con uno strofinaccio e, dopo
essermi tolto la cravatta e la camicia, per non sporcarli, lavai anche il
lavandino. Buttai lo strofinaccio ormai irrecuperabile e mi rimisi gli abiti.
CHi mi avrebbe potuto fare questo scherzo idiota e macabro? Sentii
rieccheggiare le campane come nel finale di "Le onde del destino" da
quanto ero confuso, così presi il pacco e lo buttai nella spazzatura, anche se
dopo pensai che forse era meglio portarlo alla polizia, ma non ebbi il coraggio
di riprenderlo in mano, e poi erano quasi le nove. Spensi lo stereo ed uscii di
casa, la chiusi con due scatti di chiave e in quel preciso momento salì le
scale Stefania che dava la mano al suo nuovo principe azzurro, veramente la
sentii dal momento in cui mise il piede sul primo gradino, poichè faceva la
civetta e rideva in modo a volume esagerato, ma non appena mi vide zittì : mi
fece passare ed entrò in casa con il ragazzo, io invece scesi le scale ed
arrivai alla dimora di Michela...
"Ciao" mi disse la ragazza facendomi cenno di entrare e chiudendo la
porta dietro di me non appena lo feci.
"Ciao" mi rispose: indossava una magliettina aderente verde, una
gonnellina a balze lilla e degli scaldamuscoli marroni, sembrava una bambina ed
era scalza. "Scusa per il disordine" disse ancora una volta,
intontendomi poichè la casa era ancora una volta impeccabile e candida come la
neve. Mi chiese di seguirla in camera sua e, senza rispondere ubbidii. Mentre
stavo per arrivare stava chattando con Tallulah via msn e mi domandò di
aspettare un attimo.
Michela- Claudia cm sta???
Tallulah- Xk me lo domandi???
Michela- Non te l'ha inviato anche a te quel messaggio?
Tallulah- NN lo so, il mio cell era spento xk scarico...cs diceva?
Michela- Diceva di essere nei guai e chiedeva aiuto
Michela- SN preoccupata
Tallulah- Senti, ma è vero ke Daniele sa del tuo segreto???
Michela- SI, e allora???
Tallulah- Sai, non vorrei ke gli dicessi anke il mio... insomma il mio è molto
più grave del tuo
Tallulah- In fondo non tutti i giorni una ragazza è...
Michela- Ok, ok---ho capito e no, non gliel'ho detto
Tallulah-ptfiu!
Michela-Adesso è qui cn me
Tallulah- Ki?
Michela- Daniele
Michela- è in camera mia
Michela- Ma fidati, nn credo ke stia leggendo la chat
Tallulah- Ok...ma kiedigli il suo nome...voglio sapere come si kiama veramente
Michela-No...mio disp...ma nn è colpa mia se ha la faccia da Daniele
Tallulah- Ah...Ah...Ora vi lascio soli allora
Michela-Ok...ciao...TVB
Tallulah-IDem
poi Michela chiuse la conversazione, mise come profilo Msn "occupato"
ed estrasse uno scatolone dalla scrivania e mi spaventai: non è che la ragazza
è una Sadomachista??? Non era possibile, dopo l'episodio dell'orecchio stavo
nutrendo una fobia per gli scatoloni...che scemo!!! è solo che ebbi il terrore
di scoprire qualche atroce segreto...
Infatti nello scatolone si celava qualcosa di inquietante...qualcosa che
avrebbe cambiato per sempre la vita di una persona, constringendola persino a
cambiarle l'identità...il volto, una ragazza ha dovuto abbandonare il passato a
causa di quel contenuto: lettere con parole crudeli, macabre, che si susseguivano
una più truce dell'altra. eppure quella scrittura mi sembrò familiare: quei
tratti così pesanti e marcati, le O e le U molto larghe, mentre le M e le A
erano molto strette.
"Un momento...forse so chi è stato a mandartele..."
"Cosa?"
"Sì...arrivo subito" dissi precipitandomi alla porta e uscendo,
mentre Michela urlava: "Dove vai? Dove vai? Torna qui!"
"Arrivo subito"
corsi più veloce che potei, arrivando a destinazione: quella scrittura era
senza dubbio di Thòr, unica e irripetibile, ma la ricordai proprio come se
fosse mia. Ma perchè avrebbe dovuto inviarle quelle lettere così schifose? Mi
fermai davanti all'uscio e notai la presenza di una cravatta nera legata alla
maniglia, così bussai, chiamando il nome del mio amico. Non stava facendo
sesso: tantè che i rumori che provenivano dall'interno non erano orgasmi, ma
vere e proprie lamentele di dolore. Preoccupato e senza rispettare la privacy
entrai ed ebbi una brutta sorpresa: i muri della casa erano tappezzati di
fotografie che ritraevano Michela, ma non solo: sul pavimento comparivano anche
delle gocce di sangue che si seguivano una dopo l'altra, come se fossero in
fila indiana. Le seguii con il terrore e la tensione che non smettevano di
crescere. Conducevano alla camera di Thòr, ed ogni passo che compivo le gocce
diventavano più grandi e scarlatte. Thòr era sul letto: le lenzuola macchiate
di sangue e sul cuscino un mazzo di ami da pesca intrisi di liquido rossastro.
Cos'era successo in quel momento????