Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: OfeliaMontgomery    24/07/2015    2 recensioni
[IN REVISIONE]
«Il libro delle Lune narra che diciassette anni dopo la morte di ogni Guardiano della Notte, quest'ultimi verranno reincarnati nel corpo di cinque ragazzi che compieranno diciassette anni nel giorno di Halloween. I cinque ragazzi che verranno prescelti per la reincarnazione si ritroveranno con un marchio a forma di Luna Crescente sul dorso della mano destra nel giorno del loro compleanno e saranno i discendenti delle cinque famiglie di Guardiani stessi.»
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scossi la testa e sventolai le mani davanti al mio viso, «N-nulla, nulla» balbettai imbarazzata.
Simon scrollò le spalle poi entrò in casa, seguito da Sophie, me e Derek. Come aveva detto lui, la casa era in disordine. I vestiti erano sparsi ovunque, così come un paio di scatoloni che erano desiderosi di essere svuotati abbandonati in un angolo del salotto.
Le tende del salotto erano ancora chiuse; il lavandino era pieno di piatti, posate e bicchieri e, i cuscini dei divani erano accasciati sul pavimento. Sicuramente più in ordine della mia camera dopo che l’uragano “migliori amiche” passava per di lì e metteva tutto sottosopra.
«Accomodatevi» Simon andò ad aprire le tende facendo entrare un po’ di luce che illuminò quella stanza apparentemente buia e cupa, ma che in realtà era molto luminosa e spaziosa – se si toglievano tutti gli scatoloni –, mentre Sophie rimise al loro posto i cuscini dei divani, batticchiandoli con le mani per farli tornare alla forma originale.
Accennai un sorriso al riccioluto poi andai a sedermi su una poltrona di pelle nera, disposta vicino al divano più lungo. Derek e Simon si sedettero sul divano più lungo, continuando a fissarsi in cagnesco, sembravano due cani che litigavano per il loro territorio. Sophie invece si trovava in cucina a tribolare con la macchina del caffè che aveva deciso di non funzionare, proprio ora che voleva tanto un caffè.
«Allora, Avis, come hai scoperto di essere la guardiana della Terra?» domandò Simon aggiustandosi gli occhiali sul naso e sorridendomi, mostrando la sua adorabile fossetta.
Spostai lo sguardo da Sophie al ragazzo poi su Derek che mi guardò con indifferenza, «B-beh, sono stata aggredita da un cacciatore e Derek mi ha salvato e mi spiegato chi ero diventata. Anche se all’inizio non ci credevo. Ancora ora faccio fatica a crederci» spiegai, stringendo le mani a pugno intorno alla stoffa della mia gonna e tenendo gli occhi puntati sulle mie cosce scoperte.
Simon emise un mugugno di dissenso, «Cacciatori? L’avevano già trovata?» domandò, però questa volta a Derek che lo guardò con uno sguardo così gelido che ti poteva congelare sul posto.
«Purtroppo sì. Saint Marie è un piccolo paesino, persino per loro è stato facile trovarla» Derek emise un sospiro frustato, passandomi una mano tra i capelli per poi posare il suo sguardo duro su di me. Gli accennai un sorriso imbarazzato che ovviamente non ricambiò poi tornò a guardare il riccioluto che sospirò, forse capendo la mia situazione, d'altronde anche Raven Town era un piccolo paesino come Saint Marie.
«Ragazzina puzzi e i tuoi capelli fanno abbastanza cagare» mi schernì Sophie da dietro alle mie spalle, tenendo tra le dita delle ciocche dei mie capelli e facendomi sobbalzare dalla paura che poi si trasformò in vera rabbia verso di lei. Ma come si permetteva quella bionda ossigenata di dirmi certe cose! Nemmeno sapeva quello che avevo passato dal giorno del mio compleanno! Non sapeva nulla di me.
«Sophie» sbraitò con voce grossa Simon lanciandole poi un’occhiataccia. La bionda fece spallucce e tornò in cucina con passo felino.
«Avis, se vuoi puoi farti una doccia e usare i vestiti di Sophie» mi fece sapere Simon con accompagnato un gran sorriso, dopo di ché la bionda lo guardò malissimo poi emise un verso di disgusto. Quanti anni aveva, due?
«Tranquilla non ti attacco nessuna malattia, forse sono io che devo stare attenta a non infettarmi con la tua stupidità» la schernii sventolando una mano nell’aria, poi con un colpo di anche mi alzai dalla poltrona e seguendo le istruzioni di Simon entrai in bagno. Appena mi chiusi la porta alle spalle, sentii la bionda insultarmi e schernirmi mentre Simon prendere le mie difese. Derek, sicuramente, si guardava la scena divertito. Quello stronzo!
Emisi un forte sospiro poi mi lasciai andare contro alla porta di legno scuro del bagno. Mi portai le mani fra i capelli. E se i cacciatori di streghe ci avessero seguiti fin qui? Praticamente gli avevamo servito su un piatto d’argento anche il guardiano dell’Acqua. No, impossibile. Derek non lo avrebbe mai permesso e penso anche Sophie. Si vede che tiene a quel riccioluto di Simon.
Scossi la testa per scacciare via certi brutti pensieri poi pian piano mi alzai da lì. Iniziai lentamente a spogliarmi poi entrai nella doccia. Girai la manovella e un forte getto di acqua calda mi colpì in pieno. Sentivo l’acqua calda scivolarmi lungo tutto il mio esile corpo e i miei nervi sciogliersi sotto a quel caldo tepore. La pelle iniziò ad arrossarsi sulle spalle e sui dorsi delle mani e, il calore sembrò quasi bruciarmela. Spostai la manovella di poco, così da renderla meno bollente poi lasciandomi cullare dal caldo tepore dell’acqua calda sulla mia pelle, chiusi gli occhi e le immagini della mia famiglia, nel giorno del mio compleanno, mi balenarono davanti agli occhi. Mia sorella Amanda che mi sorrideva dolcemente, mio padre che mi diceva di fare un grande sorriso per la foto con la torta e mia madre che mi abbracciava felice. Le loro risate mi rimbombavano nelle orecchie come una melodia felice, ma che ben presto diventò malinconica. Mi mancavano terribilmente. E non sapere quando potrò ritornare a casa mi riempiva il cuore di dolore e tristezza.
Non mi accorsi nemmeno di aver iniziato a piangere finché non mi accorsi di star singhiozzando con le mani a coprirmi la bocca, come per soffocarne il suono devastato. Le mie lacrime calde si erano mischiate con l’acqua e ne rendevano impossibile la distinzione, ma le sentivo scivolare lungo le mie guance arrossate, come se in ogni singola goccia ci fosse un frammento della mia sofferenza, della sofferenza che provavo nel star lontana dalla mia famiglia.
Poi le immagini cambiarono. Ora c’erano le mie amiche che mi avevano fatto una sorpresa e si erano presentate, davanti alla porta di casa, con un enorme regalo. La risata allegra di Sabrina mentre mi consegnava l’enorme regalo rimbombò nelle mie orecchie come melodia. La voce bassa e dolce di Sarah che mi diceva che se il regalo non mi fosse piaciuto l’avrei potuto cambiare. Ed infine Jessica, che con il suo tono serio misto al divertito mi diceva di farmi piacere il regalo perché non aveva intenzione di cambiarmelo e, poi percepii il calore del loro abbraccio che sembrò circondarmi persino ora all’interno della doccia, come a tranquillizzarmi nonostante fossimo così lontane. Anche loro, anche loro mi mancavano come l’ossigeno. Avevo bisogno di loro, avevo bisogno delle mie sorelle.
Delle grida, che arrivavano da fuori, mi risvegliarono dal mio trance a base di ricordi malinconici poi una forte risata – presumo di Simon – mi tranquillizzò. Per fortuna non era successo niente. Nessun cacciatore ad attaccarci, anche perché sarebbe imbarazzante se entrasse in bagno e mi trovasse nuda nella doccia. Non so come potrei reagire, probabilmente lo ammazzerei a suon di phon.
Mi sciacquai alla svelta il viso, per rimuovere il residuo delle mie lacrime, poi iniziai a lavarmi sul serio e cercai in ogni modo di non pensare a nulla. Quando uscii dalla doccia, avvolta in un accappatoio verde mela e da un nube di vapore, mi sentii come rinata. Ora non puzzavo più e finalmente potevo acconciarmi i capelli come si deve.
Mi asciugai i capelli con il phon, rendendoli boccolosi con la spazzola. Con ancora l’accappatoio indosso uscii dal bagno – stranamente nessuno fece caso a me – e sgattaiolai velocemente dentro alla camera di Sophie.
Presi le prime cose che mi capitarono e le indossai. Una maglietta nera e un paio di skinny jeans. Poteva anche andare, d'altronde era meglio stare comode essendo che dovevamo combattere contro a dei cacciatori matti da legare.
«Ora si che sto bene» esordii ritornando in salotto. Sophie mi guardò con aria disgustata seduta di fronte a Derek. Simon mi sorrise calorosamente, mentre il brontolone mi guardò con la sua solita espressione fredda e dura.
«Derek ci ha raccontato quello che è successo fino ad ora. Avete scoperto dove si trovano gli altri guardiani, ma non sapete chi sono. Beh, si dal caso che io e Sophie, un paio di giorni fa, abbiamo scoperto che la guardiana del Fuoco lavora in un Luna Park a Greenwood» raccontò Simon con un gran sorriso stampato sulle labbra.
Passai il mio sguardo da Derek a Simon poi scrollai le spalle, «Oh okay. Allora dobbiamo andare a Greenwood» affermai sedendomi nuovamente sulla poltrona. Simon annuì con decisione mentre Sophie emise un verso frustato continuando a limarsi le sue unghie rosa shocking.
«Voi protettori siete sempre così scorbutici?» domandai retoricamente, beccandomi occhiatacce da entrambi i protettori. Roteai gli occhi poi gonfiai le guance, «Direi di sì» lo confermai a me stessa.
«Me lo domandavo anche io» Simon emise un risata, beccandosi un ponderoso calcio agli stinchi da parte di Sophie. L’espressione di Simon mutò in puro dolore e dalle sue labbra scappò un mezzo grido dolorante che sembrò mandare in allarme la bionda, poi andò a massaggiarsi la parte colpita senza degnarla di uno sguardo. Sophie gli chiese immediatamente scusa poi tornò a guardami con un’indifferenza abbastanza seccante.
«Come hai fatto a capire che era lui il guardiano dell’Acqua?» chiesi a Sophie anche se con un po’ di riluttanza, essendo che non sapevo se mi avrebbe risposto seriamente oppure avrebbe inventato qualche cretinata.
La bionda scrollò le spalle con nonchalance poi si schiarì la voce ed iniziò a parlare. «I Grandi Capi mi avevano assegnato al guardiano dell’Acqua e mi avevano esplicitamente detto che si trovava a Raven Town. Così mi sono fiondata qui e ho iniziato a fare ricerche. Sono andata in ospedale a controllare le nascite nell’anno 1998 e poi ho cercato il giorno trentuno e mi sono usciti solamente cinque ragazzi. Due femmine e tre maschi. Ho iniziato a pedinare il primo ragazzo della lista, ma non era altro che un bambino viziato, così ho lasciato stare. Il secondo era un ragazzino con il terrore dell’acqua, quindi era impossibile che fosse lui. Così mi rimase l’ultimo: Simon. Iniziai a pedinarlo. Vedevo che andava sempre al mare, stava anche delle ore fermo sulla spiaggia a contemplare l’oceano. Un giorno, come sempre, l’avevo seguito fino alla spiaggia. Ricordo che si tolse le scarpe e il giubbotto, ti parlo di settembre, ed entrò in acqua. Andò sotto acqua e per quasi dieci minuti non riemerse. Ero così preoccupata che mi ero già preparata per lanciarmi in acqua, ma lui riemerse pochi secondi dopo, come se non fosse successo nulla. Simon può respirare sott’acqua, ecco perché non riuscivo a capire il motivo per il quale non risalisse in superficie. Pochi giorni dopo i suoi genitori morirono in un incidente – noi pensiamo che siano stati i cacciatori – e lui affisse un volantino dove diceva che aveva una stanza libera e che gli serviva un coinquilino. Nello giorno stesso in cui trovai il volantino mi presentai a casa sua e lui dopo un paio di domande mi scelse come coinquilina. Aspettai il giorno del suo compleanno poi gli spiegai ogni cosa, anche se lui qualche domanda se l’era già fatta» fece una pausa per riprendere fiato «Simon mi fece moltissime domande ed io gli raccontai tutto. La prese abbastanza bene sin da subito, d’altronde amava l’acqua e da quando aveva scoperto di avere quei poteri non faceva altro che usarli, anche se a volte faceva solo danni. Ecco tutto» la ragazza accennò un sorriso maligno e in risposta Simon la guardò in cagnesco, soprattutto per l’ultima frase che aveva detto.
«Tu invece, hai già usato i tuoi poteri?» mi domandò la bionda con aria stranamente interessata.
«Solo una volta. Ho usato la mia maga per guarire una quercia avvelenata» risposi pensierosa, «Sì, solo quella volta» ripetei, questa volta più convinta. Già e in quella volta i cacciatori di streghe erano riusciti a marchiarmi con un localizzatore, usando come proposito la quercia. Se non fosse stato per Derek, a quest’ora sarei già morta e sepolta.
«Derek, sul serio, come mai non ti hanno assegnato tuo fratello?» Sophie distolse lo sguardo da me e lo posò sul ragazzo davanti a sé. Derek la guardò con un sopracciglio inarcato e le labbra tese in una linea retta.
«Sono stato io a non volerlo» lo disse con così tanta freddezza che mi lasciò senza parole, poi scrollò le spalle ed infine emise uno sbuffo seccato.
«E perché mai? E’ la tua famigl-»
«Appunto per quello. Non voglio essere coinvolto emotivamente» la interruppe acidamente lui, ammutolendola all'istante. Sobbalzai sulla poltrona per il tono acido e allo stesso tempo duro che quest’ultimo aveva usato poi lo guardai accigliata.
«Però sei emotivamente coinvolto da Avis» azzardò Simon con un sorriso furbo dipinto sulle labbra. Non feci nemmeno in tempo a dire una parola che il povero ragazzo si beccò un pugno in pieno volto da Derek. Balzai in piedi e saltai su Derek per impedirgli di sferrare altri colpi che avrebbero potuto ferire maggiormente Simon. Perché si era alterato così tanto? Lo aveva semplicemente detto per scherzare. Forse Simon voleva semplicemente cambiare discorso e invece si era ritrovato un pugno in pieno viso e per di più senza un vero e valido motivo. Derek avrebbe potuto semplicemente ammutolirlo con una parola o con il suo sguardo gelido, senza passare alle mani. Stupido di un brontolone, ma che ti prende?!
«Derek!» gridai allarmata mentre cercavo disperata di tenergli ferme le mani anche se con molta difficoltà. Lui era il triplo di me ed era nettamente più forte di me. Non sarei riuscita a tenerlo fermo ancora per molto.
«Simon!» strillò scioccata Sophie precipitandosi poi verso il suo protetto con aria estremamente preoccupata.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: OfeliaMontgomery