La
figlia della
Foresta
12:
Voi conoscerete la
verità, e la verità vi renderà folli
Fu
un bacio lungo e intenso. I
due amanti si baciarono fino a consumarsi le labbra. Non riuscivano a
staccare
le loro bocche, era da troppo tempo che aspettavano quel momento per
poterlo
concludere così brevemente. Entrambi, però, erano
consapevoli del fatto che
Pontelagolungo fosse in serio pericolo, e dovevano sbrigarsi a far
qualcosa per
salvare tutta quella povera gente.
Ora
che l’odio, le incomprensioni, e le menzogne erano finalmente
cessate, nessuno
avrebbe più impedito che il loro amore vivesse alla luce del
sole. Potevano
amarsi, dopo secoli in cui quell’amore era stato soffocato,
potevano smettere
di fingere e, finalmente, aprire il proprio cuore l’uno
all’altra.
<<
Dobbiamo andare
>> le sospirò Legolas sulle labbra, alzando il
capo verso la città, che
veniva attaccata da quella strana creatura alata. <<
Dobbiamo aiutarli.
>>
Lùthien
annuì e, afferrata la
mano del suo Elfo, si lasciò guidare verso il suo cavallo.
Stava ancora
pensando a quel bacio, e alle parole di Legolas. Tuttavia doveva
tornare in sé,
erano nel bel mezzo di una battaglia, non poteva permettersi di pensare
all’amore, in un momento come quello.
Legolas
la aiutò a salire
sull’animale, portandola dietro di sé, e dicendole
di tenersi stretta a lui.
Lùthien non se lo fece ripetere una seconda volta, subito si
aggrappò al corpo
dell’Elfo poggiando il capo contro la sua schiena. Chiuse gli
occhi, come per
voler assaporare il dolce profumo di Legolas. Quel profumo che aveva
sognato
per secoli. Ora poteva goderselo a pieno.
<<
Sei riuscito a
uccidere quel Mostro? >> gli domandò qualche
secondo dopo che il cavallo ebbe
iniziato a galoppare.
<<
No >> ringhiò
l’Elfo << E’ fuggito. E’
scappato via come un coniglio, quel codardo.
>>
<<
Non avrei dovuto
lasciarti da solo. Quell’Orco è molto forte.
>>
<<
Hai fatto quello che
andava fatto, Lùthien. Bolg non mi spaventa. Anzi, non vedo
l’ora di
affrontarlo nuovamente in battaglia. La prossima volta non mi
sfuggirà.
>>
La
ragazza fece per aprire
bocca nell’intento di rispondere al Principe, ma la vista di
Pontelagolungo che
andava a fiamme le fece perdere la parola. Nel cielo, una creatura
stava
attaccando la città sputando del fuoco dalla sua bocca.
<<
Smaug. >>
Pronunciò l’Elfo << I tuoi amici
Nani devono averlo risvegliato. >>
<<
Smaug? >> ripeté
Lùthien, ricordando perfettamente quando l’aveva
incontrato per la prima volta
<< quel Drago, anni orsono, stava per uccidermi.
>>
<<
Un motivo in più per
startene alla larga >> le disse Legolas, preoccupato.
<<
Cosa? No, scordatelo.
Io e quel Drago abbiamo un conto in sospeso. >>
Il
cavallo si fermò e i due
scesero a terra, incerti sul da farsi. Il Principe non voleva esporre
la
ragazza al pericolo, ma sapeva quanto poteva essere testarda.
<<
Lùthien >> le
disse, prendendola dai fianchi e avvicinandola a sé
<< non ho aspettato
secoli per riaverti per poi perderti un istante dopo. >>
<<
Non mi perderai
>> lo rassicurò lei, portando le dita a
sfiorargli la bocca.
<< E’ pericoloso
>> la avvertì l’Elfo
<< quello è Smaug, l’ultimo dei
Draghi, e solo un’arma può sconfiggerlo.
>>
<<
Ed io sono Lùthien,
Figlia della Foresta. E non c’è Drago che possa
fermarmi. >>
Legolas
sorrise e alzò una
mano per accarezzarle il volto. Per
un
attimo gli parve di
vedere quella tenera
e dolce bambina di un tempo.
<<
Non c’è modo di
convincerti, deduco. >>
<<
So come difendermi,
sono stata addestrata per questo. Non devi preoccuparti per me.
>>
<<
Comunque resterò al
tuo fianco >> proseguì l’Elfo,
affondando i suoi occhi celesti dentro a
quelli castani della ragazza << ti proteggerò,
anche a costo della vita.
>>
<<
Stupido Principe di
razza Elfica >> borbottò lei trattenendo a
stento un sorriso <<
quante volte te lo devo ripetere che non ho bisogno di essere protetta
da
nessuno? >>
<<
Anche un miliardo di
volte, se proprio vuoi, ma non servirà a nulla.
>>
Entrambi
si diedero una mossa,
avanzarono verso le fiamme, alla ricerca dei Nani, e della gente da
mettere in
salvo. Lùthien vide, in lontananza, i suoi amici, su una
barca, intenti a
fuggire dalla grinfie del Drago. Le urla di quelle povere vittime non
tardarono
a far scattare in Lùthien un ira accecante. Puntò
Smaug e, una volta
assicuratesi che i Nani stessero bene, si diresse verso quel Mostro,
afferrando
il suo arco. Durante
la corsa, che
l’avrebbe portata dal suo Nemico, vide che un Uomo si stava
dirigendo
esattamente verso la sua stessa destinazione. Aveva anch’egli
un arco in mano e
delle frecce dietro la schiena. Cercava di raggiungere Smaug saltando
sui tetti
di quelle case in fiamme, e cercando di evitare le fiamme del Drago.
Lùthien
non ci mise molto per capire chi fosse quell’Uomo.
Sì,
ricordò quello che Gandalf
le aveva raccontato. Soltanto un’arma avrebbe potuto uccidere
il Drago: la freccia
nera. Quando Smaug attaccò
Pontelagolungo, anni prima, il Signore della città non
riuscì ad avere la
meglio sul Mostro. Gli Uomini non avevano abbastanza Frecce Nere da
scagliare
contro il Drago e, quando anche l’ultima andò a
vuoto, per la città non ci fu
più alcuna speranza. Gandalf, però, le disse
anche che quell’ultima Freccia,
scagliata da Girion, riuscì nell’intento di
colpire Smaug, ma non di ucciderlo.
Tuttavia in molti ritennero che non fosse assolutamente vero e che gli
Uomini
avevano fallito ancora una volta, perché deboli.
Quell’Uomo
che adesso si
trovava sul campanile della città a scagliare frecce contro
Smaug, altro non
era che Bard, l’Arciere. Lùthien lo riconobbe
subito. E capì, allo stesso
tempo, che soltanto l’erede di Girion avrebbe potuto
sconfiggere il Drago.
Tuttavia non poteva riuscirci da solo, doveva far qualcosa per
aiutarlo. Le
Frecce che Bard scagliava contro il Nemico rimbalzavano sulla sua
corazza, una
dopo l’altra. Quelle frecce non potevano penetrare la sua
pelle, c’era bisogno
della Freccia Nera. Lùthien si avvicinò, quando
vide che Bard aveva ultimato le
frecce, ma in quel preciso istante un ragazzo stava cercando di
raggiungere
L’Uomo e, con sé, aveva un’arma: aveva
la freccia che avrebbe trafitto il
Drago. La ragazza
pensò che fosse
arrivato, per lei, il momento di agire. Scagliò una freccia
contro Smaug, con
il chiaro intento di attirare la sua attenzione. Il Drago la
puntò quasi subito
e, abbandonando Bard, si diresse verso di lei.
<<
Chi sei tu che osi
metterti contro di me? >> le chiese quello.
<< Non ti ricordi di me,
Smaug? Ci siamo
incontrati in passato. >>
<<
Se t’avessi
incontrata, pulce, t’avrei ucciso. >>
<<
Mi hai risparmiato la
vita, infatti. Hai detto che avresti voluto riaffrontarmi in futuro.
>>
Smaug
le si avvicinò ancora,
con l’intento di guardarla meglio da vicino. Poi,
d’improvviso, parve capire.
<< Ora ricordo. Eri quel gioiello che brillava. Gioiello
che si era
rivelato un inganno. Qual è il tuo vero nome? Non riesco a
ricordare. >>
<<
Sono Lùthien, Figlia
della Foresta. >>
Il
Drago la guardò
intensamente, per qualche istante. << Tinuviel.
>> pronunciò.
<<
Conosci quel nome?
>>
<<
Tinuviel, ora so chi
sei veramente. L’Oscuro Signore ti sta cercando. Ti vuole, e
ti avrà. >>
<<
Chi è l’Oscuro
Signore? E perché vorrebbe proprio me? >>
<<
Perché tu sei una sua
creatura, piccola pulce. >>
<<
Una … una sua
creatura? >> il cuore le andò in gola.
<<
Non manca molto, ti
chiamerà accanto a sé. Spargerete sangue per la
Terra di Mezzo. E tu regnerai
insieme a lui. >> le rivelò ancora il Drago
<< la tua anima è
avvelenata dal Male. E quel Male prenderà presto il
sopravvento su di te. Lo
stesso Male di cui si nutre il tuo Creatore, è dentro di te.
Presto ucciderai
tutti quelli a cui vuoi del bene, perché non saprai
più distinguere ciò che è
giusto da quello che non lo è. Sei il frutto del Male,
dell’odio, delle Tenebre
più Oscure, e della vendetta. >>
<<
Sta zitto! >>
gli urlò contro << stai dicendo un mucchio di
fandonie >> lo
accusò.
<<
Mi stai dando, forse,
del bugiardo? >>
Smaug
sembrava aver perso il
controllo. Agitò la sua coda per aria, mentre
Lùthien non riusciva più a
muoversi per via di tutto quello che le era stato appena rivelato. Vide
che il
Drago stava per colpirla, ma le forze le vennero a mancare e non si
mosse.
<<
Va via, pulce!
>> ringhiò Smaug, colpendola con la sua coda.
Ma
qualcuno arrivò in tempo
per evitare che il Drago la colpisse. Lùthien si senti
scaraventata a terra, ma
capì subito di non essere stata colpita dalla coda di Smaug.
Quando riaprì gli
occhi si ritrovò faccia a faccia con Legolas, e
quest’ultimo sembrava piuttosto
arrabbiato.
<<
Folle >> le
disse semplicemente.
<<
Legolas >>
sussurrò lei << io … >>
<<
Shh, non dire niente
>> la interruppe l’Elfo, aiutandola a
rimettersi in piedi.
Entrambi
si voltarono a
guardare Smaug. Il Drago aveva cambiato obiettivo, adesso stava per
attaccare
Bard. Legolas e Lùthien si resero conto che l’Arco
dell’Uomo era spezzato e che,
anche se la Freccia Nera fosse in suo possesso, senza l’Arco
non poteva far
nulla. Il ragazzo, che gliel’aveva portata, se ne stava
lì, dietro di lui,
impaurito e tremante.
<<
Dimmi, scellerato,
come farai ora a sfidarmi? Non ti resta altro che Morte.
>> Lo minacciò
il Drago. << Bruceranno tutti. Non puoi salvarli dalle
fiamme. >>
Bard
posizionò il ragazzo
davanti a sé, poggiando la freccia sulla sua spalla. Era
chiaro il suo intento
di escogitare un modo per scagliare la freccia, anche senza Arco.
<<
Sta fermo, figliolo
>> disse al ragazzo che, chiaramente, era suo figlio.
Smaug
spiegò le ali,
preparandosi ad un altro attacco. Legolas tenne ben salda la mano di
Lùthien e,
insieme a lei, depose le sue speranze nel coraggio degli Uomini. E, in
quel
momento, tutti i presenti la videro: sotto la corazza, il Drago,
portava una
cicatrice. Il viso di tutti si illuminò. Girion,
l’antenato di Bard, era
riuscito a colpire Smaug, non era affatto solo una leggenda.
Bard
si fece ancor più
coraggio. E, quando il Drago si trovò a una giusta distanza,
scagliò la Freccia
Nera, che andò a colpire l’esatto punto che era
stato colpito centosettant’anni
prima dal suo antenato.
Smaug urlò dal
dolore e si innalzò in cielo,
finché, lentamente, si spense per poi lasciarsi cadere,
morente, nel lago.
<<
Smaug è morto.
>> Pronunciò Legolas incredulo.
Lùthien
lo guardò, ma nei suoi
occhi non vi erano sorpresa né gioia. Le parole del Drago
l’avevano turbata, a
tal punto che non riusciva a sorridere davanti a una notizia di quel
genere.
<<
Non credere alle
parole del Malvagio >> la rassicurò
l’Elfo << io so cos’è che
porti
dentro, ed è tutto fuorché Male. >>
<<
Oh, Legolas >>
sussurrò lei, alzando gli occhi al cielo <<
magari potesse essere così
semplice. >>
I
sopravvissuti al massacro di
Smaug corsero verso il Lago. Vi erano molti feriti tra di loro, e
Lùthien era
alla ricerca dei suoi amici Nani. Li vide intenti a procurarsi una
barca, con
lo scopo di raggiungere gli altri alla Montagna Solitaria. Si
avvicinò, felice
di vederli sani e salvi. Kili la puntò con lo sguardo, e
lasciò per un attimo i
compagni per andare da lei.
<<
Lùthien, vieni con
noi >> le disse il Nano, raggiante.
<<
Non posso, va con
loro, amico mio >> rispose lei, ricambiando il sorriso.
<<
Io so quello che
provo, e non ho paura. Tu mi fai sentire vivo. >>
<<
Kili, io non posso
>> fu la risposta della ragazza.
<<
Io
Ti
amo
>>
<<
Kili … >>
Lùthien
si interruppe. Sapeva
che a pochi passi da lei c’era Legolas ad osservarli.
Sospirò e girò di poco il
capo per intravederlo con la coda dell’occhio.
<<
Lùthien non può
venire con te >> affermò l’Elfo
<< c’è bisogno di lei altrove.
>>
Kili
capì, dall’espressione
della sua amica, che non sarebbe andata con lui. Conosceva da tempo i
sentimenti che la legavano a quell’Elfo, ma solo allora si
rese conto che non
avrebbe avuto nessuna speranza con lei. Il suo cuore apparteneva a quel
Principe.
<< Voglio darti questa
>> proseguì il
Nano, mettendo un oggetto nelle mani di Lùthien
<< come promessa.
>>
Era
la stessa promessa che, kili,
aveva fatto alla madre. Lùthien ricordò la notte
in cui il piccolo Nano glielo
aveva confidato.
Lei
sentì gli occhi farsi
lucidi, mentre Kili tornava dai suoi compagni e, insieme a loro, si
dirigeva
verso la Montagna Solitaria.
Legolas
le venne accanto
<< Non dartene una colpa. I sentimenti non si possono
comandare. >>
<<
Lo so >>
rispose Lùthien << ma ferirlo è
l’ultima cosa che voglio. >>
<<
Ho sofferto
anch’io, per tutti questi secoli.
Solo ora vengo a sapere che il mio amore è sempre stato
ricambiato. Il nostro è
un amore che non si è fermato davanti a nulla. E’
sopravvissuto per anni e
anni, facendosi più forte e intenso. Quel Nano prova
qualcosa di bello per te,
ma non è Amore. Riuscirà a dimenticarti, un
giorno. Capirà che quello che sente
per te è solo una profonda ammirazione. Io ti amo,
Lùthien. Ti amo e tremo come
una foglia ogni volta che pronuncio questa parola. Lo sento
nell’anima e nel
cuore. >>
Lùthien
si sciolse. L’Elfo
cercò di avvicinare le labbra a quelle della ragazza e, nel
momento in cui
stavano per scambiarsi un tenero bacio, le urla degli abitanti di
Pontelagolungo li interruppero.
Stavano
festeggiando il loro
eroe: Bard l’Arciere. Tuttavia l’Uomo li fece
tacere, c’erano troppe cose da
rimettere a posto, non potevano lasciarsi andare a festeggiamenti
inutili.
Legolas
e Lùthien si avvicinarono
a Bard, con lo scopo di conoscere le sue intenzioni.
<<
Dove andrete?
>> domandò l’Elfo.
<<
C’è solo un posto
>> fu la risposta di Bard.
E
quel posto altri non era che
la Montagna Solitaria.
<<
La notizia della
morte di Smaug si spargerà nelle Terre >>
proseguì Legolas.
<<
Certo >>
rifletté l’Uomo.
<<
Altri guarderanno la
Montagna. Per la sua ricchezza, e per la sua posizione. >>
<<
Che cos’è che sai?
>> chiese Bard.
<<
Nulla di certo. E’
quello che temo che succederà. >>
Lùthien
guardò l’Elfo con aria
confusa. C’era qualcosa che non le aveva ancora detto?
<<
Hai visto qualcosa là
fuori >> gli disse la ragazza, allontanandosi insieme a
lui.
<<
L’Orco contro cui
stavo combattendo, Bolg, è figlio di Azog, il Profanatore.
Un branco di Mannari
lo attendeva alla periferia di Esgaroth. Sono fuggiti a Nord.
>> la
informò << Quegli Orchi avevano qualcosa di
diverso, un marchio che non
vedevo da tantissimo tempo: il marchio di Gundabad. >>
<<
Gundabad? >>
domandò, senza capire.
<<
Una roccaforte degli
Orchi nel profondo delle Montagne Nebbiose. >>
Qualcuno
interruppe quella
conversazione, comparendo a cavallo alle loro spalle. Era una delle
guardie di
Re Thranduil.
<<
Mio signore Legolas.
Porto un messaggio da parte di tuo Padre. Vuole che ritorni subito da
lui.
>>
Legolas
annuì <<
Andiamo, Lùthien. >>
<<
Mio Signore >>
lo interruppe la guardia << Sire Thranduil ha detto che
non è la
benvenuta. >>
<<
Ah si? >>
chiese l’Elfo, cambiando radicalmente espressione.
La
guardia annuì, senza saper
cos’altro aggiungere.
<<
Puoi dire a mio
padre, che se non c’è posto per
Lùthien, allora non c’è posto per me.
>>
<<
Legolas >> lo
richiamò subito lei << è il tuo Re
che te lo comanda. >>
<<
Sì, è il mio Re
>> disse lui voltandosi << ma non
può comandare il mio cuore.
>>
Lùthien
si sciolse ancora una
volta. Si avvicinò al Principe e gli diede un bacio sulle
labbra. << Non
ti chiederò di metterti contro tuo padre per causa mia .
>>
<<
E’ stato lui a farlo,
e da tantissimo tempo >> rispose Legolas, facendole una
carezza.
La
Guardia si congedò,
tornando da Sire Thranduil.
<<
Mi dirigo a Nord >>
la informò l’Elfo << verrai con me?
>>
<<
Dove? >>
<<
A Gundabad. >>
Lùthien
annuì, ma in cuor suo
stava ancora ripensando a quello che le aveva detto Smaug. Era figlia
del Male.
Le parole del Drago le risuonarono nella mente. Chiuse gli occhi e si
mise a
scuotere il capo da una parte all’altra per scacciare via
tutto quello che
aveva sentito. Le sembrava come di impazzire.
Legolas
la aiutò a salire sul
cavallo e, prima di partire, il Principe si rese conto dello stato
d’animo
della sua amata.
<<
Stai pensando a
quello che ti è stato detto? >> le chiese,
preoccupato.
<<
Legolas, e se fosse
vero? Non voglio che ti accada qualcosa per causa mia. >>
<<
Sta tranquilla,
risolveremo anche questa faccenda. Sono sicuro che quel Mostro si sia
inventato
tutto. Tu non puoi essere il Male. >>
Lùthien
si strinse al suo
corpo, poggiando il capo sulla sua spalla e chiudendo gli occhi.
Legolas voleva
rassicurarla, ma per quanto si sforzasse non poteva far nulla. Lei
sapeva che
la verità era quella, e solo quella.
Non
c’era nulla da poter risolvere. La cosa che più le
premeva era di salvare il
suo Elfo. E in quale altro modo poteva farlo, se non nel lasciarlo
andare per
sempre?
*Spazio
Autrice*
TA-DAN!
Sì,
sono ritornata per concludere questa storia. Voglio dire, la prima
parte.
Il
prossimo capitolo concluderà il primo atto ^-^
Perciò
non perdetevelo!
Pubblicherò
settimana prossima!
Grazie
a chi ha inserito la FF nelle preferite, ricordate, seguite.
Ah,
e ringrazio anche per i 65 preferiti di “ La Mezzelfa e il
Principe” *-* E’
stata la mia prima ff in questa sezione!
Allora,
vi saluto. Mi piacerebbe sapere la vostra opinione ^_^
Alla
prossima
Baci
Scarl.