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Autore: yuuutsu    24/07/2015    2 recensioni
Avere presente quel genere di ragazzo tanto carino e dolce, ma che quando ci si mette vi fa arrabbiare in maniera esagerata perchè gioca a fare il figo?
Ecco, questo è lui.
E, invece, avete presente quel genere di ragazza apparentemente tanto timida e riservata, ma che alla fine sa il fatto suo?
Questa è lei.
Chi sono loro? Davide e Mariavittoria: migliori amici dai tempi delle medie. Anche se uno dei due non sembra pensarla così...
Sarà sempre così? Resteranno ancora a lungo 'migliori amici'? Chi può saperlo...
La cosa certa è che un bel giorno, un incontro inaspettato gli cambierà la vita, irrompendo nella loro allegra routine quotidiana come solo una tempesta potrebbe fare. 
Impareranno che le cose brutte sono dappertutto, e che accadono alle persone che meno se lo meriterebbero, ma anche che non è detto che debbano per forza condizionare totalmente l'esistenza di questi.
Vi siete incuriositi? 
Bene, benvenuti nel loro mondo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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SORPRESA NELLE NOTEEE (^O^)/

POV GIOVANNI

"Non ce n'è bisogno! Tra poco finisco!"
"Si,si... Certo, come vuoi" risponde lui alzando una mano in segno di saluto.
Sospiro, per poi appoggiarmi allo schienale, già sfinito da questa breve conversazione.
Davide è stato qui per due ore circa, ma nonostante questo non abbiamo parlato molto; probabilmente avrà capito che non ero in vena.
Però dopotutto penso che quell'infermiera avesse ragione: anche solo il sapere che qualcuno c'è accanto a me mi fa sentire meglio. Sarà quello che chiamano "supporto morale"?
I pensieri vorticano nella mia mente in delirio come asteroidi nello spazio, attenti a non scontrarsi l'uno con l'altro, per evitare una collisione che sa di sofferenza. E medicinale.
Nel frattempo, la flebo si svuota lentamente, goccia dopo goccia, secondo dopo secondo.
È la seconda da quando ho cominciato... È terribile: mi sembra di sentire le goccioline di quel veleno che si muovono dentro di me...
Le percepisco quasi scendere lungo il tubicino, fino ad arrivare alla vena e ferirmi una dopo l'altra, come tanti piccoli spilli che mi si conficcano nella carne.
Chiudo gli occhi reprimendo un conato di vomito, ormai grondante di piccole, amare, sofferte gocce di sudore, che hanno praticamente imbrattato la mia T-shirt a maniche corte -si, perchè qui anche a fine inverno fa caldo per via dei condizionatori impostati fissi a trenta gradi, figurarsi se nelle mie condizioni mettevo una felpa...- .
Serro la mano destra in un pugno, facendo sbiancare le nocche, nell' -ennesimo- attimo nel quale mi manca l'aria.
Inspiro ed espiro ripetutamente per riprendere fiato e dopo poco il mio respiro si regolarizza.
Che vita di merda! 
La tensione comincia a dissolversi, quando la sensazione di qualcuno che mi chiama si insinua nel mio dormiveglia forzato e mi fa sbarrare gli occhi.
Ci metto qualche secondo a focalizzare cosa ho davanti, ma quando lo faccio mi ritrovo due occhi del colore del mare (in tutte le sue sfumature, dal sottilissimo contorno blu scuro delle iridi al verde-azzurro che si va schiarendo, alle pagliuzze dorate sparse a renderle ancora più belle -ma si può sapere che diavolo mi prende?!-)che mi fissano.
"Ehi... Stai bene?" mi chiede un' Azzurra alquanto preoccupata.
"No." rispondo sospirando "No, non sto bene. Sto malissimo."
"Io..."
"Come mai sei qui?" Le chiedo impedendole di continuare. Non mi va di sentire parole compassionevoli, nè frasi di circostanza.
Difatti, mi preparo ad ascoltare un discorso sul fatto che non sa cosa si prova ma può immaginarlo e quindi la presenza di qualcuno è necessaria e bla bla bla, ma la sua risposta mi spiazza.
"Sono venuta per prendere il tuo numero di cellulare" dice sventolandomi davanti il suo telefonino 
"Eh?" chiedo io confuso 
"Ma si! Io ti ho dato il mio, ma tu non mi hai dato il tuo.
Non mi pare giusto: non è uno scambio equivalente!"
"E quindi tu saresti venuta qui, in questo reparto schifoso -non mi importa se mi sentono, mi guardassero pure storto- correndo il rischio di trovarmi in questo stato e disgustarti, solo per uno stupidissimo numero di cellulare?" chiedo io sconvolto.
"Certo. E poi, ho pensato che ti saresti annoiato qui, tutto solo soletto...
Purtroppo sono potuta venire solo ora, perchè ho dovuto fare un controllo" continua "e, visto che ho 'saltato' la colazione , l'infermiera voleva costringermi a mangiare quella robaccia che ci portano sotto le mentite spoglie di the e fette biscottate... PUAH!" continua concludendo in tono disgustato, suscitando una mia risatina divertita.
Purtroppo questa è seguita da una fitta alla testa che mi fa praticamente piegare.
"Giovanni!
Ehi! Ehi!" mi richiama lei
"N-non preoccuparti... Sto b-benone..." La rassicuro io, cercando di fare un qualcosa con le labbra che possa minimamente assomigliare ad un sorriso, ma dubito che sia sembrato credibile -sempre se si è capito cosa era-.
"Ma smettila!" dice lei mettendomi le mani sulle spalle, facendomi appoggiare allo schienale. 
"Si vede lontano chilometri che non stai bene!" continua sedendosi accanto a me
"Ti... Ti ripeto che non ti devi preoccupare... È tutto a posto" rispondo io tra gli spasmi.
E pensare che non mi ero nemmeno accorto di balbettare, certo che sono messo davvero male...
Chiudo gli occhi cercando di rilassarmi, e sento sulla mia mano il tocco leggero e imbarazzato di un'altra, più piccola, sottile: la mano di Azzurra.
Sorrido, e mi sembra che il dolore vada alleviandosi, almeno un po'...


POV AZZURRA

Non so quanto tempo sia passato - potrebbe essere trascorsa un'ora, come dieci minuti-, ma so che l'ho trascorso interamente a tenere la mano di questo biondino che nel giro di neanche due giorni mi ha stravolto la permanenza qui all'ospedale: pensavo avrei trascorso i miei giorni relegata in camera oppure sbattuta qua e la tra controlli di ogni genere, invece mi ritrovo a tenere compagnia ad un ragazzo che dovrebbe essere l'ultima persona ad essere su questa maledetta sedia...
In questo tempo trascorso su questa sedia ho osservato soprattutto il suo viso: è come se stesse dormendo, ma non proprio, per via dei conati di vomito oppure dei capogiri che a volte lo assalgono. In quei momenti la sua espressione è la rappresentazione della sofferenza e io, che non posso fare altro che stargli accanto in questa sala così silenziosa -a parte per qualche infermiera che ogni tanto viene a vedere se sia tutto a posto-, mi sento completamente inutile.
Lo vedo strizzare gli occhi e aprirli lentamente, cercando di mettersi a sedere, cosa che gli viene impedita dall'ennesimo capogiro. 
"Ehi, ehi, fai attenzione!" lo riprendo io alzandomi dalla sedia per avvicinarmi a lui
"Scusa." dice lui con voce flebile
"Perchè mai dovresti chiedermi scusa?" rispondo io
"Per averti permesso di vedere questo..." mi dice guardando le sue mani strette a pugno
Sorride amaramente, per poi aggiungere : "Chissà perché, mi trovi sempre nei momenti peggiori... 
Mentre mi dimeno per uno stupido disinfettante, mentre non trovo la strada per il bar..." 
Al solo pensiero di quelle volte mi scappa da ridere, e a quanto pare lui se ne è accorto, perchè mi fa un mezzo sorrisetto di rimando.
"... E, così." conclude a testa bassa.
Sospira, guardando verso la flebo, che sta per svuotarsi completamente, mentre le goccioline di medicinale che hanno scandito i secondi che ho passato qui scendono lente lungo il tubicino collegato al braccio di Giovanni.
Stringo la sua mano e lo fisso dritto negli occhi.
Ci sono.
Dopo poco arriva un'infermiere che stacca il tubicino e butta la flebo, per poi togliere l'ago dalla vena del biondo steso sulla poltrona e tamponare le gocce di sangue che fuoriescono con un batuffolo d'ovatta.
"Allora tienilo per un po', almeno finchè il sangue non smette di uscire, okay?" gli dice appoggiandogli una mano sulla spalla.
Lui annuisce e preme il dito indice sul punto dove prima c'era quello dell'infermiere e sospira di sollievo.
Poi si gira verso di me,ricambiando la mia stretta e mi guarda, un accenno di sorriso sulle labbra:
È finita.



NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tuttiiiii!Oggi sono puntualissima, visto?
(^ω^)
Comincio col dire che il capitolo è corto per mia scelta, volevo soffermarmi su questo momento davvero importante per me.
Ci ho messo l'anima per scriverlo e spero vi piaccia almeno un po' di quanto a me è piaciuto farlo.
Ringrazio le persone che ultimamente -e non- hanno aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate: mi spiace di non essere riuscita a farlo per messaggio privato come faccio sempre... (._.)
Comunqueeee... Ecco a voi la sorpresa: Vi ricordate che stavo cercando dei volti che ricordassero i miei personaggi -come li immagino io-? Ecco, finalmente li ho trovati, anche con l'aiuto di una mia amica, merygrais -purtroppo presente solo su wattpad-, che ha voluto farmi il collage che trovate qui sotto e anche quelli shipposi (visto che ci sono vi lascio anche quello Giozzurra -si ringrazia giupinix per il nome della ship- ;) ) Spero vi piaccia!

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Giovurra |

(Si, quello per Giovanni è Jamie Campbell Bower (≧∇≦)*^* :Q___ Sono rimasta scioccata vedendo come ci assomigliasse ( ̄▽ ̄) ) Come sempre grazie a tutti voi e ci vediamo Venerdì prossimo! 
Baci, (una euforica) KNT <3

   
 
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