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Autore: leodefilippi    23/01/2009    0 recensioni
...il freddo di quel corpo lo privò di qualsiasi calore vitale.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In quei giorni non si sentiva bene: i troppi dolori provenienti dal passato non gli davano tregua e il presente faceva di tutto per non aiutare.
La vita per lui si era ridotta a una routine che gli lasciava l’amaro in bocca per la sua incapacità a reagire:
per quanto fosse grande la sua voglia di cambiare l’assenza di risposte ai suoi tentativi di cambiamento non faceva altro che renderlo più chiuso in se stesso.
Per questo motivo decise di recidere tutti i contatti con l’esterno, ci era già passato altre volte attraverso quei falsi sorrisi e quelle ipocrisie, sapeva quanto si soffre quando ci si accorge di come è la realtà e mentire a se stesso non era la soluzione.
Poco a poco divenne sempre più assente, nessuno se ne rendeva conto ma stava lentamente abbandonando la vita, la lasciava fluire fuori di se senza trattenerne neanche un frammento, era sempre più vuoto dentro.
La maggior parte delle persone non si accorgevano di questo, lui era in fondo un attore, con un sorriso sviava l’attenzione, ma se una qualsiasi persona lo avesse guardato negli occhi probabilmente sarebbe iniziato a precipitare nello stesso baratro di dolore in cui lui ormai viveva.
Chi avrebbe dovuto accorgersi di qualcosa forse notò i segni ma non fece nulla che lui riuscisse a recepire, gli sembrava quasi che più fosse assente meglio fosse: cessarono le critiche, i litigi diminuirono, il suo essere passivo sembrava non portargli dolore.
Nel profondo invece non riusciva a darsi pace:
quei pochi momenti in compagnia di altri lo avevano segnato, sentiva mancanza degli altri, ma la sua grande sfiducia nel prossimo e la sua convinzione di essere circondato da ipocriti lo legavano ogni giorno di più in quella sua prigione.

Il tutto fino a quella sera.
Quella sera si rese conto di essere arrivato al limite, non poteva più sopportare quella prigione, non poteva più sopportare di continuare a scivolare in quella spirale di dolore:
aveva deciso di farla finita
Scrisse sul suo diario due pagine in cui raccontava i dolori strazianti che stava sopportando, li lasciò in modo che venissero trovati.
Scese al piano di sotto, in cucina ove prese il coltello.
Con gli occhi pieni di lacrime si apprestava a compiere il gesto estremo, sentiva di essere quasi riuscito a liberarsi dalle catene.


Quando ad un tratto la sveglia suonò:
purtroppo era tutto uno splendido sogno.
  
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