Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Doomsday_    25/07/2015    6 recensioni
Draco è solo. Dovrà eseguire ciò che l'Oscuro Signore gli ha ordinato di compiere. E non ha nessuno... nessuno tranne lei.
Astoria farà qualsiasi cosa è in suo potere per restargli accanto. Perfino quando sarà lui stesso ad allontanarla.
Il loro amore è come una stella che, nel buio della notte, brucia in tutta la sua intensità fino a distruggersi.
Dal capitolo dieci:
- Ripensare alla biblioteca diede a Draco un senso di forti brividi: ancora gli era ignoto quel che lo aveva trattenuto dal baciarla quando, per la prima volta dopo mesi, aveva finalmente potuto tenerla tra le braccia. Nel toccarla ogni tentativo di starle distante era crollata, e un intenso malumore l'aveva colto nel godere di quel suo sguardo insolitamente luminoso. Stelle aveva definito quegli occhi, stelle di quel suo cielo buio.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







Restare a galla.





Quella sera il castello sembrava immerso nel silenzio più totale. Persino i quadri tacevano, già assopiti e sonnecchianti, poggiati contro le loro cornici.
Asteria aveva da poco lasciato l'Infermeria, Draco dormiva profondamente e Madama Chips l'aveva costretta ad andarsene, dato che il coprifuoco era già scattato, assicurandole che – data la quantità di sangue che Draco aveva perduto – il ragazzo non si sarebbe svegliato prima dell'indomani.
Così Asteria se ne andò, ma non si diresse nei Sotterranei, bensì prese a salire le scale, incurante dei Prefetti che avrebbe potuto incrociare per la sua strada.
Si presentò nello studio del Preside a testa alta. Silente la accolse con la sua solita espressione gentile: sembrava aspettasse una sua comparsa. La invitò a sedersi e la ragazza non poté ignorare la mano destra, nera e rattrappita contro il petto del Preside.
Nello Studio era presente anche il professor Piton, il volto corrucciato, rimaneva in disparte, nell'ombra della stanza.
« Sentite condoglianze per vostro padre, signorina Greengrass », interloquì Silente, all'interno degli occhi azzurri una luce di sincero dispiacere.
Asteria non finse di apprezzarle, si limitò ad annuire, guardando il Preside a denti stretti e nello sguardo quanta più decisione potesse mostrarvi.
« Voi-Sapete-Chi ha ordinato a Draco di uccidervi » disse senza mezzi termini. Si sentiva a disagio nello stare lì seduta, con quell'uomo anziano dai modi ostinatamente garbati. Stava tradendo Draco e la sua stessa famiglia ma, in cuor suo, sapeva che doveva essere fatto; non importava quanto la facesse star male. Silente aveva ragione: doveva provare a proteggere chi amava.
Silente scoccò un'occhiata a Piton, poi chinò la testa come se ne fosse appena rammaricato « Vi ringrazio per la vostra onestà, signorina Greengrass. Le vostre intenzioni vi fanno molto onore » disse e Asteria capì che ne era già al corrente.
« C'è un'altra cosa » aggiunse, puntando - questa volta - lo sguardo sulle proprie mani, incrociate sulle gambe. « Draco farà penetrare alcuni Mangiamorte nel castello ».
« In che modo? »,
« Vorrei che il professor Piton non ascoltasse. »
Silente sembrò sbigottito dalla richiesta, perciò Asteria – con rigida e impersonale formalità – esplicò le proprie motivazioni senza la minima variazione d'espressione: « Ha partecipato alla spedizione punitiva contro la mia famiglia. Si è infiltrato in casa mia, di notte, approfittando della vulnerabilità del momento. Ha guardato morire mio padre senza battere ciglio e con la stessa noncuranza ha proposto il mio nome per assolvere alle mancanze di mio padre. Me, una sua studentessa, su cui ricade la sua responsabilità. Non mi fido di lui e non dovreste neppure voi ».
Silente si mostrò atterrito e, con espressione grave, fece un cenno verso Piton, il quale restò a fissare la ragazza per un lungo istante, ma lei continuò a guardare dritto dinanzi a sé, imperturbabile. Poi lasciò la stanza con, se possibile, il volto ancor più cereo del normale.
« Ha trovato una stanza in cui vi è nascosto un passaggio, il quale può aggirare gli incantesimi di protezione di Hogwarts. Ma il passaggio è rotto, lui sta provando ad aggiustarlo... non so se riuscirà, professore. Sembra determinato, ma vive costantemente nella paura » il volto di Asteria si rabbuiò, sotto il dolce sguardo comprensivo del Preside.
Non aveva molte occasioni di sentirsi compresa e al sicuro, eppure lì in quell'ufficio ovale, circondata dai quadri dei vecchi Presidi di Hogwarts, Asteria si sentì per la prima volta tanto protetta da poter affidare i propri pensieri e segreti a qualcuno, senza correre alcun pericolo. Nonostante questo, tacque a lungo, torcendosi le dita delle mani e assaporando quella fittizia sensazione di agognata pace.
« Non so dove essa si trovi, lui non l'ha mai detto. Ma informi i professori, Professor Silente: i Mangiamorte non si fermeranno solo a voi »
« Mi assicurerò che tutti voi siate al sicuro ».
Asteria sorrise a quell'affermazione « Noi non saremo mai al sicuro.
« Ci sono studenti che imparano a combattere e a difendersi... e poi ci siamo noi che dobbiamo strisciare silenziosi nell'oscurità finché non siamo abbastanza vicini da mordere il nostro nemico. È come una grande scacchiera, professore, e ogni pedone ha il proprio ruolo. Ma persino quelli sacrificabili sono essenziali per raggiungere un obiettivo e fare scacco matto. Non mi imbarazza essere considerata sacrificabile. Ma non ci illuda di poter salvarci, perché è chiaro ormai quanto siamo abbandonati a noi stessi e alla gentile misericordia del Signore Oscuro ».
Così Asteria tolse il disturbo, mentre il vecchio Preside la guardava con occhi lucidi e l'ennesimo sorriso di circostanza.
Rimasto solo, Silente si lasciò andare ad una smorfia dolorante e profondamente afflitta.
Severus rientrò nello studio a passo di carica, palesemente infastidito per essere stato escluso dalla conversazione.
« Cosa le ha detto? » chiese, precipitoso.
Silente guardava altrove, con espressione smarrita. « Non è importante, al momento. Penso che lo sia, invece, allertare l'Ordine della Fenice ».


Mentre tutti gli studenti si affrettavano a raggiungere la Sala Grande per consumare la prima colazione, Asteria si recò in Infermeria a passo svelto. Con sollievo, trovò Draco ancora addormentato in un sonno tranquillo.
Gli si sedette accanto, prendendogli la mano per accarezzarla. Rimase così, in silenzio, contenta del fatto che – quando si sarebbe svegliato – l'avrebbe trovata lì al suo fianco. E, nell'aprire gli occhi, Draco Malfoy sembrò condividere quella stessa felicità.
« Sei sveglio... » disse, con voce incrinata. Gli accarezzò il viso, poi i capelli, gli zigomi, il collo. Lui la lasciava fare, sorridendo mesto, nonostante le ferite continuavano a bruciargli anche se ormai rimarginate.
« Come ti senti? Vuoi un po' d'acqua? » disse, apprensiva « forse è meglio che chiami Madama Chips » fece per alzarsi, ma lui la trattenne sul posto.
« No, non serve » la voce di Draco risultò leggermente rauca e impastata e quasi Asteria stette per ignorare la sua protesta, quando decise che dargli dell'acqua, per il momento, sarebbe potuto bastare.
« Cos'è successo, Draco? ».
Lui assunse un'aria imbronciata e poi, con fare evasivo disse: « Mi ha colto in un momento di debolezza, tutto qua. Non ho ragionato, né pensato. Volevo solo sfogarmi e lui mi ha invitato a nozze. E... ecco il risultato ».
« Chi l'avrebbe detto, eh? Potter che scaglia maledizioni... » la vide accennare un sorriso piuttosto pallido.
Draco la scrutò con più attenzione « Cosa c'è che non va? ».
Asteria si fissò le mani, piuttosto incerta se parlare o meno; ma poi, con un breve sospiro, cedette: « Stavi parlando con Mirtilla Malconteta » non era una domanda, eppure Asteria alzò lo sguardo per cercare conferma negli occhi del ragazzo, « ti stavi confidando con lei » emise un verso che poté sembrare quasi sarcastico se il resto della frase non fosse suonato così ferito: « Ti fidi di un fantasma e non di me? ».
Draco tacque per un lungo istante; serrò le palpebre come se ascoltare quelle parole lo avesse stancato ulteriormente.
« È questo che pensi? » domandò, infine.
Asteria non rispose, attese che fosse lui a spiegarsi.
Draco strinse la mano di Asteria, ancora abbandonata sulla coperta del letto.
« Lei non può morire, Asteria », mormorò sconfitto, « Non può essere torturata, né usata... » fece una breve pausa, per poi dire in un filo di voce: « ... o uccisa. »
Asteria gli sorrise, con sguardo malinconico, e gli accarezzò i capelli di un biondo quasi bianco, dicendo: « Ma tu non devi preoccuparti per me. Ne abbiamo già parlato, lo sai ».
Si sporse per baciargli le labbra, ma lui rimase impassibile al gesto, guardando altrove con occhi tormentati.
« Smettila » lo rimproverò lei « E guardami, Draco Malfoy. Sei arrabbiato. Sei abbattuto e spaventato. Lo capisco, ma ora devi ritornare in te e finire ciò che hai iniziato ».
Continuò a fissare il soffitto mentre scuoteva leggermente la testa.
« Ho finito. L'ho aggiustato. Ci sono riuscito » quelle parole non possedevano il minimo accento di trionfo.
Draco non osava guardarla, ma l'aveva sentita irrigidirsi e, il suo silenzio, fu più eloquente di qualsiasi frase avesse potuto rivolgergli.
« Dobbiamo solo aspettare il momento propizio. Aspettare che Silente lasci Hogwarts, cosicché... » un lungo sospiro spezzò la frase « al suo ritorno saremo pronti. »
« Riabiliterai il nome dei Malfoy agli occhi dell'Oscuro Signore, vedrai » lo sostenne lei, in un filo di voce.
Draco annuì, cercando di convincersi di ciò, ma calde lacrime di rabbia erano già risalite agli occhi a conferma di quanto poco in realtà ci credesse.
« Perché non hai paura di me? Io ho paura di quello che sto facendo. E di chi sto diventando. Non so più chi sono »
« Io so chi sei. » Si sporse su di lui, in cerca dei suoi occhi, « Non dire così, ti prego ».
Vide quell'amore incondizionato che, da sempre, Asteria gli aveva riservato, quella completa fiducia e assoluto sostegno e, per la prima volta, ne fu realmente spaventato. Come un lampo che infrange il cielo scuro, ricordò Asteria frapporsi tra lui e Potter, pronta a ricevere la maledizione al suo posto. Aveva ragione Daphne, capì Draco.
« Basta! Mi stai troppo addosso. Tutti mi stanno addosso. Non riesco più a respirare. Voglio che tu te ne vada », scattò lui all'improvviso, tanto che Asteria si ritrasse con tutta la sedia.
« Cosa? » balbettò lei.
« È finita, Asteria. Finisce qua. Non posso stare a pensare anche a te... »
Asteria ci mise un po' per comprendere che cosa fosse finito per Draco e, quando capì che si trattava della loro storia un verso indignato le sfuggì dalle labbra.
« Avevamo già parlato di questo! Sappiamo entrambi a cosa stiamo andando in contro e avevamo deciso di andarci insieme, di esserci l'uno per l'altra. Come puoi dire una cosa del genere, adesso? »
« Non hai capito: non provo più nulla per te. Voglio che ci lasciamo. Dimentica tutte le promesse, non lo sto facendo per te »
Asteria parve sbiancare, eppure rispose: « Attento alle parole. So quando menti, Draco »
E quest'ultimo allora si chiese chi fosse quella ragazza davanti a lui, che lo guardava con una sfida e una sicurezza che non le erano mai appartenute prima.
« Ti sto dicendo che non ti voglio », rimarcò lui a denti stretti.
« E io ti sto guardando dritto negli occhi, Draco Malfoy, e ti dico che non ti credo »
Si guardarono con sfida per quel che sembrò un lungo istante, durante il quale nessuno dei due sembrava avere la benché minima intenzione di cedere.
« Vattene » ripeté Draco, esasperato.
« Se tu pensi che ti lascerò qui, da solo, ancora infermo, confuso e spaventato, ti sbagli di grosso » la voce di Asteria sembrò iniziare a tremolare, eppure i suoi occhi lanciavano fiamme.
« Perché non dovresti? Riuscirei a ristabilirmi quanto prima, senza la tua opprimente presenza a misurare ogni mio singolo movimento! »
Asteria scattò in piedi, tremante « Perché l'unica soluzione che trovi per difendermi è sempre fingere di non amarmi? » sbottò.
Draco si sollevò a sedere e il lenzuolo scoprì il petto nudo, coperto solo da fasciature imbevute di dittamo a lenire le profonde ferite. Sul braccio sinistro il Marchio Nero spiccava funesto sulla pelle pallida.
« Perché... » gridò, ma si bloccò di colpo, rendendosi conto che lei lo stava guardando. Si affrettò a coprire il Marchio, ma Asteria lo fermò. L'aveva già visto una volta, prima, ma non da così vicino. Ne rimase quasi affascinata. Lo scrutava, seguendone i contorni con il dito.
Draco la lasciò fare, seppure chiuse gli occhi, rosso di vergogna e rabbia. Avrebbe voluto allontanarla, coprirsi il braccio: tutto purché lei non lo vedesse più. Ma qualcosa lo tratteneva, forse il tocco gentile con cui lo accarezzava o l'innocente curiosità in fondo ai suoi occhi verdi; eppure il marchio non doleva più, nonostante avesse rappresentato l'accusa che perenne bruciava sul suo avambraccio.
Solo in un secondo momento Asteria si accorse della rigidità dei suoi muscoli tesi fino allo spasmo. Draco guardava altrove, imbarazzato; così lei gli rivolse un sorriso timido e, con una naturalezza disarmante, si chinò a baciare il Marchio Nero.
« Amo ogni parte di te, Draco Malfoy » affermò con occhi brillanti, pronta – come ogni volta – a rassicurarlo.
Draco allora imprecò, afferrandole il viso, imprigionandolo tra le sue mani e la baciò con trasporto e rabbia e passione. La baciò assaporando il gusto delle sue labbra e della sua lingua; infondendo in quel gesto che sapeva di sofferta disperazione tutti i tormenti, le indecisioni, i sentimenti contrastanti e tumultuosi. Si sentiva come prigioniero di un'altalena che oscillava, inarrestabile, tra piacere e paura, volerla al sicuro e tenerla accanto a sé.
Poi, ancora a quella vicinanza, la guardò negli occhi, carezzandole le guance e i capelli. Sembrava impazzito, fuori di sé, tanto che Asteria fece fatica a riconoscere i suoi occhi azzurri.
« Sei la cosa più bella che ho » le disse « Mi hai capito? Ti amo. Ti amo da impazzire. Perciò ti prego, ti supplico: stammi lontana. »





Angolo Autrice: Rieccomi qui con un nuovo capitolo!^^ Ci stiamo avvicinando sempre più alla fine ma... niente, Draco rimane sempre il solito u_u" Ma noi lo amiamo anche per questo, non è vero?
Ringrazio infinitamente AlexisVictorie ed ehikatnijss per le loro dolcissime recensioni!^^ Vi adoro!
Inoltre ringrazio le 22 persone che hanno messo la storia tra le preferite, le 46 che l'hanno messa tra le seguite e le 8 tra le ricordate!
Grazie grazie grazie a tutti!! :3

Per essere sempre informati di ogni aggiornamento della storia, questa è la mia pagina ufficiale: Doomsday_



   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Doomsday_