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Autore: Aklylia45    26/07/2015    1 recensioni
E se i personaggi di "The 100" fossero gli studenti di Hogwarts?
Sono passati ormai vent'anni dalla sconfitta di Voldemort e la scuola di magia e stregoneria ha finalmente riaperto i battenti,per accogliere i nuovi studenti in totale sicurezza e serenità.
Tuttavia qualcosa non va...
A qualche settimana dall'inizio della scuola alcuni studenti scompaiono e nelle loro stanze vengono rinvenute alcune parti del corpo dei malcapitati.
Un killer si nasconde a Hogwarts ma nessuno lo trova, nessuno sa chi sia...
Clarke e i suoi amici dovranno scovare l'assassino prima che uno di loro venga preso..
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Finn Collins, Octavia Blake, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DALLE STALLE ALLE STELLE

 

Nel pomeriggio i Grifondoro e i Corvonero si diressero alla rimessa delle scope con Madama Bumb.
La rimessa non era altro che una casetta di legno, con all'interno un'infinità di scope.
Mentre tutti discutevano su quale tra una Scopalinda 230 e una Nimbus 407 fosse la migliore, Clarke, non capendo niente di scope, ne scelse una a caso, controllando però saggiamente che non ci fosse lo stemma della scuola sul manico, come le aveva consigliato Monty.
Quando tutti ebbero preso la loro scopa, si diressero nel campo da Quidditch e Madama Bumb spiegò loro come montare sulla scopa.
Il campo era enorme, tre volte più grande di quanto Clarke avesse immaginato, i sei anelli per la Pluffa si stagliavano imponenti su di loro, ad un'altezza tale che Clarke si chiese cosa volesse dire cadere dalla scopa durante una vera partita.
Chiuse gli occhi e immaginò una folla di persone che riempiva gli spalti esultare per la propria squadra, immaginò di essere in campo, con la divisa Grifondoro e poi s'immaginò sfracellata a terra con le ossa sbriciolate, e tornò alla realtà.
Non ne sarebbe mai valsa la pena.
Il Cappello Parlante l'aveva messa nella Casa dei coraggiosi, ma lei non era mai stata un cuor di leone.
«Bene» disse l'insegnante «Ora provate a decollare dandovi una forte spinta con i piedi e tirando leggermente il manico della vostra scopa verso di voi»
In un primo momento nessuno ebbe il coraggio di muovere un muscolo, poi Octavia spiccò il volo calma e sicura di sé, fermandosi a quattro metri da terra per invitare i compagni a fare lo stesso.
«Dai, Clarke!» le urlò «È facilissimo»
La seconda a partire fu Raven, seguita da molti altri.
Clarke dal canto suo era terrorizzata, ma non voleva essere l'ultima a decollare, quindi chiuse gli occhi, strinse forte le mani attorno al manico della sopa, facendo diventare le nocche bianche, e si diede una forte spinta con i piedi.
Quando finalmente aprì gli occhi, era sospesa a mezz'aria a otto metri da terra.
E la vista era mozzafiato: da quell'altezza poteva vedere il giardino ovest del Castello, la torre dell'orologio e il villaggio magico di Hogsmeade.
Octavia le aveva raccontato che era uno dei pochi villaggi magici totalmente abitato da streghe e maghi.
Da lassù, Clarke poteva chiaramente distinguere la torre del negozio di dolci ''Mielandia'', la Stamberga Strillante, e il piccolo, cupo e misterioso cimitero che Octavia trovava tanto ripugnante quanto Clarke lo trovava affascinante.
Dopo pochi minuti tutti riuscirono a spiccare il volo e Madama Bumb riprese a parlare.
«Per scendere basta inclinare il corpo in avanti con delicatezza, ora provate» disse loro.
Molti, in preda alle vertigini, non se lo fecero ripetere due volte, e scesero, quasi in picchiata, a terra, mentre Clarke era troppo inebriata dalle nuove sensazioni per scendere, quindi indugiò più del necessario.
Quando si decise a tornare a terra, un gridò insopportabile attirò l'attenzione di tutti a cinque metri di distanza da lei: una giovane Corvonero con i capelli rossi stava cercando di reggersi sulla scopa che pareva impazzita.
Fece un brusco scarto a destra, poi si ribaltò, costringendo la ragazza a reggersi solo con le mani, mentre le gambe penzolavano e mezz'aria, scartò a sinistra e salì vertiginosamente, provocando altre grida acute.
La scopa stava tentando di disarcionarla.
«Charlotte, che fai?» gridavano i Corvonero, mentre Madama Bumb soffiava sul fischietto e minacciava la povera Charlotte di espellerla.
Solo Clarke, che ipotizzò che quello fosse solo uno stupido scherzo di Jasper finito male, sapeva che non era di Charlotte la colpa e mentre gli altri la sgridavano, Clarke capì che se qualcuno non avesse aiutato la Corvonero a scendere, lei sarebbe morta, sfracellandosi al suolo da più di dodici metri di altezza.
Quindi fece l'unica cosa che poteva fare: agì.
Virò rapidamente a destra e sfrecciò verso la Corvonero.
Arrivò appena in tempo: Charlotte perse la presa ma Clarke, veloce come il vento, l'afferrò per il braccio e planò a terra, depositandola a pochi metri dai compagni Corvonero.
Una folla di persone le fu addosso, mentre Charlotte, in preda al panico, tentava di spiegare che la colpa non era sua, ma della scopa, probabilmente difettosa.
«Mettete in ordine le scope e tornate nella vostra Sala Comune» disse Madama Bumb mentre aiutava Charlotte a rialzarsi per portarla in infermeria «Quanto a lei, signorina Griffin, la voglio vedere ne mio ufficio dopo cena»
Quando l'insegnante se ne fu andata, Clarke andò a raccogliere la scopa di Charlotte, caduta lì vicino e controllò il manico: non c'era il marchio della scuola come pensava.
Non era di Jasper la colpa.
«C'è poco da ridere» borbottò Finn guardando gli spalti.
Solo allora Clarke notò che Tristan, Murphy e Bellamy avevano osservato tutta la scena dalla tribuna d'onore.
Il maggiore dei Blake vide che Clarke lo stava osservando, e le fece il suo solito sorriso storto.
Era tipico di Clarke saltare subito alle conclusioni, e quella non fu certo la volta in cui si smentì.
Quando Clarke entrò nella Sala Grande per la cena, fu accolta da una folla entusiasta.
In un modo o nell'altro, tutti avevano saputo del salvataggio di Charlotte, e a giudicare dal boato entusiasta, erano tutti rimasti molto colpiti da Clarke, che era riuscita a fare manovre impeccabili con la scopa durante la sua prima lezione di volo.
I Corvonero si alzarono dalla loro tavola e le furono subito addosso: alcuni le tendevano le mani, altri le davano delle pacche sulla spalla e altri si complimentavano.
Clarke sorrideva, stringeva mani a più non posso e ringraziava i compagni, tutta presa dalla confusione per lo scompiglio.
Tuttavia poté distinguere dal tavolo Serpeverde vari grugniti, alcune espressioni disgustate e altre divertite.
Di certo a nessuno di loro era andata giù che Clarke avesse ottenuto tanta notorietà, dopotutto i Grifondoro erano sempre stati considerati gli Anti-Serpeverde per eccellenza, gli unici che potevano essere davvero considerati degli avversari per quanto riguardava la Coppa di Quidditch e quella delle Case.
Ogni successo della Casa dei coraggiosi di cuore, era una sconfitta per la Casa dei gloriosi astuti, e quello di Clarke non era da meno.
Solo un Serpeverde sorrise a Clarke quando lei lo guardò con aria di sfida.
«Che fai Blake?» gli chiese Kristin Hayes, una Serpeverde del terzo anno.
«Mi diverto un po'» rispose lui, senza smettere di fissare Clarke «Nient'altro».
Una volta calmati gli ammiratori, Clarke poté finalmente prendere posto a tavola vicino a Finn, sperando di passare una cena tranquilla, senza alcun inconveniente.
Per la seconda volta quel giorno, le cose non andarono esattamente come Clarke avrebbe preferito.
«Complimenti Griffin!» esclamò Jasper piazzandosi sul posto davanti alla ragazza «Abbiamo saputo della tua folle impresa di salvataggio di oggi pomeriggio!»
«Ormai sei un'eroina» aggiunse Monty sedendosi davanti a Finn, mentre Jasper annuiva convinto alle sue parole «Non riuscirò mai ad abituarmi a vederti bionda, sai?»
«Grazie ragazzi» rispose Clarke sorridendo, divertita dalla buffa coppia di amici «Ma probabilmente mi espelleranno o qualcosa del genere...Madama Bumb vuole vedermi nel suo ufficio dopo cena.»
«Fidati Clarke» disse Raven lasciandosi cadere sul posto libero accanto a Monty «Non possono espellere la ragazza che ha salvato la vita ad un'altra studentessa»
«Già, al massimo ti faranno pulire il bagno delle ragazze del terzo piano, ma non sarà molto sporco, nessuno ci va mai a causa del fantasma di Mirtilla Malcontenta» concordò Jasper, prima di voltarsi verso Raven «Tu non puoi stare qui,sai?»
«Che hai fatto all'occhio?» chiese Monty indicando il livido che Clarke aveva notato quella mattina, ma che sembrava essersi sgonfiato e schiarito.
«Blake» sibilò la ragazza con un accennò di furia vendicativa nella voce che fece tremare i due buffi amici.
«Octavia?» chiese Finn scandalizzato all'idea che l'amica avesse fatto del male alla Corvonero.
«Bellamy» lo corresse Raven.
«Parlate di Bell?» chiese Octavia sedendosi vicino a Clarke.
«Quidditch» mentì Raven «Grifondoro gioca la prima partita contro Serpeverde, tuo fratello è in squadra, vero?»
«È il Battitore numero sette» confermò orgogliosa Octavia «Ma che hai fatto all'occhio?»
Uno sguardo di pura malignità si dipinse nel viso di Raven.
«Un incidente» mentì di nuovo.
«Fermi tutti» disse Jasper sgranando gli occhi verso Octavia.
Per un instante Clarke temette che il ragazzo stesse per smascherare le bugie che Raven aveva appena detto.
«Tu sei la sorella minore di Blake?»
«La sorella del Battitore Nero?» gli fece eco Monty.
«Aspetta,cosa?» fece Raven perplessa «Il Battitore Nero?»
«È tipo il Battitore più malvagio e geniale di Hogwarts degli ultimi cinquant'anni!» spiegò Jasper
«Se Serpeverde l'anno scorso ha vinto la Coppa di Quidditch è solo grazie a lui!» continuò Monty
«Perché lo chiamano Battitore Nero?» domandò Finn interessato.
«L'ultima partita dell'anno scorso contro Corvonero ha letteralmente messo K.O. l'intera squadra»
spiegò Monty «Tranne il Cercatore, a quello ci ha pensato Murphy»
«Madama Bumb non sapeva che fare, nessuno aveva mai attuato una strategia del genere!È finito su tutti i libri di Quidditch!» riprese Jasper «Non so chi ha coniato il nome, ma quel tale ha decisamente inquadrato che tipo è Blake in campo!»
«Probabilmente è così» assentì Octavia senza sembrare troppo contrariata.
«Ma non c'è da preoccuparsi» disse Clarke fingendosi tranquilla «Se Octavia entrerà in squadra, nessuno fermerà Grifondoro! Il Battitore Nero non torcerebbe un capello a sua sorella!»
«Vuoi entrare in squadra?» chiese Finn inarcando il sopracciglio in una buffa espressione di sarcasmo e stupore.
«Anche Clarke farà le selezioni!» rispose quella spostando nuovamente l'attenzione sull'amica.
«Signore è il vostro giorno fortunato» esordì Monty
«Infatti» continuò Jasper «Tra le nostre scorte abbiamo un volume de ''Il Quidditch attraverso i secoli''»
«E visto che vi troviamo simpatiche...» aggiunse Monty
«...Ve lo cediamo a metà prezzo con il regolamento completo in omaggio!» concluse Jasper.
«Davvero?» chiese Octavia con fare civettuolo.
I due annuirono convinti, facendo sorridere tutti, anche Clarke, ancora preoccupata di finire nei guai per quello che era successo durante la lezione di volo.
«Allora andiamo a prenderlo!» esclamò Octavia scattando in piedi e trascinando via Jasper, per niente dispiaciuto della cosa!
Monty scosse la testa e li seguì divertito, provocando ulteriori risate.
Clarke d'un tratto tornò seria.
«Come sta Charlotte?» chiese a Raven.
«Non ci hanno permesso di vederla» rispose la ragazza scuotendo la testa dispiaciuta «La scopa non era difettosa, Madama Bumb l'ha controllata, qualcuno deve averla incantata, tutti a scuola siamo sospettati, temo.»
«Potrebbero pensare che sia stata Clarke» Osservò Finn «Che l'abbia fatto per mettersi in luce»
Raven scrollò le spalle.
«La verità verrà fuori, prima o poi» assicurò alzandosi.
Quando la ragazza tornò al tavolo Corvonero, Clarke guardò l'orologio.
«È tardi, devo andare da Madama Bumb, non voglio farla aspettare» disse alzandosi a sua volta.
«Vuoi che ti accompagni?» propose Finn.
«No, tranquillo, conosco la strada. Finisci di mangiare» rispose lei lasciando la Sala Grande.
Prima di uscire guardò per l'ennesima volta Bellamy.
Notò che il ragazzo la stava studiando, come se cercasse di capire che le passasse per la testa.
Bene pensò Clarke Per una volta è lui a domandarselo finalmente.
Camminò per i corridoi, cercando di non agitarsi troppo.
Già si vedeva sul treno di ritorno, espulsa da Hogwarts il suo secondo giorno del primo anno, costretta a frequentare una scuola per Babbani, mentre Bellamy se la rideva al tavolo Serpeverde, raccontando della ragazza bionda espulsa perché ha voluto fare l'eroina, oppure a diventare una Guardiana come Gazza, costretta a pulire per sempre il bagno delle femmine del terzo piano, dove non andava mai nessuno perché ci abitava il fantasma di Mirtilla Malcontenta.
Che situazione patetica.
Però non aveva fatto nulla di male, dopotutto aveva solo salvato la vita di Charlotte!
Raven aveva ragione, non potevano espellerla, non era giusto.
Raggiunse l'ufficio di Madama Bumb e bussò timidamente, desiderando che la professoressa non ci fosse.
«Avanti» rispose la donna, mandando in frantumi tutte le sue speranze di salvezza.
Clarke raccolse quella infinitesimale briciola di coraggio che le era rimasta in corpo ed entrò
Ad accoglierla c'erano la stessa Madama Bumb e un ragazzo che avrebbe potuto avere l'età di Bellamy, con la cravatta di Grifondoro.
«Signorina Griffin questo è Albus Potter» disse la professoressa «Potter questa è la sua nuova Cercatrice!»
Lo sguardo del ragazzo s'illuminò, mentre Clarke, un po' scombussolata dalla sorpresa, cercava di metabolizzare la notizia.
Non l'avrebbero espulsa.
Era la nuova Cercatrice Grifondoro.
Bellamy l'avrebbe massacrata alla sua primissima partita.
Forse era meglio l'espulsione  pensò Clarke  quasi quasi ora gliela propongo!
Albus non parve pensarla allo stesso modo.
Le strinse la mano così energicamente che Clarke temette che le si sarebbe staccata e si presentò.
«Come ha detto Madama Bumb, io sono Albus, ma gli amici mi chiamano Alby, sono il capitano della squadra di Quidditch Grifondoro, sono un Cacciatore. Congratulazioni! Benvenuta a bordo!» disse veloce come una macchinetta.
«Grazie, io...»
«Domani sera ci saranno le selezioni» continuò Alby «poi cominceremo ad allenarci quasi ogni sera per prepararci alla prima partita contro Serpeverde il prossimo mese! Tieniti pronta!Bene ora devo andare»
Il ragazzo si voltò e fece per uscire.
«Alby!» lo chiamò Clarke
«Si?» rispose lui voltandosi.
Avrebbe potuto chiedere un sacco di cose, tipo ''Un Battitore ha mai ucciso qualcuno?'', oppure ''Ma che diavolo vi viene in mente a tutti voi? Fate entrare in squadra una ragazza che a Quidditch non ha mai giocato, e che per di più è salita su una scopa una volta sola nella sua vita, solo perché è stata svelta a salvare una ragazza che precipitava dalla scopa da chissà quanti metri di altezza?'', o ancora ''Mi abbracci? Sono terrorizzata e ho bisogno di affetto in questo momento...''.
Invece, tutto ciò che riuscì a dire fu: «Octavia Blake, la sorella minore di Bellamy, farà le selezioni, ha talento, davvero...tienila d'occhio»
«Ma certo!» promise Alby prima di uscire.
Quando Clarke raccontò tutto a Finn e Octavia quella sera, la ragazza non ci poteva credere.
«Che fortunata che sei!» esclamò Octavia mettendo il broncio per scherzo «Spero tu abbia messo una buona parola sul mio conto con Alby!»
«Non è così fortunata» la corresse Finn «I Cercatori sono sempre le prede preferite dai Battitori, e ce n'è uno in particolare, non faccio nomi, che ci andrà davvero pesante...»
«Bellamy non le farà nulla!Non le capiterà niente in ogni caso! Guarda» ordino aprendo il libro ''Il Quidditch attraverso i secoli'' che le aveva venduto Jasper poche ore prima «Vedi?!? Qui dice che solo il cinque percento dei Cercatori muoiono durante una partita a causa di un Bolide!»
«Il ci-cinque percento?» impallidì Clarke.
«Qui a Hogwarts non è mai successo però!» esclamò Finn per rassicurarla, scoccando un'occhiataccia a Octavia, che subito chiuse il libro e lo strinse al petto.
Clarke si morse il labbro.
Non poteva tirarsi indietro -che figura ci avrebbe fatto?- ma poteva provare ad avvantaggiarsi un po'.
«Me lo presteresti?» chiede ad Octavia indicando il libro, speranzosa di trovare in quelle pagine un modo di vincere la partita contro Serpeverde o per lo meno di non morire per mano del maggiore dei Blake.
«Sicuro» sorrise Octavia, sollevata di non aver preoccupato troppo l'amica con la storia dei Cercatori morti a causa dei Bolidi «Ma ora è meglio andare a letto, domani abbiamo la mattina libera e io ho intenzione di allenarmi per le selezioni!»
La mattina seguente, quando Clarke si svegliò, Octavia era già nel campo da Quidditch ad allenarsi e aveva trascinato con se un riluttante Finn, che avrebbe largamente preferito poltrire per tutta la mattinata.
Clarke non poté che ammirare la determinazione dell'amica e un po' si vergognò di aver ottenuto un posto in squadra così facilmente.
Si vestì in fretta, con l'intenzione di dirigersi di corsa in Biblioteca a leggere il libro che le aveva dato Octavia la sera prima.
La Biblioteca era talmente grande che avrebbe potuto misurare la bellezza di tre campi da calcio, con scaffali alti anche quattro metri e ovunque, tavolini in cui sedersi per studiare.
Clarke prese posto in uno di quelli e s'immerse nella lettura così profondamente che quando, dopo un paio d'ore che era lì, le si avvicinò Bellamy, non se ne accorse nemmeno, almeno finché lui non le si piazzò davanti strappandole il libro dalle mani.
«''Il Quidditch attraverso i secoli'', eh?» chiese lui sventolandole il libro davanti «Ho saputo che sei la nuova Cercatrice Grifondoro, principessa! Congratulazioni! Stai leggendo questo libro per trovare un modo per batterci?»
«Mi stai seguendo per trovare un modo per battere noi?» chiese acida Clarke, scattando in piedi per riprendere il libro dalle mani di Bellamy.
Lui però se l'aspettava: ritirò rapido la mano con il libro e, con quella libera afferrò il polso di Clarke e le si avvicinò, tanto che c'erano al massimo una decina di centimetri di distanza dai loro volti.
«Sai principessa, la prima regola di un Cercatore è evitare i Bolidi» disse mentre lei con uno strattone liberava il braccio «o perlomeno provarci»
«Sei davvero così sicuro di vincere Battitore Nero?»
Lui sorrise divertito, si sedette di fronte a lei, aprì il libro e lo fece scivolare nella sua direzione.
Lei si sedette e guardo la pagina.
''Madama Bumb non sapeva che fare, nessuno aveva mai attuato una strategia del genere!È finito su tutti i libri di Quidditch!'' aveva detto Monty.
E non aveva esagerato: a pagina quattrocento c'era un paragrafo dedicato a Bellamy.
Lei alzò lo sguardo tentanto, senza successo, di mascherare lo stupore.
Lui le fece il suo sorriso sghembo a cui lei ormai si era abituata.
«Sai, magari ci potrei andarci piano con te se tu me lo chiedessi gentilmente» ghignò.
Clarke si ricompose: non avrebbe mai supplicato nessuno, e certamente non avrebbe mai supplicato Bellamy Blake.
«Potrei fare lo stesso io, ma sappiamo entrambi che le buone maniere non sono esattamente il tuo forte» ribatté lei con un sorriso di sfida.
Bellamy si alzò e le sorrise.
«Ci vediamo in campo, principessa» disse prima di voltarsi e andarsene.
Clarke aspettò che il ragazzo uscisse prima di accasciarsi sulla sedia e tirare un sospiro di sollievo.
Quel round si era concluso alla pari.
Non appena le passarono i brividi, Clarke riprese a leggere da dove si era interrotta, ignorando con difficoltà il paragrafo che le aveva mostrato Bellamy.
Ormai era decisa a battere Serpeverde, e nessuno l'avrebbe fermata.
I risultati delle selezioni e i giocatori titolari della squadra Grifondoro furono resi pubblici la mattina seguente, e con stupore di Clarke, gli ultimi due posti disponibili furono presi da Finn e Octavia.
Nick-Quasi-Senza-Testa non mancò di congratularsi con i tre, in particolar modo con Clarke, che aveva preso in simpatia più di tutti.
Da allora, come le aveva anticipato Alby, si allenarono ogni sera per prepararsi alla partita di campionato.
Le giornate divennero frenetiche per Octavia e Finn, che dovevano dividersi tra scuola e allenamenti, cercando di memorizzare tutti gli schemi di attacco e di difesa che Alby voleva che eseguissero alla perfezione, mentre l'unico compito di Clarke era tentare di prendere confidenza con la scopa che le avevano fornito grazie alle donazioni degli ex-alunni Grifondoro.
Era una Thunderflame, ultimo modello, una vera bellezza, e Clarke amava come con un semplice spostamento del bacino, quella cambiasse direzione, e passava gli allenamenti a fare acrobazie sulla scopa e a inseguire il Boccino D'oro, cronometrando ogni volta il tempo, con ottimi miglioramenti.
«Tieniti fuori dal gioco finché non sei assolutamente certa di aver individuato il Boccino, non attirare l'attenzione su di te più del necessario: più ti ignorano, meno Bolidi ti scagliano addosso» le aveva detto Alby.
Quella era la sola strategia, il solo schema che Clarke avrebbe dovuto seguire, quindi, mentre tutta la squadra si dannava l'anima per imparare le formazioni di gioco, Clarke aveva tutto il tempo di pensare a quanto sarebbe finita male per lei, con Bellamy in campo.
Di notte, aiutandosi con un semplice incantesimo d'illuminazione imparato a lezione di Incantesimi, leggeva e rileggeva il regolamento completo di Quidditch, cercando un modo per proteggersi dal maggiore dei Blake.
Tuttavia sembrava che ogni idea che le venisse in mente, fosse tassativamente vietata dallo statuto di quello sport.
Ormai Clarke si sentiva spacciata, e l'unica cosa che poteva fare era seguire i consigli di Alby: cercare di non attirare l'attenzione su di sé e prendere il Boccino prima che Bellamy le potesse assestare contro uno ti quei tiri che gli avevano fatto guadagnare il soprannome ''Battitore Nero''










Ringrazio anche stavolta tutti quelli che leggono e che continueranno a leggere questa storia, a tutti quelli che l'hanno messa tra le seguite e/o preferite e in particolare un ringraziamento galattico a Dimea, che ha scritto una splendida recensione che mi ha fatto sorridere come una cretina per una settimana!

   
 
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