Il Vento era il primo dei cinque figli di madre natura; era uomo di fascino ineguagliabile: sguardo stoico, freddo quanto il ghiaccio, l’alone misterioso che lo circondava rendeva ogni Nuvola pazza di lui, ma lui non se ne curava. D'altronde, il Vento aveva occhi solo per una creatura: una donna umana, di incomparabile bellezza, dai capelli biondi come fili di grano, occhi del colore del mare in tempesta, pelle rosea e liscia, labbra che parevano petali della più bella rosa vermiglia mai nata dal grembo di Madre Terra.
Il Vento era follemente innamorato di quella creatura, al punto che aveva iniziato a soffiare soltanto al suo passaggio, soffiava dolcemente sulle sue guance, le accarezzava la chioma dorata, come solo il più dolce tra gli amanti era capace di fare.
Madre Natura si rese ben presto conto del cambiamento  nell’animo dell’amato figlio, e altrettanto velocemente riuscì a trovarne la causa.
La questione turbava non poco il suo animo solitamente così sereno: davanti ai suoi occhi, lentamente moriva ogni creatura sulla Terra, in assenza del Vento.
“Figliolo”, lo apostrofava, “sai che l’amore tra Elementi e uomini è proibito.”
Ma lui non le prestava ascolto, così perso negli occhi della sua amata e nell’intensità dei sentimenti che solo a lei dedicava.
Fu allora che Madre Natura prese la più difficile e drastica decisione che avesse mai preso: chiese al Fuoco di incendiare la dimora della donna, così che il Vento potesse restituire il soffio della vita alla Terra.
Il Fuoco, a malincuore, accettò.
Bruciò la sua casa, la sua così candida pelle, i suoi lucenti capelli.
Il Vento soffiò, sferzò violento sulle fiamme, le estinse, ma tutto fu vano, oramai la vita della donna si era spenta.
Tempesta fu quella notte, la vita ritornò sulla terra mentre il Vento sfogava la sua disperazione.
Il Cielo quella notte pianse, addolorato dal vedere il fratello così mesto. Mosso a compassione, trasformò l’anima della donna nella Stella più luminosa del firmamento.
Il Vento e la Stella, così, poterono finalmente amarsi per l’eternità.