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Autore: Somriure    27/07/2015    3 recensioni
Una vacanza per abbattere ogni pregiudizio.
Una vacanza per dimostrare la propria personalità.
Una vacanza per cambiare.
Harry, diciassettenne timido e impacciato con le ali tarpate dai genitori troppo severi e oppressivi.
Louis, ventunenne ribelle e solo, allontanato da tutti per stupide credenze e pregiudizi.
Sotto la luce del grande Faro si incontreranno e diventeranno amici.
Forse dalla loro amicizia nascerà qualcosa di più; forse la luce del Faro li farà scottare e allontanare per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina Gemma si era alzata molto presto, svegliata bruscamente da un tiepido raggio di sole che aveva deciso di espandersi proprio sui suoi occhi.

Lanciò uno sguardo divertito a suo fratello che era ancora addormentato, con una mano sulla pancia e la bocca completamente spalancata. Gli scattò una foto da inserire nella cartella "foto compromettenti di Polpetta" e poi sistemò meglio le tende per permettergli di continuare a dormire.

Scese giù e si accorse con disappunto che la casa era già in piena attività,  c'erano camerieri che pulivano, altri cucinavano e apparecchiavano. Gemma voleva solamente un po' di tranquillità, così,  dopo essersi infilata i suoi comodi sandaletti,  uscì fuori.

Era in quell'isola solo da 15 ore, non conosceva benissimo quei luoghi,  così si incamminò per una stradina ombrosa,  costeggiata, da una parte, dal mare e dall'altra, da alberi stracolmi di frutti maturi.

Con suo enorme disappunto,  alla fine della stradina una trentina di persone urlavano e parlavano a voce alta.  Era arrivata al mercato.

Stava quasi per tornare indietro, l'unica cosa che desiderava era un posto tranquillo per iniziare bene la giornata. Eleanor le aveva detto che non c'era vita in quell'isola, sapeva che sua sorella di solito tendeva ad ingigantire le cose, ma così era eccessivo!

Ad un certo punto notò un volto familiare. Il ragazzo delle farfalle, stava parlando con un vecchio dietro un banchetto del pesce.

Immediatamente lo raggiunse. Voleva conoscerlo meglio, non avrebbe mai lasciato che il suo Harry diventasse amico di uno sconsiderato,  e, anche se si fidava ciecamente dell'opinione del suo fratellino, voleva essere sicura della correttezza del ragazzo.

-Buongiorno Lewis!- richiamò la sua attenzione.

-Buongiorno a te, Gemma. Il mio nome è Louis. Cosa posso fare per te?- chiese il ragazzo.

-Devo parlarti. Ora.- disse con quella voce che non ammetteva repliche, quella voce degna di suo padre.

-Bene!- acconsentì Louis, poi lanciò uno sguardo a suo nonno che gli diede il permesso.

Il ragazzo si lavò le mani sporche di pesce e poi si avvicinò alla ragazza.

-C'è un posto tranquillo in quest'isola?- chiese la ragazza sbuffando. Louis ridacchiò prima di annuire e condurla verso un piccolo parchetto con fontane e aiuole.

I due si sedettero su una panchina all'ombra e solo allora Gemma iniziò a parlare.

-Che intenzioni hai con Harry?- chiese di punto in bianco.

-Siamo amici, è simpatico e mi trovo bene con lui.- disse Louis prontamente. La famiglia di Harry per alcuni aspetti era molto attaccata al ragazzo. Cercavano in tutti i modi di proteggerlo da tutti e da tutto. A Louis non era mai capitata una cosa del genere.

-Mh... Harry è molto ti è molto affezionato, parla molto spesso di te. Ti prego non farlo soffrire. So che mio fratello non è il prototipo di amico che tutti vorrebbero avere, ma è dolce e tenero e non voglio vederlo triste.-

-Lo so. Non ho intenzione di farlo rattristare.-

-Sei un bravo ragazzo, Louis. Mio fratello non è stupido, non diventerebbe mai amico di uno sconsiderato. Mi fido di te perché mi fido di Harry.-

Louis annuì con un leggero sorriso, non sapendo che dire.

I due rimasero un po' in silenzio a godersi gli uccellini che cinguettavano sopra le loro teste.

-E' sereno con te!- esordì Louis. -Un po' ti invidio, sai? Mi piacerebbe che si fidasse di me come si fida di te.-

-Ricordati sempre che sono sua sorella! È ovvio che abbia un rapporto speciale con me!- disse la ragazza con un'espressione ovvia.

-Con te non balbetta, è un'altra persona! Esclamò sorridendo dolcemente. Gemma si incupì.

-Ha ripreso a balbettare? Non lo fa sempre, solo quando è estremamente stressato. Qualcuno lo sta mettendo sotto pressione.- constatò Gemma parlando più che altro a se stessa.

Louis un'idea ce l'aveva, ma non poteva certo sparare addosso a Des Styles, così, su due piedi. Era pur sempre suo padre.

-Appena mi sistemerò meglio a Boston, lo porterò via con me. Non può restare con i miei. Loro non lo lasciano libero, ma allo stesso tempo lo trascurano. È una situazione complicata.- disse grattandosi la testa. -Cavolo, sto straparlando! Mi capita abbastanza spesso, mi piace parlare.-

-Ma va, non me ne ero accorto!- pensò Louis, ma non lo disse alla ragazza per non offenderla e per non allontanare da lui l'unica fonte di informazioni che avrebbe potuto avere su Harry.

-Ora devo andare. Ciao ragazzo delle farfalle.- disse alzandosi facendo qualche passo lontano dalla panchina. Poi si bloccò e tornò indietro.

-Fagli provare nuove cose?- gli consigliò.

-Cose nuove? Che genere di cose?- chiese Louis aggrottando le sopracciglia.

-Cose che non può fare con una sorella!- esclamò facendogli l'occhiolino. Poi si voltò e finalmente si diresse verso casa.

Louis rimase altri minuti a pensare alla stramba conversazione fatta con la ragazza. Certo che in quella famiglia non ce n'era uno normale!

Poi si alzò e tornò da suo nonno.

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

-Ti ho detto che non ho visto niente!- sbottò Taylor per placare l'insistenza di Danielle.

La ragazza e Liam stavano avendo un po' di problemi di coppia e Danielle ancora non riusciva a farsene una ragione. Lei amava Liam, con tutto il suo cuore, e credeva anche di essere completamente corrisposta. Loro due erano, fino a qualche giorno fa, la coppietta più invidiata di tutta l'isola,  forse era stato propio per questo che la loro storia non stava andando come la ragazza aveva previsto.

Danielle, Taylor, Perrie ed Eleanor,  erano sedute sul letto di quest'ultima a spettegolare, come loro solito.

Danielle sosteneva di aver visto Liam sorridere mentre riceveva un messaggio. Voleva scoprire a tutti i costi chi fosse stato ad inviarglielo. Stava diventando pazza e le sue amiche non la stavano certo aiutando.

-Tu l'hai visto, Perrie?-

-No, Dani. Mi dispiace! Non pensarci troppo, lo so che ami Liam, vedrai che tutto si sistemerà, e se così non fosse, ci sono un sacco di bei ragazzi single sull'isola. Sei giovane, bella, sai quanti cadranno ai tuoi piedi. Devi far ingelosire quel brutto orso con il naso a patata!-

Danielle sbuffò poco convinta.

-Ma sì, dai!- provò Eleanor. -Ed è single ed è anche molto carino e gentile! Suona la chitarra! Chi è che non si innamorerebbe di un dolce panda dai capelli rossi che compone serenate!- esclamò.

Taylor si accigliò, Perrie la guardò con compassione. Eleanor non capiva quello scambio di sguardi, così cercò di indagare.

-E tu, Tay? Hai puntato gli occhi su qualcuno?- chiese. La ragazza si ricompose e con un ghigno di superiorità disse ridacchiando.

-Tutti i ragazzi mi cadono ai piedi. Ora voglio solo divertirmi, non ho la necessità di fare coppia fissa con qualcuno. Come si dice, carpe diem!- le ragazze scoppiarono a ridere.

Un bussare alla porta destò le chiacchiere delle ragazze. Entrò la governante di casa che dopo essersi inchinata leggermente parlò.

-Signorina Styles, sono arrivati i suoi amici. Li ho fatti accomodare in salotto.- così dicendo riuscì.

Le amiche presero le loro cose e scesero giù. Danielle era inrequieta. Aveva paura di incontrare Liam, aveva paura che il ragazzo, come al solito, non la degnasse neanche di uno sguardo.

Perrie guardò la sua migliore amica con aria preoccupata. Sapeva che Liam non era più lo stesso, ma non sapeva cosa consigliarle. Sapeva che stava soffrendo, ma non se la sentiva a spingerla a lasciarlo. Conosceva Danielle, sapeva che se ne sarebbe pentita. Un po' la capiva. Due anni fa aveva rotto con Zayn. Era stata dura da superare, ma poi ci era riuscita, più o meno, e ora scambiava qualche parola con il ragazzo. Quando Zayn aveva iniziato ad allontanarsi Perrie era imazzita, non sapeva più che fare, ma alla fine si era arresa all'evidenza: Zayn non era più innamorato di lei.

Niall, Zayn, Ed e Liam erano seduti sul divano. Anne li stava intrattenendo, ma quando vide Eleanor, li lasciò in pace tornando alle sue faccende.

-Ehi, piccola!- Liam salutò Danielle. La ragazza sorrise correndo ad abbracciarlo. Quelle poche paroline le avevano fatto tornare il sorriso.

Liam la abbracciò in modo freddo e dopo averle lasciato un insignificante bacio sulla guancia, tornò a parlare con i suoi amici.

Danielle rimase lì, impalata su se stessa, incapacedi dire altro. Così decise di andar via. Salutò tutti educatamente, lanciando un occhiataccia a Liam, e uscì di casa. Si diresse verso il faro. L'unica persona che l'avrebbe capita si trovava lì. Il suo Louis le avrebbe fatto tornare su il buonumore.

Eleanor concesse ai ragazzi di usare la Wii. Le ragazze invece tornarono ai loro discorsi usando parole in codice per depistare i maschi, anche non c'era pericolo capissero qualcosa, erano troppo presi dai loro giochi per prestare loro attenzione.

Mentre i suoi amici ridevano e scherzavano al piano di sotto, Harry era impegnato nella sua lezione di piano con la signorina Wilkinson.

Quel giorno voleva veramente impegnarsi. Non voleva deludere il padre. La sera prima stava iniziando un discorso che non avrebbe portato a nulla di buono. Suo padre voleva allontanarlo da Louis perché pensava che fosse l'unico modo per riportarlo sulla retta via, ma non aveva capito che Louis era l'unico che in quel momento gli permetteva di respirare.

Ovviamente la signorina Wilkinson non sarebbe mai stata fiera di lui e lui non sarebbe mai stato bravo a suonare il piano, quindi le sue speranze furono inutili. La signorina uscì dalla sua stanza sbattendo ferocemente la porta, delusa e indignata.

Harry si sedette sul suo letto. Aprì il cassettone sotto di lui dove aveva la sua riserva di cibo, e prese un pacchetto di patatine.

Se sua sorella avesse scoperto la sua scorta, probabilmente si sarebbe arrabbiata molto. Gemma era molto attenta a queste cose, riteneva che tutto quel cibo spazzatura facesse male ad Harry, ma lui non poteva smettere. Non ci riusciva proprio. Odiava la sensazione di vuoto che lo tormentava quando si sentiva troppo diverso rispetto agli altri. Il cibo lo aiutava. Tanto. Se avessero scoperto un farmaco per il vuoto, Harry avrebbe abbandonato per sempre il cibo spazzatura, ma fino ad allora doveva continuare a vivere con il suo rimedio casareccio.

Un colpetto alla porta lo fece distrarre.

-A..avanti.- mormorò con la bocca piena.

Niall ed Ed entrarono nella sua stanza.

-Buongiorno amico. Ti disturbiamo?- chiese Niall buttandosi a peso morto sul letto accanto a lui.

-N..no, t..t..tranquilli!- rispose Harry scansandosi un po' per far spazio all'amico e offrendogli qualche patatina. Niall tranquillamente prese tutto il pacchetto e iniziò a trangugiare il suo contenuto. Harry ridacchiò. Aveva forse trovato qualcuno che mangiava più di lui. No, impossibile.

-E' una noia mortale laggiù.- spiegò con la bocca piena di patatine. -Liam e Zayn stanno giocando a Just Dance. Ballano una canzone di Lady Gaga come delle vere dive.- disse storcendo il naso. -Le ragazze invece stanno spettegolando come delle galline in calore.-

Harry scoppiò a ridere. Conosceva sua sorella, sapeva bene che poteva tirar fuori il diavolo da una suora.

Ed era rimasto in piedi, stava sfogliando i suoi odiati spartiti con uno sguardo rapito ed interessato.

-Suoni?- chiese meravigliato.

-S..sì, ma n..non sono per...per n..n..niente po...portato.- disse sospirando.

-Nah, sciocchezze! Non c'è nessuno in questo mondo che non è portato per la musica. Devi solo trovare la tua strada musicale!-

-O...odio il p...p...p...pia...piano...pianoforte. S...suonavo la ch..ch..chitarra però.-

-La chitarra?!- chiese Ed spalancando gli occhi. -Anche io suono la chitarra! Perché hai smesso?- chiese. Harry si rattristò.

-M..m...mio p..p...p...p...pa...padre n..n..no..non vuole.- mormorò Harry.

-Oh, beh. Allora un giorno di questi porto la mia e ci facciamo una suonatina sulla spiaggia!- esclamò Ed. Harry si illuminò e annuì vigorosamente.

-Questa cosa mi ricorda moltissimo una persona.- commentò Niall guardando Ed con occhi complici.

Ed scoppiò a ridere annuendo.

-N..non s..sto capendo.- disse Harry. I due si guardarono e poi Niall iniziò a spiegare.

-Hai presente il ragazzo del faro?-

-Sì, Louis!- esclamò Harry. Niall gli lanciò un'occhiata sorpresa, poi continuò.

-Beh, lui era l'organizzatore di eventi nel gruppo. Le sue feste erano divine, pensava proprio a tutto: dal cibo, ai vestiti per partecipanti. Se non ti vestivi come diceva lui non ti faceva entrare, neanche se eri il festeggiato, neanche se eri il suo migliore amico. Non mi ha fatto partecipare alla festa di Josh perché non indossavo un cappello.-

-Da quel giorno porti sempre un cappello in testa!- gli fece notare Ed.

-Sì! Mi ha traumatizzato!- esclamò fingendosi indignato. -Le settimane prima della fatidica festa aveva i nervi a mille, si aggirava per l'isola dando ordini a destra e a manca e comprando mille dettagli che avrebbero reso l'evento ancora più sensazionale. Era talmente nervoso che non potevi neanche avvicinarti a lui.- Niall fece una pausa per ridacchiare. Harry lo guardava incantato. Amava sentir parlare del suo Louis, gli metteva allegria.

-Ed era l'addetto alla musica. Con la sua chitarra accompagnava le serate davanti al falò. Ecco perché mi è venuto in mente!- spiegò Niall.

-Beh, po...potremmo s...s...sempre fa...farla, no? Dico, una bel...be...bella festa!- propose Harry.

-Nah, ci abbiamo provato. Senza di Louis fanno schifo. Lui riusciva ad avere la visione d'insieme. Lui pensava a tutto!- disse Ed amaramente.

-Lui...lui...lui n..n..n..non è mo...morto! Si...si ve..vede c..c..che vi ma...manca. P..p..potete s...s...s...sempre f..far pa...pace!- esclamò Harry.

-Non è così semplice, piccolo Harry.- rispose Niall abbassando il capo. -L'abbiamo trattato molto male, e ora giustamente non vuole perdonarci.-

-N...n...non mi pa...pare che... sti...stiate fa...facendo mo...molto per f...fa...farvi pe...perdonare!- disse Harry, la bocca della verità.

Queste parole fecero riflettere molto i due ragazzi. Era vero, avevano tentato di riallacciare i rapporti con lui solo nel primo periodo. Si erano arresi subito e Louis non lo meritava. Louis meritava di più.

Niall decise in quell'istante che avrebbe convinto gli altri a chiedere scusa al loro ragazzo del faro. Louis sarebbe tornato a far parte del "quartetto" prima o poi. Gli mancava moltissimo il suo compagno di scherzi.

Ringraziò mentalmente Harry per avergli fatto aprire gli occhi, poi i quattro scesero in soggiorno per ricongiungersi al gruppo.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

-Vieni qui, piccola!- esclamò Louis accarezzando i capelli di Danielle. -La prossima volta che lo vedo gli spacco la faccia.- disse con voce arrabbiata.

Danielle tra le lacrime si fece sfuggire una risatina.

-Tu? Con il tuo esile corpicino e le tue manine da principessa? Liam ha un bellissimo corpo, muscoloso e... Oddio no!? Lo sto rifacendo! Tirami i capelli ogni volta che gli faccio un complimento!- esclamò sbuffando la ragazza.

-No, mi dispiace, non posso! Le mie mani da principessa si potrebbero rovinare!- rispose Louis ironicamente mettendo su un finto broncio.

-Scusa!- ridacchiò la ragazza.

Era questo il bello di Danielle. Anche se soffriva, riusciva sempre a ritrovare il buonumore.

La testa di Danielle era poggiata sulla spalla di Louis, Louis raccoglieva conchiglie che metteva sulla gamba della ragazza. Stavano bene così, senza parlare troppo.

Harry quando uscì di casa li vide subito. Immediatamente una strana sensazione si diffuse per tutto il suo organismo. Non aveva mai provato una sensazione del genere. Era simile alla sensazione che provava quando Gemma metteva lo smalto alle unghie di Eleanor, ma molto più accentuata. Era forse geloso? Ma no, come poteva ingelosirsi! No aveva nessun legame di parentela con Danielle, e neanche con Louis. In ogni caso si sentiva strano e arrabbiato. Sì, la rabbia era l'emozione più giusta. Sapeva che Louis era gay, ma in quel momento la cosa non lo rassicurava affatto.

Aveva messo il suo costume giallo, aveva lasciato gli altri ragazzi con sua sorella, voleva farsi una nuotata con Louis, ma quando lo vide con la ragazza qualche strano meccanismo scattò nella sua testa, quindi si voltò e prese una stradina che non aveva mai preso.

Camminò per un bel po' non conosceva il posto, quel punto non era molto abitato. C'erano solo grandi distese di coltivazioni. Viti, ulivi e altri alberi da frutto.

Harry rimase abbastanza colpito da un albero di pesche noce, erano cosi succose e mature. A Londra era raro trovare della frutta così buona, di solito le cose che mangiavano loro erano coltivate in serra e non avevano di certo questi sapori così genuini.

Il ragazzo, con l'acquolina in bocca, si mise in punta di piedi e allungò la mano verso una pesca con un bel colore rosso, il colore del tramonto che aveva imparato ad amare con Louis. Ancora lui! Non doveva pensare a Louis.

Prese la pesca e la pulì con la stoffa della sua maglietta. Dopo di che spalancò la bocca e morse quel frutto tanto desiderato.

Subito il sapore dolce e accogliente del frutto si sparse in tutta la sua bocca. Harry assaporava lentamente quel frutto così prelibato, con gli occhi chiusi e il sorriso sulle labbra.

-Ti ho acciuffato finalmente! Ladruncolo dei miei stivali!- tuonò con la sua vocetta un anziano signore spuntando da dietro una recinzione di filo di metallo che divideva i suoi alberi da frutto dalla strada, brandendo sopra la testa del povero ragazzo il manico di una scopa.

Harry sbarrò gli occhi. Non si era mai trovato in una situazione simile. Non sapeva cosa fare.

Così molto lentamente posò il frutto a terra, poi alzò le mani in segno di resa, come aveva visto nei film.

-Mi prendi anche in giro? Brutto figlio di una buona donna!- urlò. -Aspettami lì eh? Prova a muoverti e puoi considerarti un ragazzo morto.- così dicendo sparì tra il verde degli alberi.

Harry era indeciso su cosa fare. Sarebbe potuto scappare, non era molto veloce, ma forse avrebbe potuto battere un vecchietto; ma poi pensò che forse il signore avrebbe chiamato aiuto, magari lo avrebbe raggiunto con un trattore, o peggio, avrebbe potuto farlo sbranare dai cani.

Harry così rimase lì, immobile. Con le mani in alto e gli occhi spaventati.

Dopo qualche minuto il vecchietto lo raggiunse. Era sbucato da una porticina e teneva in mano un fucile.

Il vecchietto era la persona più bassa che Harry avesse mai visto. Era piccolissimo. Un nonnetto in miniatura. Aveva dei baffi bianchi e un cappello a scacchi. Se il ragazzo non fosse stato così terrorizzato, probabilmente avrebbe potuto schiacciarlo con un piede. Era così basso che arrivava per un pelo al bacino di Harry.

-Sporco ladro, dimmi: per caso non hai soldi? Sei povero e affamato per rubare da un campo non tuo? Lo sai che queste pesche io le vendo al mercato? Lo sai che se tu mangi le mie pesce poi io non guadagnerò e morirò di fame? Lo sai? Certo che non lo sai! Voi ladri siete capaci solo a rubare. Prendere le cose altrui con le vostre mani grassocce e mangiare, mangiare, mangiare sulle fatiche degli altri.-

Harry lo guardava con gli occhi umidicci e il labbro tremolante. Ovviamente quando aveva preso la pesca non aveva pensato alle conseguenze.

-Dimmi. Quanti anni hai?- chiese il vecchio.

-D...d...d...d...d...di...dici....dici....-

-Tombola! Fanno sempre tutti così. Prima si sentono supereroi, poi quando li scopro sembrano mongoloidi ritardati. Dimmi la verità. Non sei un mongoloide ritardato, vero?- chiese retoricamente.

Harry arrossì. Gli faceva sempre un certo effetto quando la gente lo chiamava ritardato.

Il vecchietto iniziò a piagnucolare.

-Mi è capitato proprio quello ritardato! Va via, non farti più vedere sennò la prossima volta ti impalerò nudo con la forca!- eslcmò spingendo Harry verso il sentiero.

Il ragazzo, con le lacrime agli occhi, ritornò sui suoi passi, dopo qualche minuto, avvolto nei tiepidi raggi del tramonto, arrivò finalmente davanti al faro.

Louis stava ancora ridendo con Danielle, ma appena lo vide, salutò la ragazza per correre verso di lui.

-Hazza!- esclamò. -Che succede, piccolo?- chiese preoccupato vedendo il volto dell'amico. Danielle li raggiunse.

-Ho...ho....ho... ru...ru...ru...ruba...rubato una...una... pe...pe...pe...pesca.- mormorò tra i singhiozzi.

-Harry! Non puoi rubare! Non è bello!- lo sgridò Louis. Harry lo guardò mortificato. -Non è bello rubare senza di me!- aggiunse il ragazzo sorridendo sotto i baffi.

Harry scosse la testa alzando gli occhi, Danielle ridacchiò copiando i movimenti del riccio.

-Hai rubato una pesca al signor Pumpkin?- chiese ridacchiando la ragazza.

-V...v...vole...voleva im..impa...impalarmi con...con...con... una f...f...f...f...f...forca.- disse il ragazzo.

Louis e Danielle si guardarono in modo complice.

-E' il signor Pumpkin!- ridacchiarono insieme.

-N...n...non ma...ma...mange...mangerò m...m...mai p...p...p...più u..un..una pe...pe...pesca.- decise Harry.

-Ma no, il signor Pumpkin fa sempre così, non devi preoccuparti! Tutti almeno una volta nella vita sono stati minacciati da lui. È un po' un rito di iniziazione per entrare a far parte della vita nell'isola! Benvenuto nella nostra isoletta, Harry. Ora sei uno dei nostri!- spiegò Louis dolcemente, ridacchiando. Harry annuì.

-Hai messo il costume! Vuoi farti un nuotata!- propose Louis.

-No, sono stanco. Me ne tornerò a casa. Ci vediamo!- mormorò il ragazzo dirigendosi poi verso la sua abitazione.

Louis rimase perplesso. Sapeva che Harry era molto fragile in queste situazioni, ma di solito in qualche modo riusciva a consolarlo.

Danielle gli lasciò una pacca sul sedere e poi, con un sorriso, si diresse verso casa sua.

Louis rimase qualche minuto sulla sabbia umida a contemplare il suo bel tramonto, infine si alzò e se ne tornò a casa. Era stanco, voleva solo riposare, senza pensare a niente.

Angoletto

E' tardissimo. Tra un'ora e mezza mia madre mi verrà a "svegliare" per partire. Poco male, dormirò in macchina.

Il capitolo è pieno di errori, lo immagino. Domani correggerò, ora sono troppo stanca.

Che ve ne pare? E' solo un capitolo di passaggio. Dal prossimo la situazione diventerà interessante ;)

Ora vado che se mi beccano in piedi potrebbero veramente impalarmi nuda con una forca!

A presto, Somriure <3
  
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