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Autore: Isidar23    27/07/2015    2 recensioni
Bellarke AU ambientato ai giorni nostri. Segue le vicende della prima stagione.
Bellamy Blake è un detective della Omicidi, Clarke Griffin una brillante patologa. Quando Wells Jaha viene assassinato dovranno lavorare insieme per trovare il colpevole...che gli piaccia o no.
Dal capitolo 1:
-Detective- chiamò lei
-Che c'è?- chiese Bellamy,scocciato.
-Conoscevo personalmente Wells. Era il mio migliore amico. Voglio che il suo assassino sia trovato e che sia fatta giustizia. Sono probabilmente la persona che lo conosce di più al mondo,e potrei aiutarla nelle indagini.-
Bellamy rimase per un attimo interdetto. La dottoressa avrebbe potuto rallentarlo nelle indagini ma al contempo gli sarebbe stata estremamente utile. Conosceva personalmente la vittima e celebre era la sua fama presso il dipartimento,come medico legale (la più giovane del dipartimento, nonchè figlia di Abby Griffin, il miglior chirurgo della città) e come persona (si diceva che fosse brillante e determinata,e al tempo stesso molto umana e attenta alla vittima). E, come se non bastasse, era anche molto bella.
-D'accordo,Dottoressa. Da oggi sarai la mia partner.- cedette Bellamy.
-Grazie. Puoi chiamarmi Clarke.- rispose la ragazza.
Genere: Fluff, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 3


Piangeva.  Grosse lacrime le rigavano le guance,  le finivano in bocca,  le rotolavano giù per il collo.  Non riusciva a smettere di piangere.  Piangeva,  piangeva,  piangeva,  dondolandosi avanti e indietro.  Era sola,  al buio,  rannicchiata sul pavimento della sua stanza.
Gli incubi non erano svaniti affatto,  anzi.  Erano tornati,   più feroci che mai,  e si erano moltiplicati.  Le voci dentro la sua testa la accusavano.  I cadaveri la fissavano con i loro occhi gelidi.  Che cosa aveva fatto??
Si diede un pizzico sulla mano.  Doveva restare sveglia,  si disse piangendo,  non poteva addormentarsi.  Se l'avesse fatto,  gli incubi avrebbero vinto.  




Bellamy si svegliò con un orrendo mal di testa.   "Cominciamo bene",  si disse.  Era rimasto sveglio ad aspettare Octavia,  che era rincasata alle due del mattino.  Bellamy aveva preteso delle spiegazioni,  e sua sorella,  per tutta risposta,  gli aveva sbattuto in faccia la porta della sua camera.
Bevve il suo caffè,  ma non si sentì affatto meglio.
L'unica cosa che lo consolava in quel momento era che di lì a poco sarebbe andato al lavoro,  e avrebbe rivisto la dottoressa Griffin.


-Sei in ritardo, Bellamy. -  lo punzecchiò Clarke,  non appena lo vide arrivare.  "Adesso sono io a fare la spocchiosa"  pensò,  divertita.  Ma poi vide la faccia del detective.  -Cosa ti è successo?  Dalla tua espressione si direbbe che ti sia passato sopra un camion.-
Bellamy rispose:  -Tu ce l'hai una sorella?-
-No.-
-E allora non puoi capire.-
Bellamy bevve il suo caffè,  di nuovo.  Era la terza tazza da quando si era alzato.  E quando ebbe finito bevve pure quello di Clarke.
-Oh,  prenditelo pure,  non mi dispiace mica- ribattè lei,  sarcastica.
Bellamy la ignorò.  -Trovato qualcosa?-  chiese.
-Oh, si.-  Clarke sorrise,  trionfante,  mostrandogli la chiavetta.  -Questa l'ho trovata tra le cose di mio padre. Guarda-.  Fece partire il filmato.
"Mi chiamo Jake Griffin.  Sono l'ingegnere capo..."
-Oh.  Mio.  Dio. - Bellamy era senza parole.  Avevano un movente per l'omicidio del padre di Clarke! Sicuramente era stato ucciso da qualcuno che non voleva far sapere che l'ossigeno nel palazzo stava finendo. Ma da chi?
Bellamy stilò una lista di sospettati.  Thelonius Jaha era al primo posto.  Aveva investito i propri soldi nell' Arca,  sicuramente non avrebbe voluto che Griffin mandasse a monte tutto.  Doveva interrogarlo.
-Atom!-  Sbraitò ad un agente  -Dove diavolo è Thelonius Jaha?-
-Ancora all'estero,  signore-
-Contattalo.  Devo parlare con lui al più presto.-

-Fammi capire.  Vuoi accusare il sindaco di omicidio?-
-Duplice omicidio,  signore.  Ha ucciso Jake Griffin affinchè non parlasse,  e poi Wells perchè non facesse altrettanto.  Sono sicuro che il ragazzo abbia assistito all'omicidio di Griffin.-
Kane si passò le mani fra i capelli,  esausto. 
-Bellamy Blake.  Sei un detective della Omicidi da due anni,  e posso affermare con certezza che sei uno dei migliori che abbiamo,  ma stavolta hai fatto un buco nell'acqua.-
-Ma signore,  abbiamo un filmato... -
-Quel filmato non è una prova sufficiente!  E il sindaco aveva un alibi solido per l'ora dell'omicidio.  Mentre Jake Griffin volava giù da una finestra,  nella hall dell'albergo Thelonius stava rispondendo alle domande di alcuni giornalisti.  Io ero presente.-
Bellamy rimase di sasso.
-Dev'esserci qualcun altro.  Qualcuno che era coinvolto in questa storia dell' Arca-  disse.
-Si,  c'era qualcun altro,  di questo sono sicuro,  ma Thelonius non ha mai voluto dire chi.-
Bellamy corse fuori.
-Clarke,  devi fare una ricerca.  Sull'Arca.  Chi altri dirigeva il progetto?-
La ragazza cominciò a cercare,  e dopo appena pochi minuti si fermò. Il nome che vide comparire sullo schermo del computer la sconvolse.
Abby Griffin.

-Signora Griffin,  sono il detective Bellamy Blake.-
-Che cosa ci faccio qui?  Ho dei pazienti che aspettano,  all'ospedale.-
-Aspetteranno ancora un po',   visto che è qui per un indagine su un omicidio.-  la zittì Bellamy.
Clarke osservava la scena dall'esterno della sala interrogatori,  da dietro lo specchio finto.  Sua madre non poteva vederla,  ma viceversa,  Clarke le teneva gli occhi incollati addosso.
-E' per via di Wells Jaha,  vero?-  domandò Abby  - Mia figlia me ne ha parlato.-
-A proposito di Wells Jaha,  si.-  confermò Bellamy  - E di Jake Griffin-
Abby rimase paralizzata nel sentire quel nome.  Dopo tutti quegli anni...
-Avete trovato il colpevole?-  chiese, con la voce tremante.
Clarke provò un'ondata di disgusto.  Sua madre era davvero una brava attrice.  Come se non sapesse quello che aveva fatto...
-Signora Griffin- Cominciò Bellamy,  perfettamente calmo,  facendo finta di sfogliare alcuni fascicoli - ci risulta che lei fosse la co-fiduciaria del fondo monetario per il progetto Arca.  E' esatto?- 
-Come?-  chiese Abby,  come se non avesse sentito la domanda.  Ma Bellamy non la ripetè.  Abby aveva sentito benissimo,  perciò si limitò a fissarla negli occhi.
Per alcuni secondi nella sala interrogatori ci fu il silenzio piu assoluto.  "Chi tace acconsente" pensò Clarke.
-Ci risulta anche che suo marito,  Jake Griffin,  lavorasse con lei al progetto.  E' esatto?-
Ancora silenzio.
-E ci risulta ancora che il signor Griffin avesse scoperto una falla nell'impianto dell'ossigeno,  e avesse deciso di denunciarla.-  Proseguì Bellamy.  Piantò i suoi occhi scuri in quelli di Abby Griffin.  -E'... Esatto?- chiese, ancor più lentamente.
Clarke osservò Bellamy.  Osservò l'espressione dei suoi occhi,  la postura che aveva assunto,  il suo atteggiamento,  perfettamente rilassato e teso insieme.  In quel momento lui era un predatore.  E Abby Griffin era la sua preda.  Una gazzella messa con le spalle al muro da una tigre.
Prese il tablet che era accanto a lui sul tavolo e fece partire il filmato.
Clarke osservò la reazione di sua madre.  A mano a mano la sua espressione diventava sempre più terrorizzata.
"...Ho deciso di parlare perchè dovete conoscere la verità.  Siate forti."
-Io...-
-Lei...?-  chiese Bellamy,  piegando la testa da un lato, spingendola a continuare.
 Clarke notò che i suoi muscoli sembravano tesi.  Era pronto ad azzannare la preda.
-Lei non può capire perchè l'ho fatto.-  continuò Abby.  -Stava per dirlo a tutti.  Non potevamo permetterlo, capisce?  Dovevo impedire che facesse qualcosa di stupido.-
Abby Griffin si ricompose,  mettendosi ritta sulla sedia.
La gazzella guardò la tigre fisso negli occhi.
-Lei pensa che io sia un'assassina,  ma non è vero.  Io l'ho fatto per il bene di tutti.-


Clarke guardò una coppia di agenti portare via sua madre in manette.
-Non ha ucciso lei Wells.  Per quell'omicidio ha un alibi solido.  Ma per quello di tuo padre... non ci sono parole,  Clarke,  mi dispiace tanto.-  Marcus Kane le mise un braccio intorno alle spalle.  -Per qualsiasi cosa ti serva-  disse  -Non esitare a contattarmi.-
-La ringrazio,  tenente.-  rispose Clarke.  -E' molto gentile da parte sua-
Anche Bellamy si avvicinò,  cauto. 
-Clarke...- 
-Sai-  disse lei,  interrompendolo,  con un filo di voce  -Mi è sempre piaciuto disegnare.  Alle elementari Wells mi regalava sempre matite e pastelli,  qualunque cosa con cui potessi disegnare.  Poi ho scoperto che scambiava le sue cose con gli altri bambini per procurarmeli.-  tirò su col naso  -E adesso l'ha fatto di nuovo. Mi ha mentito per proteggermi.  Ha confessato un omicidio che non aveva commesso,  e l'ha fatto solo per me.  Ha lasciato che odiassi lui per non farmi odiare mia madre...-
Bellamy la guardò  -Non ho avuto l'onore di conoscerlo,  ma sono sicuro che fosse un ragazzo fantastico-
-Lo era-
Bellamy continuò a guardarla.  Non sapeva perchè,  ma vedere Clarke in quello stato lo faceva sentire...triste,  impotente.  Non si era mai sentito così prima di allora.  Doveva pur esserci qualcosa che poteva fare.
-Senti...-  cominciò  -Se stasera non vuoi stare da sola puoi venire a casa mia.  Mia sorella preparerà qualcosa di buono per cena.  Se ti va, puoi portare anche i tuoi amici.-
Clarke rimase un attimo perplessa.  "Chi sei tu,  e cosa ne hai fatto dello stronzo,  arrogante,  egoista Bellamy Blake?" pensò,  guardando il ragazzo che gli stava di fronte.  Era stato gentile con lei.  Non era da lui,  ma a Clarke quella gentilezza inaspettata fece piacere.  Nonostante ciò,  si sentiva davvero troppo male per accettare la proposta.
-Grazie,  Bellamy,  ma voglio stare da sola per un po'- rispose.
Negli occhi di Bellamy passò un lampo di delusione,  ma fu solo per un attimo.
-Beh,  se cambi idea sai dove trovarmi.-  disse,  prima di voltarsi e andarsene.



Una bottiglia di vino,  una di vodka, una di brandy.  Clarke le allineò sul tavolo della sua cucina.  Non si era mai ubriacata seriamente prima di allora,  ma stasera aveva intenzione di farlo.  Stava malissimo.  Non sapeva dire se stesse più male per sua madre o per Wells.  Tra l'altro,  l'omicidio di Wells non era ancora stato risolto,  e il suo assassino era ancora a piede libero.  Ma sua madre?  Aveva lasciato che un ragazzo innocente si prendesse la colpa per lei.  Clarke ebbe voglia di vomitare.  E così fece.  Vomitò anche l'anima,  e insieme ad essa tutte le sue preoccupazioni,  paure,  ansie,  delusioni.  Quando tirò su la testa dal water si guardò allo specchio.  La ragazza che vide era talmente diversa da lei,  con i capelli scarmigliati,  il volto pallido,   gli occhi rossi per il pianto.  Capì che doveva reagire.  Non doveva stare da sola,  non doveva ridursi in quello stato. Un pensiero la folgorò.  Sapeva chi poteva aiutarla.
Uno squillo.  Due squilli.  Tre squilli.
"Pronto?"  Clarke non sapeva dire perchè,  ma era contenta di sentire quella voce.
-Ciao,  Bellamy.  La tua offerta è ancora valida?-







Angolino dell'autrice:
Salve! Siamo arrivati al terzo capitolo!
Grazie a tutti quelli che hanno recensito.
Scusatemi per il formato della storia, ma davvero, non so proprio cosa fare con l'editor di EFP.
I personaggi e i loro caratteri sono resi bene? Vi assicuro che per me mantenerli IC è la cosa piu difficile!
Al prossimo capitolo!

 
  
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