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Autore: Cacciatrice di Risate    27/07/2015    4 recensioni
Tutto scorre, panta rei.
Vi presento la mia prima storia. Non parlerà di sogni, principesse che sposano principi, ma di una storia del tutto realista.
Di come una storia del tutto realista può finire ad effetto. Di come un solo cielo si trova sopra un solo destino.
(Dal capitolo 18 compare Grace, per conoscere la sua storia leggere "ODI ET AMO")
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 16. Fratelli


Giusy

 
“Vuoi dirmi o no che ho fatto ieri sera?” sbotto per la seconda volta, mentre stropiccio le lenzuola del mio letto, infuriata.
“Eri ubriaca” mi risponde Christian.
Quanto lo vorrei ammazzare. Fino a qui ci sono arrivata.
“Ma che facevo?”
Sono terrorizzata.
“A parte aver dimostrato a Luke che vorresti andare a letto con lui oggi e per sempre?” risponde pensieroso.
“Non dire altro” lo fermo. “Che figura di merda”
 
“Dov'è Evelyn?” chiedo a Mr. Panettone dopo essermi seduta a tavola, con la testa che sta per scoppiarmi.
“Non lo so e non mi interessa” risponde sprezzante spalmando la marmellata sul panino.
“Christian non farmi arrabbiare più di quanto non lo sia già. Hai cacciato Evelyn?”
“Ma cosa stai dicendo? Io ne so quanto te! Ieri sera sono tornato a casa con lei, dopo che ci siamo insultati per tutta la strada del ritorno, e questa mattina mi sono svegliato e lei.. non c'era”
Sbuffo. Non so se credere alla versione di Christian, ma non ho voglia di ribattere, sono troppo stanca. E ho anche fin troppa paura di cosa stia pensando Luke di me.
 
Luke
 
Sento il campanello suonare e, infilando le ultime cose nella valigia, apro la porta, sperando di non vedere Giusy. Invece mi ritrovo davanti Evelyn.
“Ciao” dico stupido. “Hai un aspetto davvero.. ehm..” la osservo, accorgendomi delle sue borse sotto gli occhi, i capelli spettinati e l'espressione seria. “Fantastico?” concludo con una domanda sarcastica, per cercare di suscitarle un sorriso, ma forse l'idea di divertimento per me non è la stessa per lei.
“Entra pure, se è quello che vuoi” le dico dolcemente, spostandomi dall'entrata. Lei mi fissa e, senza fare una piega, entra.
Prima che io possa chiederle che cosa ci sta facendo qui, lei mi precede.
“Perché stai facendo la valigia? Non dovevi restare qua tutto quel tempo?”
Mi passo una mano tra i capelli, sicuro di risultare impacciato e stupido.
Sospiro.
“Mi hanno chiamato dal concorso dicendomi che devo tornare prima del previsto. Sono in ritardo e hanno bisogno dei dipinti, e io ho la tavola e i colori in California. Non posso rischiare di consegnare una schifezza” spiego, invitandola a sedere sul divanetto in parte a me.
“E stavi pensando di andare senza salutarci? Senza salutare Giusy?!” esclama, a bocca aperta.
“Forse a voi lo avrei detto.. ma non a Giusy. Insomma.. non mi piacciono gli addii e io a lei ci tengo troppo” Evelyn si aspetta che io dica qualcos'altro, come se la mia motivazione non fosse già abbastanza. “Non puoi capire” aggiungo, seccato.
“Giusy starà ancora più male se non glielo dici”
“Glielo dirai tu. Ma se la abbraccio prima di partire, io non parto più”
Silenzio.
“E poi, con la nottata che ha passato ieri, non sarà ancora del tutto sobria al momento”
“Luke, non lo so.. se è quello che vuoi” mormora Evelyn. “Ma quanto durerà ancora questo concorso?”
Mi torturo l'interno guancia, sentendo poco dopo il sapore del sangue.
“Si consegna il primo dipinto la settimana prossima. Ce ne sono altri due, quindi conta tre settimane. Più una settimana per decretare il vincitore”
“Un mese” mi interrompe lei. “E' tanto”
“Non sarei mai dovuto tornare, sapevo che sarebbe finita così”
Sento la sua mano stringere la mia spalla.
“Sei sicuro di non volerla salutare?”
Annuisco. Poi mi viene in mente che anche Evelyn non sta granché, così le chiedo cosa sta succedendo, e lei inizia a raccontare.
 
Christian
 
“Vado alla pista di skateboard un po', vuoi venire con me?” chiedo a Giusy, infilandomi le scarpe.
La guardo scuotere la testa e coricarsi sul letto di nuovo. “Buon riposo” le dico, uscendo di casa.
Passo all'edicola, per prendere un giornale, e quando esco mi trovo faccia a faccia con Abby. Mia sorella.
Per un po' la guardo con occhi sbarrati, e lei fa lo stesso. La prendo per il polso e la trascino con me in un vicolo stretto in cui non passa quasi mai nessuno.
 
“Christian, mollami subito!” grida lei, stringendo gli occhi per la fatica. Non la mollo neanche se mi paga.
“Che cosa vuoi da me?” mi chiede, facendosi implorante.
“Se ti lascio tu resterai qua? Senza scappare come fai sempre?”
Lei annuisce, abbassando il viso come faceva sempre quando era piccola per indicare che voleva finire il gioco.
“Christian tu non sei più m-mio fratello” balbetta, asciugandosi una lacrima.
La fisso, stufo. Stanco. Stanco di questa situazione.
Tu non sei più la stessa Abby, io cerco di parlarti da anni, lo capisci? Te ne sei andata da quando la mamma è morta, mi sembra perfetto. Il dolore, tutto quanto. Il papà che non ci voleva più. Okay. Fin qui sei giustificata. Ma è successo sette anni fa. Non ti è mai venuta voglia di riabbracciare tuo fratello?”
“Sì, che ho voglia!” urla lei, isterica come sempre. Mi viene quasi da sorridere, quando eravamo piccoli, lei era sempre l'isterica della famiglia. “Ma pensavo fossi tu, quello che non voleva! Quando mi hai visto, sembravi volessi uccidermi! Avevo paura, Christian! Come si può avvicinarsi a uno che dallo sguardo sembra un assassino?”
“Ma tu mi conosci in fondo, lo sai che non lo sono. Che stupida e ingenua che sei..”
“In sette anni una persona può cambiare. Fino a due minuti fa, quando mi hai preso dal polso, pensavo seriamente che volessi mettere fine alla mia esistenza” sussurra spaventata.
La guardo senza dire niente, appoggiandomi al muro, esausto. Per un'incomprensione, siamo arrivati a dubitare l'uno dell'altra.
Senza indugio, mi avvicino a lei e la circondo con le mie braccia, e anche lei sembra ricambiare. Sento un suo singhiozzo, così la stringo ancora di più. Mi è mancata davvero tanto.
 
Giusy
 
Mi affaccio alla finestra. Sono sola in casa. Evelyn sembra scomparsa, non mi risponde nemmeno al cellulare. Christian se n'è andato a passare il tempo con quell'oggetto insulso e Luke deve ancora farsi sentire.
Poco dopo, vedo una figura uscire dall'hotel di fronte, quello in cui alloggia Luke.
Ma quella persona, è proprio lui. Luke! Ma perché trascina una valigia?
Mentre mi chiedo cosa ci stia facendo con una valigia, mi cambio velocemente e, restando in ciabatte, corro fuori. Per fortuna non è tanto lontano. Vedo Evelyn attraversare la strada e venire verso di me, ma la ignoro.
Mi dirigo verso Luke, senza fermare la mia corsa.
“Luke!” urlo.
Lui si gira, e mi fissa quasi spaventato.






 
ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti, ecco a voi il sedicesimo capitolo!
Finalmeeente sappiamo qualcosa anche su Chris! In realtà è un fratellino dolcissimo, non credete? *-*
Luke non è riuscito nel suo intento, a "scappare" senza farsi vedere da Giusy.
Scusate per gli errori e grazie mille per il vostro supporto!
Ah, comunque, fino al 20 agosto non avrò il computer! Sì, è una cosa terribile, ma quello fisso si è rotto e quello portatile devo prestarlo a mio fratello che va in viaggio, quindi... le storie che seguo cercherò di commentarle dal cellulare, ma lei mie fanfiction resteranno un po' qui a marcire, mi dispiace... oggi è il mio ultimo giorno di PC e ci tenevo ad aggiornare questa storia :)
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, alla prossima!
Un abbraccio <3
Jess

 
   
 
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