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Autore: xAcacia    27/07/2015    1 recensioni
Cassie sa una cosa che in pochi sanno: i vampiri esistono, e sono pericolosi.
È proprio dopo un attacco di vampiri che Cassie scoprirà di non essere una comune mortale, bensì una Whitesun: una ragazza che con un pugnale specifico può uccidere tutti i vampiri e i lupi mannari che vivono su questa terra.
Però ora deve pensare a salvarsi. Le notizie corrono veloci quando si parla di Whitesun e lei è in pericolo. Dovrà andare in un Istituto pieno di ragazzi che combattono i demoni. Là capirà che a volte le persone non sono così male e che si può avere una famiglia anche senza legami sanguigni.
Come se non bastasse scoprirà anche che l'amore può essere per sempre, perché esistono le anime gemelle e lei ha trovato la sua. Si chiama Jeremy, ma il loro è un rapporto molto strano. Sembra una battaglia senza fine quella che si fanno loro due, soprattutto perché lei ha sempre visto la semplicità nei ragazzi come una caratteristica bellissima e lui invece cerca sempre la bellezza esteriore nelle ragazze. Per non parlare poi di come, lo stesso destino che li ha fatti incontrare, cerchi continuamente di separarli, in un modo o nell'altro.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Epilogo

 
Mi sveglio per l’ennesima volta nel letto di una nuova camera, non quella dell’ultima volta né quella della penultima volta che mi sono svegliata. Le camere degli Istituti sono tutte molto familiari, per non dire identiche, quindi non ho proprio idea di dove mi possa trovare.
– Buongiorno, signorina Moonic – mi saluta un’infermiera, sbucata dal nulla. Mi sorride dolcemente, eppure ha uno sguardo freddo e professionale. – Come si sente?
– Dove sono? – chiedo io ignorando completamente la sua domanda. So di sembrare un po’ scorbutica, forse addirittura maleducata, ma quando ti succedono tutte cose negative nelle ultime ventiquattro ore non pensi ad essere gentile e dolce con tutti, soprattutto se non hai la minima idea di dove ti trovi.
–  Nel nuovo Istituto di Boston – risponde l’infermiera tranquillamente.
– Nuovo? Dov’è quello vecchio? – chiedo io, in preda al panico.
–  Stai tranquilla, ok? Stanno tutti bene, i suoi amici stanno bene ed è tutto finito ora – ribatte lei facendomi sdraiare con la forza, visto che a quanto pare mi sono seduta di scatto. Tutto questo grazie al panico.
– Cosa sta succedendo qua? – chiede Louis entrando nella camera, arrabbiato. Trattengo il respiro guardandolo negli occhi. Non può essere lui. Non può essere qua e star facendo finta che sia tutto normale. Non può parlare in questo modo. – Cassie, buongiorno.
– Buon… Buongiorno?! Cos’è, una presa per il culo?! – tuono io fulminandolo con gli occhi. Sono così arrabbiata che potrei saltargli addosso e iniziare a menarlo. – Un mese! Sono stata un mese a chiamarti e tu non mi hai risposto una singola volta! Quindi questa deve essere una per il culo. Per forza.
– No, non lo è, Cassie – risponde Louis con un tono così freddo da farmi venire la pelle d’oca. A quanto pare allora Jeremy ha imparato da qualcuno a fare quel suo odioso tono: da Louis.
Rido, nervosa. – Non lo è? Oh, sì che lo è! Mi avete mandata in quell’Istituto, quando era ovvio che non ci volessi andare, e in più nemmeno rispondevi alle mie chiamate – e sono state tante! Questa è una presa per il culo! – urlo.
– Signorina, si deve calmare adesso – s’intromette l’infermiera rimettendomi giù con la forza, ma la spingo e mi alzo dal letto nonostante i punti messi da poco.
– Tu… non ti meriti quello che hai. Non ti meriti di essere quello che sei. Un vero preside si preoccupa dei propri studenti e tu non l’hai fatto. Tu mi hai lasciata da sola, in quell’Istituto, mentre io non riuscivo a capire niente – ringhio io fino a quando non mi s’incrina la voce.
– Basta così, Cassie Moonic – dice il Secondo Anziano, che spunta da dietro Louis. – Il signor Dempson è stato costretto a farlo. L’abbiamo obbligato noi. TU dovevi andare là e la ragione era Cole. Tutti noi Anziani, dopo aver scoperto chi fosse veramente, ci siamo preoccupati e ti abbiamo usata per arrivare a lui. I tuoi occhi erano praticamente i nostrti, ci hai permesso di vedere dove andasse tutte le notti mentre dormivi, ci hai permesso di stare a tre passi davanti a lui, pronti a qualsiasi attacco – aggiunge poi guardandomi negli occhi. Per modo di dire, visto che sono tutti bianchi.
– Non me lo potevate semplicemente dire? – chiedo io, arrabbiata.
– No. Cole, essendo il gemello della tua anima gemella, l’avrebbe capito. Avrebbe capito che c’era qualcosa che gli nascondevi, che non ti fidavi di lui – risponde subito il Secondo Anziano, serio. Era da un po’ di tempo ormai che non usava più il suo potere da Anziano per darmi fastidio o farmi soffrire.
Rido, nervosa, mettendomi di nuovo a sedere. – Dove sono gli altri? Ci sono stati dei morti?
– Fortunatamente pochi. La maggior parte erano Cacciatori adulti. Isaac è dovuto andare in Canada a causa di un Anguismortem, ma anche lui starà bene. Ivy è stata ferita da un altro demone, ma è stata guarita dai nostri amati stregoni. Gli altri hanno dei piccoli graffi, niente di cui preoccuparsi – risponde il Secondo Anziano.
– E Jeremy? Dov’è? Sta bene? – chiedo poi, visto che il Secondo non l’ha menzionato. In teoria non è una buona cosa quando fanno finta di scordarsi di una persona.
– È andato da Isaac, dovrebbero essere qui a momenti – risponde Louis. Lo guardo con disprezzo, ma lui rimane fermo e insensibile a tutta la rabbia e il disprezzo che sto provando nei suoi confronti.
– E ora che sei fuori pericolo.. – Il Secondo fa un segno con la mano e la mia ferita scompare. – Prendilo come un ringraziamento per averci aiutato, anche senza volere – finisce poi. Mi sorride e va verso la porta della mia nuova camera. – Ah, Cassie! – esclama. Si gira verso di me e mi sorride. – Ti saluta Katherine.
Gli sorrido e annuisco. Sono felice che si siano potuti vedere un’altra volta dopo tutto questo tempo.
– Vado anch’io. Ti aspetto di sotto all’ora di pranzo – aggiunge poi Louis. – Mi dispiace, Cassie. Spero che un giorno riuscirai a perdonarmi e a riacquistare fiducia in me – mormora prima di uscire e lasciarmi da sola, visto che poco prima se n’è andata anche l’infermiera bisbigliando qualcosa. Sembrava arrabbiata, ma prima non m’importava più di tanto, visto che ero sicuramente più arrabbiata di lei.
Sbuffo rimettendomi a letto. Cerco di pensare positivo, anche se sembra abbastanza inutile. Come si fa a pensare positivo quando Cole è vivo – forse ancora per poco – e a piede libero? Non si può. Non potrò mai pensare positivo. Penserò positivo quando sarà morto.
Rimango a pensare e a rimuginare tutte le nuove informazioni fino all’ora di pranzo. Mi siedo in uno dei pochi tavoli completamente liberi che sono rimasti e, ovviamente, appena lo faccio mi raggiungono altre persone, ma sono persone che mi sono mancate. – Allora… bentornata – mi saluta Ivy sedendosi proprio davanti a me.
Le sorrido dolcemente. – Mi sei mancata anche tu – dico guardandola negli occhi. Alza gli occhi al cielo mentre la sua maschera di cattiva ragazza se ne va e a questo punto accenna un sorriso e mi fa la linguaccia. Non posso fare a meno di ridere.
– Quindi? Che ci racconti? – chiede Harry mettendosi accanto a Ivy. – Ci sono più ragazze nell’Istituto a Toronto? Quante sono quelle belle? Secondo te dovrei andare là e conoscerle? Anche perché ormai qua vedo sempre le stesse facce e tutte quelle bellissime ormai non mi vogliono nemmeno più guardare in faccia.
Scoppio a ridere, o almeno fino a quando non arriva Isaac, che esclama: – Ehi, tu! Stai lontano dalla mia ragazza! – Da dei colpetti alla spalla di Harry, che si alza e si mette nella sedia successiva per fare sedere Isaac proprio in mezzo a loro due.
– Amore! – dice Ivy abbracciando Isaac. – Mi sei mancato così tanto – aggiunge poi tra un singhiozzo e l’altro.
– Anche te, amore mio – mormora Isaac stringendola a lui, ma non con un tono così basso da non farlo sentire a me e Harry, che alziamo gli occhi al cielo e sbuffiamo, scherzando.
– Da quanto tempo, Cassie! – mi saluta Scott sedendosi vicino a Ivy. Una ragazza dai capelli neri e ricci, gli occhi scuri e la carnagione abbastanza scura si siede proprio accanto a lui. Sembra la sua ombra e ogni volta che lo guarda fa un sorrisino compiaciuto e dolce allo stesso momento.
– Scott! – lo chiamo io alzandomi dalla sedia per andarlo ad abbracciare. Scott ricambia l’abbraccio stringendomi un po’ troppo, ma non gli dico niente.
– Ciao, io e te non ci siamo mai presentate – s’intromette la ragazza accanto a Scott con un sorriso caldo e uno sguardo dolce. – Io sono Eireen – si presenta poi porgendomi la mano, che stringo subito.
– Tu devi essere la ragazza di Scott. Piacere, Cassie – mi presento io sorridendole.
Vieni, fatti abbracciare – esclama Isaac aprendo le braccia e venendo verso di me, pronto ad abbracciarmi.
Rido e lo abbraccio senza pensarci. Ci facciamo per un po’ di tempo i dispetti e poi ci distacchiamo ridendo. – Dov’è Jeremy? – chiedo una volta seduti e pronti per mangiare. Ma c’è un posto accanto a me ed è libero: è quello che spetta a Jeremy.
– Jeremy sta… nella stanza di Allison – risponde Isaac, un po’ indeciso e in imbarazzo. – Sai, è stata ferita gravemente, ma lui dovrebbe scendere a momenti, visto che mi ha detto di aspettarlo per mangiare – aggiunse subito, sicuramente dopo aver visto la mia espressione delusa.
Annuisco guardando il cibo che sta nel mio piatto. Forse lo dovrei aspettare anch’io, forse lo dovremmo aspettare tutti. Come ogni volta che mi ferisco, non si è più fatto vivo da quando mi ha salvata. O almeno così mi hanno detto. Dicono che abbia obbligato il mago della luna a guarirmi, però quest’ultimo poi si è rifiutato di spezzare il legame tra me e Cole, allora Jeremy l’ha bruciato vivo. Poi sono intervenuti gli Anziani, ma ormai Cole era scappato dopo aver ferito gravemente Jeremy. Il resto non me lo dicono, per esempio non mi hanno detto cos’è successo durante la guerra. Pensano che io sia troppo debole e piccola per saperlo e, per la prima volta da quando sono qua, forse gli do ragione. A volte forse è semplicemente meglio non sapere.
Alzo lo sguardo perché so che sta arrivando. Il mio corpo lo percepisce. E infatti sta venendo verso il nostro tavolo e il mio cuore si ferma uno o due secondi in più del dovuto. – Eccomi! – esclama lui mettendo le mani sulle spalle di Ivy per poi darle un bacio sulla guancia. La gelosia cresce dentro di me. Da quand’è che sono diventati così amici? Ah, è vero. Sono stata via un mese…
– Ehi, rimane la mia ragazza! – ribatte Isaac scherzando. Jeremy alza le mani ridendo e si siede proprio accanto a me.
Il mio corpo s’irrigidisce sentendolo accanto a me e così abbasso lo sguardo sul cibo per cercare di pensare a qualcos’altro. Un’immagine di Cole che mi sorride mi attraversa l’anima facendomi sussultre. – Scusatemi un attimo – dico io alzandomi. Sorrido a Ivy facendole capire che è tutto apposto e poi me ne vado. Esco per poco dall’Istituto. Le lacrime iniziano ad uscire, abbasso lo sguardo verso l’anello ricordandomi tutte le parole dolcissime che mi aveva detto quando me l’aveva dato. Prendo l’anello e lo tiro il più lontano possibile. Sembra stupido, ma alla fine ero affezionata a quel mostro. Ero legata a lui, in qualche modo. Faccio un respiro profondo capendo che è solo la frustrazione che mi fa provare queste cose.
– Mi dispiace.
Faccio un balzo sentendo la voce di Scott. Mi giro dopo essermi asciugata le lacrime e gli sorrido dolcemente. – Per cosa? – gli chiedo.
– Per Cole – risponde lui, per poi fare spallucce. – Insomma, in qualche modo ci tenevi a lui – aggiunge poi venendo verso di me.
– Non è morto, Scott – mormoro io guardandolo negli occhi
– Forse è per questo che mi dispiace – scherza lui accennando un sorriso. Mi prende per mano e poi mi da una spallata. – Sei mia amica, Cassie, a me puoi parlare – mormora poi continuando a sorridermi.
Faccio un sospiro. – Non è morto, è ancora vivo – inizio quindi guardandolo. Annuisce facendomi capire che devo andare avanti. – È.. vivo. Ed io sono qua. E c’è Jeremy, ma lui è ancora vivo e ho paura.
– Non devi aver paura, Cassie – risponde lui stringendomi un po’ di più la mano. – Quello che lui provava per te forse era l’unica cosa vera e rassicurante.
– Forse è proprio questo che mi fa più paura – ribatto io guardando davanti a me. – Se questo è vero, allora non credo sia finita qua. Non è finita comunque, lui vuole ancora vincere. Quando mi ha presa e mi ha chiesto se volessi stare accanto a lui se lui avesse vinto… Forse non era una domanda. Forse adesso è diventata un’affermazione.
Mi abbraccia. – Non ti sfiorerà più. Mai più – dice lui stringendomi un po’ troppo.  – Dobbiamo entrare adesso – mormora poi guardandomi negli occhi. Quando annuisce ci distacchiamo del tutto e andiamo verso l’ingresso dell’Istituto.
– Comunque carina la tua ragazza!
– Ah, sta zitta! – scherza Scott.
– No, veramente!.
– Mi piace davvero, Cassie – dice, tutto d’un tratto serio.
Annuisco sorridendo. – Bene, sembra molto dolce.
– Lo è, Cassie. Lo è veramente – mormora annuendo più volte, prima di aprire la porta principale dell’Istituto, lasciando tutto il pericolo alle nostre spalle.
  Raggiungiamo il tavolo e così tutti smettono di parlare facendomi imbarazzare ancora di più. Ivy mi sorride facendomi capire che sta per dirmi qualcosa e io devo prepararmi a tutto, ora come ora. – Cassie, sei pronta per sta sera? – chiede, eccitata.
Aggrotto la fronte non capendo. – Pronta per cosa? – chiedo e quasi ho paura di farlo.
– Oh, come?! Non lo sai?! – esclama Harry ridendo.
– Stupido! – aggiunge Eireen lanciandogli una patatina fritta. Harry ride squadrandola, poi fa spallucce e si mangia la patatina. – Scusalo. Comunque c’è un ballo per festeggiare la nostra vittoria.
Deglutisco pensando al motivo della festa. Per me non c’è niente da festeggiare. Non abbiamo ancora vinto, o almeno secondo Cole, e se secondo lui non abbiamo vinto... questo significa che farà di tutto per farcelo capire e per fare in modo di ricominciare daccapo. – Non credo di poter venire – rispondo io freddamente guardando il mio piatto con dentro ancora tutto il cibo, ormai freddo.
– Dai, non puoi non venire! A mio padre… – Ivy si ferma e deglutisce, ricordandosi che ormai io e Louis non andiamo più d’accordo. Ed è colpa sua. – A me dispiacerebbe molto se tu non venissi.
– Dopo vediamo – aggiungo guardandola. Annuisce sorridendomi, perché infondo sa che quando dico così lo faccio e così inizio a mangiare.
 
Busso alla porta di Austin e rimango ad aspettare fuori per un po’ di tempo, fino a quando, come sempre, mi apre la madre. – Oh, ciao tesoro! – esclama lei abbracciandomi. – È da un po’ che non ti vedo in giro. Tutto bene? I tuoi nonni mi hanno detto che sei andata un po’ via dopo quello che è successo al povero Ben. Stai meglio?
Sentire quel nome è come un colpo al cuore. Un taglio avrebbe fatto meno male. Sono così stanca di affrontare tutte queste perdite.  – Sì, meglio – mento quindi accennando un sorriso. Non è solo Ben il motivo per il quale sto così male. Ovviamente anche la sua morta mi fa stare male, ma sono tutte le altre cose che sono successe a causa mia. Tutte le altre morti a causa mia mi pesano e lo faranno sempre.
– Dai, entra. Austin dovrebbe tornare a momenti. È andato a trovare la ragazza, a quanto pare hanno litigato anche oggi. Veramente, non so cosa ci trovi di tanto bello in lei, dopotutto sono così diversi che non possono stare insieme per più di un’ora senza litigare. È estenuante!
– Eh lo so, questi amori sono i peggiori perché non riesci a staccarti da loro – borbotto io abbassando lo sguardo. Conosco molto bene quel tipo di amore e ancora non riesco a staccarmi da Jeremy. Rimango a parlare per un po’ con la madre del più e del meno, delle loro novità… fino a quando lei non è costretta ad uscire e così rimango in silenzio e ferma ad aspettare Austin, che torna dopo mezz’ora.
– Mamma, sono a casa… –  Si ferma guardandomi e non chiude nemmeno la porta. – Cassie – mormora e il suo tono sembra quasi ferito.
Gli sorrido mentre sento il solito peso allo stomaco farsi meno accentuato. – Ciao Austin – lo saluto io. Si avvicina a me e mi abbraccia, gli do dei colpetti alla schiena cercando di tranquillizzarlo. – Emh… Austin, non riesco a respirare.
Si allontana da me. – Sai quante volte ho provato a chiamarti? – chiede lui e adesso sembra arrabbiato. – Mi hai fatto preoccupare! Tanto! Non rispondevi alle mie chiamate, i tuoi nonni non mi volevano dire dove fossi andata e quel Jeremy è scomparso così com’è apparso!
– È una lunga storia, Austin – mormoro io abbassando lo sguardo, colpevole. Non è che non volessi parlare con lui, è che da quando ero andata a Toronto il mio cellulare aveva fatto una brutta fine e non potevo comprarmene uno là. – Non la vuoi sapere veramente…
Mi prende di scatto il polso. – Cassie, sei stupida o cosa?! La voglio sapere questa storia, perché sei la mia migliore amica! Sei stata molto importante per me, ma adesso sono stanco dei tuoi schifosi giochetti.
Aggrotto la fronte e poi faccio una mezza risata. – Che vuoi dire? – chiedo io, ma quando rimane in silenzio già inizio a vedere sfogato per colpa delle lacrime. Mi avvicino a lui ma nell’esatto momento in cui faccio un passo verso di lui, ne fa uno indietro. – Che vuoi dire, Austin?
–  Che devi adnartene da casa mia, Cassie – risponde lui. Ed è furioso. – Non puoi fare così. Non è la prima volta che scompari nel nulla e io mi sono rotto le palle di essere la tua ruota di scorta. Gli amici non scompaiono nel nulla per mesi, per poi ripiombare nella loro vita dal nulla. Non è questa l’amicizia.
Scuoto la te. – No, Austin, tu non sei la ruota di scorta di nessuno! – esclamo io avvicinandomi a lui, ma mi fermo prima che lui riesca veramente a fulminarmi con lo sguardo. – Ti prego, Austin, non farlo – mormoro io con le lacrime agli occhi.
Sta zitto per un po’ di tempo con lo sguardo a terra. – Io non so più che fare con te, Cassie – dice lui. Lo guardo senza dire niente, visto che potrei scoppiare a piangere da un momento all’altro. – Vai, per favore – aggiunge aprendo la porta.
Esco praticamente correndo, prima che scoppi a piangere proprio davanti a lui.
 
Sospiro mettendomi i tacchi color carne e guardando i boccoli perfetti di Ivy e il suo vestito verde scuro, altrettanto perfetto su di lei. Metto apposto il mio vestito blu scuro con uno strato velato di brillantini piccolissimi ma che riempiono praticamente tutto il vestito. Il modello è come quello di Ivy: stretto in vita e pompato dalla vita in giù fino a cadere a terra.
–  Va bene, andiamo – esclama lei aprendo la porta della mia camera, ma si ferma subito e per poco non le vado addosso. – Oh, quasi dimenticavo! – esclama correndo verso la mia scrivania. Prende una specie di mollettone e con esso mi fa un’acconciatura un po’ strana ma elegante. – Ogni ragazza questa sera deve avere una molletta o un mollettone di questo tipo – aggiunge mettendomi la frangia laterale un po’ indietro arricciandola un po’ con le sue dita. – Ecco fatto. Ti fa più  grande, lo sai? – chiede e così alzo gli occhi al cielo.
La porta di Jeremy si apre subito dopo la nostra e Ivy mi afferra il polso per fermarmi. – Ehi – ci saluta Isaac uscendo e trascinando praticamente Jeremy di fuori. Entrambi vengono verso di noi, ma solo Isaac afferra Ivy e la bacia come non ha mai fatto davanti a noi.
Mi allontano da loro, imbarazzata, e guardo Jeremy mentre fa la stessa cosa. Ma lui, al contrario di me, non arrossisce come un cretino. – Ragazzi – li chiama Jeremy, stufo.
Si distaccano ed entrambi sono un po’ più rossi di prima. – Scusateci, ma mi è mancata molto in questi ultimi giorni – dice Isaac sorridendoci e stringendola a lui con un braccio sulle spalle. Lei posa la sua testa sulla spalla di lui e chiude gli occhi, felice.
Sorrido guardandoli, perché semplicemente trasmettono felicità e serenità. – Tranquilli – mormoro quindi, continuando a sorridere.
– Bé, la prossima volta contenetevi – ringhia Jeremy, avendo la reazione completamente diversa dalla mia. Lo guardo un po’ scioccata e così se ne va giù, più arrabbiato di prima.
Isaac fa un sospiro. – Non voleva venire – annuncia guardandomi.
Dopo esser scesa giù insieme a Isaac e Ivy vado verso la finestra del salone dividendomi dalla coppietta felice per cercare di sentirmi più protetta, anche se molto probabilmente non è vero. È cambiato tutto; non sembra ma lo è. Guardo fuori rabbrividendo. Non ho intenzione di uscire, non più. Prima almeno avevo una scusa per uscire ed era Austin, ma adesso perché dovrei rischiare la mia vita? Austin dopotutto non è più una scusa.
Qualcuno mi mette una mano sulla spalla sinistra facendomi sobbalzare. Mi ritrovo in piedi girata in pochi secondi. – Harry – mormoro mettendomi una mano sul cuore per cercare di farlo rallentare, inutilmente.
– Scusami, non ti volevo spaventare – dice lui seriamente. – Stai bene? – chiede, ma prima che possa rispondere aggiunge: –  Non mentire, non stai bene. Sta tranquilla, non ci voglio provare. Mi sono arreso tanto tempo fa.
– Bene! – esclamo sorridendo un po’. Ride e mi porge la mano per chiedermi di ballare con lui ed io, alzando gli occhi al cielo, afferro la sua mano accettando un ballo del tutto tranquillo con il mio amico. Si reputa un grande amico, simpatico anche quando non cerca di portarti a letto.
Dopo aver finito di ballare con Harry vado un’altra volta vicino la finestra. Devo assolutamente parlare con Jeremy. Non ci siamo più parlati da quand’è tornato e non capisco il motivo. Cioè… certo che lo capisco, dopotutto sono stata con suo fratello, quindi perché dovrebbe parlarmi? Però devo cercare di parlargli per sistemare almeno un po’ le cose. Mi guardo in giro per cercarlo, ma non c’è. Molto probabilmente se n’è già andato. Dopotutto non voleva venire.
Solo dopo un bel po’ mi convinco ad andare in camera sua per parlarci. Chaimo l’ascensore e, dopo un po’, arriva. Dopo essere arrivata al piano vado dritta alla sua porta, busso e apro subito. Non c’è nessuno. Faccio un sospiro chiudendo la porta dopo essere entrata dentro la stanza.
La parola del giorno sembra “aspettare”.
Dopo un tempo indeterminato la porta si apre e Jeremy sussulta vedendomi in camera sua. – Oddio… Cassie – mormora lui chiudendo la porta dietro di lui. Lo guardo mentre lui fa di tutto per non farlo. – Che ci fai qua? – chiede lui posando il suo cellulare sul suo comodino.
Prendo coraggio e inizio a ripetere ad alta voce tutto quello che ho pensato fino ad adesso. – Non ci siamo parlati per un bel po’ di tempo e così ho pensato di prendere l’iniziativa e venire qua da te… per chiarire le cose.
– Cassie…
– No, ti prego – esclamo io fermandolo prima che inizi a dire cose inutili come “devi andartene, ho da fare”. Mi alzo dal letto per andare davanti a lui e guardarlo dritto negli occhi. – Cos’è successo?
– Niente – risponde lui abbassando lo sguardo sui suoi piedi.
– E allora perché non riesci nemmeno più a guardarmi? – chiedo io con una voce strozzata.
Alza lo sguardo su di me procurandomi delle scosse. – Cassie, per favore, vattene – sussurra lui e il mio cuore fa un balzo sentendo per la seconda volta quella frase in un giorno.
–  Perché? Cosa ho fatto? – chiedo io, esasperata. Non posso credere che mi stia cacciando anche lui. Tutta la mia vita sta diventando uno schifoso scherzo del destino e questa volta non è nemmeno colpa mia. Non è colpa mia se la mia vita si è incasinata in questo modo, non era stata mia la scelta di trasferirmi a Toronto, eppure tutti sembravano dare la colpa a me.
–  Cos’hai fatto?! – esclama Jeremy alzando il tono di voce. – Sei la ragazza di mio fratello! – urla lui per poi mettersi indietro i capelli, arrabbiato. – Dio santo, Cassie! Ma non lo capisci proprio? Io non voglio stare con la ragazza di mio fratello, non voglio nemmeno guardarla nel modo in cui ti sto guardando! Dovresti essere off-limits per me!
–  È una storia complicata – borbotto io abbassando lo sguardo a terra, perché in realtà mi sento in colpa. Avevo una scelta: lasciar perdere Cole o starci insieme, e io ho scelto quest’ultima, quindi ho una colpa e non è nemmeno da sottovalutare.
– No, alla fine non lo è: sei la ragazza di mio fratello – ribatte lui freddamente. – Ecco tutto.
Scuoto la testa. – Lo sai che è più complicato di questo. Non sono mai stata veramente la ragazza di tuo fratello – dico io non sapendo che altro dire. Il fatto è che se lui non accetta una cosa del genere allora non possiamo andare da nessuna parte, e ha ragione a non accettarla.
Ride. – Ma ti senti? “Non sono mai stata la ragazza di tuo fratello” – imita la mia voce facendomi arrossire. – Non mentire, Cassie. Sei stata la sua ragazza e quello schifoso anello ne è la conferma! Sei stata la sua ragazza e io sono suo fratello!
– Non essere così stupido, Jeremy, perché non lo sei! – sbotto io. – Sai benissimo che quello era tuo fratello solo per dire. Ogni volta mi minacciava di ucciderti! Questo sembra un comportamento da fratello? Perché a me non sembra proprio.
– Già e guarda com’è finita! – esclama lui. – Che lo stavo per uccidere io. Lo stavo per uccidere per una ragazza – aggiunge freddamente.
Questa frase mi ferisce più del dovuto. Per lui sono solo una ragazza, non la ragazza, non la ragazza di cui è innamorato. Sono solo una ragazza. – Va bene – mormoro io. Se vuole avere ragione allora glie la do, dopotutto chi sono io in confronto a suo fratello? Ok, stiamo parlando di Cole, ma per Jeremy rimane suo fratello e non posso dargli torto. Come faccio ad essere così egoista? Io ero la sua ragazza, obbligata o no. Dopotutto ok, mi avevano detto che dovevo stare insieme a Cole, ma lui mi piaceva. – Hai ragione… Hai veramente ragione. Scusami – borbotto io. Mi giro e me ne vado in camera mia senza girarmi nemmeno una volta. L’ho già strapazzato abbastanza, non se lo merita.
Dopo essere entrata in camera mia mi butto sul letto facendo finta di essere stanca morta. Mi metto le mani davanti al viso, più frustrata che mai. Che mi è rimasto? Chi mi è rimasto? Austin non mi vuole più, per Jeremy sono offlimits. Sono stata con suo fratello e ha tutto il diritto di essere arrabbiato con me. Mi alzo per guardarmi allo specchio. Cosa sono diventata? Quanti ragazzi ho baciato? Ho baciato Derek, Liam, Jeremy, Cody e Cole. Tutto questo perché? Perché non volevo ammettere che ci fosse un’anima gemella. Alla fine io e Jeremy non siamo poi così diversi, anzi… Poi ci sono stati i due ragazzi nella discoteca dove mi aveva portata Jeremy. Solo dopo che Cole mi aveva detto che c’era una discoteca identica là, a Toronto, mi aveva spiegato che nell’aria c’è qualche sostanza chimica che “eccita” le persone là dentro, mi sono sentita meno in colpa. Ma li ho baciati comunque, il ché significa che ho baciato sette ragazzi, aggiungendo Austin fanno otto.
Mi ricordo prima della morte di mio padre. Ero così diversa! Avevo baciato solo Austin e lui era stato il mio primo vero ragazzo. Solo lui, nessun altro. Cosa sono diventata?
Sento qualcosa vibrare e così sobbalzo. Solo dopo essermi resa conto di avere ancora un cellulare smetto di tremare. – Pronto? – chiedo io con una voce tremolante.
– Ciao, piccola mia – dice mia nonna. Mi siedo a terra aspettando che continui la conversazione. – Tutto bene? Volevo solo sapere se stavi bene, dopo tutto quello che è successo…
– Sto bene – mento guardando il muro davanti a me.
– No, non è vero – mormora mia nonna e la sua voce s’incrina un po’. Lei lo sa, sa cos’è successo e sa che non è la fine. – Senti, io e tuo nonno stiamo pensando di venirti a trovare. Per te va bene?
– Oh – dico io. – Va bene.
Fa un sospiro. – Mi dispiace, Cassie. Per tutto quello che ti è successo, per tutte le persone che hai perso. Mi dispiace non averti protetta dalla realtà, ma la verità è che è impossibile. Ci abbiamo già provato e non è servito a niente. Soprattutto per una vita come la tua. Sei una Whitesun e lo sarai per sempre. Anche dopo aver compiuto il tuo dovere ci sarà sempre qualcuno che vorrà vendicarsi.
Faccio un sospiro cercando di farle capire che non mi sta aiutando affatto. – Senti, nonna, io adesso devo proprio andare. C’è una festa e non posso assentarmi per molto. Ci vediamo presto, va bene? Se non ce la fate a venire qua posso comunque venire io – la fermo io cercando di non essere troppo cattiva o sgarbata.
– Va bene, tesoro, ci farebbe molto piacere averti un paio di giorni a casa – risponde lei e so che sta cercando di sorridere  e non piangere. – A presto allora – aggiunge prima di attaccare.
Sono così arrabbiata con il mondo che prendo il cellulare e lo tiro, esso va a sbattere dall’altra parte della camera e si rompe del tutto sbattendo prima sulla parete e poi a terra. Chiudo gli occhi, perché mi sento solo peggio dopo questa cavolata e non riesco a far altro che prenderlo e cercare di digitare il numero di Austin. Tutto lo schermo è rotto, ma funziona ancora, peccato che scatti subito la segreteria telefonica. Faccio un respiro profondo e devo fare uno sforzo enorme per non romperlo una volta per tutte. Rimango ferma per un po’, calmandomi minuto dopo minuto, fino a quando tutta l’adrenalina non se ne va e mi ritrovo sdraiata sul letto.
 
Apro di scatto gli occhi sentendo un rumore strano. Mi guardo intorno, sperando di ritrovarmi davanti Jeremy, ma non c’è nessuno in camera e non mi stanno nemmeno bussando alla porta. Qualcosa sul mio comodino però attira la mia attenzione. Il mio cuore fa un balzo vedendo l’anello che mi aveva regalato Cole, che solo sta mattina ho tirato da qualche parte, fuori dall’Istituto, sopra il mio comodino. Lo prendo con le mani tremati e mi accorgo che c’è un biglietto accanto ad esso.
“ Mi è dispiaciuto vederti tirarlo.
                                                                                                                                                                Tuo, Cole.”
Le lacrime iniziano a pungere i miei occhi, pregando di uscire, e così anche il panico. Mi alzo di scatto dal letto facendo cadere il biglietto e l’anello che poco prima stava nelle mie mani tremanti. Mi guardo in giro per controllare un’altra volta, ma non c’è nessuno nemmeno questa volta. – Sta calma, va tutto bene – mormoro tra me e me, continuando a tremare. Indietreggio per poi cadere a terra, in preda al panico. – C’è qualcuno? Cole? – chiedo io aprendo la porta del bagno. Non c’è nessuno. Così corro fuori dalla mia camera senza nemmeno pensarci due volte per andare a dire a Louis il tutto, ma a metà corridoio cado per colpa dell’altezza dei tacchi.
– Ma insomma! Chi è il tirannosauro che cammina in questo modo?! – tuona Jeremy, ma la sua espressione da cattivo ragazzo scompare vedendomi. – Cassie? Che hai? – chiede poi. – Cassie, stai tremando – aggiunge venendo verso di me.
Mi alzo e indietreggio fino a quando non si ferma, confuso. – Non ti avvicinare! – esclamo, ma in realtà la mia voce è bassa e non sembra la mia. Mi guarda con gli occhi da cane bastonato, ma non posso farlo avvicinare. Cole è stato qua e magari ci sta ancora guardando e ho paura che se la possa prendere con lui. Suo fratello mi spaventa davvero tanto. – È stato qui – aggiungo poi a bassissima voce, come per paura di non farmi sentire da Cole.
Aggrotta la fronte, preoccupato. – Che stai dicendo? Lui non può entrare! – ribatte Jeremy, immobile.
– È tuo fratello, può entrare! E comunque ha trovato un modo per entrare – borbotto io continuando a guardarmi intorno.  Sono quasi sicura di poterlo vedere dietro di noi mentre si prende gioco di noi e delle nostre paure. Questo è Cole: si prende beffa delle paure degli altri e ne ricava quasi felicità.
– Come fai a saperlo? – chiede Jeremy rimanendo serio e immobile.
– perché mi ha lasciato l’anello che a pranzo avevo buttato non so devo, nell’erba, fuori dall’istituto, e mi ha lasciato un biglietto – rispondo io e Jeremy mi da la prova di essere umano: diventa pallido. Mi scansa ed entra in camera mia a passo veloce e deciso, per poi prendere il biglietto, che diventa un cartoccio dentro la sua mano. Lo butta a terra e si gira verso di me, infuriato. – Lo dobbiamo dire a Louis – aggiungo io guardandolo negli occhi, ma scuote la testa. – Deve stare nel suo ufficio.
Faccio per andare via ma mi ferma afferrandomi il braccio e una scossa sembra quasi trapassarmi il cuore. – Perché dovremmo fidarci di lui? Dopotutto ti ha obbligata ad andare a Toronto e ti ha lasciata là fino a quando ormai tu e Cole sembravate quasi sposati – ringhia lui. Aggrotto la fronte, confusa, perché lui non dovrebbe sapere tutto questo. – Sono andato da Louis e lui mi ha spiegato tutto – si giustifica lui vedendo la mia espressione confusa.
– Oh – mormoro io abbassando lo sguardo. Non parlo per un po’ di tempo, per pensare al da farsi, ma è fin troppo ovvio. – Non fa niente, Jeremy. Glie lo dobbiamo dire, così farà potenziare le protezioni – aggiungo poi e lui annuisce, così accenno un sorriso e vado, nonostante riesca a capire che questa cosa non gli faccia molto piacere.
Vado da Louis e gli spiego freddamente tutto quello che è successo. Sembra veramente molto dispiaciuto e cerca di farmelo capire in tutti i modi, ma sono ancora troppo arrabbiata con lui e mi rimarrà molto difficile perdonarlo. Sono stata un mese a Toronto, confusa e sì, spaventata, non sapendo cosa fare. Sono stata un mese da sola senza uno scopo e questo mi faceva impazzire.
Quando mi promette che parlerà con gli Anziani per far potenziare le protezioni me ne vado, senza ringraziarlo. Torno in stanza convinta di essere sola, ma Jeremy è ancora qua. – Pensavo te ne fossi andato – mormoro io mentre lui continua a guardare fuori dalla finestra.
– Bé, pensavi male – risponde Jeremy freddamente.
– Ok – ribatto io, perché non sono nella posizione di fare problemi solo per questa risposta secca. – Quindi posso sapere perché sei ancora qua? – azzardo io con un tono un po’ indeciso, ma sono veramente confusa e devo cercare di capire almeno lui.
– No, non puoi – risponde semplicemente lui, ancora più freddamente. Alzo le sopracciglia rimanendoci male e mi siedo sul letto, stanca, ma non da segni di volersene andare e rimane a fissare qualcosa oltre la mia finestra. – È ancora là fuori, da qualche parte, e ci sta guardando – sussurra lui dopo un po’.
Guardo la sua schiena contratta e mi viene quasi da correre da lui e abbracciarlo da dietro. Devo fare uno sforzo veramente immane per non farlo e rimanere seduta, ferma, con le mani sulle mie gambe. – Già – confermo, non sapendo cos’altro dire.
Fa un respiro profondo e abbassa le tapparelle. Rimaniamo con solo la luce della lampada accanto al mio letto accesa. Si gira verso di me e il mio cuore inizia ad andare all’impazzata, perché adesso ha uno sguardo più deciso e quasi mi spaventa. – Sono stato uno stupido a pensare di avere un qualche legame fraterno con lui – inizia lui guardandomi negli occhi. Ha una strana luce negli occhi e mi piace. – Non devo niente a mio fratello, anzi è lui quello in torto. Tu sei mia, non sua, e lo sei sempre stata – continua e gli sorrido maliziosamente, dandogli assolutamente ragione. – E so che provi qualcosa per lui e ho sempre dato la colpa a te, ma non è così… Non puoi deciderlo tu e so che quando dovrai scegliere tra me e lui, sceglierai me. – Fa un sospiro e si tira le punte dei capelli, frustrato. – A quest’ora sarebbe morto se solo non ti avesse legato a lui e sarei stato io a ucciderlo. L’avrei visto morire. Perché lui non è mio fratello, non veramente. Il mio vero fratello è morta appena è nato.
–  Mi dispiace così tanto, Jeremy – esclamo io alzandomi da letto per andare da lui, prendo le sue mani e le stringo forte per cercare di fargli capire quanto tutto questo mi stia distruggendo. – Mi dispiace che sia tutto così strano e anormale. Mi dispiace essere stata un mese con tuo fratello – dico cercando di non far tremare la mia voce, ma è quasi impossibile. – Mi dispiace provare quello che provo. Mi dispiace davvero, così tanto che…
Mi ferma baciandomi. Le sue labbra si scontrano con le mie e quasi mi fa male, ma quando sento una scossa percorrere tutto il mio corpo non sembra più tanto male. Apro le labbra portando il bacio a qualcosa di più profondo, mentre tocco i suoi soffici capelli scuri. Mi stringe a lui continuando a baciarmi in un modo che forse non aveva mai fato.
Si distacca da me dopo così tanto tempo e così poco tempo all’unisono. Mi sposta i capelli dietro l’orecchio e mi sorride dolcemente guardandomi negli occhi. Le mie gambe sembrano fatte di gelatina quando mi guarda in questo modo, come se fossi tutto il suo mondo. – Mi sei mancata, sai? – sussurra.
Lo abbraccio, lo stringo il più possibile a me, fino a quando siamo così attaccati che non riesco a capire quando respira lui e quando respiro io. Non mi sono mai sentita così, non quando si trattava di altri ragazzi. Con lui mi sento forte ma allo stesso tempo vulnerabile, come se sapesse tutto di me, come se riuscisse a capire qualcisiasi cosa che faccio ed il motivo. E questo mi sa sentire forte, perché ci rende più vicini, ma vulnerabile perché sono completamente scoperta con lui. Mi piace, mi piace provare tutto questo. Mi piace il modo in cui mi abbraccia, il modo in cui mi bacia, il modo in cui mi guarda e mi parla.
Lo stringo ancora di più riuscendo a sentire il suo cuore andare veloce quanto il mio, e il mio cuore va veramente, ma veramente veloce.  La mia attenzione passa su tutto il resto del suo corpo: riesco perfino a sentire i bottini che sbattono sul mio vestito e sotto ancora i suoi addominali; il bottone dei suoi pantaloni eleganti neri e i muscoli delle sue gambe. Siamo una sola persona in questo momento.
Appena mi accorgo che è passato fin troppo tempo mi obbligo ad allontanarmi da lui e appena lo faccio i nostri occhi s’incontrano, rabbrividisco a questo contatto così lontano eppure così vicino. Mi sorride accarezzandomi il viso in un modo che solo lui può fare: amando tutto quello che sta accarezzando, amando me nonostante tutto.. amandomi davvero. Il mio stomaco si contorce facendomi provare quella sensazione non provavo da tanto tempo, da quando non stavamo più insieme non nel vero senso della parola, ma da quando io e lui ci vedevamo tutti i giorni per i corridoi, o nella sala pranzo, o nella sala di addestramento, o addirittura nei combattimenti.
Lotto veramente contro il mio corpo mentre esso mi chiede, anzi mi prega di abbracciarlo un’altra volta e di non lasciarlo mai più, incredulo di averlo davanti di nuovo. Sorrido e guardo i suoi occhi celesti che, nonostante il buio nella stanza, si possono vedere molto bene.
– Oh e per la cronaca – aggiunge lui facendo un sorriso malizioso. – Questo vestito ti fa ancora più bella. Sono così ammaliato che mi fa diventare geloso e sai che quando divento geloso sono irresistibile. A parte questo, sono veramente tentato di togliertelo, fare l’amore con te e poi buttarlo da qualche parte nel mio armadio, in modo che nessun altro possa vederti con questo addosso oltre a me.
Scoppio a ridere e gli do un casto bacio, prima di abbracciarlo un’altra volta. Sento di nuovo il mio cuore gonfio di amore, felicità e tenerezza. Mi è mancato davvero tanto. – Ti amo – gli sussurro all’orecchio prima di nascondere il mio viso nell’incavo del suo collo.
– Io non ti amo – risponde Jeremy accarezzandomi la schiena con tutte e due le sue mani, facendomi rabbrividire più volte. Mi bacia la testa e mi fa distaccare un po’ di lui. Mi guarda dritto negli occhi e accenna un sorriso ancora più dolce. – No, non ti amo, perché quello che provo è così forte da essere al di sopra dell’amore.
Sorrido, rossa in viso, e mi avvicino a lui per baciarlo un’altra volta. Perché quello che proviamo l’uno per l’altra è qualcosa di veramente grosso e importante, così tanto da essere al di sopra dell’amore.

Angolo Autrice:
E siamo giunti alla fine. Spero di non aver rovinato il finale... ma non poteva finire tutto bene. Austin non c'è più, Jeremy è tornato da lei, Louis è dispiaciuto ma ancora non è stato perdonato e gli amici di Cassie sono ancora loro: la sua nuova famiglia.
Spero che questa storia non sia stata del tutto inutile, spero che sia piaciuta ad almeno alcuni di voi e spero che sia servita ad avere quella pausa da questa vita che a volte sembra veramente troppo complicata e stressante. A me ha aiutato molto ed è molto importante per me, perché è stata la mia prima storia, quindi rimarrà sempre nel mio cuore. Mi ha accompagnata in questi anni, che sono stati veramente difficili, e mi ha aiutata a prendere una pausa dalla realtà.
Non ha avuto molto successo, ma non fa niente, perché rimarrà sempre la mia "bambina". Vorrei comunque ringraziare tutte le persone che l'hanno seguita, in particolare chi ha recensito e quindi elenamassara, whiteshadow94, iris_2410, Magicwolf02, Ariannadel e aduial. Ovviamente la storia non è finita qua, ma non so se pubblicherò il seguito. Manderò un messaggio a tutti quelli che mi chiederanno di farlo se deciderò di pubblicarla.
Detto questo, vi ringrazio un'ultima volta e vi mando un bacio grande. 
  
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