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Autore: Nikilu    27/07/2015    3 recensioni
Questa storia porta semplicemente un po' di novità al romanzo che già conosciamo. Le scuole sfidanti che gareggiano per il Torneo Tremaghi portano una ventata di freschezza e novità a Hogwarts. Nuovi personaggi sono inseriti in un contesto a noi tanto familiare e ci saranno cambiamenti, amicizie, amori... ma soprattutto il Torneo Tremaghi.
Genere: Fantasy, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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L’ultima ora di viaggio, Nora ed Esteban la trascorsero quasi interamente seduti ad un tavolino del piccolo bar di bordo, sorseggiando un succo di zucca di malavoglia.
“Guarda, certe volte la prenderei a schiaffi” commentò Nora giocando con la cannuccia della sua bibita, senza berla.
“A chi lo dici” rispose Esteban “purtroppo lo sai come è fatta, a volte sembra di parlare con un burro”
“Con un asino? Io direi più con un muro di cemento armato perché, alla fine, l’asino forse ti ascolta…”
Bueno, non ci pensare dai… non roviniamo il primo giorno del nostro sesto anno” la consolò magramente Este stringendole la mano. Nora alzò lo sguardo su di lui e accennò un sorriso.
“Ehi Perez, non ti piacevano i maschi una volta?” sbraitò un ragazzo biondo avvicinandosi a loro.
“Diego sparisci” lo liquidò subito Nora, mentre Este ignorava bellamente il loro compagno di scuola.
“Sei nervosetta, Norita?” la stuzzicò lui fermandosi al loro tavolino e abbassandosi all’altezza del suo volto.
Bastante, e se non te ne vai ti trasformo in un copriteiera” fu la risposta acida della ragazza.
“Ma dai, non posso neanche prenderti un po’ in giro? Lo faccio senza malizia” continuò Diego ammiccando.
Fu un attimo, Esteban cacciò la bacchetta dalla tasca del jeans e Diego si ritrovò sospeso in aria a testa in giù.
“Fammi scendere!!!” gridò il biondo, attirando l’attenzione degli altri studenti che si trovavano nell’area relax.
“Ops… l’ho fatto senza malizia” si giustificò il ragazzo, scatenando una risata nell’amica.
“Le hai lavate le mutande oggi, Diego? O vuoi che ricorra ad un veloce ed efficace Gratta e Netta?” lo minacciò Nora alzandosi e sfoderando la bacchetta di legno di noce.
“Ok, ok, me ne vado…ma fatemi scendere!!!” implorò il malcapitato. Nora agitò la bacchetta, sussurrò Descendo e il suo compagno di scuola cadde pesantemente sul pavimento.
“La prossima volta che vuoi fare il bullo, assicurati di saperlo fare decentemente” gli consigliò la bionda e - con Este al seguito - lasciò l’aria relax sotto lo sguardo divertito dei presenti.
 
Esteban stava per aprire la porta del loro scomparto quando questa si aprì e rivelò Alicia.
“Stavo per venirvi a chiamare” disse la ragazza “Dobbiamo indossare le divise, manca pochissimo all’attracco”. I due amici fecero un cenno col capo, entrarono e rovistarono nei loro bagagli per prendere la divisa di Gibralfaro.
Le ragazze indossavano un vestitino aderente di seta giallo ocra con le maniche a tre quarti, lo scollo a V e l’orlo ornato da ghirigori arabeschi. Le scarpe erano orribili, dei mocassini marroni che sembravano essere usciti dall’armadio della nonna.
“Dio solo sa dove fabbricano queste scarpe” giudicò Nora.
“Le fabbricano in Albania” rispose Alicia senza trattenersi; quando Nora la guardò di sottecchi si rese conto che forse sarebbe stato meglio se non l’avesse detto.
“Hai letto anche questo su Storia di Hogwarts?” la pizzicò Esteban divertito, mettendo così – finalmente - fine alla discussione precedente.
“Per quanto ne so, quelli di Hogwarts potrebbero camminare scalzi… sul libro non dice nulla sulla loro divisa” ridacchiò la bruna.
“La vedo difficile con il freddo che fa lì in inverno” aggiunse Nora  “te li immagini con i piedi avvolti da un cubo di ghiaccio? Camminerebbero così”  e così dicendo allargò le braccia e le gambe e cominciò a camminare come un troll, facendo facce divertenti ed emettendo suoni gutturali.
I due amici si sbellicarono dalle risate ma il divertimento durò poco perché, mentre Nora si esibiva nel suo piccolo show, gli altoparlanti del battello annunciarono che erano arrivati.
 
 
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Il battello di Gibralfaro aveva attraccato al Lago Nero, la distesa di acqua che si estendeva alle pendici di Hogwarts; era bastato un incantesimo del professor Silente a farli giungere senza problemi. Quando lasciarono l’imbarcazione, gli studenti di Gibralfaro – nonostante il tremolio per l’aria un po’ troppo fresca - restarono affascinati dall’immenso castello che li avrebbe ospitati: era proprio come descritto in Storia di Hogwarts, ma decisamente più maestoso.
“Wow” esclamò Nora “è molto più grande del nostro”
“Sì, ma solo perché hanno un’unica struttura” disse Ali “ricorda che a noi si sviluppa diversamente e soprattutto in due strutture distaccate. Pensa che loro hanno i dormitori e le aule tutte lì”
“E hanno tutto questo spazio?!” domandò stupito Esteban “Noi abbiamo il castello e l’Alcazaba e quasi sembra che non ci vada tutto”
“Certo che hanno spazio, questo castello esiste da secoli e fu fondato da quattro potentissimi maghi... avranno utilizzato molti incantesimi per renderlo così”
“Ok, devo fare amicizia con qualcuno al più presto perché voglio vederlo da cima a fondo” commentò Nora mentre una donna austera e un uomo magro con la barba lunghissima e argentea si avvicinavano a loro.
“Quello è Silente!” sussurrò Alicia ai due amici, indicando l’uomo.
“Benvenuti a Hogwarts!” esclamò cordiale Silente “Io sono il professor Silente, preside di Hogwarts. Vi presento la nostra professoressa di Trasfigurazione, nonché vice preside, Minerva McGranitt” la McGranitt salutò con un mezzo sorriso e gli studenti di Gibralfaro ricambiarono.
“Albus!” trillò estasiata la preside Garcìa “Che bello rivederti” e così dicendo andò incontro all’uomo.
“Mia cara Pilar, sono altrettanto contento di rincontrarti” i due si salutarono amabilmente, come due vecchi amici che non si vedono da anni – e probabilmente era così.
“A breve giungeranno anche gli studenti dell’altra scuola” annunciò Silente “se non vi dispiace, vi pregherei di seguire la professoressa McGranitt che vi accompagnerà nella Sala d’Ingresso mentre io accolgo gli altri”.
“Grazie Albus” disse la preside Garcìa con un sorriso, poi rivolgendosi ai suoi studenti asserì “Vamos chicos!” e con lei tutti gli studenti di Gibralfaro, un po’ infreddoliti, seguirono la McGranitt verso il castello.
 
 
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Una volta entrati nell’immensa Sala d’Ingresso del castello, gli studenti spagnoli scorsero subito l’enorme scalinata in marmo che si ergeva al centro e si perdeva a vista d’occhio verso l’alto. Sulla loro destra c’era un grosso portone di quercia che – la McGranitt disse loro – celava la Sala Grande, all’interno della quale gli studenti e i professori di Hogwarts li stavano attendendo.
Sul lato sinistro, invece, c’era l’ingresso delle segrete dove si trovavano le cucine, i dormitori di Tassorosso e Serpeverde e l’aula di Pozioni.
“Ali, quale sarà l’altra scuola?” domandò Nora mentre tutti gli altri ascoltavano incantati le parole della vice preside.
“Proprio non ti piace informarti sulle cose, vero?” chiese a sua volta l’amica scuotendo la testa.
“Ma ci sei tu, non è necessario” rispose la bionda con un sorriso a trentadue denti “Quindi?”
Ali alzò gli occhi al cielo, sbuffò e disse “Whitehorse, la scuola canadese” e qui si interruppe.
“Dai, lo sappiamo che vuoi dirci altro” la invogliò Esteban.
“No, davvero. Non so molto su di loro…. Non esiste un libro che s’intitola Storia di Whitehorse
“Dimmi che non l’hai cercato davvero….” disse Nora.
“Beh… sì, l’ho cercato” rispose l’amica “E non fate quelle facce! Che c’è di male?” disse poi incrociando le braccia al petto e alzando il mento di vari centimetri.
Nada cariño, solo che ti cadranno gli occhi un giorno a furia di leggere” la prese in giro Esteban.
La professoressa McGranitt intrattenne gli studenti di Gibralfaro raccontando un po’ la storia di Hogwarts, cosa di cui tutti furono affascinati, Alicia in primis.
“Mi piace questa professoressa” sussurrò, poi, all’orecchio di Nora.
“Ci credo” sussurrò a sua volta l’amica “sembra te!” Alicia le diede un buffetto sul braccio e Nora si sciolse in una risatina. L’attesa durò poco, di fatti, mentre la McGranitt si perdeva in spiegazioni doviziose, sopraggiunse Silente con gli studenti di Whitehorse e il loro preside, Christophe Tremblay.
“Grazie professoressa McGranitt” esclamò gioviale Silente “ma adesso facciamo le presentazioni”. La MgGranitt e la preside Garcìa si avvicinarono al preside Tremblay e si scambiarono gesti di cortesia; Silente fece una veloce presentazione agli studenti e invitò loro a seguire il programma: “Allora, come già precedentemente deciso, entrerà una scuola alla volta. Direi di cominciare con Gibralfaro e poi con Whitehorse. Qui c’è Mastro Gazza” disse facendo cenno al custode di avvicinarsi “che vi aprirà il portone nel momento del vostro ingresso. Adesso io e la professoressa McGranitt raggiungiamo i nostri studenti e colleghi… ci vediamo fra pochissimo” e così dicendo si congedarono.
 
 
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La Sala Grande era gremita di studenti in fibrillazione per l’arrivo delle delegazioni di Gibralfaro e Whitehorse; il tavolo dei professori era più lungo del solito mentre al centro dell’enorme salone erano stati posizionati cinque tavoli in più, per poter così ospitare gli altri studenti.
“Avete notato com’è grande la Sala?” constatò Harry rivolgendosi a Ron ed Hermione.
“Sì, sembra grande il doppio… e poi ci sono cinque tavoli in più, mica pochi” ammise Ron.
“Avranno utilizzato sicuramente un incantesimo di Estensione Irriconoscibile” sentenziò Hermione.
“Dunque” esordì Silente e tutti cessarono di parlare “devo richiamare la vostra attenzione per alcuni avvisi. Innanzitutto, do il mio caloroso benvenuto ai nostri nuovi studenti” indugiò lo sguardo su quelli del primo anno e ci fu un applauso generale “e un bentornati a tutti gli altri. Mastro Gazza mi ha chiesto di dirvi che la lista degli oggetti proibiti all’interno del castello è stata estesa e che potrete controllarla nel suo ufficio” il preside arricciò la bocca e continuò “Vi ricordo che è assolutamente vietato l’accesso alla Foresta Proibita e che le gite ad Hogsmeade sono riservate agli studenti dal terzo anno in poi. Inoltre, dato che nei prossimi mesi avremo l’opportunità di ospitare un glorioso evento, naturalmente la Coppa del Quidditch non avrà luogo. Come sapete, questo è un anno davvero importante per noi, perché Hogwarts è stata scelta come scuola ospite per il Torneo Tremaghi!” gli studenti scoppiarono in un boato di urla e applausi, i gemelli Weasley si alzarono in piedi e fischiarono più e più volte.
“Grazie signori Weasley, vedo che siete entusiasti della notizia” ridacchiò Silente e poi continuò “Alcuni di voi forse sanno come si svolge il Torneo, ma altri no, quindi spero che quelli di voi che lo sanno mi perdoneranno la piccola spiegazione.
“Il Torneo Tremaghi fu indetto poco più di settecento anni fa, come una competizione amichevole tra scuole di magia. La tradizione voleva che il Torneo si svolgesse tra tre Scuole di Magia scelte dal Ministero della Magia casualmente. Venne scelto un campione per rappresentare ciascuna scuola e i tre prescelti gareggiarono in tre imprese magiche, diverse per ogni edizione del Torneo. Tutta la comunità magica convenne che il Torneo fosse un buon metodo per alimentare i legami tra giovani maghi e streghe di diverse nazionalità; ciononostante, per un periodo lungo un secolo, il Torneo fu sospeso a causa dell’alto tributo di morti”
“Tributo di morti?” sussurrò Hermione preoccupata, ma parve l’unica.
“Ma dieci anni fa, il Torneo è stato del tutto ripristinato e gli Uffici per la Cooperazione Internazionale Magica e per i Giochi e gli Sport Magici hanno deciso che ormai i tempi sono maturi per proseguire con questa costumanza; infatti, le due precedenti edizioni rispetto alla nostra, si sono concluse senza problemi”.
Il chiacchiericcio fra gli studenti si fece intenso e Silente continuò il suo discorso: “Mi sono dilungato molto, lo so. Ma tranquilli, è arrivato il momento di conoscere i nostri ospiti!”
Tutti gli studenti di Hogwarts si girarono automaticamente verso il portone d’ingresso e Silente annunciò “Diamo il benvenuto agli studenti di Gribralfaro e alla loro preside, Pilar Garcìa!” non appena il professore pronunciò queste parole, il portone di quercia si spalancò e rivelò gli studenti spagnoli: all’inizio della fila c’era la preside Garcìa, una donna alta e dal portamento elegante che indossava una lunga tunica azzurra di seta, drappeggiata su un lato; era una donna di mezza età con capelli argentati ma ancora davvero piacente. La schiera di ragazzi si sistemò proprio di fronte al tavolo degli insegnanti e Silente andò loro incontro; gli studenti di Hogwarts si sciolsero in un forte applauso di benvenuto e i ragazzi spagnoli salutarono a destra e a manca. Nora, Alicia ed Esteban – così come il resto dei loro compagni – si guardavano intorno, scrutando gli studenti di Hogwarts e le fattezze della Sala Grande.
“Non sono candele vere” disse Alicia ai ragazzi attorno a lei, indicando il soffitto “è un incantesimo”. Si udirono alcuni Wow! e Ali cercò di sembrare meno compiaciuta di quanto fosse.
“Carissima Pilar, accomodati pure su una delle sedie accanto alla mia” disse Silente amabilmente alla preside di Gibralfaro “Voi, ragazzi” si rivolse poi agli studenti “accomodatevi dove più vi fa piacere, ci sono molti posti a sedere” sorrise loro e accompagnò la professoressa al tavolo. Gli studenti spagnoli si sparpagliarono, alcuni andarono dritti al tavolo dei Corvonero; altri erano indecisi su dove sedersi; altri ancora vennero invitati dai Tassorosso.
“Allora, dove ci mettiamo?” domandò Nora scrutando quelli di Hogwarts.
“Vorrei tanto andare al tavolo dei Corvonero…” buttò li Alicia.
“Ah io in mezzo ai cervelloni non ci vengo” sbottò Nora e si avviò verso il centro della Sala lasciando gli amici indietro.
“Ehilà” la bionda venne bloccata da due gemelli con i capelli rossi e un sorriso smagliante.
“Piacere, George Weasley” fece uno dei due.
“E io sono Fred” aggiunse l’altro.
“Piacere… Nora Flores, encantada” rispose la ragazza sorridendo.
“Oh credimi, sono più incantato io…” ammiccò George.
Nora ridacchiò imbarazzata e poco dopo venne raggiunta dai suoi amici.
“George, Fred, loro sono Alicia ed Esteban. Ragazzi, loro sono Fred e George Weasley” fece le presentazioni. I ragazzi si salutarono e i gemelli invitarono tutti e tre ad accomodarsi al loro tavolo. I tre amici presero posto e iniziarono a presentarsi anche agli altri commensali; conobbero subito Lee Jordan, inseparabile amico di Fred e George; e poi Katie Bell, Angelina Johnson e altri membri della squadra di Quidditch.
Le chiacchiere e le presentazioni vennero interrotte da Silente che richiamò l’attenzione di tutti per presentare gli studenti dell’altra scuola: “Diamo adesso il benvenuto agli studenti di Whitehorse e al loro preside, Christophe Tremblay!”
Il portone si aprì cigolando e lo sciame di studenti, capeggiato da Tremblay, si insinuò pesantemente nella Sala Grande. Il preside canadese aveva il viso quadrato, occhi neri penetranti e un’espressione burbera. Indossava un lungo mantello nero con una pelliccia sulle spalle e sotto si intravedeva un completo altrettanto nero; per contro, gli studenti avevano dei pesanti cappotti rossi con pellicce sui polsi per le ragazze.
“Benvenuti! Vieni Christophe” disse Silente fra gli applausi; fece accomodare il preside di Whitehorse accanto a lui e suggerì agli studenti di mettersi nei posti vuoti.
“E ora, ho solo un’altra cosa da dirvi” la voce di Silente echeggiò nella Sala Grande allargata “Abbuffatevi!”
  
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