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Autore: Lucy Farinelli    24/01/2009    2 recensioni
Dopo "Tutto in una notte", ecco la long-fic che vi avevo preannunciato. Harry, Ron e Hermione hanno lottato contro Lord Voldemort e lo hanno sconfitto. Tuttavia, le sfide non sono finite: un matrimonio si profila infatti all'orizzonte. Tra ritorni dal passato e vecchie abitudini dure a morire, fic in rosa che non tiene conto degli avvenimenti del 7° libro.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 11
Il ritorno delle Orecchie Oblunghe

Bip...bip...bip...
Hermione spense la sveglia con un colpo secco e si stiracchiò senza aprire gli occhi.
Accanto a lei, Ron grugnì nel sonno.
‘Che ore sono?’, chiese con voce impastata.
‘Shh...le otto. Torna a dormire.’
Hermione si sedette e gli scostò la frangia dalla fronte.
Anche a lei sarebbe piaciuto rimanere a letto: la sera prima erano andati tutti a dormire alle due passate del mattino.
Ron sorrise e aprì gli occhi.
Hermione non resistette e si chinò a dargli un bacio.
‘Ci vediamo più tardi. Adesso dormi, ok?’, gli sussurrò a fior di labbra e gettò decisa le gambe fuori dal letto.
Ron continuò a guardarla finchè non chiuse la porta, poi si voltò a pancia sotto a riprese a russare.
Hermione scese di sotto nella cucina in penombra e trovò Ginny con gli occhi gonfi di sonno e una tazza tra le mani.
‘ ’Giorno,’ bofonchiò, posando la tazza e afferrando un toast.
‘ ‘Giorno,’ rispose Hermione. ‘Abbiamo fatto le ore piccole, eh?’
‘Non sai quanto,’ sbadigliò l’amica.
Hermione preferì non indagare oltre.
Finirono di fare colazione e tornarono di sopra a prepararsi.
Quando Hermione rientrò silenziosamente in camera, trovò Ron al centro del letto con braccia e gambe spalancate che occupava tutto lo spazio russando leggermente.
Sorridendo, sbirciò fuori dalla finestra: nuvole grigie cariche di pioggia si stavano avvicinando minacciosamente.
Si preannunciava una giornata piuttosto uggiosa, per cui si infilò un paio di jeans chiari lunghi, una maglietta nera con un maialino rosa alato sul davanti e scarpe da ginnastica bianche e nere. Come tocco finale, agganciò una catenella di metallo ai passanti dei pantaloni.
Decise di portarsi dietro anche un giubbotto di jeans, poiché la temperatura fuori si era abbassata notevolmente rispetto al giorno prima.
Ridiscese al pianterreno, dove la signora Weasley stava finendo di preparare la borsa; appena arrivò Ginny, si Materializzarono a Diagon Alley.
‘Dove stiamo andando, signora Weasley?’, chiese Hermione allungando il passo per stare dietro alle rosse.
‘Oh, da Madama McClan. Era il negozio più accessibile.’
Risalirono la via di nuovo piena di gente, attirando parecchi sguardi curiosi, soprattutto Hermione; un bambino tirò addirittura la manica al padre e trillò allegramente ‘Guarda papà! Non è l’amica di Harry Potter?’
Il padre lo zittì con un cenno, ma rivolse uno sguardo amichevole all’indirizzo della ragazza.
Ginny si voltò verso di lei.
‘Siete diventati una celebrità, tu e Ron. Certe volte riconoscono anche me. Sai che c’è ancora qualcuno che continua a festeggiare la caduta di Voldemort?’
‘Sì, beh, stavolta è diverso. Ora tutti sanno di cosa era capace Voi-Sapete-Chi e il suo ritorno, tre anni fa, ha gettato ancora più panico dell’altra volta...E’ normale che i festeggiamenti durino più a lungo, adesso...’, rispose spiccia la signora Weasley.
‘Siamo arrivate.’
Le tre entrarono da Madama McClan: abiti per tutte le occasioni e la proprietaria comparve da dietro una pila di divise di Hogwarts.
Il negozio era vuoto.
‘Signora Weasley...signorina Weasley...signorina Granger...è un piacere vedervi,’ disse la donna, andando loro incontro.
‘Buongiorno, Madama McClan. Eravamo venute per sistemare l’altro vestito da damigella,’ la salutò la signora Weasley.
‘Oh, sì, certo.’
Madama McClan sparì sul retro e tornò con tre abiti riposti nelle rispettive custodie che appoggiò sul bancone.
Sbirciò le etichette e sfilò quello in mezzo; porse l’appendino a Hermione e le indicò i separè sulla destra.
‘Puoi vestirti lì dietro, cara.’
Hermione obbedì e scostò la tenda del primo, indossò il vestito di raso blu senza riuscire però ad allacciarlo: aveva una lampo sulla schiena.
‘Non riesco a chiudere la cerniera,’ disse in tono di scusa, tornando di là.
‘Non preoccuparti, da soli è quasi impossibile. Adesso sali su questo sgabello,’ le disse Madama McClan, conducendola davanti ad uno specchio.
Hermione montò sullo sgabello e fu solo allora che vide il proprio riflesso.
La sarta cominciò a puntarle degli spilli sull’orlo ai piedi, mentre con la bacchetta sistemava le cuciture e non si accorse dello stupore delle clienti.
Hermione era rimasta a bocca aperta.
Non era lei in quello specchio. Non poteva essere lei.
Sotto di lei, udì Ginny trattenere il fiato per un attimo.
L’abito era di raso lucido color blu mezzanotte e lungo fino ai piedi; lasciava le spalle scoperte ed era attillato sul petto e sulla vita, mentre si allargava leggermente sulle gambe creando delle morbide pieghe.
Semplice ma raffinato, scintillava sotto la luce, mettendo in risalto Hermione come mai era accaduto prima.
La ragazza continuò ad ammirarsi senza parole fin quando Madama McClan annunciò soddisfatta, ‘Finito! Ora puoi scendere e andare a cambiarti, cara.’
Hermione obbedì come un automa e tornò nel camerino, mentre la signora Weasley pagava e altri clienti entravano nel negozio; poi le tre uscirono di nuovo in strada.
‘Dalli a me, mamma,’ disse Ginny tendendo le braccia, vedendo la signora Weasley un po’ impacciata nei movimenti tra borsa e stoffe.
‘Ci abbiamo messo meno del previsto. Dovete andare da qualche parte? Abbiamo ancora un po’ di tempo,’ sbuffò la signora Weasley, consegnando sollevata gli indumenti alla figlia.
Non fece in tempo e finire la frase che una voce ruggì dietro di loro, ‘Molly!’ e un’ ombra gigantesca si stagliò sul marciapiede.
‘Oh, ciao, Hagrid,’ lo salutò la signora Weasley.
‘Hai fatto compere, vedo.’
 Hagrid indicò il carico sulle braccia di Ginny.
‘Sì, ormai siamo agli sgoccioli. Queste erano le ultime commissioni, ora mancano solo gli inviti e la consegna dei fiori. E tu?’
‘Io? Tutto pronto, stai tranquilla, Molly. Il mio smoking è al sicuro con quello di Grop,’ rispose Hagrid orgoglioso.
La signora Weasley non parve tanto tranquilla, ma prima che potesse aggiungere qualcosa, il gigante si rivolse a Hermione, sorridendole e abbracciandola forte.
‘Ti trovo bene, Hermione. Mi fa piacere rivederti con un po’ di colore in faccia!’
‘Grazie, Hagrid. Non stavo poi così male, alla fine,’ disse Hermione con un sorriso obliquo.
Hagrid la fissò preoccupato per un momento, poi disse, picchiettandosi la fronte con un dito dalle dimensioni di un salsicciotto,
‘A proposito, ho visto la McGranitt qualche giorno fa e mi ha detto che ti voleva passare a trovare. Ci ho detto che se ti beccavo prima io di lei, te lo dicevo io, così magari te l’aspettavi. E’ già passata?’
‘No, io non l’ho vista Hagrid,’ rispose Hermione un po’ stupita.
Perchè mai la McGranitt avrebbe voluta vederla?
‘Di cosa voleva parlarmi, Hagrid?’
‘Ah, io questo non lo so, mi ha solo detto così. Beh, fa niente, io ad ogni modo t’ho avvertita. Adesso però devo andare. Fiero...voglio dire, Alisecco ha finito i topi e ce ne devo comprare degli altri, sennò poi si stanca di mangiare sempre manzo crudo. Ci si vede al matrimonio! Salutami gli altri, Molly.’
E con questo, Hagrid riprese a camminare a falcate su per Diagon Alley, gettando lo scompiglio tra i passanti.
Le tre lo salutarono, poi la signora Weasley commentò pensierosa guardando Hermione, ‘Chissà cosa voleva Minerva...’
‘Non saprei, signora Weasley, proprio non saprei,’ rispose la ragazza guardando nel vuoto senza riuscire a trovare una spiegazione plausibile.
In quel momento iniziò a piovere.

***

‘Questo a chi va?’, domandò Ron con la piuma sollevata a mezz’aria.
‘Mmm...Joanne Prewett,’ rispose Harry, scorrendo la lista di nomi e stuzzicando Grattastinchi con la punta della penna.
Il gatto la fece ondeggiare con la zampa.
‘Mmpf...cugina alla lontana di mamma. Sicuro che sia spuntato anche il suo nome sulla lista?’
Harry controllò.
In teoria, Ginny avrebbe dovuto aiutare Harry al posto di Ron nello spedire gli inviti, ma dal momento che la ragazza era uscita, aveva segnato, nel frattempo, al fidanzato tutti i nomi a cui erano sicuri di voler mandare le partecipazioni.
Sulle altre persone scritte sul rotolo di pergamena si sarebbero accordati in seguito insieme.
Ogni volta che Harry leggeva un parente o un amico sconosciuti, Ron bofonchiava una mezza spiegazione.
Intanto, Grattastinchi gironzolava pigramente sul tavolo in mezzo a loro, giocherellando di tanto in tanto con carta e penne.
Harry, però, era riuscito ad evitare che Ron vedesse la lista, sulla quale comparivano anche i nomi di Percy Weasley, Viktor Krum e Lavanda Brown.
‘Sì, sicuro, ed è anche l’ultimo,’ ripose Harry, riavvolgendo la pergamena e mettendosela in tasca.
Ron finì di scribacchiare l’indirizzo sulla busta, la chiuse e la gettò insieme con le altre sparse disordinatamente sul tavolo.
Harry rilesse distrattamente alcuni nomi: Minerva McGranitt, i signori Granger, i Delacour, Angelina Johnson (che capitava sempre più spesso al negozio di Fred e George), Katie Bell, Alicia Spinnet, Lee Jordan, Neville Paciock, Luna Lovegood, Ernie MacMillan, Justin Finch-Fletchley, Remus Lupin e Ninfadora Tonks (ormai facevano coppia fissa), Dobby e Winky (Ron aveva riso come un matto sostenendo che Harry avesse inclinazioni suicide), Olimpe Maxime (più per far piacere a Hagrid che per vero interesse da parte degli sposi), Dean Thomas (la belva nel petto di Harry era riaffiorata dopo più di un anno di letargo), Seamus Finnigan, Horace Slughorn (almeno avrebbe smesso di invitare Harry a stupidi festini), il professor Vitious, la professoressa Sprite, Madama Chips, Calì e Padma Patil (davvero non sapeva come avrebbero fatto a non invitare anche Lavanda), Colin e Dennis Canon (altre risa da parte di Ron), Susan Bones, Hannah Abbott, Oliver Baston (se per caso fosse stato invitato anche Krum, avrebbero dovuto imbottire l’ex Capitano di Grifondoro con litri di Pozione Soporifera)...
Sì, i due avevano fatto davvero un buon lavoro.
Ron stiracchiò le braccia sopra la testa e guardò l’orologio normale: mancava poco alle dieci e mezza e da un quarto d’ora pioveva.
Sua madre, sua sorella e Hermione sarebbero dovute essere di ritorno a momenti.
‘Ehi, Harry,’ Ron si rivolse all’amico che guardava con occhi vacui fuori la pioggia rigare il vetro della portafinestra, accarezzando distrattamente il gattone rosso steso proprio davanti a lui che faceva le fusa.
‘I Dursley li invitate?’
Ron trattenne il fiato.
‘No,’ rispose fermamente Harry, distogliendo gli occhi dalla finestra e prendendo a riordinare le buste sul tavolo.
Ron immaginò che avesse già affrontato il discorso con Ginny.
‘Dopo tutto quello che mi hanno fatto passare, non ho la minima intenzione di rivederli.’
Ron esitò ancora.
‘Ma...in fondo, molto in fondo, non sono la tua famiglia?’, domandò a voce bassissima.
Harry alzò gli occhi su Ron e vide che aveva già le orecchie rosse; poi fece un sorriso alla buffa smorfia di apprensione sul volto dell’amico.
‘Tu, Hermione e Ginny siete la mia famiglia. E non potrei chiedere di meglio,’ disse con calma.
Ron si schiarì rumorosamente la voce, biascicò un ‘ok’ e spostò la propria attenzione sull’orologio magico sulla parete di fronte a lui.
‘Oh...stanno tornando,’ esclamò, vedendo che le lancette di Ginny e di Molly erano scattate su In viaggio.
Dopo la caduta di Voldemort, l’orologio era tornato alla normalità e non segnava più tutto il tempo Pericolo mortale.
Qualche secondo dopo, i ragazzi udirono delle voci nell’ingresso e le lancette saettarono su Casa.
Grattastinchi si alzò e si stiracchiò, muovendo la coda e spostandosi verso il bordo del tavolo rivolto verso il rumore, pronto a ricevere altre coccole da chiunque fosse capitato lì.
Una dopo l’altra, Hermione, Ginny e la signora Weasley entrarono nella piccola cucina cariche di pacchetti e imperlate di gocce di pioggia; mentre Molly era in farmacia, le ragazze avevano fatto un salto al Ghirigoro (cercando di ripararsi come potevano) perchè il libraio, qualche tempo prima, aveva aggiunto una sezione di libri babbani e Hermione aveva insistito per darle un’occhiata.
Ginny aveva sfogliato incuriosita le pagine babbane, rimanendo colpita dal fatto che le figure fossero immobili, mentre Hermione acquistava, estasiata, De profundis di Oscar Wilde.
Ora, invece, la mora pareva alquanto irritata, e a ragione: i suoi capelli, con l’umidità, erano raddoppiati di volume, tornando ad essere crespi come al solito.
Ginny salutò i due scrivani seduti al tavolo di cucina e diede una scorsa alle buste, mentre la signora Weasley sistemava i nuovi acquisti e spariva ai piani superiori con scopa e bacchetta in mano per fare le pulizie.
Hermione bofonchiò distrattamente un ‘Ciao, ragazzi’ e si precipitò a sollevare Grattastinchi tra le braccia, trillando gioiosamente il nome del gatto e stringendolo con affetto.
Grattastinchi ricominciò a fare le fusa e chiuse gli occhi sornione, chiaramente soddisfatto.
Harry e Ron si guardarono e scrollarono le spalle.
***
‘Allora, che facciamo, Harry?’
Harry e Ginny erano in camera loro, con buste, inviti e inchiostro sulle gambe, a discutere sugli altri nomi della famosa lista.
‘Visto che invitiamo Calì e Padma Patil, allora ci dobbiamo sorbire anche Lavanda Brown. La stessa cosa vale per Krum. A proposito, ancora non mi hai detto come mai siete tanto amici da meritarsi un invito.’
Ginny lo guardò di sottecchi e Harry cercò di sviare il discorso.
‘Durante il Torneo Tremaghi, abbiamo parlato parecchio,’ disse, ricordando con un sorrisetto beffardo la conversazione avuta con il Cercatore bulgaro la notte in cui Crouch senior era spuntato pazzo dalla Foresta Proibita.
‘E Percy? Cosa vuoi fare con lui?’, domandò poi, tornando serio.
‘Percy,’ ripeté Ginny disgustata.
‘Beh, papà gliene ha parlato in ufficio di sfuggita...Sarebbe stato difficile nasconderglielo, visto che il matrimonio è l’argomento del giorno. Immagino che dovremmo mandare una partecipazione anche a lui. Ma non sarà minimamente il benvenuto, lo faccio solo per non abbassarmi al suo livello.’
Harry annuì.
‘Quindi...ricapitolando, invitiamo anche Viktor Krum, Lavanda Brown e Percy Weasley,’ disse Harry, spuntando i nomi sulla pergamena.

***

La pioggia scese scrosciante per tutto il giorno, costringendo i ragazzi a starsene rintanati in casa o nella veranda a giocare a scacchi e a leggere.
Harry e Ginny sarebbero dovuti andare di nuovo a Diagon Alley per sistemare definitivamente salone e giardino, ma decisero di rinviare al giorno seguente.
In un pomeriggio, spedirono tutti gli inviti (cosa che avevano contato di fare in due giorni) aiutati da Ron e Hermione, i quali andavano d’amore e d’accordo come mai era successo in passato; solo perchè ora stavano insieme, ragionò Harry, i loro caratteri facilmente infiammabili non potevano essersi spenti così all’improvviso.
Ed era appunto per questo motivo che Harry voleva ritardare il più a lungo possibile l’annuncio degli inviti; non sapeva prevedere la reazione di Hermione, ma quella di Ron sì, ed era al corrente che non sarebbe stata delle migliori.
Decise quindi di cominciare dalla ragazza.
Colse l’occasione al volo quando Ron salì qualche momento al piano di sopra per andare in bagno; dopo essersi scambiato uno sguardo d’intesa con Ginny, informò Hermione sugli ultimi sviluppi, trattenendo il fiato.
Lei alzò lentamente gli occhi su Harry e disse soltanto con tono tranquillo,
‘Non c’è nessun problema, anzi mi fa piacere rivedere Viktor.’
E uno è andato, respirò Harry di sollievo.
Anche la signora Weasley, che passava di lì, udì la conversazione e si rivolse con gli occhi lucidi alla figlia.
‘Anche Percy, Ginny?’
‘Noi gli mandiamo solo l’invito, mamma, sarà lui a decidere se venire o no. E solo perchè papà gliel’ha accennato in ufficio.’
Nessuno dei suoi figli aveva parlato a Molly di quello che era successo in ospedale.
‘Però, mamma, non dire niente a Ron per ora; glielo faremo sapere io e Harry, d’accordo?’, si affrettò ad aggiungere Ginny, guardando anche Hermione, la quale fece cenno di aver inteso.
‘Certo, certo. Cominciate a mettere via, dobbiamo apparecchiare per la cena,’ assicurò la signora Weasley.

***

Quella sera, la pioggia cessò e il cielo a poco a poco si schiarì, lasciando il posto ad un manto blu trapuntato di stelle.
I Weasley evocarono dal nulla una piattaforma di pietra su cui sistemare i tavoli per non bagnarsi i piedi e cenarono (senza Bill e Fleur) circondati dal canto dei grilli.
Dopo mangiato, Ron trascinò Hermione in camera con discrezione, seguito a ruota da Harry e Ginny.
Fred e George si scambiarono un identico ghigno e continuarono a descrivere agli altri i nuovissimi scherzi appena comparsi sulla vetrina del negozio.
Lontani dalle chiacchiere e con una porta chiusa a separarli dal resto del mondo, Hermione e Ron stavano decisamente meglio.
Mentre Ron la sospingeva dolcemente sul letto e la baciava con delicatezza, Hermione decise di fargli una domanda che le ronzava in mente da tutto il pomeriggio.
‘Secondo te, cosa vuole la McGranitt da me?’
Ron si fermò e si stese sulla schiena, incrociando le mani dietro la nuca prima di rispondere.
‘Non so... Forse chiederti di portare la tua testimonianza come eroina della Seconda Guerra?’, ipotizzò, sorridendole.
Hermione si sistemò su un fianco accanto a lui, puntellandosi con il gomito, e lo guardò.
‘Ok, non lo so. Però, se non si fa viva prima, glielo puoi sempre chiedere al matrimonio. Ci saranno tante di quelle persone, tra invitati e imbucati, che nessuno si accorgerà di niente, vedrai.’
Ron si stese come lei.
‘E ora, per piacere, posso dimostrare alla mia stupenda ragazza tutto l’affetto che provo per lei?’, le chiese con un sorriso ironico, parlando come un libro stampato.
Hermione accettò di buon grado la proposta, tenendo per sè il timore che la McGranitt volesse portarla a Hogwarts come insegnante.
Le loro strade erano già decise, pensò mentre Ron le accarezzava i fianchi e lei sollevava il bacino per permettergli di sfilarle i pantaloni.
Sarebbero diventati tutti Auror: a novembre avrebbero passato gli esami necessari (anche se si trattava di una cosa pro forma data la loro reputazione) e avrebbero cominciato a lavorare per il Ministero che già li tentava con allettanti proposte.
Harry aveva accettato dopo aver saputo che Scrimgeour sarebbe stato dimesso dall’incarico di Ministro della Magia; la gente pensava che non avesse affrontato adeguatamente la situazione, visto che ormai tutti sapevano che il giovane harry Potter aveva sconfitto Lord Voldemort da solo ancora una volta, senza il minimo aiuto da parte del Ministero. Inoltre, ogni scorrettezza dell’anno prima, come l’arresto di persone innocenti accusate di attività Mangiamorte quali Stan Picchetto, era venuta a galla, pubblicata a gran lettere sul Profeta.
A settembre, si sarebbero tenute le elezioni per il nuovo Ministro, e persino Caramell aveva deciso di ricandidarsi.  
Hermione sarebbe diventata una Cacciatrice di Maghi Oscuri a fianco di Ron, Harry e Ginny, avevano già pianificato tutto in ospedale.
Loro quattro avrebbero tuttavia dovuto affrontare i M.A.G.O., seppur ridotti, prima degli esami Auror, studiando a casa quell’estate e, a settembre, sarebbero tornati per l’ultima volta a Hogwarts per essere valutati.  
Era tutto programmato; d’altronde, era quella la sua aspirazione, o no?

***

Ron si svegliò e rimase a guardare Hermione dormire beatamente al suo fianco.
Non voleva alzarsi, ma era tormentato da una sete terribile.
Alla fine, si rassegnò e, dopo essersi infilato i pantaloni del pigiama, scese le scale, fermandosi davanti alla porta della cucina.
C’era ancora la luce accesa.
Sbirciò dal buco della serratura e vide i genitori seduti al tavolo con una tazza di cioccolata per ciascuno tra le mani.
Non capiva bene quello che stavano dicendo, così frugò tra i cuscini del divano, emergendo trionfante con un Orecchio Oblungo tutto accartocciato.
Sapeva che ne doveva essere rimasto qualcuno in giro.
Non gli piaceva origliare, ma trovare Molly e Arthur svegli alle tre del mattino a bere cioccolata lo aveva insospettito.
Srotolò il lungo filo color carne e se ne avvicinò un’estremità all’orecchio, ascoltando attentamente.
‘...insistito per pagare tutto lui, caro ragazzo. E’ orribile da dire, ma per un certo verso, è stato meglio così. Dove avremmo pescato tutti quei soldi?’, stava dicendo la signora Weasley a voce bassa.
‘Non riesco nemmeno a dirti quanto sono felice che Ginny sposi Harry. Lasciamo stare i soldi, non vedevo l’ora che quel ragazzo facesse finalmente parte della nostra famiglia, Molly,’ rispose il signor Weasley.
‘Vedrai che tra poco avremo anche Hermione come nuora, Arthur. Hai visto come Ron si incanta a guardarla certe volte?’, rise la signora Weasley.
‘Oh, sì. Scommetto che prima di settembre avremo un’altra dichiarazione,’ replicò il signor Weasley con un risolino.
‘E mi spiace un po’ dirlo, ma decisamente preferisco Hermione a Fleur, anche se la ammiro per come si è comportata con Bill.’
‘A proposito di Hermione, Arthur, oggi lei, Harry e Ginny mi hanno detto che ci sarà anche Viktor Krum alle nozze,’ disse la signora Weasley con voce soffocata.
Probabilmente aveva affondato il naso nella tazza.
Il signor Weasley emise un basso fischio di apprezzamento.
‘Immagino che i nostri figli ne saranno entusiasti, mia cara.’
‘Sì, beh, tutti a parte Ronnie... Ti ricordi, il Ballo del Ceppo...il Torneo Tremaghi...tutti quegli articoli di Rita Skeeter...’
‘Eccome...’, ridacchiò il signor Weasley.
‘E mi hanno raccomandato di non dirglielo assolutamente perchè lo faranno loro... Credo che vogliano aspettare un momento favorevole,’ aggiunse la signora Weasley.
‘Sì, conoscendo Ron e gli altri...’
Sospiro da parte del signor Weasley.
‘Già...pare proprio che faremo incontri interessanti a questo matr...’
Ron strappò via l’Orecchio Oblungo con la rabbia che gli montava dentro.
E così, tutti a complottargli dietro alle spalle, eh?
Improvvisamente, la sete gli era passata.
 



Scusatemi per non aver risposto ai commenti, ma l'altro giorno andavo di fretta! ^_^ Comunque, rimedio subito...
Per TINAX86: Oops, non volevo spoilerarti, davvero! Chiedo umilmente perdono, ma la cosa era abbastanza scontata. In più, non è poi così importante. Spero continuerai a seguire e a recensire anche dopo questo mio scivolone! Un bacio, ciao!!!
Per titty 79: lieta che il capitolo ti sia piaciuto! Grazie e continua pure a farmi sapere se la storia ti soddisfa! Un bacio, ciao!!!
  
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