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Autore: sam89    24/01/2009    13 recensioni
Tributo ad una coppia poco considerata nel libro... Carlisle ed Esme... la mia personale interpretazione della loro storia d'amore! ^__^ E' la prima volta che scrivo su Twilight... spero di aver saputo rendere giustizia ai personaggi. Buona lettura!
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. Esme


Ero davvero contenta che Carlisle si fosse aperto con me, più di quanto mi aveva reso felice essere ascoltata.
Sentivo che qualcosa stava cambiando in me, ne ero certa. Come se qualcuno avesse aperto dopo tanto tempo una finestra, lasciando che i raggi del sole illuminassero qualcosa di morto, sepolto.
Per la prima volta qualcuno aveva ascoltato la mia storia senza ritrarsi, né mostrarsi sconvolto o in qualche modo criticando il mio atteggiamento.
E, cosa ancora più importante per me, non sembrava soltanto condiscendenza. Poi era ancora più significativo il fatto che ad ascoltarmi fosse stato proprio lui.
In quel primo periodo della mia nuova vita da immortale avevo spesso pensato al passato, ad abituarmi alla caccia e cercare di sembrare normale ogni volta che Carlisle mi guardava.
Ma ora era venuto il momento di darmi da fare. In qualità di donna di casa avrei dovuto occuparmi fin da subito di ogni faccenda, ma mi ero concessa un po’ di riposo.
Avrei reso Edward e Carlisle fieri di me.
In casa non c’era molto di cui lamentarsi, dovevo ammetterlo. Erano davvero diligenti, per essere due scapoli!
Ad ogni modo, mancava un tocco femminile.
Quel giorno Edward era a caccia e Carlisle aveva chiamato per avvertire che non sarebbe tornato a casa prima di sera. Perfetto! Avrei dato sfogo al mio istinto creativo, che da troppo tempo tenevo rinchiuso in un angolo della mia mente.
Charles non mi aveva mai dato occasione di cambiare nulla in casa. Se mi decidevo a comprare qualcosa di nuovo, lui subito si lamentava di come sprecavo i soldi del suo duro lavoro; se mi dedicavo a dipingere una parete o cambiare la disposizione dei mobili, ecco che mi sgridava aspramente per non saper utilizzare le mani per qualcosa di più utile.
Come pulirgli le scarpe ad esempio, o lavargli ogni giorno le camicie, pulire la credenza. E guai se mi scopriva a parlare con un’amica.
Avrei dovuto capirlo subito: Charles era un codardo. Si approfittava di me perché sapeva che ero per natura timida e incline a proteggere la famiglia. Sapeva anche che i miei genitori non avrebbero mai compromesso l’amicizia tra le nostre famiglie. Ma chi mi avrebbe mai creduto, infondo? Chi sarebbe stato disposto a credere che il corretto, onesto, elegante ed educato Charles Evenson, in realtà non era altro che un lurido vigliacco pronto a prendersela con sua moglie, che considerava al pari di una serva?
Era da molto tempo che avevo perso la mia dignità e la mia forza di volontà. Ritrovarla così spontaneamente fu una sorpresa per me.
Sicuramente parlare con Carlisle mi aveva fatto bene. Anche lui del resto non aveva avuto una vita facile.
Potevo solo immaginare come dovevano essere trascorsi tutti questi secoli per lui: solo, costretto ad uscire di notte, tentando in tutti i modi di essere diverso dai nostri simili, cercando di proteggere la vita umana.
Viaggiando costantemente, e non potendo legarsi a nessuno perché non aveva mai incontrato qualcuno con un’indole simile alla sua.
Assetato più di conoscenza che di sangue, in effetti.
Chi poteva eguagliarlo? A parer mio nessuno. Più volte durante il suo racconto mi aveva detto di essere spinto dall’egoismo, ma io sapevo bene che non era così.
Quale altro vampiro avrebbe mai rischiato tanto per curare degli esseri umani? Se fosse davvero stato egoista, gli sarebbe forse importato qualcosa di sottrarre qualcuno alla vita pur di avere un compagno?
Ma lui per me era molto altro, e Edward lo sapeva.
A volte i miei pensieri per lui diventavano così forti da rompere la privacy di mio figlio. Povero.
Certamente non doveva essere piacevole per lui essere inondato di scene romantiche mentre leggeva un libro o ascoltava la musica.
Ma quel giorno avevo un compito da svolgere. Così spostai tutti i mobili della casa. Ma proprio tutti.
Mi piaceva ogni tanto cambiare prospettiva, trovare nuove e armoniche disposizioni per l’arredo.
Non potevo ancora azzardarmi ad uscire, ma per il momento mi bastava così.
Era inutile che il tavolo della cucina rimanesse lì a marcire. Lo spostai in salotto, mettendolo al posto del divano e della radio, che andarono a finire in un altro angolo della casa.
Quel piccolo scanso del muro che somigliava ad una saletta un po’ riservata, poteva forse trasformarsi in un mini angolo lettura? Certo!
Nella stanza degli ospiti dove stavo io c’era uno scaffale che poteva benissimo fare da libreria.
Con la mia nuova, strabiliante forza, non avrei avuto problemi a trascinarlo di sotto: l’unico problema erano i libri. Non ero mai entrata nello studio di Carlisle, ma quel giorno sembrava perfetto per soddisfare anche la mia curiosità.
Salendo al primo piano, entrai cauta. Ma che sorpresa! Era come essere in un altro tempo.
La scrivania, sulla quale erano appoggiati grossi tomi di medicina, e la poltrona erano nuovi, ma il resto aveva un non so che di… vissuto.
Alle pareti e anche per terra c’erano montagne di libri, alcuni nuovi e altri incredibilmente più antichi.
Per un po’ mi persi guardando vecchie edizioni di capolavori di Shakespeare, Dickens, Voltaire e Rousseu, per poi trovare una grossa pila di vecchi trattati di Galileo. Sembrava proprio che fosse un estimatore dell’astronomo italiano. Mi corressi più tardi quando vidi che un intero settore era dedicato a Leonardo da Vinci. Inutile dire che tutte le opere erano in italiano.
Rimasi molto sorpresa però di trovare anche molte versioni di favole e racconti dei fratelli Grimm, e… niente meno che racconti sentimentali di Jane Austen.
Quasi mi prese un colpo quando vidi che uno di loro, Ragione e Sentimento, era autografato.
Incredibile! Eppure non doveva essere molto difficile immaginare che Carlisle, in qualche fortunata occasione, abbia gentilmente avvicinato la scrittrice e l’avesse convinta a farsi firmare una copia dei suoi libri.
Sorrisi. L’avevo immaginato vestito di tutto punto per poi sfoggiare un sorriso che avrebbe fatto sciogliere l’intero Polo Nord in un secondo. In effetti, solo lui ne sarebbe stato capace.
Dopo essermi ripresa dalle mie fantasticherie, finii il lavoro.
Il nuovo angolo lettura era pronto, così come avevo riorganizzato il salotto e la cucina, per poi spolverare tutto. Fortuna che le mie nuove capacità aiutavano.
Non contenta mi trascinai in giardino, dove le erbacce cominciavano a crescere senza ritegno.
Dovevo dare una sistemata.
Proprio mentre iniziavo a spostare i vecchi vasi di fiori e iniziare a fare ordine attorno al perimetro della casa, notai qualcosa. Una chiave era caduta da uno di quei vasi di terracotta.
Che cosa avrebbe mai potuto aprire?
La risposta arrivò in un momento, senza farsi troppo pregare. Davanti a me c’era una porta che sembrava condurre in una specie di scantinato.
Sono troppo curiosa…
Con uno scatto la porta si aprì, cigolando un po’. L’odore di stantio rivelava che nessuno era stato qui recentemente. A terra era accatastato qualcosa, coperto con delle lenzuola bianche.
Le alzai, e sbalordita vidi cosa c’era sotto. Dipinti, meravigliosi dipinti antichi. Perché si ostinavano a tenerli laggiù? Sollevai un altro lenzuolo, sotto il quale c’erano oggetti anch’essi molto antichi.
C’erano vestiti, calamai, fogli, borse, biglietti del teatro, soprammobili, e altri oggetti che sembravano essere strumenti medici del secolo scorso.
Non immaginavo che Carlisle fosse così nostalgico, così affezionato a tutti i suoi ricordi. Perché sapevo che per lui quelli non erano soltanto oggetti. Erano ricordi, e ognuno aveva una storia.
Non mi rimaneva che sollevare un ultimo lenzuolo.
C’era una croce di legno senza segni particolari, antichissima e sbeccata ai lati. Era leggermente incurvata, ma conservava un certo fascino.
Dovevo senza dubbio avere un legame con suo padre, di cui mi aveva parlato giusto la sera prima.
In quel momento, vedendo un così bel ricordo lasciato in quello scantinato, pensai che in tutti quegli anni Carlisle avesse passato molto tempo a dimenticare quello che gli era successo, senza mai riuscire ad accettarlo pienamente.
In un certo senso era una contraddizione: essere nostalgici e allo stesso tempo cercare di seppellire le proprie memorie.
Non ero l’unica a soffrire per il mio passato, anche se il suo dolore derivava da rimpianti e dalla lunga solitudine.
Per una volta volevo essere io a curare lui. A curare i suoi ricordi. Non sapevo nulla di restauro, ma questo non significava che non avrei potuto imparare, no?
Appuntai mentalmente che avrei dovuto chiedere ad Edward, per la mia piccola sorpresa.
Non avrei potuto infatti andarmi a comprare da sola tutto l’occorrente per il restauro, né i manuali.
Così per quel pomeriggio mi limitai a mettere a posto il giardino, che a lavoro finito era davvero degno di essere chiamato con quel nome.
Avevo trapiantato delicatamente i fiori in aiuole colorate a fianco agli alberi, e avevo disposto le piante in vaso in file ordinate attorno alla casa.
Il vialetto ora era pulito dalla terra e dalle erbacce e avevo potato l’edera in modo che si arrampicasse con grazia sul muretto e sulle piante.
Non avevo nulla di cui rimproverarmi.
Sentii in lontananza il rumore cupo della Ford di Carlisle. Stava rientrando? Così presto?
Corsi in casa, facendo finta di nulla.
Dovevo essere presentabile! Mi cambiai, infilandomi un maglioncino cachi e una gonna beige leggermente svasata e morbida. Adoravo quei colori.
Mi raccolsi anche i capelli in una coda. Da sopra lo sentii aprire la porta e trattenere il respiro.
Probabilmente doveva essere confuso.
“Tu non dovevi essere a casa tardi, questa sera?” scherzai, accogliendolo con un sorriso.
“Esme? Sei stata tu allora a… ? Sono un po’ sottosopra” disse lui con un sorriso altrettanto largo.
“Sì. Avevo voglia di novità. Ti piace?”
“Direi che hai fatto un lavoro incantevole! Sento profumo di orchidea”
“Sì… ho sistemato anche il giardino, e ho raccolto un po’ di fiori”
Senza neanche rendermene conto, danzai verso di lui e lo avvolsi in un abbraccio.
Ero troppo felice che fosse a casa per pentirmi del mio gesto azzardato.
Lui ricambiò, mandandomi al settimo cielo.
“Wow… che accoglienza. Edward dov’è?”
“A caccia” dissi, prima di realizzare cosa volevano dire quelle parole.
Siamo soli?
Sembrò realizzarlo anche lui, prima di guardarmi con uno strano sguardo ansioso.
“Vuol dire che siamo soli?”
“A quanto pare sì”
“E dimmi… cosa ti piacerebbe fare?”
Nulla dei miei pensieri era evidentemente realizzabile.
E cosa dire del fatto che eravamo ancora così pericolosamente abbracciati?
“Stare così” risposi.
Oh no, che cosa ho detto? Perché il mio cervello non è mai collegato con la mia bocca?
Poi improvvisamente mi staccai.
“Scusa! Non volevo dire che… cioè, non volevo essere, non voglio che tu pensi che…”
Mi zittii. Stavo completamente delirando!
Lui mi guardava, confuso. Ora sì che si sarebbe accorto che ero totalmente innamorata di lui.
Mi avrebbe detto che capiva i miei sentimenti, ma che purtroppo non li ricambiava.
Certo, mi voleva bene, ma ero come una sorella… o peggio una figlia.
Corsi di sopra, spaventata.
Ma prima che potessi fare qualcosa, sentii dei passi fuori casa e delle voci. Edward.
Ma non era solo… c’era qualcun altro con lui.
Poi la porta si aprì e io tornai di sotto, curiosa.
Accanto a lui c’era un altro, un vampiro.
Era alto, dalla carnagione abbronzata. Gli occhi rosso rubino come i miei, ma in qualche modo più scuri.Aveva lineamenti attraenti ed eleganti, i capelli ricci che gli scendevano con grazia attorno al viso.
Da quello che mi avevano raccontato degli altri vampiri, doveva essere un nomade.
“Steven, questo è Carlisle, mio padre”
“Piacere Steven. Cosa ti porta da queste parti? Vedo che sei un nomade”
“Sì… ho bisogno soltanto di riposare un po’ e di rimettermi in sesto. Una doccia, dei vestiti puliti… starò qui solo un paio di giorni” disse, affabile. “Non ho intenzione di cacciare nel vostro territorio. Anche perché Edward mi ha parlato della vostra… dieta”
“Allora sei il benvenuto tra noi, Steven. Forza, accomodati. Lei è Esme, l’ultima arrivata nella nostra famiglia” disse riservandomi ancora un largo sorriso.
Il vampiro chiamato Steven restò per un attimo come confuso, poi si avvicinò per prendere la mia mano e avvicinarla alla sue labbra.
“Esme, che nome incantevole. Sono onorato di fare la tua conoscenza” disse.
“Grazie, anche io sono onorata” dissi, leggermente a disagio. Non mi piaceva il suo sguardo.
Edward e Carlisle ci guardavano, uno attento e l’altro… possibile? Sembrava quasi infastidito.
Perché avevo l’impressione che Steven fosse più che onorato di conoscermi?







Nda:
Waaaaaa ok uccidetemi, sono in super ritardo lo so, ma gli esami non mi hanno risparmiato purtroppo, così ho dovuto dedicare tutte le mie energie allo studio... ne avrò ancora per un pò ma poi penso di poter tornare ad aggiornare più velocemente. Che ve ne pare di questo capitolo? Dovevo pur dare inizio all'era Esme - mamma!! XD
Comunque il prossimo capitolo sarà narrato dal POV di Edward e ne vedremo delle belle ghghghgghghgh *me fantastica sulle complicazioni della storia*
Allora, passiamo ai ringraziamenti!!
Dato che siete veramente in tanti (T_T grassssie), ho deciso che valeva la pena di citarvi tutti dopo un'assenza così prolungata. Ringrazio davvero di cuore quindi tutti quelli che hanno aggiunto la storia ai preferiti, e cioè
0207pantera, alecullen, Alessandra Malfoy, clod88, Cocon90, DRACHINA, eilinn, eyes_on_fire, giagiotta, Gius, Helen Cullen, Honey Evans, Ladynotorius, martaxx, Miss Rainbow, Nahid, PaolaDeve, principessa leila, rolly too, Selfish, Stella di Dunedain, storyteller lover, Tom94, _Aislinn_
e detto questo passo a ringraziare di cuore chi ha lasciato recensioni:
Nahid: eh anche io avrei spezzato le gambe a Charles, e non solo quello fidati... io sono molto più drastica, ma Carlisle è Carlisle, quindi... comunque fidati, il suo autocontrollo ha un limite, e se viene messo a dura prova spesso.... heheheheheheh! Comunque spero ti sia piaciuto anche questo cap ^^ a presto!
Gius: grazie mille ^__^ vai tranquilla, la meyer non è che da molte info in proposito, bisogna andarsele a cercare purtroppo -.-
Helen Cullen: Grazie mille di tutto davvero, e anche se in stramega ritardo auguro anche a te un super anno bello e vampiroso ^__^ Sono davvero contenta che le mie descrizioni ti piacciano, questo è un pò un capitolo di transizione, comunque il bello arriverà XD Io comunque venero Carlisle, se me lo trovo davanti, Edward o non Edward e il suo potere, penserei di quelle cose....heeheh! bene ora vado ^^ ciao!
storyteller lover: sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, infatti mi piace la loro storia proprio perché appunto si tratta di persone mature, con un passato grave alle spalle... sono così belli ** bene, spero che anche questo ti piaccia ^__^ ciao!
alecullen:grazie mille davvero per i complimenti ^^ spero che anche il seguito della storia ti piaccia, a presto!
principessa leila: XD sì mi hai ipnotizzata XD è un miracolo infatti che sia riuscita ad aggiornare in periodo d'esami :) bene dai, spero che il capitolo ti piaccia! a presto!


E con questo posso dire solo... alla prossima!!! baciotti

  
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