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Autore: Silvylovy25    29/07/2015    1 recensioni
Dru è una ragazza Tenebra, e come tale non ha mai visto i colori.
Una guerra è imminente, il Portale si è aperto e lei viene a contatto con un mondo nuovo.
I Limpidi e i Grigi le danno la caccia, perché lei ha qualcosa che nessuno ha, come tutti del resto...ma qualcosa di speciale, che cambierà la sua vita.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ti voglio morta Drumilla Maria Oscura De Vampires” la frase mi rimbomba in testa come se non ci fosse un domani. Ma c’è molta gente che mi vuole morta, in giro. Essendo principessa ho nemici di regno, conquistatori, persone che vogliono prendere il mio posto. E’ più difficile di quello che sembra essere una principessa cazzo, con pochi amici e molti nemici. Così rispondo ironicamente < < Digli di mettersi in fila > > sorrido, guardando la sua faccia sospresa. < < Scusa? > > domanda lui. < < Perdonato > > rispondo, tanto per prenderlo un po’ in giro. < < Cioè, aspetta > > prende un bel respiro e mi guarda fissa negli occhi. < < Gli Alfa, ovvero gli esseri più spietati che si conoscano, guerrieri e combattenti maghi esperti, ti vogliono morta. Vengo qui per ucciderti e tu mi dici che dobbiamo metterci in fila? Cos’ è, un supermercato? > >. Il suo tono sarcastico mi fa quasi ridere. < < Cos’è un supermercato? > > domando accigliata. < < Ahh, lascia perdere, non era quello il succo del discorso > > mi dice fissandomi. < < Perché, il discorso ha un succo? >. > mi piace troppo fare la finta tonta, solo per vedere la faccia che fa. Alza gli occhi al cielo. < < Dunque tu saresti il tipo mandato dagli Alfa per farmi fuori. E tu che fai? Vieni qui e mi parli di supermercati? Interessante > > stavolta lo guardo io, diritto nelle pupille. < < Non dovevo parlare con te…dovevo solo > > si interrompe e guarda il pavimento di piastrelle nere alterato a quelle grigie. Non c’è bisogno che finisca la frase, ho capito benissimo, e sinceramente non me ne frega un cazzo. Nessuno dei due dice una parola per alcuni, interminabili secondi. < < Ma è andata diversamente > > osservo. Sorride < < Sono legato ad una sedia > > dice guardando le corde. < < E io sono viva, urrà > > dico senza espressione. < < Io…non capisco >> sussurra, abbassa lo sguardo. Aspetto che finisca la frase, ma sembra non voler continuare. < < Mi hanno sempre raccontato di Voi, a scuola, nei libri, in tv. Esseri privi di sentimenti, dal cuore di pietra, assassini spietati, senza pietà. Fin da piccolo mi hanno insegnato a temervi, eravate sempre nei miei incubi come l’uomo nero che rapisce le persone…ma adesso che sono qui posso confermare il contrario. Tutto questo è sbagliato. Darvi la caccia è sbagliato. Cioè, non sapevo aveste anche senso dell’umorismo, a volte > > dice. < < Devo commuovermi? > > aspetto qualche secondo. Oh aspetta. Esseri senza sentimenti. Porca vacca. < < Divertente eh? > > commento sarcastica < < Senza sentimenti, pure. Carina la cosa > >. Non risponde e allora parlo ancora io. < < Non si socializza con il nemico > > dico, dura. Senza aggiungere altro mi volto, esco dalla stanza e chiudo la porta. Esseri privi di sentimenti. Quella frase mi ha ucciso, cazzo. Prendo la porta secondaria e vado in giardino. Gli alberi grigiastri e privi di foglie mi circondano e mi avvolgono in un gelido e tenebroso abbraccio. Qui mi sento a casa, lontano dalla gente, dal mondo, questo è il mio piccolo posto speciale. Mamma ci andava sempre. Mi inoltro nel piccolo boschetto e mi fermo a guardare una farfalla nera che vola sopra n campo di tulipani marroncini. Avverto un fruscio sopra la mia testa, ma prima che potessi alzare lo sguardo, mi trovo il viso del ragazzo e pochi centimetri dal mio. Faccio un passo in dietro e vedo il ragazzo a testa in giù su un ramo che mi guarda come se fossi un cucciolo indifeso. < < Toglimi quello sguardo di dosso > > gli ordino arrabbiata. Solo dopo mi rendo conto che non è più nell’armadio, e nemmeno legato. < < Aspetta…> > ci penso su < < Tu se volevi...potevi liberarti quando volevi!! E invece sei rimasto legato alla sedia!!> > lo indico. < < Sorpresa? > > domanda quasi sorridente. Faccio un passo avanti. Lo guardo diritto negli occhi. Sono grigi e azzurri, una tonalità piuttosto insolita. Ci leggo dolore e disperazione, ma anche felicità. Il che è strano. Moooolto strano. E invece di attaccarmi, rimane lì a guardarmi. Mi avvicino, voglio vedere di più l’azzurro. Si mette a ridere e mi dice < < Ma cosa stai facendo? > >. Una risata cristallina, felice, gioiosa...diversa. Al castello nessuno ride così. Il diverso è male. Frase scritta nella prima pagina del libro del Buio, una delle prime cose che si imparano. Tolgo la mano dal suo occhio e ignoro del tutto la domanda. < < Non si socializza con il nemico > > ripeto. < < Non stiamo socializzando, stiamo parlando > > dice. < < Il parlare è una forma di socializzazione > > lo correggo, faccio un passo in dietro. < < Bheh, io voglio socializzare con te > > la frase mi sorprende. < < Io no > > rispondo fredda. La sua risata mi ha condizionato abbastanza…ma la voglio risentire. Ma non devo. Non devo. Con un salto acrobatico mi atterra davanti, in piedi. E’ alto come me. < < Voglio capire se si sbagliano veramente sul vostro conto, sono in cerca della verità > > dice con fare da sognatore. Verità. Forse se ci scambiamo due parole non succede niente. Forse. A dirla tutta, il suo discorso mi ha convinto, e io voglio saperne di più. < < Perché hai la pelle scura? Tipo marroncino chiaro? > > domando. < < E’ abbronzata > > risponde come se fosse una cosa ovvia. < < Cosa vuol dire abbronzata? > > mai sentito parlare di abbronzata. < < Quando stai tanto tempo al sole la pelle si scurisce e diventa abbronzata > >. Il sole, quello che noi abbiamo grigio, e loro giallo, mi pare. Voglio sentire se la sua pelle è calda. Senza dire niente, tocco la sua mano. < < Sei fredda > > mi comunica, come se non lo sapessi. Lui invece è caldo, molto caldo. Prendo la sua mano e la porto all’altezza del mio ombelico. Mi accorgo che, nel punto in cui io lo tocco, la sua pelle diventa chiara come la mia, e la mia diventa scura come la sua. Uno scambio di colori, insomma. Cosa che si può definire come una figata pazzesca. Lui guarda prima le nostre mani e poi me. Mi guarda in modo diverso da come mi guardano le altre persone, lui è diverso, il suo modo di fare è diverso, la sua risata è diversa, il nostro tocco è diverso, con gli altri non succede lo scambio di colori, quello che sento è diverso. Mi prende l’altra mano e restiamo così, a guardare i nostri colori di pelle che si fondono insieme. Il diverso è male.
   
 
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