Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Sere J Potter DiLaurentis    29/07/2015    2 recensioni
E se Harry Potter avesse una cugina?
Scarlett Ferguson è una Serpeverde, amica di Draco Malfoy e compagnia a seguito. Visse una vita alquanto tranquilla fino a quando la sua strada non si incrociò a quella del famoso Harry Potter, nella fatale notte d’Agosto del 1993 sul Nottetempo.
Un banale incontro che avrebbe dato inaspettate conseguenze per l’intero Mondo Magico e per Scarlett stessa, la quale si ritroverà a scoprire un segreto di famiglia che sigillerà il suo destino.
Il destino inizia a giocare, muove le sue pedine e qualcuna verrà inghiottita dall'oscurità.
Tutti vorrebbero essere degli eroi, i prescelti, e molte volte si prendono decisioni sbagliate; decisioni che possono portare alla propria morte e a quelle di persone innocenti.
La verità è che tutti hanno sia luce che oscurità, ciò che conta è da che parte si sceglie di agire.
Harry, Draco e Scarlett sono intrappolati in un destino cruedele e non servirà a nulla ribellarsi: la loro storia è già stata scritta.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Grazie alla mia Sister (La mia Sirius) per avermi fatta tornare a scrivere questa storia <3





Broken Crown - Trailer

 

La verità


Scarlett passò le vacanze assieme alla famiglia; i nonni paterni arrivarono dalla Francia e rimasero a Villa Ferguson fino a Capodanno. Il fratello di suo padre avrebbe dovuto raggiungere il resto della famiglia, ma all’ultimo minuto cambiò idea e rimase dov’era, da qualche parte nell’Europa dell’Est. Era sempre stato un giramondo, anche da giovane, quindi nessuno si stupì più di tanto della sua assenza; Scarlett l’aveva visto all’incirca quattro volte in tutta la sua vita. Ad ogni modo, la strega si divertì molto in compagnia dei parenti, ma soprattutto di suo fratello che - ironia della sorte - vedeva maggiormente a casa invece che a scuola. Comprensibile da un lato: Mason era impegnato costantemente a mantenere una media alta o ad allenarsi a Quidditch e Scarlett stava sempre assieme alla sua compagnia. Quando si incontravano era durante i pasti o per i corridoi.
Quei primi giorni del nuovo anno furono freddi e continuava a piovere. Scarlett passò le giornate a mangiare cioccolate calde, facendo anche qualche compito o a scrivere lettere ai suoi amici, compreso Harry ed escluso Draco: non si erano scritti neanche una volta e nessuno dei due sembrava intenzionato a far pace. Suo fratello le ripeteva spesso che era a causa del troppo orgoglio che albergava in entrambi: «Di questo passo non farete pace neanche quando avrete una bavosa dentiera e un magico pannolone!» se la rideva Mason.
Scarlett non lo stava ad ascoltare molto, era troppo indaffarata a preparare i regalini per suoi amici: una collana per Madison, un bracciale per Daphne, un completo da un famoso stilista-mago italiano per Blaise e un abbonamento gratuito della durata di un anno alla rivista del Quidditch per Harry. Era stato arduo pensare a cosa regalargli, ma alla fine optò per qualcosa che non gli sarebbe affatto dispiaciuto; del resto era un appassionato del tanto amato sport dei maghi.
I giorni di vacanza sembrarono volare con gran dispiacere da parte di Scarlett, la quale avrebbe dormito volentieri fino a tardi per almeno altri dieci giorni. Solamente l’ultimo giorno preparò i bagagli con tutti maglioncini per la primavera e molti ancora per l’inverno che doveva finire, per fortuna suo padre fece un incantesimo per far più spazio nel bagaglio così da portare molti indumenti.
«Ehi, scricciolo!» esclamò suo fratello Mason piombando nella sua stanza senza bussare. «Sai dov’è la mia scopa, quella che uso solitamente durante l’estate?»
«Quale delle tante, viziatello?» chiese Scarlett prendendolo in giro. Non era veramente viziato, anzi era un ragazzo molto altruista, però come tutti i maschi amava il Quidditch ed, essendo la loro una famiglia ricca, era riuscito a guardarsi ogni partita dal vivo e si era rifornito di tante scope per allenarsi o per volare qua e là assieme ai suoi amici. «Probabilmente l’avrai in quel posto sottosopra che chiami “camera da letto”.»
«Ah-ah, molto divertente, sorellina, comunque ho già cercato e non c’è là! Ma hai capito almeno quale cerco?»
«È alquanto improbabile capire quale tu stia cercando, inoltre per me una vale l’altra siccome hai la bellezza di cinque scope!»
«Due. Una l’ho rotta allenandomi, una è a Hogwarts e l’altra l’ho regalata a George Weasley perché anche lui l’ha rotta… mi serve quella che usavo l’anno scorso. La Nimbus 2001!»
Scarlett sbuffò. «Mason, non so dove sia. Non metto mano nelle tue cose. Chiedi a Grupy o a papà, forse l’hanno spostata.»
«Papà sta facendo i conti del suo studio e Grupy è intento a pulire il salotto e non ho intenzione di disturbarlo, ha quasi dato di matto per l’organizzazione del cenone di Natale» disse scuotendo il capo e non volendo proprio vedere il loro elfo domestico dare i numeri. Il loro caro padre lo avrebbe martoriato e in fondo lui ne era affezionato. Lo trovava buffo fin da quando era piccino e Grupy gli aveva tenuto compagnia mentre i suoi genitori erano stati trattenuti da altre faccende.
«Vuoi proprio che ti aiuti a cercarla, vero?»
Mason annuì con un sorriso a trentadue denti stampato sul viso. Scarlett alzò gli occhi al cielo e si alzò dal letto, le era venuta voglia di leggersi un buon libro prima di addormentarsi, ma a quanto pare non si poteva avere un attimo di pace in quella casa. I due fratelli uscirono dalla camera della ragazza e cominciarono ad incamminarsi lungo il corridoio dove alla fine raggiunsero la scalinata che li permetteva di scendere al piano inferiore dove si trovava la sala da pranzo, la cucina e il padiglione che una volta veniva usato dalla nonna di Scarlett per organizzare feste di ogni tipo.
«Senti … a che ti serve a quest’ora la Nimbus?»
«Nimbus 2001 - la corresse subito facendole alzare gli occhi al cielo - volevo fare una scorrazzata e dato che l’altra l’ho appena lucidata mi serve proprio quella lì!»
«Non potevi utilizzare quell’altra prima di lucidarla?»
«No, perché quell’altra, come bonariamente la chiami tu, è da esposizione! Possibile che tu non te ne intenda neanche un po’?» sbuffò esponendo il tutto come se fosse qualcosa ovvia.
«Solamente tu puoi avere una scopa da esposizione. Alle volte sei proprio narcisista con i tuoi oggetti, perché non sei finito in Serpeverde?»
«Perché loro avevano bisogno di te, scricciolo!» rispose Mason schioccandole un bacio sul capo prima di spettinarle i capelli corvini facendola ridere. «Inoltre non posseggo certo le vostre innate qualità che vi faranno arrivare in alto che più alto non si può» disse ironico.
Scarlett scoppiò in una risata fragorosa mentre accanto al fratello apriva la porta che conduceva allo scantinato e alle segrete della grande Villa. La simpatia era una delle belle qualità di suo fratello, assieme all’arguzia che lo ha introdotto nella Casata di Priscilla Corvonero; nonostante ne fosse un membro, non era affatto una persona saccente. Mason non era vanitoso e non amava mostrare il suo sapere per attirare ammiratori o mostrarsi migliore di altri, era un ragazzo umile con la passione per il Quidditch: apparteneva alla squadra di Corvonero nel ruolo di Cacciatore e, da quell’anno, ne era diventato orgogliosamente capitano.
Non potendo utilizzare la magia fuori da scuola, Mason utilizzò l’ingegno per farsi luce senza aver bisogno della bacchetta. Era un piccolo trucco che il padre gli insegnò, ovvero far apparire delle piccole fiammelle con la mente, facendolo passare per incantesimo involontario così da non essere perseguibile per legge. Era un po’ complicato, non a caso serviva un ingegno fine e per fortuna Mason lo possedeva.
Di questo modo riuscirono ad inoltrarsi facilmente in un buio corridoio dentro alla parete, i classici passaggi segreti delle grandi ville costruite secoli prima. Scesero una scalinata a chiocciola fino a raggiungere un altro corridoio pieno di ragnatele e polvere. Sentirono subito un odore che opprimeva l’aria, sapeva di vecchio e marcio, inoltre non essendo una parte vissuta della residenza faceva anche molto freddo. Scarlett ebbe i brividi e si strinse al braccio del fratello pensando che da un momento all’altro avrebbero trovato qualche topo morto o scheletro.
«Non potevi proprio aspettare che Grupy finisse di pulire il pavimento della sala per andartela a prendere?!»
«Non dirmi che hai paura dei passaggi segreti?» la derise Mason continuando a camminare imperterrito per il corridoio oscuro, l’unica cosa che faceva luce era la bacchetta del ragazzo.
«Sembra di stare in quelle scatole parlanti che puoi comprare non-so-dove in cui ci sono dentro le persone che in una determinata situazione spariscono all’improvviso!»
«Intendi dire la televisione?»
«Ho già sentito questo termine da Madison» riflettè Scarlett.
«Sì, è un oggetto babbano dove vedi i film.»
«I… cosa?»
Mason scosse il capo sorridendo divertito. «Lascia stare e meno male che hai anche deciso di seguire Babbanologia. Bah!» Sua sorella non sapeva nulla del mondo babbano non avendolo mai vissuto, al contrario di lui che era stato ospite, qualche settimana d’estate, a casa di un suo compagno Nato Babbano… ovviamente in segreto dal padre.
«Invece di parlare di stramberie, perché non troviamo lo scantinato prima che io soffochi in mezzo a questa polvere soporifera? Ora capisco cos’ha provato Harry a dormire in un luogo con un’atmosfera orrenda come questa!»
«Posso ricordarti che sei stata tu a scegliere di passare tramite i passaggi?»
«Sì, ma non pensavo fossero così… così oscuri, sudici, sporchi e pieni di polvere!»
«Non ti facevo così schizzinosa, sorellina. In fondo tu e i tuoi compagni Serpeverde dormite sotto al lago Nero che, guarda un po’, si trova nei sotterranei della scuola.»
Scarlett si fermò e lo guardò torva, con il naso arricciato. «Punto primo: non sono schizzinosa, ma ho solo amor proprio per me stessa. Punto secondo: i sotterranei della scuola sono più puliti di questi... più o meno. Sembra che nessuno sia passato da almeno un secolo!»
«Anche di più. Quale strambo userebbe i passaggi se può usare la magia e smaterializzarsi ovunque?»
«Secondo la tua teoria da intelligente Corvonero questi corridoi non dovrebbero esistere.»
«Apri la mente e rispondi a questa domanda: tu non vorresti avere almeno una stanza nascosta della quale solo tu conosci l’esistenza?»
«Suppongo che sia questa la definizione di nasc-» Scarlett non riuscì a finire la frase che si sentì mancare la terra sotto ai piedi e pochi attimi dopo era con la faccia a terra. Le mani erano rivolte verso il basso, sporche di polvere e con qualche scheggia sul palmo. Udì la voce preoccupata del fratello chiamarla, aprì gli occhi e vide che c’era più luce di quando era atterrata. Due forti mani l’afferrarono per le spalle tirandola su delicatamente. Mason poggiò una mano sul suo viso tenendo la bacchetta nell’altra mano per far luce.
«Ehi Scarlett, Scarlett! Stai bene? Hai qualcosa di rotto?» Lei annuì e poi scosse la testa rispondendo ai rispettivi quesiti, ma per sicurezza alzò il pollice per far capire che andava tutto bene, anche se era un po’ scombussolata. Volse uno sguardo verso l’alto mentre Mason l’abbracciò forte a sé. «Hai fatto proprio un bel volo, sorellina.»
«Cos-cos’è successo?»
«A quanto pare c’era una sorta di botola, aggiungerei molto vecchia siccome si è completamente distrutta quando l’hai pestata e dubito fortemente sia causata dal tuo peso.»
Scarlett rimase a fissare ancora il punto in alto da cui era caduta, concordò con la deduzione del fratello, anche perché in quel momento non trovava altra spiegazione. Gemette per il fastidio che le davano le piccole schegge di legno conficcate nella pelle, non si accorse neanche che la stanza in cui era capitolata si illuminò completamente. Si voltò di scatto e osservò Mason che era riuscito a sparpagliare le piccole fiammelle nella stanza. Scarlett distolse l’attenzione dal fratello per guardarsi attorno: c’erano vari oggetti impolverati come armadi, comò, lampade o paravento, tutti coperti da tende rovinate o teli grigi, sporchi. La strega iniziò a muoversi al suo interno, era una stanza non molto grande e solamente con un ammasso di cianfrusaglie.
«È uno scantinato più raffinato di cui non sapevamo l’esistenza?» domandò ironica Scarlett.
«Possibile.»
«Sicuramente vecchia quanto i passaggi lassù.» Lei passò una mano su un comò e poi guardò come la sua mano era diventata tutta grigia a causa della polvere. «Come facciamo ad uscire da qui?»
Mason mise le mani sui fianchi osservando il punto in cui erano era caduta sua sorella, dal quale poi era saltato giù lui, e volse un’occhiata anche agli oggetti che stavano attorno a loro studiando una logica così da non farsi male e non rimanere intrappolati per sempre. «Possiamo spostare quel comò sotto la botola rotta, saltarci sopra e dunque salire tranquillamente. Non è molto alto…. Uhm… all’incirca due metri direi.»
«Sei veramente brillante, fratello!» esclamò Scarlett battendogli una mano sulla spalla.
«Modestamente sono un Corvonero» disse lui gongolante. «Dai! Mettiamoci all’opera!»
I due fratelli andarono verso il polveroso e vecchio comò posizionandosi agli opposti cosicché uno spingesse e l’altro tirasse e riuscire a spostarlo dove Mason aveva pensato. Scarlett emise qualche mugolio infastidito a causa della sporcizia o degli schifosi insetti che erano morti spiaccicati sul quel comò: non trattenne neanche il verso del vomito. Improvvisamente sentirono un grosso tonfo che fece sobbalzare la strega, la quale si portò subito la mano sul cuore che dallo spavento prese a battere forte.
Gli occhi dei due fratelli si posarono su ciò che aveva provocato quel gran rumore e videro che era una piccolo armadietto, che a quanto pare era sostenuto dal comò che dovevano spostare. Le ante si aprirono spaccandosi entrambe ed improvvisamente una matassa di fogli uscirono finendo a terra. Incuriosita, Scarlett si inginocchiò per vedere di cosa si trattasse: la maggior parte erano foto di famiglia, qualche ritratto antico in miniatura e lettere.
«Scarlett, se vogliamo uscire mi dovresti dare una mano!» la chiamò suo fratello.
Lei non lo stette a sentire e continuò a curiosare imperterrita, affascinata come una bambina quando vede in esposizione il giocattolo più bello del mondo. Muoveva la mano tra quelle scartoffie osservandole velocemente, stava per rialzarsi per raggiungere Mason fino a quando i suoi occhi non vennero catturati da una foto che raffigurava la madre.
«Mason, vieni qui!»
«Che c’è?»
«Questa è la mamma» mormorò passandogli la vecchia fotografia.
Mason la prese in mano con delicatezza cominciando ad osservarla. Un brivido di malinconia lo pervase, gli occhi divennero subito lucidi mentre osservarono il grande sorriso che sua madre possedeva. All’epoca della sua dipartita aveva solamente cinque anni e soffrì molto, anche se ciò che lo rattristava maggiormente era che non aveva altro che opachi ricordi di lei. Anche per Scarlett riguardare le foto della madre non era un bel momento, sentiva una costante morsa al petto e un magone alla gola. Si strinse contro Mason che le cinse le spalle posandole poi un dolce bacio sui capelli. Il ragazzo sospirò pesantemente e socchiuse per qualche attimo gli occhi, prima di poggiare quella fotografia a terra. La sua attenzione venne catturata da tutte le altre immagini che stavano lì in mezzo alla polvere: gli parve alquanto strano vedere le foto di sua madre in quel postaccio. Mosse lo sguardo sugli altri documenti che c’erano lì per terra, anche Scarlett li stava esaminando in cerca di altro che appartenesse alla madre defunta: c’era una piccola scatola in legno con incisa una rosa sul cofanetto.
Da come era poggiata a terra, con lo sportello aperto, era facilmente intuibile che quando cadde l’armadietto anch’essa si schiuse facendo uscire fotografie o lettere che appartenevano alla donna, difatti dentro vi era ancora qualcosa.
«LumaClub - 1977» lesse Scarlett dietro alla fotografia che stava tenendo tra le mani. «La mamma era già fuori da Hogwarts, suppongo sia stata una sorta di rimpatriata. Hai idea di chi siano queste persone?»
Erano sette figure in movimento in un parco: da sinistra una ragazza dai capelli rossi e occhi verdi, con un sorriso dolce; sul fondo una coppia imbronciata e accanto a loro c’era un ragazzo molto giovane con i capelli neri e un altro di qualche anno in più biondo, pallido, con lo sguardo freddo e nel mezzo dei due c’era la loro mamma.
Mason spostò gli occhi sulla suddetta fotografia e diede un’occhiata a tutti i volti osservandoli attentamente. Sbuffò. «Sono certo che quello accanto alla mamma, sulla destra, sia Lucius Malfoy mentre quell’altro giovane… uhm… non sono sicuro però notando i tratti somatici potrei affermare che sia un Black, ma ovviamente non quel Sirius che tutti cercano. Ho visto una sua foto sulla Gazzetta del Profeta e non ci assomiglia per niente seppur Azkaban invecchia parecchio le persone, beh… ovviamente» rifletté il giovane Corvonero. Studiò bene tutti i visi, cercando nella sua memoria fotografica se si potevano associare a qualcuno. «Quello in fondo mi pare sia Yaxley, un funzionario del Ministero... ehm… è anche un amico di papà.»
«Non capisco proprio perché questa roba sia qui invece che in delle bellissime cornici» disse Scarlett scuotendo il capo e guardando meravigliata tutte le foto che erano sparse in terra. Mason sembrava alquanto pensieroso, più che altro molto sospettoso, continuava a spostare lo sguardo torvo su ogni volto. Anche lui trovava alquanto strano che le foto di sua madre fossero in una scatola in cantina nascosta piuttosto che nei corridoi appese e accanto alle altre che la raffiguravano.
Mentre il maggiore dei fratelli Ferguson cercava spiegazioni fornendosi delle ipotedi, Scarlett curiosò in quella scatola muovendo la mano a destra e a manca, trovandoci dentro oggetti antichi come orologi, anelli arrugginiti o strani marchingegni che non aveva mai visto in vita sua. Si fermò quando sentì di essersi fatta un piccolo taglio sull’indice. Lo ritirò subito e se lo portò alla bocca; si lasciò sfuggire un piccolo gemito prima di afferrare ciò che le aveva provocato quel piccolo taglietto.
Sgranò gli occhi.
«Mason, guarda qui!» esclamò Scarlett passandogli la foto sciupata con cui si era tagliata.
Il ragazzo la prese in mano con fare indifferente prima di posare il suo sguardo sopra. La sua fronte si corrugò e non una parola uscì dalla sua bocca. Ebbe un presentimento, uno di quelli che non erano affatto buoni, ma prima di dire qualche sciocchezza volle rifletterci un attimo. Impaziente, Scarlett gli pizzicò la spalla volendo sapere cosa ne pensasse.
«Delicata, come sempre!» sbottò Mason prima di ricevere una sberla sulla spalla: «appunto» aggiunse poi con un tono molto cupo continuando a fissare la fotografia. Essa rappresentava un ragazzo dai capelli neri e gli occhiali tondi, dalla somiglianza impressionante a Harry Potter, che guardava fuori dalla finestra e la loro mamma invece guardava verso l’obiettivo con un sorrisetto furbo.
«Mason Axel Ferguson, conosco perfettamente il tuo silenzio, parla!» il ragazzo non emise una parola, Scarlett sbuffò prima di riprendersi la fotografia che l’aveva tagliata. «1976 - Rose e Jamie. Chiaramente Rose, cioè Rosalyn, è nostra madre, ma chi diavolo è questo Jamie?» domandò seccata con un sopracciglio inarcato.
«Veramente non hai alcuna idea, sorellina?»
La strega mostrò un’espressione impassibile e scosse il capo. «Pensi che se avessi qualche idea te l’avrei domandato?»
Mason sospirò passandosi una mano sul viso. Lui era giunto ad una conclusione, però prima di riferirla alla già spazientita sorella preferì fare una ricerca rapida. Mise entrambe le mani in mezzo a tutte le cartacce che stavano lì per terra, lanciando occhiate ovunque e spostando tutto frettolosamente alzando involontariamente un gran polverone che fece tossire un paio di volte Scarlett. Lei gli domandò ripetutamente cosa diamine stesse facendo, Mason fece finta di non sentirla e continuò imperterrito la sua ricerca. Prendeva in mano un paio di fogli e dopo averli esaminati o li rimetteva giù o se li infilava tra i denti. Continuò a cercar nonostante sua sorella continuasse a chiamarlo dicendogli che dovevano andarsene da lì sotto. Mason non sembrava volersi fermare fino a quando non trovò ciò che gli diede una certezza.
«Finalmente!»
«Che cosa? Ti vuoi spiegare o sei completamente diventato pazzo?»
Il ragazzo mise insieme tutto ciò che aveva trovato e lo piegò infilandoselo nella tasca interna della sua giacca di jeans. «Prima andiamocene da qui e poi ti spiegherò tutto, promesso.»
Scarlett annuì anche se avrebbe preferito sapere tutto. I due fratelli lasciarono quella stanza seguendo il piano ideato da Mason poco prima. Ripercorsero lo stesso passaggio: salirono le scale e tornarono in casa senza farsi vedere da nessuno e senza fare commenti mentre si dirigevano nella camera da letto di Scarlett al piano superiore. Una volta giunti nella stanza si misero sul letto e Mason tirò fuori dalla giacca i documenti che aveva raccolto mostrandoli finalmente alla sorella.
«Scusa se non ho proferito parola alcuna, però dovevo accertarmi su cosa ci stavamo imbattendo e siccome è qualcosa di… beh, non so esattamente come definirlo, ma sicuramente non ti piacerà!»
Scarlett aveva gli occhi spalancati, era in attesa di essere messa al corrente di tutto. «E quindi? Su, forza, parla!»
Mason le passò un foglio: era una lettera, doveva leggerla.
La strega fissò il fratello prima di afferrare con delicatezza quel vecchio foglio di pergamena ed iniziare a leggerlo:

Caro James,
ho saputo che tua moglie ha partorito. Volevo farti le mie congratulazioni perché so quale gioia sia aver un bambino e la felicità che vi porterà, specialmente perché è il vostro primogenito.
Sono certa che lo crescerete bene e chissà che un giorno non sarà nella stessa Casa del mio piccolo Mason oppure sarà il vicino di banco della mia secondogenita che come saprete è nata a Dicembre e quindi partirà con un anno di ritardo…

Il resto della lettera era illeggibile. Probabilmente a causa del posto in cui era stata tenuta per tutti quegli anni. Eppure si leggeva abbastanza bene la data: 2 Agosto 1980.
«Ce ne sono altre.» disse Mason passandogli la seconda.
Senza dire una parola, Scarlett la prese mettendola sopra a quella che aveva appena letto.

… lei è veramente bellissima. Ha i capelli neri e gli occhi sono blu, profondi come l’oceano del quadro che avevamo a casa nostra, ti ricordi Jamie?
So che non desideri parlarmi per ciò che è accaduto in passato, ma spero vivamente che la nascita di tuo figlio abbia ammorbidito quella dura scelta che hai preso anni fa. Comprendo che penserai che la colpa appartiene ancora a me, però ti prego di ripensare a tutti gli anni passati insieme. Abbiamo vissuto momenti felici che io non voglio scordare. Mi pento di alcune scelte che ho preso e ti chiedo perdono…

La lettera successiva era molto più nitida delle altre. Riportava tutte le parole scritte della madre.

Caro James,
sono così contenta che tu abbia deciso di incontrarmi, è il regalo di Natale più bello che potessi farmi. Sono troppo entusiasta dal farti conoscere i miei figli e di conoscere finalmente il tuo.
Ho sentito dire che nonostante sia piccolo ti somigli molto, eccetto per gli occhi: vivido smeraldo come quelli di sua madre. Spero che tu e Lily mi permettiate di tenerlo in braccio anche solo una volta. Mi hanno riferito che avete scelto Sirius come padrino, ci sarà anche lui all’incontro? Mi farebbe tanto piacere. In fondo non è mai stato poi così male come persona, anche se un po’ scapestrato.
A presto,
Tua Rose.

L’ultima lettera che Scarlett lesse non era stata scritta da sua madre Rosalyn, ma bensì proprio da James Potter.

…sono mortificato di scriverti che il nostro incontro non potrà avvenire, suppongo che ne conoscerai i motivi. Io, Lily e Harry dobbiamo scappare da tu-sai-chi. Qualcuno gli ha riferito che nostro figlio è il prescelto che riuscirà a sconfiggerlo. Noi non sappiamo cosa succederà veramente, ma dobbiamo fuggire e metterlo in salvo. Non so quando riusciremo ad incontrarci, farò qualsiasi cosa per mettere in salvo mia moglie e mio figlio, morirò nel tentativo se necessario. Nonostante ciò che tutti dicono, sono certo che tu mi vuoi bene e quindi ti chiedo un favore: se tutto questo male finirà, se quest’oscurità cadrà e mio figlio sarà vivo, al contrario di me, ti prego di prenderti cura di lui e di Lily.
Non so nulla, Rose. Non so come questa storia andrà a finire e se questa sarà l’ultima volta che ti scriverò. Voglio solo che tu sappia che ti voglio bene, sarai sempre la mia sorellona con la mania di grandezza… oh, Rose, per la prima volta ho tanta paura. Non di morire, quello no. Ho paura per mio figlio, per mia moglie e anche per te. Non sarebbe dovuto andare così. Dovevamo stare insieme, vedere Harry andare ad Hogwarts con i tuoi figli, tutti insieme ad affrontare i problemi adolescenziali, a studiare piani per il Quidditch o fare qualche scherzo al vecchio Gazza. Uno dei miei desideri sarebbe riuscire a vederci tutti felici, ma soprattutto io e te insieme a vedere Harry e Scarlett diplomarsi lo stesso giorno.
Ho visto la foto che mi hai mandato di lei, è impressionante la somiglianza con Harry: è una Potter al 100%, non c’è dubbio. So che le hai dato il mio nome, come secondo, diventerà una Malandrina a tutti gli effetti! Scherzo, magari non sarà scapestrata come lo zio. Sarebbe bello insegnarle qualche trucco del mestiere. Vorrei tanto vederla crescere, vorrei tanto che questa storia non fosse mai cominciata. Vorrei averti qui con me, dolce sorella.
Tu che mi hai sempre protetto e io che non capivo. Non sei l’unica ad aver sbagliato e mi dispiace accorgermene solo adesso.
Ti voglio bene.
Tuo per sempre,
James.

Lacrime amare, colme di dolore, scesero dalle guance di Scarlett mentre i suoi occhi profondi rileggevano quella lettera che svelava più di quanto lei potesse mai immaginare. James Potter e sua madre erano fratelli, la famiglia di sua madre della quale mai si era parlato in casa erano i Potter!
Sentiva una grande angoscia nel cuore. Non conosceva i motivi, nessuna delle lettere li riportava, ma sua madre Rosalyn e James si separarono e a quanto capì doveva essersi trattato di una causa grave.
Si portò una mano alla bocca facendosi scappare un singhiozzo pensando al dolore provato sia da sua madre che da James mentre stavano lontani. Scarlett aveva un fratello e poteva capire benissimo le sensazioni che dovevano aver provato. Amava Mason ed Elsa quasi più della sua stessa vita, avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro e mai sarebbe riuscita a separarsene.
In quel momento sentì anche rabbia perché una parte della loro vita, della loro famiglia, era rimasta nascosta, cancellata, come se mai fosse esistita. Poggiò la lettera sul letto e alzò lo sguardo pieno di lacrime sul fratello.
«Com’è possibile che di questa storia nessuno ci abbia detto niente? Come?!»
«Shh! Se urli ancora un po’ ti sentiranno tutti in questa casa.»
«Vuoi dire: tutti i bugiardi di questa casa.»
Mason sospirò e annuì: comprendeva lo stato d’animo di sua sorella. È quello che provava anche lui però a differenza di Scarlett riusciva a mantenere il sangue freddo. Era sempre stato così, anche da piccoli. Seppur Scarlett era molto educata e aveva una maniera aggraziata di fare le cose, era quella più intemperante e talvolta impulsiva tra i fratelli.
«Non hai idea di quanta confusione io abbia nella mia mente, Mason» disse con tono più calmo.
«Lo so. Neppure io so spiegarmi perché ci abbiano nascosto questo.»
«Sai cosa mi fa star più male, Mason? Il fatto che io ora sono vicina a Harry e so cos’ha passato in questi dodici anni con i suoi zii babbani. Non avrebbe dovuto vivere quella vita. Sarebbe dovuto stare con noi» disse singhiozzando sentendosi in colpa perché lei aveva avuto una vita completamente opposta alla sua.
«Non è colpa nostra…»
«Certamente non lo è! Ma hai idea di quanto questo mi faccia male?»
«Immagino, colpisce più te che me perché tu sei sua amica» disse Mason riflettendo quella questione e sullo stato d’animo inquieto della sorella minore. «Quello che invece mi domando io è come non potevamo sapere nulla se chiaramente tutto il Mondo Magico dovrebbe esserne al corrente. Se davvero James Potter e nostra madre erano fratelli, entrambi purosangue, saranno andati ad Hogwarts e gli adulti di oggi dovrebbero conoscerli eppure tutti fanno come se niente fosse. Nessuno mai ha nominato nostra madre senza accantonare il fatto che era sorella di James e quindi zia del bambino che è sopravvissuto.»
Scarlett corrugò la fronte non riuscendo a seguire il filo del discorso che suo fratello aveva montato.
«La tua mente da Corvonero ha pensato a qualche spiegazione plausibile o stai pensando ad altro?»
Mason tentennò qualche attimo prima di rispondere alla sorella. «Ci sono poche conclusioni da trarre, scricciolo. Solamente nostro padre può sapere la verità, ma conoscendolo dubito fortemente che ce la direbbe. Se ci ha nascosto la verità fino adesso dubito che inizi a parlare.»
«Forse non sa come dirlo e aspetta il momento propizio, che secondo me sarebbe adesso.»
«Secondo me no. Secondo me c’è ben altro.»
«Mason, so che non hai un buon rapporto con papà, però non puoi dire che non ci vuole bene e tentar non nuoce.»
«Ma se ogni volta che parliamo della mamma cambia sempre discorso?»
«Beh tu parleresti della persona che hai amato di più al mondo ed è morta?» chiese Scarlett prendendolo in contro piede. Era determinata a scoprire la verità e suo fratello lo sapeva che non si sarebbe fermata di fronte a nulla, esattamente come ogni volta che voleva qualcosa.
Mason sospirò alzando le mani in segno di resa. «Va bene, va bene, ma prima di parlare di questa storia a nostro padre ti chiedo un favore.»
Scarlett annuì e dopo aver ascoltato suo fratello uscì dalla sua camera assieme a lui dirigendosi rapidamente verso l’ufficio del padre, attraversarono metà villa per raggiungerlo siccome era nell’ala opposta a dove si trovavano le loro stanze da letto.
Apparentemente tranquilli e con uno dei più falsi sorrisi che potessero mostrare entrarono nell’ufficio come se niente fosse. Risero attirando l’attenzione del padre Ezekiel: gli occhi freddi e calcolatori dell’uomo s’alzarono sulle figure dei figli.
«Oh, scusa papà. Ti abbiamo disturbato?» chiese Scarlett non togliendo il sorriso dalle labbra.
L’uomo seduta alla grande scrivania in frassino accennò ad un sorriso. «Niente affatto, sto revisionando alcune carte per il Ministero. Come mai qui, mi stavate cercando?»
«In realtà passavamo di qua per pura casualità… - cominciò Mason infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni - stavamo facendo un gioco per passare un po’ la noia, sui nomi delle famiglie Purosangue.»
«Sì, per vedere quanti hanno un albero genealogico ancora puro, ma Mason non si è accorto che avevamo cambiato classificazione.»
«Oh sì!» sbottò l’altro battendosi una mano sulla fronte. «Stavamo provando ad indovinare i cognomi delle mogli dei Purosangue da nubili, prima di assumere il cognome del marito.»
«Personalmente mi ritengo la più brava! Ho indovinato la madre di Draco che è una Black, la madre della signora Malfoy era una Rosier, come la nostra trisnonna, poi la bisnonna era una Black, la nonna una Crouch…» disse Scarlett contandole sulle dita della mano.
«Hai dimenticato nostra madre. Non può essere nata Ferguson» osservò Mason lanciandole uno sguardo d’intesa.
La strega gli fece una smorfia guardandolo con occhi ridotti a due fessure. «E dimmi cervellone tu sai qual era il suo cognome da nubile?»
Mason non rispose e voltò il capo verso il padre che era stato spettatore di quella creativa messa in scena che i due fratelli avevano programmato pochi attimi prima e nonostante ciò riuscirono a recitarla alla perfezione.
«Ti prego metti fine a questo gioco idiota inventato dalla Serpetta qui di fianco a me svelando il cognome della mamma» disse Mason rivolto verso il padre.
«Ma sta zitto, Corvaccio!» sbottò l’altra colpendolo alla spalla.
Ezekiel Ferguson rise di gusto osservando come battibeccavano ma annuì. Congiunse le mani poggiandole sul piano della grande scrivania e mostrò un largo sorriso, in maniera quasi spaventosa ai suoi figli. «Nessun problema, figliolo. Il cognome da nubile di vostra madre era Selwyn.» disse con un modo di fare talmente sincero che fece balzare il cuore di entrambi i suoi figli. Ma la più colpita fu senza dubbio Scarlett: lei non poteva sapere quale veramente fosse la verità, aveva ricevuto troppe informazioni tutte insieme e una parte sé ammise che credeva davvero che suo padre le avrebbe detto “Potter” al posto di “Selwyn”. Probabilmente era stata troppo ingenua oppure la felicità di sapere qualcosa di concreto sulla famiglia di sua madre l’aveva accecata.
Ezekiel Ferguson aprì un cassetto della scrivania rovistandoci dentro, infine tirò fuori un vecchio articolo di giornale della Gazzetta del Profeta, si alzò e lo mise di fronte agli occhi dei figli.
«L’ho conservato proprio per questo momento. Ecco!»
Mason afferrò il vecchio articolo e gli diede una veloce occhiata. Sorrise al padre e glielo rimise in mano, poi cinse le spalle alla sorella e disse: «Forse è meglio andare a dormire, domani si ritorna a scuola e dobbiamo esser carichi!» esclamò alzando il pugno in alto.
Il padre annuì serio. «Certamente. Quest’anno hai G.U.F.O, vedi di impegnarti e di onorare il nome di famiglia… beh, sono sicuro che ci riuscirai. In caso contrario non saresti mio figlio!» affermò con voce tonante battendogli una mano sulla spalla. «Buonanotte figlioli.»
«Lo sarà» rispose Mason con un sorriso talmente grande, e falso, che poteva lacerargli metà viso, con le mani sopra le spalle della più bassa sorella uscì dall’ufficio del padre richiudendo la porta dietro di loro.
«Test fallito, paparino» sussurrò Mason. La sua idea iniziale si era confermata e suo padre era un bugiardo. Il ragazzo sorrideva soddisfatto mentre sua sorella appariva alquanto tesa e con lo sguardo in un punto fermo, al contrario del fratello aveva molta confusione nella testa.
«M-ma come ha fatto con quell’articolo?»
«Mai sentito parlare di materiale contraffatto, sorellina?» Mason scrollò le spalle prima di infilarsi le mani nelle tasche dei pantaloni e avviarsi lungo il corridoio con accanto Scarlett. «Meno male che ho pensato ad un tranello del genere prima che gli spiattellassimo che sappiamo la verità anche se di preciso nemmeno noi la sappiamo.»
La strega svoltò di scatto il capo verso di lui guardandolo con espressione corrucciata. «Cosa intendi dire?»
«Quello che hai capito. Cosa ne sappiamo veramente di quelle lettere, sono vere o è vero quell’articolo? Perché papà e l’intero Mondo Magico l’hanno nascosto… cioè se qualcuno sapesse la verità pensi che prima o poi non l’avrebbe detto? E Silente? Perché ha affidato Harry ai suoi zii babbani invece che a noi che viviamo appieno il Mondo Magico?»
«Non lo so, Mason, non lo so! Però qualche collegamento ci deve essere tra James Potter e nostra madre, che mi dici della foto?»
«Quella foto, come le lettere, sono rovinate, metà di quello che c’è scritto non si capisce… magari abbiamo letto male.»
Scarlett lo fissò alquanto sbigottita, mise le braccia conserte e si avvicinò a lui. «Hai qualche problema mentale? Fino a pochi minuti fa credevi ciò che è evidente: James Potter e nostra madre erano fratelli!»
Il ragazzo sospirò e annuì serio. «Non nego che una parte di me ci crede, ci sono troppe coincidenze, però non abbiamo molto su cui basarci oltre che quelle lettere sbiadite e quella foto! Non sappiamo perché papà stia mentendo o perché altri lo stiano ancora facendo. Dimmi, sorellina, hai teorie?» domandò con una punta di ironia nella sua voce che non piacque affatto a Scarlett, si sentiva quasi presa in giro.
«No» rispose lei in un sospiro.
«Quindi è meglio lasciare questa storia così com’è: sepolta. In ogni caso non cambierebbe niente.» sentenziò Mason senza lasciar dire a Scarlett un’altra parola, sapendo bene che lei ne era contrariata. «Il passato non si può cambiare.»

 

***



Scarlett aprì gli occhi di scatto.
Era ancora notte. La fioca luce che filtrava dalle finestre della camera era quella della luna riflessa nelle acque del lago Nero. Era da un po’ di tempo che riviveva quel giorno avvenuto a casa sua; la scoperta di una parte di storia della sua famiglia e l’imposizione da parte di Mason di non riparlarne mai più.
Perché avrebbe dovuto tacere se invece era la verità? Se Harry faceva parte della sua famiglia avrebbe voluto saperlo. Non aveva prove concrete, se non quelle trovate a casa sua, eppure non si perse d’animo. Sospirò guardando il soffitto mentre tutte le altre sue compagne di stanza dormivano beatamente. Aveva troppi pensieri per la mente. Da quando era tornata a scuola aveva cercato di evitare Harry in ogni maniera possibile e ciò perché aveva voglia di vuotare il sacco ogni volta che si rispecchiava in quei suoi occhi smeraldini. Avrebbe potuto raccontagli i suoi sospetti, ma se essi fossero stati errati? Non poteva recargli dolore maggiore con l’illusione di un’altra famiglia che avrebbe potuto amarlo... anzi, che poteva amarlo! Ma non era in grado neanche starsene con le mani in mano e avere quel dubbio per tutta la sua vita. Mason faceva sogni tranquilli, lei no!
All’ennesimo sospiro, Scarlett sentì che doveva fare qualcosa e scelse di concretizzare un’idea che da tempo le frullava per la mente, ma che fino a quel momento non aveva avuto il coraggio di mettere in pratica. Si alzò dal letto, sì vestì, prese la bacchetta e uscì dalla sua stanza a passo felpato.





Note Autrice:
BOOM!
La bomba è stata lanciata: Scarlett ha scoperto che Harry è suo cugino!
A causa della bugia del padre è stata tormentata dai dubbi, ma nel prossimo capitolo vedrete che avrà una conferma e ci saranno altre sorprese.
Vi anticipo che nei prossimi due capitoli ci sarà un confronto tra Draco&Scarlett riguardo la loro amicizia e poi chiaramente ci sarà l'attesa scoperta di Harry. Come reagirà? Cosa deciderà di fare? Crederà a Scarlett e "l'accetterà" come cugina?
Queste domande avranno risposta, anche se ne arriveranno delle altre. Praticamente c'è sempre qualcosa da scoprire ahahah
Ringrazio di cuore voi che avete letto questo capitolo e state seguendo la storia. Grazie per aver cliccato il "mi piace" su Facebook, per aver messo la storia nelle varie categorie e grazie a chi recensisce!
Un bacione e alla prossima!
-S

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sere J Potter DiLaurentis