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Autore: LorasWeasley    30/07/2015    8 recensioni
AU [solangelo]
"Finirai per odiarmi, lo so. Alla fine di tutto mi odierai come non hai mai odiato nessuno in vita tua"
...
"-Will … Non dovresti fidarti di me. Non farlo.
La risposta non arrivò subito, ci mise diversi secondi, anche questa non era più che un sussurro.
-Troppo tardi piccoletto."
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo biondo stava parlando animatamente con due anziani.
Quando però si accorse di Nico, il quale aveva anche una mezza idea che l’avesse proprio attirato lui facendolo sentire osservato visto che non gli staccava gli occhi di dosso da almeno 10 minuti, si congedò e gli si avvicinò sorpreso.
-Tu sei …
-Già- rispose semplicemente Nico – E tu esisti veramente.
Il ragazzo corrugò la fronte e Nico spiegò – Ricordo il tuo volto, ma nessuno si ricordava che un ragazzo con la tua descrizione fosse li quella notte, non ti ho più visto, quindi, siccome l’unica cosa che ricordo in modo abbastanza vivido è il dolore, stavo arrivando a pensare che avesse ragione mia sorella e che tu fossi solo frutto della mia immaginazione.
Il biondo annuì – Vedi, io non dovevo trovarmi li, quella notte.
-Oh bè, se è per questo neanche io.
Il ragazzo gli porse la mano – Mi chiamo Will Solace.
Nico cercò di controllare il suo entusiasmo.
“Solace” proprio il nome che gli serviva. Non riusciva a credere che la fortuna fosse dalla sua parte.
-Quindi la casa è tua!
Il biondo abbozzò un sorriso –Tecnicamente è di mio padre, ma si, ci abito anche io.
-E’ bellissima.
Will sorrise, ma non disse nulla, stava ancora aspettando che il moro si presentasse a sua volta.
Nico non voleva mentirgli sulla sua vera identità, non sapeva perché, ma non voleva dirgli un nome falso. Però, se gli avesse detto il suo vero nome doveva anche spiegargli il motivo per il quale era in casa sua, questo non lo poteva decisamente fare.
Per poco non gli finì addosso quando uno degli ospiti non lo urtò per sbaglio.
A quel punto gli venne un’idea.
Posò il bicchiere di champagne sul vassoio del primo cameriere che passò e propose al ragazzo – Ti va di andare fuori? Qui c’è decisamente troppa confusione.
Will annuì e lo portò in una delle tante terrazze, questa era una delle più grandi ed era deserta, cosa abbastanza prevedibile visto il freddo di metà Novembre.
A Nico non dava assolutamente fastidio.
La terrazza era piena di fontane e panchine in pietra, nonostante questo non appena si avvicinarono alla ringhiera, sempre in pietra che dava su un immenso giardino, Nico ci si sedette sopra. Non proprio degno di una persona che indossasse quei vestiti.
Will si limitò a ridere divertito, lui si appoggiò semplicemente con i gomiti alla pietra.
Il moro aveva già pianificato un piano perfetto nella sua mente, lo mise in atto.
-Mi sono imbucato alla vostra festa.
Ammise al ragazzo.
-Penso che fin qui c’ero quasi arrivato, perché l’hai fatto? E soprattutto, come?
-Frequento il quarto anno del liceo artistico e studio architettura, è la mia passione. Fra due anni devo entrare all’università e qui, stasera, c’è la direttrice Atena. Volevo parlarle e capire un po’ come funzionava, volevo anche fare colpo, che c’è di male a essere un po’ raccomandati?
Disse quest’ultima frase con un tono abbastanza serio, ma fece un occhiolino per sdrammatizzare.
Will capì che stava scherzando e aspetto che continuasse.
-Percy Jackson è un mio amico, suo padre era invitato oggi ma lui si seccava a venire, preferiva uscire con la sua ragazza, così mi ha detto che potevo imbucarmi utilizzando il suo nome. Nessuno si sarebbe accorto di niente, abbiamo quasi la stessa età e siamo quasi simili, inoltre lui non si fa vedere in giro quasi mai con suo padre.
-Lo conosco, suo padre. E’ un tipo abbastanza severo, ha permesso tutto questo?
-Ovvio che no, lui non lo sa.
Will lo guardò divertito –Quindi falso Percy Jackson … Come ti chiami veramente?
-Nico Di Angelo.
Guardò per qualche altro secondo la sua villa poi, sempre con gli occhi fissi su di essa, chiese – Quante stanze ci sono?
Will sbuffò divertito – Penso almeno 20 camere da letto, 6 bagni, le cucine, la sala da pranzo, quella che hai appena visto che sarebbe tipo … ehm … l’ingresso?
-20 camere da letto? Ma in quanti ci abitate?
-In realtà molte di queste sono vuote, le usiamo quando qualche volta viene qualche ospite. Siamo solo io, mio fratello e i miei genitori. Tutti e quattro abbiamo le camere all’ultimo piano. Le camere da letto si trovano sia al secondo che al terzo, ma anche quando ci sono ospiti diamo quelle del terzo piano, il secondo resta quasi sempre vuoto. I bagni sono due per piano.
-E tutti i vostri camerieri?- Chiese Nico visibilmente interessato, pensò che forse lo era un po’ troppo e Will poteva iniziare a insospettirsi, ma pensò anche che quelle potevano benissimo sembrare domande che avrebbe chiesto uno studente qualsiasi fissato in architettura, si rilassò leggermente.
-Anche loro vivono qui, le loro stanze però si trovano al piano terra, vicino le cucine.
-Avete quegli enormi condotti dell’aria? Quelli dove ci entra anche un uomo?
-Certo, passano per ogni stanza … perché?
-Devi esserti divertito un mondo da piccolo, io e mia sorella siamo stati una volta in un albergo molto grande e ci abbiamo giocato dentro facendo le spie, inutile dire che ci hanno sbattuto fuori dopo neanche un giorno … Però tu devi esserti proprio divertito.
-In realtà … con Austin non ci abbiamo mai giocato, soprattutto perché ci sbagliamo di troppi anni e non abbiamo mai potuto giocare insieme.
Nico lo fissò realmente shoccato – Non ci credo! Che infanzia orribile. – Commentò alla fine.
-Hey!- Se la prese Will mettendo su un finto broncio che Nico trovò adorabile.
Distolse di nuovo lo sguardo da lui, quel ragazzo lo distraeva veramente troppo.
-Allora con la bici dentro casa? Scommetto che avete dei corridoi lunghissimi, ci potevi fare le gare!
-Questo si! Tranne al primo piano i corridoi formano una specie di U- E cercò di fare il disegnino nel palmo della mano. –Avrei preferito però che erano un cerchio, sarebbe stato più divertente.
Nico sghignazzò – Immagino. Non potevi salire le scale con la bici e quindi ti trovavi a un punto morto, perché suppongo che li ci siano le scale per il piano successivo, no?
Il biondo annuì sorridendo –Una volta ci ho provato, due mesi con il gesso al braccio.
-Okay- commentò Nico – Forse non è stata poi così orribile la tua infanzia.
Will sorrise vittorioso.
-Hai animali?
-Mh-mh. Due cani.
-Barboncini? A mia sorella piacciono tanto, almeno due volte al giorno ne chiede uno.
-Pastori Tedeschi.
Nico ne era certo al 90%, ma doveva avere la conferma.
Furono interrotti da una specie di cameriere che fece il suo ingresso in terrazza e si avvicinò a loro.
Si rivolse a Will – Signore, suo padre la sta cercando.
Il ragazzo sbuffò – Arrivo subito.
Aspettò che il cameriere fosse andato via che tornò a rivolgersi al moro – Se non scappi e se ti interessa possiamo continuare questa conversazione quando mio padre non ha più bisogno del suo affascinante figlio. Magari la facciamo diventare ancora più interessante.
Non aspettò una sua risposta, gli fece un occhiolino e andò via.
Nico lo guardò allontanarsi con un sorrisetto vittorioso in volto.
“Will Solace. Non hai idea di quanto tu mi sia stato utile con questa conversazione."
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Eccomi qui dopo una lunga giornata di mare, voi come ve la state passando?
Parlando del capitolo, okay penso che siete arrivati alla conclusione che Will è tipo il ragazzo più ricco della città e Nico... Bè, un pò tutto il contrario.
Forse potrà sembrare un tantino banale, ma ho intenzione di far svolgere la storia in un certo modo, per adesso siamo ancora all'inizio.
Cercherò di aggiornare presto, ora vado che ho assolutamente bisogno di una doccia!
Un bacio, Deh
  
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