Serie TV > Rizzoli & Isles
Segui la storia  |       
Autore: siriopg    30/07/2015    1 recensioni
“Proviamo a parlarne un po’, hai voglia?. Vieni a tavola che è pronto, m’invitò.
Sedute una davanti all’altra, in mano le nostre tazze ma dalla mia bocca non uscivano parole.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
adesso “Ehi!!! è questo il modo di fare assistenza medica?, dissi con un filo di voce.
“Janeeee, disse Maura, ti sei svegliata finalmente!.
“Sorellona, che bello sentire la tua voce e le tue prediche, ci sei mancata.
Ovviamente ero debole e poco lucida ma loro parlavano a ruota e quasi in contemporanea.
“Vado ad avvisare mamma, disse Frankie.
“Si, le rispose Maura senza smettere di fissarmi. Allora, come stai?, ti fa male qualcosa?.
Mi guardai in giro e notai tutti quei macchinari e i tubicini attaccati alle mie braccia.
“Mi fa male tutto dottoressa… come sto?, devo morire?.
“Jane non fare sempre la sciocca, hai rischiato grosso anche questa volta. Ti hanno travolta ad un incrocio e…
“Il bambino, Maura come sta il bambino?.
L’espressione del viso di Maura disse tutto, non c’era bisogno di parole, non sapeva mentire e le diedi modo di ordinare un discorso.
“Mi dispiace Jane, hanno fatto tutto il possibile.
La guardavo, la guardavo mentre cercava di parlare, di non piangere e di tirarmi su il morale. Ovviamente missione non compiuta. Iniziai a piangere, in silenzio, quasi per non voler disturbare nessuno. Quel dolore era il mio, il mio solo.
“Maura, non fare così, le dissi appena vidi le sue lacrime scorrere dalle sue guance.
“Si lo so scusa, non dovrei farmi vedere così, dovrei essere io a confortare te.
“Raccontami dell’incidente, le chiesi
“L’altra macchina non ha rispettato una precedenza e ti ha preso in pieno, hai carambolato per un po’ e finita contro un palo della luce.
“Come sta l’altro guidatore?.
“Trauma cranico e alcune fratture, è un ragazzo di 35 anni.
“Devo avvertire Casey, dissi, deve saperlo al più presto.
“Si, appena potrai usare il cellulare lo farai, qui non è permesso.
“Giusto. Quanto mi terranno rinchiusa?.
“Sei la solita, non sei rinchiusa Jane, sei ricoverata con vari traumi.
“Per me è la stessa cosa. Novità sul caso?.
“Non ho sentito nessuno, ancora non è giorno, sono le 4:50 di mattina.
“Perché non vai a riposarti un po’?, le suggerii.
“Non ti lascio sola, non ci sperare.
“Qui non puoi far niente.
“Smettila!.
Mentre parlavo, mi accarezzavo la pancia, sentivo lo spessore delle garze, il taglio mi faceva male ma non ne potevo fare a meno. Accarezzarmi la pancia era diventato un piccolo rito, era come prendermi cura del mio… bambino.
“Quindi… non diventerai zia, le dissi all’improvviso.
Mi prese la mano e la strinse forte.
“Un giorno sarai un mamma meravigliosa Jane, potrai avere tutti i bambini che vorrai ed insegnargli a giocare a baseball.
Faceva fatica a non piangere ma riuscì a trattenersi. Nel frattempo arrivò mia madre e non ci nascose per nulla la sua commozione. Piangeva a dirotto e mi guardava.
“Ehi Ma, così non mi sei d’aiuto, smettila. Sto bene e starò meglio appena uscirò da qui.
Guardò Maura e capì che sapevo del bambino, si calmò e si sedette nella sedia libera alla mia sinistra. Frankie era davanti al letto, immobile e silenzioso.
“Perché non vai a cercare chi ha ucciso Mike?, dissi a Frankie.
“Si ora ci vado, tornerò più tardi con le novità.
“Ecco bravo, tienimi informata.
Mi diede un bacio e se ne andò. Arrivò l’infermiera e notò con soddisfazione che tutto era andato bene. I miei valori erano tornati nella norma ed ora dovevo fare una calma convalescenza.
“Per caso avete hamburger e birra?, le domandai.
“Sta scherzando vero?, disse a mia mamma.
“Purtroppo è seria me lei la ignori e basta. E’ l’unico modo per farla smettere, rispose Maura guardandomi male.
“Ah ok, oggi se le va bene, le porteranno un brodino e un budino di mela.
“Blahhhh, ne faccio a meno volentieri.
“Come vuole, per oggi niente cibo per lei, non le toglierò ancora i tubi, vedremo a cena ok?.
“Grazie, le disse mia mamma, la terremo a bada noi.
A metà mattinata mi raggiunsero gli altri con alcune novità sul caso. Avevano scoperto l’arma del delitto, era un vecchio fucile da caccia ormai fuori produzione, Frost stava spulciando i vecchi tabulati di vendita per risalire almeno al primo proprietario. 
“Notizie della famiglia di Mike?, chiesi a Korsak, i suoi genitori saranno sconvolti.
“Sai che c’è Jane, visto che qui non hai bisogno di niente, andrò a trovarli, mi disse mia mamma.
“Ottima idea, fai le condoglianze anche per me e salutami sua sorella. Appena posso, ci andrò pure io.
“Ok.
Mi diede un bacio e se ne andò.
“Vai un po’ a casa Maura, sei distrutta, le dissi. Devi risposare.
“Smettila di ripeterlo, non mi muovo da qui. A casa non saprei che fare e al lavoro per oggi possono fare a meno di me. Susie ha tutto sotto controllo. Il tuo fisico si sta riprendendo alla grande ma dentro non puoi star bene, sai, credo che dovresti piangere e liberare un po’ di dolore.
“Lo farò, ma non qui, le risposi, devo trovare il modo di dirlo a Casey.
“Lo troverai ma non ora. Prima devi elaborare il tuo di dolore, tenerlo dentro non ti giova. Prima lo farai e prima ti sentirai meglio.
“Dici che sarà possibile che mi senta meglio?, ce la farò a superare questa perdita?, le chiesi mettendola un po’ in difficoltà.
“Certo che ce la farai e noi ti aiuteremo. Non puoi farcela da sola, non fare come il tuo solito intesi?, chiedi aiuto e lascia che ti aiutiamo ok?.
Arrivarono gli altri e per molto tempo si parlò di lavoro. Per me era un toccasana, adoravo il mio lavoro e mi avrebbe liberato la mente da quello che era successo. Non avevano grandi indizi ma molte idee e supposizioni. In fondo il caso era aperto da pochissimo. Maura mi disse che sarebbe andata a prendere un tè al bar e ci lasciò soli. Mentre stavamo parlando, entrò il medico seguito a ruota da Maura.
“Che succede?, chiesi subito.
“Le facciamo una nuova tac, vorrei vedere di nuovo le sue ferite interne.
Guardai Maura e mi fece si con la testa, era una cosa buona.  Mi trasportarono con tutto il letto.
“Vieni anche tu?, le chiesi.
“Si ti accompagno e ti aspetto fuori.
“Ok.
La costola era quasi tornata in posizione e i punti della milza tolta si stavano cicatrizzando bene. 
“Ora spetta solo a lei, si rimetta con calma e non abbia fretta di tornare al lavoro, le disse il primario.
“Finché starò qui lo prometto, poi non lo so.
“Janeeeee, rispose Maura allarmata, certo che starà a riposo dottore, piuttosto faremo dei turni per tenerla buona.
“Ancora qualche giorno di degenza e poi la dimetteremo.
“Perfetto, risposi.
Gli altri tornarono alla centrale mentre noi lì a fare quattro chiacchiere.
“Sta andando tutto bene, mi disse Maura, se continui così domani ti sposteranno in una camera normale e inizierai a mangiare.
“Non vedo l’ora e avrò la tv per vedere la partita, domani ci sarà una partita importante.
“Ah certo, le tue priorità.
“Giusto, dovrò chiamare Casey… non ce la farò mai a dargli la notizia.
Mi toccai involontariamente la pancia ma tolsi le mani immediatamente.
“Devo togliermi anche questo vizio, dissi con gli occhi gonfi di lacrime.
“Jane, un passo alla volta, non affrettare le cose ok?. Non affrettare niente, tutto avverrà naturalmente.
“Quello che mi è successo non ha niente di naturale Maura, il destino mi ha fatto davvero un bruttissimo scherzo.
“Lo credo anch’io ma avrai altre opportunità. Sei giovane ed in perfetta forma, non tarderà quel momento.
La guardai.
“Non cercare l’orticaria, questa volta lo penso davvero e non sto mentendo.
“Già, dissi solo.
Convinsi tutti a lasciarmi sola la notte, sentivo il desiderio di stare da sola, non avevo ancora fatto un bel pianto liberatorio e volevo qualche ora tutta per me.
Tutti immaginavano il mio dolore ma nessuno di loro poteva minimamente avvicinarcisi.
                                                 **************************
Dopo 10 giorni e mille promesse che non sarei ritornata la lavoro subito, lasciai l’ospedale. Non avevo più nessun dolore fisico ma dentro di me non avevo ancora metabolizzato tutto. Tutti mi offrirono un letto e una sistemazione per la convalescenza ma decisi di andare a casa mia. Solo a Maura diedi il permesso di rimanere con me la prima notte, poi, patti chiari, ognuna nelle proprie case. Volevo coccolarmi con hamburger, birra e caffè ma con lei trai piedi, mi restava difficile. La prima cosa che feci, fu quella di chiamare Casey ma come al solito non era raggiungibile. Non gli lasciai nessuna e-mail, queste notizie andavano date a voce, doveva sentire la mia tristezza ed io il suo dolore. Maura mi preparò la cena e dopo le mie mille suppliche, optò per degli hamburger fatti da lei e del pane integrale, niente birre ne salse strane ma patate cotte al forno. Accettai il compromesso, per una cena potevo sorvolare. Fece tutto lei e dopo riordinato la cucina, si sedette sul divano insieme a me.
“Quando potrò tornare al lavoro?, le chiesi.
“Appena la commissione ti darà l’ok, stai guarendo molto velocemente, vedrai che sarà a breve.
“Domani mattina convoco Korsak e Frost, voglio le ultime news sul caso Mike. Gli devo almeno la cattura del suo assassino.
“Non credo che potrai farlo sai?, finché non avrai l’ok non puoi lavorare a niente.
“Cosa?, no, questo è un mio caso e…
“E niente, intanto ci penseranno gli altri. Rischi il licenziamento, mi disse seria.
“Ma dai, chi lo verrà a sapere?.
“Lo sai?, puoi rispettare qualche regola ogni tanto, non ci si muore, te lo garantisco.
“Ora spiegami che male faccio se i miei colleghi mi raccontano gli ultimi sviluppi sul caso.
“Nessuno ma queste sono le regole e se tieni al tuo lavoro, le rispetterai.
“E che palle e poi…
“Jane, niente parolacce per favore.
“Si scusa però non lo trovo giusto. Comunque gli chiederò lo stesso di passare, almeno a Frankie.
“Non lo mettere nei pasticci, lui ancora è alle prime armi, mi disse.
“Hai ragione, meglio Korsak o Frost.
“Sei senza speranza.
“Già!.
                                            *********
Senza chiedere nulla, la mattina prestissimo vedemmo arrivare i miei colleghi con la colazione e un po’ di notizie sul caso. Maura non ci raggiunse subito, per lei era ancora presto per alzarsi.
“Io vi adoro, gli dissi, ditemi tutto.
“Siamo arrivati alla conclusione che sia stata una rapina finita male. Mike aveva prelevato molti contanti al bancomat e sono spariti. Non c’è nulla che ci dica che ci sbagliamo.
“Non ci credo, dissi, morto per qualche dollaro e immagino nessuna telecamera che abbia ripreso la cosa.
“Immagini bene, a Boston Sud le telecamere non funzionano mai. Dai tempi di Paddy Doyle.
“Vero, la mafia comanda ancora. Povero Mike, dissi sconsolata.
“Chiudiamo il caso?, mi domandò Frost.
“Se siamo tutti convinti si, anche per Maura non c’è un granché di misterioso.
“Bene, allora possiamo ridare il corpo alla famiglia.
“Si, dissi, oggi pomeriggio andrò da loro.
“Non vieni al lavoro?, mi domandò Korsak.
“Non prendermi in giro, non ho ancora ricevuto l’ok dal dipartimento. Chiederò a Maura di accompagnarmi.
“Perfetto, ora togliamo il disturbo.
“Grazie ragazzi, anche per la colazione, con Maura avrei mangiato polistirolo e semi vari.
“Ti ho sentita, disse da metà scale.
“Oh mamma, ciao ragazzi a presto.
“Buongiorno dottoressa, a presto e la tenga ferma.
“Più facile fare un’autopsia ad un elefante, rispose guardandomi storto.
Se ne andarono e Maura iniziò a preparare la sua colazione. Io rimasi nel divano guardando un punto indefinito della stanza.
“Che c’è?, mi domandò.
“Niente, abbiamo chiuso il caso Mike, rapina finita male.
“E?.
“E niente, non troveremo mai l’assassino come avevo promesso.
“Dai Jane, non sempre i casi si risolvono come vorresti.
“Davvero una morte stupida, povero Mike.
“Ora senza un caso tra le mani, sarai meno scorbutica, un punto per me.
“Lo sai che mi dovrai sopportare lo stesso vero?, non cantar vittoria fino a questa sera, le dissi puntandole il dito indice.
“Ok, vai a vestirti che usciamo, shoppinggggggg.
“Cosaaaaaaa??, ti ricordo che sono malata.
“Per lo shopping non lo sei affatto, sbrigati.
Sentii il rumore di Skype del mio pc e il suono di una mail arrivata.
“E’ Casey, vado in camera, dissi a Maura.
“Ok.”
Gli diedi la notizia, gli raccontai tutto e nel frattempo piangevo, finalmente piangevo. Piangevo anche perché sapevo, dentro di me, che non lui non avrebbe funzionato ed un rapporto a distanza sarebbe stato deleterio per me. Ci salutammo con un arrivederci che aveva il sapore di un addio ma nessuno dei due aveva il coraggio di pronunciare quelle parole. Mi feci la doccia, tolsi via quelle lacrime salate dal mio corpo e tornai disotto. Maura non disse una sola parola, sapeva tutto ma rispettò il mio silenzio. Uscimmo, guidò lei, ovviamente non mi portò in giro per negozi come detto poco prima ma al mare, luogo dove adoravo stare quando avevo i miei momenti no. E questo era davvero un mio momento no, senza ombra di dubbio. Così guardando le onde, guardando il cielo e i gabbiani dedussi che la vita andava vissuta lo stesso, anche se a volte le mazzate ti fanno pensare il contrario, anche se le delusioni sembrano non finire mai, anche quando eri disposto a cambiare la tua vita per amore, di un compagno, di un figlio. Anche quando il cuore ti si spezza in due e pensi che non riuscirai mai a rimettere in ordine.
Guardando il mare però capisci che ce la puoi fare, le onde di spezzano sulla riva ma ce ne è sempre una nuova e una ancora e una ancora. Niente finisce. Niente.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Rizzoli & Isles / Vai alla pagina dell'autore: siriopg