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Autore: AngeliqueDelPlessis    30/07/2015    1 recensioni
Liam Payne ha solo partecipato ad un'asta, senza sapere che l'oggetto comprato in un momento di testardaggine lo avrebbe destinato a raccontare una delle storie d'amore più belle di tutti i tempi.
Louis Tomlinson ha solo ventitrè anni quando arriva a Londra e vede, per la prima volta, Harry Styles.
Ai suoi occhi e nel suo cuore Harry è perfetto e poco importa che nella vita è uno dei mantenuti più famosi ed invidiati della città.
Harry Styles è bellissimo, come tutto quello che lo circonda. Il suo cuore non funziona, ma sa amare lo stesso, soprattutto quando l'amore ha gli occhi azzurri di Louis.
FF Larry Stylinson.
Liberamente ispirata a La Signora delle camelie di Alexandre Dumas.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo I


CAPITOLO II



Ero stato in viaggio per lavoro a Los Angeles e ero rientrato a Londra da poco, per questo non ero venuto a sapere prima della morte di Harry.
Se fossi stato in Inghilterra lo avrei saputo in tempo reale, anche se non era di certo una notizia così importante nell'economia della mia vita.
Mi sarei ritrovato a cena con qualche amico, di quelli che amano frequentare un certo tipo di ambiente e mi avrebbero informato distrattamente buttandomi li un, 'Hai saputo di Styles? E' morto. Che spreco Cristo Santo, era stupendo!' e poi avrebbero continuato a bere dai loro bicchieri.
Qualcuno che lo aveva conosciuto più intimamente, forse, si sarebbe lasciato andare a qualche ricordo più sentito, per poi cancellarlo definitivamente dalla memoria.
Quanto a me, Liam Payne, non avevo mai conosciuto Harry Styles intimamente, ma mi ero ritrovato a pensare alla sua morte più a lungo di quanto forse meritasse.
Mi tornavano in mente tutte le volte che lo avevo incontrato in qualche locale, o in uno di quegli attici dove le feste non possono non riuscire bene.
Perché di certo Harry non batteva per la strada.
Lo vedevi arrivare sempre solo all'evento della settimana, lasciava la sua auto ai parcheggiatori e, nascondendosi sotto ai suoi capelli, entrava a testa bassa.
Era altissimo e magro, quasi sempre fasciato da stretti jeans e camicie di seta di cui non riuscivo nemmeno ad immaginarne il costo al dettaglio.
In inverno dei cappotti scuri avvolgevano la sua lunga figura mettendo ancora di più in risalto il suo pallore.
L'eleganza era nata con lui, non l'aveva acquisita con i soldi o l'esperienza.
I suoi boccoli lunghi e scuri erano leggendari, tanto quanto i suoi enormi occhi verdi dalle ciglia infinite. Aveva delle labbra rosse e carnose, sempre un po' lucide di saliva e la prima parola a cui riuscivi a pensare guardandole, e era impossibile non farlo, era “peccato”.
Eppure, ero certo di non essere stato l'unico a chiedersi come fosse possibile che Harry riuscisse a mantenere quell'espressione da eterno adolescente nonostante la vita che conduceva.
Era sempre presente agli eventi che contavano, che fosse la festa più attesa, una prima teatrale o cinematografica, l'inizio della stagione della moda o i BAFTA, lui era li, con quelle sue fusciacche al collo che spiccavano sul torace bianco e tatuato, lasciato in bella mostra dalla camicia tenuta insieme da soli due bottoni.
Magari a qualcuno quello squarcio di pelle brillante sarà sembrato un chiaro simbolo di offerta, ma a me faceva pensare al sacrificio, forse a causa di quel crocifisso che dondolava, ipnotizzandoti, sul suo petto nudo.
Chi lo frequentava assiduamente, i suoi amici, i suoi amanti dicevano che per venticinque giorni al mese quelle fusciacche fossero nere e per cinque bianche*, ma nessuno era mai riuscito a spiegarsi il perché.
Certi ambienti sono come paesi, o dei piccoli quartieri se preferite, si sa tutto di tutti. Quindi, non era certo un segreto per nessuno in quella cerchia esclusiva che ho frequentato anche io, che Harry era stato l'amante dei personaggi più in vista.
Harry stesso non aveva problemi ad ammetterlo e i suoi amanti se ne vantavano in giro tranquillamente.
Le cose cambiarono dopo un suo viaggio in America, dal quale tornò insieme a un certo produttore.
Non ne sapevo molto in realtà, ma in giro si diceva che Harry Styles era partito per Los Angeles per alcune visite mediche. Non stava bene e il clima londinese non lo aiutava.
Non era chiaro il modo in cui conobbe il produttore con cui rientrò in Inghilterra dopo qualche mese, dando scandalo.
Jeff Azoff non solo era famoso nell'ambiente cinematografico e musicale e molto ricco, ma fu subito chiaro a tutti che era anche estremamente generoso, soprattutto con Harry.
Il tenore di vita in cui lo manteneva Azoff era oggetto dei pettegolezzi più velenosi, soprattutto perché la sua generosità andava di pari passo con la sua gelosia.
Harry ormai si vedeva sempre meno in giro per Londra e c'era chi giurava di aver assistito ad una delle leggendarie scenate di gelosia di Azoff, che non poteva sopportare le fughe di Harry dalla sua gabbia dorata, per andarsi a gettare tra le braccia del primo disposto a farlo divertire come ai vecchi tempi.
O almeno questo era quello che la gente raccontava.
Il 16 marzo arrivai alla sede della MacDougall's intorno alle undici.
La sala dell'aste era gremita di gente.
I posti a sedere erano tutti occupati e non mi fu difficile scorgere tra la folla molte mie conoscenze, sia lavorative sia di quelle che si fanno sempre durante qualche party particolarmente riuscito.
Era davvero una strana assemblea quella.
Manager, squillo, attori e attrici, giocatori d'azzardo, stimati professionisti della moda e del cinema, rinomati spacciatori, creditori in attesa di riscuotere e addirittura un paio di Lord per niente a disagio, tutti seduti uno di fianco all'altro e intenti a chiacchierare piacevolmente, in attesa di spartirsi quello che rimaneva della vita di Harry Styles.
Confesso che quel pensiero mi intristì.
Non potevo fare a meno di pensare a Harry come a una vittima, e a quella gente come ai suoi aguzzini, che in vita avevano preteso tutto da lui, il suo corpo, il suo tempo, il suo amore, la sua felicità e la sua bellezza, forti di quei soldi spesi per lui, dei regali costosi, dei viaggi indimenticabili, degli appartamenti lussuosi in cui lo avevano fatto vivere solo per soddisfare la loro vanità, e che ora che Harry non c'era più, sedevano sorridenti e incuranti, in attesa di riprendersi quello che gli avevano dato ad un terzo del prezzo, come se lui non fosse mai esistito.
Non avevo conosciuto Harry Styles, è vero, ma ogni volta che le nostre strade si erano incrociate nel corso degli anni, la sua educazione impeccabile, al limite del ridicolo, la sua innata gentilezza, insieme alla sua naturale eleganza e bellezza, mi avevano sempre ispirato un curioso sentimento di rispetto verso di lui.
Ero sempre stato convinto che nessuno, al di fuori del suo ambiente, avrebbe mai potuto scambiare quel ragazzo dalla voce calda e lenta e dal sorriso infantile per una costosa puttana, ma piuttosto per un giovane principe di qualche piccolo Paese sconosciuto.
Nonostante i miei pensieri tristi l'asta era cominciata e procedeva a ritmo serrato.
Opere d'arte, mobili e oggetti d'arredamento si vendevano a una velocità incredibile.
Non so bene perché mi presentai li quel giorno. Non sono un morto di fame, ma molti di quegli oggetti erano al di fuori delle mie possibilità, me ne ero già reso conto durante la mia visita a casa di Harry.
Fu la curiosità, credo, che mi spinse a uscire di casa quella mattina.
La curiosità e il desiderio, forse un po' infantile, di salutare Harry alla presenza degli oggetti che gli erano appartenuti e che forse in vita aveva amato.
I quadri, i soprammobili, le litografie erano stati i primi ad essere depennati dalla lista del banditore.
La LC4 firmata Le Corbusier era stata venduta, insieme a tutti gli altri mobili.
Poi era stato il turno della collezione di orologi, che era stata smembrata e ceduta pezzo per pezzo, insieme agli altri accessori appartenuti a Harry.
Un bel tipo, moro e dalla carnagione scura marchiata da tatuaggi, si era aggiudicato una chitarra, un pezzo raro in perfette condizioni e ora sfoggiava un ghigno soddisfatto.
Uno dei due Lord, un biondo agitato e dalla risata contagiosa, si aggiudicò l'intera collezione di vinili, una raccolta stupenda che gli costò una piccola fortuna.
Tutto procedeva come previsto, fino a quando il banditore, un tizio calvo e grasso che stava sudando più di quanto richiesto dal suo lavoro, con la voce arrochita dalle troppe trattative, quasi gridò:
'Un libretto d'opera*, della prima de La Traviata al teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo del 1953. Buone condizioni. Dedica a penna sulla prima pagina. Prezzo di partenza trecento sterline'.
'Trecentocinquanta', sentenziò qualcuno, dopo un momento di silenzio.
'Quattrocento', mi sentii ribattere, quasi sicuramente per quella dedica a penna.
Il “quattrocentocinquanta” del mio rivale mi sfidò apertamente.
Facemmo ancora un paio di rilanci, fino a quando esasperato e testardo gridai un definitivo “ottocento sterline”.
Qualcuno in sala si girò a guardarmi incuriosito.
L'altro pretendente, dopo un momento di esitazione, mi fissò negli occhi per poi chinare appena il capo in segno di resa.
Fu così che mi aggiudicai quel libretto e che me la diedi a gambe per non rischiare di lasciarci lo stipendio di un anno di lavoro.
Sbrigai le pratiche burocratiche davanti a un addetta precisa e gentile, che mi consegnò il mio acquisto.
Sulla prima pagina dell'opera più famosa di Verdi la dedica diceva:

Violetta a Harry*
Umiltà

La firma era di un certo Louis Tomlinson.
Durante il viaggio in metro verso casa non feci altro che fissare quella dedica chiedendomi il vero significato della parola umiltà.
Secondo questo Tomlinson, Violetta riconosceva a Harry una superiorità nel vizio o del cuore?
Sicuramente del cuore, pensai.
Tutti conoscono la storia de La Traviata e la figura ormai mitica di Violetta, ma quel giorno pensando a quell'opera, con la figura di Harry Styles in mente, mi commossi profondamente.
Violetta aveva vissuto, come Harry, nel lusso e nel vizio ma aveva amato, e anche in punto di morte, nonostante la solitudine in cui era caduta durante la sua malattia, aveva almeno avuto la felicità di morire fra le braccia del suo Alfredo.
Harry era stato altrettanto fortunato?
O era morto solo, abbandonato da tutti, come un bell'oggetto rovinato che si dimentica di avere?
Arrivato di fronte al portone di casa pensai distrattamente che non lo avrei mai saputo.
Ma mi sbagliavo.






Note al testo:
  • Nel romanzo Marguerite sfoggiava per 25 giorni al mese delle camelie bianche e per 5 giorni rosse, per questo la sua fioraia l'aveva soprannominata la “Signora delle Camelie”. Non ho potuto evitare di inserire un riferimento rivisto e corretto!
  • Nel romanzo di A. Dumas la voce narrante non acquista un libretto d'opera, ma un romanzo, Manon Lescaut di Antoine François Prévost, altra storia in cui protagonista è una mantenuta e molto in voga all'epoca di Dumas.
  • La dedica di Louis è identica a quella usata nel romanzo da Armand Duval, il protagonista. Cambiano solo i nomi di Violetta e Harry, nel libro infatti si legge: “Manon a Marguerite Umiltà”.



Nota autrice:

Oggi sarò breve, promesso!
Prima cosa, non abituatevi a questi ritmi di aggiornamento perché, no.
I primi due capitoli erano pronti da un po' e visto che il primo è molto breve ho pensato di postarli molto velocemente, ma vi dico subito che non sarà sempre così.

Spero che le note al testo siano abbastanza chiare, se così non fosse, comunque, in rete trovate tutte le info sul romanzo e l'opera.

Ho avuto qualche dubbio sull'oggetto acquistato da Liam, che nel romanzo è un semplice libro di poco valore, ma non volevo citare lo stesso romanzo di Dumas e alla fine ho avuto quasi un'illuminazione e mi sono detta, perché non proprio l'opera di Verdi?
Ho fatto alcune ricerche in rete e quel libretto esiste davvero, ma non sono riuscita a capire minimamente il suo effettivo o stimato valore, per cui la cifra battuta all'asta l'ho completamente inventa, spero solo di non aver scritto qualche stronzata colossale.

Non ho molto altro da dire sul capitolo, ma per qualsiasi curiosità chiedete pure.

Grazie per avermi letto!

Angelique



Lover, You Should've Come Over la trovate anche su Wattpad (Angelique79).
Questo è il mio account Twitter @sunbozzi79.





   
 
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