Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: lilac_sky    31/07/2015    2 recensioni
A Galway certe vite sono fatte per intrecciarsi tra loro.
Thelma ha vent'anni e anche i piedi abbastanza per terra.
La sua vita non è mai stata troppo noiosa, e non lo diventerá certo adesso che Agnes ha compiuto vent'anni anche lei, Luke si rivela sempre più ansioso, Calum è come se le rivolgesse la parola per la prima volta e Ashton riesce ad affascinare anche solo stando in silenzio.
No, a Thelma non sono mai piaciute le situazioni complicate: eppure ha la netta sensazione che ci si ritroverà in mezzo, da un momento all'altro.
-----------
Consiglio la lettura delle OS dedicate ai singoli personaggi
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Thelma si sta mordicchiando le unghie da circa mezz’ora, nell’estenuante attesa che Agnes arrivi: Luke la guarda divertito mentre prende un sorso dalla Dreher che ha aperto senza farsi vedere, mentre a tutti gli altri non sembra importare molto del vero senso di quell’incontro, e continuano a chiacchierare come se la festa fosse già iniziata.
Guarda l’orologio sopra il mobile dell’ingresso, e si chiede se Calum non abbia per caso sbagliato strada, visto che sono le nove e mezzo passate: sospira nervosa, e dà l’ennesima occhiata al muro colorato del salone dove hanno appeso il classico festone che recita “Buon Compleanno”, controlla che le candele accese agli angoli non si siano già consumate troppo, il tavolino con gli alcolici che Luke ha voluto portare per forza, poi si gira verso il piccolo specchio del corridoio e osserva il suo riflesso.
Vede una ragazza che sembra più piccola dell’età che ha realmente, vede due occhi che brillano e esprimono una miriade di emozioni per chi li guarda, vede dei ciuffi di capelli corti che non stanno al loro posto, ma non ne è più così stupita, da quando ha deciso di tagliarli. Sobbalza quando sente la mano di quello che si rivela essere Luke poggiarsi sulla sua spalla scoperta per la fascia nera che ha indossato. «Calum dice che stanno arrivando e di spegnere le luci: ho già lasciata socchiusa la porta» dice emozionato: e come biasimarlo, è sua sorella la protagonista della serata. Thelma annuisce, passando frettolosamente le mani tra i capelli, come a volerli mettere al loro posto, ed entrambi si precipitano in salone, dove tutti hanno già trovato un posto dove accovacciarsi e da cui saltare fuori al momento giusto. Luke la fa abbassare dietro il divano, e la tensione aumenta quando sentono tintinnare il campanello collegato alla porta e il borbottio confuso della ragazza che tutti stanno aspettando.
3…2…1…
La luce si accende si scatto.
«Sorpresa!»
Ed è la cosa più bella, per Thelma, vedere la sua migliore amica con gli occhi sbarrati che si riempiono velocemente di lacrime e le mani sul viso, incredula: si fionda tra le sua braccia, stringendola come mai aveva fatto prima. «Buon compleanno, Agnes».
 
Luke le si avvicina all’orecchio con un sorriso sornione e un bicchiere di vodka in mano.
«Bella festa, eh?» biascica, già brillo nonostante siano appena le dieci e mezza. Thelma annuisce divertita, guardandolo girovagare per il salone e parlare con chiunque gli capiti a tiro: non resiste proprio agli alcolici, non ci è mai riuscito.
Si dà un’occhiata intorno, e non può non dare ragione a Luke: è proprio una bella festa, ed è riuscita alla grande. Agnes sta ridendo per qualcosa che le ha appena detto un compagno di corso, Thelma si avvicina per prenderla da un braccio, scusandosi scherzosamente con lo strano ragazzo dai capelli colorati con cui stava parlando, e la trascina con sé in cucina.
«Allora, come ti sembra la festa, neo-ventenne?» le chiede, con le labbra rosse e umide di rum e frutta. Agnes sorride, sorride come una bambina.
«È tutto fantastico, Thelma, io…non pensavo che poteste farmi sorpresa più bella!», e Thelma rischia di scoppiare a piangere da un momento all’altro. Vedere la ragazza che conosce da una vita così felice, la emoziona: per questo non dice niente, e la abbraccia forte per la seconda volta quella sera.
«Chi era quello con cui stavi parlando?»
«Oh, quello? Un mio collega che viene da Sidney, Michael, è adorabile: sì, ha gusti strani, ma è simpatico» esclama indicandoglielo: Thelma vede quei capelli color rosso acceso, come le labbra, in totale contrasto con la pelle bianca, la giacca di pelle nera e le scarpe dalla suola consumata sotto ad un paio di jeans strettissimi, da cui distoglie lo sguardo imbarazzata quando nota che il ragazzo si è girato verso di loro, probabilmente sentendosi osservato: e quegli occhi acquosi non la convincono per niente. Tuttavia, si limita ad alzare le spalle per non dare a vedere la sua perplessità, e decide di cambiare argomento.
«Luke mi ha detto che per un paio di sere non eri a casa» dice a bassa voce inconsciamente, come a non volersi fare sentire da nessun altro al di fuori della ragazza seduta sulla sedia di fronte alla sua. La vede abbassare lo sguardo con le guance che gradualmente diventano sempre più rosse: e comincerebbe a preoccuparsi, se sulle labbra sottili di Agnes non spuntasse un sorriso. Perciò le scuote un braccio, lanciandole un’occhiata che le chiede semplicemente di spiegarle cosa stia succedendo, nient’altro.
«Sono andata alla spiaggia» sussurra così piano che Thelma è costretta ad avvicinarsi un po’ «Ho conosciuto una persona»
«Un ragazzo?» chiede subito, perché è sicura che sia quello il punto. E infatti Agnes annuisce contenta.
«Ti ricordi di quel ragazzo che io e Cal vediamo sempre al bar la mattina? Quello con i capelli ricci» Thelma annuisce, l’ha visto anche lei, ed era sempre da solo «C’è lui, sulla spiaggia. Di notte. Si chiama Ashton», e quel nome non dice assolutamente nulla, a Thelma, che però sorride con l’amica e le stringe le mani.
«Agnes, un ragazzo, hai conosciuto un ragazzo! E…lui ti piace?» chiede, e Agnes sgrana gli occhi blu. «No, beh…credo..credo che sia un po’ presto per dirlo con certezza».
Ma va benissimo così, perché un ragazzo come lui è la cosa migliore che potesse capitare alla ragazza che più meriterebbe attenzioni, tra tutti.
 
«Alla fine l’ho lasciato, perché mica provavo qualcosa per lui: è stato un illuso, se l’è cercata».
Miranda Oberg ha appena finito di urlare in preda ai fumi dell’alcool la sua ennesima storia con uno dei tanti, poveri ragazzi che le cadono ai piedi, tale Jack Barrett, che in tutta la sua vita ha avuto la colpa solo di incrociare lo sguardo ammaliante della nordica che riesce ad affascinare persino i vecchietti fuori dal pub.
A Thelma, se proprio deve dirla tutta, non sta simpatica per niente, ma Luke ha voluto invitarla per forza (“Poverina, invitiamo gli amici di Agnes e non la studentessa che conoscono tutti a psicologia?”), anche se è sicura che più per pietà, l’abbia voluta invitare per la quarta di seno che quella sera ha messo bene in mostra grazie ad un vestito verde già abbastanza attillato di suo, ma reso ancora più succinto per essere stato stretto ulteriormente.
Comunque può constatare che le affascinanti avventure di Miranda riescono a mantenere viva l’attenzione di ben due ragazzi, che lei pensa di non aver mai visto fino ad allora, e persino di Paula Wilson, che ha una faccia più intelligente di quanto non sembri: forse è semplicemente ubriaca, e non capisce una sola parola di quelle che escono dalla bocca perfettamente dipinta di rosso di Miranda.
«Neanche io la sopporto, ti capisco» le mormora qualcuno da dietro, qualcuno che scopre essere il ragazzo che mezz’ora prima stava parlando con Agnes, quel… «Michael» si presenta prima che lei possa ricordarsi il nome che aveva già rimosso dalla mente, e le stringe la mano con forza «Primo anno specialistica di psicologia criminologica e investigativa»
«Un po’ complicato per una come me che è semplicemente al secondo anno della scuola di pittura all’Accademia d’Arte» risponde sarcastica Thelma, che comincia a sentirsi infastidita dalla presenza di quello strano ragazzo: lo sente ridere, sinceramente divertito dalla reazione di quella ragazza decisamente più bassa di lui.
«La tua casa mi piace» continua imperterrito, e stavolta Thelma decide di non rispondere, concentrandosi sulla vodka nel bicchiere e sulla voce di Alex Turner che esce dalle casse. «E mi piaci anche tu, sei una ragazza interessante»
«Thelma, vuoi venire fuori un momento?».
La voce ferma di Calum interrompe quella breve conversazione diventata in un attimo piuttosto imbarazzante, e i due ragazzi si scambiano un’occhiata dura mentre Thelma si irrigidisce per l’improvviso contatto del braccio teso del nuovo arrivato con le sue spalle esili: non aspetta neanche che Michael dica qualcosa, Calum, perché si gira di scatto e la trascina con sé sul balcone.
 
È appoggiata alla fredda ringhiera, ancora incredula per quello che è appena successo: se solo prova a ricostruire la sequenza di momenti di pochi secondi prima, i pensieri si mescolano tra loro e glielo impediscono. Sente le spalle e le guance che bruciano, segno che quel contatto che non c’era mai stato in tanti anni di semplice conoscenza, c’è stato davvero. Sospira impercettibilmente, per poi sussultare vedendo con la coda dell’occhio Calum che si le avvicina, dopo aver spento con la suola della scarpa la cicca della sigaretta ormai finita.
«Ti…ti senti bene?» le chiede, e Thelma annuisce soltanto perché sa già che la voce uscirebbe troppo tremante: anche se alla fine lei sta tremando tutta, pensando alla breve conversazione avuta con Michael. “Sei una ragazza interessante”, aveva detto, ma cosa voleva dire esattamente con quella frase, un ragazzo conosciuto quella sera stessa? Se lo sta chiedendo da alcuni minuti, Thelma, e se lo chiede anche adesso che è già passato un po’ di tempo dall’incontro ravvicinato con quello strano ragazzo.
«Ho visto che non ti sentivi a tuo agio, ho pensato bene di portarti via». Portarti via. Che meraviglioso accostamento di parole. «Beh, spero di non aver fatto la cosa sbagliata, ecco, volevo solo…»
«Grazie» soffia Thelma, continuando a tenere lo sguardo basso. Calum fa un mezzo sorriso, che lei non vede, e poggia la mano sulla sua schiena magra: e questa volta è lui a non accorgersi della scarica di brividi che ha percorso Thelma dalla testa ai piedi.
«È bella la tua casa, non ci ero mai stato prima d’ora» decide di cambiare argomento, per farla sorridere un po’ e toglierle dalla testa il pensiero di quella frase ambigua pronunciata da Michael.
«Me l’hanno lasciata i miei genitori quando sono partiti per Parigi»
«Ci sono un sacco di quadri appesi ai muri, sono tuoi?». Thelma scuote la testa divertita.
«Sono tutti della mamma: io non mi sento ancora pronta a guardare ogni giorno un mio dipinto»
«Però l’ho visto il dipinto che hai fatto ad Agnes» la interrompe con aria divertita, e lei si gira di scatto a guardarlo, incredula.
«Ma era nello stanzino, l’avevo messo lì per…per non farlo vedere a nessuno..!», ma questo non fa che aumentare il divertimento in Calum, che scoppia a ridere e le poggia una mano sul braccio, accarezzandolo.
«Tranquilla, non rovinerò questa sorpresa ad Agnes. E comunque un ritratto lo farai anche a me, prima o poi». Thelma ammutolisce, non sa bene se per quello che le ha appena detto o per quelle mani che ha sempre sognato e che adesso sono così terribilmente vicine. Restano in silenzio per qualche secondo che sembra non passare mai, Calum che guarda Thelma negli occhi e lei che sente la pelle bruciare, fino a quando - per fortuna..? - Luke non si affaccia dalla finestra del balcone e dice, o meglio, urla loro che è arrivata l’ora della torta. Calum scrolla le spalle, e Thelma rientra dentro in fretta senza guardarsi alle spalle.
Il sudore le ha reso le mani appiccicose.
 
La canzone di auguri è stata cantata nel modo più stonato possibile, come sempre alle feste, ma ad Agnes è sembrato non importare visto che ha spento le candeline in tutta fretta e ha subito mangiato furtiva una fragola della decorazione. A Thelma fanno ancora un po’ male le braccia per quanto l’amica l’ha stretta, contentissima per quel regalo così inaspettato che le è piaciuto più di ogni altra cosa.
Adesso sono stanchissimi, Luke si è addormentato sul divano e se ne sono andati tutti, anche Michael, che non ha risparmiato uno sguardo gelido a Calum.
«Ragazzi, grazie per la festa, davvero:ora però credo che io e Luke torneremo a casa» dice Agnes, gli occhi ridotti a due fessure per via del sonno: sveglia il fratello con una gomitata ed entrambi si alzano, un po’ barcollanti, per salutare. Thelma stringe forte l’amica. «Grazie di tutto Thelma, ti voglio bene» mormora Agnes, poi saluta anche Calum ed esce, seguita da un Luke che sembra in procinto di collassare da un momento all’altro.
«Mi sa che me ne andrò anch’io: non è che vuoi una mano a sistemare?» chiede Calum con uno sbadiglio, ma Thelma capisce che è solo una domanda di cortesia, perché così assonnato non riuscirebbe neanche a ricordare la differenza tra un bicchiere e una bottiglia. Perciò scuote la testa con un sorriso, e lo accompagna alla porta. «Buonanotte, Thelma» mormora con voce roca, abbassandosi fino al suo viso per sfiorarle la guancia con le sue labbra morbide.
È come una scena a rallentatore: il profumo che emana la sua pelle si infrange sulla sua come un’onda violenta su uno scoglio, e le entra prepotente nelle narici, mentre i riccioli dei suoi morbidi capelli neri le solleticano la tempia.
«Buonanotte Calum» sussurra, dandogli un’ultima occhiata prima di chiudere la porta e appoggiarvisi con la schiena.
Il cuore le batte veloce come quello di un uccellino spaventato, e sbatte contro la cassa toracica: con le dita sfiora il punto in cui sente ancora pulsare la lieve impronta  lasciata dal bacio di Calum, mentre le sue labbra si aprono in un sorriso e il respiro diventa irregolare.
Come può un ragazzo farle lo stesso effetto di un uragano?
 













BUONSALVE.
Eeeeeccomi qua, sono sempre io, il vostro Capo!
Ovviamente non è vero *sigh* sono sempre io, la vostra cara amica rompipalle con le sue storielle da quattro soldi.
Alluora, in questi days non ho fatto altro che andare a mare, vegetare in casa, mangiare, bere litri e litri e litri ecc. di acqua (che credevate, non sono un’ubriacona: va bene, la birra mi piace. Molto), e sono anche andata alla casa a mare di un mio amico in calabbbbria. ERGO mi sono completamente dimenticata della mia intenzione di pubblicare il secondo capitolo a distanza di una settimana dal primo, ma vbb.
Ora parlo del capitolo perché sì e perché poi parlo troppo… (…del fratello fighissimo e abbronzato del mio amico con l’anello al naso e con un sacco di tatuaggi e con il fisico atletico e che suona la chitarra e che ha 39 anni ma sembra un ventenne e ok la smetto).
 
La festa per Agnes eheh
Personalmente trovo che Agnes sia una tesorina. Mi sono dAIvertita a scrivere questo capitolo perché mi sembrava una cosa carina. E poi perché in questo capitolo c’è GORDON.
Eh sì, non poteva mica mancare, nononono: e specifico che ho deciso di metterlo con i capelli rossi, perché, beh, con i capelli rossi era veramente il sesso. E prima o poi se li deve rifare in quel modo perché sì.
Ostilità tra Calum e Michael, mhmh. E Calum che dice scherzando a Thelma che gli dovrà fare un ritratto: e sì, questa cosa mi piace molto, e basta non vi dico più niente perché sono cattiva.
 
Comunque. Fatemi sapere che ve ne pare, dolcezze: spero di riuscire ad andare avanti col quarto capitolo (sì, il terzo è già bello cotto e mangiato), così faccio in modo di far succedere tante cose carine. Sì sì.
Va bene, la smetto di parlare.
Vi voglio bene, tanti bacini e un abbraccio (gianni morandi fa male, ricordate)
 
elena


 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: lilac_sky